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Autore: Captain Riddle    03/03/2022    1 recensioni
Silente e Grindelwald sono rivali, un tempo però erano solo ragazzini, solo amanti. Nessuna responsabilità e disillusione, solo sogni e speranze per il futuro. Un tempo Silente e Grindelwald potevano lasciarsi emozionare dai brividi del tocco che l'uno causava sulla pelle dell'altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Albus Silente è inquieto, sa che l'indomani rivedrà lui e probabilmente lui non vorrà evitare uno scontro nonostante tutto. Silente sospira mestamente davanti allo specchio, ha in dosso la vestaglia ed è pronto per dormire. Vorrebbe evitare di dormire solo per non vedere l'alba sorgere, un'alba che lo condurrà dinnanzi al suo rivale e amore. Ma non è illuso, sa che Grindelwald non eviterà un duello, è troppo orgoglioso e ama dare spettacolo. Albus si guarda un'ultima volta allo specchio, sconfortato, poi si costringe ad andare a letto. Si rigira per una mezz'ora abbondante prima di riuscire un poco a calmarsi e quando la quiete del sonno lo stringe nella sua morsa ferrea, nonostante tutto, il pensiero è ancora fisso solo e unicamente su lui, Grindelwald. Albus si addormenta e in men che non si dica si ritrova a Godric's Hollow. Inizialmente è confuso persino in sogno, persino tornato fanciullo, poi vede Grindelwald corrergli incontro col suo sorriso fascinoso e malandrino, maledettamente travolgente.

Grindelwald lo tira per un braccio e Albus lo segue, incapace di comportarsi altrimenti. Si mettono a sedere sotto a un albero come è ormai consuetudine per i due da un paio di settimane. Gellert riprende a parlare dei suoi sogni sui Doni e sul Bene Superiore, anzi, riprende a parlare di quelli che ormai sono i sogni di entrambi. Tutto perfetto come sempre, poi accade la catastrofe, il sogno muta velocemente mostrando i turbamenti dell'animo di Albus. Non rivede sua sorella morire, la mente ancora si rifiuta di elaborare quel momento infernale, ma riporta la litigata con Gellert avuta subito dopo aver discusso con Aberforth. Ogni parola è ancora nitidamente impressa nella mente di Albus, la delusione, come se il filtro che rendeva Gellert perfetto fosse svanito d'incanto per mostrare com'era realmente. Perché allora non era riuscito ad accettarlo Albus ma adesso lo sapeva bene che non era stato Gellert a cambiare ma lui a vederlo per la prima volta per com'era veramente.

Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto, "Sei cambiato
Non vedo più la luce nei tuoi occhi"

La paura di perderlo Albus se la ricordava bene, dopo la morte di sua sorella era terrorizzato, ma che altro fare? Non poteva restare con lui, non dopo quello che era successo. Albus si muove nel letto, i muscoli tesi. Il litigio svanisce e Albus si ritrova stretto in un letto con Gellert. Sono uno accanto all'altro, si baciano ripetutamente sulle labbra dopo aver fatto l'amore più volte, le mani ancora intrecciate. Si staccano e si guardano negli occhi, in quel momento nessuna preoccupazione affliggeva Albus, Gellert era la sua gioia e il suo dolore, la sua ancora di salvezza. E ogni sera dopo aver trascorso l'intero giorno insieme lui lo pregava affinché potesse restargli ancora e ancora accanto, affinché non potesse lasciarlo mai.

La tua paura cos'è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai, non scappare da qui
Non lasciarmi così


La mente di Albus continua a vagare su ricordi piacevoli, ricordi che, esattamente come allora, danno ancora i brividi. Le labbra di Gellert sulla pelle, le dita affusolate e rosee tra i capelli rossi. Due corpi nudi perfettamente a proprio agio uno a fianco dell'altro. Le carezze, i baci, i lividi causati dalla passione più intensa. Una passione che lascia senza fiato, che impedisce di trovare parole appropriate per descrivere le emozioni. L'errore di un amore del genere? Essere troppo acerbo e intenso, un amore che senza volerlo porta a sbagliare entrambi. Un amore che vorrebbe fare tutto per sorprendere e compiacere l'altro. Albus era disposto a lasciare tutto e andare via per lui, persino sua sorella, era disposto a mentire a sé stesso dicendosi che sarebbe stata bene anche solo con Aberforth. Perché? Per amore, un amore di cui non riusciva a vedere i difetti perché semplicemente gli toglieva il respiro.

Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi


Gellert, Gellert era sbagliato e lui non lo riusciva a vedere. Impudente, arrogante talvolta da rasentare la maleducazione, orgoglioso, vendicativo, disordinato. Era dispettoso, si svegliava presto e svegliava anche Albus, costringendolo ad alzarsi nonostante lui fosse ancora esausto. Qualche volta lo svegliava con una caramella, sapeva che erano il suo punto debole, gli infilava a forza una caramella in bocca per farlo svegliare o ancora altre volte lo svegliava con un bacio a stampo o un succhiotto sul collo. Albus apriva gli occhi e quelli di Gellert lo fissavano, vivaci e dispettosi ma mai maligni per lui. Gli stessi occhi di un uomo che aveva causato un numero tanto elevato di morti da apparire quelli di un demone, eppure quante volte per Albus quegli occhi erano stati quelli di un angelo. Lo stesso angelo che aveva causato la catastrofe e poi era andato via lasciando lui disperato.

Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all'angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così

E Albus lo rivede ancora, vorrebbe sognare cose belle ma non sempre ci riesce, poi per fortuna i momenti d'amore tornano, si alternano a litigi e catastrofi. Ancora loro stretti, questa volta nudi sotto al cielo stellato, nascosti dal boschetto. Sdraiati sull'erba a baciarsi, Albus trema per l'emozione ma anche un poco per il freddo, Gellert pare non farci caso e lo morde più forte, con più passione. Gli tortura le labbra nel più bello dei modi e poi gli sussurra all'orecchio che presto andranno via e staranno insieme per sempre, domineranno il mondo insieme. Mente a entrambi ma non importa, non importa se sbaglia a immaginare un futuro del genere perché è innamorato, sono innamorati, e il cuore batte troppo forte, più forte della ragione.

Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi

Si fa mattina e Albus continua a sognare anche se per breve tempo, tra poco dovrà svegliarsi e affrontare la realtà. Come se stesse percependo la presenza dei raggi traditori dell'alba la mente torna a indugiare su pensieri negativi. Il litigio avuto dopo la morte di lei torna, le parole di Gellert "Sono stato io" grida con rabbia "Non è" "Zitto!" Continua a gridare Gellert "Sono stato io e non ti devi incolpare, ma se tuo fratello non si fosse messo in mezzo lei sarebbe ancora viva". Albus non riesce a guardare Gellert negli occhi, non è più sicuro di nulla ormai, solo del dolore. "Albus" Gellert si avvicina senza più gridare "Non ho ragione? Credi che ti stia mentendo?" "Io non lo so, ho bisogno di pensare e adesso sto troppo male per" "Benissimo allora" Gellert non ammette repliche "Se è così mi sta bene, ma non ti voglio più vedere". Albus alza gli occhi azzurri e questi si riempiono di lacrime "Gellert" l'altro serra la mascella, stizzito "Nessun Gellert" asserisce "Io me ne vado" e subito dopo si avvicina a grandi passi alla porta. Albus gli corre dietro, devastato "Gel ti prego" mormora, le lacrime scendono. Gellert non si ferma e Albus gli afferra piano il braccio "Lasciami!" Grida Gellert stizzito, voltandosi. Lo guarda arrabbiato e nasconde il dispiacere nel vedere le lacrime sul volto del suo amato. "Gel" ripete Albus continuando a piangere. Gellert scuote piano il capo "Ti amo" mormora Albus "Non abbastanza" replica Gellert con amarezza. Attraversa la porta e inizia a scendere per le scale "Gellert ti prego..." Albus esce per seguirlo ma si ritrova Aberforth appena uscito dalla stanza accanto. Il suo sguardo è accecato dalla collera.

Anni dopo un vecchio mago è accucciato nella sua cella al freddo. Ha le ginocchia strette al petto e la testa nascosta. Piange. Piange perché ha saputo da una guardia che Albus Silente è morto, il suo grande amore è morto. Gellert piange ripensando al modo in cui è fuggito da lui, l'ha lasciato al fratello dopo la tragedia. Albus spostava lo sguardo da lui ad Aberforth ma non osava muoversi. Gellert troppo orgoglioso era andato via subito dopo, pretendeva che Albus lo inseguisse nonostante tutto. Dopo anni eccolo ancora a rimpiangere quel gesto, rannicchiato in una prigione, logorato dal tempo e dal rimpianto. Aveva rovinato tutto per orgoglio, perché incapace di essere abbastanza empatico. Avrebbe voluto dirglielo che non l'aveva mai scordato, che lo amava ancora e si era pentito, ma adesso Albus era morto. Anni a dargli la caccia, anni buttati per combattersi invece di amarsi. Gellert non lo voleva più, voleva chiedere scusa ma Albus ormai non c'era più.

Dimmi che non ho ragione
E vivo dentro una prigione
E provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane e
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un "ti amo" ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui
Su una bici di diamanti, uno fra tanti

Mesi dopo un uomo giunse da Gellert a fargli visita, pretendeva di avete delle informazioni su una bacchetta. Su Albus. Ma Gellert non può permettere che la tomba di Albus venga violata e neppure che tutti i suoi sforzi per fermare Voldemort siano resi vani. Non dice niente, decide di schernirlo addirittura, per una volta vuole usare l'orgoglio per una cosa buona. Voldemort non la prende bene, lo ucciderà e Gellert lo sa, ma è lieto di morire per lui, per il suo Albus. Vuole renderlo fiero prima di morire, vuole dimostrargli così il suo amore, senza più bugie. Chiude gli occhi prima di vedere Voldemort che alza la bacchetta per ucciderlo e sente i brividi all'idea di poter rivedere Albus, questa volta senza più orgoglio e sbagli.

Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi

Eccomi tornata con una storia un po' diversa dal solito. Innanzitutto vorrei dire che anche se questa è la prima volta che scrivo di questa coppia loro sono i miei preferiti dopo Bellatrix e Voldemort. Non ho mai avuto la giusta ispirazione per scrivere di loro, poi ho sentito Brividi e subito la mia mente ha pensato ad Albus e Gellert. E quindi dopo giorni a rimuginare ecco qui questa storia. Ho voluto inserire il testo di Brividi proprio perché la storie è nata ed è stata plasmata su questa canzone e quindi mi sembra giusto inserirla nel testo. Che dire, spero di non aver scritto un obbrobrio, se volete mi farebbe piacere un vostro parere a riguardo
Alla prossima.

 

   
 
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