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Autore: Hana S    14/03/2022    0 recensioni
Per 10 anni Bruno è rimasto rinchiuso fra le mura della Casíta, doveva proteggere la nipote e l’unica soluzione fu sparire e nascondere a tutti ciò che aveva visto. Lasciò indietro la sua vita e la donna che amava: Anita. Ma lei non l’avrebbe mai dimenticato e dopo tutti quegli anni il loro amore non era svanito.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.3 – La Boda

Bruno si osservava allo specchio, indossava camicia e pantaloni bianchi, l’urana bianca che avevano confezionato le donne della famiglia era decorata con ricami dorati raffiguranti le farfalle a loro tanto care, ma nonostante fosse ordinato e con vestiti nuovi addosso, qualcosa non lo convinceva. Julieta che era con lui, notò il suo sguardo perplesso «Fratellino, cosa c’è che non va?».
«Non mi sembra vero tutto ciò, non mi sembra vero che Anita abbia detto ‘si’ ancora una volta e non mi sembra vera la figura che vedo allo specchio» Julieta lo abbracciò «è tutto vero Bruno, ora andiamo che gli altri ci aspettano». Raggiunto il patio, trovarono Antonio, Camilo e Alma ad aspettarli, l’anziana donna guardò suo figlio, finalmente la felicità che meritava si concretizzava quel giorno, gli diede un bacio e prendendolo sottobraccio, si avviarono verso la chiesa.

Luisa sistemava le ultime panche con una precisione maniacale, mentre Isabela faceva crescere fiori di feijoa lungo tutta la navata, sapeva quanto alla zia piacessero e si prodigò particolarmente perché fosse tutto perfetto … o quasi, visto che i fiori non seguivano uno schema preciso. Mirabel dal sagrato scrutava l’orizzonte e vedendo lo zio con il resto della famiglia arrivare iniziò a scalpitare per l’avvicinarsi della cerimonia. Una leggera brezza si levò sulla piazza, Felíx corse dalla moglie «Mí vida, calmati» nelle settimane precedenti alle nozze, Pepa si era preoccupata tantissimo perché tutto fosse perfetto per suo fratello e ora l’agitazione stava prendendo il sopravvento, solo vedendolo arrivare si rasserenò. Gli corse incontro e lo strinse in un forte abbraccio «Pepa, non così forte … il vestito di tuo fratello» Alma era felice di vedere i suoi figli così uniti, ma anche lei desiderava che tutto fosse perfetto, compreso il vestito del figlio. Gli invitati e la famiglia Madrigal entrarono in chiesa, mentre Luisa e Mirabel aspettavano la sposa appena fuori dal portone.

Nella sua stanza, con l’abito da sposa indosso e il velo fermato fra i capelli lasciati sciolti e ondulati, Anita fu presa da un’emozione incontrollabile “Non posso crederci!”. Dieci anni prima era pronta a lasciare quella casa e diventare una sposa, ora che il momento era giunto tremava come una foglia. «Anita, sbrigati che ci aspettano!» Gabriela entrò nella stanza, ma vedendo la figlia agitata le si sedette accanto. Scostandole una ciocca dietro l’orecchio le disse «Cosa c’è querida?» Anita ridacchiò «Mamma! Non mi chiami così da anni!» quando Anita era bambina, Gabriela era solita rivolgersi alla figlia con quel termine affettuoso. «Per me sarai sempre quella piccola querida che rallegrava le nostre giornate e giocava a fare la sposa con un fazzoletto bianco in testa e dei fiorellini di campo in mano» Anita strinse la mano che la madre le porgeva «La meriti questa felicita, la meritate entrambi».
Anita fissò la sua figura nello specchio, nonostante tante sue coetanee la considerassero molto bella, lei non si vedeva così «Sarò abbastanza brava e bella per mio marito?» chiese rivolgendosi alla madre, che le disse «Non esiste la moglie o il marito perfetto, ma esistono due individui che si amano e fanno di tutto per rendere la vita l’uno dell’altra piena e degna di essere vissuta! Ora andiamo piccola mia la vita che meriti ti aspetta davanti ad un altare». Raggiunsero poi la famiglia fuori casa, due nipotine piccole vestite a festa attendevano ansiose di fare le damigelle e Alegra era troppo agitata per proferir parola, ma non per il matrimonio come molti pensavano, bensì per il ragazzo che le stava facendo battere il cuore e che avrebbe visto di lì a poco. Martín non riuscì a trattenere le lacrime vedendo la figlia, era bellissima e doverla lasciar andare dopo averla riavuta nella sua vita, gli costava molto, ma sapeva che Bruno si sarebbe preso cura di lei, ormai lo aveva capito e se ne era fatto una ragione.

Arrivati davanti alla chiesa, Isabela diede alla zia e alle damigelle i bouquet che aveva preparato e andò a prendere posto, emozionata. Le due nipotine più piccole entrarono per prime, seguite da Mirabel e Alegra, Luisa entrò poco prima della sposa, spargendo i petali che Isabela aveva preparato. Quando Bruno vide Anita dietro le damigelle, gli si formò un nodo alla gola, poi prendendole la mano sentì la gioia crescere dentro il suo cuore “Sta succedendo veramente”. Tanti dei famigliari degli sposi furono presi dall’emozione tranne due: Camilo lanciava occhiate furtive e maliziose verso i banchi della famiglia Juarez, Alegra aveva incrociato alcuni di quegli sguardi, ma cercava di rimanere concentrata sulla funzione per non dare sospetti a nessuno. Finita la cerimonia la gente iniziò a riversarsi nella piazza, dove i tavoli erano già stati sistemati e Isa fece crescere dei rampicanti che formassero un pergolato sotto cui trovare riparo durante il pranzo. Non appena arrivarono, gli sposi furono accolti da urla di festa e una cascata di petali. La sera, dopo cena alcuni uomini e donne con i loro strumenti musicali, cominciarono a diffondere gioiose melodie per i presenti; Anita e Bruno volteggiavano felici fra gli invitati godendosi il momento.

Alegra aveva trovato rifugio dietro una casa e seduta sui gradini di un ingresso, sbatteva i piedi per terra a ritmo di musica. «Alegra?» il suono di quella voce le procurò un tuffo al cuore e si voltò per fissare Camilo «Scusa, non volevo spaventarti!» il ragazzo si appoggiò al muro della casa con le mani in tasca, con un piede disegnava piccoli cerchi nella polvere «Volevo chiederti, ti-ti v-va di b-b-ballare?» si sentiva uno stupido e forse avrebbe ricevuto un secco rifiuto, ma Alegra scattò in piedi e lo prese per mano «C-certamente!». L’impaccio iniziale fu ben presto sostituito da risate e i due ragazzini si divertirono un mondo, poi Alegra incrociò lo sguardo corrucciato del padre, si allontanò bruscamente da Camilo e tornò al suo nascondiglio. Appena certo di non essere visto, Camilo sgattaiolò da Alegra, era imbronciata disse che odiava quando il padre faceva così “Lo so che è perché ballavo con un ragazzo che non è uno dei miei fratelli, però è esagerato!” poi guardò il ragazzo accanto a lei «Vorrei solo divertirmi!» Camilo la prese per mano «Conosco il posto!».

Corsero a perdifiato fino a Casíta e su per le scale fino nella stanza di Camilo, quando la porta si chiuse dietro di loro, scoppiarono a ridere; ma subito dopo Alegra fu presa da i sensi di colpa, non avrebbe dovuto allontanarsi senza dire nulla: «E se ci mettono in punizione?». Camilo la guardo e poi con un balzo si sedette sul letto: «Potrebbe succedere, ma ne sarà valsa la pena!» le disse sorridendo. Alegra arrossì e fece finta di guardarsi intorno, inciampando negli oggetti sparsi per terra quasi cadde, se non che la sedia davanti a lei si tramutò in una soffice poltrona, la ragazza guardò Camilo perplessa. «Qui ogni cosa prende la forma che io più desidero al momento!» Alegra sorrise facendosi sprofondare fra i cuscini, poi si diede un’occhiata in giro, era una camera enorme! Ma la sua attenzione fu catturata da alcuni stand pieni di vestiti. Corse a prenderne uno e se lo mise davanti, guardando allo specchio come le stava «Dove l’ho già visto?» chiese a Camilo che le si era avvicinato «Sono quelli degli abitanti dell’Encanto, compaiono quando assumo le loro sembianze» le disse guardando le loro figure riflesse nello specchio «E per cosa li usi?» Alegra era incuriosita da quel ragazzo e il suo dono «Per far ridere la gente!».
Passarono il tempo provando i vari abiti e imitando gli abitanti del paese o recitando parti inventate, Camilo le mostrò anche gli specchi che distorcevano le loro figure e danzarono sulle note che un grammofono faceva risuonare nell’aria, alla fine esausti si lasciarono cadere sulla pila di vestiti disordinati. Camilo prese una coperta sotto la quale si misero insieme «Adesso guarda!» sbattendo le mani la luce si spense e comparve la volta celeste sopra le loro teste, rapita da quello spettacolo Alegra guardava le stelle, entusiasta disse: «Ho capito! Il cielo muta forma in un certo senso, le costellazioni cambiano e …» Alegra perse tutta la sua parlantina, Camilo la guardava dolcemente e da troppo vicino, poi le prese il viso fra le mani e la baciò, fu il momento più dolce di tutta la loro vita. Alegra gli sorrise e poi si accoccolarono l’uno vicino all’altra addormentandosi.

Intanto anche nella piazza i festeggiamenti giungevano al termine e gli invitati salutavano gli sposi. «Alegra dov’è? Oh Jaime era bellissima! Volevo salutarla» Anita guardava in giro in cerca della nipote. «Si sarà stancata e sarà tornata a casa, sommetto che è a letto a dormire, la lascerò stare, ma domani in piedi e al lavoro!» scherzava la mamma di Alegra, prima di accomiatarsi e tornare a casa insieme al marito. E quando infine anche gli sposi se ne andarono, nella piazza rimasero solo i più giovani che davano una mano a sistemare: Luisa si occupava insieme ad altri delle cose pesanti come sedie e tavoli, mentre gli animali sotto la direzione di Antonio, ripulivano gli avanzi. «Hei Dolores! Mariano! Venite a dare una mano anche voi!» Mira riprendeva i due piccioncini, che se ne stavano in disparte senza fare nulla «E vorrei sapere che fine ha fatto Camilo!» borbottava a denti stretti, aveva promesso che avrebbe dato una mano, invece era sparito! Poi Mariano prese la chitarra e con altri ragazzi, si attardarono un po’. Dolores aveva sentito i commenti positivi di molti sul matrimonio, ma era curiosa di sapere cosa ne pensassero a fine serata gli invitati; tutto quello che ottenne fu sentire madri e mogli riprendere i loro famigliari per aver bevuto troppo, ragazzine fantasticare sul loro futuro matrimonio e la sua famiglia che parlava in cucina di come era stata una giornata fantastica, mentre Abuela si era già ritirata per la notte. Spostò poi la sua attenzione sugli sposi, avvampò in un istante irrigidendosi «UH!» Mariano la guardò preoccupato «Dolores tutto bene?» le chiese prendendole la mano, lei era tutto un fuoco e concentrò la sua attenzione sulla voce del ragazzo «N-nulla, devo aver bevuto troppo» mentì.

La mattina dopo Antonio corse in cucina, ma non trovando gli zii rimase un po’ deluso «Vado a chiamarli mamá?» ma Pepa gli disse che non era necessario e che sarebbero arrivati da un momento all’altro, anche se non ne era troppo convinta.
Intanto nella torre di Bruno, in una stanza che si trovava dietro le mura che precedevano la cascata di sabbia, i novelli sposi erano ancora a letto. Bruno era già sveglio e guardava la donna accanto a sé, le scostò i capelli dal volto e accarezzò il suo viso. Fu solo allora che Anita si svegliò, mettendosi a sedere, coperta solo dalle lenzuola si guardava intorno meravigliata, poi guardò Bruno che le sorrise; Anita gli si gettò addosso per baciarlo «Buon giorno anche a te, mí amor» le disse il marito. Rimasero ancora un po’ a coccolarsi, prima di essere riportati al mondo reale da un urlo che fece tremare le mura di Casíta:
«CAMILO!».


I due ragazzini sedevano vicino, mentre Félix infuriato guardava il figlio il quale sosteneva beffardo lo sguardo del padre, Alegra non riusciva a guardare in faccia nessuno. “Lo sapevo, non dovevo venire!” iniziò a singhiozzare, ma Camilo le prese la mano: «Andrà tutto bene» e le sorrise. «No, non va affatto bene! Non mi hai ancora detto cosa ci faceva Alegra in camera tua!» Félix era mortificato che la ragazza si sentisse così male, ma il figlio non mostrava in alcun modo di essere dispiaciuto e lui ne era innervosito «La famiglia Juarez sarà in pensiero per Alegra, non hai pensato a loro?» senza tradire emozioni Camilo andò a prendersi un sorso d’acqua e ne portò un bicchiere anche ad Alegra. In quel momento arrivarono anche Anita e Bruno e vedendo la zia, Alegra diventò rossa. Julieta spiegò alla cognata cosa era successo e Anita sgranò gli occhi «Jaime lo ucciderà!» disse sottovoce, e parlando del lupo, Jaime entrò in casa con Augustín, quest’ultimo era andato a chiamarlo per dirgli che la figlia era da loro e aveva trovato tutta la famiglia in apprensione, perché Alegra non si trovava.

Alegra abbassò lo sguardo davanti al padre: «Papà io …» non trovava le parole, ma Jaime si: «Hai la più pallida idea di che colpo hai fatto prendere a tua madre questa mattina!? Non eri da nessuna parte! Cosa facevi qui?» a questa domanda la ragazza sbiancò, alzò gli occhi verso il padre, ma a parte un tremolio delle labbra non riusciva a dire nulla. Camilo si avvicinò «Lei …» ma prima che potesse peggiorare la situazione, Mirabel intervenne: «è colpa mia! Ho invitato Alegra a passare la notte da me, pensavo vi avesse informato, chiedo scusa» nessuno osò intervenire, Pepa e Felíx erano basiti, mentre Julieta e Augustín trattennero il fiato. Jaime sospirò e si strofinò gli occhi: «Alegra, non ho nulla in contrario perché tu passi un po’ di tempo con le tue amiche, ma non avresti dovuto andar via senza dire nulla. Sei in punizione fino a nuovo ordine!» detto ciò i due tornarono a casa. Pepa e Felíx incrociarono le braccia e guardarono Camilo, che tranquillamente mangiava un’arepa: «Sono in punizione anche io, vero?» il ragazzo spasimò alla decisa affermazione dei genitori.

Nelle settimane successive Alegra non visitò più Casíta, le uniche sue uscite consistevano nell’accompagnare le donne di casa a fare la spesa o per aiutarle con il bucato. A Camilo non andò meglio, sempre accompagnato da uno dei genitori, non poteva avvicinarsi più di tanto a casa Juarez, ma ogni volta che intravedeva per casi fortuiti Alegra, i due si scambiavano grandi sorrisi.
Quando si preparava per andare a letto, l’ultima cosa che Alegra faceva era guardare fuori dalla sua finestra al primo piano, le case vicino erano più basse e poteva vedere Casíta più avanti, chiudeva sempre gli occhi, immaginando cosa Camilo stesse facendo e poi sospirava. Una sera, mentre ancora sognava ad occhi aperti, vide un tucano appoggiato al suo davanzale e con una lettera nel becco, con il cuore in gola andò a ricevere l’inaspettato ospite e mentre l’animale si accoccolava sulla sua spalla, Alegra leggeva:

“Alegra mí princesa!
Di tutte le idee che Mirabel abbia mai avuto, questa è senz’altro la migliore! E grazie ad Antonio è resa possibile. La nostra amabile postina si chiama Niña e le piacciono le storie d’amore, a detta di mio fratello …” Alegra dovette sedersi sul letto, la parola ‘amore’ l’aveva scombussolata “Affido a questa lettera i miei sentimenti per te e …” la ragazzina sorrideva mentre scorreva le righe della lettera, poi scrisse una risposta che diede a Niña «Ti prometto che domani ti preparerò della frutta fresca!» il tucano fece una piroetta a mezz’aria e tornò indietro verso Casíta, con la lettera a cui erano state affidate le pene del cuore di una giovane fanciulla.


Anita era corsa in camera per sbollire, mentre Bruno era uscito fuori casa “Come si permette di mettersi in mezzo?!” poi, come una furia, si diresse in cucina, disse a Julieta che l’avrebbe aiutata, ma vedendola tagliare il pane come se volesse accoltellare qualcuno, la cognata la invitò a sedersi. Anita le raccontò che quella mattina lei e Bruno avevano avuto un piccolo bisticcio, ma Pepa che passava per caso si era messa in mezzo «Lo so che ci tiene a suo fratello, ma non mi piace che qualcuno si intrometta nelle nostre discussioni!»; Anita era stata contenta di vedere che la sua opinione su Pepa era stata sbugiardata vivendoci insieme, ma ora, mesi dopo il matrimonio, era tornato l’antica antipatia. Julieta la abbracciò «Mi dispiace ti senta così Anita! Vedrai che presto andrà meglio» e come se fossero delle parole profetiche, Bruno entrò in cucina con dei fiori in mano: «Anita?», le due donne lo guardarono, poi Julieta li asciò soli. Bruno si mise in ginocchio davanti alla moglie chiedendo di perdonarlo e perdonare Pepa, Anita era cocciuta per natura, ma non voleva essere arrabbiata a lungo, prese i fiori e sorrise: «Anche io Bruno, ti chiedo scusa» poi si baciarono suggellando il termine di quella faccenda, ma lo sguardo di Anita mutò divenendo preoccupato «Ora viene la parte difficile».

Pepa e Anita erano sedute vicine al tavolo, mentre poco lontano i mariti con Augustín e Julieta, guardavano con apprensione la scena, cercando di non farsi notare. «Pepa …» fu Anita a rompere il silenzio e una piccola nuvoletta comparve sulla testa della cognata «Volevo chiederti scusa per come ti ho trattata questa mattina e solo che …» trasse un profondo respiro «Io e Bruno non litighiamo quasi mai, ma quando abbiamo qualche incomprensione voglio risolverla fra me e lui, senza interventi esterni» Anita non era più arrabbiata, ma ci teneva che la sua opinione fosse tenuta in considerazione. Anche il volto di Pepa si era rasserenato «Anche io devo chiederti scusa, Anita. Quando io e Félix litighiamo non voglio che qualcuno si metta in mezzo, ma in quel momento me lo sono dimenticata … voglio bene a Bruno e ne voglio anche a te» poi le due si abbracciarono e un arcobaleno comparve sopra di loro. Julieta le raggiunse e insieme continuarono a preparare la cena, conversando e ridendo insieme.

Bruno e i suoi cognati si trovavano nel patio, quando sentirono Pepa gridare «Anita!». Corsero in cucina trovando Anita distesa sul pavimento, Pepa le faceva aria con un ventaglio e Julieta le bagnava il viso con acqua fresca. Bruno preoccupato raggiunse la moglie, in ginocchio vicino a lei le prese la mano chiamandola e Anita riprese conoscenza. «Anita, mí amor, come stai? Cosa è successo?» chiedeva Bruno guardandola da capo a piedi, lei sorrise «Niente di brutto, mí amor …» poi prese la mano di Bruno e la appoggiò sul suo ventre «Sono incinta».
Bruno non resisté alla voglia di baciarla, pur essendo davanti alle sorelle e ai cognati, la strinse a se e Anita ricambiò l’abbraccio. In un istante, Bruno rivisse tutti i momenti passati che avevano segnato le loro vite e l’avevano avvicinato sempre di più a sua moglie.

Note di Hana:
Ciao a tutti! Grazie per aver letto anche questo capitolo. Ora che Anita e Bruno hanno coronato il loro sogno d’amore possiamo fare un tuffo nel passato, scoprire così come il loro legame si è creato. Camilo e Alegra, non sono teneri? Per loro come andrà a finire?
Buona lettura
  
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