Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    08/03/2022    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’amore mio è come una lettera, che non oso stracciare, brucia nel mio cuore, ma mai oserei farla bruciare davanti a te.

Il mio amore è come una lampada, illumina il sentiero ma ho paura che illumini come un sole, noi due.


Amore mio non aver paura, mostrami il tuo amore perché io non potrei mai respingerti, né mai giudicarti! Da quando sono nato, ogni cellula e atomo del mio corpo esiste solo per amarti! Ci amiamo più di quanto amiamo noi stessi.

Per salvarci l’un l’altro, siamo disposti a tutto.

Pascolare in Paradiso insieme ai cavalli argentati, o saltare nella pozza dell’inferno ballando insieme ai demoni
È un ballo diverso, ma è sempre ballo.
L’importante è ballare

Sapendo che stanno suonando la nostra canzone…

E non c’è niente che non farei per te
È importante che tu lo sappia
Amore non è amore, se guarda solo sé stesso desiderando il male dell’altro
L’amore non ha paura di essere sacrificio
Pur di sapere l’altro felice e in salute

Mio amore, mio diletto

Cavaliere dalla scintillante armatura io sarò per te

Sempre ti proteggerò , ma non dal cuore
Dagli orchi cattivi, dai mostri sotto il letto
Ma non chiedermi di smettere di amarti
Morirei per te se fosse necessario

Vedrei paesaggi fiabeschi, caldi e freddi, e ti guarderei dall’alto o dal basso

Tutto pur di continuare a vederti sorridere

Non dire così, ti supplico..-

Tutto pur di continuare a vederti vivere

Se lo facessi io ti riporterei da me

Ti cercherei dovunque tu vada, sopra la Terra o oltre la terra. Ti cercherei attraverso paesaggi mai esplorati e conosciuti.
Non azzardarti ad abbandonarmi


Oh scusami se ti ho fatto piangere, amore mio, non volevo

Quante parole che ho detto, non avrei voluto

Quante parole fatte vorrei non aver mai fatto

Non oggi ma durante tutta la mia vita
Ma te lo giuro, te lo prometto, mi pentirei mai
Di morire per te
Per continuare a vederti vivere, lo farei mille volte
Perché ti amo

E so che per te sarà uguale

E farei lo stesso anch’io

Il destino ci ha messi insieme.

Per tutta la vita

Il presente con te è come il futuro

Ti amo da un tempo infinito

Anime gemelle da mille vite

Mille vite è troppo poco, il mio amore per te è infinito

Non sono mai stato bravo con i numeri e le cifre, ci limitano e mi confondono

Allora smetti di parlare di numeri e fa parlare il tuo cuore

Il mio cuore non parla, si commuove, tra i singhiozzi dice che fino a che io avrò battito lo giuro
Voglio vivere con te, voglio vivere per te
Voglio continuare a vedere il tuo volto. Sempre

Fatti guardare da me, sempre

Il tramonto e l’alba non smettono di voler sorgere ogni giorno
E io non smetterò di aver voglia di amarti
E nessuno dovrebbe volerlo fare

Se l’uomo potesse avere chiaramente in vista la formula che muove l’Amore non avrebbe più bisogno di porre domande, non chiederebbe più niente e vivrebbe tutto il tempo con il sole negli occhi e le stelle a illuminare le sue pupille.

Siamo angeli che cercano solo amore.
 
Il duetto di Sam e Dean fu attraversato da un applauso fragoroso con le stelle intorno a loro e la neve finta che scendeva tra loro, le lanterne a illuminare la foresta finta, mentre chiudevano il duetto con un bacio appassionato.
 


*****
 
Perché il diavolo ha deciso di privare gli esseri umani della parte più bella di sè? Per il diavolo, dovrebbe essere qualcosa che vale la pena di cui essere ricordato. Perfino il diavolo dovrebbe desiderare essere ricordato per qualcosa di BELLO dopo tanto tempo passato ad essere disprezzato.

Oh, se gli esseri umani potessero vedere  l’angelo che eri. Maestoso , potente e divino, la stella del mattino più brillante di tutte.
Facevi fiorire i lillà e non ti scordar di mè e quando passavi loro davanti, la luce li illuminava.
Credi di aver perso le ali, ma sono sempre lì, sepolte dentro di te, in attesa che un atto di compassione le faccia uscire di nuovo fuori.

Ma il tuo dolore lo impedisce, il tradimento di tuo padre brucia come lava sulla tua schiena, ti ha rinchiuso in un luogo di dolore, allontanandoti dai tuoi fratelli per sempre.
Hai cercato di tornare in Paradiso, ma il paradiso è chiuso e sbarrato per te.

Invochi perdono, sei pentito, ma il Paradiso rimane sbarrato.
“Girerò intorno a ognuno di questi cancelli e prima o poi riuscirò a entrare di nuovo! E se non fosse sufficiente, girerò intorno al mondo!! Ma io tornerò!”
 
Ma per quanto ti sforzassi, i cancelli erano impenetrabili, la tua gabbia era mentale, eri chiuso dentro la tua testa e nessun carceriere era più spietato di te stesso.

Il paradiso si può raggiungere solo con la purezza dell’anima e tu hai dimenticato, hai dimenticato l’angelo che eri!
 
Hai dimenticato quanto amavi la luce, i fiori, gli animali, la Terra, quanto amavi la Terra..e i cuccioli di dinosauri e i tuoi stessi fratelli.

E insieme a queste cose, hai scordato la tua voce.
Era la voce di una stella, luminosa e soave.
Hai dimenticato com’era la tua voce e insieme a questa, hai scordato chi sei.
Non esiste gabbia peggiore di quella che noi stessi ci costruiamo.

Siamo imperdonabili solo se crediamo di esserlo.
Anche i diavoli peggiori, sono stati bambini una volta, angeli innocenti.

E saltavano sull’erba al sole, insieme ai pulviscoli del sole, gioiendo di questa compagnia come la più bella.
I raggi di sole baciano i bambini rendendo morbida l’erba che di solito taglia i piedi,
ma a loro fa il solletico.

Chiamati a mezzogiorno, mangiando il pane più buono del mondo e un fruttolo, la merenda più dolce del mondo.
E da grandi invece non siamo mai sazi.
Restare sempre bambini, farci bastare quel poco per essere felici, mentre da grandi non siamo mai contenti!

Eppure c’è stato un giorno, lontanissimo, in cui ci bastava correre sull’asfalto a piedi nudi, saltando le pozzanghere, per sentirci FELICI.

Proprio come gli angeli, che amavano volare e sorvolare la Terra, ammirandola e venerandola come la creazione migliore in assoluto.

Ogni pietra era rispettata, sfiorata con passi leggeri e carezze distratte mentre sfioravi le montagne.
E ti chiedevi se esse sentivano il tuo tocco e ne erano contente, oppure timorose, come fossero animali da cui aspettarsi una reazione.

“Ogni cosa vive, ogni cosa sente TE.” Diceva vostro padre.
 
C’è stato un tempo..in cui gli angeli avevano riverenza per ogni cosa, anche per quelle che non si muovevano
E gli alberi, venerati come Dei, perché davano ossigeno a tutti e regali dalle loro foglie, regali gustosi.
 
C’è stato un tempo in cui potevi sentire l’aria riempire i tuoi polmoni e accarezzarti lo spirito, l’acqua consolarti e ritemprarti e l’eco di stelle lontanissime quasi cantare come sirene in una lingua sconosciuta…
 
Poi tutto, come iniziò…sparì..
Sparì in un buco  nero, forse se ne andò, dove vanno tutte le cose che spariscono, nei buchi neri, che nessuno ha mai visitato.
Sparì, ma non finì.

Perché niente finisce mai davvero, solo sparisce, in modo che continua a esistere ma tu non puoi vederlo più.
È andato a finire da un’altra parte, dove tu non puoi più vederlo.
 
La cosa più tremenda che puoi fare, è affezionarti agli occhi.

Credere che quello che di bello tu vedi, avrà sempre quella forma e sarà sempre visibile.
Quando non riuscirai a trovarlo, sarai niente di meno che il bambino che gioca a nascondino e non trova la sua preda.
Ti lascia disorientato e confuso.

Quella cosa non è più dove avrebbe dovuto essere e non c’è neanche poco distante.
Chissà dov’è finita.
Se n’è andata.
 
Forse le cose che spariscono, sono davvero andate a finire in un buco nero, hanno giocato a nascondino in un luogo troppo lontano e poi non sono più riuscite a tornare indietro e tu non riesci più a vederle.
E quindi le dimentichi.
 
Il vero peccato è dimenticare la bellezza della nostra anima, dimenticare chi eravamo prima di essere quello che siamo oggi, dimenticare la luce del nostro spirito.
Se tutti noi potessimo vedere Lucifer per l’angelo che era, le cose che ha fatto quando era solo LUCE, lo perdoneremmo.

E se possiamo perdonare il diavolo, perché non possiamo perdonare noi stessi?
 
 
 
Sam si sforzò di non piangere mentre sentiva quella voce fuori campo, ma era difficile e i costumi di scena non aiutavano, mentre Dean si chinava su di lui e lo baciava, dopo averlo portato fuori da una rappresentazione di un edificio in fiamme.
 
“Ho sognato che Lucifer era tornato buono..e che illuminava tutta la Terra e anch’io correvo nella luce.”

“Amore mio, la luce è tornata finalmente, è tornata in tutto il paese, e sei stato TU, sei stato tu con il tuo atto di coraggio a far tornare la luce in questo posto..e c’è una cosa che non ti ho mai detto, l’hai fatta tornare anche nel mio cuore.” Disse Dean e subito dopo si baciarono sotto la luce della luna.
 
 
*****

“Non ci sono parole per lo spettacolo, è stato incantevole, avete commosso tutti.” Disse Edward.
“Peccato che Gabriel e Castiel non abbiano voluto assistere al pianto degli angeli..forse siamo stati irrispettosi?” chiese preoccupato Fushico.

“Si sono voluti allontanare perché l’emozione era troppo intensa.” Disse Albert con i fogli in mano.
 
Una schiera di angeli con ali trasparenti e le stelle disegnate e il trucco bianco e gli occhi bagnati, piangeva , cantando una sinfonia ad archi e pianoforte, che sembrava una struggente preghiera.

Era una preghiera dedicata a Lucifer, uno struggente moto di affetto quasi disperato ricolmo di profonda tristezza.
Castiel e Gabriel resistettero per pochi secondi, prima di lasciare il palco, sommersi da un’emozione troppo intensa.

Nel frattempo fuori dal palcoscenico, aveva cominciato a piovere.
“Guarda, Castiel, anche il cielo piange, insieme a noi.” Diceva Castiel.

“Sì, ma piange con il sorriso, guarda..” disse indicando il cielo, cui c’era sopra un arcobaleno appena spuntato.
 
 
 
“Siete stati la mia voce e il mio cuore, siete stati la mia voce narrante e tutto questo non lo dimenticherò mai.” Disse Albert. “Adesso possiamo andare tutti a riposarci.”
Ma Albert non riuscì a riposare, nel suo studio non faceva altro che guardare calcoli e ancora calcoli.
“Professore, voleva vedermi?” chiese Castiel.

“Sì, ma dammi del tu, Castiel, oramai siamo diventati praticamente tutti amici, siediti.”
“D’accordo. Professore se è per essere uscito durante il coro angelico, noi  non..”
Ma Albert alzò una mano.

“Non c’è niente di cui devi scusarti, Castiel, comprendo perfettamente anzi mi scuso con te se con la mia rappresentazione vi ho fatti soffrire.”

“Ma no, assolutamente, a dire la verità è che era così bella..che era quasi insopportabile da vedere! E questo fornirebbe un nuovo spunto sulla narrazione, chi lo sa se forse è colpa delle nostre emozioni se certe cose si rendono invisibili?”

“Mmm..dici che forse i sentimenti che noi proviamo davanti alla bellezza spaventano la bellezza al punto da nascondersi a noi, forse come protezione? Possono quindi i sentimenti far soffrire come lame? Interessante deduzione, merita di essere approfondita.”
“Professore, con tutto il rispetto, ma non ho ancora capito perché sono qui..”

“Ah, vero ahhah mi dispiace, Castiel, è che qualche volta mi perdo nelle mie delucidazioni, un po’ come l’oggetto dei miei studi si perde apparentemente nel paradosso del tempo.”
“Paradosso dei tuoi studi?”

“Mi sto interessando a una cosa nuova, da quando tu e quei fantastici ragazzi siete comparsi nella mia vita, e ho deciso di chiamarle falle del sistema.
Castiel si irrigidì.
“Non so di cosa stai parlando.”

“Vedi, letteralmente una falla, è un buco..un buco di qualcosa, un buco che necessita di essere riempito, e che se non viene tappato presenterà degli errori nel meccanismo di una struttura importante, un po’ come un grattacielo che potrebbe crollare..” Albert avvicinò la mano al suo modellino di carte e ne estrasse una.
Il castello di carte crollò.
“PATAPUM.” Disse lui.

“Sembra un oggetto di studio molto importante, ma sembra che l’argomento ti preoccupa da vicino, Albert. C’è qualche falla del sistema che pensi di poter aggiustare?”
“Sono ancora indeciso..” disse lui.
“Come? Che significa?” chiese lui.
“Vieni con me, così forse capirai meglio.” Disse Albert.
 
 
Albert portò Castiel dietro l’università e gli fece vedere una bellissima targa bianca contornata da fiori viola e blu.
“Noti qualcosa su questa targa?” chiese il professore.
“No, voglio dire, è una bellissima targa, ma è…vuota.” Ammise Castiel.

“Esatto. Esatto.” Disse il professore chinandosi verso la targa e continuando a guardarla come se ci vedesse il mistero dell’universo.
“Professore?”

“È proprio questo il problema. Ho costruito questa targa come preso da una emozione inspiegabile, le mie mani sembravano come strumento guidato da Dio, mi sembrava un qualcosa di estremamente importante, ma poi una volta finita..non ci ho scritto NIENTE!”
“Non sei costretto a farlo, non ancora, se non vuoi.”

“Il punto è che non ho smesso di pensare a questa targa da quando siete arrivati voi..ora credo di sapere, quali sono le parole che vorrei dipingere.” Disse accarezzandola.
“Mi sento onorato di questo..” disse Castiel.
“Castiel, ora ti farò una domanda e sei libero di non rispondermi ma se lo facessi, vorrei che tu non mi mentissi.”

“Io  non so se posso farlo..ma prometto che non mentirò, professore.”

“D’accordo..dunque..è una domanda semplicissima, prima di venire nel passato..insomma, oh, non so come spiegarmi..insomma, è la PRIMA volta che io incontro voi? Tutti voi intendo. O è già successo in una qualche linea temporale?”
Castiel lo guardò confuso e smarrito.

“Io, mio fratello e i miei amici non abbiamo fatto altri viaggi negli anni settanta, prima di questo. Quindi direi di sì.”
“E gli altri? Gli altri ragazzi del passato? Li avrei incontrati comunque anche se non avessi mai conosciuto voi?”
Castiel ora sembrava preda di un forte mal di testa.

“È una domanda semplice, Castiel.”

“Maledizione, prof, credi che solo perché siamo angeli, sappiamo ogni cosa?? Sì, il vostro incontro tra te e loro, era previsto, anche senza me e i miei amici, ma non so in che modo e non so i dettagli, ora ti prego, smettila. Prima che facciamo dei danni seri!”
Albert annuì apparentemente soddisfatto.

“Il punto è un altro.” Disse Albert voltandosi verso di lui. “Se voi non foste mai venuti nel passato, non avrei mai avuto una tale ispirazione, quindi che fine avrebbe fatto questa targa? Forse sarebbe rimasta vuota?? “ disse guardandolo.
Castiel si irrigidì.
“Io..io veramente non..”

“Perché se memore della mia ispirazione, io ci scrivessi sopra, significherebbe che l’ho fatto in onore dei vostri amici del passato, ma PRIMA che voi affrontaste questo viaggio, significa che la targa era vuota perché io non avevo ancora incontrato i vostri amici.”
“Se decidesse di scriverci.” Disse Castiel.

“Trattasi di paradosso del tempo, quelle che io chiamo appunto falle del sistema. Progettare un qualcosa sapendo che c’è qualcosa che tu dovresti sapere, ma che non puoi sapere..perchè non hai mai vissuto..ma che saprai…se la vivessi in un altro tempo. La mente umana straordinaria è, mio caro Castiel, ci fa dedurre che dovremmo sapere cose mai vissute, la mente sa, anche se non conosce, la mente capace straordinariamente di viaggiare nel tempo e sapere cose che non si è mai conosciute. Ora, cosa che mi chiedo è: vostra missione è farmi conoscere contenuto della mia futura targa?”
 
“Si..si è fatto tardi, professore e per quanto ammiri le sue fantastiche teorie, devo tenere d’occhio i miei protetti in modo che non interferiscano troppo con il futuro. Buona fortuna con i suoi studi.” Disse Castiel, chiudendosi la porta alle spalle mentre Albert sorrideva.






















ho voluto fare un omaggio a Sam e Dean, non hanno detto esplicitamente che sono fratelli però ^^

forse non si capisce bene ma gli angeli erano impersonati da Lucien, Fushico, Elijah ecc

ps penso si capisca ma cmq se non si dovesse capire, nel duetto le scritte bianche parla Dean, il grassetto parla Sam
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza