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Autore: LorasWeasley    08/03/2022    2 recensioni
future|fic [kagehina|sakuatsu|osasuna|tsukkiyama|kuroken|iwaoi|bokuaka]
I drammi dei bambini sono situazioni terribili per questi, che agli adulti possono sembrare stupide, ma solo perché hanno dimenticato come si sentivano loro alla stessa età.
Ecco una raccolta di storie divertenti per mostrare come i genitori di questa nuova generazione cercheranno di trovare soluzioni...
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Hajime Iwaizumi, Kozune Kenma, Rintarō Suna, Shouyou Hinata
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Ormai sembro un disco rotto, ma è sempre giusto ripeterlo: questa storia fa parte della serie "future fic with babies", ovviamente si può leggere anche singolarmente ma se volete sapere di più sui bambini citati e sulle loro storie vi consiglio di leggere i retroscena!
Spero che questa storia vi possa divertire, ho voluto trattare quell'argomento che tutti i genitori dovranno affrontare almeno una volta nella vita: i drammi dei bambini per cose anche abbastanza "stupide", buona lettura e alla prossima settimana per delle nuove storie su questi mostriciattoli! <3
Deh
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I drammi dei bambini
 
Shoyo e Youta stavano giocando in giardino a palla.
Hinata era così felice che la passione sua e di Tobio fosse passata al loro bambino che viveva costantemente al settimo cielo.
L’altro uomo stava sistemando delle cose all’interno della casa e i due rossi continuarono a palleggiare senza di lui.
Questo finché Hinata non lanciò la palla un po’ troppo forte e colpì in pieno il volto del figlio.
Youta non sembrò essersi fatto nulla, come se fosse fatto di gomma come il padre, ma Shoyo si precipitò a controllare che stesse bene.
-Scusa, scusa, stai bene?- disse preoccupato chinandosi alla sua altezza.
Youta annuì tranquillo mentre con la sua vocina lo rassicurava -Sto bene!
Ma Hinata vide la sua fronte che iniziava a diventare rossa e la preoccupazione si fece più potente -Mi dispiace, mi dispiace!
Lo abbracciò mentre iniziava a piagnucolare e, solo a quel punto, Youta iniziò a piangere.
Kageyama fu attirato da tutto quel trambusto e, mentre si avvicinava, chiese -Che è successo?
Prese in braccio il bambino di tre anni e gli scrutò il volto notando subito la parte che gli stava diventando rossa -Ti fa male la fronte?
Il bambino scosse la testa mentre si passava entrambi i suoi piccoli pugni  sugli occhi lucidi.
-Allora perché stai piangendo?
-Perché papà sta piangendo!
Tobio lanciò uno sguardo confuso al suo partner, il quale aveva le guance rosse e gli occhi lucidi, che ebbe pure il coraggio di affermare –Non sto piangendo!
Quello fu il giorno in cui scoprirono che Youta aveva un’enorme empatia.
 
Atsumu stava giocando con suo figlio di due anni. Erano al centro del soggiorno, sopra il tappeto morbido che gli avevano regalato per il compleanno con tutti i giochi sparsi in giro, e si stavano divertendo tanto.
Fu in quella atmosfera allegra che Atsumu decise di fare il classico “ti rubo il naso”, e fu in quel momento che Kota scoppiò a piangere disperato.
Kiyoomi si precipitò dal nulla come se fosse sempre stato lì, prese in braccio il bambino per stringerlo al petto e fissò malissimo il proprio partner sibilando -Cosa hai fatto?
Atsumu, ancora scioccato per quel repentino cambio d’umore improvviso, ci mise qualche secondo di troppo a capire la domanda, alzare le mani in segno di resa ed esclamare -Non ho fatto nulla!
Sakusa si rivolse direttamente a Kota -Perché piangi? Che ha fatto papà?
Il bambino, con entrambe le mani sul naso e il pianto disperato, singhiozzò -Mi ha rubato il naso!
Kiyoomi non se lo aspettava, strinse le labbra per trattenere il sorriso spontaneo che gli stava nascendo sul volto, poi avvicinò la mano al suo viso e lo rassicurò -Ecco tieni, ora è a posto.
 
Erano ancora poche settimane che Oikawa e Iwaizumi avevano portato Haru a casa.
Quel giorno il palleggiatore stava facendo le faccende domestiche, aveva messo la musica e lasciato il figlio a giocare dentro il box, che però si trovava nella sua stessa stanza.
Il bambino era tranquillo e felice, E.T. lo teneva d'occhio e lui si stava persino divertente a spolverare mentre canticchiava e ballava.
Iwaizumi tornò a casa dal lavoro e Oikawa lo accolse con un bacio e una richiesta di raccontargli la sua giornata mentre spegneva la musica.
Fu a quel punto che Haru iniziò a piangere.
Iwaizumi lo raggiunse e lo prese in braccio -Ciao amore- gli disse calmo mentre gli baciava la testa -Papà è a casa, perché stai piangendo?
Il bambino, che ancora diceva solo qualche parola male, non rispose e continuò nella sua disperazione.
Hajime si voltò verso Tooru in una muta richiesta di spiegazione, questo alzò le spalle confuso quanto lui -fino a un attimo fa era felice.
Ci misero un pó a capire quello che il bambino voleva e cosa aveva fatto scattare la sua crisi, ma nel momento in cui Tooru riaccese la musica, Haru si calmò e sorrise felice, poi iniziò a ballare sempre tra le braccia di Hajime.
Entrambi i genitori lo fissarono stupiti, poi Tooru scoppiò a ridere mentre l'altro commentava -Quindi sei una piccola diva come tuo padre, eh?
 
Suna si era alzato per prendere una bottiglia d'acqua in frigo. Si era girato mezzo secondo e quello era bastato perché sua figlia iniziasse a piangere disperata.
Si voltò verso Naomi e Osamu, guardò quest'ultimo con un cipiglio infastidito e affermò -Ridagliela.
-Cosa?- fece finta di nulla il suo ragazzo mentre Naomi continuava a piangere con disperazione.
-Lo sai cosa. Ridagliela.
Osamu fece a sua volta un cipiglio infastidito -Ma è piccola!
-Non è colpa mia se le hai fatto provare le alette di pollo!
-Ma non può neanche mangiarla!
-Le piace tenerla in bocca e sentirne il sapore, dagliela. Tu ne hai comunque una decina.
-Mai abbastanza- borbottó infastidito, ma tornò comunque la coscia di pollo alla figlia che non aveva neanche un anno.
Lei smise di piangere all'istante, fece dei versetti soddisfatti e tornò a usare il cibo come se fosse un ciuccio.
 
Kenma si guardò intorno leggermente in imbarazzo, tutti li stavano fissando e, data la situazione, potevano benissimo passare per due maniaci che avevano rubato un bambino.
Erano al mare, Kea aveva da poco compiuto un anno e i genitori avevano deciso di fare una gita in spiaggia quel finesettimana.
Purtroppo però, non appena Kuro aveva preso tra le braccia il figlio e l'aveva abbassato per fargli bagnare i piedi con l'acqua della riva, questo aveva iniziato a piangere disperato aggrappandosi con le unghie al corpo del padre.
-Kea non c'è motivo di piangere- stava cercando di spiegare Tetsuro in difficoltà -è solo il mare, l'acqua è divertente, guarda quegli altri bambini come giocano!
Ma a nulla valevano le consolazioni del padre, poiché il bambino non aveva alcuna intenzione di ascoltarlo, continuava a piangere disperato e ad aggrapparsi a lui urlando parole come "Papa" e "no".
E, in fondo, cos'altro potevano aspettarsi dal loro piccolo gattino?
 
Per Tadashi era una giornata come un altra, finché non tornò a casa e trovò Emiko e Kei in lacrime abbracciati sul divano.
La mente lo riportò a tutte quelle notti di due anni prima dove la sua sorellina non faceva altro che piangere per la morte di loro madre, si preoccupò e si affrettò a raggiungerli.
-Che succede?- la sua voce era ansiosa e non fece nulla per nasconderlo.
La bambina tirò su con il naso e si strinse a corpo del biondo con più forza, poi borbottó qualcosa che per il castano fu incomprensibile da capire.
-Cosa?- chiese mentre l'ansia peggiorava.
Fu Kei a spiegare, i suoi occhi erano cerchiati di rosso e stringeva la bambina mentre le passava una mano sulla schiena per calmarla -Abbiamo iniziato a vedere il secondo film di Jurassic World.
-Oh…- Tadashi si calmò e si rimise in piedi -La scena dell'isola e della barca?
-Sì.
Tadashi annuì -Vado a fare la cioccolata calda.
 
Akaashi aveva passato buona parte della sua vita a trovare soluzioni alle crisi di Bokuto. Quindi, quando i suoi bambini entrarono nella "fase del pianto", non fu difficile per lui trovare soluzioni anche a quelle.
Naoya che piangeva perché non riusciva a mettere i calzini.
Maru che piangeva perché i suoi pancake non erano perfettamente rotondi.
Crisi di pianto perché il sapone in bagno era finito, perché l'uva era troppo verde o perché si erano scaricate le batterie della sveglia.
Akaashi era diventato bravo a trovare sempre la giusta soluzione, ma soprattutto capì di aver raggiunto la sua evoluzione finale quando ai gemelli si aggiungevano le crisi di Bokuto che non riusciva a trovare una soluzione per i suoi figli.
E lì, proprio nel momento in cui Akaashi riusciva a calmare tutti e tre, sapeva di essere arrivato alla sua massima aspirazione.
 
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