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Autore: Lunaharry66    06/03/2022    0 recensioni
Le vengono in mente una decina di motivi per cui essere infastidita al momento; fa freddo, c’è vento e sono le quattro del mattino: è inutile nasconderlo,Ise è ben conscia che non riuscirà a prendere di nuovo sonno.
Eppure quelle rose sono finte, fatte di seta e qualche altro tessuto incredibilmente morbido al tatto.
Solo una persona, la stessa che ha fatto fare capriole al suo povero cuore non abituato a provare ansia e preoccupazione per qualcuno che non sia quello scellerato di Katsuki, potrebbe regalarle delle rose di seta.
Cento rose blu di seta.
Forse , e solo forse perché non vuole crearsi false aspettative, esplorare nuovi scenari e poi ritrovarsi catapultata a terra, l’eroina Creati è passata di qui.
Forse Momo è passata di qui.
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STORIA PUBBLICATA ANCHE SU WATTPAD
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ise ha i suoi piccoli rituali da compiere ogni sera: chiudere le tapparelle delle finestre perchè le da fastidio specchiarsi nel vetro scuro, la fa sentire osservata;fissare il vuoto per una decina di minuti circa e poi buttarsi sul divano osservando il soffitto.

Sono successe troppe cose negli ultimi giorni, Bakugou è stato lanciato dentro un fottuto palazzo di cinque piani,ma lei è sicura di riuscire a mantenere la calma.

Innanzitutto perché le persone che urlano come matte durante un’emergenza mettendo in difficoltà le danno sui nervi, esclude il fatto di essere arrivata molto vicina alla situazione.

Poi non c’è nessun motivo razionale e logico per uscire a quell’ora: fa freddo, la metro è fuori uso a causa di un hero che è stato usato come un proiettile  scoppiettante e i termosifoni nel suo appartamento hanno deciso di assecondarla,per una volta.

Quindi perchè andare contro queste fortuite coincidenze?

Forse per lo stesso motivo che l’ha spinta a correre sul luogo del combattimento.

 

Ise sbuffa infastidita sul divano, la frangetta grigia che le copre la vista.

Alza la testa di scatto, una cascata disordinata di ciuffi argento e il tintinnio degli orecchini accompagnano il movimento.

Lotta per qualche momento con gli stivali, perchè continua a comprarli così lunghi?,  allaccia la zip del cappotto turchese e infine i bottoni.

Sciarpa,guanti e  cappello, poi afferra di fretta i due vasetti di noodles istantanei che ha lasciato sul ripiano della cucina.

Controllando di avere in borsa il minimo indispensabile, cellulare, portafogli e fazzoletti, si chiude il portoncino alle spalle.

 

Il tragitto da casa sua all’ospedale in cui è ricoverato Bakugou dura una quindicina di minuti, ma alcune strade sono impraticabili a causa della neve fitta di questi giorni e lo scontro avvenuto in pieno centro non ha di certo giovato alla viabilità della zona.

 

Alla reception intravede il nome della stanza di Bakugou, e il relativo numero dal plico di fogli che l’infermiere ha sul bancone.

Ise sgattaiola verso la porta più vicina alla fine del lungo corridoio e bussa un paio di volte.

 

-Kirishima! Ti ho già detto che non me ne faccio nulla delle tue cazzo di tortine alla fragola!

 

La ragazza si trova davanti una scena che non crede ,che non spera, rivedere in un prossimo futuro.

 

Bakugou è sommerso da decine di tortine alla fragola, quelle che Ise vede di continuo negli scaffali dei market aperti h 24.

Alcune sono state aperte e buttate nel cestino a fianco alla porta e, per completare il quadro già di per sé strambo, c’è un maglione piegato sull’unica sedia presente nella stanza.

Ora, non c’è nulla di strano in un maglione o in delle tortine alla fragola.

Se non fosse che…

-Todoroki è venuto a trovarti?

 

Ise percepisce quanto il suo tono di voce sia stridulo e a tratti fastidioso;appunta mentalmente di contenersi, la prossima volta.

Com’è sicura che ci sarà una prossima volta?

Bakugou ha un ricovero di circa venti giorni: Ise è pronta a scommettere tutti i soldi che non ha, e sono veramente molti, che Todoroki si presenterà ogni due giorni.

Minimo.

 

-Ma la privacy non esiste più?

Bakugou la sta fulminando con lo sguardo ed Ise, oramai abituata a quelle minacce non troppo velate, afferra la sedia e ci si accomoda.

 

-Il maglione… Ci hai fatto una piega.

 

La ragazza getta un’occhiata al maglione blu che ha appoggiato sul comò, poi ci passa una mano per lisciare le pieghe.

 

-Allora sì… Credo proprio che sia di Shouto.

- E CHE CAZZO! Che c’è, chiamarlo per cognome ti disgusta tanto?

 

Ise è sicura che potrebbe mettersi a piangere dalla gioia.

-Non è il suo nome da hero?

 

L’altro si accorge dell’errore appena commesso: ritira la testa dentro le spalle, un po’ come una piccola tartaruga. Una piccola tartaruga incazzata che potrebbe farle saltare la testa in aria è pur sempre una piccola,dolce e amichevole tartaruga,vero?

 

-Vabbè, che vuoi?

Lei si riscuote e facendo finta di essere offesa rivolge gli occhi scuri alla finestra.

 

-Non so… Un’intervista?

-Ma non fare l’offesa che non ti riesce proprio… E poi lo so che eri preoccupata… Scusa?

 

La mano del biondino è a pochi centimetri dalla sua e Ise la stringe forte,passando le dita sulle cicatrici che l’hero si è procurato.

 

-Attento… Assomigli sempre di più a Midoriya!

Bakugou sbuffa infastidito e la tira verso di sè.

-Figurati. Deku cercherà sempre di imitarmi e-

-Guarda che si è fatto male prima di lui di te!

 

Ise mentirebbe dicendo di non aver provato la fottuta paura di perderlo. Forse sta un pochino esagerando ma per lei, abituata a vedere il mondo che non si sbilancia mai, è stato troppo.

La verità è che non vorrebbe essere così attaccata alle persone. Tante gli hanno dimostrato, inconsapevolmente o meno, che tutti i legami sono passeggeri.

Un giorno ci sei e l’altro… PUFF!

E chi ha avuto, la sfortuna o la fortuna, di rimanere  dovrà continuare a vedere le vite felici di chi invece non ha perso nessuno.

 

Bakugou non ha lasciato la presa e allora il suo cuore e le sue emozioni possono tornare ad un battito regolare.

 

Il loro legame è una delle cose più belle che Ise ha mai provato nella sua vita, non soffoca, non stringe ma accoglie.Katsuki è tutto quello che, di principio, lei ignorerebbe.

Ha invece imparato a scorgere un affetto infinito dietro i suoi modi apparentemente burberi,avanzando in punta di piedi nella sua camera la prima volta  e poi passandoci interi pomeriggi.

Non sa di preciso quali qualità Katsuki veda in lei e non può fare meno di riflettere. Il suo amico è pur sempre uno degli eroi più acclamati e potrebbe letteralmente passare il suo tempo con chiunque. 

La sceglie invece in ogni momento: Ise ha passato giorni interi a torturarsi le labbra prima di chiedergli se, effettivamente, si sentisse condizionato dalla sua presenza. 

Aveva ricevuto una sfuriata di tutto rispetto e un abbraccio leggermente più lungo del normale, per quanto un contatto del genere con il biondo potesse durare.

 

-Bhè, sei venuta solo per disturbarmi?

-Ma va… Comunque bel volo.

Ise strizza gli occhi,orgogliosa di essere riuscita a non suonare terribilmente preoccupata.

-Tsk, che vuoi che sia.Tu piuttosto?

 

La ragazza si blocca nel versare l’acqua del bollitore, messo in funzione da qualche infermiera, nelle confezioni dl ramen.

-Io?

-Sì, una mia amica ha detto di averti vista.

-No,tutto bene grazie.

-Si può sapere perchè però eri da quelle parti?

 

Ise sta impiegando più tempo del solito per preparare il ramen; non vuole girarsi e trovare due rubini infuocati che la fissano impazienti.

Sa benissimo da sola di essere stata un’irresponsabile ed essersi fatta trascinare dalla foga del momento per raccogliere qualche testimonianza.

Ma daltronde non è quello che fa un giornalista?

-Stavo lavorando.- dice ingrossando la voce per imitare Bakugou.

-Ise,non sei divertente. Non puoi andare in giro disarmata in certi quartieri-

-E tu non potresti avere alcune delle informazioni che ti passo dalla centrale: tutti facciamo qualcosa che non dovremmo fare.

 

Il biondo scuote la testa, poi le rifila una gomitata giocosa e inizia a mangiare il ramen. Lei gira mestamente il contenuto del vasetto, ma sente di avere lo sguardo del hero addosso.

-Cosa è successo esattamente?

-Io odio i giornalisti!

-Lo so, lo so… Ma non lasciarmi sulle spine, che dalle transenne non si vedeva nulla!

-Eri vicino le transenne?

-Certo, mica potevo perdermi il primo piano di te in versione shuttle,no?

 

Katsuki si inclina verso di lei quel tanto che il braccio ingessato gli permette, agitando in aria le bacchette con la mano sana.

-Ti faccio esplodere la testa!

 

-Scusate...-

Ise si riscuote immediatamente, riconoscendo la voce del commissario Tsukauchi in attesa fuori la porta. Intravede dietro le spalle possenti dell’uomo la figura di Midoriya e di un’altra heroine.

 

-No,no… Io lascio subito il disturbo!- dice frettolosamente, agguantando sciarpa,guanti e cappello. Chiude la zip del cappotto alla velocità della luce,afferrando la borsa e inchinandosi appena arriva davanti al commissario.Riserva un’occhiata di saluto a Midoriya,lasciando la stanza e l’ospedale.

 

Si ferma un attimo al centro del corridoio, decidendo di tornare indietro: sta per bussare alla porta quando Tsukauchi le porge il suo ramen.

Ise è sicura che nonostante le macchie arancioni che le ricoprono buona parte del viso l’uomo sia riuscito a scorgere il suo rossore.

 

-Sta perdendo cotone.

 

Ise vorrebbe scomparire seduta stante, ma acchiappa quel briciolo di razionalità rimastogli e porta una mano dietro la testa, alla base del collo.

Percepisce chiaramente la consistenza morbida del cotone.

Quand’è che ha dimenticato come essere un umano funzionante? 

Ha sempre avuto un buon rapporto con il suo corpo, del resto non si può litigare con tutti no?, ringraziando le macchie per evitarle sempre situazioni imbarazzanti. Eppure questa volta non sono proprio sufficienti e non importa averlo pensato prima.

 

Lei è una giornalista, una di quelle che viene inseguita il più delle volte da persone stanche delle sue domande, quindi è abituata al disagio.

Lei sguazza nel disagio, coglie le debolezze delle persone e domanda, ma anche senza ottenere una risposta può trarre le sue conclusioni.

C’è però una linea labile e sottile che la divide dalla figura imperiosa del commissario, l’istituzione. Con gli hero puoi scherzare, puoi prenderli in giro per la loro effettiva situazione di stallo, siete vigilanti ; guardiani della notte?,  ma con la polizia no.

La polizia è quella presenza che avverti alle spalle, spesso ti diranno che ti fai troppe paranoie e che hai bisogno di dormire, e forse è anche vero, ma Ise sa di cosa parla.

Un hero può guardarti male, può dire ai suoi numerosi informatori di non passarti neanche uno stralcio di notizia ma il suo potere termina lì.

La polizia invece si acquatta nel buio e ti attende con un ghigno gongolante ad ogni nuova querela: come se urlasse “Ah,ah! Ti ho preso di nuovo!” .

 

Nah, forse questo sarebbe un comportamento più simile a un villain.

Non che cambi tanto, eh.

 

Tsukuachi la sta continuando a fissare,non cambiando espressione di una virgola durante il tuo personale delirio mentaale.

-Signorina Itou?

-Sì commissario?

 

Punto a tuo favore, ha sgranato gli occhi: non si aspettava di trovarti attenta.

 

-Ho saputo che prossimamente dovrebbe intervistare l’ heroine Creati… 

-Vuole per caso darmi qualche consiglio?

Il suo sopracciglio è scattato istintivamente, senza permettere all’uomo in trench di completare la frase. 

 

Secondo punto: abbattilo Ise!

 

Sta morendo dalla voglia di ascoltare il suo cervello, ma si morde la lingua pur di non parlare. Come la linea tra polizia e giornalisti è sottile, lo è anche quella della formalità che lei non oltrepassa mai.

 

Mai. Poi la gente prende confidenza e vuole intrattenere delle relazioni che tu non vuoi avere.

Le interessa ciò che pensi ma, non prestando attenzione, potresti dire qualcosa che non vorrebbero sentire e a quel punto avresti sbagliato.

 

Si stringe nel cappotto indicando con lo sguardo il cielo ormai buio, è decisamente tardi e lei ha ancora un sacco di cose da fare.

Come per esempio rimuginare su quale tazza usare per bere il tè allo zenzero, cercando qualche buon motivo per non rimanere a letto per tutta la vita.

Ah vero, le tasse.

 

Il poliziotto coglie il messaggio e si quindi tira indietro, ma non sembra sul punto di andarsene. Ha iniziato a guardarla più attentamente di prima, Ise può percepire gli ingranaggi della sua mente girare ad una velocità sempre maggiore.

Qualche tempo fa le è capitato di svolgere una ricerca sulla sorella minore dell’uomo, scoprendo quanto sia interessante il suo quirk. Capire se le persone ti stanno mentendo può rivelarsi utile in vari occasione e lei ne sa qualcosa.

Invece le tocca produrre cotone, tsk.

 

Ha avuto anche modo di leggere tutte le varie controversie che girano intorno alla figura del commissario: che sia un quirkless?

Da quando era ragazzina le cose sono decisamente migliorate, le persone che non possiedono un quirk non sono più viste come scarti o rifiuti, ma al giorno d’oggi è un evento più unico che raro.

Le pare di ricordare che per attivare il quirk sia necessario un contatto, che il commissario ne possegga una variante?

 

-No, tutt’altro.

-Come scusi?

-Ho pensato alla domanda che mi ha rivolto prima. Non è assolutamente mia intenzione limitare la libertà di stampa, ma… Lei si considera una persona seria signorina Itou?

-Io… Le cambierebbe la giornata saperlo?

No Ise. Mantieni la calma e non scattare sulla difensiva!

 

Ise prende un bel respiro e si piazza sul viso il sorriso più striminzito che le riesce; gli occhi piccoli e scuri sono arricciati come il naso e le conferiscono un ‘aria intimidatoria: sembra sul punto di scoppiare.

 

-Mi scusi… Io sono una professionista nel mio campo, ma lei ha già avuto modo di verificarlo.

-Proprio per questo volevo proporvi una collaborazione. 

 

L’adrenalina le scorre nelle vene.

Da persona fantasiosa quale è ha sempre immaginato di rimanere coinvolta in qualche grande scandalo o crimine nazionale,ed ha accumulato materiale sufficiente per realizzare minimo cinque stagioni di un telefilm poliziesco.

Forse il commissario le chiederà di entrare a far parte di qualche setta segreta? Di unirsi ad una congrega speciale formata da giornalisti e poliziotti corrotti? 

 

Bussa però  timidamente alla porta delle sue fantasie la parte più idealista e che, nonostante tutto, continua a credere nell’umanità.

Sicuramente saranno un paio di accorgimenti o raccomandazioni, cose di questo tipo.

 

-Le andrebbe di riferirmi qualche dettaglio “privato” sulla vita in quell’agenzia?

-Vorrebbe un informatore?

 

Il commissario arrossisce, punto sul vivo.

-Signorina Itou non la metta così…

-Preferisce talpa, spia?

 

Ise sa bene quanto Tsukuachi sia un uomo e un poliziotto onesto, per questo prenderlo in giro è così soddisfacente. Certo, in qualche modo potrebbe toglierle l’accesso a qualsiasi fascicolo esistente, però…

 

-Seriamente: non capisco come mai chieda proprio a me.

-La responsabile dell’agenzia conosce abbastanza bene tutti i miei colleghi e, se fossi al posto suo, sospetterei di chiunque tranne che di lei.

-Hm… Non vorrei sembrarle materialista o opportunista, ma con la crisi che c’è… Però no, aspetti. Niente soldi: io non sono corrotta e neanche lei, spero.

 

Tsukuashi si lascia andare ad uno sbuffo divertito ed Ise, più sciolta, ricambia.

 

-Cosa vorrebbe in cambio se i soldi non sono conteggiati?

-Ah, bel gioco di parole… Una specie di pass in più!

-Pass? Per cosa?

-Bhè, in quanto giornalista posso entrare in alcune scene del crimine e nei luoghi clou della scena, ma qualche agevolazione mi farebbe comodo…

-Tipo?

-Tipo qualche informazione sui blitter antidroga, ma con l’esclusiva.

-Va bene. Altro?

-Una promessa: lei legge il giornale?

-A… A volte mi capita di comprarlo, sì.

-D’ora in poi scelga il nostro: e giusto a scopo informativo, abbiamo incrementato le pagine sportive e dello spettacolo.

-Tsk, voi paparazzi…

-Lo prendo come un complimento?

-Da riferire al tuo amico Tsuji certamente; l’ultima volta mi ha fotografato con … Con le dita nel naso.

 

Ise si morde le labbra già sufficientemente screpolate pur di non scoppiare in una fragorosa risata. Un giorno di questi Hideaki si ritroverà con una querela o una denuncia di diffamazione…

 

-Perfetto, riferirò tutto, non si preoccupi. Arrivederci commissario.

Ise si inchina leggermente, quel tanto che le basta per capire che le scarpe dell’uomo avrebbero bisogno di una lucidata e si lascia l’ospedale alla spalle.

 

Il ritmo cadenzato delle scarpe sull’asfalto favorisce il lungo dilagare dei suoi pensieri; accettare non vuol dire essere corrotti. Forse va a finire che rimane veramente immischiata in qualche faccenda losca e che le danno qualche onorificenza.

Tipo : “medaglia al valore per non essere morta durante un blitz” oppure

 “ medaglia al valore per l’impegno civico svolto”...

 

Ma quanto è bello fare il suo lavoro?

Eppure le capita spesso di pensare che sia un bel paradosso: non è una persona pettegola o ficcanaso, ma sopravvive scrivendo gli affari degli altri.

In questi casi da semplicemente ragione a Katsuki:

«La differenza tra te e gli squilibrati che scrivono della mia vita privata sui settimanali è che almeno loro fanno articoli leggeri e a volte divertenti.

 Per farsi salire l’ansia basta leggere un paio di righe dei tuoi.»



 
   
 
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