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Autore: Roe Jaeger    25/02/2022    0 recensioni
Il tempo cambia sempre le cose, ma alla fine il loro resterà per sempre un legame indissolubile. Giusto?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legame indissolubile
 

Le ombre delle cose mai dette

 

– Da quando lo vidi, non riesco a dimenticarlo... – 

Silenzio. Anche perché per Yamato non era mai stato molto bravo nel consolare gli altri e sicuramente non avrebbe appreso tale dote in quel momento. Un vero peccato. Tuttavia, tentò ugualmente di rassicurare Sora, sperando di riuscire nell’impresa. 

– Sora, tu lo hai visto quattro anni fa. – 

– Credimi, Yamato, quando una cosa ti emoziona difficilmente la dimentichi. È come le cose che ti sconvolgono... restano impresse nella mente a fuoco, anche per tutta la vita. – 

Non appena il biondo comprese a cosa si stesse riferendo la sua migliore amica, il suo viso assunse un’espressione più funerea dell’usuale, se è possibile. 

 

– – 

 

Taichi era riuscito nella propria impresa, aveva iniziato a piovere un attimo dopo il suo ingresso nel suo ufficio. 

Il suo principale non era affatto una persona affabile, né comprensiva. Per questa ragione, il giovane Yagami non sfuggì a una paternale da parte di quell’uomo che tanto odiava. 

I suoi colleghi gli rivolsero sguardi comprensivi... più volte si erano trovati nella medesima situazione del ragazzo e non lo invidiavano per niente: sapevano bene cosa si provasse. 

A Taichi non rimase altro da fare se non sospirare, prima di iniziare il suo lavoro fingendo che non fosse successo nulla. Non poteva reagire: quel lavoro gli serviva e non poteva rischiare di perderlo per una questione d’orgoglio. 

 

– – 

 

Hikari e Jun avevano fatto incetta d’abiti da poter star bene per un anno intero. Si divertivano molto in reciproca compagnia, per questo adoravano uscire assieme: per far compere, sbrigare commissioni, o semplicemente per ritrovarsi a scambiare quattro chiacchiere senza i soliti fratelli che ronzavano loro attorno. 

Ed era proprio questo l’argomento che quel giorno voleva trattare Hikari: Daisuke. 

Io e te dobbiamo parlare di una cosa che mi sta molto a cuore. – esordì la più piccola, stupendo notevolmente l’altra. 

– Sarebbe? – chiese, dunque, molto interessata a quanto Hikari avesse da dirle. 

– Tuo fratello. – 

Jun inarcò un sopracciglio: cosa poteva essere successo di tanto grave perché Hikari avesse quell’espressione tanto sconsolata sul viso? Proprio non lo sapeva, e ci teneva davvero tanto a scoprirlo. 

– Per quale ragione? – chiese infine, esternando la sua curiosità. 

– Beh... io e Daisuke abbiamo parlato del vostro rapporto, tempo fa, e quanto mi ha detto non mi ha fatto per niente piacere. – rispose dura la giovane Yagami. 

Ora che la sua curiosità era stata soddisfatta, Jun realizzò che un lungo colloquio con la sua migliore amica si sarebbe rivelato indispensabile. 

 

– – 

 

Daisuke sospirò. Aveva sbagliato a non iscriversi all’università, in quanto lavorare era molto più faticoso. Ma lui non aveva mai avuto seriamente voglia d’impegnarsi sui libri, pertanto continuare gli studi sarebbe stato tempo sprecato. 

Fu questo il principale motivo che l’anno precedente lo spinse a cercarsi un lavoro. Aveva sempre sognato di diventare un avvocato, ma non aveva ancora trovato fortuna in questo campo. 

Per guadagnare qualcosa, aveva cominciato a lavorare in un ristorante, sperando un giorno nel salto di qualità. E quel sabato era il suo giorno libero. 

Dunque, perché non chiamare quel genio del suo migliore amico, che sicuramente di sabato mattina non aveva i corsi all’università? 

Il giovane Motomiya impiegò pochi attimi per mettere in pratica i suoi buoni propositi, e qualche minuto dopo Ken Icchijouji citofonò mestamente. 

 

– – 

 

Takeru era a casa della propria migliore amica, con la quale stava discutendo di un libro che era intenzionato a scrivere. 

– No! No! E ancora no! – stava urlando Miyako – In quante lingue debbo ripeterti che non ti permetterò mai di fare una cosa simile? – 

– Andiamo, Miya... – ribatté un molto più calmo Takeru – Non è nulla di male, nella mia idea... e poi diventi famosa, non ti piace l’idea? – 

Solo in quel momento, Miyako Inoue si fermò a riflettere: non aveva ancora considerato la proposta dell’amico sotto quella prospettiva. 

– Certo che se la metti così, la tua trovata comincia ad allettarmi... – 

Dal canto suo, Takeru sapeva che prima o poi avrebbe avuto quella risposta. Bisognava solo essere un po’ fiduciosi e il giovane Takaishi lo era stato. 

 

– – 

 

Una moto sfrecciava veloce nelle vie di Odaiba, guidata da un giovane castano dagli occhi verdi. Era diretto a casa della propria ragazza, Akimi. Arrivato nei pressi di casa Takaishi, parcheggiò il proprio mezzo, e infine citofonò alla propria ragazza, dicendole che l’avrebbe aspettata sotto il portone. 

 

– – 

 

Ken Icchijouji non impiegò molto tempo per arrivare a destinazione. D’altro canto, gli piaceva essere puntuale e non avrebbe mai trasgredito a questa sua regola personale. 

Quando poi aveva un appuntamento con Daisuke, aveva anche un altro motivo per arrivare puntuale. Doveva dare il buon esempio a quello screanzato! 

Eppure Ken sapeva che quella volta Daisuke aveva avuto un altro motivo a spingerlo a richiedergli di venire. D’accordo, magari era un ragionamento un po’ contorto, ma in sintesi dimostrava a Ken che Daisuke doveva parlargli di qualcosa di veramente importante. 

Come infatti era. 

 

– – 

 

– Cosa staresti cercando di dirmi, Sora? – 

Quella di Yamato più che una domanda sembrava un’intimidazione ben poco gradita dalla Takenouchi. 

– No, tu cosa vorresti insinuare... da quand’è che ti permetti di attaccarmi così? – 

– Aspetta... hai frainteso! – cercò di giustificarsi lui. 

– No, non ho frainteso un bel niente invece... la tua intenzione era proprio quella di impormi di dimenticare quanto vidi quattro anni fa! – 

E, mentre urlava ciò, calde lacrime le rigavano il volto. 

– Ascolta, Sora... io sono il primo tra noi due a desiderare maggiormente di dimenticare. Vorrei tanto riuscirci, ma non mi è possibile. Ogni volta che ci provo, quanto ho fatto mi torna alla mente, privandomi di quella serenità che credevo fino a un attimo prima di aver conquistato. – 

Sora fissò il suo migliore amico, non credendo dicesse la verità. 

– Sai, quando abbiamo parlato della cosa, non ti ho detto tutta la verità. – 

La frase di Yamato spiazzò la Takenouchi, che rimase a fissarlo in attesa di spiegazioni. 

 

– – 

 

– Se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni in cui sono stato il tuo migliore amico è che se c’è qualcosa di serio di cui devi parlare diventi improvvisamente muto... come in questo caso. – 

Eh, sì...  Ken aveva perfettamente ragione. Ma dal canto suo Daisuke non sapeva se parlargliene oppure no. Era successo tutto troppo in fretta. La telefonata era arrivata qualche attimo dopo che lui aveva telefonato a Ken, e non gli aveva dato tempo per riflettere. 

Eppure il suo migliore amico non meritava delle bugie. Non era giusto nascondergli la verità, per quanto essa fosse dolorosa. Non a Ken Icchijouji almeno. 

– Stamattina mi è arrivata una telefonata, poco dopo averti chiamato. – 

Il maggiore dei due non comprendeva ancora cosa ci fosse di strano in quell’affermazione, tuttavia aveva intuito che c’era dell’altro. Daisuke non si sarebbe allarmato per una semplice telefonata... pertanto, quella non lo era stata. 

– Erano i miei veri genitori. – 

Non esistono parole capaci di descrivere cosa provò Ken in quel momento, ancor meno per riportare le sensazioni di Daisuke. 

 

– – 

 

Era rimasta sola. Non riusciva ancora a credere alla verità raccontatale dal suo migliore amico. In quel freddo ottobre, Sora poteva dire di aver conosciuto il lato più meschino di Taichi e Yamato. 

Il primo dei due per lei era quasi un mito. Il secondo l’amico perfetto, un angelo custode. 

Eppure, anche loro avevano tradito un valore fondamentale come l’amicizia solo per... per... Sora non riusciva ancora a realizzare che era successo tutto per una notte con una donna... tale Jun Motomiya. 

Se solo quei due ragazzi si fossero parlati, senza ostinarsi a voler celare una verità ormai venuta già da tempo inesorabilmente a galla, forse si sarebbero evitate innumerevoli incomprensioni. 

Ah, che brutta bestia che è l’orgoglio! 

Ma anche ora che sapeva quanto fosse accaduto quattro anni addietro, la giovane Takenouchi desiderava ardentemente conoscere Taichi Yagami. 

 

– – 

 

– Il bicchiere è vuoto. – 

Un’affermazione che non trovò ascolto. 

– La lettera è stata spedita stamattina. – 

Questa invece stupì molto quel parzialmente assente interlocutore. 

– Arriverà... vedrai che arriverà il giorno in cui tutto tornerà alle origini...e riavremo nostro fratello. – 

Nel bicchiere vuoto fu versato del vino, che un attimo dopo già non c’era più. 

– Ehi mi stai ascoltando? – 

Colei che era rimasta silenziosa nell’ombra fino a quel momento, alzò gli occhi dal proprio bicchiere, posandoli su quel ragazzo che le stava parlando. 

– Oh, sono certa che le cose andranno come abbiamo programmato, dopotutto io sono innamorata di lui e della sua mente geniale... – 

Due risate squarciarono l’aria, ma non uscirono dalle pareti di quella cucina. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa stessero tramando quei due ragazzi, mentre avevano consumato due bottiglie di vino. 

   
 
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