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Autore: SilkyeAnders    19/02/2022    0 recensioni
Juvia è una circense che realizza giochi con l'acqua, è abituata a vivere libera nonostante il suo tremendo passato e la sua condizione al circo.
Natsu è un pugile, il suo mondo è fermo e concreto. Controllato.
Forse a volte basta un po' di magia, o di destino, per unire due mondi così differenti tra loro.
(ISPIRATO ALLA TRAMA DI "CASI ANGELES" MA CON OVVIE VARIAZIONI)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un po' di magia CAP 5 ULTIMO BALLO Capitolo 5: Ultimo ballo


Juvia stava gironzolando lungo la strada cercando di ignorare il brontolio del suo stomaco e cercando di reprimere i suoi nervi, iniziava seriamente a dubitare di ciò a cui stava per prendere parte. Più ci pensava e più si diceva che avrebbe dovuto rifiutare e rimanere al circo, non solo era nervosa per tutta la situazione delle lezioni di danza ma era anche preoccupata per Gajeel che aveva deciso di coprirla con José.
Iniziava a chiedersi se anche gli altri avessero preso parte al piano di Gajeel, se lui avesse raccontato loro qualche cosa e se avesse spiegato loro che cosa era andata a fare lei, la situazione la stressava molto più di quanto avrebbe dovuto.
Qualsiasi ragazza normale avrebbe semplicemente accettato l'appuntamento senza farsi troppe paranoie ma, sfortunatamente, lei non era una ragazza normale. Non era nata con il lusso della normalità e la sua vita non faceva altro che ricordarglielo ogni giorno.
Juvia non riusciva proprio a stare ferma mentre attendeva di vederlo arrivare, continuava a camminare su e giù lungo il marciapiede sperando, in cuor suo, di non vederlo arrivare per evitare di finire nei pasticci.
Stava per andarsene, dopotutto non doveva nulla a quel tizio che nemmeno conosceva, non era nemmeno certa che potesse aiutarla nel caso in cui gli avesse chiesto una mano per la propria situazione, cosa che non avrebbe fatto per non rischiare. Ma sì, decise di andarsene.
-Sei venuta-.
Juvia si voltò di scatto, lui era lì: alto, bello e con quell'espressione di chi è assolutamente sicuro di sé.
-Juvia stava per andarsene- mormorò lei.
-No, non andartene. Ormai sei qui, che senso ha andare via?- chiese lui divertito.
-Se la metti così- rispose la circense alzando gli occhi al cielo.
Natsu le afferrò il braccio che lei scostò immediatamente con un sobbalzo, l'uomo decise di ignorare quella reazione e le camminò davanti fino a raggiungere la porta della palestra.
Dopo essere entrati, Natsu la condusse verso la zona dedicata ai pugili.
-Com'è grande!- esclamò Juvia sorpresa.
Natsu annuì :-Serve spazio per allenarsi bene-.
-Juvia immagina di sì... Ehh, i-iniziamo?- chiese intimidita.
-Non perdi tempo, eh? Non vuoi parlare un po' prima? Conoscerci meglio?-.
Juvia sollevò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto :-Juvia pensava di essere qui per delle lezioni di ballo, non per parlare-.
-Sei sempre così prevenuta con tutti quelli che incontri?- chiese lui in tono di sfida.
-Sei sempre così curioso?- chiese lei di rimando, utilizzando lo stesso tono.
Natsu alzò gli occhi al cielo, in vita sua poche persone riuscivano a sfidarlo a quel modo senza beccarsi un pugno in pieno viso. Non è che fosse un tipo violento, era solo fumantino ma aveva un cuore enorme senza dubbio alcuno!
Il pugile aveva anche notato che Juvia aveva iniziato a dargli del "tu" ma non se la sentiva di farglielo notare, aveva il terrore che se avesse detto qualcosa di storto lei sarebbe scappata ed era l'unica cosa che non voleva succedesse.
-Iniziamo?- chiese lui.
Juvia annuì.
Natsu si avvicinò a uno stereo e inserì un CD, Lucy aveva deciso che tipo di musica voleva al matrimonio già dalla proposta.
-Valtzer?- chiese Juvia sollevando un sopracciglio.
-Che posso dire? La mia futura moglie è piuttosto...Come dire?-.
-Sofisticata?- chiese Juvia sedendosi sul ring.
Natsu non poté evitare di guardarle le gambe, solo per un attimo... Un lungo attimo, prima di distogliere lo sguardo per tornare a parlarle.
-Sì, sofisticata-.
Natsu si avvicinò a lei porgendole la mano, Juvia sembrò esitare per un attimo ma la accettò poco dopo. Il pugile la tirò verso sé facendola scendere dal ring.
Juvia non poté bloccare la scossa elettrica che le percorse la spina dorsale, la pelle di Natsu era calda e i suoi occhi neri la fissavano in un modo che lei non riusciva a comprendere, nessuno l'aveva mai guardata così prima di quel momento.
Quella vicinanza le fece rivivere le sensazioni della festa, anche se quella volta lui l'aveva scambiata per la sua futura sposa il modo che aveva ora di stringerla a sé era molto simile, era piacevole come la prima volta...
-Come si balla questa roba?- chiese lui in un soffio.
Juvia prese un respiro quasi come a volersi avvicinare di più alla realtà, sorrise appena e alzò lo sguardo per incrociare quello di lui.
-Non è difficile, Juvia ti fa vedere subito-.
I due iniziarono a danzare sulle note leggiadre del valtzer, Juvia si muoveva quasi come se fluttuasse nell'aria. Natsu pensò che per lei era così naturale anche se lo stava insegnando a un perfetto sconosciuto, uno sconosciuto con cui non aveva avuto il migliore degli inizi oltretutto!
-Non vai male- mormorò lei.
Natsu teneva lo sguardo basso per seguire il movimento dei suoi piedi, era così concentrato che quasi riusciva ad estraniarsi da tutto il resto.
-Dici? A me sembra di avere due piedi sinistri... Inoltre, questo tipo di musica davvero non la capisco-.
Juvia annuì :-In verità Juvia non ha mai ballato un valtzer- disse lei ridendo :-Juvia ha sempre pensato che fosse roba da vecchi-.
-Grazie per il vecchio- rispose lui con il solito tono di sfida.
Juvia roteò gli occhi prima di correre verso lo stereo spegnendolo, Natsu sollevò un sopracciglio.
-A te che musica piace?- chiese lei.
-Qualsiasi cosa purché non sia pallosa come la musica classica- rispose lui.
Juvia sorrise e si diresse di nuovo verso di lui a passo sicuro :-Se fosse il tuo ultimo ballo?- chiese divertita.
Natsu la osservò attentamente :-Che razza di domanda è?-.
-Cosa balleresti se fosse il tuo ultimo ballo?- spiegò lei.
-Credo qualcosa di movimentato, passionale... Qualcosa che ricordi il fuoco, immagino-.
Juvia tirò fuori un CD dalla borsa, sembrava piuttosto malconcio e Natsu non era certo che avrebbe funzionato ma decise comunque di lasciarla fare. La osservò mentre toglieva il CD che lui aveva messo poco prima per inserire il proprio, la osservò mentre sceglieva la canzone adeguata e la osservò anche mentre i suoi occhi brillavano pensando di aver trovato la canzone adatta.
-Musica latina?- chiese lui divertito.
-E perché no? Volevi il fuoco o Juvia si sbaglia?-.
-Sai che quel tono di sfida ti metterà nei guai?- chiese lui incrociando le braccia al petto.
-Hai iniziato tu- rispose la circense alzando il mento.
Natsu lanciò una rapida occhiata all'orologio a muro :-Sono già le nove e mezza- disse.
Juvia sobbalzò :-Le nove e mezza?!-
-Sì, perché? Hai il coprifuoco?-.
-U-Una specie... Juvia sapeva che non sarebbe dovuta venire qui- esclamò lei iniziando a camminare in cerchio con la testa tra le mani.
-Hey, calmati! Che ti prende?-.
-Juvia non dovrebbe essere qui! Juvia non sarebbe dovuta venire in primo luogo... Juvia non sa nemmeno cos'è venuta a fare qui con uno sconosciuto-.
-Non mi pare fosse un problema fino a qualche minuto fa- disse lui serio.
-Juvia non può rimanere... Juvia non può continuare a darti lezioni di ballo...- disse lei correndo verso l'uscita.
Natsu rimase spiazzato, non sapeva bene che cosa fare così tolse il CD dallo stereo e le corse dietro.
Juvia si stava maledicendo mentre correva a perdifiato lungo il marciapiede, come aveva fatto a perdere così tanto tempo? Quell'uomo era così affascinante che si sarebbe dimenticata persino come salire su un trapezio.
Mentre correva sentì una mano afferrarle il braccio con una forza diversa da quella a cui era abituata, la presa era salda ma non le faceva affatto male anzi, era quasi rassicurante.
-Dove fuggi?- chiese Natsu voltandola in modo da poterla guardare in faccia.
-Juvia deve tornare al circo ora-.
-Va bene ma...-.
-Per favore, lascia andare Juvia- esclamò lei divincolandosi con energia.
-Cos'è che ti fa così paura? Me lo dici?- incalzò lui con lo sguardo serio.
Juvia smise di divincolarsi e rimase immobile a fissarlo negli occhi, il suo cuore batteva a cento all'ora ma sapeva di non poter confessare nulla. Se avesse parlato sarebbe stato un problema tremendo per tutti eppure la tenerezza negli occhi del pugile le rendeva molto difficile non parlare.
-Che succede in quel circo?- chiese lui stringendola appena più forte.
Juvia scosse il capo cercando di mettere su il suo sorriso migliore :-Nulla, semplicemente... Juvia è uscita di nascosto e stasera c'era un'esibizione- mentì.
-Hai paura che ti licenzino?-
-Ehm... Più o meno- mormorò lei.
Natsu la lasciò andare :-Riprendi almeno il tuo CD-.
-Per quanto riguarda le lezioni di danza... Juvia non pensa di poterti aiutare, consideralo pure il nostro ultimo ballo- disse lei in un soffio.
-Perché?-
Juvia alzò gli occhi al cielo, voleva solo tornarsene al circo :-Juvia non è in grado di insegnarti quel genere di balli, Juvia non sa se lo hai notato ma le cose sofisticate non sono esattamente il suo forte-.
-Se non vuoi più aiutarmi va bene ma... Mi piacerebbe rivederti- ammise lui.
Juvia rimase in silenzio, totalmente immobile. Rivedersi, sinceramente non ci aveva pensato e non voleva pensarci per ora.
-Juvia ora deve andare... Ne riparleremo-.
-Il mio numero ce l'hai, non sparire- disse lui con un sorriso caloroso.
_______________________________________________________________________________
Gajeel era riuscito a mascherare l'assenza di Juvia, José sembrava non aver notato nulla ma non ne era convinto. L'uomo era terrorizzato all'idea di ritrovarselo davanti, non aveva paura per sé quanto più per Juvia e, inoltre, non aveva molta voglia di essere picchiato.
Desiderava così tanto avere un cellulare in quel momento per poter contattare la sua amica ma, ovviamente, in mezzo a tutte le proibizioni che José aveva imposto loro c'era anche quella di possedere un telefono, non sia mai che lo usassero per contattare la polizia.
Mentre camminava avanti e indietro fuori dalla roulotte, Gajeel sentì il cancello principale aprirsi per poi richiudersi altrettanto velocemente. Spostò immediatamente lo sguardo verso gli alloggi di José, i pugni serrati pronti a qualsiasi cosa.
Juvia comparve davanti ai suoi occhi poco dopo.
-Finalmente!- esclamò lui prendendola tra le braccia muscolose.
-Puoi stare tranquillo Gajeel-kun... Juvia non tornerà più da lui, questo è stato l'ultimo ballo-.
Gajeel osservò gli occhi della sua amica, erano colmi di tristezza e frustrazione proprio come si aspettava. In quel momento desiderava ardentemente poter avere il lusso di una vita normale, strinse Juvia con più forza conducendola nella loro roulotte dove gli altri stavano già dormendo.
Lo stomaco di Juvia brontolava, aveva saltato la cena... Non che potessero mangiare poi così tanto dopotutto. Gajeel le porse una mela e qualche noce che lei non tardò a divorare in un sol boccone.
-Com'è andata?- chiese lui sottovoce.
-Meglio di quanto Juvia si aspettasse... Però Juvia non lo vedrà più, come promesso-.
Gajeel sospirò, non era giusto. Non era giusto per niente!
Perché quello schifo di vita era dovuto capitare proprio a loro? Juvia era una ragazza così dolce e Romeo era appena un ragazzino, avrebbero potuto avere così tante opportunità dalla vita e invece si ritrovavano in quel luogo orribile con quel tipo disgustoso.
José era il loro incubo e, fintanto che lui li aveva in pugno, non sarebbero mai riusciti ad avere una vita migliore di quella.
La sofferenza negli occhi di Juvia quando aveva detto di aver fatto il suo "ultimo ballo" aveva devastato Gajeel più di qualsiasi altra cosa; se fosse stata una ragazza normale avrebbe potuto incontrare quel tale in un bar, magari scambiarci quattro chiacchiere e andarsi a prendere un gelato con lui... Tutto questo sarebbe potuto accadere e invece, invece era costretta a non vederlo più anche se, Gajeel doveva ammetterlo, forse era meglio così dato che il tipo stava per sposarsi.
Gajeel spazzolò i capelli di Juvia con attenzione, era un loro piccolo rituale e, anche se Gajeel non lo avrebbe mai ammesso, lo rilassava molto farlo.
-Forza, a dormire. Domani è un nuovo giorno- sussurrò posandole un bacio sulla nuca.
Juvia sorrise appena e si coricò sperando di sognare quell'uomo dagli occhi neri e dal sorriso beffardo.
Chissà perché l'aveva incontrato se non poteva averlo? Si chiedeva come mai sentisse quelle sensazioni ogni volta che lui la toccava. Forse si era solo aggrappata alla bontà nei suoi occhi, bontà che non aveva mai avuto il lusso di conoscere se non guardando gli occhi ormai arresi dei suoi compagni.
Lui voleva rivederla, certo, come se fosse facile.
Juvia sospirò e si costrinse a riposare, come aveva detto Gajeel: domani sarebbe stato un nuovo giorno.
   
 
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