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Autore: sallythecountess    23/02/2022    1 recensioni
Julie è una ragazza madre di vent'anni, ingenua e piena di sogni, che un giorno per caso ha notato un ragazzo bellissimo che abita di fronte a casa sua. Riuscirà a far innamorare di lei lo schivo e tenebroso 4ld3r4n, hacker nemico numero uno delle maggiori potenze mondiali?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo: una famiglia
“Adesso smettila, sono molto serio!” ruggì Rami, cercando allo stesso tempo di non sembrare troppo arrabbiato, ma il destinatario di quella frase ignorò totalmente le sue parole. Fu un attimo: proprio mentre stava per alzarsi e intervenire, Lory afferrò la coda di Leia, che emise un verso furioso.
“Smettila, Lauren, devi smetterla” urlò questa volta, attirando l’attenzione della bambina, che lo fissò per un attimo con enormi occhioni dispiaciuti e poi scoppiò in un mare di lacrime.
Lo faceva sempre ultimamente, e Julie gli diceva che ormai l’aveva viziata, e dunque faceva sempre un sacco di capricci con lui.
“Piccolina…” sussurrò, accarezzandole i capelli, cercando di non sembrare troppo dolce e dispiaciuto per quelle lacrime, ma si sentiva in colpa da morire.
“Lory, amore, le hai fatto male…” continuò con dolcezza, mentre lei urlava paroline senza senso.
“Non è bello fare del male, Lory…” aggiunse, cercando di sembrare rassicurante, per poi concludere con “…magari non lo hai fatto di proposito, però non devi, ok?”
Lory singhiozzò e si lanciò contro il suo petto per farsi abbracciare e fare pace, e Rami la accontentò, perché di fatto non poteva fare diversamente. Le baciò la fronte, e quello che sentì non gli piacque affatto. Pensò solo “no, non stasera” ma poi capì di dover avvertire Julie.
 Erano passati sei mesi dalla sera in cui aveva ufficialmente detto di voler essere suo padre, e un anno esatto dalla famosa sera in cui erano entrate in casa sua, perciò erano nell’aria festeggiamenti. Rami faceva il papà, e provava a organizzare con Julie la questione del matrimonio, ma non era molto semplice. Ovviamente Julie ci teneva al rito, lo sognava da sempre, e voleva che fosse con amici e parenti, ma Rami tremava all’idea di un ricevimento con centinaia di persone che ti stringono e che poi successivamente potrebbero riconoscerti, quindi si erano arenati su quella questione.
Julie aveva finito la scuola, e intrapreso un piccolo stage come pasticciera che le piaceva moltissimo, ma ovviamente le lasciava poco tempo libero. Indossava sempre il bellissimo anello che Rami le aveva preso, e ovviamente sognava il suo abito da sposa, ma per ora aspettava di trovare una soluzione con lui. Si fece bellissima per quella serata, perché ci teneva davvero a festeggiare in modo speciale, ma proprio mentre rientrava a casa, ricevette il messaggio in cui Rami le spiegava che Lory aveva la febbre e sbuffò.
Generalmente erano piccoli malanni passeggeri, aveva iniziato il nido e spesso portava a casa migliaia di virus differenti, ma non poteva neanche sottovalutarlo, quindi chiamò Rami preoccupata e insieme decisero di rimandare la serata, sbuffando entrambi ancora una volta.
“Pizza surgelata?” propose Julie entrando, e Rami sorrise, cullando Lory. Julie provò ad avvicinarsi per sentirle la febbre, e anche per baciare lui, ma fu zittita da un gesto di lui, che dimostrava che finalmente si era addormentata.
“Un anno fa…” sussurrò lei piano, accomodandosi ancora sul divano accanto a lui, esattamente come l’anno precedente, e Rami ridacchiando rispose “eh un anno fa qualcuno è arrivato a stravolgere totalmente la mia esistenza…” facendola sorridere.
“Io direi che l’ho migliorata!” rispose Julie prendendolo in giro e lui annuì soltanto. Aveva mille problemi adesso: le tasse, la scuola di Lory, il matrimonio e persino il mutuo, perché Julie voleva convincerlo a comprare casa, ma era felice.
“E io invece? Ti ho peggiorato la vita?” le chiese, stringendola tra le braccia e baciando il suo collo, ma Julie sussurrò appena “l’hai resa meravigliosa…” facendolo sorridere.
Si coccolarono per un po’ sul divano, senza parlare di niente di speciale. Julie stava quasi per addormentarsi, rilassata totalmente dalle carezze di lui, quando Rami tirò fuori una cosa a cui pensava da un po’. Le disse piano “vorrei che tu facessi una cosa per me, nei prossimi giorni…” facendole aprire gli occhi.
“Vorrei che tu leggessi il fascicolo sui miei genitori, se te la senti. E se dovesse venire fuori che non è la storia di due che hanno buttato il figlio nell’immondizia per tirare dritto con la loro vita, mi avviserai e lo leggerò anche io…” aveva detto tutto con fare molto sicuro, e quando lei si girò a guardarlo, la sua sicurezza crollò, spingendolo a chiederle “No? Non te la senti?”
Julie sorrise in modo molto bello e annuì, ma chiese pianissimo “sei davvero pronto?”
Rami non aveva una reale risposta a quella domanda. Non era pronto, ma forse non lo sarebbe mai stato. Avere una figlia e una donna, però, lo aveva spinto a rivalutare il suo bisogno di radici, e forse prima di costruirne con lei, doveva chiarire i conti in sospeso con il passato.
“Hai presente quando hai chiesto ad Alan quali problemi di salute aveva la sua famiglia? Ecco, da quando mi hai raccontato quella cosa, mi è partito un tarlo nella testa. Ho realizzato di non avere la minima idea di che problemi ci siano nella mia, e questa cosa mi ha portato a riflettere…” le confessò con molta dolcezza. Julie gli accarezzò la guancia, e lui sussurrò con enormi occhioni tristi “Voglio capire qualcosa in più…” e lei sorridendo annuì.
“Lo sai, vero che mi stai consegnando la tua vera identità? Tutto,data e luogo di nascita, vero nome…” chiese esitando un secondo, prima di leggere quel file che le aveva aperto sul computer, ma Rami dolcemente le sussurrò “ti ho consegnato molto di più…” facendola sorridere.
“E qualunque cosa dovesse succedere, ti giuro che sarai sempre con me, quindi non dovrai mai avere paura di sapere chi sono, perché mi consegnerò io spontaneamente piuttosto che vederti in pericolo o anche solo in difficoltà” concluse serio. Julie si sentì davvero orgogliosa di lui, del grado di apertura e intimità che avevano raggiunto. Ancora una volta ebbe fiducia in lui, e nelle sue parole, che fu costretta a rivalutare in seguito.
Julie lesse a fatica il dossier, perché non capiva benissimo l’inglese, ma a un certo punto le venne fuori un “eh?” che attirò l’attenzione di Rami. Inserì ancora una volta quella frase nel traduttore, e aveva sempre lo stesso significato, che però era un mistero per lei.
“Ramajesh Sharmalan disperso, dichiarato morto in data…”
“Non puoi essere tu questo ragazzo…” concluse lei sicura, mentre Rami aveva il cuore in diecimila parti. Non aveva il coraggio di chiederle la storia, ma quando lei alzò gli occhi su di lui, le fu evidente che aveva bisogno di sapere quello che lei aveva letto, e Julie non era neanche sicura di aver capito, così gli porse il dossier, e Rami agitatissimo potè scoprire la sua storia.
Ramajesh Sharmalan era il figlio di una coppia benestante, lui indiano, lei di origine coreana. Vivevano felici a Delhi, dove lui lavorava come manager per una grossa impresa e lei come avvocato. I due, insieme al loro bambino di quattro anni, avevano deciso di concedersi una vacanza al mare, in un posto da sogno, ma poverissimi. Al quinto giorno di vacanza, durante un’escursione in elicottero, erano completamente scomparsi nel nulla. I loro corpi erano stati ritrovati, quello del bambino che viaggiava con loro, no.
“Nessuno mi ha mai cercato…” concluse Rami sconvolto, ma Julie aggiunse “no, perché c’è stata un colpo di stato due giorni dopo la morte dei tuoi genitori, con conseguente guerra civile, quindi nessuno evidentemente si è preoccupato di un piccolo turista indiano scomparso e hanno dato per scontato che un bambino di quattro anni fosse con i genitori…”
Rami annuì, effettivamente aveva senso la conclusione di Julie, che mentre lui leggeva il dossier, si era addentrata in ricerche importanti su wikipedia, e aveva approfondito la questione
“E perché non c’ero?” le chiese e Julie si strinse nelle spalle. Provò a cercare una soluzione, si addentrò in una bellissima spiegazione complicata, ma Rami era stato attirato da altro. Alla fine del dossier c’erano le foto, ed erano tante e molto dolci. Assomigliava moltissimo a suo padre, ma aveva qualcosa anche di quella piccola donna bellissima che lo stringeva dolcemente al petto. Nelle foto di suo padre con lui in braccio, però, si rivide mentre coccolava Lory. Aveva avuto anche lui qualcuno, si disse. Era stato amato, qualcuno lo aveva aspettato e voluto anche. Quel pensiero, stranamente, riempì un vuoto nella sua anima che neanche sapeva di avere. Dopo un po’ mostro quelle foto alla sua compagna, dicendole piano “sono esattamente come noi, una famiglia…” provocandole un sorriso splendido.
 Nota:
Ciao a tutti, scusate se sono scomparsa dalla circolazione, ma sono finita in un buco nero di lavoro! Allora so che vi ho lasciati ad aspettare, ma in compenso vi ho regalato un capitolo più lungo degli altri, e spero ricco di colpi di scena ed emozioni. Vi aspetto, mi raccomando.
 
   
 
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