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Autore: Freaky_Frix    14/03/2022    0 recensioni
«Avrei voluto camminare per sempre al tuo fianco».
Era quello che aveva detto, era quello che aveva sognato; cose di cui non avevano mai parlato apertamente, ma che galleggiavano nello spazio tra i loro corpi sempre più spesso, causando ad entrambi la pelle d’oca e il desiderio, per quanto timido, di colmare quella distanza e di toccarsi, anche solo per un istante.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Droy, Gajeel/Levy, Gajil Redfox, Jet, Levy McGarden
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ferro e lacrime

Ferro e lacrime

 

Ogni cosa appariva sospesa nel tempo, come se qualcuno avesse premuto un pulsante per fermare ogni cosa; o almeno, così sembrava a Levy. Gli unici che si muovevano erano lei e Lily, rapidi: l’Exceed aveva fiutato qualcosa, così aveva detto, quindi si erano incamminati, lei qualche passo indietro, il cuore a mille, i nervi a fior di pelle e la straniante sensazione che tutto stesse accadendo troppo rapidamente: le gambe si muovevano da sole, spinte dalla paura di restare completamente sola, soprattutto dopo che Gajeel era scomparso, lasciandola esposta e impotente, serrata tra le forti braccia di Lily, improvvisamente fredda e tremante.

«Avrei voluto camminare per sempre al tuo fianco».

Era quello che aveva detto, era quello che aveva sognato; cose di cui non avevano mai parlato apertamente, ma che galleggiavano nello spazio tra i loro corpi sempre più spesso, causando ad entrambi la pelle d’oca e il desiderio, per quanto timido, di colmare quella distanza e di toccarsi, anche solo per un istante. Ma era tutto finito; lei non aveva avuto il tempo di rispondergli, di dirgli che il futuro che aveva sognato lei lo serbava nel profondo da tanto tempo, da ben prima che la gilda si sciogliesse. Non ne aveva avuto il tempo; non aveva avuto neanche il tempo di piangerlo a dovere; la guerra non era affatto finita. E così, mentre Lily ricominciava a muoversi, stoico, mosso dall’ultima promessa che gli aveva fatto, lei lo aveva seguito come di riflesso, incapace di ragionare.

Poi, dal nulla, aveva sentito la sua voce nell’aria e si era sentita mancare. Era bastato solo il suono delle sue corde vocali – ruvide, profonde – a risvegliare il suo corpo dall’intorpidimento della morte, a riscuoterla, come se lei fosse stata la chitarra e lui avesse toccato le sue corde. Lily, dal canto suo, aveva raddrizzato le spalle larghe, rinvigorito dalla speranza, ma non aveva sorriso, anzi: avevano proseguito spediti, concedendosi soltanto delle brevi pause. Forse erano state quelle a consentire al destino di farli rincontrare così rapidamente.

Avevano ripreso a camminare da poco: il cielo era terso e l’aria fresca perché si trovavano ancora immersi tra i boschi. Lily le aveva detto che era meglio salire un po’, per capire che direzione prendere, e lei lo aveva assecondato, troppo confusa per prendere una decisione razionale in quel momento. Sapeva che sarebbe dovuta riemergere dal torpore nel quale la sua mente si era immersa, e stava lottando per mettere a fuoco a sufficienza gli alberi e il sentiero che avevano imboccato, sempre più spoglio e grullo. Più o meno a metà strada – l’Exceed aveva puntato uno spiazzo roccioso che spiccava da sopra la foresta – avevano incominciato a sentire un leggero vociare, sparso e ronzante a causa dell’eco che si propagava per la valle circostante. Lily le aveva lanciato un’occhiata di avvertimento, e lei aveva annuito – doveva restare indietro e procedere con cautela.

Erano sbucati sull’altopiano montano una mezz’ora dopo e Lily aveva sguainato il suo spadone rosso alla vista dei soldati dell’esercito di Zeref; loro, d’altro canto, non si erano minimamente accorti del loro arrivo; la loro attenzione era rivolta a sinistra, verso il precipizio che dava sulla foresta rigogliosa che i due avevano lasciato da poco. Lily aveva capito subito la situazione e si era gettato in avanti senza esitare, ma Levy ebbe bisogno di un istante in più per capire ciò che le stava accadendo davanti, e non appena ebbe messo a fuoco le tre figure che tanto stavano preoccupando l’esercito nemico aveva sentito le lacrime pungerle gli occhi.

Sull’orlo del precipizio c’erano infatti Jet e Droy, stanchi e visibilmente indeboliti; di fronte a loro, il braccio destro trasformato in una lunghissima spada seghettata, Gajeel.

Vivo e in evidente difficoltà nonostante la sua forza.

Fu in quel momento, mentre Lily sbaragliava gli uomini in armatura viola, che Levy pensò che fosse stato il destino a condurli lì; non c’era altra spiegazione. Se non fossero giunti fin lì, probabilmente Gajeel, Jet e Droy sarebbero morti. Per un secondo pensò anche che avrebbe dovuto fare la sua parte e usare la magia al meglio delle sue capacità per difendere i suoi compagni stanchi e feriti, ma la sua volontà era ancora avvolta da un sottile manto di nulla.

Avanzò lentamente, le guance solcate dalle lacrime, mentre gli ultimi soldati cadevano come pedine.

Soltanto quando Gajeel si voltò a guardarla, improvvisamente imbarazzato, i battiti del suo cuore sovrastarono la stanchezza del suo animo. Ripensò a quelle parole – a quell’addio improvvisato che gli era uscito dalla bocca – e sentì montare in sé la rabbia di chi è costretto a restare indietro, relegato in uno spazio che non è né vita né morte, ma soltanto dolore e freddo, lo spazio che spetta a chi non è concessa replica.

Il suo corpo concentrò tutta quella rabbia e quell’impotenza in un unico calcio, che mandò a tappeto Gajeel (ripensando a quella giornata, Levy pensò che soltanto un’immensa stanchezza fisica le aveva consentito di mandarlo a tappeto così facilmente).

Non sapeva esattamente come lei fosse finita cavalcioni su di lui, ma poco le importava in quel momento: lui era caldo sotto di lei e la guardava interdetto, così come Jet e Droy. Improvvisamente imbarazzata, pensò a qualcosa di sensato da dire.

«Cretino… Dovevi riportarmi alla gilda, ricordi? Hai una promessa da mantenere», fu tutto quello che riuscì a formulare.

Gajeel le sorrise, rincuorato.

«Giusto. La sede della gilda non sarà lontana, ormai» le rispose, poggiando i gomiti per mettersi seduto, una mano dietro la schiena di Levy per impedirle di ruzzolare sul terreno.

Una risata sommessa distolse l’attenzione di Jet, Droy e Lily dalla coppia: era Zera, nascosta dietro l’unico rudere presente in tutto lo spiazzo, che si godeva la scena gongolante.

Fu quell’attimo di distrazione generale a consentire a Levy di fare ciò che anelava da giorni: prese il volto asciutto di Gajeel tra le mani e, prima che lui potesse replicare, gli posò un timido bacio sulle labbra, che le restituì il sapore del ferro e delle proprie lacrime. Si allontanò quel tanto che bastava per respirare, sentendosi le guance improvvisamente in fiamme. Gajeel le accarezzò i capelli, gli occhi lucidi e le labbra socchiuse. Avrebbe voluto rifarlo, e ancora, e ancora; avrebbe voluto strapparsi i vestiti di dosso per poter sentire il suo calore addosso, ma non poteva, non in quel momento. Si limitò ad azzardare un sorriso imbarazzato e si alzò, rivolgendo la propria attenzione alla ragazza seminascosta. Gajeel fece altrettanto, dopo un attimo di esitazione. E, anche se la loro attenzione sembrava tutta rivolta alla spiegazione di Zera, a Lily non sfuggì il leggero movimento della mano di Gajeel, posata sul fianco di Levy.

Sorrise, sollevato.

Da tutto quel dolore, se non altro, ne era venuto qualcosa di buono.


Angolo dell'autrice: buonasera a tutti! Era da un po' che non scrivevo una fanfiction, e ho deciso di rimettermi all'opera dedicandone una a Levy e Gajeel, perché sono due cuoricini (╯✧▽✧)╯. L'idea mi è venuta osservando una fanart molto bella che ho trovato su Tumblr, realizzata da Rusky Boz (qui c'è il suo profilo Twitter, è davvero bravissima!♥), il resto è venuto da sé. Spero che il risultato vi sia piaciuto. Grazie per aver letto♥

Frix

   
 
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