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Autore: sallythecountess    15/02/2022    1 recensioni
Julie è una ragazza madre di vent'anni, ingenua e piena di sogni, che un giorno per caso ha notato un ragazzo bellissimo che abita di fronte a casa sua. Riuscirà a far innamorare di lei lo schivo e tenebroso 4ld3r4n, hacker nemico numero uno delle maggiori potenze mondiali?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo Alan e Julie
“Non ci penso neanche…”
Ruggì Julie serissima, ma Rami si sentì letteralmente morire. Tutto quello che aveva costruito stava per andare in pezzi, e lui non sapeva come difenderlo.
“Andiamo, solo una birra e quattro chiacchiere da vecchi amici. Dobbiamo davvero mettere di mezzo gli avvocati?” aggiunse Alan più conciliante, perché neanche lui aveva interesse nel fare uno scandalo, ma voleva assolutamente provare almeno una volta a stare solo con lei.
Julie rimase gelata, non sapeva esattamente cosa dire o fare,perché quella minaccia era veramente troppo importante. Ci mise qualche istante a tornare lucida, perché per un momento ogni parte di lei pensò solo che non sapeva cosa fare, ma poi rispose piano che non aveva molto da dirgli.
“Adesso non vuoi più che mi occupi di lei? Sembravi così determinata qualche mese fa, sembrava che la tua vita dipendesse dal fatto che io conoscessi questa testolina. E invece adesso non ti interessa più?” aggiunse serio, e lei annuì e basta e bisbigliò appena “non oggi…” facendolo annuire. Qualunque cosa le fosse capitato, non aveva esattamente una bella cera, e forse non era il caso di insistere.
“Allora chiamami” concluse, con un fastidiosissimo sorriso che fece morire di rabbia Rami, e Julie annuì soltanto, molto scocciata.
Non parlarono per qualche minuto in auto, ma Rami letteralmente stava ribollendo. Cercava di tenere apparentemente la calma, solo perché lei aveva avuto una giornata molto lunga e difficile, ma Julie lo sorprese.
Con la testa contro il finestrino, gli sussurrò piano “Se le cose dovessero mettersi male, se dovessero davvero entrare di mezzo gli avvocati in questa storia, tu mi aiuteresti?”
“Non devi neanche chiederlo, amore mio. Se non vuoi che si occupi di Lory, faremo ogni cosa per impedirgli di avvicinarla…” le rispose serio, ma non era quello che lei intendeva, e dopo qualche istante fu costretta ad aggiungere
“… se fosse necessario, se io te lo chiedessi, tu potresti far sparire me e Lory nel nulla, vero?”
Rami sussultò per un istante, perché non aveva idea di come lei avesse fatto a capire quella cosa, ma quando la osservò si accorse che era estremamente seria, così annuì e basta, sollevando un sopracciglio.
“Sono sicura che lui voglia soltanto fare il porco con me, o comunque mostrare gelosia nei tuoi confronti. Non me lo bevo questo momento di paternità…” aggiunse seria, con lo sguardo estremamente infuocato.
“…ma se volesse davvero farmi la guerra per avere Lory, vincerebbe lui. Chiunque gli riconoscerebbe almeno il diritto di vederla e io davvero non voglio che un uomo così sia nella sua vita. Avevi ragione tu, potrebbe soltanto renderla una donna insicura e infelice un padre così.” concluse serissima, e Rami sorrise soltanto. Si disse che mesi prima aveva una posizione totalmente diversa rispetto a quella sera, ma probabilmente era dipeso dalla sua presenza nella sua vita quel cambiamento e le accarezzò la guancia.
“Lo metteremo in condizione di non provarci neanche, tesoro…” concluse serio dopo qualche istante, e lei sospirò chiedendosi cosa esattamente significassero quelle parole, ma era troppo stanca e addolorata per darci peso.
Il giorno dopo, al funerale della nonna Lauren ovviamente c’era tutto il paesino, e mille chiacchiere si sollevarono vedendo Julie mano nella mano con Rami. Lui pensò che fosse veramente uno dei suoi incubi peggiori quella situazione, totalmente al centro dell’attenzione di un paese intero, ma non disse nulla e sopportò per lei.
Thèo li fissò da lontano, con enormi occhioni di pianto tanto simili a quelli di un bambino, ma Julie per lui ebbe solo sorrisi molto teneri. Malgrado tutto, non poteva avercela con quel gigante buono, e appena potè si allontanò per andare ad abbracciarlo, ripetendogli soltanto che gli voleva bene.
Rami non capiva esattamente che legame avesse Julie con suo fratello, non capiva per quale motivo non mandasse tutti al diavolo, ma anzi cercasse sempre la loro approvazione, ma quell’abbraccio tra i due fratelli lo fece sorridere. Probabilmente, si disse, la famiglia aveva delle regole che lui non riusciva a comprendere, ma che sembravano davvero belle.
Solo molto dopo, alla fine del funerale, accadde quello che Rami non voleva. Si presentò Alan per le condoglianze e lei decise di affrontare il toro per le corna. Disse a Rami di aspettarla in hotel, senza immaginare minimamente in che stato di agitazione lo stesse lasciando e tenendo Lory tra le braccia decise di assecondare Alan, che immediatamente le chiese “perché porti anche la bambina?” tranquillizzandola. Evidentemente non gli importava molto di lei.
“Ho bisogno di sapere quali sono le malattie genetiche della tua famiglia. Come sono morti i tuoi nonni, parenti, e genitori. Se hai problemi psichiatrici in famiglia…insomma tutta la storia familiare, grazie…” gli disse Julie rigidissima, sedendosi con lui a un tavolino del bar.
Lo disprezzava per tante ragioni, ma quello che stava per succedere, l’avrebbe spinta ad odiarlo letteralmente. Alan iniziò a ridere e le chiese con che coraggio, proprio lei, faceva una domanda del genere “…con la famiglia che si ritrovava”.
Julie si irrigidì tantissimo, e pensò soltanto che voleva davvero prenderlo a calci nel sedere, ma tra i denti sibilò “…mi serve per la storia clinica di Lory” facendolo ridere di lei. Alan non le diede grosse informazioni, continuò a dire che erano sani come pesci e poi provò a chiederle come si sentisse, facendole scuotere la testa.
“Mi sento come una che ha appena perso sua nonna ed è stata ricattata da quello stronzo del suo ex per essere qui…” rispose, tagliente e furiosa, lasciandolo per un attimo senza sapere cosa dire.
“Se vuoi andare via Julie, vai pure. Pensavo ti facesse piacere bere una cosa insieme, in memoria di tutto l’affetto che ci siamo scambiati, non pensavo fosse un ricatto…” provò a dire, cercando di essere dolce e seducente, ma lei rispose molto rigida “affetto? Me lo chiami affetto?” gelandolo totalmente.
 
 
 “…chiariamo una cosa, una volta per tutte: quello che è successo tra noi è stato disgustoso, e neanche per un attimo da parte tua c’è stato qualcosa di simile all’affetto, ma ormai è morto e sepolto. Io non ho rancore, semplicemente non me ne importa più nulla” spiegò rigidissima, e lui si sentì letteralmente morire, perché la bambina che moriva per lui non aveva mai usato quell’atteggiamento con lui.
“Il problema è che tu hai scelto di non voler sapere nulla di tua figlia, e per me va bene, ma è una scelta definitiva. Però che non ti venga mai, e sottolineo mai, in mente di provare a cambiare idea, perché Lory ha un padre e una famiglia, e non le serve un patetico vecchio come te a rovinarle la vita…”
Fu un attacco durissimo, e Alan si disse che neanche riusciva a riconoscere la sua Juju in quelle parole così amare. Era cresciuta, aveva un atteggiamento da donna vissuta e mamma tigre che la rendeva incredibilmente affascinante, e lui rimase tramortito da quelle parole e dal suo atteggiamento.
“Sono stata paziente e gentile in questi anni. Ho accettato di essere io la sgualdrina, di dovermi allontanare da sola con il peso della mia vergogna, come se ti avessi stuprato o costretto a stare con me, ma so benissimo come vendicarmi, se mi metti alle strette, quindi non farlo…” concluse, alzandosi, e Alan non disse una parola. La lasciò andare via senza neanche un saluto, e rimase schiacciato dal peso di quella conversazione.
 
Capitolo:  gelosia
Julie rientrò tranquilla in hotel. Era orgogliosa di tutto quello che era riuscita a tirare fuori, perché quel veleno l’aveva letteralmente soffocata per troppo tempo. Era serena, voleva stare con il suo uomo e la sua bambina, ma quando varcò la soglia della stanza lui sembrò non esserci.
Julie non si allarmò, si disse che magari era andato a comprare qualcosa per cena, o le sue solite sigarette e si mise comoda a letto con Lory. Aspettò per un po’ ma lui sembrava non voler rientrare. Provò a chiamare e a scrivere messaggi, ma Rami non rispondeva e questo la spaventò. Solo dopo un’ora le rispose, ma con una voce estremamente afflitta e lei gli chiese di rientrare, agitandolo ancora di più.
Era stato malissimo Rami in quelle ore. Non aveva capito realmente perché lei lo avesse abbandonato, costretto a restare solo in una stanza d’hotel qualsiasi. Si era sentito messo da parte, e il terrore che lei volesse ricostruire una famiglia con il suo ex, l’immagine di loro due insieme che coccolano Lory, lo mandò in paranoia. Rami ebbe la peggiore crisi d’ansia della sua vita, talmente forte da non riuscire in alcun modo ad essere calmata con i farmaci.
Esagerò con gli ansiolitici, ne prese un numero che non aveva mai preso prima, e poi per paura di poter stare peggio, si costrinse a vomitare. Non riusciva a stare tra quelle quattro mura, non poteva attendere oltre, così aveva deciso di uscire a prendere una boccata d’aria, ma non potendo stare tra la gente, era rimasto per ore in un parco a fissare una fontanella quasi priva di acqua. C’era dentro un pesciolino, che nuotava sereno nella parte più profonda, e coperta d’acqua, e poi a volte si spingeva troppo in la e soffriva nella parte con scarsità d’acqua.
Rami non riusciva a respirare, esattamente come quel povero pesce, e continuava a chiedersi se tutto quello che amava stava per essergli portato via. Credeva che lei non avrebbe assecondato quel maledetto Alan, e non riusciva ad accettare che fosse uscita con lui da sola, non ne capiva la ragione. Pensava di dover essere una famiglia, e sostenerla, ma l’aveva messo da parte.
Non era geloso, in realtà. Spesso Julie in quei mesi era andata a cena con i suoi compagni di corso, uomini e donne, aveva lavorato insieme ad alcuni per dei progetti, e Rami non si era mai sentito insicuro del loro rapporto. Era certo dei sentimenti di lei, e la trovava una donna troppo sincera per poterlo tradire. Solo che lui aveva paura di Alan, e quando Julie si era mostrata decisa a non avvicinarlo di nuovo, era stato davvero felice, per poi andare in crisi dopo.
“Amore ma dove sei?” gli aveva chiesto dolcissima, non immaginando esattamente cosa fosse successo, e Rami aveva finalmente respirato, perché sembrava troppo tenera per essere una che sta per lasciarti.
“Mi serviva un po’ d’aria, quella stanza mi rende claustrobico…” spiegò serissimo, e lei sussurrò piano che l’avrebbe trovata a letto quando avesse deciso di tornare.
“Davvero? Sei già rientrata?” chiese confuso, ma anche immensamente sollevato, e Julie spiegò che era durato molto poco quell’incontro.
“E ce ne saranno altri? Devo abituarmi all’idea di te che esci con il tuo ex?” le chiese, piuttosto rigido, ma lei rispose che assolutamente non sarebbe stato così, e lui sospirò. Era veramente felice di sentirle dire quelle parole, perché probabilmente non avrebbe sopportato di avere Alan ancora nella sua vita.
“Io esco solo con te, anzi torna presto amore mio perché ho i piedi gelidi…” gli disse piano, con fare volutamente lamentoso. La frase di Rami le aveva fatto capire che era seccato con lei, e sebbene non ne capisse esattamente la ragione, voleva fare pace con lui.
Non avevano litigato quasi mai in quei mesi, Rami era estremamente accomodante (quando lei non metteva disordine in casa) e avevano impostato il loro rapporto sul rispetto reciproco. Julie aveva molti amici nuovi, e sebbene Rami non amasse frequentarli, di tanto in tanto andava a bere una birra con loro. Allo stesso modo lei aveva provato a socializzare con Thalia, che però si era rifiutata nettamente di conoscerla, ma non ne aveva fatto un dramma.
Quella frase di Rami era la prima, vera, dimostrazione di gelosia della sua vita, e Julie capì di doverlo rassicurare un po’. Non ci mise molto a rientrare, ma quando aprì la porta sentì “dai Lory, fai sentire cosa hai imparato…”
La bambina in realtà non aveva imparato un bel niente, ma Julie aveva deciso di provare comunque quello sketch per farlo sorridere. Così, mentre Lory la guardava confusa, Julie disse piano “dai ripeti papy…”
Rami non capì, ma ovviamente si mise in allarme. Si chiese cosa diavolo significasse adesso quella parola per Lory, che non la conosceva, né l’aveva mai usata. Lui era Yayi all’inizio, poi era stato Laii e Lali, ma quella parola non l’aveva mai usata.
Lory non seppe cosa dire, e ripetè cose a caso, ma Juliè insistette, lasciando lui sempre più perplesso. Rami si avvicinò a quelle due, cercando di capire che diavolo avesse per la testa la sua bionda, e Julie abbandonò per un istante la sua bambina e gli gettò le braccia al collo, dicendo piano “…deve imparare a chiamarti con il tuo nome…”
Lui sorrise, ma scosse solo la testa, capendo ancora meno di quello che lei stava dicendo. Julie aveva trovato il blister dei farmaci di Rami, e sapeva che ne aveva presi tanti. Aveva capito che probabilmente si era spaventato per la presenza di Alan nella sua vita, così aveva deciso di mettere le cose in chiaro con il suo amore.
“Lo so che non è tanto che stiamo insieme Rami” gli disse piano, fissandolo con molta dolcezza, e lui pensò soltanto che il discorso che si era preparato per chiederle di sposarlo iniziasse in modo simile.
“…so che non sei realmente il papà di mia figlia, e non ti chiedo di esserlo, se non vuoi. Stare con me non significa automaticamente voler diventare padre, lo capisco. Ho solo pensato che, onestamente, Lory non avrà mai nella vita qualcuno che le darà tanto amore quanto te…” aggiunse, molto dolce.
Rami le sorrise e sussurrò piano “…io non ho mai detto di non volerlo essere, comunque” facendola sorridere in modo bellissimo.
“E so di aver sbagliato, non chiedendoti di venire con me da Alan…” concluse con occhioni bellissimi. Aveva toccato il punto centrale del discorso, e Rami aveva davvero desiderato urlarle contro quella frase prima, ma semplicemente non riusciva a provare rancore in quel momento, fissando quegli occhi languidi.
“So che ti ha ferito vedermi andare via con quello che tu e tutti considerate il padre di mia figlia, ma tornare in questo posto mi ha fatto rimettere insieme le idee e ho capito che, semplicemente, lui non è il padre di mia figlia per me…” aggiunse, con lo sguardo deciso, ma indifeso e lui non capì esattamente.
“Quell’uomo è solo un enorme, vecchio sbaglio, che non può e non deve condizionare la mia vita e la mia felicità. Però avevo bisogno di capire, per onestà nei confronti di mia figlia, se davvero volesse riconoscerla…”
“Ed è così?” chiese lui, con mascella contratta e il cuore a mille, e lei ridendo scosse solo la testa e rispose “ma ti pare? Mi ha chiesto perché l’avessi portata, pensa quanto gli importasse” tranquillizzandolo.
“Però ti chiedo scusa, perché forse avrei dovuto parlarti prima della mia idea…” concluse, e lui provò ad avvicinarsi tanto da poterla baciare.
“ Rami io ti amo, davvero…” sussurrò piano, accarezzandogli le guance e lui bisbigliò appena “…dimmi che non continuerai la frase con un ‘ma’ o un ‘però’, ti prego. Perché lo hai detto proprio come se ci fosse qualcosa dopo. Della serie ‘ti amo, ma non voglio stare con te’…”
“Ma che scemo che sei…” bisbigliò pianissimo, con le labbra quasi sulle sue.
“Ti amo, e so perché mi avevi chiesto di andare a cena prima di tutto questo. Non avresti mai corso il rischio di entrare in un luogo pubblico, con tutta l’ansia che ti provocano quei posti, se non fosse stata una cosa speciale. Lo so. E avevo anche già la risposta da darti…” aggiunse dolce, e Rami bisbigliò di nuovo “ah sì? E ora c’è un ‘ma’ da qualche parte?”
“Sì…” annuì lei serissima, cancellando il sorriso dal viso di lui che divenne rigidissimo.
“Volevo dirti che sarei diventata tua moglie, se lo volevi, e la madre dei tuoi bambini. Che avremmo costruito una vita insieme, felice il più possibile…” aggiunse tenera, mentre lui aveva una specie di infarto in corso.
“…ma forse non avevo neanche io pienamente capito quanto forte fosse il nostro legame, anche se giovane. Forse c’era bisogno di un momento così difficile e crudele per realizzare che non mi serve niente di più di quello che ho. Non ho bisogno di un matrimonio per essere tua moglie, o per farti essere il papà di Lory, perché noi siamo già tutte queste cose e abbiamo già costruito una vita insieme semplicemente scegliendoci…”
Rami sorrise, ma emise un lunghissimo sospiro di sollievo e lei accarezzandogli i capelli continuò dicendo “…abbiamo una routine, delle abitudini e anche dei punti critici. Conosci tutti i miei scheletri, ed io…conosco le tue colpe meglio di chiunque altro sappia il tuo nome. Non è molto, ma lo accetto, perché nel tuo caso, amarti è un atto di fede. Ed io ho tutte le ragioni per avere fede in te. Viviamo insieme, hai rinunciato a molte cose per me, e so per certo che non c’è nulla che non faresti per la tua donna…”
“Assolutamente vero…” aggiunse, accarezzandole la guancia e facendola sorridere.
“E allora la sposerai?” sussurrò piano concludendo, e Rami rispose soltanto “…potrei fare in modo che sia già successo. Potremmo essere sposati anche da quattro o cinque anni, se vuoi, perché per me è già così…” facendola ridere in modo scomposto, dato che aveva solo sedici anni all’epoca.
“E tu starai sempre con me Julie? Mi amerai sempre, senza ma?” le chiese, tornando improvvisamente molto serio e lei sorrise e annuì, dicendogli piano che non aspettava altro.
Nota:
Ciao a tutti e buona festa dei single! Allora dopo le romanticherie di San Valentino, ho pensato fosse molto triste lasciarvi soltanto con il capitolo di Alan, e quindi ho aggiunto anche questo. Che ne pensate della dichiarazione di Julie? E della gelosia di Rami? Sapete, vero, che ormai non manca moltissimo al finale? Siete curiosi?
   
 
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