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Autore: canzonenoznac    28/02/2022    0 recensioni
La storia è ambientata in un futuro non meglio definito, intorno all'epilogo de "I Doni della Morte"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dudley Dursley, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Da quando Dudley le aveva chiesto di sposarlo lui e Lucie avevano cominciato a frequentare i suoi genitori e lei aveva assistito, pensava, ad ogni loro possibile manifestazione bizzarra. Non si stupiva più nel vederli inventare ogni sorta di scusa quando, per le feste comandate, Dudley chiedeva loro di firmare una lettera di auguri. Anzi addirittura aveva iniziato a raccontare alle sue amiche alcune delle più curiose, ed in particolare amava raccontare di quella volta che Vernon finse di avere una paralisi alle mani, oppure di quando Petunia affermò di aver dimenticato come si firma.
La notte precedente alla cena in casa Dursley in cui avrebbero comunicato l’intenzione di convolare a giuste nozze, lui le raccontò chi fosse il precedente Dudley, quello amato e rimpianto dai suoi genitori ad ogni cena insieme, e Lucie stentò a credere alle sue orecchie, non potevano essere la stessa persona, l’uomo gentile ed educato con cui stava per sposarsi e il teppista da strapazzo di quelle riprese. Ma pare che per i signori Dursley la sensazione fosse la stessa ma invertita. Così quando Dudley le disse, alla fine di quella lunga ed estenuante confessione, di non stupirsi troppo quella sera, lei si ritenne ormai preparata a tutto.
All’annuncio del matrimonio, i Dursley si mostrarono entusiasti, Vernon, contentissimo, invitò suo figlio a sedersi accanto e gli disse, tronfio: “Adesso, finalmente, verrai a fare un vero lavoro nella mia fabbrica di trapani, una famiglia ha bisogno di solide basi economiche.” e Petunia l’accompagnò alla finestra mostrandole la casa di Pivet Drive 5, proprio di fronte alla loro, chiedendole, con un insopportabile tono mieloso: “Che fiori pensi di piantare in quel giardino, cara? Noi sfratteremo gli inquilini immediatamente così che per la data stabilita possiate andare a vivere a casa nostra.” Sottolineando il “nostra” finale con una risatina stridula.
Petunia corse ad aprire un cassetto da uno scrittoio del soggiorno e ne tirò fuori uno schema completo di un locale con disegnati una cinquantina di tavoli da otto persone con un nome in ciascuna sedia. Lucie ebbe appena il tempo di notare che nessuno dei loro amici era stato indicato. La fantasia dei Dursley non aveva limite, sembravano aver programmato tutto di quel giorno sin dalla nascita del loro piccolo, Petunia arrivò addirittura a dire che lei era stata fortunata a non avere parenti che potessero interferire con quel giorno perfetto che lei aveva pensato per la moglie di Didino. Fu quella frase un segno per Dudley, che prese la sua amata sotto il braccio e le sussurrò in un orecchio: “Non preoccuparti ora vedrai che finisce tutto.” e porse ai suoi genitori, come da loro richiesta la lista dei testimoni dello sposo che aveva preparato la sera prima.
Lucie rimase di stucco nel vedere i signori Dursely dare così di matto.
Il suo futuro suocero scoppiò prima a ridere come se avesse assistito ad uno scherzo mal riuscito, poi aveva lanciato il foglio dalla finestra e aveva urlato ed inveito contro suo figlio come mai gli aveva visto fare, e da quello che gli aveva raccontato il suo amato, come probabilmente mai aveva fatto né pensato di poter fare.
Ma sua suocera era letteralmente impazzita. Per prima cosa aveva cominciato a tremare e aveva convulsamente cominciato una dozzina di tic nervosi. Le erano servite tre attente osservazioni per catalogarli tutti, cominciava strizzando l’occhio sinistro, poi contraeva la parte destra della bocca in una brutta imitazione di sorriso; schioccava medio e pollice della mano destra infilando contemporaneamente l’indice nell’orecchio, immediatamente dopo tirava fuori la lingua inumidendosi il labbro superiore rapidamente per poi sbattere i denti, sollevava allora la gamba sinistra, grattandosi appena la caviglia, e subito dopo, si contorceva in una sorta di sinuosa danza del prurito in cui le mani davano una rapida grattatina nell’ordine a capelli, guance, mento, spalle – entrambe – un seno e un fianco alternati, le natiche e infine tornavano a posto. Questa esplosione di tic e movimenti incontrollati era intervallata soltanto da frasi scomposte in cui si alternavano le parole: degenerato, folle, anormale, impuro, pazzia, follia e una serie di incomprensibili suoni da cui emergevano queste parole come acuti di un soprano.
Dudley prese sottobraccio la sua promessa sposa e in silenzio uscì di casa, mentre i suoi genitori continuavano nelle loro manifestazioni di follia. Passando accanto alla finestra del soggiorno Lucie si chinò a prendere il foglio lanciato da Veron Dursley e stupita chiese al suo fidanzato.
“Ma chi è questo Harry Potter?”
“Mio cugino! Ricordi che ieri ti avevo promesso che ti avrei fatto conoscere la persona che mi aveva cambiato così.”
E i due si allontanarono lungo Pivet Drive, mentre Dursley cominciava un racconto, che avrebbe cambiato per sempre la prospettiva di Lucie sul mondo.
   
 
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