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Autore: Altair13Sirio    11/03/2022    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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L’Animus sfrecciò sul campo di allenamento e si infilò in una strettoia in mezzo a due palazzi; l'area era una ricostruzione di una grande città deserta formata da ologrammi e campi di forza. Ci furono delle esplosioni alle sue spalle; i nemici robotizzati lo avevano preso di mira con più insistenza negli ultimi cinque minuti e aveva dovuto mettersi al riparo. Era l’Animus ad occuparsi di riportare i civili – piccoli droni da salvare – al punto di raccolta prestabilito, per questo era impellente che rimanesse illeso a tutti i costi.
Lo Stridiosauro si lanciò all’interno di una galleria e riuscì così a liberarsi degli inseguitori, che rimasero all'esterno. Le luci del tunnel, a distanza regolare colpivano la sua testa a velocità sempre più elevata: quello era il posto perfetto per guadagnare velocità e poter così seminare definitivamente i nemici, ma quando l’Animus fu vicino all’uscita vide comparire di nuovo le sagome dei droni che lo avevano braccato, ad attenderlo alla fine del tunnel. Stavano preparando un attacco diretto, ormai era troppo tardi per voltarsi e tornare indietro, così Aki non poté fare altro che caricare a testa bassa e prepararsi a resistere al colpo; l’alternativa sarebbe stata sparare in avanti, ma con gli obiettivi da proteggere tra le braccia sarebbe stato troppo rischioso.
Così Rin strinse i denti e si preparò alla scossa che le avrebbe inevitabilmente tolto il respiro, ma questa non arrivò: nello stesso momento in cui i nemici fecero fuoco, il corpo di un altro Stridiosauro si parò davanti a loro e fece da scudo ai due fratelli, restituendo un colpo di coda ai due droni inseguitori, che vennero distrutti nell’impatto con un edificio.
<< Sbrigatevi ad uscire da qui, ed evitate di ficcarvi in trappole simili la prossima volta! >> Esclamò Yoshiki, sgridandoli per non essere stati abbastanza cauti. Il suo Stridiosauro si rialzò come attraversato dai brividi, Aki e Rin gli rivolsero uno sguardo di ringraziamento prima di sfrecciare lungo la strada sgombra dai nemici, lasciandolo a sincerarsi delle condizioni della propria partner.
<< Quei due devono imparare ad essere più riflessivi. >> Sbuffò il ragazzo osservando l’Animus che spariva in lontananza. In realtà la coppia composta dai due fratelli era tra le più analitiche della squadra, ma quando si ritrovavano alle strette finivano per cedere all’istinto completamente; erano forti e intelligenti, ma alcune volte commettevano errori ingenui.
Naho fu rincuorata a sentire che Yoshiki fosse genuinamente preoccupato per lei; grazie alla connessione riusciva a provare alcune delle emozioni che occupavano la mente del ragazzo, in quel caso c'era apprensione nei suoi confronti, che aveva dovuto ricevere l'attacco al posto dell'Animus. Ormai la loro connessione era arrivata a livelli abbastanza alti da riuscire a condividere i sensi alla guida dell’Anthurium, ma a volte era una sensazione fastidiosa che rischiava di distrarli; con il tempo si sarebbero abituati anche a quello e il loro equilibrio si sarebbe allineato in maniera ottimale…
<< Forza, torniamo dagli altri. Senza di noi Gaia finirà per essere sovraccaricato di lavoro! >>
Bastavano poche parole a far tornare Yoshiki completamente operativo, quasi fosse una macchina da guerra; si dimenticò completamente di quella sensazione sgradevole e riprese a pilotare come sapeva, riportando l’Anthurium nella posizione iniziale per dare man forte agli altri Stridiosauri. I modelli più piccoli erano stati mandati in avanscoperta per contrastare l’offensiva nemica mentre l’Aros perlustrava il perimetro dall’alto; a loro era stato dato quindi il compito di restare nel centro della città ed occuparsi dei nemici che sarebbero potuti sfuggire agli altri, oltre che tenere gli occhi aperti per eventuali civili da salvare. Era un compito noioso alle volte, ma i Parasite dovevano restare sempre vigili!
Suzuko continuava a pensare di essere stata relegata a compiti ingrati; prima i potenziamenti che servivano a limitarla, adesso gli allenamenti inutili in una zona dove non succedeva niente… In fondo sapeva già che, assieme allo Xenomorphus, lo Iustitia avrebbe fatto piazza pulita dei droni nemici senza lasciarne passare nemmeno uno e normalmente questo sarebbe stato ottimo, ma avrebbe preferito essere lì con loro invece che restare nelle retrovie a non fare niente! E poi doveva tenere sotto controllo la caposquadra, assicurarsi che non desse di nuovo di matto…
<< Ehi, non è che c’è qualcosa che ti preoccupa? >> La voce di Tetsuya la destò improvvisamente dalle sue macchinazioni, facendole perdere la visione all’esterno del Gaia per un momento. Lui poteva sentire ciò che provava, e se c’era un calo di concentrazione lo avrebbe percepito; era solo un’ipotesi, ma forse in quel modo avrebbe potuto condizionarlo indirettamente a seguire i suoi stessi obiettivi.
Suzuko si voltò e sorrise automaticamente. << No, sono solo un po’ annoiata. >> Ammise, sapendo di non poter fare molto per mascherare la sua irritazione. << Restare qui non è molto emozionante… >>
<< A chi lo dici… >>
Ottimo! Pensò. Anche lui non ne può più di attendere.
<< Hai detto qualcosa? >>
Suzuko sobbalzò sulla propria postazione. Non si era ancora abituata all'idea che il suo partner condividesse le sue stesse sensazioni, ma poteva addirittura sentire i suoi pensieri direttamente? Di certo significava che il loro legame stava crescendo!
<< No, niente! >> Si affrettò a rispondere, non volendo mentire troppo al ragazzo. << Quindi anche tu ti stai annoiando? >>
Tetsuya sbuffò e allungò le gambe dal proprio sedile. << Bé, in questo modo non impariamo niente di nuovo. Le squadre dovrebbero essere più equilibrate, in modo che tutti possano esercitarsi… >>
<< Hai perfettamente ragione! >> Esclamò entusiasta la ragazza, contenta di vedere che Tetsuya capisse come si sentiva. << Cioè, va bene andare sul sicuro in una battaglia reale… Ma in simulazioni come queste ci potrebbero anche lasciar sperimentare con la formazione! >>
<< Non fatevi venire strane idee, voi! >> Li ammonì la voce di Ojizaki, proveniente dagli altoparlanti della cabina. Accanto a Suzuko comparve l’ologramma del volto del ragazzo e questo mandò un’occhiata di rimprovero al compagno di squadra. << Attenetevi al piano! Potrete lamentarvi dopo con Hachi e Nana. >>
<< Sì, scusa Yoshiki… >> Rispose imbarazzato Tetsuya, che non si aspettava di essere sentito dagli altri. Suzuko però sbuffò.
<< Ma sì, anche se dovessimo rompere gli schemi, non succederebbe niente! E’ per questo che facciamo tutti questi test. >>
Yoshiki fissò l’ologramma con diffidenza, poi cambiò argomento. << E’ ora del controllo: dividiamoci e perlustriamo il perimetro della zona! >>
<< Agli ordini! >> Rispose un po’ spaesato lo Stamen del Gaia subito prima che la connessione con l’altro ragazzo si chiudesse. Suzuko però rimase contrariata.
<< Non c’è bisogno che sbraiti ordini in quel modo… Non è neanche il caposquadra! >>
<< Ma sì… In fondo ha ragione. >> Cercò di calmarla lui. << Andiamo, meglio non perdere tempo! >>
I due si avviarono lungo la strada prescelta e mentre Tetsuya teneva d’occhio gli anfratti in cui avrebbero potuto nascondersi eventuali nemici sfuggiti all’avanguardia, oltre che altri civili da salvare, Suzuko teneva i sensi all’erta per prepararsi a un eventuale attacco; era più che pronta, aveva i nervi a fior di pelle, sarebbe bastato uno stimolo minuscolo e avrebbe fatto saltare in aria l’intera zona con il suo gas.
La ragazza avvertì un’incertezza nel partner quando questo alzò lo sguardo verso una terrazza a cinquanta metri di distanza e si girò per guardare nella stessa direzione.
<< Lì! Un drone nemico! >> Esclamò lo Stamen facendo alzare un tentacolo, che subito si estese per afferrare l’obiettivo. Suzuko digrignò i denti mentre quella sensazione di avere il braccio allungato oltre i limiti fisici le toglieva il respiro, ma sentì una sorta di rilievo quando poté afferrare il robot che aveva attirato la loro attenzione. Ce l’aveva fatta, aveva raggiunto un altro obiettivo, un riquadro da riempire nella lista, un punto in più nel risultato finale… Ma sfortunatamente per lei, non aveva previsto la possibilità che il nemico non fosse da solo: in un istante, decine di droni nemici saltarono fuori dai loro ripari e salirono sul tentacolo del Gaia mentre questo distruggeva il suo bersaglio principale.
<< Oh, no! >> Riuscì a esclamare solo la ragazza, sentendo i corpi dei nemici che si arrampicavano sul suo “braccio.” Il drone si era lasciato catturare di proposito così che gli altri potessero prenderli con le difese abbassate.
Provò a scacciarli come insetti agitando il tentacolo, ma solo un certo numero di questi mollò la presa e si schiantò contro gli edifici circostanti, provocando diversi crolli. Presa dal panico, non si rese conto delle urla di Tetsuya che le diceva di calmarsi e di lasciare che se ne occupasse lui; aveva perso il controllo per una brevissima frazione di secondo e questo era bastato perché la coscienza di Suzuko si ritrovasse al comando dell’intero Stridiosauro. Era una sensazione nuova, ma non fu in grado di accorgersene per via dello spavento e così il Gaia iniziò a vibrare violentemente nel tentativo di liberarsi dei nemici che lo avevano circondato.
<< Suzuko, ascoltami! Possiamo occuparcene se manteniamo i nervi saldi…! >>
Senza che le parole di Tetsuya sortissero alcun effetto, il Gaia iniziò a perdere quota e i suoi tentacoli si allungarono in tutte le direzioni, girando vorticosamente in una spirale di carbonio e molecole di gas. La ragazza andò in iperventilazione e nell’esatto momento in cui sentì un drone arrampicarsi vicino alla radice di un tentacolo, rilasciò tutta l’energia.
L’esplosione fu visibile anche da dove stavano lottando Iustitia e Xenomorphus. Il gas raccolto fino a quel momento nelle sacche era in quantità minore rispetto agli altri test, ma la tensione di Suzuko aveva fatto addensare una parte del combustibile, provocando una esplosione più intensa che incenerì l’intera area e fece quasi perdere i sensi alla Pistil.
Per un po' ci fu un fischio insistente nelle orecchie di Suzuko. La zona era stata distrutta, ma i nemici erano stati tutti annientati; anche se un po' estrema, avrebbero potuto considerarla un'ultima risorsa da utilizzare in battaglia.
<< Stai… >> Quando si voltò per cercare il proprio partner, una violenta scossa alla base del cranio la fece gemere di dolore; fu come se le fosse stata staccata improvvisamente la spina e il Gaia smise di muoversi. Non ci capiva niente e aveva forti vertigini e un mal di testa fastidiosissimo, ma tutto passò in secondo piano quando sentì i lamenti di Tetsuya alle sue spalle.
Suzuko si voltò e, nonostante la stanchezza, si alzò per correre subito da lui: il ragazzo si era gettato a terra e si stava rotolando come vessato da un dolore insopportabile. Suzuko non riuscì a farlo parlare, ma alla fine capì che la radice del problema era il suo braccio; la tuta da Parasite era stata strappata fino alla spalla e ai fianchi, mentre il braccio di Tetsuya aveva assunto un colore scuro come irritato, anzi completamente ustionato.
<< Che è successo? >> Domandò più a sé stessa che a lui, quindi si affrettò ad aprire le comunicazioni per chiamare aiuto. << Maruyama è ferito! Sembra provare molto dolore, e… >>
La voce di Suzuko si interruppe. Chiamando aiuto sarebbe stata esposta al giudizio degli altri, l'infortunio di Tetsuya sarebbe stato sicuramente attribuito a lei; non sapeva ancora come fosse successo, ma era sicura che fosse colpa sua…
Era colpa sua che il suo partner fosse in quello stato agonizzante in quel momento, e ne avrebbe sicuramente dovuto pagare le conseguenze. Sentiva già la vergogna di quell'incidente ricadere su di lei e tormentarla fino alla fine dei suoi giorni: avrebbe perso la stima dei coordinatori e l'ammirazione delle sue amiche, mentre sarebbe stata definitivamente lasciata nell'ombra di Nakamura e Ojizaki; e che cosa avrebbero detto i suoi genitori di una simile incompetenza?
Tutto questo si sarebbe sicuramente avverato, a meno che non avesse fatto finta di niente. Se avesse cercato di risolvere il problema da sola, magari sarebbe riuscita a deviare la colpa su qualcos'altro; magari poteva dire che i droni avevano provocato l'esplosione o che era stato lo stesso Tetsuya a interrompere la connessione inavvertitamente… In questo modo tutto quello che aveva fatto, tutto il suo lavoro non sarebbe stato sprecato, forse…
Forse…
Ma che cosa stava pensando?
Non riusciva a credere che avesse pensato di dare la colpa a Tetsuya. Da quando non era capace di assumersi le proprie responsabilità? Una vera leader non si sarebbe messa a pensare a come salvare la faccia in quella situazione: Tetsuya aveva bisogno di aiuto, e lei era la persona su cui doveva contare in situazioni del genere, non poteva tradire la sua fiducia in questo modo!
Suzuko riattivò le comunicazioni e completò il messaggio di emergenza. I coordinatori interruppero prontamente l’addestramento per recuperare la coppia del Gaia in sicurezza e portare Tetsuya al centro medico.
Più tardi Hachi avrebbe detto che forse avrebbero dovuto sfruttare quell'imprevisto per mettere alla prova il resto della squadra nella situazione in cui una delle coppie non fosse in grado di combattere, ma l’emergenza aveva la priorità e per la sicurezza di Maruyama era stato fermato tutto.
Tetsuya aveva contratto quella che sembrava una ustione al braccio destro, ma ciò che l’aveva causata inizialmente fu un mistero per i tecnici; ancora più strano fu constatare per i dottori che visitarono il ragazzo come non vi fosse un vero danno sul suo corpo: il braccio di Tetsuya presentava quasi tutti i segni di una ustione di secondo grado, ma i suoi tessuti non erano danneggiati. Sembrava che il suo cervello stesse reagendo a uno stimolo inesistente, provocandogli tutto quel dolore e facendo reagire il corpo di conseguenza. Quando poi arrivarono i dati del Gaia, le cose si chiarirono un poco: sembrava che Suzuko avesse preso il controllo dello Stridiosauro per un breve lasso di tempo, superando la volontà del partner e raggiungendo dei livelli critici durante la connessione, ma che lo spavento causato dall’attacco dei droni avesse provocato un crollo di concentrazione, portando la Pistil a perdere completamente la connessione proprio nel momento in cui il Gaia faceva esplodere il gas accumulato; rimasto senza partner, i nervi di Tetsuya avevano sostituito quelli di Suzuko per un istante e sovraccaricati di stimoli avevano provocato quella reazione.
<< Cento percento?! >> Esclamò incredula la ragazza quando Hachi le lesse il livello raggiunto dalla Pistil durante il picco; per un istante si dimenticò del suo partner, simili risultati non potevano che eccitarla.
L’uomo annuì pensieroso. << Non c’è da stupirsi che abbiate perso la connessione; gli strumenti avevano già rilevato un aumento della pressione dal tuo lato, mentre i livelli di Tetsuya erano rimasti stabili al punto di partenza. Con un salto così grande vi sareste disconnessi ugualmente anche senza l’intervento dei droni. E’ stato un colpo di sfortuna che vi siate ritrovati in quella situazione, altrimenti ne sareste usciti pressoché illesi… >> Spiegò leggendo ancora i dati forniti dai tecnici.
Suzuko si ricompose e annuì costernata; non si poteva certo mostrare allegra quando il suo compagno era nella stanza accanto, dolorante. La giustificazione di Hachi la rincuorò un poco, ma si sentì comunque una stupida per aver perso la concentrazione in quel modo; il suo errore era inammissibile, se fosse successo durante una battaglia reale sarebbero morti!
<< Posso andare a parlare con Tetsuya? >> Avrebbe voluto condividere con lui quelle informazioni e chiedergli scusa per la sua disattenzione.
Hachi annuì lasciando intendere che non ci fosse nessun problema. << Lo abbiamo spostato nell’infermeria della tenuta; ancora qualche ora di riposo e potrà tornare alle sue faccende, ma dovrà tenere un bendaggio speciale per le ustioni sul braccio ancora un po’… >>
Dopo quelle spiegazioni, Hachi la accompagnò a casa per incontrare Tetsuya; anche lui voleva assicurarsi che stesse meglio, ma quando arrivarono all’infermeria di Mistilteinn scoprirono che il ragazzo non era esattamente dell’umore adatto a conversare.
<< Ciao, Tetsuya… >> Lo salutò timidamente Suzuko appena entrata, cercando lo sguardo del proprio partner che se ne stava sul letto a fissare il soffitto.
<< Ciao. >>
<< Posso parlarti un momento? Volevo sapere come stessi… >> Provò a dirgli la ragazza, facendo qualche passo all’interno della stanza. Anche Hachi si infilò attraversò la porta e salutò il giovane e forse fu la sua presenza a tranquillizzarlo un poco – o a inibirlo?
<< Sto bene, credo… >> Iniziò lui. << Il braccio brucia, ma posso sopportarlo. Queste bende sono talmente rigide da avermelo addormentato, quindi non è un gran problema… >>
Suzuko mostrò un mezzo sorriso a quella che le sembrò essere una battuta del ragazzo, ma nessun altro rise nella stanza facendola sentire fuori posto. Alla fine si avvicinò ancora di più al lettino dell’infermeria e inspirò a fondo, come alla ricerca delle parole adatte.
<< Mi dispiace, Tetsuya. E’ stata colpa mia se ti sei fatto male durante l’addestramento! >>
Il ragazzo rimase in silenzio. Non sembrava tanto sconvolto da quella rivelazione, probabilmente lo aveva immaginato già da tempo; la vera sorpresa forse fu ricevere le scuse di Suzuko.
Hachi ripeté le stesse cose dette alla sua partner e illustrò i dettagli tecnici che avevano portato alla disconnessione e al conseguente danno per lo Stamen, ma Tetsuya era poco interessato a quelle informazioni e dopo averlo ringraziato, espresse il desiderio di essere lasciato da solo con Suzuko.
Così Hachi si scusò e lasciò i due ragazzi da soli a risolvere qualunque problema fosse sorto. Improvvisamente Suzuko si sentì a disagio e desiderò che l'adulto tornasse indietro; teneva la testa bassa, incapace di reggere lo sguardo di Tetsuya che invece la fissava con sdegno.
<< Non sono arrabbiato, se è questo che pensi. >> Le disse alla fine con la voce di chi stava trattenendo una profonda rabbia. << Tuttavia penso che ci sia un problema, e voglio fartelo presente prima che questo finisca per protrarsi a lungo e rovinare tutto ciò che siamo riusciti a costruire insieme. >>
<< Dimmi pure. >> Mormorò lei con voce tremante dopo aver trovato il coraggio di guardarlo negli occhi. Deglutì vistosamente, coscia di essere di fronte a una discussione pesante.
<< Io lo sento, il tuo desiderio di migliorarti: non so esattamente perché, ma sembra che tu sia ossessionata dall’idea di andare oltre, superare sempre l’ostacolo al primo tentativo. Eppure dovresti aver capito ormai che le cose vanno prese con calma, o si rischia di farsi male… Lo sento durante la connessione quanto tu sia concentrata sul dimostrare a tutti il tuo valore, e per quanto io non sia pressato allo stesso modo, finisco per esserne influenzato tramite la connessione. Non è un problema, non c’è niente di male nel voler crescere, ma dobbiamo farlo insieme! Ci è già stato detto di non poter andare avanti senza aspettare i progressi l’uno dell’altra, eppure tu hai continuato a ignorarlo e hai cercato un modo per aggirare il problema, finendo per superare il limite. Oggi è successo in un addestramento, ma che succederebbe se dovesse ripetersi in battaglia? >>
Suzuko abbassò lo sguardo costernata. Non aveva modo di scusarsi, non c’era alcuna cosa che potesse dire per ottenere il perdono del partner; tuttavia Tetsuya continuava a dirle di non essere arrabbiato.
<< Voglio capire, Suzuko. >> Disse lui sporgendosi un po’ dal letto. << Voglio capirti senza dover rimanere a studiarti come un alieno. Voglio sapere cosa ti spinge a dare il massimo in ogni cosa che fai, così che possa essere motivato anche io a farlo per aiutarti! >>
Tetsuya era un bravo ragazzo, gentile e onesto; Suzuko poteva essere sicura che quelle parole fossero dettate dal profondo, che non fossero solo uno strumento vuoto di significato. Tante volte aveva desiderato di sentirsi dire qualcosa del genere, avere un rapporto vero con qualcuno tanto da sentirsi libera di dire e fare ciò che sentiva dentro; ma se si fosse aperta, avrebbe finito per rovesciare sulla metaforica tavola della loro relazione tutto ciò che la angosciava, trasformando quel rapporto di "noi" in un "io." Poteva mai fare quel torto a Tetsuya e addossargli quel peso?
Scosse la testa. << Scusami, è colpa del mio senso di competizione. Sono troppo determinata a dimostrare di essere migliore… No! Uguale agli altri. Voglio che gli altri riconoscano la mia forza, ma nel tentativo di dimostrarlo ho finito per fare del male a te, e adesso non riesco a smettere di pensare a come potrei aver per sempre rovinato il nostro rapporto… >>
Tetsuya fissò il vuoto per un momento riflettendo su quelle parole; quell’inciampo della ragazza mentre cercava di giustificare il motivo di tanta foga gli era rimasto in testa e pressava sul suo cervello, cercando di trovare un significato secondario. Alla fine lasciò perdere e invece cercò una risposta sensata per farle capire di non aver rovinato niente.
<< Non hai bisogno di fare così tanto per dimostrare la tua forza, credimi: gli altri sanno già quanto vali… Io so quanto vali! >> Disse allungando la mano sana verso di lei, che si chiese se fosse accettabile stringergliela con delicatezza. << E ovviamente sono contento che tu voglia dare il massimo quando pilotiamo, ma devi riuscire a gestire le tue energie in maniera intelligente. Non serve a niente spingersi oltre il limite in un allenamento, se questo significa che non potremo allenarci per una settimana… >>
<< Una settimana? >> Fu la reazione incredula di Suzuko, che spalancò gli occhi. << Come… Perché? >>
Tetsuya alzò il braccio fasciato senza troppe cerimonie e fece una smorfia, d'accordo con la frustrazione della partner.
<< Dieci giorni, in realtà. >> Disse seccato. << E’ il minimo perché le ustioni guariscano senza complicazioni, ma fortunatamente non dovrò attendere che siano completamente rimarginate… >>
Ancora una volta, Suzuko abbassò lo sguardo costernata e si scusò con il partner. << Per colpa mia potrei aver rovinato il nostro lavoro di squadra… >> Mormorò. Tetsuya ormai era esasperato.
<< Ehi, non farne una tragedia! Non significa che non possiamo studiare insieme e divertirci. Troveremo un altro modo per migliorare come una coppia, e quando torneremo a bordo del Gaia saremo ancora più forti di prima! >>
Questa volta la ragazza lo guardò fiduciosa e abbozzò un sorriso. Lo ringraziò mentalmente per tutte le parole incoraggianti che le aveva dato, quindi gli propose di andare a prendere un gelato una volta usciti da lì, come da tradizione ormai per loro due.
<< Ah, sì… >> Mormorò il ragazzo. << Un gelato adesso mi tirerebbe su di morale. >>
Mentre finivano di parlare dei loro piani per la giornata, la porta dell’infermeria si spalancò mostrando Yoshiki, agitato e con una piccola vaschetta tra le mani, accompagnato da Naho che faceva capolino da dietro un suo braccio curiosando con lo sguardo all’interno della stanza.
<< Ho… >> Borbottò il ragazzo. << Ho sentito che parlavate di gelato… >>
Le sue parole rimasero criptiche per i due all’interno della stanza finché i loro sguardi non andarono a posarsi su quella vaschetta che aveva in mano: bastò un’occhiata per capire che fosse piena di gelato, il classico contenitore disegnato per mantenere bassa la temperatura, ben sigillato e abbastanza grande per più persone.
<< In realtà non so perché abbia pensato al gelato, fa piuttosto freddo fuori… >> Borbottò Yoshiki stringendo le spalle, quasi sul punto di tornare indietro e far finta di niente. << Ma sapevo che a Tetsuya piace, quindi magari ti avrebbe tirato un po’ su di morale? >>
Suzuko e Tetsuya si lanciarono un’occhiata spiazzata prima di sorridergli e invitare entrambi all’interno; Tetsuya in particolare era molto contento che Yoshiki avesse pensato di fargli quella sorpresa, nella speranza di farlo sentire meglio.
I quattro Parasite trascorsero qualche momento di allegria cercando di distrarre l’infortunato dalla sua seccante condizione, poi i piloti dell’Anthurium gli augurarono una pronta guarigione e tornarono alle proprie stanze, seguiti poco dopo da Suzuko che, dopo essersi scusata ancora una volta con Tetsuya, disse che gli avrebbe rivolto tutte le attenzioni necessarie d'ora in avanti.
Prima di tornare ai propri affari, Naho però intercettò il partner e gli chiese di poter parlare a quattr’occhi per un momento. Yoshiki acconsentì di buon grado e la seguì nella biblioteca dove evidentemente la ragazza si sentiva più a suo agio; la situazione gli ricordò il giorno che lei lo aveva confrontato riguardo alla discussione avuta con Nakamura e Sentakami, ma questa volta non aveva idea di che cosa volesse dirgli.
<< Forse sto solo analizzando eccessivamente ciò che è accaduto… >> Iniziò lei dopo aver tirato un lungo respiro. << Tuttavia, dal giorno della battaglia, non ho potuto smettere di pensarci. E, dopo averci riflettuto a lungo, ho deciso che sarebbe stato importante parlarne per poter limitare al massimo i rischi in futuro. >>
Perplesso, Yoshiki allungò una mano e disse:<< Ti ascolto. >> E Naho annuì a sua volta come per darsi coraggio.
<< C’è qualcosa che ti ha turbato quando abbiamo confrontato i VIRM per la prima volta, non è vero? >>
Lo sguardo della sua partner era titubante, come se volesse sbagliarsi ma la necessità di sapere la costringeva ad agire in modo più sfrontato. Non aveva paura degli occhi sottili di Yoshiki, la maschera di freddezza che indossava era troppo facile da ignorare una volta scoperto il trucco e sin dal primo momento la ragazza aveva capito che non sarebbe stata un problema; tuttavia era quello che restava sotto di essa a confonderla. Certe volte Yoshiki era dolce e impacciato come quando aveva portato il gelato a Tetsuya, altre volte diventava sicuro di sé e faceva impallidire tutti con la sua abilità oratoria, ma in rare occasioni diventava qualcuno completamente diverso… Le emozioni lo sopraffacevano in maniera irrazionale ed era in quei momenti che Naho non capiva più chi avesse a fianco. Era successo durante la battaglia, quando si era lanciato ciecamente verso i nemici, abbassando completamente le difese; fortunatamente Naho era riuscita a farlo rinsavire prima che venissero allo scontro, ma se fosse successo ancora nessuno le assicurava che sarebbe riuscita a controllare quelle emozioni. La connessione funzionava in modo che, più i due piloti si univano, più le emozioni che condividevano influenzavano entrambi, e se la prossima volta si fosse lasciata travolgere dalla rabbia di Yoshiki nessuno avrebbe potuto fare dietrofront e riacquistare la freddezza necessaria a combattere con i nemici.
Dopo che la ragazza ebbe esternato questi suoi pensieri, Yoshiki sorrise come se avesse capito a cosa si riferisse; non le sfuggiva niente, fu ciò che lasciarono intendere quegli occhi.
<< E’ vero. >> Ammise, sapendo di non poter tenere a bada la curiosità della sua partner. << E’ stato quando gli alieni ci hanno parlato. >>
<< Eri arrabbiato per quello che hanno detto? >> Domandò apprensiva Naho. << Lo sai che non si è trattato nient’altro che di una provocazione… >>
<< No, non è stato per quello. O meglio, le parole dei VIRM mi hanno turbato, ma non nel modo in cui credi tu. >> Puntualizzò il ragazzo, prendendo un po’ di tempo per pensare. Naho lo guardò chiedendogli di spiegarsi meglio; sperava di poterlo aiutare a ignorare quelle pulsioni che lo avevano portato a prendersi un rischio enorme. Quando però Yoshiki diede la sua spiegazione, le lasciò molto poco con cui lavorare.
<< E’ stato il modo in cui… Ho sentito la loro voce dentro la mia testa. >> Scandì portandosi una mano alla fronte, quasi come se dovesse alleviare un’emicrania. << Non mi è piaciuto… Mi ha… Fatto arrabbiare. >>
Confusa, nonostante potesse comprendere la sensazione di Yoshiki, Naho annuì con un po’ di fatica. << Quindi… >> Tentennò. << E’ stata l’invasione della tua mente, un posto che dovrebbe restare privato, a farti reagire in modo così aggressivo? >>
Yoshiki annuì vivacemente. << Sì, esatto! E’ come se… Come se mi sentissi violato. >>
Naho sostenne lo sguardo del proprio partner senza lasciar trasparire alcuna emozione, ma fu estremamente grata a sé stessa per non aver mai provato a leggere di proposito nella mente di Yoshiki come Kya aveva dimostrato di saper fare durante la connessione con il suo partner. L’ultima cosa che voleva era scatenare una reazione rabbiosa nel compagno e rischiare di perdere quel legame che li univa in modo tanto sciocco.
<< Ma non è la stessa cosa di quando entriamo nella connessione? >> Era più forte di lei, non riusciva proprio a tenere a freno la lingua. E Yoshiki mostrò di aver pensato la stessa cosa con un sorriso.
<< Però tu sei mia amica. >> Rispose con un tono che Naho non ricordava di aver mai sentito da lui. Era la totale fiducia che riponeva in lei a permettergli di sopportare l’idea di averla nella testa; quello, assieme forse alla consapevolezza di avere a disposizione a sua volta un pezzetto della coscienza di lei.
La ragazza alzò lo sguardo e sorrise. << Eh. >> Sospirò. << Anche questo è vero. >>
   
 
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