"Non ancora" ripeteva con voce flebile.
"Devo resistere un altro po'" cercava di trovare la forza necessaria nel cielo plumbeo.
I battiti del suo cuore stavano rallentando tanto che, Rocinante, non li sentiva più.
Ormai era questione di minuti, forse secondi e lui sarebbe stato solo un ricordo.
Ma non provava né tristezza per la sua giovane vita spezzata né rimorso nei confronti di suo fratello per averlo ucciso.
Nel suo animo c'era solo speranza, la speranza per una giovane vita salvata, per aver permesso a quel bambino di fuggire.
Era solo per lui che stava resistendo.
Law un bambino che dentro era più uomo di lui e Doflamingo.
Lui dallo sguardo e dal cuore di ghiaccio che avevano dato un motivo a Rocinante per abbandonare il rancore e tornare a vivere.
Avrebbe voluto fermare quel mostro di suo fratello, trovare un modo non troppo brutale per fargli pagare la morte del loro padre.
Si era imbucato sulla sua nave, si era finto sordo, era stato costretto a fare del male ai bambini pur di risultare credibile.
Il piano stava funzionando, ma poi era arrivato lui.
Quel bambino gli aveva tolto la maschera e piano piano si era insinuato nel suo cuore.
Era diventato come un fratello minore, come un figlio.
Aveva riacceso quel legame che, un tempo, aveva con Doflamingo.
Per lui aveva abbandonato i suoi progetti, salvare la sua vita era più importante.
La vita di Law era più importante, persino, della sua.
Per questo non piangeva ma sorrideva.
Finalmente quel bambino, che era stato prigioniero di sé stesso e della sua rabbia, ora era libero.
Rideva Rocinante, il suo cuore aveva ripreso e poi aveva smesso di battere per una giusta causa, per la persona che aveva amato di più nella sua breve vita.
"Ancora un po'" sospirò mentre la neve candida copriva il suo corpo.
"Devo resistere" disse mentre il cielo diventava sempre più nero.
Il vento soffiava tra i suoi capelli biondi, smise di sentire qualsiasi rumore e questa volta non per il suo frutto del diavolo.