Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    14/03/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Keep breathing Titolo: Keep breathing
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 1259 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Timothy Jackson Drake, Jason Peter Todd

Rating: Giallo
Genere: Malinconico, Introspettivo

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Narratore inaffidabile
Easter Calendar: 9. Il sick ferisce il caretaker
Uovo di Pasqua:
"Non è stato sempre così" || "Ora ascoltami"
Blossom By Blossom: Passato
 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Faceva caldo, tanto caldo. Tim non riusciva a trovare refrigerio nonostante si fosse denudato di tutti i suoi vestiti e si trovasse nella caverna, la zona più fredda di tutta l'enorme villa.
    Col respiro affannato, cercò di mettersi a sedere sul lettino e di guardarsi intorno, gli occhi brucianti come se gli stessero andando a fuoco; era solo, sentiva lo sciabordio del fiume sotterraneo e il costante bip del macchinario a cui era attaccato, e fu con un gesto secco e un'imprecazione che si staccò la flebo dal braccio, ignorando lo zampillio del sangue per alzarsi sulle gambe tremanti e malferme prima di premersi la mano destra contro il fianco dolorante.
    Dov'erano tutti? Perché non c'era nessuno nella caverna insieme a lui? Più si guardava freneticamente intorno, più la testa gli doleva, e per poco non cadde quando si mosse e inciampò nei propri piedi, aggrappandosi fermamente al tavolino d'acciaio. Reprimendo un conato di vomito, Tim cercò di tenere gli occhi aperti e respirò pesantemente dalla bocca, sentendo un terribile sapore metallico sulla punta della lingua. Non riusciva a capire come fosse arrivato a casa né chi lo avesse accompagnato, ma aveva come la sensazione che le luci intorno a lui stessero cominciando a divenire più flebili e i contorni sfocati, cosa che gli fece saltare il cuore in gola.
    Un brusio richiamò la sua attenzione e sollevò lo sguardo così in fretta che per poco non gli scroccò l'osso del collo, e cadde in ginocchio quando provò a camminare per allontanarsi da quelle voci. Con la coda dell'occhio registrò il profilo del suo bastone e allungò debolmente una mano per afferralo, cercando di rimettersi in piedi con il suo aiuto mentre quelle voci continuavano a martellargli nella testa. Le sentiva strisciare nelle sue orecchie come serpenti, grattare nel suo cervello come le infide unghiette dei pipistrelli che popolavano la caverna, e Tim dovette deglutire più e più volte per evitare di dare di stomaco. Poteva farcela, poteva uscire dalla caverna e lasciarsi quelle voci alle spalle, quelle voci aliene che avevano cominciato a diventare più forti e rimbombavano contro le pareti di pietra della caverna.
    «Non è stato sempre così», sussurrò una di quelle voci in tono distorto, e Tim sgranò gli occhi nel rendersi conto che quella era la voce di sua madre. Come... com'era possibile? Sua madre era morta anni addietro quando, catturata da Obeah Man durante un viaggio ai Caraibi, aveva bevuto dell'acqua avvelenata. Ed era morta una seconda volta quando il suo corpo era stato profanato dall'anello delle Lanterne Nere. Quindi perché Tim aveva cominciato a sentire quella voce?
    La parte razionale del suo cervello gli diceva che era tutta colpa della febbre, dello stato in cui il suo corpo si trovava e della condizione a cui era sottoposta la sua mente, ma aveva cominciato a tremare dalla testa ai piedi e si sentiva svenire, terrorizzato dalla possibilità che sua madre, nuovamente vittima di quell'orribile anello, fosse tornata a cercarlo e volesse finire il lavoro che aveva iniziato qualunque altro pazzoide di Gotham che lo aveva ridotto in quel modo.
    «C'è qualcosa che non va nel nostro ragazzo».
    Stavolta fu la voce di suo padre a farlo sussultare, e Tim si portò una mano al petto, affondando le unghie nella pelle nuda. Dio. Perché, perché i fantasmi dei suoi genitori lo perseguitavano Jack Drake era morto, morto e sepolto, ed era stato quel bastardo di Capitan Boomerang a... Tim gridò a pieni polmoni quando, davanti ai suoi occhi, comparve proprio la sagoma sfocata di Digger Harkness. Col giaccone aperto a mostrare una quantità spropositata di armi, le braccia tese e le mani che stringevano i boomerang insanguinati, lo squadrava con attenzione al di sotto del cappello che indossava, il ghigno che poco a poco si faceva sempre più largo sulle sue labbra sembrava deridere la sua paura.
    «Qualche problema, moccioso?» gli domandò Boomerang, facendo qualche passo verso di lui con le sue armi ben salde fra le mani.
    Incespicando mentre indietreggiava, Tim allargò le palpebre a tal punto che sentì l'aria fredda della caverna ferirgli gli occhi, ma sollevò il bastone davanti a sé come per arrestare l'avvicinarsi dell'uomo. «Non provare a fare un altro passo», biascicò con voce impastata, come se la lingua faticasse a muoversi e le corde vocali non volessero collaborare come avrebbe voluto. Sentiva il sapore della bile in bocca, il calore che gli saliva dal collo alle guance e il sudore che gli imperlava la fronte, ma non avrebbe permesso a quell'assassino di avvicinarsi a lui.
    «Altrimenti?» La risata sprezzante di Harkness parve trapassargli le orecchie, sbattendo contro le pareti di pietra. «Oh, povero ragazzo. Povero, piccolo ragazzo. Guarda qui, guarda cos'ha fatto il tuo dolce papà». L'uomo allargò la giacca, mostrando un buco che gli squarciava il petto e che permetteva di vederne attraverso, tanto che Tim dovette trattenere un conato di vomito. «Devo ricambiare il favore, capisci?»
    «Non ti muovere!» urlò Tim con tutto il fiato che aveva in gola, rinserrando la presa sul bastone prima di gettarsi all'attacco; piangendo e gridando, colpì con forza la mano destra di Boomerang e cercò di conficcare il bastone nel buco che aveva nel petto, con la testa che gli doleva e il corpo che si reggeva stento in piedi. Non riusciva più a capire che cosa stesse dicendo quell'uomo, perché non lo stesse colpendo a sua volta e perché lo avesse afferrato per le spalle, ma non gli importò: continuò solo a colpire con forza, senza interruzioni, sulle gambe, il busto, la testa; biascicava il nome di suo padre e sentiva la saliva scorrere lungo il suo mento, con gli occhi febbrili e spalancati che fissavano il volto di quell'assassino.
    «Tim!»
    Bruce. Quella era la voce di Bruce. Con le mani che tremavano e le nocche talmente bianche per aver stretto con forza il bastone, Tim dovette sbattere le palpebre più e più volte prima di rendersi conto che la persona che aveva davanti non era Digger Harkness... bensì Jason. Era Jason che lo teneva fermo per le braccia. Era Jason che aveva una marea di lividi su grossi bicipiti. Ed era sempre Jason quello che stava sanguinando da un grosso taglio sulla sua tempia destra. Oh, Dio... cosa... cosa aveva fatto?
    «Io... io...» provò a parlare, ma dalla sua gola uscì solo un suono strozzato dalle lacrime che aveva provato a trattenere fino a quel momento. In preda ai deliri della febbre, aveva fatto del male a Jason scambiandolo per quel bastardo di Capitan Boomerang. Come aveva potuto? Pianse senza sosta, lasciando cadere il bastone mentre le persone che amava - c'erano Bruce, Alfred, Dick, persino Damian e Cass - si stringevano intorno a lui e a Jason che lo sosteneva, impedendogli di cadere.
    «Ora ascoltami». Nonostante il sangue che gli colava ad un angolo del viso, Jason cercò di parlare in tono calmo, poggiando le mani sul volto di Tim come a costringerlo a guardarlo con estrema attenzione. «Qualunque cosa tu abbia visto, non è reale. Sei nella caverna, sei al sicuro».
    Sei al sicuro. Quelle parole cominciarono a rimbombare nella sua testa ancora e ancora, così insistentemente che sembrava volessero marchiarsi a fuoco sulle pareti della sua scatola cranica, e Tim si accasciò contro le braccia forti e muscolose di Jason, stremato e senza fiato.
    Jason aveva ragione, era al sicuro. Boomerang era morto e, stretto fra le braccia di suo fratello, poteva concedersi la pace
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Allora, partiamo dalle cose importanti. Questa storia è stata scritta per l'iniziativa #EasterAdventCalendar indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Il succo della sfida stava nello scegliere dei prompt e aspettare che venissero consegnate delle Uova di Pasqua assolutamente casuali sui cui doveva essere basata la storia, inserendole nel testo in qualunque modo possibile e aspettare a pubblicarla solo dopo l'apertura del cosiddetto "uovo" . Ed è appunto così che è nata questa fiction, che ci racconta un po' il passato di Tim. Inoltre, si adattava anche al prompt per l'iniziativa #blossombyblossom indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom   
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: My Pride