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Autore: Altair13Sirio    25/02/2022    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Tornare a Mistilteinn dopo due giorni di “vacanza” non fu difficile come si era prospettato. I ragazzi avevano sentito la mancanza dei loro amici, e grazie alla vittoria ottenuta pochi giorni prima il loro entusiasmo era salito alle stelle. Sapevano di avere un compito importante e volevano tornare subito al lavoro per proteggere il mondo.
Sembrava che i loro coordinatori avessero previsto questo loro desiderio, perché in brevi tempi dopo che si furono ristabiliti alla tenuta, i ragazzi furono portati a vedere le modifiche che erano state apportate ai loro Stridiosauri sfruttando i dati registrati nella battaglia contro i VIRM.
Hachi disse che grazie a quello scontro avevano ottenuto molte informazioni su come potenziare i giganti e che nel periodo di pausa lasciato ai ragazzi avevano dato il via ai lavori, assieme a quelli per le riparazioni dei danni subiti in battaglia; quando entrarono nella sala di controllo per ricevere la spiegazione, i ragazzi notarono all’istante delle differenze visive nei loro Stridiosauri.
<< Tenete conto che le modifiche sono nate prendendo a esempio il vostro stile di combattimento e che c’è ancora molto margine per potenziare ulteriormente i mecha, e se doveste avere delle proposte al riguardo saremo felici di ascoltarle. Nel frattempo, questi sono i risultati… >> Concluse prima di avvicinarsi alla vetrata e lasciare che i ragazzi osservassero con i loro occhi.
Gli Stridiosauri avevano subito delle modifiche non drastiche, ma che ne avevano cambiato comunque in modo significativo l'aspetto: anche tra quelli di piccole dimensioni, che sembravano aver ricevuto meno modifiche, si potevano notare certe differenze vistose.
Il primo che catturò l’attenzione dei ragazzi fu il Gaia: il suo corpo non sembrava più quell’ammasso di tentacoli gelatinosi che avevano visto la prima volta, ma presentava uno strato solido a reggere le sacche di gas, al momento sgonfie, mentre i tentacoli sembravano essere stati avvolti da una spirale dello stesso materiale.
<< Quello che riveste il Gaia è un esoscheletro in carbonio sviluppato per proteggere al meglio lo Stridiosauro e i suoi piloti senza dover sacrificare la sua già ridotta manovrabilità e i movimenti dei suoi tentacoli; inoltre, l’esoscheletro regola il trasporto del gas alle sacche esplosive, permettendo di non rimanere mai a corto di munizioni. >> Fu la spiegazione di Hachi quando notò la confusione di Suzuko e Tetsuya, che si sporgevano verso il vetro nel tentativo di vedere meglio il loro Stridiosauro.
A quelle notizie i due piloti sembrarono contenti e si mandarono degli sguardi speranzosi, però Suzuko si accigliò rapidamente:<< L’esoscheletro sembra costringere le sacche di gas. La nostra potenza di fuoco non ne risentirà? >>
Comprensivo, Hachi annuì. << E’ così. Si tratta di una misura necessaria a garantire la tua sicurezza, Suzuko. >>
Confusa, la ragazza attese una ulteriore spiegazione, che ricevette da Nana un attimo dopo.
<< E’ perché da tutti i test che hai effettuato, più la battaglia sostenuta l’altro giorno abbiamo ricavato dati preoccupanti: in ogni occasione, almeno una volta nel corso della connessione hai raggiunto livelli di sopportazione critici. Ti sei spinta troppo oltre il tuo limite, subendo danni enormi, e non possiamo lasciare che continui a farti del male così, quindi con questo sistema speriamo di riuscire perlomeno a limitare l’energia che farai disperdere con le tue esplosioni! >>
Per alcuni secondi la squadra non ebbe alcuna reazione, Suzuko aveva lo sguardo di chi si sentiva accusato ingiustamente e nessuno avrebbe voluto disturbarla in quel momento; poi Aiko le si avvicinò timorosa, seguita da una Rin più che infervorata, ed entrambe iniziarono a chiederle che cosa stesse realmente facendo a bordo del Gaia.
<< Tutto il necessario… >> Borbottò lei a denti stretti, con le spalle al muro. Adesso sembrava vergognarsi di quella situazione e il fatto che i coordinatori non avessero sentito la sua risposta la sollevò un poco. Delusa da sé stessa, la ragazza si fece da parte e rimase ad ascoltare il resto delle spiegazioni sulle nuove funzionalità del Gaia.
<< Sappiamo che potreste vederla come un'ingiustizia, in fondo è evidente che tu abbia voluto dare fondo alle tue energie per compensare quella mancanza che continuava a farvi arrancare rispetto ai vostri compagni… >> Disse Hachi con tono diplomatico. << Tuttavia siete cresciuti molto negli ultimi tempi, e non c’è assolutamente bisogno di prendersi rischi così grossi per ottenere risultati migliori. Sarete ancora in grado di sfruttare la massima capacità di esplosivo del Gaia attraverso la modalità berserk, ma questo sarà un deterrente per impedirvi di rischiare la vostra salute a ogni connessione. >>
Quasi come se fosse stata insultata, Suzuko incassò quelle parole con dignità ma si ritrovò a stringere i pugni con forza, carica di risentimento. Gli adulti notarono il suo sguardo, ma pensarono che qualunque cosa avrebbero detto non sarebbe servita; non sapevano cos’altro fare per non far sembrare quella circostanza una punizione, finché Tetsuya non si avvicinò alla sua partner e le posò una mano sulla spalla con un sorriso benevolo dipinto sul volto.
<< Suzuko, tu non hai nient’altro da dimostrare. Hai già fatto vedere a tutti quanto sei forte e tenace! Adesso per la tua sicurezza dovremmo scegliere un approccio diverso. >> Disse tranquillo, facendo sparire per un momento il cipiglio della ragazza. <>
Suzuko non era una stupida: capiva perfettamente che stessero tutti cercando di farle mandare giù il boccone amaro, però l’idea di potersi migliorare nuovamente la caricò di energie e le fece passare l’arrabbiatura abbastanza in fretta. Sembrava che il suo partner stesse cominciando a pensare come lei e a capire i suoi desideri, e questo non poteva che renderla fiera!
<< Va bene, vi dimostreremo che siamo in grado di farcela anche con l’energia limitata! >> Esclamò alla fine, strappando un sorriso agli altri ragazzi. Anche Hachi e Nana sorrisero, ma sentivano che le loro motivazioni non fossero state completamente chiare alla ragazza.
<< Il prossimo nella lista è l’Aros… >> Iniziò Hachi passando oltre, avvicinandosi di nuovo al vetro per mostrare alla squadra le migliorie dello Stridiosauro dalla forma di dragone: sembrava aver ricevuto modifiche solo all’altezza della testa e delle spalle. << La speciale corazza protettiva apportata al suo volto vi proteggerà dagli impatti e dal calore; avevamo pensato che un modello che può sputare fiamme sarebbe già stato immune al fuoco, ma in realtà dopo diversi test abbiamo scoperto che la sua resistenza al calore è solo poco più alta della media, quindi abbiamo lavorato per migliorare questo aspetto così che possiate sfruttare in modo ancora più efficiente il vostro punto di forza senza risentirne. >>
Hoshi e Momo furono molto soddisfatti di quell’aggiornamento al loro Stridiosauro. In fondo sputare le fiamme richiedeva già abbastanza energie senza doversi preoccupare di bruciare con i loro nemici; adesso Momo sarebbe riuscita ad attaccare più liberamente.
Nana si sporse in avanti. << Abbiamo anche apportato dei miglioramenti alle ali dello Stridiosauro: il vantaggio aereo è una grossa parte del vostro stile di guida e se le vostre ali venissero danneggiate, perdereste tutta la vostra mobilità, quindi le abbiamo rinforzate in modo che da resistere anche ai colpi più violenti. >>
<< Ovviamente, questo risultato è stato ottenuto a scapito di una piccola diminuzione della velocità di volo. >> Aggiunse Hachi. << Delle ali più pesanti saranno più difficili da manovrare, ma i benefici superano di gran lunga i costi. >>
Nonostante quel dettaglio, Hoshi e Momo sembrarono comunque molto contenti di quei miglioramenti; ora che avevano iniziato a scoprire il proprio potenziale come coppia, entrambi non vedevano l’ora di dare il massimo alla guida e quei potenziamenti gli avrebbero permesso di esprimere ancora di più quel loro sentimento.
Suzuko rimase a scrutare con disappunto i suoi compagni di squadra, quasi con invidia al pensiero che mentre a loro era stato dato un aggiornamento che gli permettesse di sprigionare più potenza senza troppi rischi, con lei la scelta era stata quella di limitarle la potenza; trovava che fosse un trattamento per niente equo, ma non volle mettere bocca nell’argomento avendo già detto la sua, tuttavia il timore che il distacco con il resto della squadra si ingigantisse dopo quelle modifiche iniziò a martellarle nella testa.
<< Per l’ultimo classe Gutenberg della squadra, le modifiche sono state più specifiche. >> Continuò Nana riprendendo il giro, in attesa che i ragazzi tornassero a seguirla. << Prima l'Anthurium poteva solo condurre elettricità attraverso la coda, ma con le ultime modifiche qualsiasi punto della corazza dello Stridiosauro potrà trasmettere la corrente! In questo modo però, la dispersione di energia sarebbe troppo elevata, e così abbiamo diviso il corpo dell’Anthurium in vari scomparti che potranno isolare autonomamente la corrente elettrica. >>
<< In questo modo, per esempio, se verrete attaccati frontalmente potrete far passare l’elettricità nella testa dello Stridiosauro senza sprecare troppa corrente. >> La sostenne Hachi, serio come sempre.
<< E visto che il vostro è uno degli Stridiosauri più grandi, non è da escludere che vi ritroviate a “dare un passaggio” ai vostri compagni di squadra come successo con l’Aros durante la battaglia. In questo modo sarete in grado di utilizzare il vostro potere speciale senza danneggiare anche gli altri Stridiosauri. >>
Hachi e Nana si guardarono con complicità, particolarmente fieri di quel potenziamento. Effettivamente Naho e Yoshiki non avevano avuto modo di sfruttare al meglio quella caratteristica del proprio Stridiosauro con il rischio di fare del male anche agli altri piloti, ma non avevano mai pensato di aggirare il problema in quel modo; così le battaglie diventavano molto diverse per loro.
<< C’è anche un altro miglioramento, atto a diminuire la dispersione di corrente elettrica incanalata nel corpo dell’Anthurium. >> Continuò la donna dopo che i due piloti si furono mandati dei cenni soddisfatti, sorprendendoli ancora una volta. << Probabilmente avrete notato quel luccichio che riveste il serpente lungo tutta la sua coda. >>
Il tono di Nana nascondeva un certo orgoglio in quel dettaglio e seguendo il suo dito i ragazzi riuscirono a scorgere, dopo una attenta osservazione, strani riflessi che circondavano le scaglie del serpente meccanico. Si trattava di un sottile filo di metallo che, partendo dalla testa si diramava come una gabbia attorno alle sezioni della schiena dell’Anthurium, fino a ricongiungersi sulla punta della coda.
<< Per abbassare la resistenza dei circuiti in cui scorre la corrente, li abbiamo sostituiti con dell’argento, rendendo così le sue funzioni molto più efficienti. >> Spiegò la coordinatrice mentre i ragazzi studiavano attentamente il loro Stridiosauro. Sembrava una modifica insignificante, eppure unita a quella sull’ottimizzazione della corrente dava la possibilità di preservare una grandissima quantità di energia in battaglia e spingere il limite ancora più in là.
<< Adesso è anche molto più figo! >> Scherzò Yoshiki portandosi una mano al fianco. La squadra reagì con delle grosse risate, colti alla sprovvista dall'umorismo del ragazzo.
Naho gli sorrise. << Sì, adesso vinceremo tutte le sfilate di bellezza per Stridiosauri! >> Continuò dandogli un colpetto sul braccio, facendolo ridere a sua volta.
<< Anche io voglio uno Stridiosauro più carino! >> Si intromise Kya, sempre pronta a mettere il naso in qualsiasi argomento; questa volta però il suo intervento mirava a chiedere che tipo di modifiche fossero state apportate allo Iustitia e, divenuta seria, perché non se ne notasse alcuna.
<< Come avevamo detto, i nostri potenziamenti sono derivati dallo stile mostrato e le scelte fatte durante il combattimento; nel vostro caso sono state installate funzionalità meno evidenti, ma siamo sicuri che influenzeranno molto il vostro comportamento sul campo. >> Illustrò Hachi alzando una mano con sguardo compiaciuto. In effetti, rispetto agli altri, lo Iustitia non presentava alcun cambiamento visibile.
<< Di cosa si tratta? >> Domandò Ryo, curioso quanto Kya di quelle nuove funzionalità.
Nana estrasse un piccolo proiettore di ologrammi e lo attivò, mostrando un modellino tridimensionale dello Stridiosauro; accanto ad esso comparve un modello della sua lancia, assieme ad alcune descrizioni che i ragazzi non riuscirono a leggere.
<< Abbiamo notato come, nel combattimento in mischia, lo Iustitia avesse bisogno di appoggiarsi a un’altra unità per riuscire a dare il meglio. >> Disse Hachi, facendo un lieve cenno all’ologramma attivato da Nana. << Una volta messo di fronte a un gran numero di nemici, non riusciva a concentrarsi su tutti in modo equo, così abbiamo pensato di rendere le vostre armi un po’ più versatili… >>
Nana premette un pulsante e l’ologramma cambiò, mostrando un modello più grande della lancia e una seconda immagine in cui questa si apriva come un artiglio. << Con questo dispositivo a dispersione, la lancia si dividerà in un gran numero di uncini che si distenderanno in tutte le direzioni, fornendovi un raggio di attacco più ampio e la possibilità di colpire più nemici in una volta. >>
<< Ovviamente, si tratta di un tipo di arma che richiede molta pratica; agitare un simile attrezzo senza l’adeguata cautela significherebbe rischiare di danneggiare voi stessi o i vostri compagni. >> Puntualizzò l’uomo con il solito tono ammonitore. Questo non servì ad abbassare il morale dei due piloti, ringalluzziti dall’idea di avere un nuovo giocattolo da testare.
Nana e Hachi rimasero a guardare i due ragazzini che cominciavano a fantasticare su come avrebbero potuto utilizzare quel nuovo dispositivo in battaglia e si lasciarono sfuggire dei sorrisi malinconici; sembravano aver dimenticato di avere di fronte una serie di prove che avrebbero segnato il futuro dell’umanità. Alla fine la donna si costrinse ad uscire da quella malinconia e riprese a parlare degli Stridiosauri.
<< Come avete potuto vedere, non tutte le nostre modifiche si concentrano sul reparto offensivo, e il caso dell’Animus è forse quello che lo dimostra al meglio. >> Iniziò spostando l’attenzione di nuovo sulla finestra. << In questo caso, i cambiamenti apportati servono a permettere una maggiore performance del motore dello Stridiosauro, per resistere a regimi molto più elevati e per più tempo; inoltre, abbiamo migliorato la sua aerodinamica per permettere una velocità maggiore, essendo questo il suo più grande punto di forza. >>
Rin mandò un’occhiata sorpresa al fratello, che rispose in ritardo voltandosi verso di lei come per chiederle cosa volesse dirgli. La ragazza poi tornò a guardare davanti a sé e ghignò con fare spavaldo:<< Speriamo che Aki riesca a farlo andare veloce per davvero, altrimenti queste modifiche non saranno servite a molto! >>
<< Ehi! >> Sbuffò quello allargando le braccia con rassegnazione. << Non sono io quello a cui viene il fiatone appena alziamo un po' il ritmo! >>
I due fratelli iniziarono a prendersi in giro per un po’ finché non furono richiamati all’ordine da Hachi, che si ritrovò a dover alzare la voce come se avesse a che fare con dei bambini.
<< Come dicevamo, abbiamo potenziato il motore e migliorato l’aerodinamica in modo da permettervi di raggiungere velocità più elevate, ma se avete difficoltà a tenere questi ritmi saremo pronti a sentire i vostri punti di vista per provare a capire cosa c’è che non va nello Stridiosauro. >> Disse l’uomo con fare autoritario, rimettendo subito in riga i ragazzi. Aki e Rin lo ascoltarono senza replicare e alla fine sembrarono in imbarazzo.
<< Ah… No, non c’è nessun problema con lo Stridiosauro. >> Ammise il ragazzo.
Rin riprese da dove aveva lasciato lui:<< Sì… Stavamo solo scherzando. >>
Hachi annuì. Entrambi i ragazzi sembravano davvero costernati, forse era stato troppo duro per una sciocchezza; tuttavia, quella era una questione che avrebbero affrontato tra un attimo.
<< E noi? >> Domandò timidamente Aiko, facendosi avanti per cercare di notare le differenze del proprio Stridiosauro. Anche Kaoru la raggiunse, mostrandosi un po’ spaesato.
<< Già, lo Xenomorphus non sembra molto diverso dal solito. A parte la coda, che sembra essere stata rinforzata… >>
<< Ed è esattamente quello che abbiamo fatto. >> Disse Nana anticipandolo. Fu Hachi a illustrare tutte le nuove caratteristiche dello Stridiosauro, una volta che si fu ricomposto.
<< La coda dello Xenomorphus è un grande vantaggio, possiamo considerarlo come un arto in più, e abbiamo notato come nonostante la sua versatilità rimanga molto scoperta e inutilizzata durante la battaglia. Con questa modifica, speriamo di poterla rendere più utile in uno scontro con più nemici. >>
Kaoru e Aiko osservarono il loro Stridiosauro, a riposo nel proprio box dopo la dura battaglia che aveva dovuto affrontare: i danni subiti nella loro furia offensiva erano stati riparati e adesso il mecha era tornato a splendere come la prima volta che lo avevano visto, ma la sua coda aveva assunto una forma molto diversa. Il suo profilo era diventato meno armonioso, sulla punta era presente un peso che gli conferiva un aspetto molto più goffo, contornato da punte acuminate che con la giusta forza avrebbero assestato dei danni devastanti ai loro nemici.
Per qualche motivo, pur sapendo che fossero tutte modifiche necessarie per migliorare le loro prestazioni, Aiko provò dispiacere a vedere il suo Stridiosauro cambiare leggermente forma.
<< Cosa ne pensate? >> Domandò Nana, che aveva notato come entrambi non avessero detto niente. Kaoru si staccò dal vetro e si voltò verso di lei.
<< E’ tutto qui? >> Domandò, sorprendendola.
<< Prego? >>
<< E’ tutto qui o ci sono altri aggiornamenti? Avete avuto dei dati interessanti dall’utilizzo della modalità berserk? >> Continuò il ragazzo facendosi serio di colpo. << Sostenere quella forma anche solo per trenta secondi è stata un'agonia per Aiko, lo sapete? Apprezziamo che abbiate voluto rendere più forte il nostro Stridiosauro, ma credete che ci sia qualche modo per rendere più sopportabile il peso della connessione in situazioni critiche quanto in quelle più a riposo? >>
Anche se commossa per quell’interessamento al suo benessere, Aiko si sentì a disagio al pensiero che Kaoru stesse facendo quella ramanzina ai loro coordinatori per lei e pensò di sviare la discussione, ma Hachi e Nana furono più veloci di lei e incassarono il colpo con classe.
<< E’ vero che sarebbe stato preferibile apportare delle modifiche per la connessione invece che dei semplici potenziamenti offensivi… >> Esordì Hachi con lo sguardo corrucciato. << Ma come vi abbiamo già spiegato, il livello di sopportazione della connessione è dato dalla compatibilità raggiunta dai piloti; siete ancora agli inizi del vostro viaggio, ma non mi sorprenderebbe vedere una rapida crescita dei livelli compatibilità di tutta la squadra, dopo questa prima battaglia. A quel punto, anche la modalità berserk potrà essere più abbordabile. >>
<< Dovete mettere in conto che la modalità berserk eleva le vostre performance a livelli inverosimili; la reazione per le Pistil sarebbe di intenso dolore anche nel caso che la connessione arrivasse al cento percento. >> Aggiunse Nana costernata, pur rimanendo obiettiva.
Kaoru si sentì deluso. Aveva giurato di proteggere Aiko dopo quella battaglia, l’immagine di lei in lacrime e priva di forze gli aveva lasciato un grande senso di impotenza e quella notizia non avrebbe fatto che ingigantirlo ancora di più; avrebbe dovuto adeguare la propria guida per aiutare Aiko, non poteva permettersi di ferirla di nuovo…
<< Ehi… >> Lo chiamò una voce da destra. Subito Kaoru si ritrovò i grandi occhi luminosi della sua partner davanti e fu quasi spaventato dal vedersela così vicina di fronte a tutti gli altri. << Grazie per esserti preoccupato per me, ma adesso non possiamo farci niente. >>
<< Ma così tu… >>
<< Troveremo una soluzione insieme, sei d’accordo? >>
Come poteva non essere d’accordo? Quello sguardo così dolce, la sua voce rassicurante che gli impediva di pensare che qualcosa potesse andare storto… Aiko aveva acquistato una freddezza inaspettata dopo la loro prima battaglia con i VIRM, questo suo segno di maturità non poteva che far innamorare Kaoru ancora di più!
<< E con questo si conclude la lista di aggiornamenti apportati ai vostri mezzi. >> Disse Nana, spezzando il silenzio nato dopo che i due ragazzi si furono fermati a fissarsi negli occhi. Era evidente come alcuni di loro non fossero pienamente soddisfatti dei risultati e la donna ci tenne a fare presente che avrebbero accolto ogni tipo di critiche, in modo da poter trovare un modo per migliorare ancora di più gli Stridiosauri con i consigli dei piloti.
<< Adesso, prima di lasciarvi alle vostre faccende, vorremmo parlarvi di un’altra cosa. >> Spiegò Hachi, che sembrava starsi preparando ad affrontare un argomento molto serio. << Ma non qui: c’è qualcosa che dovreste vedere, e si trova nella tenuta di Mistilteinn. >>
Perplessi, i ragazzi acconsentirono a proseguire quel discorso altrove. Hachi e Nana si lanciarono degli sguardi difficili da interpretare, quindi li guidarono fuori dalla sala di controllo per prendere nuovamente l’ascensore che li avrebbe riportati nell’edificio scolastico; i Parasite pensavano che avrebbero ripreso subito con gli allenamenti, invece questo cambiamento di programma li aveva spiazzati e incuriositi allo stesso tempo.
La neve caduta nei giorni precedenti aveva resistito, ma il debole sole di fine autunno aveva ancora la forza per farla sciogliere con facilità: il bianco rimaneva vivido in mezzo ai prati e sui rami dei sempreverdi del parco, mentre il sentiero che divideva la scuola dalla casa dei ragazzi era diventato fangoso, solcato da piccoli rigagnoli che si disperdevano lungo la via. Naho si ritrovò a pensare a cosa si dovesse provare a stare a Mistilteinn durante una nevicata fitta come quella che aveva colpito la città, e per qualche ragione si ritrovò a immaginare Hachi e Nana da soli, ad osservare la neve cadere da una delle loro stanze a Mistilteinn.
Il viaggio fino alla tenuta fu breve. Hachi e Nana andavano veloci come se avessero fretta e più di una persona nella squadra poté notare come i loro nervi si facessero sempre più tesi a mano a mano che si avvicinavano alla loro destinazione.
Quando furono a casa, i due adulti tirarono dritto verso la rampa di scale che accoglieva i visitatori all’entrata e si avventurarono verso una parte della casa che i ragazzi frequentavano molto poco: lì c’erano delle stanze chiuse che all’apparenza erano semplici camere da letto uguali a quelle dove dormivano loro; tuttavia, al loro interno era custodito un segreto che Nana e Hachi volevano assolutamente mostrargli.
<< Sapete che questa è la stessa casa che ospitò la Squadra 13, vero? >> Iniziò Hachi cominciando a girare la chiave nella serratura. Si fermò un istante a guardare le risposte dei ragazzi, più o meno tutte affermative, sembrò giudicare la loro sincerità. Alla fine si girò continuando a muovere la chiave. << E sapete anche che io e Nana eravamo i coordinatori di quella squadra? >>
Ancora un po’ incerti, i ragazzi risposero di sì. Lo avevano studiato con loro a lezione, perché gli stavano facendo tutte quelle domande prive di senso?
<< Ragazzi… >> Questa volta fu Nana ad attirare l’attenzione su di sé. Hachi era pronto ad aprire la porta, ma attese la sua compagna. << Sicuramente sarete al corrente delle notizie dal resto del mondo, di come numerose squadre abbiano dovuto affrontare difficoltà molto più grosse di quelle incontrate da voi… Perdite terribili di civili e Parasite, tutti giovani come voi. >>
I ragazzi ricordavano bene il notiziario sentito la mattina seguente alla battaglia, ma avevano ottenuto ben poche informazioni sulla vera mole di danni subiti dall’umanità. I più si ritrovarono a deglutire con pesantezza cercando di scacciare quel brutto pensiero nato un attimo prima, e la sensazione opprimente di essere in pericolo tornò ad aleggiare su tutta la squadra.
<< Inizialmente non volevamo parlarvene, pensavamo che fosse ingiusto tirarvi in mezzo a una questione così pesante, sapendo quanto vi foste impegnati durante la battaglia… >> Continuò Nana unendo le mani davanti al petto. << Ma dopo una attenta rivalutazione, abbiamo capito che è inutile tenervi all’oscuro di simili dettagli e per la vostra sicurezza ci siamo già promessi di farvi presente tutti i rischi che correvate all’inizio di questa avventura, e non possiamo non aggiornarvi su quanto è venuto fuori ora… >>
<< C’è stata una strage e ora i nemici sono liberi di scorazzare per il pianeta? >> Commentò schietto Yoshiki, che cominciava a stufarsi di quei preamboli. Nana sembrò oltraggiata.
<< No! Come puoi pensare che sia una cosa del genere… Le altre squadre hanno tutte svolto un lavoro eccellente e… >>
<< E allora qualunque cosa sia, saremo in grado di reggerla. >> Tagliò corto con il suo solito sguardo gelido. Nana lo fissò incredula, chiedendosi come facesse a mantenere quella freddezza in ogni occasione, ma doveva ammettere che aveva ragione.
<< E va bene. >> Si schiarì la voce, pronta a parlare, ma Hachi la interruppe.
Con uno sguardo, l’uomo le fece capire che fosse meglio qualificato a dare cattive notizie e lei non si oppose; così Hachi prese il suo posto e si rivolse al gruppo.
<< Ci sono state numerose perdite nel resto del mondo. Trentasette, per essere precisi. >> Annunciò, provocando subito delle reazioni di sconcerto in mezzo alla squadra; sospiri, mormorii ed esclamazioni affrante spezzarono il silenzio del corridoio e accompagnarono la sua voce per un po’. << Dei piloti andati ad affrontare i VIRM, ne sono morti trentasette. La squadra Maghenta è stata spazzata via completamente; erano ragazzi come voi, si sono allenati duramente quanto voi, eppure i nemici hanno avuto la meglio.
<< Tra le perdite bisogna contare anche diversi civili rimasti coinvolti negli scontri; voi avete avuto la fortuna di affrontare i VIRM in campo aperto, ma molte squadre hanno dovuto occuparsi dell’evacuazione di centri abitati, per non parlare dei danni che questi hanno riscontrato nella battaglia. Se prendiamo i risultati generali, la prima battaglia con i VIRM è stata un successo, ma a parte voi l’unica squadra che non ha subito perdite tra i suoi membri e la città che difendevano, è stata quella situata a Desia. >>
Ryo conosceva quella città. Era un centro industriale altamente sviluppato a nord di lì dove erano fiorenti la tecnica e la meccanica e dove risiedevano alcune delle più importanti università del continente; Desia era anche famosa per l’alto tasso di povertà, ma era ovvio che non fosse questo che venisse in mente alle persone quando veniva menzionata, e adesso sembrava che potessero vantare anche una squadra di Parasite eccezionale. Maghenta invece era un centro più piccolo dedicato perlopiù alle industrie manifatturiere, molto più lontano; ma a parte questo il ragazzo la conosceva poco…
In quella situazione, conoscere il numero delle vittime e sapere dove erano state fatte esattamente fu per tutti i ragazzi ragione di grande timore, come se adesso non fossero più solo delle informazioni vaghe che avevano sentito per caso alla radio, ma erano diventate a tutti gli effetti delle vite umane stroncate in maniera tragica.
<< Noi non siamo qui per piangere la morte di quei ragazzi adesso; pensiamo che il modo migliore per onorarli sia quello di svolgere il nostro lavoro al meglio. >> Spiegò Hachi con sguardo duro, come se volesse rendere chiaro il concetto di non lasciarsi prendere dalle emozioni. << Tuttavia, alcune cose mostrate nella vostra battaglia ci hanno fatto pensare che sia importante ricordarvi quello che rischiate sul campo di battaglia. >>
Rin si voltò a guardare verso Kya, che sembrava totalmente estraniata dalla conversazione, e fu sorpresa di vedere che anche il suo partner Ryo e diversi compagni di squadra le stessero rivolgendo gli stessi sguardi inquieti. Alla fine la ragazza si accorse di essere osservata e si girò di scatto verso gli altri chiedendo cosa stesse succedendo. Come se l'avesse interpellata, Nana prese la parola.
<< Kya, siamo molto contenti di vedere il tuo entusiasmo nel pilotare lo Iustitia, tuttavia, siamo preoccupati per gli enormi rischi che ti prendi in battaglia. >>
La ragazza non sembrò minimamente allarmata e si limitò a fare spallucce.
<< Abbiamo notato quanto tu sia stata impulsiva in alcuni momenti dello scontro e anche se come caposquadra ti sei distinta in quanto a strategia e organizzazione del gruppo, nel singolo hai commesso diversi errori di disattenzione; l’idea di attaccare i nemici direttamente sulla loro nave è stata audace, ma estremamente rischiosa e una volta completato l’obiettivo avreste dovuto lasciare immediatamente la zona prima che la nave precipitasse! >>
Kya guardò la donna con disappunto. << Era Ryo che stava guidando! >> Borbottò cercando di scrollarsi di dosso quella responsabilità, ma il suo partner la fulminò.
<< No che non stavo pilotando! Hai preso il sopravvento sui comandi un’altra volta! >>
<< Che incapace. >> Sbuffò lei atona, e distolse lo sguardo.
Per quanto fosse divertente vederli litigare, Nana dovette richiamarli all’ordine:<< Si tratta di un pericolo per la vostra sicurezza, Kya! Ci aspettiamo che durante la battaglia rimaniate sempre concentrati per quanto vi sia possibile, non fateci prendere altri spaventi come quello… >>
I ragazzi si zittirono e rimasero a rivolgerle sguardi timidi e costernati. Adesso Kya non scherzava più, aveva capito di aver combinato una grossa scemenza e la verità era che nemmeno lei sapeva perché fosse successo: proprio a fine battaglia si era lasciata prendere dall’euforia e improvvisamente tutto quello che aveva voluto era godersi il momento della vittoria. Si vergognava al pensiero di aver commesso una tale svista, eppure non riusciva a considerarlo veramente qualcosa di sbagliato.
<< Ho capito. >> Disse alla fine. << Cercherò di trattenermi d’ora in avanti. Ma Ryo dovrà restare sveglio, se vuole controllarmi! >>
<< E’ una cosa seria, Kya. >> Le disse Nana senza accennare ad alcun sorriso. La battuta della ragazza avrebbe potuto alleggerire gli animi, ma non ora.
Eppure Kya non stava ridendo, mentre parlava. Alle parole della adulta abbassò lo sguardo con disappunto e sussurrò in maniera appena percettibile:<< Non è solo colpa mia… >>
<< Questo discorso ovviamente vale per tutti voi. >> Intervenne Hachi facendo girare lo sguardo da una parte all’altra. << Ogni azione sul campo di battaglia deve essere ben ponderata, e ricordate sempre di poter contare sui vostri compagni e sul sostegno dal centro di comando. Non possiamo permetterci errori dovuti a imprudenza o eccessivo ottimismo; non vogliamo perdere nessuno di voi, e non perché siete i nostri guerrieri e dovete salvarci la pelle… >>
Nana si intromise a metà discorso, con un sorriso speranzoso rivolto ai ragazzi. << E’ perché teniamo a voi. >>
Quelle parole suonarono un po’ strane. I giovani non avevano ancora sentito dei discorsi così personali da parte dei loro coordinatori, sembrava che nonostante i toni burberi di Hachi e i tentativi di Nana di restare formali, alla fine i due adulti si fossero ammorbiditi.
<< E… Che cosa volevate mostrarci nella stanza? >> Domandò timidamente Hoshi, che alzò la mano dal centro del gruppo per farsi notare meglio.
Nana e Hachi si guardarono come se si fossero ricordati solo ora di quella cosa. Con un cenno, la donna fece segno al proprio compagno di aprire la porta e questo attraversò la soglia con fare solenne: all’interno c’era una camera da letto come le altre, adornata con decine di fotografie messe insieme a formare dei collage contornati da fiori e candele profumate e altri oggetti personali difficilmente riconoscibili. All'apparenza sembravano foto di persone qualunque, ma era chiaro che, almeno alcuni dei protagonisti nelle foto, fossero una costante sempre e comunque, e fu una foto quasi in disparte, poggiata su uno scaffale, a rivelare ai ragazzi quella cosa.
<< Questo è un santuario della Squadra 13, per così dire. >> Spiegò Hachi con tono pacato mentre si faceva da parte per lasciare che i ragazzi entrassero. L’odore dei lillà che riempivano la stanza riempì subito le narici dei ragazzi, mascherando anche in parte la puzza di chiuso che quella stanza doveva aver sofferto per molto tempo ma tutti i ragazzi ci si abituarono rapidamente dopo aver fatto qualche passo al suo interno.
Aiko si soffermò a guardare delle foto di una famiglia numerosa attaccate a quella che sembrava essere una giostrina acchiappasogni; sembravano così felici, e allora perché quelle immagini le donavano quella sensazione di malinconia?
<< Perché ci avete portato qua? >> Domandò alzando lo sguardo verso gli adulti, rimasti in disparte mentre i suoi compagni iniziavano a curiosare tra quei cimeli.
<< Qui sono custoditi i ricordi dei ragazzi che combatterono al nostro fianco mille anni fa, ma anche quelli di coloro che vennero prima di loro. >> Hachi aveva un tono calmo, rilassato. Attraversò la camera lentamente e alzò la mano per afferrare una cornice posta vicino a quella dei ragazzi della squadra. << Qui sono immortalati i volti dei Parasite che non riuscirono a sconfiggere i loro nemici; la vecchia Squadra 13, che ha incontrato una tragica e prematura fine. >>
Incuriosita, Suzuko si sporse per vedere meglio la foto e Hachi gliela porse con gentilezza. Era un gruppo di ragazzi comuni, tutti sorridenti e dall’aria molto affiatata; ricordavano un po’ la loro squadra, per quanto si trattasse di persone completamente diverse e appartenenti a epoche lontane, e in fondo entrambe le squadre erano nate dal bisogno di fronteggiare un nemico potente per difendere il mondo che conoscevano. Ma questa era l’altra Squadra 13; quella che conosceva lei era dall’altro lato dello scaffale, in una cornice diversa.
Lì, oltre ai fiori che sembravano adornare ogni angolo della camera, non vi era solo una foto della squadra ma un’infinità di scatti più e meno eleganti, foto di famiglia e di amici, con i protagonisti in pose spontanee e altre più elaborate. Da un lato c’era la squadra che aveva fallito, dall’altro quello che avrebbero potuto diventare quei ragazzi; era alquanto deprimente vedere quanta felicità si fossero persi quei giovani piloti, tutto perché non erano riusciti a sopravvivere, perché i loro nemici li avevano sterminati… Così come sarebbe potuto succedere a loro.
In una foto comparivano anche Hachi e Nana. Erano circondati da quegli stessi ragazzi che facevano parte della Squadra 13, qui più adulti, e sorridevano felici indossando degli abiti da cerimonia piuttosto eleganti in cui nessuno dei Parasite si sarebbe mai aspettato di vederli; gli uomini nella foto facevano delle facce buffe ed esultavano attorno ad Hachi agitando campanelle dorate, mentre le donne circondavano Nana vestite da damigelle d’onore e portando fiori. Ci vollero due secondi perché Momo, la ragazza che aveva notato per prima la foto, riconoscesse i segni della cerimonia e si voltasse sconvolta verso i due adulti.
<< Hachi, Nana… Voi due siete sposati? >>
Le parole della ragazza furono accolte per prima cosa da un silenzio sbigottito prima che i due interpellati potessero rispondere con delle risatine colpevoli, quindi la voce di Hoshi spezzo quell’equilibrio, con un divertito:<< Lo sapevo! >>
<< Bé, è abbastanza ovvio che dopo mille anni passati assieme ci si voglia legare alla persona che è stata sempre al tuo fianco, no? >> Commentò Aki, confuso sul perché quella informazione fosse così scioccante per la ragazza. E in effetti non lo era; era solo… Interessante.
Nana si ravvivò i capelli setosi con una mano e cercò un punto nella stanza dove non dovesse sostenere gli sguardi dei ragazzi mentre si ricomponeva. << Sì, è successo parecchio tempo fa… Poco tempo dopo che Anemone fu ultimata, ci fu qualche anno di tira e molla tra me e lui… >>
Un colpo di tosse interruppe il racconto della donna. Hachi, che sapeva quanto Nana fosse capace di perdersi nel raccontare in casi come quello, pensò che fosse meglio non dilungarsi troppo. In quel momento fu divertente vedere l'imbarazzo di quell'uomo così glaciale, e anche la sua compagna fu divertita da quel suo intervento.
<< Insomma non è mai stato un segreto, ma immagino che con i secoli la gente abbia smesso di parlarne. >>
<< E forse è meglio così, odierei avere a che fare costantemente con paparazzi a caccia di scoop mondani. >> Concluse burbero lui. << Abbiamo già parecchi grattacapi con i giornalisti per le questioni normali… >>
Yoshiki annuì comprensivo. << In pratica siete come la coppia d’oro della nostra società. Molta gente vorrebbe sapere di più su di voi, eppure vi siete sempre tenuti in disparte… >>
<< Bé… Non è mai stata la notorietà, quello che cercavamo. Abbiamo fatto una promessa ai nostri amici, il rendere pubblica la nostra vita non era contemplato né necessario. >> Spiegò quello incrociando le braccia. I ragazzi concordarono con lui e quindi tornarono a curiosare per la stanza, chiedendosi quali altri segreti potessero scoprire lì.
<< Che promessa era? >> Domandò innocentemente Tetsuya, rivolto completamente verso i due adulti. Hachi lo guardò serio e rispose senza esitazione.
<< Di vegliare sui loro figli e sui figli dei loro figli… Come avevamo fatto con loro. >>
I ragazzi rimasero in silenzio, colpiti da quella frase piena di valore per i loro coordinatori. Gli sembrò di essere di troppo in quel luogo carico di ricordi per loro, ma in fin dei conti ce li avevano portati loro e quella ormai era la loro casa; dovevano essere per forza di cose autorizzati a studiare il posto, pur mantenendo il rispetto per ciò che tutte quelle foto rappresentavano.
<< I loro figli… >> Mormorò Aiko dopo essere passata a studiare l’ennesima foto, rappresentante una madre sorridente dai lunghi capelli del colore della paglia e quattro bambini che le somigliavano come gocce d’acqua. << E i figli dei loro figli… >>
Sembravano così felici in quelle foto, eppure pensare che fossero ormai tutti morti le mise un senso di malinconia non indifferente nel cuore; l’idea che nonostante tutto, alla fine si arrivasse sempre lì, al vuoto, il nulla che faceva sparire per sempre i ricordi di qualcuno dalla memoria delle persone che sarebbero venute dopo di sé. Eppure quella stanza rappresentava esattamente il contrario: lì i ricordi di quelle persone erano vivi più che mai, portavano la testimonianza di un tempo che non c’era più ma che non per forza doveva essere diverso dal loro.
Così come Aiko, anche Suzuko si era soffermata ad osservare delle foto di una madre e il suo bambino, ma per qualche motivo non sembrava meravigliata al vedere quella composizione di immagini di quella gente, che doveva essere stata preparata da qualcuno che gli voleva molto bene; la sua mente vagava e si ricollegava a tutte le nozioni che aveva memorizzato sul passato, gli Stridiosauri e i FranXX, la Squadra 13 e i suoi antenati, e mentre catalogava e riconosceva uno per uno quei volti congelati nel tempo l’unica reazione che riusciva ad avere era di leggera sorpresa per la scoperta di un posto simile.
Ormai erano tutti presi da quelle foto che sembravano riportare alla memoria dei giorni fantastici, figli di una vita perfetta ormai andata, e per un po’ nessuno fece caso alla foto da cui era partito tutto, quella con la Squadra 13 – quella che era sopravvissuta – ai tempi dei FranXX.
Erano dieci ragazzi dall’aspetto meno ordinario di quelli della prima foto, eppure anche loro sarebbero sembrati dei semplici adolescenti a chiunque li avesse incrociati per strada: nessuno avrebbe pensato che pilotassero giganteschi robot per combattere contro mostri provenienti dalle profondità della terra, né che potessero essere andati nello spazio… Eppure due di loro in quell'immagine sembravano meno ordinari degli altri.
Fu Kaoru ad accorgersene: era una coppia quasi in disparte nella composizione del gruppo, formata da un ragazzo e una ragazza abbracciati dall'aria molto familiare. Erano un po’ più grandi di loro e per qualche ragione lei presentava due corni rossi sopra la fronte che le passavano in mezzo ai capelli, ma a parte quel bizzarro dettaglio e le loro altezze sembrava di star fissando una foto dei suoi compagni di squadra Sato e Nakamura. Lo sguardo, il portamento e anche il modo in cui restavano vicini, come se fossero un tutt’uno, sembravano indicare che su quella foto fossero ritratti i due sosia perfetti dei piloti dello Iustitia.
<< Ehi, Ryo… Questo qui ti somiglia un sacco. >> Borbottò con smarrimento, attirando l’attenzione dell'amico.
Questo si avvicinò chiedendosi se Kaoru fosse impazzito; trovare una somiglianza con qualcuno vissuto mille anni fa da una foto così non poteva che suggerire seri problemi di vista nell'osservatore, ma quando ebbe preso in mano la foto poté notare molto più che una semplice somiglianza tra sé e il ragazzo ritratto.
<< Ma che…? >>
<< E questa qui non sembra proprio Kya? >> Continuò Kaoru posando l’indice sull’immagine.
<< Vedere! >> Cinguettò lei avvicinandosi a saltelli e dando un’occhiata all’immagine da dietro le spalle del proprio partner. La sua spensieratezza fu per una volta spezzata dalla sorpresa di vedere l’esatta copia di sé in quella fotografia vecchia di mille anni. Come era possibile? Era sconcertante, poteva accettare una leggera somiglianza, ma non… Quello!
<< Sono Zero Two e Hiro. >> Disse grave la voce di una delle loro compagne di squadra. Sorprendentemente, non furono i coordinatori a rispondere, ma Suzuko che si fece spazio nella stanza e raggiunse il trio per guardare la foto con i propri occhi.
<< Vuoi dire… Quella Zero Two? >> Balbettò Kaoru mentre la ragazza gli prendeva la cornice dalle mani e iniziava a studiare i volti dei ragazzi.
<< Non ho mai visto delle loro foto perché non ne esistono… Ma ho sempre sospettato che voi due gli somigliaste molto, e ora che ho potuto guardare queste immagini, sì: siete le copie sputate di quei ragazzi. >> Disse pensierosa Suzuko, sollevando la cornice per metterla tra sé e i suoi compagni di squadra per confrontare i loro volti. << Se non fosse impossibile, direi che siete i loro discendenti o qualcosa del genere. >>
<< Suzuko, tu come fai a sapere queste cose? >> Domandò Hachi con una punta di sconcerto nella voce. La ragazza si girò per un attimo mandandogli uno sguardo sagace prima di riprendere a spiegarsi.
<< Ho studiato molto. La mia famiglia ha la tradizione di raccogliere documenti storici e tramandarli di generazione in generazione; sareste sorpresi di quante informazioni si trovano su quei due nella biblioteca di famiglia… >> Hachi vide affiorare un leggero sorriso di vittoria sul suo volto, ma solo per un istante. << Però è comunque molto poco per conoscerli a vista. Voi, invece, avreste dovuto riconoscerli subito… >>
Inaspettatamente, gli sguardi adesso si puntarono sui due adulti nella stanza; tutti avevano abbandonato quello che stavano facendo per seguire la discussione. Per un attimo Hachi e Nana furono presi alla sprovvista dal modo in cui Suzuko gli aveva rivolto quella domanda, ma si ricomposero in fretta.
<< E’ vero, quando vi abbiamo visti avevamo capito che ci fosse qualcosa di strano… Di familiare, in voi. >> Iniziò Hachi con tono costernato, come se dovesse farsi perdonare di qualcosa. << Pensavamo che potesse essere un caso, e probabilmente è proprio così: migliaia di anni e di generazioni dopo, ci sono infinite possibilità che qualcuno nasca con delle somiglianze a persone vissute in un passato molto lontano… La genetica è una materia bizzarra, ma abbastanza semplice e in alcuni casi addirittura prevedibile. >>
<< Ma qui non si tratta di somiglianza: queste persone siamo noi! >> Sbottò Ryo scosso. Nessuno lo aveva mai paragonato al ragazzo nella foto, eppure sapere di somigliare così tanto a lui gli dava una sensazione che non riusciva a decifrare e che non gli piaceva per niente. Le espressioni dei due adulti cambiarono, i loro occhi andavano alla ricerca l’uno dell’altra, in difficoltà.
<< Ryo, capiamo che può essere una situazione strana, hai tutto il diritto di sentirti spaventato… Ma ricorda che questo non cambia in alcun modo la tua identità. >> Lo rassicurò Nana, senza però riuscire a mascherare un tremore nella propria voce.
Quelle parole non sembrarono convincere del tutto Ryo, ma riuscirono perlomeno a tranquillizzarlo e il ragazzo rimase a pensare perché avessero deciso di tenergli nascosto quel dettaglio.
Kya sembrò intuire quanto il suo amico fosse turbato e cercò di cambiare argomento. << Ho una domanda: perché Zero Two aveva dei corni sulla testa? >>
Quasi come se fossero sollevati dal sentire quel quesito, Hachi e Nana risposero all’istante, spiegando come la ragazza fosse in realtà un clone ricavato dal DNA della Principessa degli Stridiosauri che il dottor FranXX era riuscito a sottrarre nel suo breve incontro con essa.
<< La Principessa degli Stridiosauri? >> Borbottò la ragazza inarcando un sopracciglio e studiando ancora con più perplessità la foto della ragazza. Naho arrivò in suo aiuto.
<< Era il capo degli Stridiosauri, l’unica della sua specie a non aver subito mutazioni in milioni di anni, rimasta a vegliare sugli Stridiosauri in attesa del ritorno dei VIRM. Si dice che sia grazie a lei che i Parasite riuscirono a respingere il primo attacco alieno… >>
Sorpresa di sentire tutte quelle notizie dalla sua amica, Kya le mandò un sorrisetto compiaciuto. << Allora hai anche un po’ di storia in mezzo a tutti quei tuoi libri! >>
Naho ignorò la battuta dell’altra e sorrise a sua volta mentre Nana riprendeva a raccontare. << Naho ha ragione: la Principessa degli Stridiosauri voleva utilizzare i FranXX per distruggere i VIRM che si erano infiltrati tra noi, ma il suo piano le si rivoltò contro quando la trappola dei VIRM scattò. Fu grazie all’intervento di Zero Two che riuscimmo a tornare in contatto con lo Strelitzia Apath, mentre il sacrificio della Principessa lo liberò dal controllo dei nemici. >>
<< Se aveste studiato come si deve, sapreste già queste cose! >> Suzuko rimproverò Kya, Ryo e Kaoru agitando un dito come una insegnante adirata. << E’ stato uno dei primi argomenti affrontati nelle lezioni di storia! >>
La strigliata di Suzuko distolse un po’ l’attenzione da quella discussione così pesante che era scaturita dalla foto della Squadra 13 e fu abbastanza per far distendere i nervi. Gli altri ripresero a curiosare ancora tra i cimeli della stanza, finché anche i diretti interessati non riuscirono a pensare ad altro e alla fine Kaoru ripose la cornice dove l’aveva trovata.
I ragazzi comprendevano il motivo per cui Hachi e Nana volessero convincerli ad essere meno spericolati; volevano che vivessero le loro vite pienamente e non che diventassero dei ricordi troppo presto, ma quella visita al “santuario” della Squadra 13 li aveva completamente distolti dall’opprimente futuro e gli aveva dato tante domande a cui avrebbero inevitabilmente cercato una risposta. Alcuni di loro erano così presi da quel luogo mistico che chiesero ad Hachi e Nana di lasciargli le chiavi della stanza, in modo da poter tornare a studiare quei ricordi ancora un po’ e allo stesso tempo prendersi cura del luogo.
<< Sarebbe un peccato lasciare che questo posto rimanesse abbandonato, e non dovreste più preoccuparvene voi. >> Disse infine Rin, cercando di appoggiare l’idea di Aiko.
Sorprendentemente, i due adulti furono contenti di quella richiesta e lasciarono di buon grado la chiave della stanza ai Parasite. Nana però volle assicurarsi che i ragazzi non avrebbero mai spostato nulla né portato via dalla stanza alcun oggetto, e fece promettere a tutti quanti di essere sempre rispettosi della memoria dei loro vecchi amici.
Così alla fine i ragazzi lasciarono quel luogo ripromettendosi di tornarci. Avrebbero organizzato dei turni per mantenere la stanza pulita e ognuno avrebbe potuto entrarci in qualsiasi momento per studiare i cimeli custoditi in essa, cercare tra le foto o anche solo rilassarsi grazie al silenzio e all’atmosfera magica che veniva a crearsi grazie al profumo di quei fiori che riempivano la stanza.
Suzuko si soffermò ad osservare la foto di una giovane donna sorridente e dai lineamenti gentili; sembrava che fosse stata scattata in una giornata di sole, circondata da campi fioriti perché i suoi capelli blu splendevano particolarmente sotto la luce solare e la sua pelle bianchissima aveva una tonalità ancora più lucente che nelle altre foto che la ritraevano. La ragazza sospirò prima di voltarsi, mandandole un silenzioso saluto con lo sguardo, sentendosi improvvisamente demotivata. Le sue compagne di camera notarono il suo cambiamento di umore, ma non furono sicure del motivo e non fecero in tempo a parlarle che, appena richiusa la stanza, Suzuko si affrettò a nascondersi in camera dicendo di essere stanca.
   
 
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