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Autore: NightWatcher96    17/02/2022    2 recensioni
In seguito al colpo di un Villain, Katsuki soffre di ipovisione per circa 13 giorni; tuttavia, Izuku non lo lascerà solo in quel momento di disabilità, anche se sarà difficile tenere segreti dei sentimenti.
Ma sarà davvero necessario celare quell'amore fiorente?
BakuDeku
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Ammetto che la precedente storia mi ha ucciso: non avrei mai voluto dividere la BakuDeku, così ecco un'altra One-Shot.
Chi indossa gli occhiali, come me, è frustante non riuscire a vedere alcun contorno ma solo blob colorati. Ma basta parlare di me: Enjoy!!!




 

Izuku era spaventato, nei suoi occhi smeraldo scintillavano una moltitudine di pensieri e continuava a rimuginare sull'attacco avvenuto prima a poca distanza dall'agenzia di Endeavor. Lui, Shoto e Katsuki stavano pattugliando normalmente, mentre l'attuale Number One Hero spiegava semplicemente come affinare il proprio corpo per essere pronti a intervenire ancor prima del pericolo stesso quando da un muro era emersa una macchia nera.

A primo impatto a Izuku era parsa la versione dark di Mirio, del suo Quirk Permeazione. Poi in un attimo spire nere avevano bloccato i quattro incroci e racchiuso i quattro Hero in una gabbia a retina di melma nera dove attacchi di ghiaccio, fuoco ed esplosione non sarebbero serviti. 

Izuku riuscì a far passare un proiettile di energia approfittando che il Villain, Fangumus avesse aperto un piccolissimo varco per guardarli e a colpirlo giusto in faccia. La gabbia si era disciolta e i tre restanti Hero erano intervenuti immediatamente bloccandolo e mettendo definitivamente fine al suo patetico attacco.

Endeavor chiamò alcuni suoi sottoposti per portare il nemico in prigione, Shoto lo impalò in uno spuntone di ghiaccio per non farlo scappare, Izuku controllò subito se c'erano feriti e Katsuki si avvicinò al nemico per guardare bene il volto completamente nero. 

"Idiota!" ringhiò. 

Fu un attimo, da sotto all'asfalto crebbe una frusta nera che gli si abbatté ferocemente contro una tempia, sbalzandolo con una violenza inaudita contro un muro, in un assordante tonfo. Il biondo cadde, con alcuni detriti di mattoni rossi, in terra, con uno squarcio sanguinante e privo di sensi.

Izuku scosse il capo a quel ricordo che non smetteva di farlo sentire in colpa. Quand'era stato portato di corsa all'ospedale più vicino, se Shoto ed Endeavor erano stati costretti a continuare la pattuglia in città, lui era rimasto perché mai lo avrebbe lasciato da solo. 

C'erano ancora due dottori che parlavano nella stanza di Katsuki; Izuku non era riuscito a capire una singola parola ma sperava con tutta la disperazione possibile di sapere presto che danni erano stati causati da quell'attacco rapido e a tradimento. Le sue preghiere furono però accolte, i due dottori uscirono dalla stanza e guardarono il giovane Hero in verde che si alzò con foga, quasi inciampando verso uno di loro.

"E' stabile. Tuttavia l'attacco potrebbe portare a un calo della vista sebbene temporaneo. Dovrebbe risvegliarsi a breve, ti consiglio di vegliarlo e ti prego di chiamarci se dovesse accadere qualcosa".

Izuku annuì, inchinandosi profondamente e senza neanche attendere che i due dottori andassero a controllare altri malati o feriti, si fiondò nella stanza, chiudendo dolcemente la porta dietro di sé. Katsuki era straordinariamente silenzioso e tranquillo mentre riposava con la testa fasciata, il braccio destro altrettanto e completamente, con una flebo in esso. 

"Kacchan…" sussurrò, avvicinandoglisi. 

Era pallido, i capelli biondi erano aperti sulla fronte bendata, sollevati un po' verso l'alto. Era semplicemente bellissimo e in Izuku non smettevano di susseguirsi pensieri molto poco casti e peccaminosi. Scosse il capo, cancellandoli: era una situazione molto delicata!

Decise di avvisare Shoto con un messaggio sintetico ma nel momento in cui la sua attenzione si concentrava sul display per decidere che parole usare, il suo fine udito catturò un movimento raspante di una testa che si muoveva leggermente sulla federa bianca del cuscino. 

Izuku per poco non fece cadere il cellulare in terra nella felicità assoluta.

"Dove cazzo sono…?" borbottò il biondo con voce impastata.

Per Izuku furono le più belle parole mai udite a un risveglio; gli si avvicinò, prendendogli una mano. Si sorprese che l'altro gliela strinse senza iniziare ad urlare oscenità. 

"Kacchan, sei in ospedale. Ti ricordi di cosa è successo?".

"Sì, certo. Quel bastardo mi ha spedito al tappeto con un fottuto attacco a tradimento!" ringhiò, cercando di mettersi seduto. Izuku lo aiutò prontamente, senza smetterlo di guardarlo. "Ah, Deku… vedo tutto sfocato" ammise, muovendo le mani che erano davvero a poca distanza dal viso. "Non riesco a mettere a fuoco, perché? Perché non riesco a vedere bene, cazzo?!".

Il verdino premette il bottone sulla testiera del letto per chiamare i dottori che non tardarono ad arrivare e mentre lui si teneva in un angolo, in silenzio, i due di prima illustrarono la sintomatologia del danno temporaneo subito dal Villain in gattabuia.

"Quindi quel colpo mi ha fatto perdere la vista e ora devo farmi andare bene che vedo solo blob informi e colorati? Per quanto tempo?" ruggì Kacchan, socchiudendo le palpebre per sperare di mettere un po' a fuoco.

"Sono molto frequenti i casi come il tuo, ragazzo. Tempo due settimane e dovresti tornare come nuovo; ti suggerisco di non affaticarti, evita le ronde, d'accordo?" spiegò il medico. "Verrai dimesso oggi, comunque".

Izuku ringraziò con un cenno della testa e non appena di nuovo i due rimasero da soli, Katsuki non si trattenne e ruggì, scaraventando la coperta oltre il letto per scendere. 

"Kacchan, devi riposare! Hai sentito il dottore!".

"Col cazzo che me ne sto qui a fare la muffa! Come dovrei sentirmi sapendo che ora non ci vedo bene? Non riesco neanche a vedere la tua brutta faccia di merda!".

Katsuki non si accorse che a quell'insulto Izuku si era rabbuiato, trattenendo a fatica la voglia di replicare. Il suo cuore emise un battito doloroso ma si riprese subito per fungere da supporto al ragazzo. Immaginava, almeno un po', come doveva sentirsi in quella situazione ed era per questo che sciocchi sentimentalismi li avrebbe chiusi via.

Kacchan non aveva bisogno si sapere che lui provava davvero qualcosa per lui. 

Non doveva conoscere i suoi sentimenti.

Mai.

"Dammi una mano, Nerd. Dov'è la mia maschera?" domandò il biondo, allungando una mano verso Izuku.

"E' qui, Kacchan. Ti aiuto a rimetterti gli accessori del tuo costume".

Izuku non lo lasciò neanche un attimo; firmò anche al posto di Katsuki la dimissione, lo accompagnò fino all'uscita dell'ospedale con un braccio intorno alla vita e quello dell'altro buttato sulle sue spalle. Era buono il suo odore, per la prima volta poteva guardarlo molto da vicino e catturare ogni più piccolo dettagli di quel viso tanto amato e ambito disperatamente. 

I capelli biondi erano davvero a punta, come una piccola bomba in testa, ma erano setosi, di una nuance spettacolare di dorato. Gli occhi rubino dilatati erano meravigliosamente profondi, ardevano di tante emozioni diverse ma erano sicuri. Il calore che trasudava il corpo muscoloso di sedicenne avvolto in quell'aderente costume nero e arancio aveva il potere di mandare in subbuglio il suo, infiammandogli tutti i muscoli pelvici. 

"Sta piovendo?" chiese improvvisamente Katsuki, dopo un lungo silenzio.

"Sì, riesci a vedere?" confermò speranzoso il verdino.

"No, idiota! Come faccio se vedo solo chiazze di colore? E' il rumore!".

"Oh, giusto, Kacchan" si scusò il verdino, controllando il cellulare. C'era un messaggio di Shoto. "Sta venendo Endeavor-san a prenderci per portarci in Agenzia. Tu sei esonerato dalla ronda".

"Cosa?" ruggì il biondo, staccandosi con una tale foga che Izuku per poco non cadde di schiena in terra. "Non me ne starò a poltrire su una sedia a vedere voi altri che mi superate!".

"Kacchan, non dire eresie! Al momento non puoi esercitare il tuo Quirk, non puoi svolgere le tue cose normalmente e hai bisogno di un supporto! Non fare il difficile!" replicò deciso Izuku.

"E da chi dovrei avere supporto? Da un idiota come te?" sbuffò il biondo, sogghignando con una mano sul fianco. "Mille volte meglio Kirishima!".

Izuku fu colpito dolorosamente da quelle parole e tentò disperatamente di tacere, stringendo le labbra per evitare ad anche il più piccolo gemito di uscire e farlo diventare ulteriormente uno zimbello. I suoi occhi, tuttavia, si riempirono di lacrime calde e le sue gote avvamparono di collera ma ancora si decise ad essere forte perché capiva che Katsuki era scosso, nonostante tutta quella sfrontatezza.

"Nerd" lo chiamò. "Perché stai zitto tutto ad un tratto?".

Deku non gli rispose, era certo di avere la voce tremolante visto che stava anche crescendo un pizzicore alle narici che indicava che di lì a poco le lacrime sarebbero cadute lungo le sue gote inesorabilmente. Premette la mano contro le labbra, voltandosi verso la strada. Sotto al pergolato erano al sicuro dalla pioggia che batteva furiosa. 

Izuku si perse nell'osservare quella sorte di tenda d'acqua che voleva tenerli bloccati lì, in un'imbarazzante e pesante infinita attesa. Katsuki gli si avvicinò leggermente, la sua rabbia era totalmente sbiadita, lasciando posto a una profonda cupezza.

"Pensavo che ti desse fastidio sentirmi parlare" rispose infine Izuku, a voce bassa.

Fu il turno del biondo di non rispondere; in qualche modo si era reso conto di aver detto qualcosa che aveva scurito il cuore del ragazzo più basso al suo fianco…

 

Izuku era diventato il supporto di Katsuki ed anche lui era stato esonerato dalle ronde, lasciando tali compiti a Shoto, Endeavor e a Burnin. Questo gli aveva fatto piacere ma poi Katsuki si era rivelato un difficile paziente nel momento in cui si era dovuto spogliare, lavare e mangiare.

Insistette di potercela fare ma non riuscire a definire i contorni delle cose e sentirsi impazzire dal ritrovarsi circondato da blob informi e una accozzaglia di colori portarono inesorabilmente Izuku a essere più insistente e molto presente.

Ed ora, in bagno insieme, Izuku con le gote rosse e nudo strofinava la schiena al biondo, aiutandolo a fare la doccia prima di andare a letto. Il pomeriggio era stato un tira e molla ed entrambi i giovani pulcini di Hero erano sfiniti. 

Katsuki si era arreso nel momento in cui aveva capito che Deku non lo avrebbe lasciato perdere; aveva inizialmente pensato di rendergli le cose difficili ma poi anche lui era stato colpito dalla stanchezza di tutto ciò che era accaduto nella giornata.

"Non era necessario fare la doccia insieme" borbottò.

"Faremo prima. Oltretutto l'altra doccia è occupata dai subordinati di Endeavor-san".

C'era anche una terza doccia ma quella era quasi sempre priva di acqua calda e alla fine, nonostante l'imbarazzo intento a fare un braccio di ferro contro la felicità di poter vedere ogni cosa del biondo, Izuku si era calato nelle vesti di una persona addetta all'aiuto in ogni cosa per una disabilità temporanea.

"L'acqua è abbastanza calda?" chiese gentile.

"Sì. Strofina meglio sulla spalla destra".

"Non posso, Kacchan. Hai la fasciatura; non possiamo farla bagnare. So che ti prude, ma resisti. Non ci impiegherò molto" rispose calmo Izuku, con gli occhi bassi. "Preferisci lavarti tu davanti?".

Pronunciò quelle parole ed ebbe la sensazione di essersi immischiato davvero troppo nella privacy di Katsuki che aveva portato la mano sinistra sul collo e l'aveva fatto scrocchiare. Il suo cuore galoppava, era tutto accaldato e cosa peggiore… il suo ammasso fallico era in procinto di risvegliarsi.

Perché aveva questi sentimenti per Katsuki? Perché una cosa tanto innocente come aiutarlo a fare la doccia lo stava eccitando? 

"Non riesco a vedere molto, aiutami" arrivò calma la risposta del biondo, di spalle, con lo sguardo fisso alle mattonelle.

Deku deglutì un magone pesante giù per l'esofago e d'un tratto gelò: quando i suoi occhi che seguivano Kacchan voltarsi verso di lui caddero immancabilmente sulla parte bassa gli parve sentire il suono nitido di un vetro che si schiantava in mille pezzi e risvegliarsi da un torpore, una trance amorosa. 

"Che hai da fissare? Abbiamo sempre fatto il bagno insieme da piccoli!" sbuffò il biondo, canzonatorio.

Izuku annuì borbottando qualcosa di incomprensibile, afferrò spugna e sapone e gli si inginocchiò dinanzi. Inutile dire che quella posizione fu particolarmente a doppio senso, considerando che se malauguratamente si fosse avvicinato un po' troppo, le sue labbra e la sua bocca avrebbero certamente saggiato quell'ammasso di perfetta pelle piuttosto grande per un sedicenne.

-Non pensare a niente di sconcio, Izuku! Stai solo aiutando, non è nulla di…-.

Katsuki gli si avvicinò e il suo naso urtò la parte meno pronunciata del fallo: se dal primo si levò un mezzo gemito dalla bocca, Izuku squittì, cadendo rumorosamente in terra e picchiando duramente con il coccige le mattonelle gelide e bianche.

"K-Kacchan…! Scusami, io…!" balbettò, rosso in viso e spaventato. "Sono stato poco delicato?".

Katsuki non rispose, era in trance, con gli occhi fissi nel vuoto, la bocca lievemente aperta e tutti i muscoli completamente rigidi. Non sembrava arrabbiato, almeno secondo i pensieri di Izuku che aveva imparato a conoscerlo bene in svariati anni di soprusi e improbabile amicizia. Poi, sospirò e gli allungò una mano. 

"Finisci il tuo lavoro" ordinò.

Izuku che era in ginocchio scoccò un'occhiata rapida al suo fallo eretto ed annuì, cercando disperatamente di non destare sospetti. Sapeva che Katsuki non avrebbe potuto vederlo chiaramente ma ugualmente cercò di essere il più furtivo possibile nel continuare a lavare le gambe e di allontanare ogni più piccolo malizioso pensiero.

Kacchan si era mosso, lo sapeva. Il perché sarebbe stato un mistero.

 

"Mi dispiace che devi condividere il letto, Kacchan… ma non posso dormire nella mia stanza sapendo che non puoi-".

"Sì, sì, Nerd" tagliò corto il biondo. "Dormi, sono stanco".

"Certo, Kacchan. Buonanotte".

Dopo quella doccia particolarmente imbarazzante, Izuku aveva aiutato Kacchan a mangiare del katsudon nella mensa , riservandogli la medesima cosa nello spogliarsi infilandogli un pigiama tutto nero di pile. Ci aveva pensato su un paio di volte se restare o meno ma poi aveva voluto essere più risoluto e si era infilato nello stesso letto, fortunatamente a una piazza e mezza.

Kacchan aveva girato la testa come per guardarlo con aria interrogativa ma lo aveva lasciato fare, coricandosi e dandogli poi le spalle. Sinceramente per Izuku era stato davvero irreale e non capiva come mai stesse agendo quasi senza riflettere. Tuttavia, al biondo non parve dispiacere di questa sua nuova parte.

"Come va la spalla?" chiese improvvisamente il verdino. 

"Pizzica un po'" rispose piano l'altro, con gli occhi aperti. Non riusciva a dormire, in realtà, continuava a rimuginare su molte cose, incurante che anche in Izuku fosse tutto un mare in tempesta. "Oi, Deku. Perché hai deciso di aiutarmi?".

"Perché sono tuo amico, Kacchan. Inoltre non ti avrei mai abbandonato" rispose sincero l'altro.

"Tsk. Non mi serve la tua compassione. Sono stato un idiota, ho abbassato la guardia ed eccomi qui! Inutile come la merda!".

"Non intendevo affatto mancarti di rispetto, Kacchan. Però ero sincero" ammise Izuku, spostandosi un po' di più nella parte più fredda ed esterna del letto. "Sono tuo amico, lo sai" sussurrò tristemente.

Katsuki si voltò verso di lui e gli si accucciò con il mento nella piegatura del collo; ignorò il sobbalzo stupito di Izuku, il graduale calore alla guancia premuta contro la sua e al respiro un po' accelerato da bocca e da naso. Fece scivolare una mano contro lo sterno, agganciandolo e premendolo contro il suo.

"K-Kacchan…" articolò a fatica il verdino.

"Oggi, fuori dall'ospedale ti sei ammutolito di colpo".

Izuku strinse le labbra e le palpebre, colto da un'improvvisa ondata di lacrime. Che cosa poteva rispondere a Katsuki? Che il paragone con Eijiro lo aveva ferito talmente tanto da farlo quasi piangere come un bambino? Oppure che si era innamorato di lui e avrebbe fatto qualunque cosa per stargli sempre vicino?

"Sei tutto contratto" sussurrò roco Katsuki nell'orecchio. 

Ah, giusto. Pur di non emettere suono o lasciarsi andare alle lacrime, aveva trattenuto il fiato in una contrazione meccanica degli addominali. Spalancò gli occhi lustri alla realizzazione che la mano del biondo gli si era appoggiata sullo stomaco e pericolosamente, se fosse scesa, avrebbe tastato ben altro di duro.

"Kacchan, smettila, per favore" pronunciò severo Izuku, spostando via quella mano birichina.

In un frangente, Katsuki lo colpì con un doloroso calcio alla spina dorsale facendolo cadere oltre il letto in un tonfo sonoro sul pavimento. Izuku mal celò un guaito alla zona colpita ma ancor di più non comprese il perché di quell'atto a tradimento.

"Dormi sul pavimento, MerDeku!" ruggì Katsuki. "Chi cazzo pensi di essere? Non atteggiarti con me, hai capito?!".

Izuku non rispose ma non riuscì a trattenersi dal singhiozzare e buttò fuori il suo risentimento, mordendosi ferocemente l'avambraccio pur di camuffare ogni singolo singhiozzo. Non si sarebbe mai accorto che il biondo si era messo seduto sul letto per ascoltare quel pianto, con il senso di colpa inciso sulla pelle…

 

Quattro giorni erano passati; Izuku si era tenuto neutrale e il più in disparte possibile nell'aiutare Kacchan. Dopo il calcio ricevuto, nel verdino si era fatta strada che se avesse continuato a dimostrarsi fin troppo lascivo con l'altro avrebbe creato solo confusione. Si era ripetuto come un mantra che a Katsuki non sarebbe servito conoscere il fuoco di passione crescente dentro di lui e sperava solo che in questo modo avrebbe cancellato definitivamente tutto, amore, sentimenti e voglia di stringere quel corpo muscoloso a sé.

"Nerd" chiamò Katsuki.

Quest'ultimo passeggiava per strada con il suo costume invernale addosso dinanzi a Izuku e quest'ultimo lo seguiva mogio con lo sguardo incredibilmente triste e deluso. Sollevò gli occhi lustri di lacrime non versate e si finse attento. 

"Sono dietro di te ma ancora penso che saresti dovuto rimanere in Agenzia. E' pericoloso se non puoi contare sulla vista".

"Soffocavo lì dentro. Lo sai bene come sono fatto" sbuffò l'altro, agitando una mano. "Endeavor non ha detto neanche una parola. A lui fa piacere che affiniamo altri sensi per essere pronti a intervenire, no?".

Izuku annuì distrattamente, perso ad osservare il cielo colorato di un tenue arancio, sporcato da una lieve nuance di lilla su alcune nubi. Erano quasi le cinque del pomeriggio di quel freddo febbraio ma le giornate si erano notevolmente allungate da quando avevano iniziato a essere chiamati più spesso da Endeavor. 

"Mi dispiace per averti buttato fuori dal mio letto".

Izuku non si sorprese ma si sforzò di fare un piccolo sorriso, grato di quel tentativo di pace dall'altro. Si chiese anche il perché, dato che era evidente che lo odiasse ma ringraziò con un cenno e poi negò. Non era necessario, lo aveva perdonato. Come al solito.

"Va bene, Kacchan. Ero stato un po' brusco con te. Mi dispiace se ho urtato i tuoi sentimenti".

Kacchan gli si voltò e gli prese il polso, facendo scivolare le dita in quelle più piccole per intrecciarle. Izuku non alzò neppure lo sguardo, preferì solo ignorare tutto e annullare il fiume di pensieri peccaminosi esplosi dentro il suo petto. 

"Mi dirai perché ti eri ammutolito fuori dall'ospedale?" continuò il biondo, con voce più bassa, quasi ipnotica.

L'altra mano gli si appoggiò sui capelli, in una piccola carezza, correndo inesorabilmente verso una guancia lentigginosa. Non riusciva a vedere ma gli era parso che in quei giorni le forme senza contorni erano migliorate leggermente. Se strizzava le palpebre la sfocatura sarebbe lievemente meno persistente. 

Scorse due grossi punti informi all'altezza del viso di Deku: erano occhi ma non felici, piuttosto distanti e sfuggenti. Dentro di lui percepì un formicolio di rabbia e di gelosia, di essere stato tagliato fuori. Katsuki socchiuse di nuovo le palpebre ma non riuscì a catturare l'espressione che regnava sul piccolo viso pallido. 

Izuku a quella carezza si staccò un po' e voltò la testa altrove, improvvisamente in colpa.

In un moto di rabbia, allora, Kacchan arricciò le dita e piantò un forte pugno sullo zigomo sinistro del verdino, facendogli immancabilmente perdere l'equilibrio. 

"Mi hai rotto il cazzo, MerDeku! Smettila di voler disperatamente mie attenzioni! Sei fortunato che ti lascio avvicinare a me ma non ti devo niente, hai capito? Sputa il rospo, bastardo!".

"DynaMight, siamo per strada. Non possiamo far spaventare i civili" arrivò flebile la risposta di Izuku mentre si rimetteva in piedi e si strofinava un po' di sangue dal nuovo taglio sulla guancia. 

"Non me fotte! Hai un problema con me! Mi ha rotto il cazzo questo tuo atteggiamento scostante! Che cazzo vuoi da-".

Improvvisamente il biondo si ritrovò tirato per un braccio e spostato il più velocemente possibile verso sinistra. Cadde miseramente in terra, accanto a un tronco di un sempreverde senza riuscire a capire nulla, se non il suo corpo in subbuglio e adrenalina per qualcosa che era successo troppo in fretta.

"Scusami, Kacchan!" esclamò Izuku.

Il biondo captò che doveva essere spuntato qualche Villain dal timbro agguerrito. Cercò di rialzarsi con l'aiuto del tronco e di sperare di identificare qualcosa per intervenire. Izuku era a poca distanza da lui e sembrava che dalla posizione ricurva in avanti, con le gambe divaricate era pronto a proteggerlo. 

Ma lui, DynaMight, non aveva bisogno di essere aiutato! L'orgoglio suo urlava oscenità incredibili.

"Deku, che cazzo sta succedendo?!" sbottò ringhiando.

"Kacchan, per favore, rimani lì e non osare scendere in battaglia, hai capito?".

"Non hai risposto alla mia domanda, cazzo!".

Katsuki riuscì a scorgere la Black Whip schermarlo dall'arrivo di una panchina. Il suo corpo si tese bruscamente, sentì accrescere il sudore sui palmi pronto per detonare. Voleva disperatamente vedere! Voleva combattere e non essere una palla al piede! Izuku lo schermò per altre due volte ma con un Saint Louis Smash di gamba sinistra che distrusse in frammenti minuscoli un enorme blocco di asfalto e un Air Force Smash per colpire ripetutamente delle gocce di acido piovute dal cielo.

"Deku!" chiamò ancora, disperatamente.

Tutto il suo corpo era in allarme, il fatto di non poter contare su una vista normale gli fece comprendere che ancora una volta il suo orgoglio aveva messo in difficoltà un amico che mai lo aveva abbandonato. Gli tornarono immancabilmente in mente le parole fuori all'ospedale in un loop infinito e allora la risposta gli sopraggiunse chiara, facendolo tendere come una corda di violino.

In un momento del genere, i suoni divennero ovattati e poi un ronzio simile al rumore bianco del vuoto. Nel suo cervello si materializzò la scena di giorni prima nitidamente nei suoni, un po' a rallentatore. Comprese. Eccome se comprese.

Aveva ferito Izuku con un paragone che non c'entrava affatto e quel silenzio era stato per trattenere la collera e un pianto disperato. Il suo cuore martellava ferocemente nel petto e i suoi occhi bruciavano di lacrime mai cadute. 

Pensò a quando invece lo aveva cacciato fuori dal letto… anche lì Izuku era stato silenzioso e aveva pianto. Ma perché? Era geloso della sua amicizia con Eijiro? No, non era di quella pasta. E allora?

Il suo fine udito catturò un tremendo schianto di metallo: riuscì a scorgere a malapena Izuku incassato nella portiera di un suv e un Villain alto, muscoloso, dai capelli in grado di diventare aculei scarlatti pronti a trafiggerlo, uccidendolo. Katsuki prese un respiro traballante, afferrò il suo braccio ferito e tentò di prendere la mira contro la schiena possente e nuda del tizio che continuava a tempestare di calci e tallonate stomaco e sterno dell'altro.

Sparò ben tre potenti esplosioni: le prime due colpirono quasi un albero accanto al suv rischiando di ferire ulteriormente Izuku, l'ultima invece andò a segno sulla nuca del Villain, catapultandolo duramente in terra. Con le poche forze, il verdino richiamò la Black Whip e lo stritolò nonostante il dolore in tutto il corpo.

"Kacchan!" chiamò disperatamente. 

Il biondo corse in suo aiuto: vista o non vista doveva intervenire e sperando in un qualche miracolo scagliò ancora esplosioni, l'una dopo l'altra, urlando tutta la sua frustrazione. Era stato inutile, lo riconosceva. Aveva messo in pericolo Izuku, dopo aver ferito ripetutamente i suoi sentimenti. 

Quando finì, il Villain era tramortito al suolo privo di sensi, immobile e stretto nella Black Whip di Izuku. Katsuki prese il cellulare dalla tasca del suo costume, lo avvicinò il più possibile agli occhi nella speranza di trovare il tasto d'aiuto ma fallì. Rabbioso, lo scaraventò sull'asfalto e corse verso il povero Deku con un braccio avvolto intorno al costato.

"Deku!".

"K-Kacchan… sto bene… grazie per l'aiuto…" articolò a fatica, tentando di mettersi in piedi.

Riuscì a fare solo mezzo passo prima di cadere di fianco in terra, arricciato a pallina. Kacchan gli si inginocchiò accanto, visibilmente spaventato e colpevole. 

"H-ho già chiamato Todoroki-kun… non lasciamo sfuggire il Villain…".

Kacchan aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse; fece passare un braccio intorno alla vita di Izuku e lo aiutò a rimettersi in piedi…

 

Il Villain era riuscito a rompere tre costole ad Izuku ma almeno era stato sbattuto in prigione con l'accusa di tre omicidi, otto rapine e contraffazione di sostanze illegali. Con la licenza di Hero dei tre pulcini della U.A. non c'erano stati problemi nell'intervenire, anzi, Endeavor si era congratulato con Izuku e Katsuki, non senza riservare una leggera ramanzina al biondo che era stato incredibilmente mogio e silenzioso.

Dalla cattura con successo e dall'inizio della sua ipovisione erano trascorsi esattamente tredici giorni. Quand'era andato a controllo, insieme a Izuku che si era fatto dare un'occhiata alle sue costole, il dottore era stato assai positivo nel dirgli che il danno era rientrato e che si sarebbe presto svegliato in assoluta normalità. E Kacchan non vedeva l'ora.

Era disteso sul letto del dormitorio della U.A. con un braccio contro la fronte e lo sguardo fisso nel vuoto. Non era più riuscito a parlare normalmente con Izuku, che però non era venuto meno nell'aiutarlo. Anzi, dopo che erano tornati, con Shoto, alla U.A. lui era stato accerchiato dalla BakuSquad che lo aveva tenuto ancor più lontano da quel ricciolino silenzioso.

-Non capisco il tuo comportamento, Deku. Onestamente non ti ho mai capito- pensò chiudendo gli occhi.

Alla porta della sua camera si udì un tocco; Kacchan sbuffò un po' ma concesse di entrare a quello che rivelò essere Izuku. Non seppe mai il perché di quello scoppio di felicità dentro di se che lo fece mettere seduto con una certa fretta.

"Kacchan, Recovery Girl mi ha dato delle gocce per la tua secchezza oculare. Stamattina ci siamo dimenticati di prendere il flacone".

Anche se per nulla nitido e molto sfocato, Katsuki seguì Izuku poggiare il piccolo contenitore bianco di plastica sul comodino accanto al letto per poi guardarlo. Chissà, si ritrovò a pensare, che tipo di espressione sostava sul suo lentigginoso viso.

"Hai bisogno di qualcosa, Kacchan?" domandò sicuro.

"Voglio sapere il motivo del tuo silenzio fuori dall'ospedale, tredici giorni fa".

Udì un sospiro pesante, scocciato e un movimento raspante di Izuku che si allontanava verso la porta della stanza con una mano contro le costole doloranti. 

"Perché non vuoi rispondermi?" abbaiò feroce il biondo, alzandosi in piedi.

"Ero pensieroso, Kacchan. Te lo avevo già detto" rispose infastidito Izuku, pronto per inclinare la maniglia e aprire la porta.

"Voglio saperlo! Non prendermi per il culo!".

"Kacchan, non avrei motivo di mentirti. Non hai bisogno di saperlo" sentenziò freddo l'altro.

In uno scatto felino il biondo si alzò e lo raggiunse, bloccando la porta con entrambi i palmi e nel contempo ritrovandosi a poca distanza da quel volto rabbioso e deluso

"Non te ne andrai di qui. Dimmelo!" ringhiò feroce Kacchan.

Il verdino era appiattito di schiena contro la porta fredda e liscia di un colorito biancastro. Il respiro bollente di Katsuki gli solleticava la guancia e l'orecchio sinistri, provocandogli tante emozioni contrastanti. Sapeva che quella tenacia non si sarebbe placata fino a quando non gli avrebbe concesso la risposta che voleva da giorni, ormai.

Si era ripromesso, mentre abbassava gli occhi colmi di tristezza, di non rivelare nulla. Kacchan era molto provato dal suo problema e oltretutto aveva già capito che quei sentimenti sarebbero stati un ulteriore motivo di tenersi a debita distanza. Onestamente preferiva essere ricoperto di insulti e intavolare la brutta copia di un dialogo piuttosto che un silenzio pensante e difficile da sopportare. Izuku ne aveva francamente abbastanza ma di se stesso; era solo un idiota credulone, non era cambiato di una virgola, ancora si crogiolava nelle sue fantasie di pubertà e semplicemente si disgustava. 

Quando scriveva qualcosa o appuntava nozioni fondamentali sui suoi amici, sugli Hero in generale, il suo pensiero cadeva sempre su Katsuki e allora doveva fermare la mano con la penna per non mettere a nudo i suoi veri sentimenti. E alla fine, con una mano premuta contro la bocca, piangeva disperatamente perché sapeva che l'essersi innamorato di Katsuki la prima volta che lo aveva visto con addosso il suo costume da Hero, nella battaglia per la bomba in cartapesta, si era inoltrato in un inferno senza via d'uscita. L'amore era un sentimento davvero strano.

Un dolore alla nuca e in fronte esplose pungente in Katsuki. La sua vista tremolò lievemente, macchie nere crebbero ad intermittenza e ai bordi tutto assunse un colorito oscuro. Scosse il capo, sbattendo più e più volte le palpebre per allontanare quel fastidio crescente. 

Per un solo secondo riuscì a scorgere lo sguardo infinitamente triste di Izuku prima di un dolore terribile e bruciante alle cornee. Katsuki gridò, coprendosi gli occhi con le mani sudate; inciampò nei suoi stessi piedi finendo prima su Izuku, spaventato da quell'improvviso cambio di scenario per poi essere trascinato sul pavimento.

All'ultimo istante, il verdino fece volteggiare il biondo per poterne attutire la caduta con il suo corpo. Gemette a una fitta nelle povere costole ma tenne duro. Il viso di Katsuki era capitato nella piegatura del suo collo, i capelli gli punzecchiavano la pelle delle guance lievemente arrossate e una gamba muscolosa gli era finita tra le sue, premendo sul suo cavallo.

Situazione molto imbarazzante.

Deku chiuse gli occhi per un frangente, inspirò profondamente dal naso e prese ad accarezzare delicatamente i capelli del biondo che invece mal gelava gemiti di dolore misti a piccoli ringhi dai denti stretti. Alla prima carezza, però, Katsuki si zittì, immobile, in attesa. 

-Il suo cuore batte forte quasi quanto il mio… ma perché sta soffrendo- pensò malinconico il verdino, schiudendo gli occhi. 

Katsuki girò la testa, appoggiando la punta del naso sulla guancia accaldata dell'altro. Dischiuse gli occhi e batté le palpebre: la sua visione era meno sfocata. I muscoli intorno ai bulbi oculari erano tesi, il solo movimento di essi gli causava un dolore sovrumano e non smetteva di avere la sensazione che la luce accesa in camera sua fosse come quella del sole: gli bruciavano le retine. Tutto, cazzo!

Stava morendo in un'agonia?

"Kacchan, devi mettere le gocce" sussurrò Izuku. "Stai forse recuperando la vista?".

"Non lo so… ma fa male…" articolò il biondo. 

Il verdino fece scorrere le mani sotto alle ascelle forti e si alzò, non trattenendo un gemito alle povere costole scricchiolanti. Si alzò avendo la massima cura dell'altro ragazzo che sembrava proprio non smettere di fissarlo: aveva degli occhi incredibilmente arrossati e secchi. 

Entrambi si sedettero sul materasso, Izuku allungò la mano per prendere il collirio.

"Kacchan, tieni gli occhi aperti, per favore. Sto per metterti le gocce, almeno avrai un po' di sollievo". 

E così fece, spremendo tre gocce in ciascun occhio. Katsuki contrasse leggermente il collo al contatto gelido e improvviso contro i suoi occhi ma il sollievo arrivò quasi immediatamente. 

"Rimani con gli occhi chiusi, Kacchan, va bene?" mormorò Izuku, sistemandolo meglio con la testa sul cuscino. "Io vado in camera mia. Riposa".

Il tono rassegnato percepito fecero contrarre le sopracciglia di Katsuki; non era per niente in vena di lasciar cadere l'argomento che più gli premeva ancora sapere. Alzò una mano alla cieca ed ispirò profondamente. 

"Non alzerò la voce, né litigherò con te se non te ne andrai".

"Kacchan-".

"Deku" rimarcò l'altro. "Sono serio".

Il verdino si arrese a quel tono quasi implorato e gli si sedette accanto, prendendogli la mano e accarezzandone delicatamente il dorso e il palmo. Il respiro di Katsuki lentamente divenne più calmo, fino a quando non si addormentò, immerso in un sonno meno tormentato.

"Mi dispiace, Kacchan…" sussurrò Izuku, coricandoglisi a fianco ed imprimendo per bene quel volto bello e sereno. "Terrò questi sentimenti lontano da te e non dovrai preoccuparti, vedrai…".

 

Occhi rubino si aprirono di scatto.

Katsuki era ormai sveglio, completamente con le energie al massimo e ancora disteso sul letto. Era tutto buio. La paura si impadronì di lui alla realizzazione, forse decisamente precipitosa, di aver completamente perso la vista. 

Un respiro morbido catturò però la sua attenzione; Katsuki voltò la testa a destra e scorse un viso terribilmente vicino a lui, anzi, in realtà mezzo suo corpo era più caldo, riscaldato da un altro più piccolo e dall'inconfondibile profumo di pino e di menta.

"Deku…" sussurrò, strofinandosi le palpebre chiuse. 

Quel dolore pungente era passato, così come il fastidio e la sensazione di compressione ai muscoli degli occhi. Che fosse migliorato? Katsuki deglutì un po' troppo sonoramente un groppo di amara saliva in bocca, Deku che era in dormi-veglia dischiuse gli occhi e sbadigliò, strofinandosi stancamente le palpebre.

"Kacchan..?" chiamò con voce impastata.

"Deku. Come mai è buio?".

Il verdino si alzò leggermente dalla comoda posizione in cui si era appisolato, si torse di busto per prendere il cellulare ma fu in quel momento che avvertì una fitta e perse l'equilibrio. Le braccia calde di Katsuki lo avvolsero con una prontezza di riflessi incredibile. Il cuore di Deku si mise a battere all'impazzata, i sentimenti a fatica repressi fecero uno spettacolo pirotecnico nel suo petto: non voleva piangere, né farsi di nuovo illudere dalle sue stesse sensazioni e pensieri. 

Katsuki non gli apparteneva né sarebbe mai stato suo! 

"Grazie, Kacchan. Scusa… devo aver perso l'equilibrio" mormorò, prendendo finalmente il cellulare. "Abbiamo dormito tutto il pomeriggio, sono quasi le nove in punto. Hai fame?".

"Izuku…".

Quelle cinque lettere pronunciate con voce appena percettibile e assai sorpresa lo stupirono; il verdino accese immediatamente la torcia del telefono e illuminò il soffitto per controllare che tipo di espressione avesse Katsuki. Era sconcertato.

"Izuku… io vedo…!" sussurrò il biondo, prendendogli il volto tra le mani. 

"Kacchan… m-mi fa molto piacere…".

"Izuku, io vedo tutto e perfettamente" evidenziò roco il biondo, tirandosi seduto senza staccare le mani da quelle due gote rosse e carine. "Vedo chiaramente il tuo viso. Adesso puoi dirmelo".

Il ricciolino si leccò le labbra pronto per rivelare il suo segreto ma tentennò e si ammutolì, voltando leggermente la testa altrove. Katsuki non demorse, si sporse verso quegli occhi sfuggenti; l'altro si tolse le caldi e forti mani dal viso e gli diede le spalle. 

"Kacchan, non ho nulla da dire, sul serio. Perché vuoi disperatamente sapere?".

"Perché è chiaro che stai morendo dentro. C'entra il fatto che abbia fatto il paragone con Kirishima?".

Quel nome lo fece lievemente sobbalzare e irrigidire la piccola schiena ricurva. Katsuki sogghignò leggermente: aveva fatto bingo. Tuttavia un'improvvisa realizzazione lo colpì tanto da farlo tornare terribilmente serio. Quindi era così. Izuku era geloso di Eijiro? No, non era quel genere di ragazzo. Ah, sembrava un deja-vu tra l'altro. Guardò ancora quei ciuffi verde smeraldo ma per quanto sembrasse che fosse arrivato alla soluzione questa ancora si divertiva a sfuggirgli, come il gatto con un topo.

"Kacchan, guarda che non sono geloso di Kirishima. In realtà questa conversazione non ha neppure senso" precisò acutamente Izuku, che lo fissava con la coda dell'occhio e l'aria cupa.

Kacchan si trattenne dal fischiare, colpito sinceramente da un simile acume mentale. Sogghignò ancora ma poi si distese, con un braccio sotto la testa. Alzò la mano al soffitto, osservandola: avere una vista chiara sembrava uno dei sogni più belli divenuti realtà e sperava che mai più sarebbe incappato in un handicap simile, sebbene e fortunatamente temporaneo. Vedeva i contorni delle sue dita, la pelle priva di imperfezioni, perfettamente idratata. 

Izuku si alzò dal letto, tenendo una mano al costato. Era davvero combattuto; Kacchan socchiuse le palpebre.

"Kacchan, penso che sia ora per me di tornare in camera mia. Sono felice che sei tornato in forma, sono… sollevat-".

"INNAMORATO!".

Gli occhi di Deku divennero enormi come due piatti di porcellana, luminosi in quella penombra della luce della torcia del telefono. 

"Tu sei innamorato. Ecco qual è il mistero" sbuffò ironico il biondo, ridendo.

Izuku incassò leggermente la testa nel collo: non ci trovava nulla di divertente! Le lacrime traboccarono ferocemente dalle sue palpebre e cominciarono a sporcargli le gote fiammeggianti. Era così patetico! Piangere per che cosa? Kacchan, a tale reazione, divenne incuriosito.

"Lo trovi strano che mi sia innamorato?" sibilò tremando come una foglia.

L'altro lo fissò con superiorità ma poi sogghignò ancora di più. "Chi è la stupida che ha accettato i tuoi sentimenti?".

Il verdino scosse leggermente la testa, rabbioso e incapace di frenare le lacrime copiose. Katsuki se la sogghignava ridendo leggermente: allora si lanciò su di lui per afferrargli il bavero del pigiama nero che indossava.

Si ritrovò catapultato sul grembo del biondo, lasciò perdere il calore che trasudava quel pronunciato cavallo, evitò di pensare che Katsuki aveva incredibilmente taciuto. 

"Che ne sai tu dell'amore? Che ne vuoi sapere di innamorarsi di una persona che non ti vedrà mai come un suo pari? Che ne sai di come mi sento nell'essere solo un'ombra? Che ne sai tu che è così sbagliato essermi innamorato di-".

"Di chi, Deku?" interruppe cupo Kacchan, poggiandogli la mano sulle labbra.

Il verdino fu colpito da quella reazione così estranea ma questo non frenò le sue lacrime amare. Come la mano si tolse per concedergli di parlare, lui si incurvò in avanti, incurante delle costole che protestarono subito. Aveva bisogno di un po' di calore, voleva solo cancellare tutto il dolore che si stava riversando fuori. Il tappo di quella bottiglia era finalmente saltato.

Kacchan gli avvolse le braccia sulla schiena e lo accolse sul suo corpo, traendo un respiro pesante. Soddisfatto.

"Chi è, Deku?" ripeté dolcemente, in un suo orecchio.

L'altro sollevò piano il viso per guardarlo in quei profondi occhi rubini illuminati da un'emozione indescrivibile. Il suo labbro vibrò, il suo cuore perse un battito nella realizzazione che se avesse rivelato il nome tutto sarebbe finito tra di loro. Scosse il capo, afferrandogli il viso tra le mani. Voleva e non voleva dirlo.

Ma alla fine prese la sua decisione. 

"Chi è?" richiese infine il biondo, roco.

Izuku gli si avvicinò dolcemente alle labbra e si concesse un sorriso piccolo, accettando ciò che sarebbe nato dopo. 

"Sei tu, Kacchan" e nel pronunciarlo in un sussurro sincero gli premette delicatamente le labbra sulle sue. 

Quel bacio durò pochi istanti, Katsuki rimase impietrito ma non si staccò: portò la mano dietro la nuca, incoraggiando a proseguire quel tocco meraviglioso quanto intrigante. Izuku era felice, obbedì ancora, fino a quando non si ritrovò voltato di schiena e con l'altro su di lui.

"Kacchan, io ti amo".

"Perché hai cercato di tenere questi sentimenti lontani da me?".

"Perché fuori all'ospedale mi ha fatto molto male ciò che hai detto" ammise finalmente, corrugando le sopracciglia disperatamente.

Il biondo sospirò, si chinò e lo baciò di sua spontanea volontà, per grande gioia di Izuku. Sognava? No, era realtà e non poteva che godersi quei momenti fino alla fine.

"Mi hai fatto penare, Deku. Ma non intendevo farti soffrire, ero solo scosso" ammise il biondo, colpevolmente.

"Lo so, Kacchan… mi dispiace".

"No, non dispiacerti. Non hai alcuna colpa" sussurrò l'altro, chinandosi sul suo piccolo corpo. Rimase a inspirare il profumo buono percepito sotto quella doccia. "Avrei voluto dirtelo molto prima, ma… di sentimenti io non ci capisco un cazzo".

Izuku lo accarezzò timidamente alla nuca, piantandogli un bacio sui capelli. Era felice, ma voleva solo sapere una cosa.

"Mi hai fatto innamorare di te quando mi hai guardato con quello sguardo di sfida. La battaglia voluta da All Might, Villain contro Hero" rivelò timidamente Katsuki. Gli leccò lievemente il collo, mordendolo dolcemente. Izuku gemette sonoramente. "Mi dispiace di essermi comportato male, non volevo addossarti la mia frustrazione. Non volevo dire quelle cose".

"Kacchan, va bene. Lo avevo capito" negò piano Izuku, felice.

"Quando mi hai aiutato a fare la doccia in realtà avrei voluto molta più attenzione sul mio cazzo".

"Kacchan!" squittì paonazzo Izuku, ammutolendosi. "Non eri l'unico ad essere duro".

Una risata cristallina vibrò dal petto del biondo, risuonando nella stanza. Katsuki si tirò seduto, se lo portò il grembo, abbracciandolo ancora una volta. Ne aveva veramente bisogno.

"Se fosse stata un'altra persona, mi sarei ingelosito molto" osò ammettere contro la piccola spalla. 

"Non sono mai stato geloso della tua amicizia con Kirishima-kun ma…".

Kacchan lo zittì con un bacio. Fu uno di scuse ma davvero intenso, capace di far girare la testa. 

"Hai mai fatto sesso?" domandò di getto il biondo, sogghignando. 

"N-no… sono vergine…" borbottò rosso l'altro.

Katsuki rise nuovamente, un po' più maliziosamente, dondolandolo un po'. Era davvero felice, valeva la pena smetterla di essere burbero e scontroso per tutto il tempo… beh, almeno per un po'. 

"Ti do una settimana di tempo per studiare come fare sesso con un ragazzo, Nerd" informò con un ghigno. "Ti concedo questo vantaggio per stupirmi. Tra una settimana tu sarai mio, hai capito?".

Izuku arrossì ma annuì; nei suoi sogni meno casti possibili aveva immaginato e pensato numerose volte di perdere la verginità proprio con Katsuki e ora, con un atteggiamento di sfida dove non si sarebbe mai tirato indietro, lo avrebbe realizzato e francamente non vedeva l'ora. 

"Tu sei molto… dotato" sussurrò Izuku in un suo orecchio mordicchiandolo appena.

Kacchan avvertì forte e chiara una costrizione piacevole nel basso ventre e sogghignò, torcendogli dolcemente un capezzolo. Izuku fu meno fortunato nel trattenersi: gemette forte ed oscenamente. 

"Bene, mio piccolo Deku eccitato. Tra una settimana ti fotterò talmente bene da non farti camminare".

"Accetto la sfida, Kacchan!" rise l'altro, cristallino. 

"Anche tu non sei affatto minuto". Kacchan gli premette la mano sulla virilità, toccandola. "Ci sarà da divertirsi, verginello!".

"Ci sarà davvero da divertirsi, verginello" ripeté Izuku, malizioso.

Risero insieme, fino a quando al biondo venne in mente di alzare la maglietta del ricciolino e vedere le bianche bende avvolgergli il costato. Premette colpevolmente le dita su, sospirando. Forse una settimana non sarebbe bastata alla totale guarigione.

"Kacchan, domani sarò come nuovo, vedrai".

Le sue speranze tornarono più forte di prima; avrebbe aspettato. Tutto sarebbe stato incredibilmente eccitante, se lo sentiva dentro, come pura adrenalina. Izuku scese dal comodo giaciglio per rimettersi in piedi e stiracchiarsi; ora che aveva rivelato il suo amore e fortunatamente ricambiato, si sentiva alleggerito incredibilmente. 

"Andiamo a mangiare, Kacchan?" domandò, offrendogli una mano.

Kacchan l'afferrò, alzandosi in piedi a sua volta. "Ho fame sì ma mi terrò leggero per la portata principale".

Risero ancora, lasciandosi alle spalle quella stanza. Izuku prese il suo cellulare, spegnendo la torcia: era felice, era veramente contento. Era semplicemente completo.

 

The End

  
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