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Autore: pattydcm    07/03/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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24 Telefonate, messaggi e cortei
 
A giudicare dal chiacchiericcio che proviene dalla strada, il corteo storico che avrà inizio tra mezz’ora non stava a cuore solo al sindaco e alla signora Sordo. Fox osserva da una delle finestre del corridoio la fiumana di persone che ha invaso la piazza, spettacolo che non fa altro che peggiorare il suo mal di testa. La rievocazione storica, infatti, è talmente ben fatta che per un istante ha pensato di essersi risvegliato nel basso medioevo, evento che, dati i fatti della notte scorsa, non lo stupirebbe.
Scorge tra la folla l’assessora, vestita di un bellissimo abito bordeaux d’epoca con tanto di veletta sul viso. Scruta seria la folla alla sicura ricerca di lui e del suo assistente, contribuendo al peggioramento della sua emicrania. Infatti, se potesse Fox se ne tornerebbe a letto piuttosto che immolarsi per l’ennesima giornata al guinzaglio di questa donna. Gli tocca, invece, strascicare i piedi fino al bagno, dove nello specchio trova ad accoglierlo la peggiore tra le versioni di Valerio Rossi.
<< Vecchio mio, te ne sto facendo passare davvero troppe >> sospira, tentennando sul togliere la maglietta. Si scopre preoccupato all’idea di rendersi conto di quale sia stato il risultato della cura ‘particolare’ usata da Mirco sulle ustioni che si è procurato.
<< Avanti, Liber! Dimostra a questo reporter da quattro soldi di che pasta sei fatto! >> dice  togliendo con un gesto deciso la t-shirt.
Quando si è guardato a questo stesso specchio solo poche ore prima, il torace, le braccia e parte dell’addome erano ricoperti di bolle rosse che sembravano, però, essere in fase di guarigione. Ora la sua pelle non è solo tornata del solito pallore spruzzato di efelidi, ma il fazzoletto intriso di acqua di mare oltre alle ustioni si è portato via anche la copertura semi permanente applicata da Mistica sui tatuaggi.
<< Oh cazzo! >> esclama, afferrando il beautycase alla ricerca di uno dei barattoli di fondotinta waterproof a lunga tenuta che la collega gli ha dato proprio per tamponare simili situazioni. Lei, però, si riferiva alla possibilità che la copertura sbiadisse o ne saltasse qualche pezzo, non che se ne andasse via del tutto. Svita il tappo deciso a porre rimedio alla situazione, ma si rende conto che la procedura di applicazione e asciugatura richiede troppo tempo e lui è già parecchio in ritardo.
Decide allora di fare una doccia lampo e correre in stanza ad indossare una delle camicie leggere che è solito portarsi dietro per fare fronte al fresco della sera in zone marittime. Mentre allaccia persino i polsini per nascondere il più possibile i tatuaggi, una luce lampeggiante cattura la sua attenzione. Proviene dalla tasca posteriore dei pantaloni di Mirco e per un istante teme si tratti dello specchietto nel quale ha rinchiuso William. Si ricorda, poi, che quello ormai giace in fondo al mare e che a lampeggiare è lo smartphone. Si rende conto di averlo sfilato dalla tasca solo quando la luce insistente gli ferisce gli occhi.  Il nome di Nikky campeggia sullo schermo.
Beh, dal momento che l’ho preso…” pensa, accettando la chiamata mentre si avvia alla porta.
<< Si può sapere che fine hai fatto? E’ da ieri sera che ti chiamo e tu non mi rispondi! Cos’è successo? Cosa diavolo è successo? >> chiede la ragazza con voce affannata.
<< Mi spiace, ma non sono Mirco >> le risponde togliendole il respiro, terrorizzata all’idea di stare per ricevere la peggiore delle notizie.
<< Lui sta bene >> la rincuora e lei sospira di sollievo per poi esplodere in lacrime.
<< Io… temevo… le sue crisi… >> dice, cercando di ritrovare il controllo. Mentire è ancora più difficile quando si è sinceramente sconvolti. Fox non sa, però, se metterla a conoscenza del fatto che abbia scoperto che quelle di Mirco non sono crisi epilettiche.
<< Cosa è successo? >> gli chiede e a quanto pare anche lei ha il suo stesso dubbio.
<< Questa è una gran bella domanda >> ridacchia nervoso, passando la mano tra i capelli. << Ha… dovuto usare uno specchietto >>.
<< Un esorcismo! Oddio! >>. Il respiro già rotto dalle lacrime ora diviene affannato, indice del fatto che stia andando in panico.
<< È andato tutto bene, stai tranquilla >>.
<< Come può essere andato bene? Lui non può affrontare un esorcismo senza le sue guide! >> esclama, sempre più preda del panico e Fox capisce perché Mirco non l’abbia messa a conoscenza della cosa.
<< L’ho aiutato io, gli ho fatto io da guida >> ribatte nervoso.
Entrambi restano in silenzio, stupiti. È davvero questo ciò che ha fatto? Fox non lo sa. Non sa di quali ‘guide’ la ragazza stia parlando, né a cosa mai possano servire al suo assistente. Non sa nulla e questa ignoranza lo manda in confusione. Il calore delle lacrime gli brucia gli occhi e ritrovarsi esposto al giudizio di troppe persone nella piazza gremita di questa cittadina attiva in lui il panico.
<< Io non lo so! Non lo so cosa sia successo! Non so se sia corretto quello che ti ho detto, non so nulla! Credevo l’avrebbe ipnotizzata e invece… invece... >>.
Non riesce ad andare avanti. Un nodo stretto e doloroso gli stringe la gola e le lacrime iniziano a sgorgare dagli occhi coperti dalle lenti scure degli occhiali da sole. La sua esplosione, però, sembra aver fatto rientrare quella della ragazza, che ascolta attenta il suo silenzio.
<< Grazie per essere rimasto al suo fianco >> gli dice piena di gratitudine e queste parole hanno il solo effetto di aumentare il panico di cui è preda.
E’ stanco di essere 'colui che resta', 'l'eroe’ da ringraziare. Sembra quasi che basti quel ‘grazie’ a sanare la sofferenza che prova. Solo lui può sapere quanto sia stato terribile rivivere il momento della sua vita più doloroso e carico di paura senza poter avere la possibilità di fermarsi a riprendere fiato neppure per un istante, perché impegnato ad aiutare il suo assistente. Vorrebbe raccontarle di come abbia accettato troppe cose, persino di provare dolore fisico, senza fare neppure una domanda e di come ora debba fingere che tutto sia normale, mentre, invece, di normale non c’è nulla. Non riesce, però, a dirle niente di tutto questo e il silenzio di lei gli da ai nervi. Allo stesso tempo, però, non vuole mettere giù la chiamata perché si rende conto di come questa ragazza sia l’unica con la quale può parlare di quanto ha vissuto senza rischiare di essere giudicato pazzo.
<< Non è facile, lo so >> gli sta dicendo Nikky con un filo di voce. << Io stessa non sapevo cosa fare quando l’ho scoperto. È… pazzesco. L’unico consiglio che sento di darti è quello di non cercare risposte logiche a questa storia. Accettala e basta. Altrimenti finirai con l’impazzire davvero! >>.
Fox teme di essere già sull’orlo della follia. Si è ritrovato altre volte su quel bordo fangoso a osservare l’abisso temendo di scivolarci dentro e non sa neppure lui come sia riuscito a salvarsi. È scappato dalla Spagna in uno stato psicofisico precario e questi sei mesi lo hanno debilitato fisicamente e stressato mentalmente. Non aveva per nulla bisogno dell’arrivo di questo ragazzo e dei suoi misteri.
<< Lui… chi è lui? >> le chiede, sentendo la gola dolere ad ogni parola. Nikky trattiene il fiato e prende tempo prima di rispondere.
<< Credo sia meglio che sia Mirco a raccontarti tutto quanto. Alex non voleva che lo dicesse a me e quindi non so… >>
<< Chi è Alex? >> .
Nikky trattiene il fiato dinanzi alla curiosità con la quale ha accolto il nuovo personaggio che, come loro, è a conoscenza di tutta quanta questa storia. Un personaggio scomodo, a quanto pare, dal momento che la ragazza ne sembra terrorizzata.
<< Per favore parlane con lui >> gli chiede e tutto questo timore lo porta a pensare che la situazione legata a Mirco sia più pericolosa e complessa di quanto ha finora potuto vedere e intuire.
<< Certo. Sarà la prima cosa che farò non appena si sveglierà >> .
<< Se ne parlerà domani mattina, allora. Ogni volta si fa certe dormite! >> ride nervosa la ragazza. << Per favore, assicurati che mangi del cioccolato. Molto cioccolato. Se fondente è meglio. È l’unica cosa che lo aiuta a recuperare le forze >>.
Vorrebbe urlarle in faccia che delle sue forze non se ne sta occupando nessuno e che pensa di aver fatto fin troppo per lui. Tiene per sé, però, anche questa informazione, dandosi dell’idiota per essere sempre quello che alla fine si prende più cura del benessere degli altri che del proprio.
<< Senti, adesso devo andare. Ti farò richiamare >> dice chiudendo bruscamente la conversazione.
Rimette il cellulare in tasca ed è quasi tentato dal fare dietro front, prendere l’auto e raggiungere da solo la prossima meta, lasciando Mirco non solo a sbrogliarsela con la Sordo, il sindaco e non sa chi altri, ma anche libero di fare i bagagli e ritornare a Torino.
<< Sarai coraggioso per lui? >>.
Quella maledetta clausola alla quale ieri ha risposto ancora una volta in modo affermativo gli torna in mente. In fondo, però, quale obbligo ha nei confronti di questo ragazzo o del bambino che si nasconde nella sua testa? Perché dovrebbe sottostare a questo ricatto?
<< Rossi! Eccola qui, finalmente! >>. La signora Sordo lo afferra per un braccio e lo trascina lontano dalla folla con una foga tale da mandarlo ancora di più in confusione. << Come ha fatto? >> gli chiede, poi, andandogli a un palmo dal naso. Lo sguardo di febbrile curiosità mista a preoccupazione che gli punta contro ha il potere di fargli ricacciare in gola il fiume in piena di insulti che stava per vomitarle contro.
<< Come ha fatto cosa? >> le domanda stupito e per tutta risposta la donna alza gli occhi al cielo prima di guardarsi attorno con circospezione. La imita e si rende conto di come abbiano puntanti contro gli sguardi curiosi dei presenti.
<< Ah regazzì nun ce provà, sai? >> intima la donna tra i denti, stringendogli ancor di più il braccio. << L’ho vista! L’hanno vista tutti. Va dicendo che l’ha guarita Mirco e a me me pare proprio che quello sia il nome del tuo assistente >>.
Fox deve fare un vero sforzo per non imprecare ad alta voce ed impedire che gli si legga in faccia quanto ciò che gli è stato appena detto lo abbia colpito. Si era raccomandato tanto con Paride di fare il possibile affinchè la ‘guarigione’ della figlia uscisse allo scoperto dopo la loro partenza da questa cittadina e aveva sottolineato più volte di non attribuirne al suo assistente il merito. A quanto pare queste richieste sono state del tutto inascoltate e non può fare altro che darsi dell’idiota per essersi fidato della parola di un uomo colpito da un vero e proprio miracolo.
<< T’avevo detto molto chiaramente che né io né il sindaco volevamo problemi >> continua la donna ponendo enfasi sull’ultima parola. << M’avevi garantito che della storia di quella ragazza nun te ne fregava nulla e, ‘nvece, ora so tutti tarmente presi da lei ca nun fanno che parlare d’artro. Ho lavorato a ‘sta manifestazione pè n’intero anno e nun posso tollerà ch’ora passi ‘n secondo piano grazie a e vostre strateggie de marketing! >>.
<< Questo è troppo! >> sbotta Fox, liberando il braccio dalla stretta della mano di questa donna. << Non le permetto di pensare che io sia il tipo di giornalista che escogita ‘strategie di marketing’. Non ho ancora trovato spiegazione a ciò che è successo a Saint Boser e non so nemmeno se ce ne sia una! Per quanto riguarda Perla, è anche sua responsabilità, mia cara signora, se ora la sta togliendo dai riflettori! >>.
<< Ma che stai a dì? In che modo potrei esse causa de tutto ‘sto casino? >>.
<< E’ stata lei a dire che prima della morte di sua madre Perla era una bambina sveglia e vivace, cosa che stonava con la diagnosi di autismo dell’Asl. Questa anomalia ha portato il mio collega, laureato anche in psicologia, a parlare con Paride per capire se la figlia non fosse vittima di un ritiro traumatico e quindi di una diagnosi errata >>.
La donna sbatte le palpebre pesantemente truccate con lunghissime ciglia finte e impiega un buon numero di minuti prima di registrare l’informazione.
<< Va bene, diciamo che il ragazzino abbia voluto vederci chiaro. Io, però, nun me spiego com’ha fatto a guarilla ‘n così poco tempo? >> si chiede stupita.
<< Nel suo percorso di studi si è molto interessato ai traumi e all’impiego dell’ipnosi per la loro risoluzione e ha proposto a Paride di tentare con delle sedute. Ovviamente, non era sicuro che avrebbero sortito l’effetto sperato, dato che Perla avrebbe potuto non rispondere all’induzione ipnotica. Per fortuna così non è stato e ora quella ragazza potrà tornare ad avere una vita. Avevo chiesto a Paride di tenere per sé quanto accaduto, ma posso immaginare anche quanto felice sia di riavere sua figlia e quanto Perla si sia fatta prendere dall’aria di festa. Il fatto che lei, signora, veda questa bella notizia solo come un’ostacolo alla sua sagra mi disgusta molto più delle accusa che ci muove contro >>.
Fox trova la conferma di aver recitato bene la parte nell’imbarazzo col quale la donna distoglie lo sguardo. Una smorfia di dissenso per l’ultima considerazione fatta le compare per un breve istante sul volto, subito soppiantata da un’espressione meditabonda che sembra portarla ad un’ottima idea.
“Temo finirà anche qui come a Saint Boser. Ho fatto bene a non tagliare la barba” sospira il ragazzo, fin troppo avvezzo a quel genere di guizzi di furbizia da immaginare dove la Sordo stia per andare a parare.
<< Non era mia intenzione offenderla, Rossi. Né lei, né il suo collega >> dice sommessa, incontrando appena il suo sguardo. << Sono… stupita, credo. Quella ragazza… l’ho vista ciondolare per anni come un fantasma e adesso è lì che se la ride piena di vita. Ha ragione, un evento simile va festeggiato! Proporrò subito al sindaco di invitare Perla e suo padre al tavolo d’onore questa sera. I concittadini, però, immagino che avranno tante domande. Pensa sia possibile per il suo collega rilasciare un’intervista al nostro giornale locale? Giusto per evitare che quei poveretti siano vittima della curiosità della gente, che potrà leggere dell’accaduto nell’articolo del nostro addetto stampa della Pro Loco >>.
<< Devo parlarne con il mio capo, signora. Non ho il potere di prendere una decisione così importante >> ribatte e il rapido inarcarsi delle sopracciglia indica quanto la donna lo stia prendendo ben poco sul serio.
<< Beh, lo faccia allora! Nel frattempo il suo assistente potrà occuparsi della sfilata che sta per avere inizio. A proposito, dov’è? >> domanda guardandosi attorno.
<< E’ rimasto in hotel e non credo proprio che uscirà da lì tanto presto >>.
<< E perché mai? >>.
<< Si è sentito parecchio male dopo la cena di ieri sera. Stavo giusto rassicurando la sua ragazza, che l’ha sentito più morto che vivo al telefono >>.
L’assessora impallidisce e il modo in cui lascia cadere l’argomento per scappare a gambe levate da lì adducendo impegni improvvisi, lascia pensare che possano esserci davvero state delle persone che si sono sentite male a causa del cibo che stanno somministrando.
Come si fosse sentito chiamare in causa, il cellulare di Mirco vibra nella tasca in cui lo ha riposto. Fox lo prende, sicuro che abbia ricevuto altri messaggi da parte di Nikky e, invece, si ritrova davanti alle tante notifiche di Facebook che invadono l’anteprima. I loro followers stanno letteralmente intasando la pagina della rubrica con mille domande circa quanto si dice in giro sul coinvolgimento di Mirco nella guarigione di una ragazza autistica. Sono stati gli abitanti stessi di Lumi a postare le prime notizie dicendosi entusiasti per questo miracolo. Tra i commenti di persone scettiche e altre addirittura indignate, Mirco sta anche ricevendo richieste di aiuto, come fosse un guaritore o qualcosa di simile.
“Sarà meglio che chiarisca questa faccenda” pensa, sebbene tema che possa servire a ben poco farlo. Quanto gli aveva detto circa il rischio che un suo coinvolgimento in prima persona avrebbe potuto causargli si sta verificando e la cosa oltre a dispiacergli lo preoccupa. Hanno ancora una sagra da visitare per questo mese, infatti, per non parlare di tutte le altre dei prossimi cinque e poco gli piace la possibilità di ritrovarsi a girare per l’Italia con persone che potrebbero rivolgersi al suo assistente venerandolo come fosse un santo.
Non fa a tempo, però, a sbloccare lo smartphone di Mirco che il suo inizia a vibrare dal marsupio. Non è l’annuncio di un ennesimo messaggio giunto alla chat del suo team, ma la vibrazione continua tipica di una telefonata in arrivo. Ritrovare il nome del suo capo sullo schermo lo lascia senza parole. Gray Stone, infatti, non è solito chiamare direttamente al telefono durante un’operazione.
<< ¿Por qué estàs ignorando el chat?[1] >> gli chiede senza neppure dargli il tempo di dire ‘Hola!’. Il suo tono di voce non promette nulla di buono.
<< Creìa que me habìan relevado de mi cargo[2] >> ribatte, troppo stanco per contenere i toni.
<< Para con esa mierda! ¿Es verdad lo que la gente dice sobre tu asistente y esa chica?[3] >> gli domanda, andando subito al punto.
<< Claro que sì[4] >>.
Conosce bene Gray Stone e sa quanto sia abile quasi quanto lui a riconoscere la menzogna dalla minima inflessione di incertezza nella voce del suo interlocutore. Per questo Fox sta bene attento a cosa dice e soprattutto a come lo dice, perchè questa volta la verità è decisamente assurda. Non sta, però, proteggendola per il timore che possa crederlo pazzo nel sentirgli raccontare dell’avventura alla quale ha preso parte la notte scorsa. Semplicemente non vuole condividerla con lui e questa è la vera novità. Un tempo, infatti, non avrebbe esitato dal chiedergli consiglio e soprattutto rassicurazione. Oggi, invece, la sola idea che possa scoprire il segreto di Mirco lo innervosisce.
Non mi fido più di te” realizza, consapevole che dovrà stare più che attento d’ora in poi a come parlerà alla persona più perspicace e testarda che abbia mai conosciuto.
Gli racconta la stessa storiella che ha inanellato poco prima per la Sordo, trovandolo favorevole alla richiesta della donna circa l’intervista. E’ sicuro che Mendez li autorizzerà a rilasciarla, soddisfatto di come non abbiano perso occasione di seguire le sue direttive e trovare il modo di inventarsi altri casi eccezionali al solo scopo di garantire alla rivista maggiore visibilità.
<< Dada la situaciòn, dirìa que podemos volver a meterte en la investigaciòn[5] >> annuncia soddisfatto.
<< Mejor que no. Prefiero quedarme fuera, al menos mientras el chico esté conmigo[6] >>.
Un lungo silenzio segue quanto ha appena detto. Dall’altra parte del ricevitore non giunge alcun suono, come se la chiamata si fosse interrotta. Fox, però, sa che Gray Stone è ancora lì, sicuramente stupito dalle sue parole. In passato, infatti, non si sarebbe mai sognato di rifiutare una simile offerta, come una qualunque altra opinione del suo capo.
<< ¿Què diablos està pasando, Liber?[7] >> gli chiede tra i denti. Non è tipo da lasciarsi sfuggire una cosa importante come il vero nome di un inviato sotto copertura durante una telefonata. Fox si rende conto solo adesso di qualcosa che ha sempre saputo ma che ha tenuto poco in considerazione, ovvero quanto perdere il controllo sconvolga il suo capo. Con questo rifiuto, infatti, gli sta togliendo il controllo che in questi anni è sempre stato sicuro di avere su di lui ed è ciò che lo sta mandando in tilt.
Cosa mi sta succedendo? si chiede, avvertendo un leggero brivido di timore.
<< Ti stai svegliando >>.
Ancora una volta il bambino gli invade i pensieri, tornando su questo risveglio al quale sembra si stia preparando. Sembra essere per lui un punto davvero importante e Fox non riesce a capirne il perchè.
<< Non sei lì per fare da tutor ad un chico che vuole diventar reporter di viaggi, te lo sei dimenticato? >> tuona Gray Stone, furioso.
<< Non l’ho dimenticato, Juan. Sai bene quanto tenga al mio lavoro ed è per proteggere ciò che abbiamo fatto finora che preferisco tenermi fuori. Mirco ci scoprirebbe. Passiamo troppo tempo insieme per riuscire a tenerlo all’oscuro di ogni cosa >>.
Ancora una volta il silenzio cala dall’altra parte del ricevitore. Fox scopre di essere teso e non solo per l’attesa di una risposta da parte del suo capo. Questa presa di posizione diametralmente opposta è una vera e propria rivoluzione per lui. Troppe cose potrebbero cambiare a seconda di come Gray Stone reagirà a questa precisazione e non sa se sarebbe in grado di reggere ulteriori tensioni.
<< Hai ragione >> concorda il suo capo, cogliendolo di sorpresa. E’ insolito, infatti, che un uomo tanto testardo e orgoglioso dia ragione a qualcuno. << Sei… sei sicuro che vada tutto bene? >> aggiunge titubante.
Non è da lui insistere su un argomento e se lo sta facendo non è solo perché ha annusato la sua menzogna. Sarebbe troppo pensare che possa aver ipotizzato quanto di assurdo nasconda Mirco. Forse ha solo capito di aver esagerato e, se volesse tentare il colpo della psicologia inversa, Fox potrebbe pensare che stia rivolgendo a se stesso quella domanda piuttosto che a lui.
<< Io sì. E tu? >> gli chiede senza quasi rendersene conto. Gray Stone resta senza parole ad una simile domanda. Deve ammettere che poche volte gli è capitato di coglierlo così alla sprovvista.
<< ¿Yo? Estoy bien. ¿Por qué yo no debería estar bien?[8] >>.
Fox abbozza un sorriso. Ricorda bene quando proprio lui gli spiegò come una persona torni a parlare la propria lingua madre in due occasioni: quando si sente messo alle strette e quando mente.
“E penso che per te ora valgano entrambe” deduce con una certa soddisfazione.
<< Yo no sé. Tu me lo explicas[9] >> insiste. Sembra proprio che i ruoli si siano invertiti e non sia più lui, ora, quello spaventato.
<< No hay nada que explicar. Llevas mucho tiempo en Italia y están pasando cosas extrañas[10] >>.
“Non immagini quanto” pensa Fox, trattenendo a stento una risata nervosa.
<< Solo estoy preocupado por ti y ... te extraño[11] >>.
Uno dei gemelli strilla in lontananza e dopo poco anche l’altro lo segue. Gray Stone impreca infastidito.
<< Juliana te necesita. Estoy bien, Juan, de verdad. No tienes nada de qué preocuparte[12] >> gli dice, ringraziando tra sé e sé  i due bambini per averlo tolto da questa scomoda situazione.
Fox si butta tra la folla in festa per l’inizio del corteo storico con l’obiettivo di distrarsi il più possibile da quanto gli è appena stato detto dal suo capo. Il bellissimo lavoro di ricostruzione, però, non lo aiuta.
‘Te extraño’. Questa parola continua a rimbombargli per la testa devastandolo persino di più di quanto non faccia il bambino terribile durante le sue fastidiose incursioni. Tenere chiuso nel cassetto in cui li ha sigillati i ricordi legati all’ultimo anno trascorso a Madrid diviene sempre più difficile. Non vuole però tornarci, non ora che ha le difese ridotte al minimo dalla stanchezza e da tutte le cose assurde che gli sono capitate in queste ultime settimane. Situazioni che dinanzi alla gelosia da lui mostrata nei confronti di Ylenia e a questo ‘te extraño’ sussurrato appena sembrano essere persino più tollerabili.
Le occhiate curiose e i bisbiglii che le persone attorno a lui gli dedicano non lo aiutano a gestire le emozioni contrastanti che sta provando. Nell’ultimo anno madrileno, infatti, aveva spesso avuto la sensazione che chiunque gli puntasse addosso occhi giudicanti e contrariati. L’ansia e la frustrazione erano diventati tali da togliergli il sonno e l’appetito. Solo una simile condizione di disagio poteva portarlo a proporsi volontariamente per questo incarico in solitaria.
Il cellulare di Mirco vibra di nuovo strappandolo bruscamente ai suoi pensieri. L’anteprima lo informa che questa volta ha davvero ricevuto un messaggio da parte di Nikky.

       Dormi bene, amore mio
       Il tuo tutor mi ha detto cosa hai fatto
       Sono felice tu non sia più solo ad affrontare questo inferno
       Chiamami appena puoi
 
Trova che sia davvero bello che nonostante il suo segreto inquietante Mirco sia riuscito a trovare una donna che lo ama a quanto pare in modo sincero. Certo, quel suo porre l’accento sul fatto che ‘ora non sia più solo’ lo preoccupa. E’ talmente colpito dalla cosa da cliccare per sbaglio sull’anteprima e aprire Whatsapp. Chiude subito la chat, imbarazzato per questa intrusione nella vita privata del suo assistente e l’occhio gli cade su un’altra conversazione posta subito dopo quella che il ragazzo ha con lui. Mille spilli gli pungono la pelle mentre fissa imbambolato il nome di Ylenia Fiori, la loro collega della rubrica ‘Piantato per voi!’. Il dito si muove da solo ad aprire la conversazione.
 
       Sono contenta che abbia tenuto il diaspro.
       Non riesco a credere che lo indossi ancora!
       Ho temuto lo riponesse in un cassetto.
       Per fortuna così non è stato
       Io tra un po’ vado a casa
       Sono in piedi dalle 5 e inizio ad accusarne il colpo!
 
Fox rilegge più volte quell’ultimo messaggio mandato da lei. Scorre la chat fino a recuperare i primi che si sono scambiati quando ancora erano in redazione e scopre di essere l’argomento principale delle loro conversazioni.
“Piccolo bastardo. La sta incoraggiando a provarci con me!” esclama, leggendo quanto scritto da Mirco.
Lo stomaco gli si chiude e questa volta anche la gola. Il respiro diviene faticoso e riconosce i segni di un iniziale attacco di panico.
“Devo calmarmi” si ripete, cercando di respirare lentamente.
<< Ehi, Valè, tutto bene? >>.
Si volta sorpreso verso Paride, che con la sua stazza è in grado di oscurare il sole anche per lui già alto. Dal modo in cui inarca scettico il sopracciglio gli è chiaro come non si stia bevendo il suo tentativo di rispondergli affermativamente.
<< Vieni co me >> dice, gettandogli il braccio enorme sulle spalle. << L’avevo capito che c’era quarcosa che non andava. Scusace pe tutto sto casino. Hai ricevuto brutte notizie? >> gli chiede scortandolo fuori dall’abbraccio insistente della folla. Fox scorge appena Perla, nascosta dietro a padre. Lo guarda con occhioni spauriti che quando incontrano i suoi rivolge altrove imbarazzata.
<< Sembri terrorizzato. Che te pija? >>.
<< Un calo di tensione >> dice piano, percependo il calore delle lacrime salirgli agli occhi. Vorrebbe poter essere da solo, in un luogo tranquillo nel quale poter gestire la situazione, anziché dover rispondere a queste domande.
<< Ci credo. È stata ‘na notte intensa e tu hai pure dormito poco. Ti accompagno alla pensione >> dice e senza attendere il suo parere, l’omone lo solleva quasi da terra per trascinarlo verso l’hotel.
Per quanto si sforzi di tenere gli occhi bassi, Fox non può fare a meno di alzarli ad incontrare gli sguardi curiosi delle persone che incrociano. Quelle mani portate a coprire le bocche un attimo prima di parlottare e quelle dita protese ad indicarlo, a volte sfacciatamente altre appena, incrementano la sensazione di disagio che gli toglie il respiro.
Lo sanno. Lo sanno tutti!” si ritrova a pensare e gli occhi tornano a bruciare del calore delle lacrime che si sforza di trattenere. Nella sua mente si mescolano le tante volte in cui si è ritrovato a ripetere queste parole cariche di terrore. Le rivive tutte, ritrovandosi a girare in balia di una vertigine nella quale sente di sprofondare finchè il volto del bambino terribile compare prepotente a scacciare questi brandelli di vita.
<< Lasciali andare. Sei tu l’unico giudice di te stesso >> gli dice e questa volta le sue parole enigmatiche hanno il potere di fermare il turbinio del quale è preda. << Svegliati, Liber. Svegliati! >> ripete e Fox apre gli occhi.
<< Oddio, che colpo m’hai fatto prende, Valè! >>.
Pallido come un lenzuolo, Paride lo guarda con occhi resi grandi dalla paura. Fox si rende conto appena di essere seduto e gli ci vuole qualche istante per riconoscere di essere su una delle sedie della sala da pranzo del Miralumi. A quanto pare ha perso i sensi mentre vorticava in preda alle vertigini, dal momento che non ha memoria di come siano finiti dalla strada a questa stanza.
Da molto lontano sente Paride mandare la figlia a recuparere del ghiaccio e lo coglie di sorpresa il bicchiere che gli sta premendo contro le labbra. L’acqua che gli scende sulla lingua è fredda e fa partire brividi lungo tutto il suo corpo, ridestandolo.
Singhiozzi improvvisi lo travolgono facendogli andare per traverso l’acqua, mentre il pianto esplode. Si ritrova aggrappato alle spalle di quest’uomo che impacciato cerca di rassicurarlo. Le pacche che la sua mano enorme gli da sulla spalla lo scuotono ancora di più, come fosse un invito a sputare fuori tutto quanto anziché a calmarsi.
Non ha idea di quanto sia durata la deflagrazione. Si accorge quasi per caso di stare respirando con più calma, sebbene sporadici singhiozzi lo scuotano ancora. Una stanchezza più morbida si sta impadronendo di lui, che fatica a tenere gli occhi aperti.
<< C’hai propio bisogno de fatte na dormita come si deve >> ridacchia l’uomo, la cui mano ora è ferma sulla sua spalla. << Devo dì che quanno t’ho visto a prima vorta mi sei sembrato er solito sbruffone de città che guarda tutti come a dire ‘Io so ‘mportante e voi no’. Quella stronza della Sordo poi, ti portava al guinzaglio, felice de fassi vède da le artre co ‘n bel bambolotto appresso. ‘Nvece devo de dì che sei ‘n bravo tipo. Anche pe come te comporti co Mirco. Nonostante lui abbia ‘sto strano… potere, l’hai accettato, te ne sei preso cura. Che dire, sotto ‘sta corazza >>, dice battendogli la mano sulla schiena, << ce sta ‘n core >>.
<< A quanto pare >> ridacchia Fox, che non è abituato a ricevere questo tipo di complimenti.
<< Capisco perché lo proteggi, sai? >> continua Paride. << Quelli granni e grossi come noi sembrano nati p’affrontà ogni cosa a muso duro. Sarà perché gli artri fin da piccoli ce vedono così ben piazzati e pensano che niente possa tiracce giù. ‘Nvece, giù ce sapemo annà anche noi, eh? E quanno c’annamo facciamo er botto bello forte. Me ricordo che sembrava nun potessi piagne quando Arianna è morta >>.
Paride sospira e Fox si allontana da lui. Si scambiano appena uno sguardo e un sorriso imbarazzato. Vorrebbe potergli dire qualcosa per rendergli il favore di averlo aiutato in un momento di crisi, ma non riesce a trovare le parole. Forse è quella breve frase a chiudergli la gola.
‘Arianna è morta’. Il timore che sua madre potesse morire lo ha accompagnato per tutta l’infanzia. La stringeva forte ogni volta che dovevano separarsi e pregava un dio che ha poi rinnegato di far sì che la ritrovasse viva al suo ritorno. Essere seduto, ora, accanto ad un uomo che ha davvero perso la sua Arianna lo mette a disagio. Riesce a mala pena a sollevare la mano e a batterla piano sulla spalla di lui, che sembra comunque apprezzare il gesto.
<< L’hai visto quant'era bbella? >> sussurra questi con occhi lucidi e innamorati. << Quanno ce semo fidanzati tutti pensavano l’avessi obbligata. Nun era possibbile che una così bella donna potesse voler stare di suo co ‘n gigante scorbutico. Eppure lei mi amava e anch’io… anch’io l’amavo e mi sentivo l’omo più fortunato der monno! >>.
Questa stessa frase la sente spesso ripetere da Fabio, che con gli stessi occhi carichi d’amore guarda sua madre da più di vent’anni. Non ha mai perso la speranza di poter stare con lei nonostante tutte le difficoltà e la follia che li circondava. Ora stanno insieme da dieci anni e lui non può che gioire della possibilità che è stata data a sua madre di potersi rifare una vita accanto ad un uomo sinceramente innamorato dopo i tanti anni di terrore che ha dovuto vivere.
<< Succederà anche a te. Non vedo perché se è stato possibile per me non possa esserlo anche per mio figlio >>.
Sua madre se ne era uscita con questa frase dopo averlo osservato a lungo in quell’ultimo giorno trascorso a casa loro prima che avesse inizio l’inchiesta che lo ha portato a vestire i panni di Valerio Rossi. Erano da soli, l’una accanto all’altro, nel giardino della loro casetta a Rivoli in un momento di relativa calma subito dopo il pranzo. Lui avrebbe voluto metterla a conoscenza di cosa stava per fare e soprattutto di cosa lo ha portato a proporsi per questo caso. Più volte, però, aveva preso un respiro pronto a dirle tutto, ma lo aveva puntualmente ricacciato giù. Lei era rimasta in silenzio ad ascoltare questi suoi sterili tentativi e contrariamente alle altre volte non si era proposta di aiutarlo a tirare fuori ciò che aveva dentro. Forse aveva sentito quanto fosse pesante o forse con la sua allenata abilità analitica si era resa conto di quanto non fosse ancora pronto ad affrontare un simile argomento. Aveva deciso, però, di rompere il silenzio con quella frase, che in un certo senso rispondeva al caos che gli si agitava dentro.
<< Mi succederà cosa? >> le aveva chiesto confuso.
<< Di incontrare una persona che ti ami sinceramente >> aveva risposto lei facendolo arrossire.
Era stato capace di sorriderle appena, ma lei aveva sicuramente letto molto altro sul suo viso. La carezza che gli aveva dato e quel bacio proprio al centro della fronte erano stati il suo modo di rinforzare questa convinzione per contrastare il suo scetticismo. Fox, infatti, si trova più in linea con il pensiero dei paesani di Paride piuttosto che con quello di sua madre. Non tanto per il caratteraccio o la stazza, come nel caso di quest’uomo, ma per le troppe ferite che si porta nel corpo e nell’anima che lo hanno reso duro, disilluso e spaventato. Poi, certo, i suoi capelli rossi, la pelle troppo chiara e le tante cicatrici che la segnano lo portano a sentirsi a disagio.
<< Devo tornare in piazza per il corteo >> dice pronto a rimettersi in piedi.
<< Nun se ne parla propio! >> esclama Paride impedendoglielo. << Tu ora te ne vai a dormì. A fare il tuo lavoro ce penso io >>.
<< Ma non puoi… >>.
<< Senti! >> esclama l’uomo piazzandogli la manona davanti alla faccia. << Nun ce vo chissà quale genio pe sta stronzata. Quella donna c’ha invitato a pranzo e a cena e nun so stupido, l’ho capito che vuole sfruttà a situazione. Io terrò il cellulare acceso a riprendere tutto quanto e tu te fai na dormita e te ripresenti pe cena. Chiaro? >>.
La proposta di Paride è allettante e quell’indice minaccioso che gli punta contro la rende ancor più interessante. Senza opporre ulteriore resistenza Fox ubbidisce all’ordine impartito e si lascia accompagnare all’ascensore. Perla, sbucata dal nulla, gli mette in mano una borsa termica piena di ghiaccio. Il suo sorriso allegro è l’ultima cosa che vede prima che le porte si chiudano.
“Cristo, non posso credere sia davvero lei!” pensa, faticando a raffrontare il ricordo della ragazzina inespressiva che ha difeso dai bulli con quella che ha appena visto.
Il ricordo di sua madre si insinua in questa operazione resa ancor più difficile dalla stanchezza. Gli anni di convivenza con quell’uomo folle che era suo padre le avevano spento il sorriso e lo sguardo facendo del suo volto una bellissima maschera priva di vita. Aveva subito un cambiamento repentino simile a quello di Perla quando dopo la sentenza era riuscita finalmente a ottenere il divorzio ed è diventata ancora più bella dal momento in cui ha deciso di dare a Fabio un’opportunità.
Liberarsi della presenza di un demone, a quanto pare, fa questo effetto. Un effetto che su di sé non ha però notato. Forse perché ha iniziato a collaborare con ‘El Mundo’ subito dopo la fine del processo ed è passato dal vestire i panni di innumerevoli personaggi concedendosi per periodi troppo brevi di essere se stesso.
 “Non credo che le piacerei se mi vedesse senza la maschera di Valerio Rossi” si trova a pensare e lo stomaco gli si chiude di nuovo al ricordo delle parole che si sono scambiati Ylenia e Mirco in quella chat. Sente il peso del cellulare del suo assistente nella tasca dei pantaloni e si scopre combattuto tra il rileggerla e il fare finta che non sia mai esistita.
 “Questa non te la perdono, ragazzino!” pensa mentre le porte si aprono dinanzi al lungo corridoio.
Come Nikky gli aveva annunciato Mirco dorme ancora. E’ forte l’istinto di svegliarlo per vomitargli addosso il turbinio di emozioni che gli ha causato scoprire il suo piano, ma fa davvero troppa fatica a tenere gli occhi aperti.
Verrà il momento del dialogo e il suo assistente oltre a quanto è successo la sera prima dovrà spiegargli perché mai si sia messo in testo di incoraggiare Ylenia a farsi avanti con lui.
E tu come risponderai alle sue domande?” si chiede, rendendosi conto che non ha una scusa pronta e valida che possa sostenere la sua tesi, perché sicuramente Mirco cercherà di convincerlo a dare un’opportunità alla collega.
Qualcosa mi inventerò” sbadiglia, sdraiandosi sul letto che lo culla rapidamente verso un sonno pesante privo di sogni.
 
[1] Perché stai ignorando la chat?
[2] Credevo di essere stato sollevato dall’incarico
[3] Basta con queste stronzate! E’ vero quel che sta dicendo la gente riguardo al tuo assistente e a quella ragazza?
[4] Certo che sì
[5] Data la situazione, direi che possiamo reinserirti nell’inchiesta
[6] Meglio di no. Preferisco restarne fuori, almeno finchè il ragazzo sarà con me
[7] Cosa diavolo sta succedendo, Liber?
[8] Io? Sto bene. Perché non dovrei stare bene?
[9] Non lo so. Spiegamelo tu
[10] Non c'è niente da spiegare. Sei in Italia da molto tempo e stanno accadendo cose strane
[11] Sono solo preoccupato per te e ... mi manchi
[12]  Juliana ha bisogno di te. Io sto bene Juan, davvero. Non hai nulla di cui preoccuparti
 
   
 
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