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Autore: Sunny    09/09/2003    1 recensioni
A grande richiesta, ecco ripubblicata la mia primissima e unica fanfic sulla coppia Harry/Hermione. Io avrei voluto cambiarla un po', ma poi ho cambiato idea...dopo tutto se è piaciuta tanto e poi la cambio non piace più, no? ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Faccia a faccia

…ovviamente Harry Potter e tutto lo staff appartengono alla Rowling!…(tranne l’AU e tutti i suoi personaggi, che sono frutto della mia mente malata ^^)          

 

                     FIGHTING DARKNESS

 

FACCIA A FACCIA

 

Harry e Jordan stavano volando a una velocità ai limiti del consentito. Gli altri dell’AU si erano smaterializzati per raggiungere la base, ma Harry non sapeva ancora farlo, e Jordan decise di non lasciarlo tornare da solo, così entrambi si lanciarono sulle proprie scope. Ovviamente il tragitto non fu esattamente brevissimo, così quando i due ragazzi giunsero a destinazione si trovarono di fronte solo ai residui dello spettacolo a cui avevano assistito gli altri: agenti dell’AU andavano e venivano nervosamente dalle stanze semidistrutte per rimediare ai danni, medimaghi e altri soldati recuperavano morti e feriti un po’ dovunque, sangue sparso quasi in ogni angolo.

 

“Che diavolo è successo qui?” mormorò Jordan nelle vedere quelle scene. Harry scosse la testa, incredulo.

 

Si sentì un FLOP e comparve la squaffle di Harry, chiamata da Sirius.

 

“Harry, ci siete?”

 

“Sirius, ma che è successo?”

 

“Raggiungimi fuori l’infermeria.” FLOP.

 

Jordan e Harry corsero a più non posso; fuori dal piccolo ospedale speciale dell’AU –da cui entravano e uscivano continuamente medimaghi e barelle volanti- stavano in piedi Sirius, Remus e Jeffry. Dorian uscì quasi nello stesso istante dall’infermeria e fece cenno a Jeffry di seguirla. Sembrava imbufalita.

 

“L’AU è stata attaccata.” Spiegò Remus ai due ragazzi sconvolti. “Sono stati i mangiamorte.”

 

Jordan strinse i pugni. “Siamo caduti in trappola come degli idioti!” ringhiò.

 

Harry gettò un occhio all’orologio: l’una e mezza di notte. “Sirius, Ron e Hermione avevano la serata libera. Sono già tornati?”

 

Sirius e Remus si scambiarono un’occhiata di profondo rammarico. “Harry…”

 

“Che c’è? Che è successo?” incalzò il ragazzo, visibilmente impallidito.

 

“Ron è stato ferito. E’ piuttosto grave, ma se la caverà.” Sirius si fermò un attimo, cercando il modo meno crudo di dirgli la verità. “Di Hermione nessuna traccia. Alcuni agenti feriti hanno detto che l’hanno presa i mangiamorte.”

 

Harry scosse la testa, aprendo la bocca per cercare di respirare. Per un attimo Sirius lo vide annaspare vistosamente.

 

“Hermione è in mano a quei bastardi?!” ruggì Jordan, rosso in faccia. “Ma come hanno osato?? Che vogliono quei porci da lei?”

 

“Non ci arrivi, Jordan?” gli rispose piano Remus. “E’ la persona più cara a Harry.”

 

Harry nervosamente si passò una mano tra i capelli, poi si diresse verso l’infermeria.

 

“Che fai?” domandò cupo Sirius.

 

“Voglio vedere Ron.”

 

L’infermeria era davvero un trambusto. Quasi tutti i letti erano occupati, e tutti i medimaghi si davano un gran da fare tra i pazienti già in cura e quelli che arrivavano, tanto che nessuno di loro si preoccupò di fermare Harry, che raggiunse indisturbato il suo amico.

 

Non era un bello spettacolo. “Ron stava nel suo letto con tutto il torace fasciato e una specie di tubicino per l’ossigeno nel naso; era molto pallido, aveva l’aria stanca e gli occhi socchiusi. Harry rabbrividì: gli fece male vederlo in quelle condizioni.

 

“Ehi.” Gli mormorò dolcemente mentre si sedeva sulla sedia vicina al suo letto. Ron mosse solo gli occhi per guardarlo, ma lo riconobbe subito. Harry gli abbozzò un sorriso breve e amaro. “Come stai?”

 

“Dicono che vivrò.” Sorrise lui, parlando però molto piano. Sembrava facesse fatica.

 

“Te la caverai alla grande, come sempre.” Cercò di rassicurarlo Harry. “E magari ci scappa una bella cicatrice da esibire con Padma.” I loro sorrisi erano amari e forzati.

 

“Mi dispiace, Harry.”

 

“Di che cosa?”

 

“Ti avevo promesso…che avrei protetto Hermione…”

 

“Da quello che vedo hai fatto il possibile. Non è colpa tua.” Ron si lasciò scappare una smorfia di dolore. “Chi è stato?”

 

“Malfoy…c’erano almeno un centinaio di mangiamorte…con tanto di cappuccio…”

 

“Lucius Malfoy…quel bastardo…” Harry serrò i pugni.

 

“E’ stato lui a uccidere i Granger…è lui che ha preso Hermione…” anche in quello stato Ron sembrava seriamente infuriato. Ma questo gli costò una fitta più dolorosa alla spalla.

 

“Cerca di non agitarti, devi restare calmo.” Harry non pensava affatto quello che diceva, non c’era da essere calmi. Ma Ron era ferito gravemente, doveva restare tranquillo.

 

“Senti…” mormorò a fatica Ron. “…Malfoy…prima di portarla via…ha detto di dirti…che hai tempo fino all’alba…”

 

“Tempo? Per che cosa?”

 

“…è tutto quello che ha detto…”

 

“Tu adesso devi pensare solo a riprenderti.” Fece Harry, risoluto. “Mi occuperò io di tutto il resto.”

 

In quel momento un’infermiera con un calice in mano si avvicinò al letto di Ron. “Ecco, con questo andrà molto meglio.” Poi si voltò verso Harry. “Mi dispiace, ma non puoi restare qui.”

 

Harry annuì e si alzò in piedi, lanciando un occhiolino a Ron, e se ne uscì. Ron lo guardò andare via.

 

“Buona fortuna, Harry.”

 

***************

 

Sirius stava appoggiato al muro, Remus stava in piedi con lo sguardo basso e Jordan sedeva su una panca; quando videro uscire Harry con quello sguardo di rabbia e odio sul viso, trasalirono.

 

“E adesso che hai intenzione di fare?” chiese sospettoso Remus, anche se poteva ben immaginare la risposta.

 

“Vado a riprendermi Hermione.” Raramente Harry si arrabbiava, ma quando era così furioso faceva addirittura paura. Come fece un passo avanti Sirius e Remus gli si misero davanti.

 

“Aspetta un attimo.” Fece allarmato Lupin.

 

Harry sfoderò la bacchetta. “Non mettetevi sulla mia strada.” Disse, scandendo ogni singola parola.

 

“Harry, capisco quello che stai provando, ma dobbiamo cercare di agire usando il cervello, o metteremo in pericolo Hermione.” Esclamò Sirius.

 

“E’ già in pericolo, Sirius, è in mano a Voldemort.” Harry sembrava un vulcano sul punto di esplodere. “Malfoy ha detto che ho tempo fino all’alba.”

 

“All’alba? E perché?” chiese Remus, confuso.

 

“Non ne ho la più pallida idea, ma non ho intenzione di sprecare un solo minuto di più. Hermione è sola e indifesa, possono torturarla, violentarla, ferirla e perfino ucciderla quando vogliono. Io vado a riprendermela.” Harry non era più così calmo, quasi gridava.

 

“Harry, gli sarà molto più utile viva che morta.” Cercò di controbbattere Sirius. “E non possiamo gettarci a capofitto senza sapere né come agire né dove andare.” Replicò deciso.

 

“Io sono d’accordo con Harry.” Fece Jordan, alzandosi in piedi. “Dobbiamo muoverci adesso se vogliamo salvarla.”

 

Un FLOP interruppe la discussione, e da una squaffle uscì la voce di Dorian. “Immediatamente nel mio ufficio, forse c’è una pista.” FLOP.

 

I quattro uomini si scambiarono una veloce occhiata e corsero in direzione del 3° piano del castello. Harry, però, a un certo punto si fermò tenendosi la tempia destra tra le mani: la cicatrice gli stava bruciando! Gli altri tre continuarono la loro corsa senza accorgersi di nulla, lui, invece, quasi istintivamente guardò fuori dal finestrone vicino al quale si era fermato, e nell’oscurità della notte, attraverso gli alberi del bosco, intravide una specie di bagliore argenteo. Senza perdere altro tempo corse giù all’ingresso principale, uscì fuori dal castello dell’AU e raggiunse in fretta il bosco.

 

Il bagliore argentato si rivelò un grosso disco galleggiante a mezzaria, che a Harry diede subito l’idea di un varco dimensionale. Tipico momento in cui bisogna passare tre giorni a studiare il fenomeno, pensò. Tirò un grosso sospiro, poi vi si gettò dentro.

 

***************

 

Nel riaprire gli occhi Harry ci mise un attimo a mettere a fuoco ciò che lo circondava: innanzitutto capì di trovarsi in uno stanzone murato –forse in un castello- e muovendo le mani si rese conto di essere incatenato al muro. Alzando lo sguardo vide 7 sagome: una piuttosto bassa e curva, una piuttosto robusta e 5 incappucciate. Non gli ci vollero che pochi secondi per riconoscere Codaliscia, i mangiamorte più fidati e Tom Riddle, alias Voldemort.

 

“Ben arrivato, Harry Potter.” Fece piano Voldemort. “Ci hai messo un po’ più del previsto stavolta.”

 

“La prossima volta fammi avere un biglietto d’invito più chiaro se vai di fretta.” Fece Harry acido. Voldemort fece un irritante sorrisetto ironico.

 

“Mi fa piacere rivederti, è un po’ che ti stavo cercando.”

 

“Non posso dire lo stesso di te.”

 

Voldemort inarcò un sopracciglio, ma a intervenire fu un irruento ometto curvo sulla sua schiena.

 

“Come osi rivolgerti in questo modo al nostro eccelso signore?”

 

“Codaliscia, sta’ zitto.” Disse calmo Voldemort. “Lascialo parlare.”

 

“Che cosa vuoi da me, Voldemort?”

 

“Uno scontro.” Fu la ferma risposta. “Quello definitivo.”

 

“D’accordo.” Fece Harry, per nulla intimorito. “Ma prima devi liberare Hermione. So che l’hai fatta catturare tu.”

 

Sul volto di Ton Riddle comparve un ghigno di piacere. “Ma certamente, amico mio. E’ un tuo diritto. Eccola qui la tua bella fidanzata.” E così dicendo con una mano si tirò via il mantello dietro alle spalle, e scansandosi rivelò a terra una sagoma. Harry sentì il sangue gelarsi nelle vene.

 

Era Hermione.

 

Stava a terra, apparentemente senza vita, senza il minimo movimento, pallidissima e disrtutta. Aveva un abbondante rivolo di sangue che le colava giù dalla tempia destra fin nel collo, un’altra grossa macchia di sangue stava in pieno petto sul maglione, e un’altra serie di macchie rosse si estendevano lungo gambe e braccia.

 

Dio mio…no…

 

Non c’era un goccio di saliva nella gola di Harry, dove l’aria non saliva né scendeva. Il suo incubo peggiore nonché più frequente era divenuto realtà. La ragazza che amava con tutto il suo cuore…solo fino a qualche giorno prima l’aveva stretta a sé nel più intimo dei modi, ripromettendosi di difenderla anche dall’aria. E ora eccola lì…in una pozza di sangue, col viso contratto dal dolore e dalla sofferenza, e le guance ancora solcate dalle lacrime.

 

Harry diede uno strattone così forte alle catene che le pietre nel muro rumoreggiarono. “Che cosa le hai fatto, maledetto bastardo?!?” gridò, con tutta la rabbia che aveva in cuore.

 

“I miei mangiamorte alle volte si dimenticano la buona educazione quando si tratta di babbani e mezzosangue.” Gli incappucciati ghignarono silenziosamente. “Oh, ma che fai, Codaliscia? Libera il nostro giovane amico.”

 

Mentre Peter Minus lo liberava dalle catene, Harry in qualche angolo remoto della mente capì che così Voldemort avrebbe avuto la sua concentrazione su un piatto d’argento, ma non gli importò minimamente, e appena fu libero corse verso Hermione e le si inginocchiò affianco.

 

Nel prenderla fra le braccia Harry ebbe quasi paura di romperla, tanto era fragile. Il ragazzo annaspava vistosamente, cercando tra gli affanni l’ossigeno per continuare a respirare. La strinse teneramente a sé  sostenendole la testa, che le ricadde debolmente all’indietro. L’ultimo briciolo di razionalità rimasta nel cervello di Harry lo indusse a dare un’occhiata alle sue ferite, ancora perfettamente aperte e sanguinanti. Dolcemente prese ad accarezzarle una guancia, e chiudendo gli occhi appoggiò la fronte alla sua.

 

“Sai qual è la cosa più strana, Harry?” fece crudelmente Voldemort, avvicinandosi lentamente ai due ragazzi. “Mentre i mangiamorte infierivano su di lei coi loro colpi, la tua amichetta continuava a piangere in silenzio, e quando gliel’ho chiesto io ha piagnucolato che tu non provavi assolutamente niente per lei, e mi illudevo se pensavo che saresti venuto. Curioso che abbia pensato di giocarmi così, no?”

 

Un fulmine a ciel sereno attraversò la mente di Harry: non l’aveva detto per depistare Voldemort, Hermione credeva davvero quello che diceva, perché non avevano più parlato dopo che lui l’aveva allontanata così bruscamente quella mattina!

 

Oddio…ha sopportato tutto questo credendo che io non l’amassi più…no, questo è un incubo…

 

Harry sollevò lentamente gli occhi e incontrò lo sguardo di Tom Riddle: i suoi occhi verdi emanavano odio e livore, digrignava i denti e ansimava dalla rabbia. “Perché. Dimmi perché lei.” Ringhiò.

 

“Per risvegliare la belva che c’è in te. Perché voglio dimostrare al mondo una volta e per tutte che io ti sono superiore. Ma per farlo ho bisogno di sconfiggerti mentre sei al 100%, con tutte le potenzialità che probabiolmente nemmeno tu immagini di possedere, ma che quando perdi il controllo si manifestano chiaramente.”

 

Harry non riuscì a capire bene il significato di quelle parole; sentì la sua bacchetta volargli via dalla tasca e fluttuare in un angolo dello stanzone.

 

“Queste non ci serviranno.” Fece Voldemort, e gettò via anche la sua bacchetta. “Saremo solo io e te, essenza contro essenza, fino alla morte.” E così dicendo nella mano gli si materializzò una spada.

 

Harry mise giù Hermione il più dolcemente possibile, e prima di rialzarsi le fece una carezza sul viso e le bisbigliò all’orecchio “Tieni duro, piccola, tra un minuto ti porto fuori di qui.”

 

Quando Harry e Riddle furono faccia a faccia l’intera atmosfera sembrò percorsa da una tempesta d’energia. I loro occhi erano inondati di odio, e in pochi secondi gli altri presenti si allontanarono per lasciare libero il campo.

 

“Sai, mi chiedo se anche questa volta riuscirai a cavartela, visto che non c’è nessuno a morire per te.”

 

“Vuol dire che stavolta toccherà a te.”

 

“Dì un po’, come farai a uccidermi, Potter? Tu sei buono.” Disse Riddle, marcando con sdegno l’ultima parola. “Non sai uccidere.”

 

“Ti sbagli di grosso. Tu hai ucciso i miei genitori, hai reso la mia vita un inferno, hai fatto del male al mio migliore amico e ti sei accanito contro la ragazza che amo. Mi hai tormentato per una vita intera, per colpa tua ho paura di amare per timore di causare pericolo e guai. Sono stanco del tuo sadico giochetto, Voldemort. Mi hai provocato una volta di troppo.”

 

All’improvviso nella sua mano si materializzò una spada; Harry la sollevò, visibilmente stupito, e la riconobbe: la spada di Godric Grifondoro.

 

Voldemort alzò la sua lama e si mise in posizione per combattere. “Bene. Ora sei pronto. Posso finalmente annientarti.”

 

Harry roteò la spada nella mano con abilità e sicurezza, finalmente soddisfatto di aver partecipato a tutte quelle lezioni di scherma all’AU, e si tenne pronto. “Lo vedremo.”

 

Il duello cominciò subito senza esclusione di colpi. Voldemort attaccò per primo, ma Harry si difese con sicurezza; le due lame presero a fare scintille in pochi istanti, ogni colpo vibrava sonoramente duro nell’aria. Harry sopportò bene il primo assalto per poi passare al contrattacco, e affondò anche bene, ma il suo avversario non si lasciò cogliere impraparato.

 

“Devo farti i complimenti, Harry.” Fece Riddle, brandendo la spada. “L’ultima volta che ti ho visto usare quella spada ti puzzava la bocca di latte e a malapena riuscivi a tenerla in mano.”

 

“Parla poco e combatti.” Ruggì Harry, attaccando di nuovo con furia travolgente.

 

Lo scontro proseguì con grande violenza, Voldemort riuscì a costringere spalle al muro Harry, che però con un buon colpo si liberò di nuovo.

 

“Non credere che sia così facile.” Sibilò tra i denti, buttandosi indietro un ciuffo di capelli sudati dalla fronte con uno sbuffo.

 

“Ho detto che sei migliorato, non che sei il migliore.” Mormorò Tom Riddle, affannando impercettibilmente. “Vediamo se sei già all’altezza di questo.” Voldemort spalancò il palmo della mano in direzione di Harry, che fu come scaraventato da un colpo di vento violentissimo, e finì a sbattere di schiena contro il muro alle sue spalle. Voldemort rise, Harry si rialzò dopo un attimo, all’inizio un po’ intontito ma poi subito pronto.

 

“Credi che sia sufficiente un trucchetto come questo a mettermi fuori gioco?”

 

“No, ma vederti in ginocchio è sempre un piacere.”

 

“Non ti ci abituare, resterai deluso.” Esclamò Harry, attaccando di nuovo.

 

Mentre il rumore dell’acciaio che cozzava furiosamente si susseguiva, quasi tutti contemporaneamente i mangiamorte alzarono la testa dopo aver udito un rumore piuttosto violento: Malfoy fece loro un cenno, e uscirono tutti precipitosamente dalla stanzona.

 

***************

 

Nell’irrompere a passo svelto nello stanzone in cui stava l’uscita del passaggio segreto (quello usato da Harry per raggiungere Voldemort), Malfoy e gli altri mangiamorte si bloccarono all’istante. Era in corso una vera e propria battaglia tra incappucciati e agenti dell’AU. I mangiamorte sembravano in difficoltà, dato che stavano retrocedendo di fronte all’avanzata degli auror guidati da Sirius, Remus, Jeffry e gli altri. I cinque ritardatari si gettarono subito nella mischia, e Malfoy ci mise un secondo a puntare la bacchetta contro Jordan, ma un calcio sotto il mento gli fece fare un bel muro contro il muro alle sua spalle.

 

“Ehilà Lucius, vecchio mio” esclamò ironico Remus Lupin, puntandogli contro la sua bacchetta. “Sono secoli che non ci si vede.”

 

“Tsk, dovevo aspettarmelo da un lupo mannaro.” Commentò acido Malfoy mentre si rialzava in piedi. “Cos’hai fatto, Lupin, annusato il terreno fin qui per trovarci?”

 

“Si fa quel che si può.” Fece brevemente Remus, inarcando per un secondo un sopracciglio. E nel trambusto della lotta a malapena l’uno sentì l’altro attaccare.

 

“Expelliarmus!!!”

 

“Crucio!!!”

 

*************

 

Con un colpo netto Harry centrò il mantello di Voldemort e lo lacerò.

 

“Lo sai, inizio a scocciarmi di te.”

 

“Avresti potuto smettere di rompermi le scatole anni fa, ti bastava rassegnarti alla sconfitta.” Mormorò Harry, con un po’ più di fiatone.

 

“Sconfitta?” ringhiò stupito Tom Riddle.

 

“Non sono io che ho perso il corpo 18 anni fa.” Lo stuzzicò il ragazzo, riposizionandosi la spada fra le mani.

 

“Devo ricordarti che fine hanno fatto i tuoi genitori?” fece acido Voldemort.

 

“E infatti ora la pagherai anche per loro!”

 

“Chi ti ha fatto credere così tanto in te stesso, Potter? Da dove viene tanta sicurezza? Lo sai che questa volta non sarai fortunato come quando eri un moccioso?”

 

“Nemmeno tu sarai altrettanto fortunato.” Sibilò Harry con aria di sfida. “Non perderai solo il corpo oggi.”

 

Voldemort non si soffermò a rispondere a parole, preferì sollevare la spada e scagliarla sul suo avversario con tutta la violenza, sfruttando l’effetto sorpresa. Harry parò il primo colpo ma non il secondo, che gli procurò una ferita al braccio sinistro. Senza perdersi d’animo nemmeno per un istante, il giovane mago con un calcio dritto allo stomaco del nemico guadagnò abbastanza tempo per rialzarsi e gettare una veloce occhiata alla ferita, fortunatamente non troppo profonda. Voldemort riprese lo scontro, ma Harry fu più veloce e gli procurò un bel taglio sul sopracciglio destro colpendogli l’occhio con un pugno, ma Riddle lo servì con un trucchetto sporco: finse di colpirlo allo stomaco con un semplice pugno, ma all’ultimo momento spalancò la mano e lo centrò con una zaffata d’energia, che lo fece sbattere contro il muro così forte che Harry per un attimo vide nero. Sotto gli occhi eccitati di Peter Minus, Voldemort incalzò l’attacco ma Harry si difese, anche se più debolmente.

 

“E’ finita, Potter. Rassegnati.” Sibilò Riddle.

 

“Mai!!” esclamò furioso Harry, che dopo essersi parzialmente ripresosi era lanciato nuovamente all’attacco, colpendo Riddle violentemente al viso con l’elsa della spada. Voldemort cadde a terra, ma Harry non riuscì a sfruttare la situazione in pieno: una nuvola di polvere –lanciata da Codaliscia- non gli fece vedere l’obbiettivo da colpire, in compenso finì anche lui a terra per quello che riconobbe come un calcio del suo avversario. Tutti e due si rialzarono subito, ansimanti ma sorretti dall’odio.

 

“Se non dovessi ucciderti ti direi di unirti ai miei mangiamorte.” Sibilò Voldemort. “E saresti il migliore, ne sono convinto.”

 

“Dovrei essere lusingato?” ruggì Harry, disgustato.

 

“Attento, Harry Potter. Io non gioco mai secondo le regole.” E così dicendo fece un cenno con la testa che incitò Harry a guardare alle sue spalle. Codaliscia, ghignando perfidamente, stava in piedi vicino a Hermione, puntandole la bacchetta al petto. “Mi sono stancato di perdere tempo con te.”

 

Harry digrignò i denti. “Non doveva essere uno scontro tra te e me, per provare ai tuoi leccapiedi chi è il più forte? Cos’è, siccome ora non ti vede nessuno ti senti autorizzato a giocare sporco?”

 

Voldemort brandì la spada contro di lui. “Fai molta attenzione, la tua amichetta sta facendo l’equilibrista sull’orlo della fossa. Basterebbe anche solo un colpetto per mandarla all’altro mondo nelle condizioni in cui è.”

 

Harry sentì il sangua ribbolirgli nelle vene. “Lasciala fuori da questa storia!!” gridò.

 

“Modera i toni.” Sibilò Codaliscia, avvicinando sempre più la bacchetta al corpo martoriato di Hermione, sotto lo sguardo soddisfatto di Voldemort.

 

E quella fu la goccia che fece trabboccare il vaso.

 

“Non osare nemmeno toccarla, lurido bastardo!!” gridò Harry contro il viscido ometto, e subito una zaffata violentissima di vento colpì in pieno Codaliscia, che andò a sbattere così forte contro la parete che la testa prese a sanguinargli. Harry rimase sorpreso: era davvero opera sua?

 

Voldemort ghignò. “Sono sorpreso, ci hai messo meno del previsto a imparare a usare i tuoi poteri.”

 

“Quali poteri?” chiese Harry, confuso.

 

“Per chi mi hai preso, non sono uno dei tuoi dannatissimi professori!” fece Voldemort, e senza ulteriori indugi sollevò la spada e il combattimento riprese.

 

*************

 

Sirius colpì con un pugno in pieno viso un mangiamorte, poi se ne sbarazzò con un colpo di bacchetta, ma subito fu attaccato da un altro.

 

Jordan aveva un brutto taglio sull’occhio e il naso sanguinante, ma lottava come un leone.

 

Remus Lupin, invece, se la stava vedendo con un osso parecchio duro, Lucius Malfoy. Lupin si teneva un braccio insanguinato ma non smetteva di duellare con Malfoy, che, dal canto suo, aveva la faccia piena di lividi e si teneva lo stomaco.

 

“Avanti, dimmi dov’è Harry Potter!” ruggì Remus.

 

“Non sono affari tuoi!” sibilò Malfoy.

 

“Non ho bisogno di chiedertelo una seconda volta, Malfoy, ti faccio secco e lo scopro da me! Ti decidi a parlare??!!”

 

“Scordatelo!!” Lucius rapidamente puntò la bacchetta contro il suo avversario. “Avada Kedavra!”

 

Sirius diede un calcio a un mangiamorte e si voltò di scatto. “Remus!!”

 

Lupin stava a terra e perdeva sangue da un fianco. Sirius corse dalla sua parte, saltò al volo un mangiamorte a terra e scivolò fino a che non fu al fianco del suo amico.

 

“Ehi” fece, dandogli un’occhiata alla ferita. “Sei ancora tutto intero?”

 

“Si” si lamentò Remus, non riuscendo a muoversi più di tanto; era facilmente intuibile che era riuscito ad evitare l’attacco mortale, ma solo parzialmente.

 

Sirius si rialzò, furioso. “Ora te la vedrai con me, Malfoy!!”

 

“Vediamo che sai fare, Black!!” lo sfidò quello.

 

**************

 

Tom Riddle era decisamente un ottimo spadaccino, e Harry si dimostrò all’altezza del suo nemico, ma era più di un’ora che lo scontro andava avanti e i fiatoni di entrambi erano la prova che ormai la battaglia doveva volgere alla fine in poco tempo.

 

L’attacco finale di Voldemort non si fece attendere: con un balzo felino attaccò Harry con una specie di sfera traslucida d’energia che lo fece sbattere a terra contro il muro. Harry non ebbe il tempo di rendersi conto che la spada l’aveva persa durante il ‘volo’, ma fu subito consapevole di Riddle che troneggiava in piedi su di lui, con la spada puntata e un ghigno soddisfatto.

 

“Hai visto, Potter?” sibilò, affannando. “Te l’avevo detto che avrestio fatto la fine di tuo padre. Avresti dovuto credermi fin dall’inizio.” Aggiunse, leggendo la furia negli occhi del ragazzo. Quindi sollevò la spada. “Muori!!”

 

Avvenne tutto così in fretta che fu difficile capire. Nel vedere la spada calarsi contro di lui a velocità vertiginosa, Harry si appoggiò indietro sulle mani e bloccò la lama fra i piedi; con uno strattone la strappò di mano a Voldemort e la lanciò in aria. Preoccupato solo di recuperare la spada, Riddle non si accorse della velocità con cui Harry balzò in piedi, gli sferrò un calcio in faccia che lo disorientò, afferrò al volo la spada e gli trafisse il fianco sinistro. Due gocce di sangue caddero sul pavimento, e in un istante Voldemort comprese di essere ferito molto seriamente. Harry, bianco e sudatissimo, lo teneva ancora sotto tiro, con la spada puntata.

 

“A quanto pare non hai sempre ragione.” Sibilò Harry, ancora affannando. “Te l’avevo detto che mi hai provocato una volta di troppo.”

 

“Mio signore!” supplicò Codaliscia, e Harry lo vide con la coda dell’occhio trasformarsi in topo e scivolare fra i piedi del suo padrone.

 

Voldemort sembrava più provato di quanto non volesse sembrare: la ferita impressagli era mortale.

“Non finisce così, Harry Potter.” Ruggì. “Io ti perseguiterò finchè non ti avrò fatto fuori.”

 

“Hai perso, Voldemort. Non ti resta che rassegnarti all’idea.” La risposta di Harry fu altrettanto astiosa.

 

“No, non prenderai di nuovo il mio corpo, non ci riuscirai.” Annaspò Voldemort, tirandosi addosso il mantello. “E’ solo questione di tempo, Potter, tienilo a mente.” Copertosi del tutto con il suo mantello, il demone sparì nel nulla.

 

Harry rimase ancora qualche istante con i muscoli tesissimi, poi finalmente lasciò cadere la spada e tirò un sospiro di sollievo. Un sollievo che durò solo pochi istanti: il dolore al braccio lo riportò alla realtà, e la prima cosa che fece fu correre verso Hermione e inginocchiarsi accanto a lei, prendendola fra le braccia.

 

Era terribilmente fredda e le macchie di sangue si erano estese ancora. Lui l’attirò dolcemente a sé e cercò il battito: era lentissimo. Harry scosse la testa, terrorizzato.

 

“No…Hermione, non mi lasciare…amore, mi senti?…non andartene, ti supplico!…” le disse con la voce rotta da lacrime che non riuscivano a uscire, mentre la cullava come una bambina. “Perdonami…per colpa mia ti è capitato tutto questo…per colpa mia hai sofferto da morire…ti prego, Hermione, perdonami…” Il battito di Hermione si fece sempre più impercettibile. “No, questo non è giusto, non è giusto che sia lei a pagare per i miei errori!!” gridò Harry allo stanzone vuoto.

 

Falle sentire il tuo cuore battere.

 

Il giovane mago si guardò in giro confuso: aveva appena sentito una voce femminile sconosciuta, eppure in qualche modo familiare…

 

Puoi rompere questo maleficio, Harry. Hai la forza per farlo.

 

“Chi sei?” fece stavolta Harry, guardandosi nervosamente attorno.

 

Puoi salvarla solo tu, Harry. Hai questo potere. Fidati delle tue capacità.

 

Il ragazzo continuò a cercare con gli occhi la donna che gli stava parlando. “Quale potere? Io non so di cosa parli! Non conosco l’incantesimo che le hanno fatto, come faccio a salvarla?”

 

L’amore, Harry. Fa’ presto, sei l’unico forte abbastanza per spezzare questa maledizione.

 

Harry aggrottò un attimo le sopracciglia, poi spalancò gli occhi: aveva capito perfettamente a chi appartenesse quella voce. E cosa ancora più importante, aveva recepito il messaggio. Quindi si chinò dolcemente su Hermione e la baciò. Fu il bacio più lungo, lento e doloroso che le avesse mai dato. Quelle labbra che aveva catturato con le sue tante volte, così morbide e calde, erano gelide e sapevano di sangue. Quel corpo che aveva stretto a sé e toccato con tanta passione stava debole fra le sue braccia, freddo e martoriato. Quei vestiti che amava così tanto sfilarle di dosso erano inzuppati di sangue. Ma tutto questo non era importante, perché quella era sempre la sua adorata Hermione, l’amava e l’avrebbe amata sempre e comunque. Dopo un’infinità Harry si staccò da lei e in pochi istanti, con la gioia più grande mai provata, le vide stringere gli occhi; piano piano Hermione li aprì leggermente, anche se non riusciva a vedere bene quasi nulla.

 

Harry sentì una vampata di felicità riempirgli il cuore, e sul viso gli comparve un sorriso da un orecchio all’altro. “Bentornata.” Le mormorò dolcemente, accarezzandole la testa.

 

“…Harry?…” sussurrò lei in un soffio a stensto udibile, senza aprire del tutto gli occhi.

 

“Sshh” disse lui, baciandole la fronte. “E’ tutto finito, ti riprenderai presto. Pensa solo a riposare.”

 

Con uno sforzo Hermione gli sfiorò il braccio con una mano. “…sei…sei venuto…” riuscì a mormorare, con un sorriso sfinito.

 

“Pensavi che sarei stato capace di lasciarti nelle loro mani?” fece dolcemente lui, accarezzandole una guancia col dorso della mano. “…perdonami, non sarebbe dovuto succedere tutto questo.”

 

Pur non vedendolo bene, lei riuscì a prendergli una mano. “…ti amo…” gli sussurrò pianissimo, un secondo prima di perdere conoscenza di nuovo. Harry si portò la sua mano alla bocca e la baciò.

 

************

 

Sirius aiutò Remus ad alzarsi e a reggersi in piedi, mentre Jordan, piuttosto ammaccato, li raggiungeva. Nello spazio attorno a loro la battaglia scemava progressivamente, con la resa dei mangiamorte agli agenti dell’AU.

 

“Tutto bene?” chiese il ragazzo, evitando il cadavere di Lucius Malfoy a terra.

 

“Ce la fai a resistere ancora un po’?” fece Sirius, aiutando il suo amico. “Dobbiamo ancora trovare Harry e Hermione.”

 

“Certo, muoviamoci.” Rispose Remus, non senza una smorfia di dolore.

 

“Non sarà necessario.”

 

Tutti si voltarono verso lo scalone da cui proveniva la voce: era Harry, che teneva tra le braccia Hermione.

 

“Harry!” esclamò Sirius con un sorriso misto di gioia e preoccupazione allo stesso tempo. Anche il malconcio Remus abbozzò a un sorriso. “Dov’è Voldemort?” Il sorriso di Harry fu molto eloquente come spiegazione.

 

Jordan sorrise solo brevemente, poi si lanciò da Harry, fissando Hermione inorridito. “Oh mio Dio…Hermione …è…”

 

“No, sta’ tranquillo, è soltanto svenuta.” Lo interruppe Harry, intuendo la sua paura. “Ha bisogno di cure urgenti, ma è viva.”

 

“E tu come stai, sei ferito?” chiese ansioso Sirius.

 

“E’ solo un graffio.” Minimizzò il ragazzo.

 

“Ce la fai, posso portarla io.” Propose Jordan, con un cenno del capo verso Hermione.

 

“No, ce la faccio benissimo.” Harry si strinse al petto la ragazza.

 

“Andiamo, siamo tutti messi male, dobbiamo sbrigarci.” Fece Sirius, aiutando Remus.

 

**************

 

Ron si girò verso la porta quando la vide aprirsi. Le pozioni medicinali che gli avevano dato lo avevano rimesso abbastanza in forze da permettergli di appoggiarsi sui gomiti per tirarsi su nel letto, così fu subito in grado di vedere la combriccola di feriti entrare nell’infermeria alle prime luci dell’alba.

 

Quando riconobbe i suoi amici inizialmente sorrise, poi nel vedere Harry e soprattutto Hermione in quelle condizioni sbiancò all’istante, ma Harry lo rassicurò con un occhiolino mentre stendeva Hermione sul letto accanto al suo. Un medico e due infermiere le furono accanto in un baleno, mentre anche altri medimaghi si occupavano degli altri feriti.

 

“Santo cielo, finiranno mai i feriti stanotte?” fece il medico, esasperato, mentre controllava Hermione. Poi si rivolse a Harry. “Ci pensiamo noi qui, tu va’ a farti medicare.”

 

Il giovane mago fece un’espressione di disappunto quando una delle infermiere lo esortò a seguirla, ma Ron lo tranquillizzò facendogli cenno che avrebbe dato un’occhiata lui a Hermione. Malvolentieri, Harry raggiunse Sirius, Jordan e Jeffry, che si stavano facendo dare un’occhiata ai ‘graffi’.

 

“L’hai eliminato, Harry?” chiese piano Jordan, mentre un medimago gli fasciava la fronte.

 

“…credo proprio di si, Jordan.” Rispose lentamente Harry, poi le labbra gli si curvarono in un piccolo sorriso. “Si. L’ho battuto per sempre.”

 

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Wow!! La mia fic volge ormai al termine…manca l’ultimo capitolo, quello dei chiarimenti finali e degli sguardi al futuro…beh, a proposito di futuro, potrebbe anche esserci una sequel a questa storia, chi lo sa…ditemi cosa ne pensate! Le recensioni favoriscono la fantasia!

Ultimo capitolo: “Capitano Potter a rapporto, signore!”

 

P.S.: alcune ragazze che hanno recensito la mia fic sono state così carine da mandarmi delle e-mail in cui mi chiedevano di scrivere qualcosa sulla coppia Ron/Hermione…beh, alla fine mi hanno fatto venire l’ispirazione, perciò…se andate a cliccare sulla storia “Being a War Mage” mi direte che ne pensate! Anche questa sarà una fic a capitoli, e sicuramente sarà molto diversa rispetto alle aspettative…Sara Lee, te la dedico con molto piacere! Visto che ti ho accontentato, alla fine? ;)

 

  
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