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Autore: Monkey D Anjelika    14/02/2022    1 recensioni
Sequel di "Più che una festa, è una maledizione"
Dal testo:
"Era riuscito a trascinarlo in quel patetico teatrino di finti innamorati che volevano ostentare la loro felicità, ma poi, divorziavano dopo pochi anni e il tradimento era il loro pane quotidiano.
Crocodile e Doflamingo stavano insieme da tanti anni. Tra alti e bassi la loro relazione funzionava e, quindi, Crocodile non capiva la necessità di sposarsi. Tanto da sposati o fidanzati non cambiava nulla. Il matrimonio era solo una seccatura, una mera dimostrazione del loro amore che il moro avrebbe preferito tenere per loro due e basta.
Odiava le effusioni in pubblico, odiava baciare Doflamingo davanti agli altri, odiava esporsi. Non capiva il bisogno di mostrare al mondo la propria felicità. Lui non doveva dimostrare nulla a nessuno, chi dimostra, in realtà, cerca solo il consenso altrui. E lui non ne aveva bisogno.
Ma non era solo questo, la realtà era che Crocodile aveva paura, paura di distruggere tutto quello che lui e Doflamingo avevano costruito con fatica negli anni."
Genere: Demenziale, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Drakul Mihawk, Emporio Ivankov | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo si tinse di un colore vermiglio con sfumature che variavano dal giallo al rosa.
Il sole appena sorto illuminava quel grande terrazzo bianco e silenzioso.
La luce si rifletteva negli occhi scuri di un uomo che fissava quello spettacolo seduto su una poltrona in vimini.
Il braccio sinistro era appoggiato su un tavolo dello stesso materiale della sedia.
L'uncino, che sostituiva la sua mano sinistra, rifletteva la luce del sole e brillava più del solito.
La mano destra, l'unica, era intenta a portare un sigaro verso la bocca.
Con estrema calma Crocodile aspirava il fumo e, poi, lo lasciava riuscire da dove era entrato.
Il suo corpo era calmo, rilassato in contrasto all'ansia che dentro lo stava logorando.
Mai avrebbe pensato di sentire una tale emozione.
Il suo cuore pompava fin troppo sangue, il sudore rigava quel viso serio che non si scomponeva mai e la mano destra tremava leggermente.
La cenere cadeva a terra per, poi, essere portata via dal vento.
Era una situazione davvero anomala per Crocodile.
Anomalo come era stato quel mese di gennaio che, proprio in quell'anno, aveva deciso di durare soltanto trentuno giorni.
Mese che di solito durava un'eternità, sembrava non voler passare mai. Eppure, non si sapeva come, ma già era metà febbraio.
Anche se con quelle temperature fin troppo elevate, pareva di essere ad aprile.
E a Crocodile non sarebbe dispiaciuto affatto, almeno quel maledetto giorno sarebbe stato solo un ricordo lontano.
"Maledetto fenicottero" sussurrò.
Era dal giorno di Natale che lo malediva ma le maledizioni ricadevano sempre su di lui.
Era riuscito a trascinarlo in quel patetico teatrino di finti innamorati che volevano ostentare la loro felicità, ma poi, divorziavano dopo pochi anni e il tradimento era il loro pane quotidiano.
Crocodile e Doflamingo stavano insieme da tanti anni.
Tra alti e bassi la loro relazione funzionava e, quindi, Crocodile non capiva la necessità di sposarsi.
Tanto da sposati o fidanzati non cambiava nulla.
Il matrimonio era solo una seccatura, una mera dimostrazione del loro amore che il moro avrebbe preferito tenere per loro due e basta.
Odiava le effusioni in pubblico, odiava baciare Doflamingo davanti agli altri, odiava esporsi.
Non capiva il bisogno di mostrare al mondo la propria felicità.
Lui non doveva dimostrare nulla a nessuno, chi dimostra, in realtà, cerca solo il consenso altrui.
E lui non ne aveva bisogno.
Ma non era solo questo, la realtà era che Crocodile aveva paura, paura di distruggere tutto quello che lui e Doflamingo avevano costruito con fatica negli anni.
Non capiva per quale motivo, ma il matrimonio cambiava la coppia....o forse era l'arrivo dei figli?!
Comunque sia Crocodile aveva paura di rovinare tutto, paura di esporsi e mostrare i propri sentimenti e un possibile fallimento.
"Non tormentarti così Croco-chan" lo rassicurò una voce assonnata e una mano sulla sua spalla.
Crocodile non si voltò, riconobbe quella voce e quel tocco che erano stati sufficienti a calmare i suoi pensieri.
"Andrà tutto bene, non sarà il matrimonio a piegare il nostro rapporto. Sarò io a piegarti a novanta~".
Crocodile sorrise, quella senso dell'umorismo misto a perversione avevano dato quiete al suo cuore.
"Sei sempre il solito imbecille" rispose scocciato.
"Presto sarò il tuo imbecille" rispose il fenicottero.
Il sudore cessò di segnare la fronte di Crocodile.
Gli occhi cerulei di Doflamingo fissarono il cielo ormai del loro medesimo colore.
Era una di quelle rare volte che poteva vedere il mondo senza lenti.
"Sarà una bellissima giornata!".
Il giardino che circondava il palazzo di Dressrosa, era adornato in ogni angolo da rose rosse e bianche.
Sedie dal colore candido erano disposte ai lati di un lungo tappeto rosso che conduceva ad un gazebo coperto da teli in pizzo.
Al suo interno era situato un piccolo tavolo coperto da rose bianche, e, al centro era appoggiato un cuscino che custodiva le fedi.
I membri della Donquijote family occupavano le prime file con le espressioni sognanti in volto.
Pica intonava acute melodie fastidiose.
Trebol batteva le mani entusiasta e perdeva muco da ogni lato del suo corpo.
Baby 5 guardava con aria sognante i due sposi che percorrevano il tappeto rosso, desiderava essere al loro posto.
Monet mordeva un fazzoletto per la rabbia, il signorino avrebbe dovuto sposare lei e non quel pirata menomato.
Il Señor Pink era l'unico con lo sguardo chino, gli occhiali da sole celavano quel velo di tristezza che aveva appannato i suoi occhi.
Stava ripensando al suo matrimonio con Russian, ai loro giorni felici e al loro bambino.
Augurava al suo capitano tutta quella felicità, e, sperava che non soffrisse quanto lui quando la vita era volata via dagli occhi vivaci di Russian e del loro bambino.
"Crocodile è un uomo forte, è una persona in gamba nonostante tutto. Sono certo che vi renderà felice. Sarà sempre al vostro fianco, siete così fortunato Doffy".
Nella prima fila era seduto anche Drakul Mihawk che fissava divertito l'imbarazzo di Crocodile che aveva tinto di rosso la sua cicatrice.
Come aveva fatto Doflamingo a convincerlo a mettere in scena questa pagliacciata?! Davvero Crocodile lo amava così tanto e non era solo sesso?!
Se un uomo come Crocodile era diventato il bersaglio di Cupido, allora molto presto anche ad occhi di falco sarebbe capitata la stessa sorte.
Ma Mihawk avrebbe celebrato un funerale e non un matrimonio.
"Per fortuna che vivo in un'isola abbandonata anche da Dio" si rassicurò.
Vicino a lui sedeva uno strano essere dalla testa sproporzionata, capelli di uno strano colore violaceo e tutti arruffati.
"Sono così contento per Cvoco-boy, finalmente un po' di felicità dopo tutto quello che ha passato" disse.
Mihawk assottigliò lo sguardo.
"Emporio Ivankov dell'armata rivoluzionaria?! Cosa ci fai qui?" Domandò curioso.
"Oh" Ivankov voltò l'enorme testa e fece un occhiolino allo spadaccino.
"Non posso divtelo, sono qui pvopvio pev evitave che il segveto di Cvoco-boy venga vivelato" disse con un'aria divertita e con fatica nel pronunciare la lettera 'r'.
Mihawk rimase sorpreso. Quante cose che gli nascondeva Crocodile?! Possibile che si faceva ricattare così da due esseri imbarazzanti?!
Era meglio non sapere di più.
Nel frattempo Crocodile e Doflamingo erano arrivati davanti al tavolino dove, dall'altra parte, c'era un prete impaurito e balbuziente.
Crocodile aveva uno sguardo minaccioso e il suo uncino non aiutava.
"Sbrigati o ti sgozzo" gli aveva detto.
Il prete iniziò a celebrare la messa, a predicare il verbo di Dio.
Che poi Crocodile non aveva capito perché promettersi amore eterno al cospetto di un Dio al quale nessuno dei due credeva.
"Doflamingo prometti di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte e di amarlo e onorarlo ogni giorno della sua vita?"
Doflamingo annuì e poi il prete si rivolse verso il moro.
"Risparmiati la lagna, prometto di amarlo sempre ma amerei di più il tuo Dio se a Doflamingo capitasse solo malattia, dolore e la cattiva sorte che ha colpito la mia vita" disse Crocodile esasperato.
Doflamingo afferrò la sua mano divertito, gli infilò la fede e lasciò, che poi, il moro fece altrettanto con lieve goffaggine
"Fortunatamente sai mettere bene altro~" bisbigliò Doflamingo al suo orecchio.
Crocodile grignò e il prete saltò per lo spavento.
"Eh e c-con la grazia di Cristo io-io vi dichiaro marito e moglie" disse impaurito.
"Come scusa?" Urlò Crocodile mentre cercava di afferrarlo con la mano buona.
Ma Doflamingo lo afferrò per il polso e lo fece voltare verso di lui.
Unì le loro labbra in un bacio passionale mentre tutti gli invitati appaludivano e lanciavano il riso.
"Evviva gli sposi!".
Vergo annuiva con orgoglio mentre il sacchetto con il riso era appoggiato alla sua guancia.
"Fortunatamente nessun cadavere da buttare nella spazzatura".
   
 
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