Cammini altezzosa tra la gente.
Invidiata dalle dame,
criticata dai cortigiani,
ma amata da entrambi.
Passo marziale,
fiera, austera,
bella e malinconica.
Vorrei strapparti dalle spalle,
quel peso enorme che hai.
Il peso di un mondo
inconcepibilmente devastante.
Tuo padre ha certamente sbagliato, con te.
Ma mai errore fu più bello, da renderti così diversamente perfetta ai miei occhi.
Sarò egoista, ma chiedere al re di farti divenire capitano, era l’unico modo di averti accanto.
Anche se capii subito la tua abilità. Capii subito quanto tu fossi nata per fare questo, che non vi fosse nessuno pari a te, alla tua forza ed al tuo coraggio.
Volesti sfidarmi, sfidando tuo padre ed il re in persona.
Non volevi mettermi in imbarazzo un pubblico, dicesti, ma la tua era solo una sfida personale.
Non ti dissi nulla, ma subito t’ammirai.
Forte tanto da sfidare il mondo, quanto fragile quanto un petalo di rosa.
Il tuo fragile cuore di donna, quando versasti amare lacrime per il Conte Fersen, quella sera al ballo.[1]
[1] Dalla meravigliosa FF di Dorabella27, “notte di gala, notte di inganni”.