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Autore: My Pride    20/02/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Live fast, die young (and have a good-looking corpse) Titolo: Live fast, die young (and have a good-looking corpse)
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 2193 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Jason Peter Todd, Conner Kent

Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Fluff, Slice of Life
Avvertimenti: What if?, Accenni Slash, Narratore inaffidabile, Hurt/Comfort
Comeasyouarenot2022: Jason/Conner, Mare


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Non mi ero mai accorto di quanto tu fossi bello. Forse ho sempre guardato il pettirosso sbagliato».
    Le parole di Conner si persero nello sciabordio della risacca, con le onde che si infrangevano contro gli scogli su cui erano seduti. Lui e Jason erano volati fin laggiù dopo essere sfuggiti all'attacco di Poison Ivy, stanchi e spossati per aver tenuto testa a lei e alle sue stupide piante carnivore, e riprendere fiato aveva richiesto una fermata proprio in quell'insenatura; imprecando, il primo a lasciarsi cadere seduto era stato proprio Jason e si era premuto una mano contro il polpaccio destro, gonfio e sanguinante per l'essere stato afferrato e tagliuzzato da uno dei rampicanti di Ivy, così come le dita fratturate in più punti.
    Era stato Conner ad occuparsi della ferita più grossa, inginocchiandosi accanto a lui per accertarsi che niente fosse rimasto all'interno e il taglio fosse pulito. Strappando quel che restava del pantalone, aveva usato la sua vista a raggi X per controllare muscoli e ossa, rassicurando Jason che sarebbe bastato ricucirlo e che sarebbe tornato in perfetta forma in meno di una settimana; quando Jason aveva afferrato il kit e aveva provato a rattopparsi da solo, però, gli era sfuggito un grugnito nel rendersi conto che non sarebbe riuscito a tenere l'ago, e Conner si era offerto almeno di ripulire il polpaccio e di stringerlo forte con una fasciatura, facendosi consegnare cotone e disinfettante. E, mentre se ne occupava, quelle parole erano scappate dalle sue labbra senza che se ne fosse davvero accorto, richiamando su di sé l'attenzione di Jason.
    Con il rosso del tramonto a fare da sfondo alle loro figure sfocate e il battito costante del cuore di Jason che gli giungeva alle orecchie, Conner ricambiò il suo sguardo e si perse in quei profondi occhi azzurri, rapito dal modo in cui le ciocche bianche e nere dei suoi capelli sembravano fondersi fra loro in una danza dettata dal vento; le labbra con cui sorreggeva la sigaretta, seppur ancora spenta, sembravano particolarmente invitanti, leggermente schiuse e un po' screpolate dall'aria di mare e dalla salsedine.
    «Non ti facevo tipo da smancerie, marmocchio», replicò Jason, sporgendosi un po' verso di lui. Odorava di sangue, dopobarba e polvere da sparo, e Conner socchiuse le palpebre nell'inspirarlo fino in fondo. «Né che fossi tipo da gettarti nella mischia senza pensare alle conseguenze».
    Conner rise, sollevando un angolo della bocca in un sorriso. «In realtà sono sempre stato per la filosofia del “Vivi freneticamente, muori giovane”», sussurrò mentre si avvicinava alle sue labbra, saggiandole con lo sguardo; allungò una mano per afferrare la sigaretta che pendeva fra di esse e la tenne fra indice e medio, l'altra mano ancora poggiata sulla coscia ferita.
    «Immagino che avere un corpo d'acciaio aiuti».
    «A volte... altre il mio cervello non riflette e basta».
    Jason premette la fronte contro quella di Conner, ghignando. «E adesso cosa ti sta dicendo il cervello?» domandò con una punta di caustico sarcasmo, vedendo Conner sorridere maggiormente.
    «Non sto pensando con quello».
    Ridendo sguaiatamente, Jason allungò una mano per afferrargli i capelli, intrecciando le dita in quei corti fili scuri. «Ottima risposta, moccioso. Ora cavalca l'onda», affermò voglioso, attirandolo a sé nello stesso istante in cui il mare si abbatté ancora una volta contro gli scogli, spruzzandoli d'acqua salata mentre il sole tramontava oltre l'orizzonte; le loro labbra si sfioravano e le mani correvano le une sul corpo dell'altro, sempre più vogliose, sempre più decise, tanto che una mano di Jason si posò a cavallo dei jeans di Conner e...
    «...non mi stancherò mai di ripetervi di dover indossare i filtri nasali quando vi imbattete in Poison Ivy, conoscete l'effetto dei suoi feromoni», stava dicendo una voce, e Jason vi mise un secondo di troppo per rendersi conto che a parlare era stato Bruce. Un momento, Bruce? Spalancò gli occhi così in fretta che le palpebre gli fecero male e gli occhi gli bruciarono al contatto con l'aria gelida della caverna, cercando di fare mente locale sul perché si trovasse lì.
    Aveva la testa pesante e non riusciva a pensare, come se mille lame gli si fossero conficcate nel cervello e lui non riuscisse a toglierle nemmeno provandoci; il saporaccio che aveva in bocca era un misto di acqua salata, tabacco e sabbia, con un pizzico di quello che sembrava essere viscidume di scoglio. La cosa lo confondeva, ma fu la voce imbarazzata di Conner a riportarlo del tutto alla realtà e a far correre davanti ai suoi occhi le immagini delle ultime ore, sfrecciando veloci nella sua mente come un treno merci. Ma cosa cazzo...?!
    Jason si drizzò a sedere sulla branda con un'imprecazione, richiamando così l'attenzione di tutti i presenti; il primo a guardarlo fu proprio Tim, il quale si stava mordendo il labbro inferiore per impedirsi di scoppiare a ridere. E Jason fu quasi sul punto di minacciarlo di sparargli proprio in mezzo a quella stupida boccuccia quando si rese conto che tutti, nessuno escluso, fino a quel momento avevano guardato il filmato che era stato ripreso dal suo casco e che mostrava lui e Conner, avvinghiati l'uno all'altro come trichechi, che baciavano a momenti alterni l'uno gli occhi dell'altro e poi gli scogli sottostanti, regalando loro parole d'amore. Oh... questo spiegava lo schifo che aveva in bocca, e spiegava ancor più l'espressione divertita che si era dipinta sul volto di Dick.
    «Cavalca l'onda, Little Wing?»
    Jason arrossì fino alla punta delle orecchie, sprofondando nelle sue stesse spalle. Sarebbe tornato a seppellirsi nella propria tomba pur di sfuggire alle successive settimane di prese per il culo che lo aspettavano. Parola sua.





_Note inconcludenti dell'autrice
Ancora una volta, questa fic è stata scritta per l'iniziativa #comeasyouarenot2022
indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Che dire? Io sono scema quindi vi beccate una cosa scema come me (e la frase di Conner che fa da titolo a questa shot - frase di James Dean - è canonica, giuro), in cui questi due scemi sono stati infettati da Poison Ivy e credono di essere follemente innamorati l'uno dell'altro e di provare qualcosa quando in realtà è tutta opera della cara Pamela. Oh, compare sempre in qualche fic in un modo o nell'altro, eh?
Queste challenge fanno uscire il meglio (o il peggio) di me quando si tratta di accoppiamenti bizzari, eppure riesco sempre a far uscire qualche cazzata che in qualche mdoo (solo nella mia testa) ha senso
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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