La terre vue du ciel
Ai cartografi insegnano a puntare la bussola e a tracciare sul foglio una mappa.
Agli scultori, a modellare la fibra del muscolo e a plasmare l’incavo del collo. A creare la pelle tesa, che risulti liscia al tatto.
Agli scrittori, a raccontare con infiniti dettagli quella trama indefinita e a renderla parola viva. Una parola che trasporti l’odore della pelle, il rilievo dei nei che incorniciano lo sguardo, sfuggente, misterioso.
Agli amanti?
Toccano e uniscono i punti, poggiano baci soffusi e poi meno delicati. Pelle, lembi, nei; formano una costellazione, una storia, un corpo. Con la punta della lingua, connettono quei punti neri che tanto assomigliano alle coordinate di una mappa. Disegnano una strada verso un tesoro nascosto.
Agli amanti, il compito più arduo: raccontare quella terra, vista dal cielo. Quel corpo, osservato dall’alto. Quella storia, che va di neo in neo.
*Nota dell'autrice: beh, fino a ieri non avevo mai scritto una drabble. Continua ad essere un territorio che, seppur non più inesplorato, mi suscita ancora dei dubbi e mi dà dei problemi. Penso che questo testo rendesse meglio se l'avessi allungato verso le 500/1000 parole, ma mai direi mai su cosa deciderò di farne eheh. Spero vi possa piacere. Mi rendo conto che è un pò fuori tema rispetto al fandom, ma credetemi quando vi dico che pensavo sempre e solo al nostro Omi-Omi mentre la scrivevo. Il titolo è del pezzo "La terre vue du ciel" di Armand Amar; praticamente la colonna sonora di metà delle mie OmiHina. Alla prossima <3
*Partecipa al contest indetto sul gruppo privato facebook "Haikyuu Italia"; il prompt da cui sono partita erano i nei di Sakusa. *_*