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Autore: Hana S    07/03/2022    0 recensioni
Per 10 anni Bruno è rimasto rinchiuso fra le mura della Casíta, doveva proteggere la nipote e l’unica soluzione fu sparire e nascondere a tutti ciò che aveva visto. Lasciò indietro la sua vita e la donna che amava: Anita. Ma lei non l’avrebbe mai dimenticato e dopo tutti quegli anni il loro amore non era svanito.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 2 – Cuori che palpitano

La notizia delle nozze imminenti fra Bruno Madrigal e Anita Juarez si diffusero velocemente nell’Encanto; Anita tornò a casa per il poco tempo precedente al matrimonio e l’umore del padre cambiò, era tanto felice nel rivedere sua figlia sorridere che spesso dimenticava chi era il promesso sposo.

«Abuelo, ti prego. Non voglio!» protestò una ragazzina sui 14 anni dalla carnagione ambrata, i capelli mogano raccolti in due trecce laterali fermati con due fiocchi azzurri. Indossava i sui abiti più belli: una camicetta bianca con scollo a barchetta e colletto di pizzo lavorato a motivi floreali e un’ampia gonna azzurra su cui erano ricamati fiori di feijoa*; il viso grazioso di una bambina che si stava trasformando in donna era corrucciato, ma il nonno era inamovibile «Alegra! Nessuna discussione, accompagnerai tua zia!». quella sera Anita era stata invitata a casa Madrigal per cena, ma Martín Juarez non ne voleva sapere di farla andare da sola con il fidanzato, né di farla riaccompagnare a casa senza qualcuno a vigilare. «Mamá, tía Anita è grande! Perché devo andarci, volevo vedermi in piazza con le mie amiche …» protestò ancora la ragazzina. «Amore mio» le diceva la madre, mentre le sistemava la gonna «Solo fino a che Anita non si sposerà, e non ci vorrà tanto tempo credimi, pazienta solo un altro po’. E poi a casa Madrigal conoscerai meglio altre ragazze con cui potresti fare amicizia» le due si scambiarono un dolce sorriso, la madre sapeva sempre come calmare Alegra e la ragazzina strinse i denti e ubbidì alla richiesta del nonno.
«Eccoti Alegra» la zia aspettava sua nipote, appena fuori dall’uscio di casa insieme a Bruno «Come sei bella piccola mia» e prendendo una mano della ragazzina, le fece fare una piroetta «Ora possiamo andare» Anita prese sotto braccio Bruno e si incamminarono. Alegra era felice dei complimenti della zia, ma la vera bellezza era proprio Anita: i lunghi capelli neri erano raccolti in una grossa treccia che le ricadeva di lato anche lei indossava una camicetta azzurra e la gonna blu con i fiori di feijoa ricamati sopra (come tutte le donne della famiglia in occasioni importanti); ma sul corpo di una donna stavano bene, Alegra si sentiva come una bambina che indossa gli abiti della mamma per sembrare più grande. «Alegra, tutto bene?» Anita voltandosi aveva notato l’espressione sconfortata della nipote, e questa si ridestò dai suoi pensieri: «N-nulla tía …» Anita le si avvicinò e la abbracciò: «So che ti pesa, dava fastidio anche a me seguire per forza i miei fratelli quando uscivano con le fidanzate, ma ti prometto che ti troverai bene».

Arrivati a casa Madrigal dopo i saluti, si accomodarono per la cena e tutta l’attenzione dei presenti era per la coppia di futuri sposi che quella sera si festeggiava, tutti non pensavano che a Bruno e Anita, tutti tranne un ragazzino a cui era stato raccomandato di comportarsi bene e che se ne stava buono seduto tra il padre e il fratellino, ma la sua mente era occupata da una sola immagine: era corso all’ingresso per accogliere lo zio e Anita, ma tutti i suoi propositi giocosi si erano smorzati alla vista della ragazza che li accompagnava. Per tutta la sera lanciò occhiate sfuggenti ad Alegra che parlava con Mirabel, con cui si era trovata subito in sintonia.

La serata terminò, Anita e Alegra dovevano tornare a casa, Bruno faceva strada e Camilo si precipitò dietro di loro: «Ho voglia di sgranchirmi le gambe!» fu la scusa che adottò. Mentre passeggiavano conversando fra di loro, Bruno e Anita erano seguiti da due figure silenziose; fu Alegra a rompere il ghiaccio «Sai …» Camilo sentì un brivido percorrergli la schiena «è stato bello conoscervi meglio questa sera».
«AH SI! BEH … ANCHE PER NOI …» il ragazzo parlò come una macchinetta ad un tono di voce piuttosto alto, che spinse i loro zii a voltarsi. Vedendo Camilo imbarazzato e Alegra che non sapeva reggere la situazione, Anita capì subito: «Camilo?!» il ragazzo si arresto e fisso la futura zia «Respira e riprendi» gli disse sorridendo e poi proseguì la sua passeggiata. Il ragazzo si ricompose e chiese scusa ad Alegra che ridacchiò, lo aveva trovato buffo, ma anche carino e cominciarono a parlare normalmente. Lei trovava simpatico quel ragazzo e Camilo credeva che il nome Alegra le si addicesse proprio, con lei si poteva tranquillamente scherzare senza che si offendesse e aveva un sorriso magnifico. «Ho cinque fratelli, tre dei quali più grandi. So stare agli scherzi, visto che mi tirano sempre in giro …» Camilo rimase spiazzato ‘Cinque!?’; erano in quel momento un ostacolo che pareva insormontabile.
Arrivati a casa si salutarono, Bruno e Camilo stavano per andarsene, quando il ragazzo si voltò: «Alegra!» la giovane rimase sull’uscio guardando il nuovo amico «Torna pure quando vuoi da me … DA NOI … volevo dire alla Casíta, quando viene tua zia … intendo» Alegra ringraziò ed entrò in casa. Sulla via del ritorno le parti si invertirono, era lo zio a prendersi gioco del nipote che diventò a rosso come un peperone e si mise a correre verso casa.

Alegra rientrò saltellando felice, raccontò alla madre della casa magica, di cui aveva già visto i prodigi, ma quella sera gli aveva vissuti appieno. Aveva solo parole di elogio per Mirabel o ‘Mira’, come si riferiva a quella che, ne era sicura, sarebbe diventata la sua più cara amica: «Oh mamá, e se Mira diventasse la mia amica del cuore?» e la parlantina che la distingueva, non la lasciò per alcuni minuti e solo quando si ritirò per andare a dormire la pace ritornò. «Sembra che si sia divertita» disse Jaime alla sorella. «Sono contenta quanto te, non avrei sopportato di vederla imbronciata tutta la sera per colpa mia» Anita, evito di nominare Camilo, perché visto che non lo aveva fatto sua nipote, non vedeva la necessità di provocare suo fratello. Come il padre, anche lui era gelosissimo di sua figlia “Peccato, avrei voluto vederlo perdere le staffe” Anita ridacchiò a questo pensiero.

Alegra non solo accompagnava la zia, andava spesso di sua iniziativa a trovare Mirabel. Si scambiavano consigli sul cucito, chiacchieravano della loro vita, di ciò che amavano fare, quale cibo preferivano … creando un legame sempre più profondo. Camilo non mancava di comparire per salutare e a volte rimaneva in disparte facendo finta di leggere, ascoltando e assimilando più informazioni possibili su Alegra.

«Ciao Mira, a domani!» salutò la ragazza uscendo di casa «Ciao Camilo!» il ragazzo quasi cadde dalla sedia su cui era scompostamente seduto. «C-ciao Alegra, a domani!» salutò impacciato cercando di ricomporsi, con il libro ancora in mano. Mirabel gli si avvicinò con la faccia divertita «A domani, eh!?» guardò il libro che il cugino teneva in mano «Se vuoi essere più credibile, la prossima volta fai finta di sfogliare le pagine e tienilo per il verso giusto, a meno che tu non sappia leggere sottosopra». Camilo cambiò velocemente il senso del libro e poi guardò Mirabel, che si allontanava con un’espressione che non lasciava intendere nulla di buono: «Dolores?» disse a voce alta in modo che chiunque in casa la sentisse «Lo vuoi sapere un segreto?». Camilo scosse la testa e corse dietro alla cugina implorando il suo silenzio. In verità Mirabel non disse nulla a Dolores, per quanto quest’ultima, non appena tornò a casa chiese insistentemente alla cugina di cosa si trattasse, ma Mirabel si inventò un avvenimento per nulla emozionante di cui la cugina se ne dimenticò velocemente.


Anita aveva miracolosamente la casa libera e Bruno era andato a trovarla, lei era seduta in braccio a lui e si scambiavano baci e dolci parole d’amore, tutte quelle che per anni non si erano detti. Ma proprio nel bel mezzo di un bacio appassionato, la porta di casa si spalancò «Tía! Tía! Non sai che bella giornata con Mirabel! Abbiamo …» la ragazza divenne rossa vedendo gli zii in un momento di intimità, ma anche loro erano imbarazzati, fosse stata Gabriela o uno dei fratelli di Anita, non sarebbe importato, Anita si sarebbe semplicemente scocciata e Bruno dopo aver salutato tutti e dato un ultimo bacio all’amata se ne sarebbe andato, ma l’entrata della giovane nipote li colse impreparati: «A-alegra, n-non …» Anita era senza parole e Bruno come pietrificato. Alegra li osservò meglio, la zia era seduta sulle gambe del suo futuro sposo, la gonna era sollevata scoprendone le gambe e Bruno teneva stretta una coscia con una mano e l’altra mano era sul … “Sul sedere!” Alegra raggiunse una tonalità di rosso che nessuno aveva mai visto sul suo viso: «Perdonatemi!» disse coprendosi il volto e correndo fuori casa. «Alegra!» Anita balzò in piedi e corse alla porta «Bruno, vieni!» incitò il fidanzato ancora sotto shock.

Nascosta dietro a dei cespugli, Alegra si bagnava il volto con l’acqua fresca di un ruscello che dalle montagne correva fino ad un piccolo laghetto. «Alegra?» Anita l’aveva trovata e il rossore sul viso della ragazzina si riaccese, portandola a bagnarsi il viso con frequenti getti d’acqua. «Cosa fai, sciocchina» le disse dolcemente la zia prendendole le mani «Devi perdonarmi Alegra, non ho pensato che potevo scombussolarti così». La ragazzina scattò in piedi: «No, zia, sei tu a dovermi perdonare, lo sapevo benissimo che eri da sola in casa con Bruno! È venuto stamattina prima che io uscissi … non dovevo disturbarvi» Anita si alzò e abbracciò la nipote «Mí princesa, tu non mi disturbi mai, facciamo così: io e Bruno staremo più attenti e tu imparerai a bussare prima di entrare, va bene?» la ragazzina annuì e tornarono a casa. Dopo cena, mentre sistemavano, Gabriela prese in disparte la figlia: «Ho visto Alegra correre fuori casa rossa come un peperone e tu e Bruno uscire di corsa dietro di lei!» poi la donna guardò la figlia dritta negli occhi «Cosa stavate facendo in casa mia?» dal canto suo Anita, nonostante i suoi quarant’anni, si sentì tremendamente in imbarazzo e spiegò alla madre cosa era accaduto. Poi scoppiarono a ridere tutte e due «Meno male che è stata Alegra e non tuo padre!» Anita non aveva pensato a questa eventualità, ma questa conversazione la spinse a farsi più discreta.


Camilo passeggiava per le strade del paese, aveva visto alcuni amici e il suo apparente vagabondare senza meta lo portò davanti a casa Juarez. Si assicurò che il rocchetto di filo rubato dal cesto di Alegra fosse ancora nella sua tasca e bussò deciso alla porta, si era immaginato tutta la conversazione nella sua stanza, prendendo le sembianze di Alegra e recitando tutto alla perfezione fino ad impararlo a memoria. Ma ogni suo sogno fu infranto, quando si trovò davanti un uomo grande e grosso, era Félipe, uno degli zii della ragazza, che gli domandò «Hai bisogno ragazzino?» poi lo guardò meglio «Ah giusto, tu sei Camilo, uno dei nipoti di Bruno, ti manda tuo zio?».
«No … ecco … io … c-c’è A-a-a-legra?» tutta la sua spavalderia gli era finita sotto i piedi. «No, mi dispiace, dovevi dirle qualcosa?» chiese gentilmente l’uomo, che a dispetto della sua corporatura, era buono come pochi. Camilo porse il rocchetto che teneva in tasca «Oh cielo! Alegra lo ha cercato dappertutto! Ti ringrazio, ci ha interrogato uno ad uno come se lo avessimo rubato noi, ed ero pronto ad altre sue domande se non fosse saltato fuori!». “Si, lei è fatta così” pensò Camilo, poi si accomiatò e tristemente riprese la strada di casa, ma mentre passeggiava assorto nei suoi pensieri, una risata familiare lo riportò alla realtà, in lontananza vide Alegra salutare altre ragazze e incamminarsi fuori dal paese, la seguì senza farsi notare. Rimase nascosto dietro un albero, guardandola mentre seduta davanti al ruscello scriveva in un quaderno “Magari sono i suoi pensieri …” sentiva il desiderio di leggere qualsiasi cosa Alegra stesse scrivendo.

«Camilo, mamá ti cerca»

«Si Antonio, adesso arrivo» Camilo balzò in piedi, il fratellino, in groppa al suo fedele giaguaro era accanto a lui; il ragazzo fece un passo indietro inciampando in altri animaletti al seguito di Antonio. Il trambusto fece voltare la ragazza, l’iniziare stupore di avere compagnia fu presto sopraffatto da una risata incontrollabile quando Camilo ruzzolò lungo il breve pendio che separava il bosco dal ruscello. «Scusami, ti sei fatto male?» gli chiese aiutandolo a rimettersi in piedi. «No, non è nulla» disse Camilo portandosi una mano dietro la testa. «Ti ho vista mentre passavo di qui, ma non volevo disturbarti» al ragazzo sembrò una scusa plausibile. «A me sembrava che tu fossi qui da parecchio» Antonio ricevette un’occhiataccia dal fratello; fu Alegra a riportare la pace e proporre di tornare tutti al villaggio. Sulla strada del ritorno, Antonio li precedeva correndo con i suoi animali e i due ragazzini, poco più dietro, parlavano amabilmente. Frequentare tanto casa Madrigal aveva portato Alegra a sciogliersi molto anche con Camilo, che era sempre presente quando lei arrivava.

«Sei molto legato a Mirabel, vero?»
«Beh, abbiamo la stessa età … è normale che sia più a mio agio con lei …» Camilo sentì che qualcuno lo fissava, guardò Antonio che aveva uno sguardo basito, il fratello maggiore era troppo impacciato, come non lo era mai stato nella sua vita. «Posso farti una confessione Camilo?» la voce di Alegra lo riportò alla conversazione. «C-certo Alegra!» il suo sguardo tornò sulla ragazza. «Sono felice di vedere che non sei come gli altri, di solito i ragazzi mi prendono in giro quando sono troppo entusiasta per qualcosa e lo so che sembro ridicola quando ne parlo a ruota libera, ma quando capitano cose belle mi pervade una felicità incontenibile. Mamma dice sempre che dovrei tenermi a freno e non inondare le persone con le mie parole. Ma come sono arrivata a questo?» si fermò a pensare «Ah, scusa, ti stavo dicendo che mi fa piacere che tu non ne sia infastidito. Ti facevo un po’ più … perdonami … arrogante». Camilo si fermò perplesso e un po’ intristito «Ti davo questa impressione?».
«Solo perché non ti conoscevo bene!» si affrettò a precisare la ragazza «Spero che potremo essere buoni amici» il suo sorriso fece tornare quel dolce calore nel cuore di Camilo. Arrivati al villaggio, Alegra li salutò avviandosi verso casa, per poi ricordarsi di una cosa: «Camilo! Antonio! Aspettate, potreste dare questo a Mirabel?» la ragazza correva verso di loro e inciampò facendo cadere il contenuto del suo cesto sulla strada; Camilo riuscì a prenderla prima che anche lei toccasse terra «Tutto bene?» chiese ad un’imbarazzata Alegra. «Si, scusa, sono stata sbadata» i due si guardarono intorno, le cose di Alegra erano ovunque. «Ti diamo una mano noi» disse Antonio e tutti gli animaletti che erano con lui, restituirono alla ragazza gli oggetti caduti a terra. Camilo si accovacciò per raccogliere il quaderno di Alegra, la quale arrossì e tentò di fermarlo, ma ciò non impedì all’inevitabile di succedere. Aperto su una pagina si leggevano bene delle frasi, con una bella grafia Alegra aveva scritto: ‘Camilo Madrigal è proprio simpatico ed è anche carino. Non mi dispiacerebbe baciarlo un giorno!’ frase conclusa con un cuoricino con all’interno una C. I due diventarono rossi, Alegra strappò dalle mani di Camilo il suo diario e corse via, dimenticandosi perfino di quello che voleva chiedere ai Madrigal e Camilo rimase imbambolato a guardarla, poi si mise a correre verso casa ed entrò come un tornado.

«Camilo! Dove eri finito?» una tempesta aleggiava intorno a Pepa, che da tutto il pomeriggio cercava il figlio «Dobbiamo finire di sistemare un sacco di cose prima del matrimonio di zio Bruno e Anita!» ma il ragazzo era raggiante, abbracciò la madre e cominciò a danzare con lei, mentre Casíta fece arrivare un grammofono la cui musica accompagnò la scena. Pepa si mise a ridere e tornò sereno «Cosa è successo di così bello al mio Camilo?» chiese accarezzando la chioma del figlio, ma lui rimase sul vago; Antonio lo osservava cercando di capire dove aveva visto un comportamento simile prima.
Antonio guardò il comportamento dello zio e quello di Camilo e notò delle somiglianze, poi pensò a come lo zio guardava Anita e come Camilo guardava Alegra e raggiunse una conclusione soddisfacente. Anche a lui piaceva Alegra, era sempre gentile e giocava spesso con lui senza essere terrorizzata da alcuni suoi amici animali, averla come cognata gli andava bene. Il bambino corse dal fratello, che seduto in cucina con altri famigliari si godeva una meritata merenda e guardò Camilo con occhi raggianti e un sorriso sul volto; Camilo scompigliò i capelli del fratellino «Cosa succede Toñito?» domandò divertito. «Ti sposerai con Alegra, vero? E lei verrà a vivere qui insieme a noi?» l’arepas si fermò in gola al povero Camilo, mentre tutti i presenti lo fissavano e lui assunse le sembianze di Alegra e Antonio prima di tornare normale. Felíx scoppiò in una grossa risata, mentre Pepa seduta a tavola guardava il suo secondogenito con gli occhi pieni di felicità, il suo Camilo si era innamorato. «Antonio, come ti vengono in mente certe cose?» chiese Camilo imbarazzato, mentre veniva canzonato da zio Augustín e zio Bruno. Arrivò anche abuela «Che bello sentirvi ridere! Cosa è successo?» chiese rivolgendosi ai presenti, ma fissando l’arcobaleno sopra la testa di Pepa.

«Io devo andare!» Camilo saltò in piedi e corse in camera sua, si buttò sul letto affondando la testa nel cuscino, almeno lì nessuno poteva notare il suo viso completamente rosso.

Note di Hana:
Ciao a tutti, grazie per e visualizzazioni del precedente capitolo e se volete lasciate un commento, anche piccolo, piccolo ... che fa sempre piacere. L'amore sboccia in ogni angolo, come andrà a finire fra Alegra e Camilo? Mi sono concentrata più su loro due in questo capitolo, ma sono infinitamente carini e non potevo fare altrimenti.

Alla prossima
*
https://it.wikipedia.org/wiki/Feijoa_sellowiana
  
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