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Autore: Deirdre_BB    07/03/2022    2 recensioni
Sanji e Zoro questa volta si trovano ad affrontare una situazione difficile e del tutto inaspettata contro un nemico insidioso che li cambierà profondamente, ed una separazione sia fisica che emotiva che metterà alla prova il loro amore.
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Dal primo capitolo:
"Sanji non aveva la minima idea di che cosa stesse parlando, ma, ehi, se con una semplice scelta potevano cavarsela fuori, tanto meglio, anche perché non era affatto difficile scegliere, niente era più importante della vita di Zoro.
– Cuoco non fare cazzate! – Zoro guardava Sanji frustrato dal non poter fare niente.
Ma ormai Sanji aveva già deciso cosa fare e a poco valsero le proteste del verde che gli urlava di non fare niente di avventato, di aspettare, di trovare un altro modo perché non poteva essere così semplice."
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Il titolo fa abbastanza schifo, lo so, ma per ora non ho trovato niente di meglio.
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Spero di coinvolgervi.
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DD
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste e nulla più.
Oscar Wilde

LA RAGIONE DI VITA

Sanji non aveva mai creduto alla magia, all’esistenza di persone in grado di fare cose magiche, o che comunque non potevano essere spiegate in nessun altro modo razionale, se non dalle abilità acquisite mangiando un frutto del diavolo, eppure la persona di fronte a loro sembrava un vero e proprio stregone, di quelli che si trovano nei libri di fiabe per bambini.

Guarda te come deve andare a finire un appuntamento romantico. Pensò seccato.

Il giorno prima Sanji aveva trovato quel posticino quasi per caso girovagando senza una meta precisa sull’isola dove erano approdati la mattina; si trovava su una scogliera con una rada foresta alle spalle e una finestra aperta sull’oceano che dava ad ovest, perfetta per osservare il tramonto, poteva esserci qualcosa di più romantico? Con le giornate che si stavano allungando e la temperatura che cominciava ad essere piacevole aveva deciso subito che il giorno successivo ci sarebbe andato con Zoro nel tardo pomeriggio, avrebbero fatto l’amore sull’erba e poi si sarebbero goduti il tramonto ascoltando le onde infrangersi contro gli scogli sotto di loro.

Tutto perfetto.

Invece no.

Invece Zoro era sollevato a due metri da terra e una delle sue katana puntava dritta alla sua gola, entrambi tenuti sospesi in aria da una forza invisibile, ma che con ogni probabilità era generata dallo “stregone”.

Lo “stregone”, al quale Sanji faticava a dare un’età, ma che poteva essere vecchio come l’idea del tempo stesso, aveva una lunga faccia grigia e butterata, gli occhi talmente infossati nelle orbite che quasi non si vedevano, ma che comunque brillavano di una luce malvagia, barba e capelli anch’essi grigi e lunghi e stoppacciosi, sporchi di rami e foglie e fango. La tunica che indossava era rotta e logora, marrone, probabilmente non era il colore originale, ma lo era diventato a causa del lerciume di cui era ricoperta.

Sanji non ricordava neanche bene come e quando questo personaggio si fosse palesato loro, fatto sta che li aveva colti mentre avevano già le mani infilate l’uno nei pantaloni dell’altro, e per questo motivo avevano tardato giusto giusto quel momento per reagire e metterlo fuori gioco, perlomeno ringraziava però che fosse arrivato quando i vestiti erano ancora tutti ai loro posti. In ogni caso se ci fossero stati anche i loro compagni era sicuro che a quell’ora l’avrebbero già sistemato, e lui sarebbe tornato a tormentare il collo di Zoro, invece no, invece erano lì da soli (volutamente), e lui sembrava in grado di respingere ogni loro attacco.

– Lascialo vigliacco! – urlò in direzione del vecchio.

Il vecchio mosse solo impercettibilmente la testa per rivolgere lo sguardo verso il biondo invece che allo spadaccino.

– La sua vita ormai appartiene a me. – la voce del vecchio era gutturale e distante, come se provenisse da un altro mondo, non lasciava trapelare alcuna emozione, ma riuscì a strisciare sottopelle al cuoco tanto da fargli correre un brivido lungo la schiena.

Zoro era immobile, come uno straccio appeso ad asciugare, ma lo sguardo vigile lasciava capire che lui era ancora lì, presente, che vedeva e capiva tutto quello che stava accadendo.

– Col cazzo! – Sanji si scagliò veloce contro il vecchio, ma questo con solo il movimento di una mano riuscì a fargli cambiare direzione mentre si trovava a mezz’aria.

– La sua vita appartiene a lui! O al massimo a me! Di certo non ad un vecchio rugoso come te! – si sfogò il biondo.

Il vecchio allungò il collo in modo innaturale verso il cuoco, lo scrutò con quegli occhi vitrei e Sanji li sentì scavare fin dentro la sua carne.

– Voi vi appartenete. – non era né una domanda, né una affermazione sorpresa, semplicemente la constatazione di una verità.

La presa invisibile su Zoro cedette quel tanto che bastava da restituirgli almeno la parola, se non l’uso di braccia e gambe.

– Cuoco! Cosa fai lì immobile? – urlò in direzione del biondo, assistendo alla scena in cui il vecchio aveva incatenato lo sguardo in quello del cuoco che sembrava in trance.

Sanji non rispose, non sembrava neanche che l’avesse sentito, il vecchio lo aveva inchiodato al suolo mentre scansionava il suo spirito.

Poi entrambi, il cuoco e il vecchio, sembrarono tornare al presente.

– Non posso prendere la sua vita, né la tua, ma non resterò a mani vuote. – sentenziò.

Sanji si mise in guardia, pronto a rispondere ad un eventuale attacco. Ma il vecchio non attaccò.

– Scegli, ragazzo, la sua vita. – e allungò un lungo braccio scheletrico in direzione del verde indicandolo con un dito altrettanto lungo e scheletrico – O la tua ragione di vita. – e allungò l’altro braccio verso Sanji, tenendo però la mano aperta con il palmo all’insù, come se stesse tenendo in mano un’invisibile sfera.

Sanji non aveva la minima idea di che cosa stesse parlando, ma, ehi, se con una semplice scelta potevano cavarsela fuori, tanto meglio, anche perché non era affatto difficile scegliere, niente era più importante della vita di Zoro.

– Cuoco non fare cazzate! – Zoro guardava Sanji frustrato dal non poter fare niente.

Ma ormai Sanji aveva già deciso cosa fare e a poco valsero le proteste del verde che gli urlava di non fare niente di avventato, di aspettare, di trovare un altro modo perché non poteva essere così semplice.

Sanji girò lo sguardo su Zoro e gli sorrise, – Scelgo la mia ragione di vita. – disse rivolgendosi al vecchio, ma continuando a guardare Zoro con uno sguardo dolce.

In un attimo le posizioni dei due compagni si invertirono, Zoro e la katana ricaddero pesantemente a terra, mentre Sanji si sollevò dal suolo. Zoro raccolse la spada e si precipitò verso il cuoco, ma non appena cercò di toccarlo, una forza invisibile lo scagliò indietro.

Il vecchio sorrise maligno – La scelta è fatta. – disse portando entrambe le mani in direzione del cuoco e pronunciando parole incomprensibili.

L’urlo straziante del cuoco coprì ogni altro suono nella foresta, sia le parole del vecchio, sia le grida di Zoro nel vedere il suo amato contorcersi dal dolore sospeso a mezz’aria. Poi in un attimo il cuoco smise di urlare e muoversi, le mani, il petto e gli occhi cominciarono a brillare di una luce accecante che piano piano lo abbandonò, uscendo dal suo corpo attirata tra le mani del vecchio. Infine la luce si spense, il vecchio sparì e Sanji ricadde a terra esanime.

Tutto tacque e dopo un secondo di sbigottimento Zoro corse ancora verso il cuoco, stavolta riuscendo a toccarlo.

– Cuoco! Cuoco! – lo scosse violentemente. – Sanji! – urlò allarmato.

Il cuoco riaprì gli occhi e guardò Zoro sopra di lui, che tirò un profondo sospiro di sollievo e lo abbracciò forte, ricambiando l’abbraccio.

– Tutto bene? – chiese il verde incredulo.

– Credo di sì. – il cuoco si massaggiò la testa e le mani. Poi guardò Zoro con aria confusa. – Cos’è successo? –

– Ti sei messo ad urlare in un modo terribile, poi hai sprigionato una fortissima luce e poi fine. – spiegò confuso il verde. – Cosa intendeva quel vecchio con “la tua ragione di vita”? –

– Non ne ho la minima idea. – Sanji si rialzò e si sgranchì braccia e gambe per testare che tutto funzionasse ancora. – Però sto bene. –

Si guardarono entrambi in giro per assicurarsi che non ci fossero ulteriori brutte sorprese, ma ormai la voglia di rimanere in quel posto era passata ad entrambi.

– Sarà meglio tornare alla Sunny per stasera. – sbuffò il cuoco sconsolato.

– Sì. – rispose Zoro senza però incamminarsi, ma sfoggiandogli un sorriso malizioso.

– Che c’è? – Sanji lo guardò interrogativo.

– E così la mia vita apparterrebbe a te, eh? –

Sanji arrossì leggermente. – Tu dai troppa importanza a quello che dico quando sono sotto stress, Marimo. – cercò di giustificarsi il biondo distogliendo lo sguardo da Zoro.

Zoro però in risposta gli prese il braccio, lo avvicinò a se, gli sorrise e lo baciò. – La mia vita non potrebbe trovarsi in mani migliori allora. – gli soffiò ancora sulle labbra, poi si incamminarono insieme verso il mare.

Raggiunsero la nave dopo pochi minuti, a bordo non c’era nessuno perché l’isola era non tanto grande e comunque piuttosto tranquilla ed avevano deciso che non era necessario che qualcuno rimanesse di guardia.

– Questa spiacevole avventura mi ha messo fame. – si lamentò Zoro.

– Dai vieni in cucina con me, ti preparo qualcosa al volo. –

Zoro lo seguì sorridendo, pregustando già qualche sua prelibatezza e pensando che alla fine, in un modo o nell’altro, sarebbero riusciti a ritagliarsi qualche momento solo per loro. Si stravaccò sulla panca pronto a fare una delle cose che più gli piaceva fare, guardare il cuoco cucinare. Era un copione già visto e rivisto, ma ogni volta si meravigliava di fronte alla naturalezza e disinvoltura di Sanji quando si trovava nel suo ambiente naturale; vederlo cucinare gli dava una sensazione di pace che nient’altro riusciva a dargli, nemmeno la meditazione, lo faceva sentire a casa, in famiglia, lo faceva sentire come se avesse trovato il suo posto nel mondo.

I suoi occhi correvano lungo tutta la figura snella del biondo che gli dava le spalle, abbozzò un sorriso quando lo vide accendersi una sigaretta, pensando che probabilmente era l’unico cuoco al mondo che cucinava fumando. Lo vide estrarre un coltello dal cassetto, il pane dallo stipetto sotto di lui, due barattoli e una busta dal frigo, poi lo vide fermarsi col coltello in mano, la testa china sul piano di lavoro, ma senza muovere più neanche un muscolo e avvertì che qualcosa non andava.

– Cuoco? – chiese con una leggera preoccupazione.

Sanji non rispose.

Zoro si alzò e lo raggiunse. Aveva gli occhi fissi sul pane, la mano con il coltello tremava visibilmente e nel momento in cui si mise accanto a lui, la sigaretta gli cadde dalla bocca finendo a terra. Lo prese per una spalla e lo scosse un poco.

– Cuoco? – chiese ancora, sempre più preoccupato.

– Non so cosa fare. – disse il cuoco con la voce rotta.

– Come non sai cosa fare? – Zoro non capiva.

– So che devo tagliare il pane, ma non riesco a farlo. –

Sanji girò il volto verso Zoro, le lacrime scorrevano impietose lungo le sue guance e Zoro vide nei suoi occhi la disperazione e il terrore.

– La mia ragione di vita… La cucina… – disse con un filo di voce – Mi ha tolto la cucina… –

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Angolo dell'autrice
Eccomi qua con un'altra storia fresca fresca!
Giusto una piccola info per chi legge e vuole continuare a leggere: non ho idea di quanti capitoli saranno, nel senso che ho le idee abbastanza chiare fino a circa metà della storia (credo 3 capitoli), poi nebbia nebbia nebbia; con questo intendo che gli aggiornamenti potrebbero anche essere molto distanti l'uno dall'altro, o addirittura la storia potrebbe rimanere incompiuta! 😱 😱
Ma siccome sono del parere che due teste pensino meglio di una, e tre pensino meglio di due, se avete suggerimenti o consigli sono apertissima a tutto. 😉
A presto (spero).

DD
   
 
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