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Autore: Bodominjarvi    12/03/2022    1 recensioni
Provenivano da due paesi distanti e anche da due decenni differenti, ma le loro storie erano quantomai analoghe...Travagliate e senza nessun lieto fine all'orizzonte. Loro non vivevano...Sopravvivevano. Era un condizione che ormai avevano accettato entrambi da tempo.
Ambientata durante e post Tekken 7.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Kazuya Mishima, Nina Williams, Sorpresa, Steve Fox
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Fuoco. Fiamme. Cenere e fuliggine. Fumo e zolfo. Due paia di occhi colmi di odio. Tra le nubi scure facevano capolino le sagome di due uomini che avevano abbracciato il male e si trovavano li col solo scopo di distruggersi a vicenda.

"Hai scelto un bel posto per morire" commentò il più giovane, con un ghigno sprezzante, osservando gli zampilli di lava attorno a se come se fossero bolle di sapone.

"Pensavo fosse appropriato." Ghignò beffardo il più vecchio, lanciando una palese frecciata all'altro, atta a rivangare in lui ricordi lontani e dolorosi.

Il sorriso sul volto di Kazuya si spense non appena realizzò che la scelta del luogo non era casuale, l'occhio vermiglio luccicò di luce assassina, era pronto a stroncare l'uomo a cui doveva la sua stessa vita e che durante tutto l'arco di essa egli si era impegnato a rendergliela un inferno.

"Sistemiamo questa storia. É giunto il momento della tua fine"

Tempo di terminare la frase che i due combattenti si corsero incontro pronti a sfogare tutti quegli anni di disprezzo, rancore, astio e desiderio di vendetta che avevano l'uno nei confronti dell'altro. Calci e pugni volavano frenetici, ogni colpo scagliato trasudava di desiderio di ferire e fare sempre più male. Come potevano padre e figlio bramare di annientarsi a vicenda? Umanamente si trattava di una concezione nemmeno lontanamente contemplabile, ma qui non si parlava già più di umani: da un lato c'era l'uomo più malvagio mai esistito sulla faccia della Terra. Dall'altro suo figlio, che aveva venduto l'anima al diavolo.

"Povero idiota" lo derise Heihachi infierendo con un colpo dietro l'altro, scagliandolo sempre più lontano, mentre nella sua mente affioravano i ricordi dei soprusi che aveva inflitto sul primogenito.

Ed anche nella di quest'ultimo stava accadendo la stessa cosa, la vista del padre in quello scenario di lava e rocce infuocate gli riportò alla mente di quando venne gettato nel cratere di un vulcano proprio da Heihachi, azione deliberata che lo mise fuori gioco per anni e gli fece perdere l'unica persona alla quale avesse mai tenuto al mondo. Una furia incontenibile lo accecò ancora di più, reagendo e lottando supportato dalla collera, ma Heihachi era un osso duro e con una testata poderosa lo scagliò lontano contro una roccia, riducendola in briciole. L'ira di Kazuya raggiunse un nuovo picco che mai avrebbe pensato di sfiorare e lasciò che il gene parassita che viveva dentro di lui sino dalla tenera età lo guidasse nella lotta contro il suo peggior nemico. Con un urlo liberatorio scagliò un potente raggio di energia, che costrinse il vecchio in un minuscolo fazzoletto di terreno, mentre tutto attorno a lui colava nel magma.

"Maledetto Kazuya!"

Il vecchio Mishima ancora non era deciso a darsi per vinto e rispose con grande tenacia ai colpi violenti del figlio, pur combattendo con una seconda entità al suo fianco che gli accresceva notevolmente la forza.

"Tutto qui?" lo sbeffeggiò, ricevendo subito come risposta un calcio sullo sterno. "Non ancora!"

"Perchè non muori e basta?" ringhiò il figlio, che iniziava seriamente a stancarsi. "Proviamo così..."

Era ansioso di porre fine a quel gioco che andava avanti da fin troppi anni. Voleva massacrare quel viscido verme e mandarlo all'inferno nel modo più doloroso possibile e per raggiungere il suo obiettivo non si sarebbe fatto scrupoli. Ripensò a sua madre Kazumi. Agli allenamenti barbari da bambino. Alla caduta rovinosa da quella rupe che gli sarebbe costata la vita se non avesse venduto l'anima al diavolo. Al rifiuto di essere collegato a quell'essere umano privo di qualsiasi sentimento positivo e al desiderio spassionato di vendetta, di togliergli tutto e ridurlo nel nulla. L'odio allo stato puro gli permise di cambiare forma e di lasciare che la malvagità prendesse il sopravvento: non era più Kazuya Mishima, ma quell'essere dalla pelle violacea, le grandi ali simile a quelle di un pipistrello, gli artigli da arpia, la coda a scaglie come quella di un drago e le corna sul capo: era Devil Kazuya, pronto a uccidere.

"Ecco quello che stavo aspettando" gongolò soddisfatto Heihachi, pronto a dimostrare che non gli serviva nessun gene demoniaco per essere invincibile.

La lotta rincominciò ancora, nessuno riusciva a sferrare il colpo decisivo all'altro, cosa che irritò l'animo già iracondo di Kazuya oltre l'immaginabile. Perchè quel vecchio bastardo non moriva? Era forse dotato di poteri dei quali era sempre stato all'oscuro? No, non poteva finire così, doveva pagare, doveva soffrire, doveva morire.

"Questo luogo sarà la tua tomba!" Urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo, riempiendo il padre di colpi potenzialmente letali per chiunque, scagliandolo in aria e ributtandolo a terra. "É finita! Ora muori!" 

Un altro fascio potentissimo di lampi di energia violacea si diramò dal corpo di Devil Kazuya e colpirono Heihachi in pieno, causando un'esplosione impressionante, che sollevò una grande quantità di polvere e roccia. Ci vollero diversi minuti perchè tutta quella devastazione si quitasse e le nubi di polvere sollevate si dissipassero. Il demone osservò il corpo del genitore disteso a terra, gustando il sapore della tanto agognata vittoria...Sensazione che purtroppo durò molto poco, perchè le dita del vecchio si mossero, costringendolo a voltarsi.

"Eh?" mormorò incredulo, alla vista dell'uomo che si stava rialzando sulle sue stesse gambe. "Non stai dicendo sul serio!"

E invece sì, era tutto vero! Nel giro di qualche secondo il suo avversario era di nuovo in piedi di fronte a lui, più feroce e aggressivo che mai!

"Kazuya!" ringhiò, rimettendosi in posizione di combattimento.

"Fai silenzio, idiota!" replicò sprezzante il figlio, pronto a ricominciare la lotta più lunga ed estenuante della sua vita.

Era talmente basito dalla tenacia del padre che abbassò momentaneamente la guardia, permettendo all'avversario di infliggergli colpi durissimi come palle di cannone.

"Le tue illusioni di grandezza finiscono qui!" urlò, dopo l'ennesimo fendente poderoso che fece andare ad impattare Kazuya contro una roccia a svariati metri di distanza.

Quest'ultimo ne riemerse pochi istanti dopo, talmente provato da aver riacquisito la forma umana.

"Ancora vivo?"

Kazuya non poteva più sopportare quella situazione, non era possibile che quel bastardo fosse ancora vivo dopo una lotta del genere.

"Maledetto Heihachi..." sibilò trascinandosi incontro al suo peggior nemico, con il serio intento di farla finita una volta per tutte.

Un pugno. Due pugni. Tre. Quattro. Cinque. E tanti altri. Barcollavano, ma non mollavano. Ad un colpo devastante di Kazuya, ne seguì una testata micidiale da parte di Heihachi. Quella battaglia che andava avanti da quasi 50 anni sembrava essere destinata a continuare in eterno. Kazuya indietreggiò di qualche passo per osservare la sua nemesi, mentre altri ricordi della sua terribile infanzia gli ritornavano alla mente alla sola vista di colui che gliela aveva resa un martirio.

"Pensi di essere più forte di me? Ti spezzo in due." urlò il vecchio. "Le tue illusioni di grandezza finiscono qui!"

Quelle parole gli rimbombarono nel cervello, raggiungendo il punto di non ritorno.

"Mi riprenderò tutto!" mormorò.

E poi un urlo rabbioso. Una rincorsa. E il più forte dei pugni mai sferrato sulla Terra che colpì il vecchio Mishima dritto al cuore. Un'aurea violacea che lo circondò. Un rantolo smorzato. Una caduta rovinosa. E un ultimo respiro. Kazuya osservò il corpo senza vita di Heihachi con un'espressione impassibile e senza il più minimo rammarico. Lo sollevò tra le braccia e si avvicinò sull'orlo di una rupe, gettando il cadavere nella lava come fece suo padre con lui tanti anni addietro. Per la prima volta in vita sua si sentì finalmente realizzato. Ce l'aveva fatta. Lui, Kazuya Mishima aveva vinto.

"Nel combattimento conta solo chi rimane in piedi. Nient'altro."

~

A molti chilometri di distanza due uomini e un androide rimasero in silenzio attoniti e impotenti. Quanto avevano appena assistito aveva dell'incredibile e purtroppo anche del disumano. Heihachi Mishima era morto e stavolta per davvero. Ciò significava che Kazuya ora aveva in mano il mondo intero. Entrambi gli esisti di quella battaglia sarebbero stati disastrosi, ma l'opzione vincente era decisamente la peggiore. Ora sì, che erano tutti in grave pericolo e fu questo a turbare di più lo svedese, quanto l'essere rimasto definitivamente orfano.

"E così è finita..." mormorò il cinese dalla chioma argentea, anche lui fresco di lutto, ma quanto mai disinteressato alla perdita.

"Già..." replicò l'altro ragazzo con tono grave.

"Che succederà ora?" domandò il robot che sembrava semplicemente una giovane ragazza indifesa dall'animo gentile.

"Non lo so...Ma nulla di buono! Prevedo grossi guai all'orizzonte." replicò Lee, abbassando lo sguardo.

"Che facciamo?" chiese ancora Alisa, sempre più preoccupata.

"Nulla...Noi non possiamo fare assolutamente niente, siamo impotenti..." rispose Lars. "Solo una persona è forse in grado di fermarlo e in questo momento è in coma profondo alle nostre spalle." borbottò girandosi per osservare il nipote che vegetava da settimane su quel lettino, legato e sommerso da elettrodi.

Ma fu proprio nel momento in cui si voltò a guardarlo che si rese conto che i parametri vitali sullo schermo stavano cambiando.

"Lee...Lee, guarda!" esclamò avvicinandosi per osservare meglio.

"Non ci posso credere! Si sta risvegliando...Lars, raduna gli uomini! Non possiamo sapere come reagirà..."

Il capo della Violet System si affrettò ad attivare tutte le misure di sicurezza possibili. Se si stava risvegliando esattamente dopo il trionfo del padre era ovvio che quell'essere mostruoso che viveva dentro entrambi fosse in fermento. Pregando con tutto sé stesso che non susseguissero altre conseguenze catastrofiche, si strinse attorno a suoi alleati e osservò Jin Kazama sbarrare gli occhi con un sussulto... 
 

~


Sapeva che non era finita per davvero. Sapeva che una volta chiusa la faccenda con il suo odiato padre, ne aveva ancora altre due aperte: una col suo altrettanto detestato figlio. L'altra con quel mostro sbucato da chissà dove che millantava di essere stato mandato nientemeno che da sua madre Kazumi. Ed era consapevole della sua presenza silenziosa, ma letale e che si era goduto tutto lo spettacolo precedente. Fulmineo schivò il colpo lanciato alle sue spalle. Era da vigliacchi, ma anche in quella battaglia tutto sarebbe stato concesso.

"Immaginavo che non saresti rimasto morto al lungo..." commentò sprezzante.

"Non riposerò fino alla tua fine" rispose una familiare voce roca.

"Sarai tu a morire!" replicò Kazuya, riassumendo la forma demoniaca e scagliandosi contro il nemico.

Sarebbe stato uno scontro senza esclusione di colpi, ma mai in vita sua si era sentito così sicuro di sé e potente.

"Il mio potere è assoluto" affermò Akuma, senza darsi per vinto.

Ma era tutto inutile. Avrebbe potuto colpirlo con la forza di diecimila uomini che non sarebbe bastato. Era un avversario temibile e potente senza ombra di dubbio, ma non abbastanza per lui.

"Preparati!" urlò, pronto a scagliare l'ennesimo attacco.

Ma Kazuya non aveva paura, quel sentimento non aveva mai sfiorato il suo cuore da quando aveva venduto l'anima al diavolo.

"Sono io ad avere le redini" ribattè. "Questo posto sarà la tua tomba!"

Akuma venne colpito selvaggiamente e lanciato ovunque, ma ancora non cedeva. Era un osso duro.

"È finita! Adesso muori!"

Riuscì a sopravvivere miracolosamente al primo raggio d'energia che gli venne scagliato contro e barcollando si rimise in piedi nonostante i danni subiti.

"Cerco solamente il sangue della battaglia!" dichiarò, partendo nuovamente alla carica, incapace di darsi per vinto. "Fatti sotto, vieni da me come se ne dipendesse la tua vita" lo provocò.

Ma fu un errore. Non aveva ancora capito quanto potere il Gene del Diavolo potesse arrivare a sprigionare. Kazumi non avrebbe mai potuto prepararlo ad uno scontro del genere, nemmeno lei poteva immaginare cosa sarebbe diventato il suo amato figlio.

"Ti manderò dritto all'inferno!"

Accadde tutto in un attimo. Un fiotto accecante di luce viola scaturì da entrambi, ma uno fu di gran lunga più potente dell'altro. Più potente di qualsiasi altra cosa nell'universo intero. L'esplosione durò meno di un secondo, ma tanto bastò per rendere il corpo di Akuma un mucchietto fumante di cenere. Kazuya sorrise malignamente, contemplando il suo operato e rendendosi conto di quanto fosse diventato forte. Anche il secondo atto si era compiuto. Gli restava solo una cosa da fare e che stava rimandando da troppo tempo.

"Preparati Jin...Lo sento che sei vivo, ma ancora per poco...Tu sarai il prossimo..."
 

~


Note dell'autrice: capitolo aggiornato il 28/03/23 dopo essermi accorta di aver completamente dimenticato di riportare lo scontro finale da Kazuya e Akuma :') La vecchiaia mi gioca brutti scherzi. Bhe, ecco a voi il capitolo più noioso e banale che ci sia in versione aggiornata, ma giuro che sarà il primo e l'ultimo XD


 

  
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