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Autore: Nami_chin96    03/03/2022    1 recensioni
Una raccolta di dieci racconti, tra favole e fiabe, dal punto di vista della ciurma di Cappello di Paglia. Cosa ci fa Zoro vestito da principessa? Riuscirà Jabura a mangiare la nonna di cappuccetto rosso? Nami sarà così coraggiosa da scalare il fagiolo magico?
Questo e molto altro vi aspetta. Buona lettura!
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, in un piccolo villaggio lontano, una bambina di nome cappuccetto Robin. Aveva lunghe treccine nere, occhi blu e indossava sempre una mantellina rossa, da qui il suo nome. Un giorno sua madre, una tipa strana che aveva la passione per i robot e si era fatta modificare il corpo in modo da sembrare un cyborg, chiamò la bimba che stava giocando, come di consueto, fuori nel cortile: « tesoro, sono suuuppeerr happy di darti una notizia. La tua nonnina sta guarendo, perciò portale questo cesto che c’è della roba da mangiare dentro. Scommetto che avrà fame » disse, assumendo una posa che, di certo, non le si addiceva. « ok, lascia fare a me » disse Cappuccetto Robin e, preso il cestino, si avviò nella foresta. Il bosco era molto tetro, con alberi alto quanto palazzi e rigogliosi di foglie. Il vento soffiava producendo una leggera brezza e il sole filtrava i caldi raggi attraverso le chiome delle sequoie. Cappuccetto Robin si rilassò un pochino e pensò di aprire il cesto: conteneva del pane, una bottiglia d’acqua ma, soprattutto, tanta tanta tanta carne - chissà cosa ci deve fare con tutta questa selvaggina - pensò. Sua nonna era sempre stata una tipa particolare, tanto che in città era conosciuta per aver battuto il record locale di abbuffata: 300 piatti in dieci minuti! Mentre la ragazzina era assorta dai suoi pensieri, uno strano animale le si avvicinò. Era un lupo. Cappuccetto Robin balzò in piedi in un nano secondo, spaventata « no, non avere paura» le disse quello «sono Jabura, il lupo della foresta. Dove stai andando di bello? » « sto portando questo cesto alla mia nonnina Luffyina, che abita al di là della foresta» spiegò la bimba. Il lupo parve per un attimo pensieroso, poi disse: « vuoi fare una gara? Chi tra noi due arriverà prima alla casa di tua nonna vince » Cappuccetto Robin ci pensò su un attimo e si convinse che, in fondo, non aveva niente da perdere. Così accetto. Ma, ahimè, Jabura il lupo era stato assai furbo: aveva preso una scorciatoia. Così arrivò per primo a casa della nonna. BUM BUM - bussò « avanti » disse da dentro una vicina. Jabura il lupo aprì la porta e vide una vecchina, con i capelli e occhi neri, intenta a fare riscaldamento. Rimase per un attimo di stucco: si aspettava una vecchia malconcia a letto. « beh? E tu chi sei? » chiese la nonna « ehm.. sono.. ecco.. nonnina sono io! Cappuccetto Robin! » disse, sperando che ci cascasse. Luffyina interruppe gli esercizi di stretching, si girò nella sua direzione e, guardandolo, disse : « mm.. non ti ricordavo così pelosa e alta » Intanto, la vera Cappuccetto Robin, camminava ormai da ore ma aveva la sensazione di essersi persa. D’un tratto, da dietro un cespuglio, comparve un uomo, che aveva tutta l’aria d’essere un cacciatore « ciao piccola, cosa fai qui tutta sola? » le chiese. L’uomo aveva il naso lungo e questo contribuiva a renderlo piuttosto buffo. Cappuccetto Robin rise sotto i baffi. « mi sono persa, devo andare da mia nonna che abita oltre il bosco » « ti accompagno allora, conosco la strada. Inoltre anche io devo andare là. Ah piacere, sono il grande cacciatore Usopp, colui che col suo fucile rende sicuro tutto questo territorio. Potrei narrarti le mie avventure se vuoi.. » disse, con un certo tono di saccenza che alla ragazzina non piacque « la prossima volta » rispose infatti. Dopo un bel po’ di vagare e camminare a zig zag per la foresta, finalmente vi uscirono «ah grazie mille! » disse la bambina, riconoscente. « di nulla » AAAAAHHHH - si sentì gridare « ma quel grido... Proveniva dalla casa della nonna! È laggiù » disse Cappuccetto Robin, indicando col dito una casetta poco distante da lì. Era preoccupata che il lupo avesse potuto farle del male. « ci penso io. Sta dietro di me » disse il cacciatore Usopp, brandendo il fucile. Cappuccetto Robin si sentì rincuorata ma, guardandolo meglio, notò che aveva le gambe che gli tremavano. Si avvicinarono quatti quatti alla casetta « ok e ora? » chiese la bambina « non lo so, potremmo aspettare rinforzi » rispose il cacciatore. Ma la ragazzina si era fiondata dentro la porta e le cadde la mascella per lo stupore: sua nonna aveva ingrandito la bocca e stava per ingoiare il lupo Jubura « nonna! Ma che fai?! » chiese, con una gocciolina alla testa « carneeee » disse questa, affamata più che mai « da quando sono guarita non tocco un cosciotto! Non è giusto » e morse il povero lupo che si mise a piangere « aiutoooo » gridó. Il cacciatore Usopp sparò un colpo in aria e la nonna si fece da parte. « Ho portato io la carne, non è necessario mangiare lui » disse Cappuccetto Robin, mostrando il cestino. « Evvivaaa » disse Luffyina, scareventandosi sul cesto e iniziando a divorarne il contenuto. « facciamo una festa, signor lupo rimani?» chiese la bimba « no grazie! Ho un impegno urgente, addio! » disse il lupo Jabura, uscendo di gran carriera e dandosela a gambe levate: non avrebbe mai più messo piede nel bosco. Cappuccetto Robin, il cacciatore Usopp e la nonna Luffyina festeggiarono mangiando carne e ballando. E così vissero, più o meno, felici e contenti.
  
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