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Autore: NightWatcher96    14/02/2022    2 recensioni
San Valentino non è mai stata una festa adatta a un Hero impavido come Kacchan, soprattutto perché per lui non c'era spazio per queste cose. Tuttavia, il figlio di Toshinori Yagi, Izuku, gli apre una prospettiva che Cupido attendeva da tempo ormai.
BakuDeku
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All for One, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Buon San Valentino a tutti, Hero e Top Hero del Fandom!
In questa lunga One-Shot ho cambiato un po' di cose a livello temporale, ma leggendo vi risulterà tutto più chiaro. Enjoy!!



 

Quando Izuku si era trasferito alla U.A., presentato come figlio adottivo di Yagi Toshinori, si era subito guadagnato una certa popolarità per via di suo padre, il grandissimo All Might. Per una piccolissima parte di studenti del primo corso per Hero, sezione 1-A, invece, quel ragazzino alto solo 164 cm, magro come un fuscello che non apriva mai bocca era diventato da subito uno scomodo peso.

Izuku Toshinori dopotutto era sordo dalla nascita. 

I suoi veri genitori, Inko e Hisashi Midoriya, lo avevano abbandonato in ospedale, sparendo misteriosamente la notte stessa in cui era venuto al mondo. All Might lo aveva visto per puro caso, dopo una lunga visita a Gran Torino in ospedale, il suo maestro dopo Nana Shimura e se ne era perdutamente innamorato.

Essere un Hero di successo lo aveva avvantaggiato nelle lunghe pratiche di adozione. Certo, inizialmente, prendersi cura di un neonato non era stato semplice ma ce l'aveva fatta come padre single e Hero. Doveva molto anche ad alcuni suoi amici: Yagi, infatti, si era affidato ad alcuni come Aizawa Shota e Nemuri Kayama, rispettivamente EraseHead e Midnight ed era stato loro infinitamente grato dell'aiuto.

Il ragazzo di anni quindici, tuttavia, si era dimostrato molto abile nel leggere il labiale, sorprendendo spesso e volentieri anche alcuni insegnanti come Present Mic, Hizashi Yamada e il preside Nedzu.

Per un certo biondo, però, l'intelligenza di Izuku e il fatto che avesse un Quirk eccezionale nonostante il suo corpo non riuscisse del tutto a tollerarlo, erano sufficienti motivi per odiarlo senza precedenti. Quel ricciolino color verde pensava di sbattere in faccia a tutti il suo status?

-Piccolo bastardello!- pensò Katsuki Bakugo.

Era l'ennesima mattinata, dopo ben due settimane dall'arrivo di Izuku, che la classe si concentrava su di lui, parlandogli naturalmente e come se quelle voci sarebbero bastate a penetrargli nelle orecchie. Katsuki ne aveva abbastanza. 

"Izuku-kun, come ti trovi nella nostra classe?" domandò Ochako.

Il ricciolino sorrise dolcemente, mostrando il pollice.

"Come riesci a capirci senza l'apparecchio?" si aggiunse anche Denki.

"Devi essere più delicato, Kaminari-kun" lo rimbeccò sottovoce Tenya, il capoclasse.

"Oh, scusa, Midoriya!".

Izuku scosse il capo con nonchalance, per tranquillizzarlo; si mise una mano contro le labbra per trovare la risposta giusta alla precedente domanda. Pensò di affidarsi a un quaderno che portava sempre nello zaino giallo e iniziò a scrivere.

 

Riesco a leggere il labiale, questo mi aiuta. Inoltre, il mio Quirk mi permette di avere una percezione extra-sensoriale che va a compensare i miei due sensi che non funzionano. Il fatto di non poter udire mi ha reso anche in parte muto

 

"Penso di capire. In pratica sfrutti delle vibrazioni?" domandò Tsuyu.

Izuku annuì brillantemente, puntandole contro una penna per aver fatto centro. Continuò.

 

Il mio Quirk aumenta vibrazioni, odori e anche parte della mia vista per aiutarmi a essere pronto a tutto. Non è stato facile affinare tutto questo ma sono qui anche per imparare a potenziarmi come si deve!

 

"Beh, puoi sempre fare affidamento su di noi!" sorrise Ochako. 

Izuku ringraziò con un cenno del capo, girandosi per infilare il quaderno nel suo zaino. I suoi occhi si magnetizzarono per un attimo in quelli scarlatti di Katsuki che assottigliò ulteriormente lo sguardo per essere il più intimidatorio possibile. 

"Che cazzo hai da fissare?" ringhiò.

Izuku arrossì leggermente, facendo un cenno di scuse con il capo, tornando girato dall'altra parte. Eroso da un po' di nervosismo, si attorcigliò le dita, deglutendo. 

Fortunatamente, però, qualunque eventuale discussione fu prontamente troncata dall'arrivo sciatto di Aizawa che diede finalmente inizio alla lezione…

 

 

Dopo ben tre mesi, sia Katsuki sia Izuku avevano ottenuto i voti più alti della classe dopo gli esami di fine primo trimestre ma fra i due le vere note di elogio e merito le aveva ricevute il ricciolino, mandando in bestia e in fiamme il biondino, sentitosi spodestato dal suo podio come Genio Indiscusso.

"Suvvia, Baku-bro… non te la prendere! Lo sai che Izuku-kun è bravo a studiare!".

"Lo stai difendendo, Capelli di Merda?!".

Si erano ritrovati, insieme a Hanta Sero e Denki Kaminari nella stanza di Katsuki per un piccolo raduno di studio per migliorare dei voti che avevano fatto commuovere Aizawa, ma per scalpore di tante scemenze lette e corrette.

"No, affatto. Ma si è visto come Toshinori-kun sta cercando di essere al passo di tutti" rispose Eijiro sorridente.

Il biondo sbuffò, alzando una gamba sul letto per fungere da appoggio a un braccio ciondolante. Odiava il fatto che da quando fosse arrivato Izuku le cose erano cambiate in peggio e non poteva sopportare altro.

"E' così simpatico, ci aiuta sempre! E' grazie a lui se ho superato più o meno la verifica dello Giapponese antico" ammise Hanta.

Kacchan socchiuse gli occhi pericolosamente.

"Io invece sono stato fortunato che le sue spiegazioni erano chiare sull'algebra, cioè... intendo come scrive!" seguitò Denki.

"Però siete venuti qui da me per migliorare i vostri voti!" ringhiò improvvisamente Kacchan, alzandosi di scatto dal letto. 

"Non lo sapevi? Toshinori-kun è in ospedale" spiegò Eijiro.

Il biondo parve sfumare la rabbia volendone sapere di più.

"Ogni mese All Might lo porta a fare dei controlli. Sembra che a furia di esercitare il suo Quirk abbia sempre contraccolpi come febbre forte e dolore alle orecchie. L'ultima volta hanno sanguinato durante la lezione di inglese di Present Mic sensei" raccontò Denki. 

Il biondo si oscurò visibilmente, nascondendo le labbra dietro la mano, come sua abitudine. Eijiro scambiò uno sguardo perplesso con Denki e quest'ultimo pregò Hanta con rapidi movimenti delle sopracciglia di smorzare quella tensione.

"Quindi, vogliamo metterci a studiare?" chiese timidamente quest'ultimo.

Kacchan afferrò un quaderno, alcuni libri di inglese e matematica senza tuttavia proferire nulla. 

La quiete non durò che pochi attimi, perché Denki non riuscì a trattenere una suddetta perla di saggezza. 

"Sapete? Chi odia una persona finirà con l'innamorarsene". 

Kacchan gli scaraventò il quaderno sulla testa con una tale forza che per poco il biondo con la saetta non batté la fronte sul basso tavolino al centro della stanza del giovane momentaneo insegnante. Eijiro e Hanta si misero a ridere, Denki si lagnò e Katsuki… beh, le parole dell'ultimo lo avevano in qualche modo colpito…

 

Kacchan controllò l'orologio sul polso per l'ennesima volta e si passò una mano sui capelli, ricordandosi solo alla fine che portava un berretto tutto nero. Era una calda domenica mattina di febbraio e spinto da Eijiro aveva proposto a Izuku di vedersi per andare a un nuovo negozio sportivo visto che gli servivano dei nuovi pesi per i polsi.

Era arrivato con un anticipo di circa 20 minuti e non sapeva che fare. Si sedette su una panchina, tirando fuori il suo cellulare.

Come previsto, trovò immediatamente un messaggio di Eijiro.

 

"Come va il tuo appuntamento?".

 

"Ancora niente. Sono arrivato venti minuti in anticipo. Cazzo, è tutta colpa tua, Capelli di Merda!".

 

"Non ti arrabbiare, altrimenti manderai tutto a puttane!".

 

Il biondo sospirò, decidendo di fare una fotografia al suo dito medio e inviarla come conclusione alla chat con Eijiro. Guardò il cielo; era cristallino, c'era solo qualche nube e un venticello davvero gradevole. 

-Sono stato un idiota! Come mi sono potuto far abbindolare in questo modo penoso?- pensò, reclinando la testa all'indietro.

Lui non si era mai veramente interessato a queste smancerie tra due innamorati anche perché l'amore non si era mai fatto strada nel suo cuore per tutti i primi sei mesi della U.A. Poi, gradualmente, quel ricciolino gli aveva infestato sempre di più i pensieri e quando si era confidato con Eijiro di come si sentiva, quello gli aveva battuto amichevolmente una pacca sulla spalla. 

"Devi invitarlo ad uscire con te, Baku-bro! Un appuntamento! E sei fortunato, perché io me ne intendo!".

-Intendo un cazzo!- pensò ancora il biondo, infastidito a quella frase di Eijiro che ancora gli risuonava caldamente in testa.

Decise di guardare ancora l'orologio quando un'ombra minuta gli si allungò dinanzi, catturandogli completamente l'attenzione. Izuku era arrivato silenziosamente ma con un sorriso davvero gentile pur ben nascosto sotto l'ampia sciarpa nera con motivi aranciati che copriva la parte inferiore del viso e il collo.

Kacchan si trattenne a fatica dal commentare che così imbacuccato gli dava l'impressione di essere davvero troppo freddoloso!

Il verdino indicò il suo orologio e si inchinò rispettosamente con un viso imbarazzato. Kacchan comprese e negò, accertandosi di parlare lentamente per fargli comprendere il messaggio.

"Sono arrivato largamente in anticipo. L'appun… l'incontro era per le nove precise".

Si corresse perché voleva disperatamente evitare di menzionare che quell'uscita non era un appuntamento ma solo un giro di compere. Izuku sorrise nuovamente ma indicò nuovamente l'orologio, si voltò e indicò l'auto nera di All Might che li stava salutando.

"Tuo padre ti ha accompagnato in anticipo per qualche missione da Hero?" azzardò Kacchan.

L'altro sorrise brillantemente, continuando a ricambiare il saluto, nonostante il suo sguardo verde fosse rimasto magnetizzato in quello rubino dell'altro. Rimasti da soli, il biondo deglutì un paio di volte, ponderando attentamente le prossime mosse e parole da dire. Non si era mai sentito così tanto preoccupato e nervoso in vita sua.

Izuku batté il pugno sulla mano e tirò fuori un piccolo pacchetto dalla tasca del suo cappotto nero oversize: era una confezione di cioccolatini avvolta in una carta arancione con un bel fiocco verde smeraldo. 

-Sembrano i nostri colori- pensò Katsuki. "E' per me?". Izuku annuì con le gote rosse. L'altro li prese guardando la confezione che era stata minuziosamente impacchettata. "Li hai fatti tu?". E di nuovo ci fu un cenno imbarazzato. "Li posso mangiare?". Ancora una volta un sì molto brillante con la testa .

Kacchan ben presto si ritrovò dinanzi dei cioccolatini a forma di di stella e di fiamma dall'odore sublime e veramente ben fatti. Finse di non accorgersi di come Izuku lo stesse guardando come ad aspettare una sentenza. Appena ne portò uno alla bocca il sapore esplose risvegliando le papille gustative.

"Ottimo. Non te la cavi male in cucina, Nerd" sogghignò il biondo. 

Izuku sospirò impercettibilmente con una mano sul petto e un sorriso genuino, poi indicò il centro per andare al negozio per le compere. Il motivo di quel regalino Kacchan non lo comprese fino a quando, passeggiando verso la seconda uscita del parco entrambi non notarono un carretto che vendeva scatole di cioccolatini e mazzi di rose.

Il biondo controllò immediatamente il cellulare e il cuore gli si fermò letteralmente nel petto. Era quel giorno.

Era quella dannata festa degli innamorati!

Era il giorno delle dichiarazioni di amore!

Era San Valentino, cazzo!

Eijiro aveva pur giocato bene la sua carta ma perché non gli aveva detto di portare qualcosa?

Notò un messaggio del porcospino in rosso in questione e controllò.

 

"Spero tu abbia portato un po' di contanti. Dovrai essere un cavaliere virile, Baku-bro!".

 

"Dannato! Perché non mi hai detto che era San Valentino? Deku mi ha portato dei cioccolati fatti a mano ed io non gli ho dato un cazzo!".

 

"Puoi sempre rimediare. Dopotutto tutti sanno che tu con le feste sei una schiappa".

 

"A chi hai dato della schiappa?!" 

 

Eijiro gli inviò delle immagini di fiori, baci, cioccolatini e gattini dolcissimi; Kacchan gli ripropose la stessa foto del dito medio di prima e infilò il cellulare in tasca, avvicinandosi abbastanza a Izuku che lo aveva superato di qualche passo.

"Oi, Deku" chiamò.

L'altro non si girò certamente, non potendo affatto sentire; il biondo evitò di schiaffarsi una manata in fronte per quant'era stato stupido così pensò di tirargli leggermente la manica della pesante giacca per attirargli l'attenzione. Il verdino, allora, gli rivolse degli occhi luminosissimi e straordinariamente belli dove l'altro non poté fare a meno di specchiarsi e rimanerne abbagliato.

Ammaliato, semmai. 

Katsuki tentò di non arrossire, si concentrò sul pensare al motivo del perché avesse chiesto la sua attenzione e pensò di buttarsi sul prendersi almeno qualcosa da bere o mangiare. Izuku annuì calorosamente a quel gesto con la mano che fingeva di sorseggiare.

"Cosa prendi?" domandò Katsuki. 

Izuku divenne pensieroso, battendosi un esile dito contro il mento poi si illuminò e indicò un piccolo chiosco dall'altra parte della strada. Il biondo annuì e pensò che una granita al limone l'avrebbe presa molto volentieri. Ne ordinò due, negò al tentativo di Izuku di pagare e dopo qualche attimo gli porse il bicchierone di plastica con la cannuccia, puntando verso nord, la direzione giusta per andare a quel negozio.

Era dolce al punto giusto quella granita, perfetta per quella domenica tiepida, gradevole e non troppo aspra. Kacchan perse però rapidamente interesse per quel drink, spostando le iridi rubino sul ragazzo alla sua sinistra che continuava a bere guardando dinanzi a sé.

A un certo punto Izuku sfoderò il cellulare dalla tasca e iniziò a leggere alcune notifiche; fece qualche passo distratto prima di fermarsi e puntare il display in faccia a Katsuki. C'era un'emergenza a circa 1.500 metri da dove si trovavano entrambi!

"Questa è la zona dove c'è il negozio dove dobbiamo andare!" esclamò il biondo. 

Izuku sorseggiò tutta la granita, gettando il bicchiere in un cestino e attivò l'One for All saltando a zig zag in una gola tra due edifici per avere maggior slancio e velocità. Corse di tetto in tetto, seguito a ruota da Katsuki che si dava carica con rapide esplosioni dei palmi, raggiungendo il punto prestabilito.

C'era un incendio di larga portata; il negozio di articoli sportivi stava bruciando e con esso le fiamme divoravano inesorabilmente fin verso i piani superiori, aggredendo altri due edifici a pochissima distanza. C'erano persone urlanti bloccate tra le fiamme, alcuni Hero che stavano tentando di domare l'incendio e altri ancora che stavano tentando dei salvataggi senza vittime.

Izuku si tolse il cappotto, si disfò della felpa che indossava e rivelò il suo costume da Hero, senza tuttavia i vari accessori e si gettò senza pensarci verso il basso. Katsuki lo raggiunse in pochi attimi.

Era un inferno bollente, scarlatto e divorava senza pietà l'edificio, rendendo l'aria irrespirabile e accompagnata da venti carichi di polvere e piccoli sedimenti neri. Izuku guardò intorno il danno e appoggiò una mano in terra, chiudendo gli occhi.

In pochi minuti, tutte le persone erano state salvate. Eppure, c'era qualcosa che non quadrava! Dopo qualche attimo indicò prima l'entrata a malapena visibile dalle fiamme del palazzo per poi puntare in alto, al secondo piano. Probabilmente c'era qualcuno, anzi sicuramente!

I due Hero pulcini corsero rapidamente: Deku richiamò la Black Whip per prendere e allontanare tutte le persone che ancora erano troppo vicine all'incendio per poi scagliare un Air Force Smash per liberare l'entrata, o quel che rimaneva, dalle fiamme.

-Uno spostamento d'aria… interessante!- pensò il biondo. 

Deku scagliò altri tre proiettili d'energia per tentare di aprirsi un varco verso le scale in ferro dell'edificio. Kacchan fu l'unico che diede una rapida occhiata alla porta taglia-incendio aperta che affacciava sul negozio di articoli sportivi. Era tutto distrutto, non c'era più niente di salvabile. E non c'era nessuno per fortuna.

Raggiunsero il primo e poi il secondo piano continuando a usare la pressione dell'aria degli attacchi dell'One for All fino a quando Katsuki aprì una porta di un appartamento con una serie di calci e spallate. Con un nuovo attacco di Deku molto probabilmente muro, parete e qualche pilastro si sarebbe incrinato causando inesorabilmente un crollo.

Appena entrarono furono sbarrati da una colonna possente di fuoco incandescente che aveva ben poco di normale visto il colorito biancastro. No, era opera di qualche Villain!

Izuku lo fermò con un braccio proteso lateralmente, mentre guardava ciò che restava di quel salotto sottosopra con uno sguardo incredibilmente serio. Kacchan subito non comprese ma ben presto con la coda dell'occhio notò un'ombra muoversi veloce verso di loro. Il verdino lo fece spostar via immediatamente con una veloce spallata per poter bloccare un velocissimo pugno nella mano destra. Il Villain era alto e possente quanto All Might nella Muscle Form; indossava un costume completamente blu notte, stivali, guanti e maschera invece erano rossi come il fuoco e come gli occhi che brillavano di cattiveria. 

"MUORI!" urlò Katsuki, scagliando due potenti esplosioni sul suo petto.

L'uomo incassò il tutto senza problemi, tirò a sé il povero Deku e lo scaraventò dentro, verso le fiamme e contro ciò che rimaneva di un divano. Il verdino attutì quel volo di forza di schiena contro il mobilio di stoffa verde e cadde oltre, scorgendo dietro a un pilastro e una tenda due piccoli piedini. 

Stupito, quando scostò quell'intreccio bruciato di stoffa bianca, trovò una bambina che somigliava incredibilmente ad Eri-chan, con degli occhi verdi come il prato in primavera e dei lunghi capelli neri come la notte senza luna. Gli sorrise dolcemente, tendendogli una mano sporca di fuliggine e attese che quella bimba si potesse fidare di lui.

Non dovette aspettare molto; la piccola gli gattonò vicino, accucciandoglisi contro il petto, insieme a un piccolo orsacchiotto tutto castano. Izuku le offrì una carezza alla testa e si guardò intorno, sbucando leggermente da dietro il divano. Il Villain bloccava la porta d'ingresso ma Katsuki gli teneva testa; non poteva usare quell'uscita per mettere il salvo la tremante bambina. 

Però la finestra proprio sopra di lui sì. Non poteva scappare da solo, doveva prendere due piccioni con una fava! Armato di determinazione, Izuku si alzò, caricò il medio della mano sinistra con il pollice e prese la mira: Kacchan si gettò in terra per evitare un pugno al viso, si rimise in piedi con una capriola e controbatté con un'esplosione al viso. Era quello il momento!

Deku scagliò ben due proiettili d'aria, sbilanciando l'uomo oltre il parapetto delle scale che fu catapultato nel vuoto, concludendo la sconfitta con uno schianto nato dall'impatto del possente torace che colpiva il pavimento di marmo del pian terreno. Il biondino guardò il verdino e lo raggiunse senza attendere; aprì la finestra e si gettarono nel vuoto.

La Black Whip si avvolse intorno a un lampione per attutire la forza d'impatto della gravità, Kacchan usò rapidissime esplosioni per frenare la caduta e una volta in terra, tra lo stupore della folla, la piccola immediatamente scorse la madre e corse da lei, piangendo di paura ma anche di felicità.

Tuttavia non era affatto finita. 

Izuku si irrigidì quando sotto ai suoi piedi l'One for All gli amplificò una sorte di scossa di assestamento: ebbe appena il tempo di caricare il pugno destro in contemporanea al Villain che si lanciava a peso morto verso di lui, con una velocità incredibile.

"DEKU!" urlò il biondo.

Il Villain si spostò in un lampo, lo afferrò per la gola e lo sbatté più e più volte di testa nel cemento armato del marciapiede, incrinandolo in una voragine a ragnatela. Serrò le cinque dita sulle guance di Izuku guardandolo malignamente dietro quella maschera che ricordava assai quella di All for One. 

Preparò un attacco con la mano destra libera: era già una sfera di luce bianca che non prometteva nulla di buono e se fosse esplosa lì? C'erano troppi civili ancora, spaventati dall'incendio che ancora divorava l'edificio pericolante. Deku non poteva permetterlo! Guardò disperatamente Katsuki che non aveva perso i sensi e gli fece un cenno con un rapido movimento delle sopracciglia. 

"E' finita, Hero" ruggì il Villain. "Io sono Cataclisma. Distruggerò questo patetico mondo e ne diventerò il Signore assoluto!".

Izuku non comprese neanche una parola, però si finse scioccato e senza speranze: questo gli fece completamente avere l'attenzione dell'altro addosso. Era sufficiente solo un secondo per poter sperare di batterlo. Solo un attimo! Un battito di ciglia!

E accadde: Kacchan scagliò una potentissima esplosione, Izuku un Detroit Smash a bruciapelo contro il viso di Cataclisma: l'impatto fu talmente violento che si innalzò una colonna d'aria e di fuoco incredibile. Il cielo si oscurò: le nuvole furono trascinate in un movimento turbinante e ben presto prese a piovere.

Questo ricordò la grande impresa di All Might contro quel Villain melmoso alcuni anni prima, a Musutafu. 

Si levò un urlo agonizzante: Cataclisma fu sbalzato verso l'alto ma con ancora il colpo presente nella mano. Izuku non perse tempo, afferrò il polso destro e caricò un Air Force Smash mentre Katsuki scagliava un'altra esplosione di mano destra. La forza di inerzia del primo colpo si mischiò al secondo e il proiettile esplosivo colpì prima la sfera di Cataclisma per poi farla esplodere proprio contro di lui in un forte odore di bruciato. 

In pochi attimi, Cataclisma cadde al suolo, sotto la pioggia battente, senza più coscienza. 

La maschera si levò, rotolando di qualche passo più in là: un uomo dai neri capelli corti e una gemma conficcata nella fronte era stato eroicamente sconfitto. 

La donna che stringeva la bimba salvata da Deku si premette una mano contro le labbra: quello era suo marito, colui che era scomparso misteriosamente una sera e non era più ritornato. Strinse al petto sua figlia, cadendo sulle ginocchia per riversare il suo dolore tra le lacrime più amare che mai. Suo marito era diventato un mostro spietato e assetato di sangue. 

Era grata a quei due ragazzi per essere intervenuti in tempo. 

Dopo qualche attimo, un'auto nera seguita da due volanti della polizia e circa dieci Hero dell'Agenzia di Manual di Hosu si fermarono a poca distanza dal macello. All Might si riversò da Hercules verso i due ragazzi, incurante della pioggia battente, le fiamme e le portiere aperte dell'auto dai fari alogeni puntati sui suoi due pupilli.

Cadde in ginocchio, abbracciandoli ferocemente, tremando. 

"Siete stati meravigliosi, Shonen!" sussurrò tra le lacrime. 

Kacchan guardava ancora il Villain ora attorniato dai subordinati di Tsukauchi Neomasa e gli Hero dal Quirk Acquatico già all'opera per spegnere l'incendio. Il suo cuore ancora batteva furioso, rilasciando l'adrenalina in tutte le sue fibre muscolari completamente gonfie e non poteva fare a meno di aprir e chiudere ritmicamente le dita contro i palmi per tentare di non rilasciare alcuna esplosione accidentale.

Sentì un pizzicore all'avambraccio destro; aveva usato troppi colpi ma era contento di aver sconfitto un tale mostro.

Izuku si lasciò inghiottire in un famelico abbraccio, non osò staccarsi dallo strofinio delle guance ossute dell'uomo biondo né delle sue dita infilate nei suoi riccioli fradici. Ancora aveva paura, ancora sentiva il cuore correre all'impazzata.

Certo, ora però percepiva anche qualcosa di sgradevole dentro di sé: uno strano calore in tutto il corpo, un sordo pulsare all'altezza delle orecchie. Deku non si rese neppure conto che esse stavano copiosamente sanguinando, mischiandosi alla pioggia.

"Dobbiamo subito andare in ospedale!" esclamò All Might…

 

Della bella e calda mattinata era arrivato un tramonto dai colori aranciati ancora sporcato da nuvole grigie che si muovevano lentamente sulla città. L'aria era diventata molto più fredda dopo quel temporale e i notiziari avevano bombardato radio, internet e le tv con l'attacco di Cataclisma che oltre ad essere stato fermato da due impavidi Hero della U.A. era stato anche arrestato e portato al Tartaro in quanto nel suo corpo era stata trovata una sostanza altamente illegale che ricordava quella fabbricata da OverHaul, Chisaki Kai.

Kacchan si strinse meglio nel suo cappotto ancora un po' umido, continuando a guardare la città dal tetto dell'ospedale dove lui era stato rilasciato dopo qualche ora solo con qualche graffio superficiale sul viso e un braccio dalle fibre muscolari piuttosto sforzato ma che Izuku era stato trattenuto un po' di più. 

L'emorragia alle orecchie aveva richiesto degli accertamenti in più, perché alcuni medici avevano temuto che fosse stata segno di qualche danno celebrale. Katsuki aveva preferito lasciar riposare Izuku anche lievemente febbricitante nelle amorevoli mani di suo padre All Might e si era portato sul tetto dell'ospedale per riflettere in santa pace.

La giornata che aveva pensato di poter passare insieme a Izuku si era rivelata un vero fallimento. 

Sospirò il giovane Katsuki, passandosi una mano tra i capelli. Fu allora che il suo cellulare trillò, dopo un'intera mattinata da completamente muto. Lo prese, lesse la notifica e aprì.

 

"Siete stati grandi! Siete su tutti i telegiornali e le News di ogni pagina web! Come state?".

 

"Io sto bene, Deku è ancora in ospedale. Non so niente. Penso che andrò a casa".

 

"Scusa, ma non è ancora finito San Valentino. Perché non ne approfitti per fare qualcosa come si deve? Ce li hai ancora i contanti, vero? Vai a comprare qualcosa a Toshinori-kun e digli che lo ami!".

 

Katsuki non si arrabbiò all'ultimo messaggio di Eijiro, no, in realtà fu come venir brutalmente schiaffeggiato da una realtà semplice ma terrificante allo stesso tempo. Non doveva affatto dichiararsi; quello non era stato un appuntamento e non c'era che probabile amicizia verso Izuku.

 

"Io non provo nulla per lui".

 

"Capisco che sei spaventato, ma in queste settimane tutti noi ci siamo accorti che guardi Toshinori-kun con occhi diversi. E' come Iida-kun che fissa Uraraka-san pensando a cose molto perverse! Per cui dacci dentro. O adesso o mai più!".

 

"Perché è tanto importante che gli dica che ne sono innamorato?!".

 

"Perché lo hai appena ammesso e tenere dentro di te questo segreto farà solo male ad entrambi. Fidati, Baku-bro. Poi mi ringrazierai!".

 

Razza di idiota! E poi non ti devo niente!

Kacchan si schiaffò una manata contro la fronte, facendola scivolare sulle labbra. Si era dato la zappa sui piedi da solo! Aveva chiaramente espresso di provare qualcosa per il ricciolino. Poteva essere più patetico di così?

Scosse rabbiosamente la testa e rinfoderò il cellulare, non senza prima aver dato un'occhiata all'ora. Erano appena le sei del pomeriggio, aveva tutto il tempo per andare a comperare qualcosa di sdolcinato. Sbuffò un po', terribilmente annoiato.

Portò meccanicamente le mani in tasca e toccò qualcosa che fece rumore; sollevò un sopracciglio tirando fuori ciò che rivelò essere il pacchettino di Izuku con ancora dei cioccolatini integri. La sua lieve rabbia mutò in un'espressione delusa, per lo più risentimento verso se stesso. Era proprio uno stupido senza speranze! 

Che cosa si regalava a un ragazzo a San Valentino? I soliti fiori, cioccolatini e pupazzi lo fecero quasi vomitare. Troppo banale!

Decise di pensarci rientrando nell'ospedale per poi trovare qualche cosa carina in qualche negozio in strada. 

-A quell'idiota cosa piace?- pensò, iniziando a scendere le scale con l'espressione concentrata e persa nel vuoto.

Riuscì a fare ben pochi passi prima di urtare e cadere in un rocambolesco gemito di dolore contro e su qualcuno. 

"Ma che cazzo…?!" sbottò, a quattro zampe. "… Deku?!".

Il verdino era sotto di lui, mortalmente pallido ma con le guance un po' arrossate e gli occhi vitrei e gentili. Kacchan si rese conto con un po' troppa lentezza di essere in una posizione assai compromettente, la sua virilità bollente era fin troppo vicina a quella di Deku che da sotto quel pigiama azzurrato mostrava di essere… eccitato?

Kacchan fece due più due mentre si tirava in piedi e aiutava anche l'altro a fare lo stesso. Izuku ondeggiò un pochino ma almeno era stabile, stanco ma... stabile. Quella sensazione di erezione percepita in qualche attimo nel verdino che distoglieva in continuazione lo sguardo non era stato un caso, vero? Un mezzo ghigno issò un lato della bocca del biondo. 

Deku lo fissò come per dire "Che hai da ridere?" ma lo ignorò, preferendo voltarsi di nuovo verso le scale e correre sul tetto per riuscire a mettere insieme alcuni pezzi.

Non fece caso a Izuku subito dietro di lui. 

Quando le sue mani si strinsero ermeticamente contro il freddo e umido metallo del parapetto del tetto, Kacchan prese una boccata d'aria fresca e si reclinò di poco all'indietro per chiudere gli occhi e poi riaprirli. Il cielo era enorme, infinito, ma dell'aranciato e dorato visto poco fa adesso c'era molto più viola e cobalto, segno che ormai era tempo di rabbuiarsi per la sera.

-Deku prova qualcosa per me- pensò, affacciandosi. 

Izuku non capiva niente di tutto quel movimento dettato da chissà quale emozione; sperava solo che Katsuki non fosse stato disgustato da lui. Dopotutto, il fatto che lo odiasse non era affatto un segreto e lui ci era sempre rimasto molto male. 

"Ehi, Nerd" chiamò il biondo, guardandolo. 

Il verdino si sentì quasi rianimato nel leggere il labiale di avvicinarglisi, ovvero presenziare al suo fianco e non certo per morire di una di tantissime atroci morti. Un po' titubante eseguì, rimanendo di qualche centimetro più in là, non troppo sicuro. 

"Tu sei innamorato di me?" domandò il biondo, però fissando il cielo.

L'altro era intento a fissare la città dal basso che trascorreva l'ennesima serata in relativa tranquillità e stile di vita. Il biondo roteò un po' gli occhi, conscio del fatto che continuasse a dimenticare che con Izuku non si poteva parlare normalmente. Allungò quindi una mano per catturargli l'attenzione quando lo vide abbassare lo sguardo improvvisamente triste e torturarsi nervosamente le dita. 

Perché quel cambio di espressione tutto ad un tratto?

Il biondo sinceramente rimase basito a quell'immagine un po' stramba in un momento come quello. Si inumidì le labbra seccate dalle brezza serale e sospirò, ritirando la mano di prima per frusciarsi nervosamente i capelli all'altezza della nuca. Non ci capiva assolutamente nulla di questioni amorose, ammesso che fossero state tali ovviamente.

"Io…".

Kacchan si tese come una corda di violino, fissando Izuku con occhi ampi e curiosi. Aveva appena parlato? Ora che ci pensava, mentre Izuku chinava ancor più la testa con l'imbarazzo dipinto sul viso dall'espressione quasi addolorata oltre che paonazza, non aveva mai udito la sua voce.

Si voltò completamente verso di lui, avvicinandoglisi di un passo. Izuku lo guardò con la coda dell'occhio un paio di volte, sbattendo più e più volte le palpebre come a voler allontanare le lacrime. Che lunghe ciglia che aveva. E che lentiggini graziose.

Kacchan deglutì quei pensiero troppo sdolcinati e maledisse mentalmente Eijiro; era certo che quell'influenza da Cupido doveva essere opera sua, a sghignazzare chissà dove poi! 

"Io… a… o… t… e" articolò Izuku con la voce un po' impastata e leggermente alta.

Il biondo gli prese il mento dolcemente e lo costrinse a guardarlo; il ricciolino aveva gli occhi ampi e gli ultimi raggi del sole pronto a lasciar posto alla sua amica luna gli conferivano un aspetto leggermente angelico, con parte dei tratti sfumati. Il suo cuore prese la rincorsa per quell'immagine quasi surreale.

Deku abbassò gli occhi, triste. Kacchan gli rialzò il mento ed annuì con una certa determinazione.

"Che vuoi dirmi?" disse lentamente, certo che l'altro avrebbe recepito.

"Io" ripeté Izuku, più convinto. "Ti… a… mo!".

Kacchan si tirò indietro totalmente colpito dall' aver capito fin troppo bene quelle parole. 

"IO TI AMO!" iniziò ad urlare Izuku, più e più volte, con gli occhi stretti e il corpo ricurvo in avanti. 

Possibile? No! Era uno scherzo, vero? Non poteva essere che quei cioccolatini che Izuku gli aveva dato quando si erano ritrovati al parco fossero stati un gesto d'amore, giusto? Kacchan scosse il capo, premendosi la mano contro le labbra, totalmente scioccato.

Izuku lo disse almeno quattro volte prima di tacere e guardarlo con un solo occhio dischiuso, per rendersi conto della sua reazione. Kacchan era semplicemente indefinibile. La sua non era un'espressione facile da leggere, in realtà. 

Magari era stato troppo precipitoso, magari aveva solo sbagliato a farsi prendere dalla voglia di rivelare un sentimento che aveva iniziato a custodire da svariate settimane. Izuku sapeva esattamente l'attimo in cui si era innamorato di Katsuki: quando si era seduto al suo fianco, la prima volta che era stato presentato alla 1-A da Aizawa Shota. 

Era proprio stato amore a prima vista, Cupido non si era risparmiato affatto con lui. Certo, gli aveva fatto male sapere che invece per il biondo lui era stato una spina nel fianco e non aveva mancato di soffrire per dispetti, parolacce e sguardi disgustati.

Però adesso, con il cielo più bruno e le luci della città che sembravano gioielli all'orizzonte, Katsuki non era lo stesso ragazzo spinoso che lo aveva torturato, conscio che un tipo buono come lui non avrebbe mai rivelato nulla ad All Might. 

Sapeva meglio di chiunque altro quanto quel biondo ora un po' scheletrico si sarebbe fatto in quattro per suo figlio, ancor di più andare incontro a qualunque pericolo pur di proteggerlo. 

Kacchan sospirò leggermente, ormai libero da tutti i suoi demoni interiori e gli si avvicinò, prendendogli le mani dolcemente. Si guardarono immancabilmente, con il freddo vento che soffiava e scompigliava loro i capelli. Con quel leggero pigiama, rifletté il biondo, la febbre si sarebbe però alzata di più; si sfilò il giubbino e lo appoggiò sulle spalle di Izuku, tirandolo in un abbraccio dai due baveri del colletto. 

Quanta differenza c'era tra di loro! 

Katsuki era più alto, più muscoloso e Izuku gli arrivava sotto al mento, la giacca delineava il suo corpo estremamente minuto ma molto forte. Erano profumati e morbidi i capelli smeraldini, solleticavano un po' la sua giugulare. 

Non si era preparato a dovere per San Valentino, lo riconosceva, però poteva ancora redimersi e dare il suo personale regalo. 

Inspirò una boccata d'aria fresca, alzò il mento di Deku e chiuse il divario tra di loro, in un morbido bacio pregno di mille parole. Durò qualche momento e si staccarono chi per ingoiare aria e calmare il batticuore chi per trattenere il respiro e poggiare le dita sulle labbra umide con lo sguardo perso nel vuoto.

Kacchan era al settimo cielo, sinceramente e completamente felice del suo atto di coraggio e Izuku? Aveva gli occhi lucidi ma non sembrava sconvolto, anzi, era veramente contento. Tanto da abbracciarlo teneramente e poggiare l'orecchio sul suo petto.

"Io ti amo" ripeté più sciolto e più basso. 

Il cuore di Kacchan per poco non esplose di gioia, felice di quell'ennesima rivelazione meravigliosa. Izuku lo guardò dolcemente, aspettando di ricevere qualche parola in risposta alla sua frase. 

Katsuki sogghignò, facendo correre le dita tra i riccioli e diteggiare una piccola ciocca all'altezza di un orecchio. Gli venne da pensare che con un handicap del genere vivere una vita normale era solo un'illusione ma nel combattimento della mattinata Izuku era stato tempestivo, si era mosso senza alcun problema; aveva salvato una bambina e sconfitto un Villain di quella portata. Mentre lui che si era sempre pavoneggiato del suo Quirk e gonfiato di un ego smisurato era stato capace di fare solo da supporto.

Poteva Izuku amare un giovane uomo del genere?

Non si accorse di aver calato lo sguardo appesantito dal senso di colpo fino a quando Izuku non gli appoggiò la mano sulla guancia, cercando i suoi occhi. Ancora attendeva in trepidante silenzio.

"Io ti amo, Izuku" sorrise Katsuki, baciandolo ancora una volta. 

Infilò meccanicamente la gamba tra quelle più piccole di Izuku e di nuovo li sentì: la durezza e il calore di una virilità che bramava davvero molto di più. In realtà anche il suo corpo era rovente di piacere ma si sarebbe trattenuto. Del resto era un passo alla volta.

Izuku tossì leggermente ma non perse il sorriso dopo quel bacio; era ora di tornare dentro…

 

Kacchan era disteso a peso morto di schiena sul letto della sua cameretta. 

Era finalmente a casa, dopo intere notti passate al dormitorio e si era potuto godere una più che incalzante cena con i suoi genitori oltre che un solito battibecco con sua madre che lo aveva visto rincasare con aria sognante. Chiaramente non aveva detto nulla della sua dichiarazione, se poteva definirsi così, con Izuku o la vecchia strega non l'avrebbe più lasciato in pace per conoscere i dettagli. 

In realtà nessuno in casa sapeva che alla fine si era ritrovato attratto nei fili smeraldini di un ragazzo ma stanco com'era, dopo quella lunga giornata dove era anche stato elogiato, non aveva voglia di pensare al dopo.

Il suo cellulare sul comodino trillò; Kacchan allungò svogliatamente un braccio per raccoglierlo e sbloccare la notifica di Eijiro.

Non perse tempo a leggere che pensò di chiamarlo. Come pensava, il rosso rispose dopo il secondo squillo.

 

"Ehi, Baku-bro! Dimmi tutto!".

 

"E' stato Izuku a fare il primo passo, non io. Provava qualcosa per me da tempo. Me l'ha scritto sul quaderno quando l'ho riaccompagnato nella sua stanza d'ospedale".

 

"Davvero Toshinori-kun ha fatto il primo passo? Dai, non ci credo! Alla fine che regalo gli hai preso?".

 

"Nessuno. L'ho baciato. Ho pensato che sarebbe stata una buona mossa".

 

"Non male, mi sorprende sinceramente che tu ci sia anche solo arrivato a una cosa così dolce!".

 

"Tu domani le vuoi prendere, vero?".

 

"In realtà, sono molto felice per te! Hai parlato così tanto male di Toshinori-kun, gli hai reso un po' il primo trimestre un inferno ma alla fine ti ha proprio sorpreso. Com'è che aveva detto Denki? Ah, sì, che chi odiava una persona sarebbe finita con l'innamorarsene!".

 

"E tu da quant'è che chiami Fulminato con tale disinvoltura nel nome e non nel cognome?".

 

"Perché è il mio ragazzo da circa tre mesi. Al giorno del test d'ingresso della U.A. abbiamo totalizzato lo stesso numero di punti, ci siamo guardati ed è stato amore a prima vista. Facile, no? E' il primo San Valentino che festeggiamo insieme. L'ho portato a mangiare una pizza a Hosu e ci siamo baciati sotto la luna. Che romantica come cosa!".

 

"Io non l'ho detto ai miei".

 

"Non avere paura, Baku-bro. I tuoi genitori sono dei tipi a posto; so che ti sosterranno. Non devi per forza seguire tutti gli schemi della società, sei libero di essere e amare chi vuoi".

 

"Non ti facevo così sapiente in materia di amore e cose varie, Capelli di Merda! Non è che sei esperto di sesso?".

 

"Io e Denki abbiamo già provato un paio di cose, potrei darti qualche suggerimento, se vuoi".

 

"Crepa!".

 

Katsuki chiuse la chiamata nel momento in cui sentì una ruggente risata da Eijiro. Tuttavia non era davvero infuriato, era semplicemente felice e anche un po' curioso di sperimentare un amore molto particolare. Sospirò un po', mettendosi seduto a contemplare il buio della sua stanza. C'era proprio un silenzio tombale che non gli dispiaceva. 

Fece per mettersi sotto le coperte, più infreddolito che mai quando il suo cellulare trillò ancora una volta. 

"Se è Capelli di Merda, gli strappo l'affarino che porta in mezzo alle gambe!" sbuffò ma dovette ricredersi a un messaggio di un numero sconosciuto. 

 

"Oggi sono stato veramente bene con te, Kacchan. Sono felice che abbiamo passato un San Valentino speciale e grazie per il tuo bellissimo regalo. Sapere che mi ami e avere ben due baci sono stati il miglior dono di quest'anno! Ci vediamo domani!".

 

Il cuore del biondo svolazzò ma arrivò un altro messaggio.

 

"Ho chiesto a Kirishima-kun di darmi il tuo numero. Anche se già l'ho fatto, per favore, ringrazialo da parte mia!".

 

Katsuki memorizzò immediatamente il numero di cellulare di Izuku e si affrettò a rispondere.

 

"Domani ti dimetteranno? Che cosa hanno detto della tua condizione?".

 

"Ho usato troppo l'One for All e dovrò cambiare terapia o la prossima volta mi si spaccheranno i timpani. Per farla in breve, quando il mio corpo sente quelle vibrazioni ultra-soniche le mie orecchie vengono sottoposte a una tale pressione da causare emorragie. Nei casi peggiori, potrei dover essere trasferito negli Stati Uniti".

 

Il cuore di Katsuki ebbe un battito mancante, negando piano. Aveva letto bene? Proprio ora che le cose stavano andando bene tra di loro?

 

"Te ne andrai?".

 

"In realtà, papà mi ha detto che pensava di andare da un suo amico, David Shield solo nel caso in cui sarei veramente peggiorato. Per ora sto bene, è qualcosa che capita normalmente. Vediamo come vanno questi tre anni alla U.A. e poi si deciderà il da farsi".

 

"Verrò con te quando sarà il momento".

 

"Quando succederà, non andrò senza si te. Buonanotte, Kacchan".

 

E salutato Izuku, quell'ansia per aver pensato a troppe cose in un attimo si dissolse completamente dal petto del biondo, lasciando spazio prima a un senso di vuoto per poi a una grande esplosione di pura gioia. Rimase a fissare il cuore inviato a Deku, per poi abbandonarsi al mondo dei sogni, completamente ignaro che fuori la porta i suoi genitori avessero udito la conversazione con Eijiro e si fossero resi conto che finalmente il loro ragazzo aveva conosciuto l'amore.

Donna o uomo che fosse stato, erano felici che Katsuki Bakugo avesse finalmente trovato qualcuno capace di amarlo e che aveva capito che quel sentimento lo aveva meravigliosamente abbracciato.

Si scambiarono uno sguardo felice e si chiusero dentro la camera da letto senza proferire una sola parola.

 

Il mattino seguente, nessuno in classe rimase stupito dal fatto che Izuku e Katsuki erano entrati tenendosi per mano. Il biondo aveva uno sguardo fiero, fissava tutti come se fossero stati delle minacce; il verdino invece lo teneva basso ma le sua guance erano spolverate di rosa acceso. 

"Ehi, Baku-bro!" salutò Eijiro, avvicinandoglisi. "Ciao, Toshinori-kun!".

Izuku ricambiò e si inchinò leggermente per ringraziarlo per il numero, che fece capire simulando di parlare a cellulare.

"Ah, ma di niente! Sono felice che vi siate potuti chiarire!" commentò il rosso crinito, ammiccante al biondo.

"Ti faccio esplodere, Capelli di Merda!".

Deku prese posto a fianco a Kacchan, guardando la lavagna con aria un po' sognante. Quella domenica era stata davvero speciale, aveva trovato un amore sperato solo nei suoi sogni e ora si sentiva completo quanto invincibile. Fece per prendere il quaderno quando Kacchan gli mise una mano in testa e lo costrinse a guardare l'uomo muscoloso entrare seguito da Shota e Yamada.

"Buongiorno, Shonen!" salutò proprio All Might.

"Oggi avremo una lezione speciale con All Might, cercate di impegnarvi. Intanto permettetemi di esprimere due parole per l'incidente di ieri" introdusse Aizawa, avvicinandosi ai due Hero della giornata precedente. "Siete stati tempestivi e avete fatto un ottimo lavoro ma avreste dovuto lasciar intervenire degli Hero o Top Hero dotati di licenza. Per ora chiuderemo un occhio ma la prossima volta vi sospenderemo".

Izuku abbassò lo sguardo improvvisamente triste e sospirò pesantemente, annuendo un po'. Kacchan aggrottò le sopracciglia ma non rispose. Shota si ammorbidì un po', accarezzando la testa del suo nipotino acquisito e concesse un cenno sorridente al biondino, tornando alla cattedra.

"Andate a prendere i vostri costumi, vi aspettiamo in palestra".

La classe ordinatamente si svuotò, con Tenya attento a tutto, Momo si limitò a guardare di sottecchi biondo e verdino che erano rimasti seduti sotto lo sguardo vigile dei tre insegnanti. Sorrise leggermente: erano una coppia così carina!

"In qualche modo dobbiamo punirvi. Lo impone il regolamento della U.A." sospirò Present Mic. "Anche se mi dispiace".

"Bakugo Shonen, tu due settimane di pulizia dei dormitori. Izuku, tre settimane di pulizia dei dormitori" seguitò a malincuore All Might.

"Perché lui una settimana in più?" ringhiò Kacchan.

"Perché è stato il primo a intervenire" rispose piatto Aizawa. "Siete esonerati dalle lezioni pratiche ma non da quelle teoriche. Ogni giorno vi porterò i compiti da fare e a fine punizione farete un test".

"Bakugo, comincia ad andare ai dormitori" istruì Present Mic e l'altro, a malincuore obbedì.

Rimasti da soli, All Might prese in braccio suo figlio e lo coccolò senza il minimo sforzo. Lo amava così tanto. Quando aveva letto la notizia sulle pagine web si era fiondato nella Hercules con la paura nel petto. Quel Villain, Cataclisma era un uomo forte e potente.

Izuku si lasciò andare a un piccolo sorriso, guardando affettuosamente i due altri insegnanti che gli sorrisero. Era molto amato, sarebbe andata bene qualunque cosa…

 

E non pensava che con Kacchan le pulizie sarebbero state molto intense. 

Eijiro era dopotutto un ottimo consigliere! Scopa, straccio e divano non servivano solo a pulire e a riposare; sopratutto l'ultimo. Se avesse parlato avrebbe raccontato di una passione nascosta tra le mura di un modesto dormitorio tra due ragazzi che si erano finalmente scoperti incredibilmente affini.

Cupido aveva scagliato bene le frecce, li aveva messi insieme in un giorno assai sdolcinato ed era rimasto a godersi l'evoluzione del suo effetto da qualche parte. Sì, proprio un giorno Infammato!

 

The End

  
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