Capitolo settimo
La tua rabbia non vince
Certi inizi non si meritano nemmeno una fine
Ma la tua bocca mi convince
Un bacio alla volta
Come sassi contro le vetrine
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull'erba siamo mille, mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby…
(“Chiamami per nome” – Fedez, Francesca Michielin)
Euron Greyjoy pareva sconfitto da Yara, ma
aveva ancora una carta da giocare, il suo asso nella manica.
“Va bene, Yara porterà le Isole di Ferro alla
gloria e bla bla bla, ma come farai, cara nipote?” domandò, caustico.
“Costruirò la più grande flotta che il mondo
abbia mai visto” replicò la donna.
“Ottima idea” commentò Euron, e finalmente
rivelò il famoso asso nella manica grazie al quale era convinto che sarebbe
stato eletto Re senza tanti problemi. “Peccato per te che sarò io a costruire
questa flotta e a decidere dove guidarla. Ho girato il mondo, è vero, ma è
stato così che ho potuto conoscere luoghi che voi nemmeno immaginate. Sappiate
infatti che al di là del mare c’è una persona che odia i grandi Signori di
Westeros tanto quanto li odiamo noi: ha un esercito, tre grandi draghi e nessun
marito. Perciò sarò io a costruire la flotta di Ferro e ad attraversare il mare
per offrirla a Daenerys Targaryen… insieme al mio grosso cazzo!”
E, sicuramente, Daenerys sarebbe rimasta
incantata e affascinata dalla classe
e dal romanticismo del suo
spasimante!
“Quest’uomo è un vero poeta” commentò Ramsay
a bassa voce, ma non così bassa da non farsi sentire da Theon che gli era
accanto e che per poco non si strozzò per soffocare le risate.
A volte quel ragazzo era dannatamente
simpatico, doveva ammetterlo…
“Tu vuoi sedurre la Regina dei draghi?”
domandò Yara. Nemmeno lei era molto esperta nell’arte del corteggiamento, ma
insomma, dubitava fortemente che l’eleganza
e la raffinatezza di suo zio Euron
avrebbero fatto breccia nel cuore di una Principessa Targaryen.
“Non sarò io a sedurla, ma la mia flotta immensa
e invincibile” replicò Euron, che per fortuna risparmiò a tutti quanti paragoni
imbarazzanti tra la grandezza della flotta di Ferro e quella del suo… beh,
insomma, ci siamo capiti, no? “Insieme conquisteremo i Sette Regni, tutti
dovranno piegarsi davanti a noi ed è per questo che dovete farmi Re, qui e
adesso, perché io porterò Pyke a una gloria mai conosciuta prima!”
E con questo argomento così convincente Euron
ebbe partita vinta. Gli Uomini di Ferro non si chiesero se la Targaryen avrebbe
accettato di allearsi con lui, davano per scontato che così sarebbe stato e
urla di giubilo si levarono tra la folla.
“Sì, sì, Euron, Euron!”
“Euron Re!”
“Vogliamo Euron!”
Theon e Yara si scambiarono un’occhiata
delusa mentre Euron andava verso i suoi fans,
pronto a stringere mani, firmare autografi e farsi affogare come ogni buon Re
delle Isole di Ferro doveva fare. Prima che potesse incamminarsi verso il luogo
in cui sarebbe stato incoronato da Aeron Capelli Bagnati, però, dovette
fermarsi, ancora una volta bloccato da Ramsay che gli si era piantato davanti
con espressione decisa.
“Ma che bravo, sei riuscito a farti eleggere
proprio come pensavo io, sparandole più grosse di tutti gli altri da quello
sbruffone che sei” commentò con un certo disprezzo. “Congratulazioni, allora.
Ma in tutta questa eccitazione non ti sei accorto di aver dimenticato un
dettaglio fondamentale?”
Euron aveva la vaga idea che quel ragazzo lo
stesse prendendo per i fondelli e in un certo senso non aveva tutti i torti, ma
a quel punto era pure incuriosito da ciò che avrebbe detto. Intanto la folla
dei supporters di Euron era
ammutolita, sconvolta dal fatto che il giovane venuto dal Nord avesse osato
interrompere di nuovo la loro importantissima acclamazione di Re e Theon, dal
canto suo, stava per mettersi le mani nei capelli chiedendosi che cosa avrebbe
combinato adesso!
“Oh, mi aspettavo che il grande Signore di
Westeros avrebbe voluto dire la sua anche adesso” replicò Euron, sarcastico. “Ti
brucia il fatto che la parte che sostenevi sia stata sconfitta, vero? Beh, tu e
gli altri Lord dovrete farci l’abitudine a essere schiacciati da noi Uomini di
Ferro.”
“Io non sono un grande Signore di Westeros” chiarì il giovane, che ancora una volta si
trovava perfettamente a suo agio, così come si era divertito a Grande Inverno
quando aveva frastornato di chiacchiere i Karstark, gli Umber e gli altri del
Nord. “Sono Ramsay Bolton di Forte Terrore, quindi, potremmo dire, un Lord
minore rispetto a quelli che voi tanto disprezzate. Comunque credo di essere
più informato di te sulla situazione dei Sette Regni e sulle prospettive che
stai strombazzando a destra e a manca.”
Quello era uno dei momenti catartici in cui il neurone solitario di
Ramsay dava il meglio di sé e portava il giovane Bolton a sembrare quasi una
persona normale, che andava ascoltata e possibilmente obbedita. Theon e Yara si
scambiarono un’altra occhiata: pareva che Yara ritenesse Theon personalmente
responsabile di qualsiasi bestialità Ramsay avrebbe potuto tirar fuori.
“Devo ammettere che dubito fortemente che
Daenerys Targaryen accetterà le tue proposte così garbate e signorili, è una
Targaryen e sono anni che non ha un marito. Lo sanno solo gli Antichi Dei, o
forse il Dio Abissale, come tu possa pensare che una donna che evidentemente
non vuole dipendere da nessuno debba scegliere come suo sposo proprio un cafone
rozzo e villano come te. Fingiamo tuttavia di prendere per buone le tue fanfaronate
e accettiamo il fatto che la Regina dei draghi resti abbagliata dalla tua
flotta invincibile e accetti di allearsi con te piuttosto che usarti come spuntino
per i suoi draghi, tipo porcello arrosto, hai presente? Bene, dunque pensi che
la Targaryen con il suo esercito, i suoi draghi e la tua flotta possa venire
qui e conquistare i Sette Regni senza neanche spettinarsi? Avrai girato il
mondo, ma di certo non sai niente di quello che accade nel continente e delle
alleanze potenti che sono state strette.”
Euron, chiaramente, sapeva fare poco di più
che sbraitare e millantare. Aveva capito forse la metà delle parole pronunciate
da Ramsay (che, quando voleva, tirava fuori una parlantina che ti faceva
credere qualsiasi cosa), ma aveva colto nel suo tono una sorta di minaccia e
voleva saperne di più.
“Che vuoi dire? Noi siamo Uomini di Ferro,
non ce ne frega niente delle vostre alleanze e dei vostri Re!” esclamò.
“Infatti è proprio per questo che i Signori
di Westeros ve lo infilano sempre laggiù dove non batte il sole. Le avete prese
ogni volta che avete provato a alzare un po’ troppo i tentaco… ehm… la testa,
non è così? Forse ti converrebbe davvero starmi a sentire” replicò Ramsay, che
cominciava davvero a prenderci gusto.
Theon sembrava indeciso se buttarsi
direttamente in mare e sfracellarsi sugli scogli o aspettare di vedere che cosa
avrebbe saputo inventare stavolta il suo creativo
compagno…
“Dunque, le cose stanno più o meno così. A
Nord ci sono gli Stark, e questo lo sanno anche i vostri scogli, ma quello che
non sapete è che adesso gli Stark sono alleati con gli Arryn e con il nuovo
Lord Protettore dell’Est, Petyr Baelish. È così che sono riusciti a riconquistare
Grande Inverno, perché avevano l’appoggio dell’esercito dell’Est, quindi
formano una sorta di barriera invalicabile nella parte Nord-Est dei Sette
Regni, appunto” l’avevo detto che Ramsay avrebbe figurato benissimo in un’acclamazione
di Re, o no? Adesso tutti lo ascoltavano interessati e si sarebbe detto che,
potendo, avrebbero persino eletto lui
al posto di Euron, visto che era quello che, effettivamente, le sparava più
grosse. “E, a proposito di Barriera, il Nord è protetto pure dal Lord Comandante
dei Guardiani della Notte, quel bastardo di
Jon Snow, che è stato cresciuto dagli Stark e quindi, all’occorrenza, mette
anche il suo esercito a loro disposizione. Io non ci vedo tante possibilità di
far breccia, e tu? Nemmeno con tre draghi e una flotta invincibile e altre
meraviglie.”
“E va bene, ma non esiste mica soltanto il
Nord!” reagì Euron, innervosito, sentendo che le sue certezze adamantine iniziavano
a vacillare.
“No, certo” rispose soavemente Ramsay,
preparandosi ad inventare un gioco di alleanze che neanche Risiko, e questa era la parte che gli piaceva di più! “I Bolton
sono una famiglia minore, è vero, ed è per questo che abbiamo perso Grande Inverno
contro la coalizione Stark/Arryn. Tuttavia mio padre, Roose Bolton, ha da anni
un’alleanza stretta con i Lannister che, ti ricordo, siedono tuttora sul Trono
di Spade e, come se non bastasse, ha sposato una delle figlie di Walder Frey,
Lord Supremo del Tridente, alleandosi anche con questa potente casata. I
Lannister, a loro volta, sono alleati con i Tyrell dell’Altopiano, Protettori
del Sud. Quindi, mi chiedo, dove esattamente intenderesti iniziare ad attaccare
per la tua spedizione di conquista dei Sette Regni?”
Euron appariva d’un tratto molto meno sicuro
e sperava che i suoi elettori
avessero capito ancor meno di lui a proposito delle varie alleanze e parentele
dei Signori di Westeros, altrimenti col cavolo che sarebbero stati ancora tanto
decisi a incoronarlo!
“Insomma, dove vuoi arrivare? Mi stai
minacciando? Vuoi che siano i Lord di Westeros a guidare la nostra acclamazione di Re? Perché non te
lo permetterò, io…”
“No, no, ormai hai vinto la tua corona e il
tuo Trono del Mare, per me te lo puoi tenere, figurati” lo interruppe Ramsay
con un risolino di scherno. “Tutto questo era solo per dirti che da una parte
ci sei tu, nuovo Re delle Isole di Ferro, che però te ne vai al di là del mare
con la pia illusione di conquistare i favori di Daenerys Targaryen; dall’altra
parte c’è Yara che anche lei vuol partire per cercare alleanze non so bene
dove. E, in tutto ciò, chi realmente dovrebbe governare le Isole di Ferro,
visto che il Re appena eletto non ci sarà?”
Ecco una cosa non del tutto trascurabile alla
quale Euron non aveva proprio pensato. Non ci aveva pensato nessuno, a dire il
vero, si rese conto Theon tutto d’un tratto. Anzi, Ramsay aveva appena posto la
domanda più intelligente di tutta la giornata…e anche questo la diceva lunga
sulle capacità intellettuali degli Uomini di Ferro! Chi avrebbe governato le Isole di Ferro?
“Vorresti governare tu, dunque? È questo che
vuoi?” chiese di rimando Euron con una sghignazzata.
C’era qualcosa di surreale nel vedere Euron e
Ramsay affrontarsi faccia a faccia e rendersi conto che, tra i due, era proprio
Ramsay quello che sembrava più normale.
“Io? Oh, no, per carità!” esclamò con fin
troppa precipitazione. “Non so niente dei vostri usi e costumi e non riesco
neanche ad attraversare i ponti sospesi tra le torri della fortezza di Pyke! Ma
c’è una persona che sarebbe degna della fiducia degli Uomini di Ferro, una
persona che potrebbe benissimo governare le Isole di Ferro nel miglior modo
possibile. Una persona che ha il vantaggio dell’alleanza con la famiglia Bolton
e quindi con metà dei Sette Regni e che, a dirla tutta, in qualsiasi altro
Regno degno di questo nome sarebbe stato dichiarato erede legittimo del defunto Re. Insomma, sto parlando di tuo
nipote, Theon Greyjoy, caso mai non si fosse capito.”
Tutti ammutolirono a queste parole, molti tra
gli Uomini di Ferro si scambiarono sguardi e cenni di assenso, ma il più
sbigottito di tutti era proprio Theon! Possibile che Ramsay lo avesse veramente
proposto come reggente delle Isole di
Ferro, insinuando tra l’altro che sarebbe dovuto essere lui il vero Re?
Possibile che avesse davvero tanta stima e fiducia in lui? Non aveva neanche
finito di porsi questi e altri simili interrogativi che la folla esplose in un
ennesimo boato di entusiasmo e, seduta stante, acclamò il giovane Greyjoy come
reggente di Pyke fino al ritorno del Re. Quella giornata sarebbe entrata
sicuramente nella storia delle Isole di Ferro, mai si era vista un’acclamazione
di Re tanto emozionante!
“E va bene, Theon, sarai tu il reggente”
capitolò Euron, al quale sembrò così di scegliere il male minore. Se Ramsay
avesse continuato a chiacchierare a ruota libera chissà dove si sarebbe andati
a finire… “Ma non illuderti troppo, io tornerò molto presto a riprendere il mio
posto, trionfante e con la Regina dei draghi al mio fianco!”
Detto questo, il nuovo Re di Pyke si avviò
con i suoi fans verso il luogo in cui
sarebbe finalmente avvenuta quell’incoronazione tanto tormentata, mentre Ramsay
rivolgeva a Theon un sorriso soddisfatto.
“Sarebbe meglio per lui non illudersi troppo” commentò, divertito.
“Infatti” replicò soddisfatta Yara. “Non sarà
certo lui a ottenere i favori di Daenerys Targaryen. Io partirò stanotte stessa
con le mie navi e i miei uomini per raggiungerla prima di nostro zio e conto di
poterla convincere molto meglio di quanto farebbe lui con quei suoi discorsi
disgustosi!”
“E io governerò le Isole di Ferro?” mormorò
Theon, ancora incredulo. Neanche in mille anni avrebbe pensato di raggiungere
un risultato del genere, per di più senza fare niente per ottenerlo… e doveva
ammettere che il merito era tutto del giovane Bolton.
“Beh, sì, il piano sarebbe questo” rispose
Ramsay, che sotto lo sguardo azzurro e profondo di Theon cominciava a perdere
tutta la sua effervescenza e, anzi, si sentiva turbato e a disagio senza sapere perché.
Nel frattempo, sulla collinetta sopra gli
scogli erano rimasti solo loro due. Euron e gli altri Uomini di Ferro erano
sulla spiaggia per l’incoronazione e Yara si era affrettata a salutare il
fratello per andare a preparare i suoi equipaggi per la partenza.
Ramsay si sentiva improvvisamente le ginocchia
deboli e temeva che sarebbe rotolato per terra e poi, chissà come, si ritrovò
stretto tra le braccia di Theon.
“Ti avevo detto di non intervenire durante l’acclamazione
di Re, ma questa volta hai fatto proprio bene a non starmi a sentire” gli disse
con dolcezza. “Mi hai difeso con coraggio davanti a mio zio Euron, hai detto
delle cose bellissime su di me, nessuno aveva mai parlato così in mio favore, è
stato… non so, era quello che avevo sempre desiderato e adesso non riesco
neanche a crederci.”
Più o meno era quello che stava provando
anche Ramsay, stretto nell’abbraccio di Theon: non riusciva a credere che quel
bel Principe lo stringesse in quel modo, lo volesse con sé.
“Credi davvero che riuscirò a governare le
Isole di Ferro senza fare un casino come a Grande Inverno?” gli domandò Theon.
Forse si aspettava una risposta sarcastica da parte di Ramsay, ma in quel
momento il giovane Bolton non era in sé… insomma, ancora meno del solito!
“Sono sicuro di sì. Questa è la tua casa, la
tua gente, e se sei riuscito a sfuggire alle segrete di Forte Terrore allora
puoi fare praticamente tutto” gli rispose, senza neanche riuscire a guardarlo
negli occhi.
Theon lo avvolse ancora di più nel caldo
rifugio delle sue braccia e lo baciò. Un bacio lungo, profondo, dolce e allo
stesso tempo intenso, mentre i respiri si mescolavano e un fuoco incendiava le
vene di entrambi. Ramsay si aggrappò a Theon come un naufrago, sentendosi
davvero sciogliere e liquefare in quel bacio, pensando che non sarebbe mai più
riuscito a respirare normalmente e che avrebbe perso definitivamente anche quel
piccolo e solitario neurone che, ogni tanto, lo rendeva minimamente lucido. Non
si era mai sentito così debole e indifeso e per la prima volta nella sua vita
non gliene importava niente, perché Theon era lì con lui a sostenerlo e a
stringerlo nel cerchio delle sue braccia e lui non voleva altro, gli sembrava
che anche la rabbia che lo aveva avvelenato per tutta la sua esistenza
bruciasse e svanisse come fumo mentre lui era sempre più perso in quel bacio.
Insomma, pareva proprio che sia Theon che
Ramsay avessero ottenuto quello che desideravano… ma come potete immaginare la
storia non finisce qui, anche se per adesso possiamo lasciarli in pace a
godersi un po’ di gioia e soddisfazione, no?
Fine capitolo settimo