Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    01/03/2022    1 recensioni
Julie è una ragazza madre di vent'anni, ingenua e piena di sogni, che un giorno per caso ha notato un ragazzo bellissimo che abita di fronte a casa sua. Riuscirà a far innamorare di lei lo schivo e tenebroso 4ld3r4n, hacker nemico numero uno delle maggiori potenze mondiali?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo:
Rami rientrò a casa molto tardi, e pensava di trovarla addormentata, ma Julie lo stava aspettando e gli saltò letteralmente al collo.
“Mi sei mancato da morire…” sussurrò, stritolandolo in un abbraccio fortissimo, e lui per un attimo non seppe cosa dire, sopraffatto dall’emozione. Anche lei gli era mancata tanto,e non poteva proprio negarlo, ma non riuscì a dirglielo, e la baciò con tantissima dolcezza.
Fecero immediatamente l’amore, malgrado entrambi fossero stanchissimi, e Julie si sentì per la prima volta nella sua vita davvero felice e completa. Quei giorni senza di lui, senza neanche poter sentire la sua voce, l’avevano fatta riflettere e si era sentita profondamente infelice.
Per Rami era stata esattamente la stessa cosa. Vivere senza di lei, senza poterla neanche contattare l’aveva fatto sprofondare nei suoi vecchi incubi, e nei momenti più duri, quella loro realtà fatta d’amore e attenzioni, gli era sembrato solo un bel sogno.
“Ho mille cose da dirti…” sussurrò lei piano, accoccolandosi sul suo corpo nudo dopo aver fatto l’amore, e Rami le rispose che avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per farlo, facendola sorridere.
“Voglio sposarti presto, tesoro. Ci ho pensato e non mi importa se non riusciamo a farlo nella chiesetta dove volevo…voglio solo sposare l’uomo che adoro…” aggiunse, un pochino emozionata, e lui le sorrise in modo stupendo. Da un po’ parlavano di sposarsi nella chiesa del paese di Julie, e per quanto Rami odiasse le chiese, aveva anche provato ad accontentarla, ma sembrava impossibile prenotare un rito prima di un anno e mezzo. Ci aveva provato in tutti i modi, anche offrendo denaro, cosa che aveva molto indispettito il prete, ma era un incubo questa cosa della location e sembrava impossibile venirne a capo.
“Sposiamoci dove vuoi Rami, ma il prima possibile. Sì?” concluse sicura, e lui annuì piano e se la portò al petto felice.
Per un paio di giorni nulla disturbò la loro quiete da famiglia felice, e Rami tornò a fare il papà di Lory, oltre che il marito di Julie. Poi, una sera, mentre era a letto con Julie che già dormiva, ricevette un messaggio sul cellulare, e tutto il suo mondo letteralmente crollo.
C’era scritta una parola sola, ma inconfondibile “Trovato”. Rami ebbe immediatamente i brividi per quel messaggio, e l’ansia cominciò a divorarlo. Per un attimo provò a razionalizzare, a dire che qualcuno poteva aver sbagliato numero, ma lui sapeva bene di aver commesso una serie di sbagli. Se ne era accorto poco dopo aver chiuso la chiamata con Julie in hotel. Aveva dato per scontato che usando la rete dell’hotel sarebbe stato complesso risalire a lui, soprattutto se come aveva fatto, avesse distrutto il computer usato, ma non aveva considerato la possibilità che rintracciassero la rete e i dispositivi connessi e che ci fossero soltanto 10 ospiti in quell’hotel, di cui due anziani senza dispositivi tecnologici.
Le cose, purtroppo, erano molto più complesse di quanto Rami avesse immaginato: la questione dell’arresto dei membri degli Scheletri era stata ovviamente una trappola, ordita con la complicità di uno di loro, che era andato in cerca di denaro. Molti volevano la testa di 4ld3r4n, ma in questo caso, per fortuna, il caro K40$ si era rivolto al governo e non ai terroristi, temendo probabilmente ritorsioni maggiori. E così ci era voluto molto poco: avevano teso la trappola, sperando in un suo errore e Rami ci era caduto.
Ebbe una terribile crisi, che lo spinse prima a rimettere e poi a iperventilare. Sì, sapeva cosa era successo, e avrebbe voluto prendersi a pugni per aver commesso gesta così sconsiderate. La cosa peggiore, purtroppo, era che pur volendo distruggere il telefono, ormai era troppo tardi. Ci avrebbero messo pochissimo a risalire a Julie, una volta identificata la sua posizione, e  lei sarebbe stata in pericolo per sempre.
Ci mise quattro ore a formulare un piano, ma non riuscì a farlo in modo lucido. Capì soltanto che doveva necessariamente andare via quella notte, e che doveva far andare via lei, ma era incredibilmente doloroso. Pianse come non aveva mai fatto prima portando via le sue cose, e letteralmente gli si strappò il cuore salutando Lory. Non andò da lei, perché aveva il sonno leggero e non voleva che si svegliasse.  Non avrebbe mai saputo gestire quell’addio di persona, così uscì senza dirle neanche salutarla. Portò via tutte le sue cose importanti, e anche il cellulare di Julie e il suo computer, per cercare di risolvere la situazione.
Le lasciò una borsa con dei contanti e anche una brevissima lettera, che diceva solo “Mi dispiace Julie, ma ho commesso uno sbaglio e ora devi andare via, amore mio, molto lontano da qui. Oggi stesso, siamo in pericolo. Prendi un treno fino a Berlino, e cerca di viaggiare il più possibile all’interno della nazione, per un po’. Prendi l’aereo soltanto quando sarai molto lontana da qui, e da un po’ di tempo. Per favore, non andare dai tuoi, li metteresti nei guai. Prendi un cellulare nuovo, resetta tutti i tuoi account, e non riprendere il vecchio numero. Ti troverò, te lo giuro, mio unico amore. Fino ad allora, addio amore e bacia la nostra bambina”.
Quando lei si svegliò, Rami era già in volo. Aveva distrutto il cellulare di lei, e cancellato il suo abbonamento telefonico. Malgrado fossero passate solo poche ore, Rami aveva iniziato un processo di cancellazione dell’identità di Julie Arnauld che lei detestò, ma che la tenne al sicuro per molto tempo.
Julie, nel frattempo, notò immediatamente che c’era qualcosa di strano, perché non c’era lui e neanche i suoi gatti. Lo chiamò, provò a cercarlo ancora addormentata, e così trovò la lettera. Per un minuto non riuscì neanche a respirare e dovette accostarsi al muro perché persino stare in piedi le sembrava troppo. Mille cose le esplosero nel cuore, ma la paura più grande, ovviamente, era quella di aver messo in pericolo la sua bambina.
Due ore dopo, come lui  aveva suggerito, aveva preso le sue valigie ed era andata via. Mille domande le riempivano la mente, e non aveva idea di quello che stava facendo. Era riuscita per fortuna a mettere via i suoi vestiti e quelli di Lory rapidamente, ma aveva dovuto abbandonare molte cose che lui le aveva regalato.
Ci volle qualche ora prima che l’adrenalina calasse, e Julie riuscisse a sentire davvero quello che il suo cuore le stava gridando, e solo in quel momento crollò in pezzi come un vetro rotto. Si sentiva incredibilmente combattuta: credeva in lui, ed era certa che l’avrebbe ritrovata, ma non accettava il fatto che l’avesse abbandonata da sola, quando le aveva giurato di non farlo. Sapeva che non se ne sarebbe andato, se non per un motivo davvero importante, e lo aveva accettato, ma in fondo al suo cuore, non riusciva a perdonargli di non averle neanche detto addio, e presto avrebbe scoperto che le cose erano ancora peggio di come lei temeva
Capitolo: la solitudine di Julie
Julie cambiò varie città, proprio come lui le aveva suggerito. Per fortuna le aveva lasciato moltissimo denaro, e quindi era stato semplice per lei trovare posti dove stare e mezzi di trasporto da prendere, ma Julie si sentiva totalmente smarrita. Non sapeva cosa fare, né dove andare. Non aveva idea di quanto tempo dovesse far trascorrere prima di allontanarsi dalla Germania, ed era totalmente a pezzi.
Mentre Rami combatteva una guerra contro un nemico che non conosceva minimamente, Julie impazziva per cercare di capire cosa dovesse fare con il suo futuro, ma non ne aveva la minima idea. Cercava di tenersi impegnata, portando fuori Lory e visitando città che non conosceva, ma non le importava nulla del turismo e presto capì di non poter fare nulla per quella sensazione di vuoto che la stava letteralmente stritolando.
Riprese un cellulare, rifece tutti i suoi account social, ma era restia a postare qualsiasi cosa, perché si sentiva sotto attacco e temeva nemici invisibili, che non sapeva neanche che forma avessero.
Dopo un paio di mesi di solitudine e smarrimento più totale, Julie decise di prendere un aereo per Marsiglia, e provare a cominciare lì una nuova vita. Proprio mentre stava cercando una nuova casetta per lei e Lory, però, l’invisibile uomo della sua vita si rifece vivo.
Ci mise appunto due mesi ad escogitare il piano che avrebbe salvato non solo la vita, ma anche la libertà di Julie, e non ne era molto convinto, perché prevedeva la collaborazione di una terza persona. Purtroppo, però, lui e il suo braccio destro s7ull erano sicuri che fosse l’unico modo.
Così Julie ricevette in Hotel a Marsiglia un borsone con molti soldi e un biglietto con un indirizzo e tre parole “ti prego, vieni”. Il cuore le saltò letteralmente in gola, pensando di poterlo rivedere, e mise da parte il risentimento che provava per essere stata lasciata da sola, senza sapere dove andare.
L’indirizzo era di Helsinki, e Julie pensò che davvero non aveva nessuna voglia di trasferirsi in un posto del genere, ma senza discutere seguì le indicazioni del suo uomo, e fece il biglietto. In aereo era felice da impazzire, e persino emozionata. Dava per scontato che lui avesse trovato la soluzione per poter stare insieme, e che tutto stesse per tornare come prima, ma un brusco risveglio con i capelli arancioni stava per colpirla.
Una ragazza minuta, con il caschetto e capelli di un fortissimo arancione le aprì la porta dell’indirizzo di Helsinki e le disse ad alta voce “Oh ciao Helena, grazie per avermi raggiunta…” lasciandola senza parole.
Julie, nel suo solito inglese stentato provò a dirle che quello non era il suo nome, ma la ragazza le fece cenno di tacere e la tirò dentro casa. Una volta dentro, in un francese quasi perfetto, le disse senza la minima espressione “Sono io Julie Arnauld, da adesso in poi. Tu sei Helena Millet…” lasciandola senza parole.
“Dai, vai a fare una doccia, scommetto che sei congelata…” aggiunse, ma Julie era sempre più spaventata per la sua incolumità e non sapeva che cosa fare.
“ovviamente è stato lui a inventare questa cosa, perché ti stanno dietro Julie e a quanto pare tu sai cose che nessuno sa sull’hacker numero uno al mondo che ha una taglia immensa sulla testa…” aggiunse la ragazza, con espressione totalmente priva di qualsiasi emozione.
“…e siccome il caro 4ld3r4n mi ha salvato la vita fin troppe volte, non ho potuto evitare di aiutarvi. Anche perché mi ha promesso cose importanti e molti soldi. E poi, come puoi vedere, nel momento stesso in cui dovessero fermarmi e interrogarmi non riusciranno a ottenere nulla da me perché ho un problema neurologico che mi permette di superare qualsiasi strumento di investigazione…” concluse serissima.
Julie ora era letteralmente terrorizzata, ma anche confusa e ferita. Non aveva idea di dove fosse finita, si sentiva in trappola e aveva paura per sua figlia, più di ogni altra cosa al mondo. Adesso, per la prima volta dall’inizio del suo esilio, si sentiva tradita da lui e non aveva idea di cosa stesse per succedere.
“Mi piace la gente che non parla. Ok ciao…” le disse, voltandole le spalle e Julie rimase ancora più perplessa.
Per giorni Julie rimase chiusa nella sua stanza con Lory. Non le piaceva la casa, non le piaceva quella città e aveva molta paura della sua coinquilina, che la spaventava a morte con quel suo modo costantemente piatto di dire qualsiasi cosa.
La finta Julie aveva provato a parlarle un paio di volte, ma con scarsissimi risultati. Aveva capito che la ragazza francese aveva paura di lei e di tutto quello che stava succedendo, ma non riusciva a trovare un modo per tranquillizzarla.
“Forse dovresti parlarle…” gli scrisse in chat, e Rami provò un brivido. Voleva parlare con lei più di ogni altra cosa al mondo. Soffriva disperatamente la solitudine, tanto da dormire con una sua felpa accanto. Non aveva più il suo odore, e questo lo feriva tantissimo, eppure per qualche strano motivo lo faceva sentire meno solo. Gli mancava Julie, e quel sentimento gli sconvolgeva totalmente l’anima, come niente al mondo prima. Voleva sentirla, voleva correre a stringerla, ma allo stesso tempo ne aveva paura. Sapeva che Julie era arrabbiata con lui, S7ull glielo aveva detto subito. Temeva che lei avesse smesso di amarlo, che fosse delusa da lui, e così fece un grande sbaglio: lasciò passare mesi prima di parlarle. La rivide, però, da lontano. Anche lui si era trasferito a Helsinki, e più di una volta l’aveva osservata da lontano, senza avere il coraggio di avvicinarsi per parlarle.
La coinquilina di Julie, nel frattempo, su suggerimento di Rami provava a farle capire che non era in pericolo, ma con scarsissimi risultati. Julie era costantemente in ansia, ma anche molto addolorata. Non parlava mai di lui, neanche quando riceveva i suoi regali. All’inizio quei pensieri l’avevano fatta sorridere, ma poi dopo due settimane, iniziò a mandarli indietro, senza spiegazioni.
“So che non vi sentite, quindi non avete litigato…” le disse piano la ragazza dai capelli arancioni, mentre Julie accarezzava Lory che voleva addormentarsi.
“…quindi perché rifiuti i regali?” chiese, sforzandosi di sembrare curiosa, ma sempre con il suo solito tono indifferente.
Julie non aveva mai provato a socializzare con quella ragazza, perché qualcosa in lei le metteva i brividi, ma quella sera disse piano “…perché non so cosa farmene di regali, quando sono stata abbandonata sola in questo schifo…”
Non voleva avercela con lui, perché nel suo cuore sapeva di amarlo ancora, ma la rabbia da qualche giorno aveva prevalso. Non riusciva a credere che anche lui, l’uomo che le aveva giurato mille volte di restare sempre accanto a lei, l’avesse abbandonata come tutti gli altri.
“Non può fare altro…” le disse seria la ragazza, avvicinandole l’ennesimo pacchetto, ma Julie rifiutandolo rispose seria “…neanche io posso fare altro.”
“Guarda che cerca di proteggere te e la tua famiglia. Avrebbe potuto fare mille altre cose per salvare soltanto se stesso, e onestamente anche per prendere te. Ci avrebbe messo, credo quindici minuti a cancellare ogni traccia della sua e persino della tua esistenza, da qualsiasi luogo del mondo. Eppure, per qualche motivo che non so, Julie Arnauld deve essere riabilitata e non può semplicemente sparire, per cui si è inventato questo piano assurdo…” aggiunse la ragazza, ricevendo soltanto uno sguardo in cambio.
“E onestamente mi scoccia abbastanza, eh perché malgrado entrambi stiamo facendo del nostro meglio per essere scoperti, non ho idea di quanto andrà avanti questa cosa…” aggiunse la ragazza, dentro di sé esasperata dall’atteggiamento menefreghista di lei, ma all’esterno sempre impassibile.
“… ed è una cosa che gli costa tempo, denaro e molto impegno, ma che lui continua a fare per salvare la donna che ama e il suo sogno di vivere nel villaggio incantato. Qualsiasi cosa questo significhi…”
S7ull aveva voluto volontariamente dire a Julie che lui le aveva raccontato quel dettaglio, perché le dava fastidio che lei fosse così rigida, ma non capì esattamente la reazione di lei. Per la prima volta, a tre settimane dal suo arrivo a Helsinki, Julie aveva avuto una prova del fatto che ci fosse davvero Rami dietro a quella situazione, e una lacrima le rigò soltanto le guance.
“Perché sta facendo questa cosa?” chiese, un po’ colpita ma anche molto confusa, e  S7ull si strinse nelle spalle e spiegò “non so se ha a che fare con tuo fratello o con il padre di tua figlia. Credo, semplicemente, che lui non voglia toglierti la possibilità di tornare a casa tua in Francia se decidi di farlo…”
Probabilmente, si disse Julie, era per entrambe le cose. Rimasero per un po’ a chiacchierare e la giovane francese capì come davvero stavano le cose quella sera: il piano di Rami, per quanto bizzarro e contorto potesse sembrare, non serviva per salvare se stesso, ma lei e anche Lory. Era l’ennesima dimostrazione d’amore di un uomo strano, e persino bizzarro, ma a modo suo affettuoso.
Julie rimase a Helsinki per ulteriori sei mesi, ma malgrado le sue sporadiche chiacchierate con la coinquilina, lui non si fece mai vivo. Lei provò a spiegare alla ragazza che aveva bisogno di parlargli, di chiedergli delle cose, ma sembrava impossibile e persino pericoloso sentire al telefono 4ld3r4n, che nel frattempo si mangiava il cuore perché voleva soltanto stare con lei.
In quei mesi, mentre Rami la sognava ad occhi aperti, soffrendo mostruosamente per la sua assenza, in Julie crebbero dei sentimenti diversi e ancora una volta contrastanti. Iniziò a lavorare e cercò di farsi una vita lì, ma ovviamente non era serena. Pensò più volte di andare via, di scappare da quella situazione che neanche lei sapeva perché avesse accettato, ma rimase, in ricordo di un amore che non era più certissima di provare.
Nota:
Ciao a tutti, perdonatemi per l'assenza ma è stata una settimana un po' triste, oltre che caotica, quindi se vi va fatevi sentire, così almeno mi distraggo. Allora che ve ne pare di questa situazione? Siete furiosi con Julie? Con Rami? Sapete, vero, che manca molto poco al finale? Siete pronti? Vi aspetto, come sempre.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess