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Autore: LorasWeasley    01/03/2022    2 recensioni
future|fic [kuroken|bokuaka]
Le avventure di Kuro, Kenma, Bokuto e Akaashi che portano i loro figli a sciare per la prima volta quando hanno tre anni.
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Settimana bianca

Quando arrivarono nel migliore resort per fare sci e snowboard dell’Hokkaido, le reazioni furono differenti: Akaashi strinse di più la sua presa su Maru e Naoya, i gemelli suoi e di Bokuto che avevano tre anni ed erano un po’ troppo iperattivi; Bokuto e Kuro abbandonarono i bagagli a chi di dovere, pronti ad andare a sciare senza neanche aver visto le proprie stanze; Kenma chiese quale fosse la password del wifi mentre Kea, il loro bambino, chiedeva se ci fossero dei gatti in quel posto.
Le due famiglie si erano trovate lì nel periodo di Natale solo perché, meno di due settimane prima, Bokuto si trovava in giro a fare compere di regali e aveva trovato un negozio che vendeva tute da sci per bambini. Era rimasto incantato dalla loro carineria e, poche ore dopo, era tornato a casa dopo averne acquistate tre: una blu con delle stelle per Naoya, una che ricordava un panda per Maru e una rossa con le orecchie da gatto per Kea.
Akaashi aveva alzato un sopracciglio nel vedere quei nuovi acquisti e aveva aspettato una spiegazione che arrivò abbastanza presto -É arrivato il momento di portare i bambini a sciare! Chiamo Kuro!
Così, dopo il regalo che Bokuto aveva fatto a Kea, Kuro decise di pagare a tutti la settimana bianca in uno degli hotel più lussuosi del Giappone, che si trovava appunto nella prefettura dell’Hokkaido. Erano tre i motivi di questa sua scelta:
  1. I resort di lusso avevano le piste da sci proprio di fronte la struttura, con il deposito dentro l’hotel, ciò comportava che avrebbero impiegato meno tempo a raggiungerli, con la conseguenza di sciare di più.
  2. Con i soldi che Kuro e Kenma guadagnavano, potevano permettersi di passare anche sei mesi in un resort di lusso e i loro conti correnti non avrebbero comunque pianto.
  3. Ultimo, ma non meno importante, Kenma poteva diventare davvero ingestibile se non trovava una connessione internet decente.
Quindi eccoli lì, appena arrivati in quella che sarebbe stata, si sperava, una settimana rilassante per tutti.
 
Come prima cosa, il primo giorno, portarono i bambini ad imparare il nuovo sport.
C’era un insegnante per questi che si sarebbe tranquillamente occupato di loro, affermando che in tre ore sarebbero riusciti a restare in equilibrio e a sciare insieme ai genitori.
E se, da un lato, i gemelli Bokuto erano totalmente esaltati dalla cosa, dall’altro Kea mise il broncio e affermò che non gli piaceva più dopo che cadde per la terza volta.
Kuro sussultò sconvolto, già Kea odiava andare a mare, se diventava lo stesso anche con la montagna dove avrebbero fatto le loro gite di famiglia? Ma prima che riuscisse a dire una qualsiasi cosa, Kenma affermò -Ci penso io.
Così raggiunse il figlio sui suoi sci, gli si accovacciò di fronte per essere alla sua stessa altezza e iniziò a parlargli.
-Non vuoi imparare a sciare?
-No, non mi piace cadere- Kea accentuò il broncio.
-Va bene- annuì Kenma tranquillissimo, poi fece esplodere la bomba -è un peccato però, sai chi è molto bravo a sciare?
Il bambino lo guardò sospettoso -Chi?
-Isak. Se impari, potrete sciare insieme un giorno.
Gli occhi dorati di Kea divennero luminosi e si rialzò super veloce -Diventerò bravissimo allora!
Kenma annuì soddisfatto, lo lasciò nuovamente con l’istruttore e tornò dal marito.
-Come hai fatto?- chiese Tetsuro con sguardo ammirato e innamorato.
-Ho usato la carta Isak.
Isak era il figlio adolescente di Yaku e Lev, Kea l’aveva incontrato solo due volte nella sua vita e non importava che l’albino avesse quasi quindici anni in più di lui, Kea ne era ossessionato.
Così, subito dopo pranzo, Kea fu pronto a sciare con il padre.
Guardò con timore Kuro e disse piano -Però non farmi cadere.
-Non lascerò mai che tu ti faccia del male- rispose serio l’altro.
Kea sorrise felice, poi si aggrappò alla racchetta del padre, a quel punto iniziarono a sciare insieme in quel modo.
Andavano abbastanza piano ma, dopo qualche secondo, Kea iniziò a ridere felice e divertito. Il cuore di Kuro esplose dalla gioia e Kenma non poté far null’altro che immortalare quel momento che avrebbero ricordato per sempre grazie alle fotografie e i video.
 
Akaashi se la cavava abbastanza bene negli sci. Non era bravo come Bokuto che riusciva a spaziare da snowboard e sci con annesse le acrobazie, ma sapeva il fatto suo.
Così, prima della partenza per l’Hokkaido, aveva comprato dei guinzagli per i suoi figli, deciso che non poteva permettersi di perderli tra la neve.
Maru e Naoya, tuttavia, stupirono persino il loro insegnante imparando a sciare un giorno e a fare snowboard il giorno successivo in pochissimo tempo. Quindi, se Akaashi aveva pensato di poterli tenere sotto controllo con i guinzagli, quello che stava facendo era più che altro farsi trascinare dai figli come se fossero dei cani da slitta. Ma Maru e Naoya si stavano divertendo, quindi immaginò che andasse bene.
-Voglio fare un salto- gli disse Nao il terzo giorno.
-Anche io! Anche io!- subito urlò la sorella.
Akaashi li fissò impassibile, pronto a capire come spiegare ai figli che non sapeva fare un salto lui, figurarsi farli fare a dei bambini. Nonostante ciò, intervenne Bokuto prima che potesse parlare.
-Ci penso io!- disse tutto orgoglioso -Facciamo uno per uno, okay?
Fu così che Bokuto, a turno, portò i suoi figli a sciare insieme, accovacciandosi prima di un salto e prendendoli in braccio per farli riatterrare in piedi e felici.
Akaashi si beò delle loro risate e non poté smettere di pensare a quanto li amasse tutti e tre.
 
Avevano trovato un buon ritmo: ogni giorno il primo a raggiungere le piste all’apertura era Bokuto, circa mezz’ora dopo li raggiungevano anche tutti gli altri. Passavano la mattina a sciare in famiglia, poi dopo pranzo Kenma si dichiarava distrutto e rimaneva a rilassarsi in hotel tenendo i bambini (o lasciando questo compito al nido), Kuro e Bokuto tornavano in pista per le loro gare e Akaashi li seguiva a giorni alterni.
Quel pomeriggio in particolare erano nella piscina interna riscaldata della spa. Kenma era immerso fino al mento e controllava Kea che dormiva a bordo piscina su degli asciugamano morbidi e caldi.
Maru e Naoya stavano giocando in acqua e Akaashi, al fianco di Kenma, gli lanciava uno sguardo di tanto in tanto.
-Perché non sei andato a sciare oggi?- domandò lo streamer all’amico.
-Non avevo voglia di prendere il tempo delle loro gare.
-Non l’avevano fatto ieri?
-No, ieri sono stato due ore a controllare che facessero perfettamente lo sci sincronizzato.
Kenma sbuffò una risata -Solo due ore?
-Perché per il resto del tempo si sono sfidati nei salti acrobatici o a non chiudere la sbarra delle seggiovie.
Kenma fece una smorfia -Ecco perché non dovevi lasciarli soli, si faranno male.
-Potresti tenerli d’occhio anche tu- fece presente Keiji.
Kenma sembrò pensarci un attimo, poi fece una smorfia -Non esagerare con le parole.
Akaashi rise -Ti ho detto che ieri hanno fatto anche a gara a chi arrivava primo alla seggiovia, ma hanno preso troppa spinta e sono caduti nel cumulo di neve poco più avanti?
Kenma scoppiò a ridere, cercando di contenersi per non svegliare il figlio.
Akaashi continuò -Kou è rimasto incastrato nella neve e ha accecato almeno due persone con le lamine dei suoi sci gialli.
Kenma continuò a ridere -Dovrebbero essere illegali quegli sci. Come hai fatto a innamorarti di lui?
Keiji sorrise intenerito e innamorato, poi rispose divertito -Devi smetterla di farmi questa domanda.
Kenma rispose con una leggera risata a sua volta, infine furono distratti.
-Maru! Smettila! Farai annegare tuo fratello!- Akaashi urlò mentre si affrettava a raggiungere i gemelli.
Kenma si chiese come fosse possibile che quei due bambini, dopo un’intera mattina a sciare, fossero ancora pieni di energia. Ma non volle interrogarsi troppo, avevano il cognome “Bokuto” e doveva pur voler dire qualcosa, così si voltò verso il suo di bambino e iniziò ad accarezzargli la guancia piena e morbida.
Kea dormiva profondamente ma soddisfatto e Kenma rifletté che, anche se andare in montagna a sciare non sarebbe di certo stata la sua prima scelta tra le “vacanze di relax”, l’avrebbe fatto ogni anno se questo rendeva felici le persone che amava.
 
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