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Autore: NPC_Stories    17/02/2022    3 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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930 DR: Predator Turned Protector



Da qualche parte nel Mare delle Stelle Cadute. Estate.

L'acqua del mare sciabordava intorno agli scogli, fondendosi in un suono rilassante anche se un po' troppo forte. Un po' troppo ossessivo. Le onde si infrangevano e creavano alti spruzzi, bagnando di acqua salata chiunque fosse così folle da arrampicarsi su quelle sporgenze rocciose.
Un'onda più mite delle altre s'incuneò fra gli scogli anzichè sbattervi contro e, come una marea, trascinò verso il mare alcuni rifiuti che vi erano rimasti incastrati. Un remo. Un'asse di legno spezzata. Un teschio umano.
All'unica occupante non sembrava importare molto. Stava sdraiata sul suo scoglio, il più comodo di quel minuscolo arcipelago, e si beava della luce del sole. Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui aveva visto passare una nave, non aveva molto da fare.
"Buongiorno" una voce umana la strappò dal suo dormiveglia. La sirina si riscosse e si alzò seduta, occhi spalancati ed espressione allarmata. La sua carnagione verde-argentea divenne color cenere per lo spavento.
"Scusami, non volevo spaventarti…" davanti a lei, sul suo scoglio, si ergeva una donnina umana. La voce era sottile, da bambina, anzi quasi da folletto. Non era l'unica sua stranezza: i capelli erano argentei, con una sfumatura azzurra, e facevano a pugni con i suoi vestiti sgargianti da guitto.
"Che cosa sei?" Domandò la creatura acquatica, tirandosi le gambe contro il petto. "Come sei arrivata qui? Non ho visto nessuna barca."
"Ah no? Devo essere arrivata volando" scherzò l'altra. "Non pensarci troppo, sono soltanto una cantastorie. Sono in cerca di ispirazione e tu… sei una leggenda."
La sirina, perplessa, si puntò un dito contro il petto. "Io?"
"Sì, certo, tu. Sull'isola di Kelthann sei la notizia del mese. La meravigliosa sirina che attira gli uomini con il suo canto e li conduce alla morte. Posso sapere perché lo fai?" Continuò l'altra, sempre con quella sua vocetta assurda.
La creatura fatata boccheggiò, un paio di volte, presa in contropiede dalla domanda. "Perché posso." Rispose semplicemente.
"Perché posso, bella questa, me la devo rivendere" celiò la barda. "E perché hai lasciato andare Tim Sandson?"
"Chi?"
Il sorriso dell'altra vacillò per la prima volta.
"Tim Sandson, del Turacciolo del mare. Giovane, capelli mori, pieno di lentiggini… occhi verdi da schianto. Hai fatto affondare la sua nave ma lui no, lui lo hai lasciato scappare." La sirina aveva l'aria di chi non riesce a seguire un discorso e nemmeno si sente stimolata a farlo. "È un bel tipo, è tornato a Kelthann su una scialuppa con un remo solo. Dai, dimmi la verità, avevi un debole per lui? Dai dai dai, dimmelo, io ho un debole per le storie romantiche!"
Seguì un lungo momento di silenzio.
"No. Non so chi sia. Dev'essermi scappato e basta. Io non risparmio gli umani che si avvicinano al mio angolo di mare."
La luce speranzosa negli occhi della barda si spense lentamente ma inesorabilmente.
"Oh, che peccato. Ma questo è noioso."
"È… che cosa?"
"L'ennesima storia di una creatura seducente che attira gli uomini con il canto e li uccide. Già fatto, già visto. Noioso." La cantastorie sospirò. "Posso sapere almeno perché? Sul serio, senza risposte a effetto."
Stavolta fu la sirina a guardarla in silenzio per un lungo momento.
"Non c'è un motivo. Mi diverte. Sono parassiti e mi piace vederli gettarsi nelle acque solo per il potere della mia voce."
La ragazza - che quasi certamente non era umana - a questo punto si tolse il voluminoso cappello e si passò una mano fra le ciocche setose.
"Accidenti, che peccato. Detesto uccidere una cosa bella."

La sirina non fece nemmeno in tempo a chiedersi cosa intendesse dire: la ragazza che fino a un momento prima sembrava carina ed eccentrica le si avvicinò un po' troppo e cominciò a cambiare.
Il suo aspetto rimase più o meno invariato, se non che… era trasparente. E inquietante. Maledettamente spaventosa.
La fata fu presa alla sprovvista quando la cantora spettrale le affondò una mano nel petto. Una mano incorporea, ma fredda.
La voce le morì in gola. Tutta la sua sicurezza stava scivolando via come acqua. Quello che pensava di sapere di sé stessa - la fata potente, che teneva in mano la vita e la morte degli uomini - stava scomparendo e rimaneva solo paura, e meraviglia.
Poi anche la paura scomparve. Non le importava abbastanza di se stessa da avere paura. Riusciva a vedere una cosa sola: lei, la donna che le stava davanti. Così bella e potente. Doveva essere una dea. Mentre lei non era assolutamente nulla.
Yrga dei Sussurri, barda, cercatrice di racconti, cantora spettrale, amante delle storie romantiche e protettrice degli idioti si alzò lentamente in volo, contemplando la sua opera.
La sirina non era morta, ma non era più neanche davvero viva. Non era consapevole di sé. Si sarebbe lasciata morire di fame, se qualcuno non l'avesse aiutata.
Ed era chiaro che nessuno l'avrebbe aiutata.



**********
Il trope di oggi è Predator Turned Protector, perché un cantore spettrale in teoria farebbe esattamente la stessa cosa che faceva la sirina di questa storia: attirare le persone verso la morte usando il suo canto. Questa sirina era più crudele delle altre esponenti della sua razza. Per contro, Yrga lo è meno, forse un giorno scriverò il suo background.
Yrga è anche protagonista della storia RS-F-1030-11-11-902.
   
 
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