Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Kikiletoway    06/03/2022    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avviso: un po’ di Jaime/Cersei, solo accennato.
 
Come con le mie altre traduzioni, anche questa è pubblicata in contemporanea su AO3: https://archiveofourown.org/works/37463041/chapters/93492961


 
 
 
*/*/*/*/*
 
Brienne entra nella camera da letto, la sua pelle è sudata sotto il vestito in cui le sogghignanti dame di corte l’avevano stipata, chiamandolo il suo abito da sposa. Dietro di lei c’è il principe Jaime Lannister, il suo—dèi—il suo nuovo marito.
 
Lui sembra scontento tanto quanto lei lo era stata nel tempio, e ora lei rischia un’occhiata al viso impetuoso di lui—bellissimo, sì, ma la sua rabbia lo rende crudele, e Brienne—nonostante la sua stazza, la sua abilità e il suo aspetto mascolino—trema a quella vista, ricordando improvvisamente tutte le storie che la sua septa le aveva detto su cosa aspettarsi dal letto matrimoniale se suo padre avesse mai trovato qualcuno di abbastanza stupido da accettarla come moglie.
 
Bè, Jaime sembra tutto tranne che stupido, e sono stati costretti in questo matrimonio al fine di forgiare una pace duratura tra il regno delle Terre della Tempesta di suo padre e la Westeros di re Tywin.
 
La guerra tra i loro regni è stata lunga e sanguinosa, con re Selwyn che nei mesi scorsi ha inaspettatamente ereditato il trono delle Terre della Tempesta. Lei stessa porta con sé le cicatrici della guerra, sul viso, sul corpo e nelle parti più tenere del suo cuore. Lei aveva imparato a brandire una spada da bambina e quando la guerra era iniziata, Brienne era partita per unirsi—e in seguito guidare—il suo popolo in battaglia. Lei era stata sul campo di battaglia per diversi anni prima che suo padre diventasse re, e lei, una principessa.
 
Principessa.
 
Quel titolo non si posa bene sulle sue spalle mascoline, ma nemmeno il titolo di ‘regina’, e quello è esattamente ciò che lei diventerà quando re Tywin morirà, e lo sarà due volte quando il proprio padre non ci sarà più. Questo era stato l’accordo pattuito tra re Selwyn e re Tywin: questo matrimonio, eventualmente, unirà i loro regni in uno solo e metterà fine alle guerre una volta per tutte.
 
Gli occhi verdi del principe Jaime sono freddi, e lei quasi li sente ispezionarla dalla cima della testa fino alle punte delle dita dei piedi, fortunatamente nascosti sotto il suo abito da sposa della taglia sbagliata. I termini della pace sono stati concordati e il matrimonio è stato organizzato e celebrato nel giro di pochi giorni, e se le voci sul principe Jaime e la sua sorella gemella, la principessa Cersei, sono vere, allora Brienne capisce perché il matrimonio è stato così precipitoso.
 
La bocca di Jaime si curva in un ghigno.
 
“Smettila di sembrare così terrorizzata, vostra grazia,” lui dice con dell’aspra derisione, “Sto solo aspettando che la folla ciarlante si disperda, e poi ti lascerò a te stessa.” Il suo ghigno adesso ha una lieve traccia di dolore. “C’è un altro letto in cui preferirei entrare.”
 
A Brienne manca il respiro, e lei alza il mento.  “Quindi, le storie sono vere?” lei chiede.
 
Il sorriso di Jaime è crudele. “Mia sorella è la donna più bella del mondo, e io e lei ci amiamo. Certo che le storie sono vere.”
 
“E’ tua sorella!”
 
“Ti ho disgustata?” Jaime domanda con finta dolcezza. “Bene. Tu mi disgusti con la tua stessa esistenza e sono ancora più disgustato dai nostri padri per averci costretti in questo matrimonio.”
 
Il cuore di Brienne le sprofonda in petto per via di quelle parole taglienti, ma lei raddrizza le spalle e alza il mento ancora di più. “Allora va’ da tua sorella, vostra grazia, e prendi il tuo piacere nel suo corpo. Ma sappi che se una relazione del genere andrà avanti, la tua stirpe finirà con te.”
 
Jaime spalanca gli occhi. “Stai minacciando di uccidermi?” lui chiede incredulo.
 
“Certo che no,” Brienne scatta e si domanda dove stesse trovando il coraggio di parlare così bruscamente. Con una spada in mano, lei non avrebbe paura perché potrebbe sconfiggere l’uomo di fronte a sé per dieci volte consecutive—su quello lei non ha dubbi—ma questa è una guerra di parole e una guerra per il suo futuro. I rischi sembrano cento volte più grandi di qualsiasi momento in cui aveva affrontato i nemici sul campo di battaglia.
 
“Quindi, esattamente, cosa stai minacciando?” Jaime ringhia.
 
“Sto dicendo che questo matrimonio rimarrà non consumato e che non ti darò alcun figlio fino a quando continuerai a giacere con tua sorella. E no, prima che tu lo chieda, non riconoscerò mai un qualche figlio che potresti avere con tua sorella, né farò finta che sia mio.”
 
Il viso di Jaime è senza espressioni mentre la fissa.
 
“Anche tu sei l’ultima della tua famiglia,” Jaime dice lentamente. “Sei disposta a lasciare che la tua stessa stirpe si estingua solo per farmi un dispetto?”
 
Il sorriso di Brienne è freddo. “A differenza di te, vostra grazia, io posso avere facilmente un figlio per poi spacciarlo per tuo. È più facile mentire riguardo al padre di un bambino che mentire riguardo la madre.”
 
Gli occhi di Jaime si restringono. “Non ti azzarderesti,” lui ringhia.
 
Lo sguardo di Brienne non vacilla. “Desideri mettermi alla prova?”
 
“E se stanotte io restassi qui e ti portassi a letto? Potrei metterti incinta e poi fuggire tra le braccia di mia sorella.”
 
“Potresti,” Brienne replica con calma, “e sono sorpresa che tu sia abbastanza sveglio da pensarci. Ma io non desidero venire a letto con te tanto quanto tu non desideri venire a letto con me.”
 
“Potrei prenderti con la forza.”
 
Brienne sogghigna a quello. “Potresti provarci,” lei dice, “ma dubito che tua sorella possa farsene qualcosa di te se sarai castrato.”
 
Jaime la incenerisce con lo sguardo.
 
“La principessa Cersei si sposerà—di nuovo—domattina, e lei e il suo nuovo marito se ne andranno via subito dopo,” Brienne ribatte in modo brusco, “ma non sono una donna crudele. Va’ da tua sorella, se ti compiace, ma dille che sarà l’ultima notte che voi due condividerete. Non ho combattuto così duramente per il mio regno per poi essere solo una moglie bistrattata, anche se il mondo mi chiama regina.”
 
“E io non ho combattuto così duramente per il mio regno per poi essere solo un marito bistrattato, anche se il mondo mi chiama re. Io amo mia sorella. Non amerò mai te.”
 
“Non ho bisogno che mi ami,” Brienne sbotta. “Io esigo che tu mi rispetti. Fino a quando non resterai fedele ai voti che hai fatto davanti ai Sette, non ti darò alcun figlio che sia di sangue tuo.”
 
“Come se tu possa trovare qualche uomo che ti scoperebbe,” Jaime sogghigna.
 
“Ci sono molti uomini che si scoperebbero la regina, non importa che aspetto lei abbia,” Brienne sogghigna in risposta. Lei attraversa a grandi passi la camera da letto fino alla porta opposta a quella da dove sono entrati. La apre e trova una cabina armadio che lei spera la conduca nella sua camera da letto privata. Lei si volta per guardare il suo nuovo marito. Non c’è alcun dubbio che lui sia bellissimo e non c’è alcun dubbio che lui non la amerà mai, ma lei otterrà il suo rispetto anche se non avrà nient’altro.
 
“Goditi la sua serata, vostra grazia,” lei conclude con un inchino beffardo, per poi entrare nella cabina armadio, chiudendo a chiave la porta dietro di sé. Fortunatamente, Brienne ha avuto ragione riguardo la seconda porta. Lei si chiude a chiave dentro la sua camera da letto privata e poi cammina, tremante, verso il letto, lanciandosi sopra di esso.
 
Questo matrimonio è destinato a fallire, lei pensa in preda allo sconforto. Lei prega solo che il bisogno di mantenere la pace tra i loro regni sia abbastanza da tenerla in vita.
 
*/*/*/*/*
 
Brienne sbatte le palpebre e sta guardando di nuovo gli schermi del computer che mostrano i risultati in tempo reale dell’esperimento ancora in esecuzione. Barcolla a causa di un’improvvisa sensazione di capogiro.
 
Lei vede la sala di controllo, ma vede anche il grezzo soffitto di pietra della sua camera da letto. Il gelo del castello le ha fatto venire la pelle d’oca, e il suo sconforto e la sua paura del futuro con l’uomo che ha sposato le fanno venire voglia di piangere a dirotto.
 
L’uomo che ha sposato—lei si volta di colpo verso Jaime, che si sta ancora sporgendo oltre la sua spalla. Lui sembra stordito tanto quanto lei, gli occhi di Jaime sono spalancati e confusi, e lui apre la bocca—
 
*/*/*/*/*
 
Il distante ruggito di un motore raggiunge le orecchie di Brienne e lei si raddrizza lentamente da dove sta lavorando nell’orto. Lei guarda verso la sterrata, alzando una mano per proteggere gli occhi dal sole che le picchia in testa. Il tempo è stato secco quanto i sermoni del septon locale, e lei spera di essere in grado di ricavare qualcosa dall’orto per sfamare tutte loro per l’inverno. Se si ferma ad ascoltare con attenzione, riesce a sentire i raccolti avvizzirsi.
 
Il veicolo sembra un’auto, che risplende d’oro sotto la polvere che si sta radunando dietro di essa.
 
“Idiota,” lei borbotta, voltandosi di nuovo verso il suo orto. Se tutto andrà bene, l’idiota non andrà fuori strada fino a quando non sarà molto lontano dalla sua fattoria. Lei aveva dovuto rinunciare al telefono un mese fa e il loro vicino più prossimo è a distanza di due miglia.
 
E poi la macchina—lucente e nuova—svolta nel suo cortile, sputacchiando della ghiaia dietro di sé, e lei si raddrizza di scatto, di nuovo, fissando.
 
Lei conosce solo una persona che fa le curve con quel livello di sconsideratezza. Ma lui se n’era andato molto tempo fa, Brienne ricorda severamente al proprio cuore, che ha iniziato tutto d’un tratto a saltellare.
 
Lei si affretta verso casa sua, dove l’auto si è fermata di colpo.
 
Brienne vede le sue sorelline scorrazzare fuori, e la portiera della macchina si apre. Ne esce fuori un uomo che anche a questa distanza è ancora così bello da toglierle il fiato. Il sole cocente si riflette sui capelli dorati di lui, e lei si ferma sui propri passi. Brienne lo fissa, il suo cuore batte all’impazzata, e non sa se dovrebbe ridere, o piangere, o afferrare il fucile per scacciarlo via dalla sua proprietà.
 
Lui saluta le sorelle di Brienne con un sorriso pigro, e poi si volta per guardare lei, e anche dopo tutto questo tempo, quegli occhi verdi le fanno tramare le ginocchia e mandano delle ondate di calore attraverso il suo corpo. Brienne digrigna i denti e costringe i propri piedi a camminare di nuovo.
 
Il ghigno di lui è divertito, i suoi occhi sono pieni di una familiare vena da presa in giro.
 
“Non sei contenta di vedermi, Spilungona?” lui inizia.
 
“Non quando mi chiami ancora Spilungona,” lei ringhia.  “Che ci fai qui, Jaime?”
 
“E’ questo il modo di salutare il tuo migliore amico quando non lo vedi da cinque anni?”
 
“Oh? Te ne eri andato?” lei chiede con un sarcasmo folgorante.
 
Il suo ghigno diventa una smorfia e adesso i suoi occhi sono supplichevoli. “Dai, Brienne—non fare così.”
 
E in un attimo—proprio come sempre—la rabbia di Brienne si dissolve come la rugiada di prima mattina e tutto quello che resta è la felicità e il sollievo di averlo rivisto. “Sembri in gran forma, Jaime,” lei dice dolcemente.
 
“Tu sembri sudata,” Jaime replica, ma l’irritazione di Brienne è passeggera perché lui la attira in un forte abbraccio e, per un momento—solo per un momento—lei si permette di godersi la sensazione, assente da troppo tempo, delle sue braccia intorno a sé.
 
*/*/*/*/*
 
La sala di controllo sta roteando, e la stanza sembra così fredda dopo che il calore del sole gli ha picchiato in testa. Lui riesce ancora a sentire la polvere nell’aria, riesce ancora a vedere le scintillanti ondate di calore all’orizzonte, riesce a sentire la felicità e la paura che gli ribolliva nelle viscere nel rivedere Spilungona, la sua migliore amica, per la prima volta dopo anni.
 
Lui guarda gli occhi spalancati di Brienne e barcolla via dalla sedia di lei. Le ginocchia gli cedono e Jaime cade rannicchiato per terra.
 
Ma che—?
 
*/*/*/*/*
 
“Verrà impiccato tra tre giorni,” il giudice Tarly dice, il labbro superiore gli si alza nel leggero sogghigno che gli sfigura sempre il viso quando parla con lei. “Se vuoi salvargli l’anima, hai bisogno di lavorare in fretta.” Il suo sogghigno si fa più profondo. “Come se tu possa salvare l’anima di qualcuno.”
 
Brienne si limita ad annuire. Le parole di quell’uomo hanno da tempo smesso d’avere qualche potere di toccarla. Tre anni passati a fornire assistenza agli uomini condannati a morte le hanno indurito il cuore di fronte a tante altre offese di quel tipo—e a tante altre cose a parte quello, inoltre. Lei non ha altra scelta se non indurire il cuore contro gli stessi uomini che lei deve sostenere. Non li conosce a lungo, dopo tutto—la giustizia è rapida a Westeros, specialmente quando fornita dal ‘Giudice Impiccatore’ Randyll Tarly. Si dice che lui abbia fatto impiccare il suo stesso figlio perché pensava che il ragazzo avesse abbandonato il suo posto in qualche remota fortezza del nord.
 
Tarly la manda via con un gesto della mano. “Vai. Fa’ il tuo lavoro—anche se è inutile quanto lo sei tu.”
 
Brienne si limita ad inchinarsi e lascia la presenza del giudice.
 
Lei si muove a grandi passi verso l’edificio della prigione che detiene i condannati, e si fa strada in direzione della cella dell’uomo che più di recente è stato condannato a morte dal Giudice Impiccatore. Lei rivolge alla guardia un cenno austero, fermandosi davanti alla porta della cella per lisciarsi le tuniche da septa. Mentre lo fa, lei chiede al Padre di darle forza, chiede alla Vecchia di darle saggezza, e chiede alla Madre di mostrarle il modo migliore per fornire del conforto a quest’uomo, che dovrà camminare verso il patibolo con tutto il coraggio e tutta la dignità che potrebbero ancora vivere dentro di lui.
 
Questo prigioniero non è il suo unico incarico, qui nella più famigerata prigione di Westeros. I condannati al momento sono dieci, ma ci sono tre uomini che verranno impiccati questo pomeriggio. Nei suoi tre anni qui, Brienne non ha mai visto meno di cinque uomini alla volta ad attendere la morte.
 
Ma il suo ruolo, l’Alto Septon le aveva detto chiaramente, non è di mettere in discussione la colpevolezza o lo stato fisico di quegli uomini. Il suo ruolo è di limitarsi a offrire loro aiuto e, dov’è possibile, di guidarli verso la Fede dei Sette—o a qualsiasi dio, davvero—prima della loro morte.
 
Brienne esita davanti alla porta della cella. Lei vuole pregare più a fondo, ma per qualche motivo non riesce a pensare a nient’altro che al fatto che questo lavoro le era stato dato per punirla invece di premiarla. Non era stata mandata qui nemmeno per mettere alla prova la sua fede e la sua devozione. L’Alto Septon non le è amico tanto quanto non lo è il Giudice Impiccatore.
 
Lei non sa per quanto a lungo potrà continuare a farlo, ma chiedere di essere sollevata dall’incarico verrebbe preso come segno di debolezza. Rabbrividisce nel pensare a dove l’Alto Septon potrebbe spedirla dopo, se lei fosse così codarda da scappare da questa prigione.
 
Brienne prende un profondo respiro.
 
Non importa. Lei ha fatto un giuramento di servire qui, e quindi lo farà. Questa è la sua vita fino a quando l’Alto Septon o forse il giudice Tarly la congederanno. Almeno gli uomini che attendono il patibolo hanno bisogno di lei, sia che se ne rendano conto o no.
 
Lei fa un altro cenno alla guardia. Lui apre la porta della cella, e lei oltrepassa la soglia.
 
*/*/*/*/*
 
Il prigioniero è seduto per terra, le sue mani sono legate al letto a cui è appoggiato. Lui ha la testa abbassata e non la alza nemmeno quando la porta si chiude con un tonfo dietro Brienne.
 
Lei si ferma e osserva l’uomo immobile in silenzio, aspettando che lui prenda conoscenza della sua presenza.
 
Alla fine, il prigioniero, lentamente, alza la sua testa spettinata, i suoi capelli e la sua barba sono lunghi, trasandati e sporchi, eppure a Brienne resta comunque bloccato il fiato in gola quando gli occhi di lui incontrano i suoi.
 
Per gli dèi, lei pensa scioccata, è l’uomo più bello che io abbia mai visto.
 
Gli occhi di lui sono freddi, il suo viso è impassibile mentre la osserva nella penombra della cella, e mentre lei lo guarda negli occhi, le manca il fiato di nuovo. Lei ha visto un’infinità di uomini condannati a morte nei suoi tre anni in questa prigione. Certi uomini avevano implorato di essere risparmiati. Altri uomini l’avevano maledetta, le avevano sputato addosso, e le avevano pianto sulla spalla. Lei aveva visto alcuni uomini essere rassegnati al loro destino, altri avevano lottato contro quel destino, ne erano stati terrorizzati. Ma quest’uomo...quest’uomo...
 
Continuano a fissarsi a vicenda in silenzio.
 
Quest’uomo non ha paura, lei realizza. Quest’uomo non si è ancora arreso.
 
“Sei venuto a dire le tue belle preghiere per la mia anima, septon?” lui infine dice, con una voce strascicata, e Brienne trasalisce un po' nel sentire quella lenta voce profonda e arrogante. Una voce educata, una parte lontana di lei nota, con un tono sprezzante.
 
“Se lo desideri,” lei replica, in modo più calmo di quanto si senta in realtà.
 
Un lento sorriso gli si allarga sul volto. “Per gli dèi, sei una donna!” Lui ridacchia—per davvero, ridacchia— e dice, “Adesso vedo che quelle sono le tuniche di una septa. Le mie scuse. Ho dato per scontato che una prigione maschile avesse un septon.”
 
“Non è la prima volta che è stato fatto uno sbaglio di questo tipo,” Brienne riesce a dire, provando a scrollarsi di dosso la sua strana reazione all’uomo che ha di fronte. “Verrai impiccato tra tre giorni. Sono qui per offrirti tutto il conforto possibile, signor Lannister, e per assolvere qualsiasi siano le tue ultime richieste, che sia in mio potere concederti.”
 
Il sorriso di lui si allarga. “Quindi immagino che quello significhi che non lascerai le porte della mia cella e della prigione aperte per me?”
 
Lei inclina leggermente la testa. “Temo di no,” lei risponde in modo secco. “Sei stato trovato colpevole da una corte di giustizia—”
 
“Dal Giudice Impiccatore, vuoi dire,” lui ribatte, la sua voce è fredda e arrabbiata. “Eri in tribunale quando si è tenuto il mio sedicente processo?”
 
“No,” lei risponde. “non mi è permesso stare in tribunale. Quello è un compito dell’autorità civile, non di quella spirituale.”
 
“Sì, quello l’ho già sentito.” Lui inclina la testa di lato e cambia posizione, le sue catene sferragliano. “Sei venuta qui a pregare per la mia putrida anima dannata?”
 
“Sono venuta qui per offrire tutta l’assistenza che posso darti,” lei replica in modo calmo. Questo lei lo capisce. Molti uomini sono arrabbiati—infuriati—quando lei si presenta a loro. Quale conforto potrebbe offrire una septa quando lo Sconosciuto è così vicino che loro riescono a sentire il suo respiro sul collo?
 
“Ma solo se si segue la Fede dei Sette,” lui afferma con disprezzo.
 
“Se credi in altri dèi, posso aiutarti anche con quelle preghiere, signor Lannister,” Brienne dice.
 
“Date le circostanze, chiamami Jaime.”  Lui scoppia in una risata aspra. “Non abbiamo molto tempo, dopo tutto, per preoccuparci delle formalità.”
 
Lei esita, serra con forza le labbra, e poi dice, “Se mi dici che religione segui, pregherò con te, signor Lannister.”
 
Il sorriso di lui è crudele. “Non mi sorprende che tu faccia la septa qui,” lui replica. “Sei tediosa quanto questa prigione.”
 
Brienne arrossisce leggermente, sorpresa dal fatto che le parole abbiano fatto centro. “Desideri pregare?” lei chiede. “O forse parlare? Civilmente.”
 
Jaime scoppia a ridere in modo brusco. “Credi che dovrei confessarti i miei molti peccati, septa?”
 
Brienne resta impassibile. “Verrai impiccato dal collo fino a quando non sarai morto, signor Lannister. Hai tre giorni prima che quello accada. Come ti riconcilierai con la tua coscienza e con qualsiasi dio tu segua dipende interamente da te. Io vorrei solo aiutarti a trovare qualsiasi pace tu riesca a trovare prima del tuo incontro col patibolo.”
 
“Sei qui per aiutarmi ad accettare il mio fato.” Gli occhi di lui sono freddi mentre la squadra dall’altro in basso. “Dubito che ci riuscirai.”
 
L’espressione di Brienne non cambia. “Di rado ci riesco,” lei dice gentilmente, “ma ciò non significa che non ci provo.”
 
Lui la esamina attentamente, e questa volta finalmente lui sorride, è più gentile. “Suppongo di no, septa.” Lui sospira. “Non voglio pregare,” lui dice, “ma non sono avverso al conversare. Resta. Siediti con me per un po'.”
 
“Come desideri,” Brienne replica, e si sistema sull’unica sedia che c’è nella cella. “Di cosa ti piacerebbe parlare?”
 
Lui scrolla le spalle. “Non mi importa, basta che io non debba immediatamente tornare al silenzio di questa cella.” Lui inclina la testa. “Dimmi il tuo nome e come sei arrivata a fare la septa in una prigione come questa.”
 
“Non è una storia molto interessante,” lei afferma.
 
Lui fa spallucce. “Non deve essere interessante,” lui replica. “Deve solo spezzare il silenzio.”
 
Brienne lo studia in modo attento e poi dice, “Preferirei pregare per te.”
 
Lui ghigna e scrolla le spalle, i suoi occhi sono derisori. “Come desideri.”
 
*/*/*/*/*
 
Il fetore della prigione resta attaccato alle sue narici, mentre Brienne sbatte le palpebre, vedendo ancora una volta la sala di controllo invece della cella umida. Lei fa fatica a focalizzarsi sugli schermi del computer, e vede che l’esperimento è finito. Lei si volta con cautela, sentendosi debole e incerta, e fissa Jaime, che è ancora seduto per terra, guardando lei.
 
Sono sospesi, non si azzardano a muoversi, fino a quando Jaime finalmente esclama senza fiato, “L’esperimento è finito?”
 
“Sì,” lei risponde senza fiato.
 
Lui grugnisce e chiude gli occhi. “Credo di essere impazzito,” lui mormora.
 
“Potrei essere impazzita insieme a te,” Brienne dice, e lui riapre gli occhi per fissarla in silenzio.
 
*/*/*/*/*
 
 
 
 
 
 
 
 
- Qui abbiamo conosciuto altri tre universi paralleli:
1) quello del Principe Jaime e della Principessa Brienne, costretti in un matrimonio combinato (per quest’universo l’autrice si è ispirata vagamente all’idea iniziale di GRRM di avere Jaime come “re cattivo” nella sua storia, ne vedremo delle belle…), quest’universo è quello che si collega di più col canon dei libri di GRRM.
2) l’universo di Brienne versione Contadina (che sarebbe l’universo di Jaime e Brienne migliori amici d’infanzia).
3) l’universo di Brienne versione Septa e Jaime versione Prigioniero condannato a morte.
 
 
 


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Kikiletoway