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Autore: ciosa82    24/02/2022    6 recensioni
Improvvisamente arriva a Nankatsu la cugina di Tsubasa, timida ed introversa ma grande appassionata di calcio e con un'occhio da critica calcistica scoperto per caso da Misugi e Yayoi.
Una visita di pochi mesi ma sufficienti a cambiarla e farle prendere decisioni importanti per il futuro grazie a Sanae e a Misaki che la aiutano a conoscersi meglio ed essere più sicura di se stessa e pronta ad affrontare sempre sfide nuove.
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Emily Ozora, tra amore a calcio'
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Oggi è un sabato pomeriggio speciale perché Taro mi ha chiesto di andarlo a vedere mentre si allena da solo al campetto delle elementari. In questi mesi ho notato che ha delle difficoltà ad entrare in sintonia con gli altri attaccanti, non ha con nessuno lo stesso feeling che ha con Tsubasa ma lui è unico.
Kisugi e Taki giocano insieme fin dalle elementari e sono perfettamente affiatati al punto che anch’io li chiamo “la coppia d’argento” per la loro bravura insieme e loro si divertono a stupirmi con nuove azioni, invece Izawa nel suo ruolo è un ottimo solista che sa fargli benissimo da spalla quando occorre. Taro è perfetto nel ruolo di ala destra, ha un dribbling velocissimo e grande fantasia per risolvere in pochi secondi ogni nuova situazione però non riesce a trovare un suo tiro speciale, qualcosa che nessun avversario si aspetti da lui. Io vorrei tanto aiutarlo ma non so cosa fare a parte sostenerlo e bocciare tutto ciò che ho già visto fare in altre squadre.

Arriva a casa mia puntualissimo come sempre. “Ti va se andiamo al campo di corsa? Andrò piano, tranquilla.”
“Per me va bene, andiamo pure.”
Taro si adatta perfettamente al mio ritmo e, quando mi sono riscaldata un po’, mi fa aumentare la velocità finché arriviamo al campo in cui si allenava con Tsubasa quando è nata la squadra della Nankatsu. Io mi metto a fare un po’ di stretching alle gambe, lui mi osserva e: “Imbrogliona! Tu vai a correre e anche spesso!”
“E vabbè, ogni tanto mi alleno anch’io da sola. E poi correre qui è più bello rispetto al parco di Tokyo dove vado di solito perché ho ancora tanti posti da scoprire.”
Lui inizia ad allenarsi con un po’ di palleggi in tutte le direzioni e altezze e poi parte con delle serie di dribbling velocissimi contro avversari immaginari. Io lo controllo dalla panchina.
Quindi si sposta in area ed inizia a tirare in porta da varie angolazioni. Io mi posiziono in un angolo a guardarlo e gli rimando il pallone ma finora nessun tiro lo convince e anch’io non vedo nulla di particolare.
Ad un certo punto sento:” Ragazze, quello è Misaki! Bravissimo! Sei il migliore!” sono tre ragazze della nostra scuola che ho visto anche ad una partita d’allenamento la settimana scorsa.
“Forse dovresti andare a salutarle…” gli suggerisco per vedere la sua reazione.
Lui fa solo un cenno con la mano “Non mi interessano, tifano per tutti quelli carini.” E riprende ad allenarsi.

La stanchezza e il caldo si fanno sentire e ci sediamo un po’ in panchina.
“Comunque non sapevo che avessi delle tifose…” riprendo il discorso.
Lui mi guarda con il sorriso di chi la sa lunga e controbatte: “Anche tu hai degli ammiratori non te ne sei accorta?”
“Io? E chi sarebbero?”
“Bhe, intanto direi Wakashimazu altrimenti non sarebbe venuto fino a qui da solo per parlarti con tutti i posti che conosce a Tokyo per allenarsi. E comunque vai forte coi portieri perché anche Morisaki ti adora solo che è troppo timido per fartelo capire.”
“Peccato che io preferisco gli attaccanti…”
“Tranquilla, c’è anche Kisugi! Ma davvero non vedi come ti guarda e quante ore in più si allena da solo con te?”
“Scherzi, vero? Non dirmi che ce ne sono altri…”
Lui guarda verso il cielo. “Ti ho già detto molto e forse qualcun altro c’è…” si alza, prende il pallone e si dirige a centrocampo. “Allora, non vieni? Voglio provare a mostrarti una cosa.”
Io lo raggiungo ma lui si sposta alla mia sinistra, mi tira il pallone abbastanza veloce ma io lo blocco col piede. “Ottimo! Sono sicuro che riesci a passarmelo anche correndo.” Si posta in avanti, io lo seguo calciando il pallone ed iniziamo una serie di passaggi ovviamente molto tranquilli però abbastanza precisi finché arriviamo davanti alla porta e lascia a me il piacere di tirare. “Gol!” esulto come quando giocavo con Tsu-chan da bambina.
Lui si avvicina a me, fissa il pallone in porta e si fa serio:” Per me una storia d’amore non dovrebbe basarsi sulla dipendenza di una ragazza dal suo ragazzo ma dovrebbe essere come abbiamo fatto noi ora. Due persone che si aiutano a vicenda per raggiungere i propri obiettivi. Io ho dovuto imparare fin da piccolo ad essere indipendente per seguire mio padre e non disturbarlo mentre lavora ed ora ho i miei sogni da inseguire perciò non voglio una ragazza-tifosa che dipende da me e passa il suo tempo a casa ad aspettare che rientri dagli allenamenti o da ritiri che durano anche settimane. Non fa per me. Voglio parlarle dei miei sogni ed ascoltare i suoi, fare il tifo per lei come lei lo fa per me. Sogno uno scambio reciproco e non passerò del tempo a conoscere nessuna che non mi sembri così.”
Prende il pallone e si avvia verso l’uscita “Si sta facendo tardi, ti accompagno a casa.”

Per strada non parliamo più finché non arriviamo al cancello. Taro mi ferma con la mano prima che lo apra: “Aspetta… volevo dirti che quello che ti ho confidato prima non era in programma e non l’avevo mai detto a nessuno è che con te mi sento a mio agio per parlare anche di me.”
“Mi fa piacere”
Ma non ha finito:” La mia non era una dichiarazione, Emily, o forse in parte si comunque non voglio che tu mi dica niente ora. Vorrei semplicemente che iniziassi a riflettere su quello che vuoi tu senza prendere ad esempio le tue amiche e le loro storie. Inoltre finora hai conosciuto soprattutto me invece vorrei che provassi a guardarti intorno. Sappi che io sarò sempre al tuo fianco anche se non fisicamente. Sono sicuro che ogni cosa accade al momento giusto, basta solo avere pazienza e saper riconoscere quel momento. Non abbiamo nessuna fretta.” Mi da’ un bacio leggero sulla fronte e corre via mentre io resto qui sospesa ma allo stesso tempo felice perché Taro oggi mi ha dato una lezione di vita importante oltre ad aprirsi con me. Mi sta aiutando a crescere libera ed indipendente cosa che non ho mai visto fare né a Tsubasa né tantomeno a Jun abituati come sono a dare per scontato Sanae e Yayoi. Come Taro anch’io ho un sogno e non intendo smettere se non sarò io a deciderlo.

 
Più si avvicina il campionato nazionale, più Emily sta imparando a conoscere la squadra e soprattutto vede in Taro sia i pregi che i difetti. Ormai è evidente che è interessata a lui dal briciolo di gelosia che dimostra per le compagne di scuola ma questo non le fa perdere la lucidità della manager neanche in questo pomeriggio passato da sola da sola con lui. Taro, dal canto suo, non ha mai frequentato una ragazza però ha le idee molto chiare su quello che cerca e non è la Sanae di turno, inoltre non vuole soffrire come suo padre perciò mette Emily alla prova decidendo di lasciarla da sola per un periodo perché possa guardarsi dentro e conoscere altri ragazzi e poi si vedrà. 
   
 
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