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Autore: eddiefrancesco    28/02/2022    0 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Marchant non replicò e lei decise di continuare a perorare la propria causa. «Vedete, se la vostra copia del libro è andata distrutta, questo significa che ne esisterebbe soltanto un'altra al mondo. Un esemplare di inestimabile valore. Mio zio ha motivo di ritenere che quest'altra copia ci sia davvero e che potrebbe anche essere qui...» Christopher Marchant la interruppe. «Spero proprio di no.» Si voltò a guardarla con aria inquisitoria. «Sapete almeno quello che state cercando? Il libro in questione spiega come predire il futuro interpretando gli spasmi dell'agonia di esseri umani innocenti. E mia sorella era stata prescelta da alcuni pazzi assassini per diventare una di queste vittime.» Hero sussulto'. Era la verità o Mr. Marchant stava cercando di ingannarla? Maledisse Raven per essere stato così avaro di informazioni, ma il pensiero del suo committente la indusse a concentrarsi di nuovo sulla delicata missione. Druidi e vaticini, reali o inventati, avevano poco a che fare con il motivo per cui si trovava lì. «A mio zio non interessa il testo del Mallory, ne sono sicura. È la rarità del volume che lo rende tanto appetibile per un collezionista.» Senza aspettare la risposta di Mr. Marchant, prese dalla borsa il documento che Raven le aveva affidato e glielo tese. «Mio zio ha trovato questo tra le pagine di un libro che aveva appena acquistato. E dato che fino a poco tempo fa si riteneva che tutte le copie del Mallory fossero andate perdute, il suo interesse si è subito destato.» Attese per un minuto buono, la mano tesa, tuttavia Mr. Marchant non accenno' a muoversi. «Forse non mi sono spiegato» disse invece.«L'unico scopo per cui potrei essere interessato a trovare qualsiasi copia ancora in circolazione di questo libro è distruggerla.» Era davvero pazzo. «Non posso credere che voi, figlio di uno studioso, caldeggiate lo scempio della parola scritta.» Hero aveva sperato di suscitare nel suo interlocutore un moto di vergogna, invece Mr. Marchant non abbocco'. Ormai disperata, stava per balbettare una protesta, ma si trattenne all'ultimo momento. Fece un respiro profondo e lo guardò negli occhi. «Vi assicuro che Augustus Raven non permetterebbe a chicchessia di avvicinarsi al libro, men che meno di leggerlo. Lo custodira' in una bacheca, chiuso a chiave. Mio zio possiede una vasta e varia collezione, ma predilige le copie uniche e non gliene importa niente di ciò che è scritto nelle pagine, gli basta che siano integre.» Mr. Marchant scosse la testa e lei si sentì sprofondare. «Mr. Raven sarebbe disposto a pagare una somma molto alta» insistette. Neppure quell'argomento riuscì a scalfirlo ed Hero cercò di capire che cosa si celasse dietro il suo rifiuto. Con la sua fortuna, aveva trovato l'uomo più intransigente di tutta l'Inghilterra? Di solito era un buon giudice di caratteri, ma non riusciva proprio a capire Christopher Marchant. Era pazzo? Stupido? Era un esemplare praticamente unico di uomo senza prezzo? O più semplicemente aveva ricevuto un'offerta migliore? Lo osservò con attenzione, cercando qualsiasi segno che le indicasse come procedere. Impossibile. Mr. Marchant sembrava non nascondere foschi segreti che potessero essere usati contro di lui né debolezze da sfruttare e neppure le forniva qualche appiglio per poter portare avanti la trattativa. Oppure era lui che la confondeva? Alla fine, Christopher Marchant si staccò dalla finestra e le si avvicinò. «Non manderei mai via un altro essere umano con questa tempesta. Stanotte resterete qui.» Hero non sapeva se essere sollevata o avvilita. L'istinto le diceva di rinunciare a quella missione subito, finché era in tempo, e di fuggire da un uomo che aveva su di lei un effetto tanto singolare. Ma la volontà di Raven era più forte della sua e lui l'aveva mandata là con uno scopo ben preciso. Hero annuì. Avrebbe fatto un altro tentativo durante la cena o, al più tardi, la mattina dopo a colazione. E se niente avesse funzionato, ebbene, avrebbe trovato qualche pretesto per... esplorare Oakfield Manor. Kit si tolse la cravatta con uno strattone, la gettò da parte e si lasciò cadere su una sedia, lo sguardo cupo perso nel buio. Passava decisamente troppo tempo guardando nel buio, pensò, e con uno sforzo si rialzo' e si allontanò dalla finestra. Dall'altra parte della camera da letto c'era un cassettone e sopra il vassoio con una bottiglia di liquore. Che male c'era a bere un bicchiere o due, se lo aiutava a dormire? Si chiese. Sua sorella Sydony non sarebbe stata d'accordo. Non avrebbe approvato il suo comportamento, le solitarie bevute notturne e tutto quel rimuginare che, gli avrebbe detto, non era da lui. Il fatto era che Kit non si sentiva più se stesso. E questo andava avanti dalla notte dell'incendio. Era stato lui a portare Sydony a Oakfield Manor, sostenendo che la proprietà ereditata da una defunta prozia gli avrebbe portato fortuna. Si era compiaciuto del nuovo ruolo di agricoltore gentiluomo, ignorando i cupi presentimenti e i sospetti della sorella. Aveva perfino dubitato della sua sanità mentale quando lei aveva cominciato a blaterare di druidi e di luci misteriose. E, alla fine, aveva rischiato di perderla. Se non fosse stato per il loro vecchio amico Barto, che aveva dato ascolto e condiviso i sospetti di Sydony, Kit avrebbe trascorso la notte in un fosso, istupidito e inutile, per poi trovare sua sorella morta e la sua proprietà usurpata da una banda di assassini incappucciati. Kit scosse la testa. Si era comportato come uno stupido. Tra lui e Sydony, era sempre stato lui il più allegro. Non che Syd fosse malinconica, tutt'altro, eppure era più seria, forse perché aveva dovuto cominciare a occuparsi della loro casa molti anni prima, dopo la morte della madre. Nel frattempo Kit aveva veleggiato nella vita, spensierato e contento... fino alla sera dell'incendio. Da allora era come se i giorni si fossero fermati. Neppure la tanta agognata ristrutturazione di Oakfield Manor riusciva a strapparlo al suo torpore. Si sentiva come se avesse ricevuto un calcio in pieno stomaco e, furioso e dolorante, dubitava di tutto, a partire da se stesso. Andò a versarsi un bicchiere di vino. Solo per quella sera, si disse. Solo perché lei era lì. Trangugio' un lungo sorso. Il destino gli aveva fatto uno strano scherzo, portandogli lì un'ospite. A Oakfield i visitatori erano scarsi, per non dire inesistenti, di conseguenza lui era rimasto molto sorpreso quando Mrs. Osgood gli aveva riferito che uno sconosciuto lacchè aveva bussato alla loro porta. Era giunto a piedi a cercare aiuto per una carrozza che aveva avuto un incidente. Siccome stava per scatenarsi una bufera, Kit aveva galoppato come il vento per precederla e alla fine si era trovato davanti una creatura bellissima, che affrontava impavida il vento impetuoso, stringendosi intorno al collo il mantello mentre i lunghi capelli si agitavano dietro di lei come lingue di fuoco. Gli era sembrato che lei lo stesse aspettando. E Kit era stato così avido di compagnia che aveva immaginato... All'inferno, non sapeva che cosa avesse pensato vedendola, probabilmente che lei fosse la soluzione di tutti i suoi crucci. Quando l'aveva messa in sella davanti a sé e aveva sentito il corpo morbido della sconosciuta modellarsi contro il proprio come se quello fosse da sempre il suo posto, le speranze di Kit erano state confermate. Scosse la testa. Le sue conquiste amorose erano rimaste nel luogo dove aveva trascorso tutta la vita prima di trasferirsi lì, mentre ora la popolazione femminile si teneva alla larga da Oakfield Manor e dai suoi abitanti, più che altro per abitudine. Non c'era da stupirsi se la sua fantasia aveva preso il volo al cospetto di una giovane donna arguta, intelligente e capace di ragionare con la propria testa... un tipetto che gli ricordava parecchio Syd. Ma poi aveva scoperto il motivo che aveva condotto a Oakfield Miss Ingram. Hero... Kit assaporo' quel nome e lo trovò dolceamaro.
   
 
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