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Autore: CrossoverManZero    20/03/2022    1 recensioni
Il mondo criminale di New York è sotto assedio. Qualcosa o qualcuno sta terrorizzando i criminali della città, in una solitaria guerra contro il crimine. Non è un supereroe, ma qualcos'altro. E' una Creatura della Notte. Un Uomo Pipistrello. Un Crociato Incappucciato. Un Cavaliere Oscuro. Lui è... Batman
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Saaaaaaaaaaaaaaalve a tutti! Sono tornatooooooo!!!!!!! Non ci sentiamo da tantissimo tempo ma sono successi, e continuano a succedere, un sacco di casini e il tempo da dedicare alle fanfiction è pari a ZERO. Ma adesso sono riuscito a finire almeno questo capitolo sul Batman marvelliano e vi garantisco che sarà pieno di colpi di scena. Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
L’Angelo della Morte
 
 
Max sbadigliò mentre aspettava che l’autobus arrivasse a scuola. Aveva passato il resto della notte nella Batcaverna, esaminando il disco recuperato al porto quando aveva arrestato Rosario Gigante e salvato i Champions. Ma non ha trovato numeri di serie o di brevetto e nemmeno le ricerche fatte al computer hanno dato sviluppi. Aveva hackerato molte reti informatiche governative e private, compresa quella dello S.H.I.E.L.D., senza trovare alcuna corrispondenza. Odiava stare un passo indietro. Altre armi del genere in mano alle gang significa altri morti innocenti. Doveva assolutamente impedirlo, ma per farlo doveva prima trovare Azrael. Il suono del clacson lo riscosse dai suoi pensieri e si rese conto che l’autobus era rimasto imbottigliato in un ingorgo. L’orologio indicava che mancavano solo dieci minuti all’inizio delle lezioni.
 
- “Merda, così farò tardi!” - imprecò mentalmente scendendo dal bus e iniziando a percorrere l’isolato, aiutandosi con lo skateboard. Non appena raggiunse la scuola, sentì il suono della campanella.
 
-“Perfetto, di nuovo in ritardo.”- pensò fiondandosi nei corridoi, dirigendosi in classe per la lezione di letteratura.
 
-Scusi il ritardo, prof. Sono…- disse prendendo posto accanto a Tommy, notando l’assenza del professore.
 
-Uh, dov’è il professore?-
 
-È stato sostituito. Oggi arriverà quello nuovo. - disse il suo migliore amico mentre la porta si apriva ed entrava un uomo dai capelli marroni corti e il viso autoritario, con gli occhi coperti da occhiali da sole neri.
 
-Buongiorno a tutti: sono il professor Philip Coulson, il vostro nuovo docente di letteratura. Ora iniziamo l’appello. - disse scrivendo il suo nome sulla lavagna. –Sembra che ci siano tutti, a parte De Marinis. Vediamo di conoscerci meglio: cominciamo da…- disse guardando il registro.
 
-“Non la D, non la D. Qualunque altra lettera ma non la D!” - si disse Max, cercando di non farsi vedere.
 
-Drake. Max Drake. Dimmi un po' di te. - il professore indicandolo, mentre il ragazzo si alzava.
 
-Beh, non c’è molto da dire di me: sono solo un ragazzo del Queens che vive con suo nonno. - mentre rispondeva, urtò un suo quaderno che cadde a terra spargendo dei fogli e causando l’ilarità di alcuni suoi compagni.
 
-Aspetta, ti aiuto…- disse Coulson, chinandosi per raccogliere i fogli, notando su uno di essi degli schizzi singolari.
 
-Ti piacciono i pipistrelli, vedo…- disse riferendosi ai disegni sul foglio.
- N-No! In realtà… ne ho sempre avuto il terrore. - rispose Max con fare sbrigativo, cercando di distogliere l’attenzione del professore.
 
-Capisco. - rispose –Vieni a scuola col bus o a piedi? –
 
-Beh, il primo tratto lo faccio a piedi, ma poi prendo il bus. - rispose Max semplicemente.
 
-Benissimo. Ora passiamo a te, accanto a lui. - disse il professore indicando un ragazzo grosso con una maglia nera: Troy Snyder, giocatore della squadra di calcio e membro della combriccola di Jordan. Le ore passarono in fretta e infine arrivò la pausa pranzo. Max andò in caffetteria insieme a Tommy, Jade e Pilar e si sedettero al loro tavolo, che tutti chiamavano il “tavolo dei perdenti”. Erano intenti a mangiare, quando videro passare il nuovo professore, diretto all’aula insegnanti.
 
-Strano forte quello. Secondo voi ha l’hobby di rapire gli studenti e caricarli in un furgone con vetro e targa oscurati? Oppure viene da quel liceo sulla 46esima, dove il preside ha una balestra? - chiese Tommy, facendo ridere i suoi amici.
 
-È solo una leggenda metropolitana, Tommy. - rispose Max divertito.
 
-Ehi, Max, che hai fatto alla faccia? - chiese poi Jade, notando la faccia dell’amico con alcuni lividi e un leggero taglio sul labbro.
 
-Oh, dio, è vero! Prima non li avevo notati. Ti fanno male? - disse Pilar con fare apprensivo.
 
-No, non è niente. Ho… sbattuto contro una porta. - rispose Max.
 
-Sì, certo. E io sono Iron Man. - ribatté Tommy per nulla convinto. –Ieri sera ho provato a chiamarti ma avevi il telefono staccato, cosa che ultimamente fai spesso. E adesso ti ritroviamo tutto massacrato, e non dire che c’entra il fantomatico “corso di autodifesa”, perché dubito che…-
 
-Sono membro di un fight-club. - dichiarò Max interrompendo il suo amico -E la prima regola del fight-club è “Non parlate mai del fight-club” perché, se lo fai, non fai più parte del fight-club, vieni espulso. –
 
-Ah, ah, divertente. Non l’ho visto quel film. La battuta è spiritosa ma non l’ho visto. - disse Jade.
 
-E visto che non ci vuoi dire come ti sei ridotto così, per punizione passerai il pomeriggio con noi. - affermò Tommy.
 
-Ragazzi, non posso. Devo aiutare mio nonno col locale e…- provò a dire Max ma non ebbe successo.
 
-Chiamalo e digli che farai tardi. - disse Jade con fare irremovibile.
 
-Max, ti prego. - lo supplicò Pilar. A quel punto, il ragazzo cedette.
 
-E va bene ragazzi, avete vinto. - disse sconfitto. Non appena finirono le lezioni, i quattro si diressero verso l’uscita quando, all’improvviso, Randy diede un calcio a Max, gettandolo a terra.
 
-Colpisci il nerd! - gridò dandosi il cinque con Troy.
 
-Ma bravi, molto maturo! Perché non crescete un po'?!- li rimproverò Jade mentre Tommy aiutava Max a rialzarsi.
 
-Ma chiudi quella fogna! - rispose Troy.
 
-Già! Stai al tuo posto, sfigata! - gli fece eco Randy prima di andarsene.
 
-Tra due secondi le uniche cose che da rimettere a posto saranno i loro denti! - ringhiò Jade scrocchiandosi le nocche, pronta a dirigersi verso i due bulli. Ma venne fermata da Max.
 
-No, Jade. Non ne vale la pena. -
 
-Ma perché non hai usato le tue arti marziali, si può sapere?!- chiese Tommy.
 
-Preferisco che non si sappia in giro. -
 
-Cosa non vuoi far sapere? - disse all’improvviso una voce.
 
-Opporca…! - urlarono i quattro, sopresi. Voltandosi, si trovarono di fronte Stephanie.
 
-Oh mio dio! Ehi, Mercoledì Addams, trovati un passatempo che non sia far venire un infarto alla gente! - esclamò Tommy.
 
-Eh, eh, lo terrò a mente. - ridacchiò la castana prima di salutare le altre due ragazze. - Ciao, Pilar. Jade. -
 
-Ciao, Steph. - disse Pilar.
 
-Gattara. - disse Jade, chiamandola col suo soprannome.
 
-Allora, Max, cos’è che non vuoi far sapere? - chiese Steph, facendo gli occhi dolci a Max, che arrossì.
 
-Ehm, che frequento un corso di autodifesa. - disse.
 
-Davvero?! Anch’io pratico arti marziali! Tu quali fai?- chiese lei.
 
-Beh, Judo…- disse Max imbarazzato.
 
-Anch’io! Insieme a: Karate, Ju Jitsu, Tae Kwan Do, Kung Fu, Muai Thai, Capoeira, Kick-Boxe, Aikido e molte altre.- rispose Stephanie, elencando con le dita.
 
-Come no! Il massimo che fai sarà sollevare le borse dello shopping fino alla tua limo e ora ti credi una sorta di Iron Fist?- disse l’irlandese andando verso di lei.
 
-Mio padre ha pagato per farmi allenare da cinque maestri diversi, so fare ginnastica a livello agonistico e, se volessi, potrei ricostruirti la faccia a calci!- affermò la ragazza, premendo un dito sul naso di Tommy per poi andarsene.
 
-Non la sopporto quella!- mormorò Jade infastidita.
 
-Non ci pensare, Jade. Così fai solo il suo gioco.- la calmò Pilar.
 
-Ancora non capisco perché la detesti.- disse Tommy – Visti i tuoi “gusti” è strano che tu non le corra dietro.-
 
Quest’ultima battuta gli fece guadagnare uno sguardo arrabbiato dalla ragazza cinese.
 
-Non sei divertente!- lo rimproverò lei –E mettiamo in chiaro una cosa: il fatto che io sia lesbica non significa che debba sbavare dietro a ogni bella ragazza che incontro, come fate voi maschi! E soprattutto non per quella stronzetta di Stephanie! Se la può prendere Max, per quanto mi riguarda!-
 
-Ehi, non mettetemi in mezzo.- s’intromise Max –Comunque Jade ha ragione, Tommy: la tua battuta non fa ridere.-
 
-È vero, mi dispiace.- si scusò il rosso. I quattro amici si diressero in un bar. In quel momento alla TV era in onda il telegiornale.
 
-Il famigerato boss criminale Rosario Gigante è stato arrestato questa notte durante un operazione congiunta tra la polizia e i Champions.- disse l’annunciatore del notiziario mentre sullo schermo erano riportate le immagini dei criminali portati via dai poliziotti. E sullo sfondo si vedevano il commissario Bale e il detective Cooper parlare con i giovani supereroi.  –Tuttavia voci non confermate attribuiscono la cattura di Gigante al misterioso vigilante mascherato noto come “Batman”.- Comparve poi l’immagine del possibile identikit del giustiziere. –Ad avvalorare questa ipotesi è stato il ritrovamento, da parte della polizia, di Tony Romita, pregiudicato e noto uomo d’affari di Gigante, ritrovato appeso a testa in giù sulla cima del Chrysler Building. Romita, quel giorno stesso, era stato assolto in un processo che lo accusava di percosse e stupro.- La scena cambia mostrando elicotteri della polizia che volano attorno al grattacielo, per poi spostarsi a terra dove infermieri e poliziotti stanno trasportando Romita su una ambulanza. Il criminale è ammanettato alla barella e si dimena furiosamente, in preda al delirio.
 
-Enorme! Un pipistrello enorme! UN PIPISTRELLO GIGANTE!!!-
 
L’immagine tornò poi all’annunciatore. –Benché sia considerato solo una leggenda urbana, sono molti gli avvistamenti del presunto “Uomo-Pipistrello”. Siamo andati in strada a chiedere l’opinione della gente riguardo l’esistenza di Batman.-  Lo schermo è poi passato a varie persone intervistate per strada.
 
-Batman? Pensavo fosse un mito, una storiella che qualcuno ha inventato per spaventare la gente. Tipo, chessò, gli alligatori nelle fogne o Ghost Rider…-
 
-Non è un uomo. Mio fratello lo ha visto farsi un nido sotto il ponte di Williamsburg.-
 
-Con quel costume, DEVE essere un eroe.-
 
-Credo che sia umano, secondo me è un uomo. O magari una donna.-
 
-Non penso sia un uomo… giurerei di avergli visto delle zanne. Potrebbe essere un vampiro o un qualche demone pipistrello.-
 
-Vedo il pipistrello, che è la sua firma.-
 
-Batman è stato qui!-
 
-Quello ci protegge, protegge la gente.-
 
-Mi piacerebbe pensarlo come a un supereroe. Ma che razza di eroe spaventa le persone? A me sembra più un cattivo.-
 
-È un fenomeno da baraccone, un mattacchione.-
 
-Un tizio che va in giro, vestito da pipistrello… ha chiaramente dei problemi.-
 
-È un fetente! E io non mi fido!-
 
-È solo un pazzo che finge di essere un supereroe… come quel tipo, The Punisher!-
 
-Da quel che ho sentito non è affatto un super. Non sembra avere alcun potere… solo dei gadget strani.-
 
-Ha un collant aderente che gli fa un bel…-
 
-Il modo in cui scompare continuamente… deve per forza essere un super. Forse è un mutante o un inumano.-
 
L’ultimo fu un artista di strada che dedicava una canzone a Batman.
 
-…La criminalità a gambe se la dà;
Con lui giustizia c’è, di forza ne ha per tre;
Non dice mai di no, fa sempre tutto quel che può;
Di notte corre e va’, si mimetizza nell’oscuritààà…-
 
L’immagine tornò al giornalista.
 
-A quanto pare il pubblico nutre sentimenti contrastanti sul conto di Batman. Tuttavia sembra che un membro di spicco dell’amministrazione cittadina abbia accolto positivamente la sua condotta di giustiziere. Stiamo parlando di Derek Grant, il nuovo Procuratore Distrettuale che segue l’inchiesta sui traffici illeciti di Rosario Gigante. Con lui c’è la nostra inviata, Emma Kurtzberg. Emma?-  Sullo schermo apparve una giovane donna bionda, con gli occhi scuri e gli occhiali che teneva un microfono. Accanto a lei c’era un uomo di colore sulla quarantina coi capelli corti e tirati all’indietro e baffetti neri, vestito in maniera elegante.  –Grazie, Jim. Sono qui col procuratore Derek Grant per discutere del possibile andamento del processo contro Rosario Gigante e sull’attività di Batman. Procuratore Grant, può confermare che l’impero criminale di Rosario Gigante è giunto alla fine?- domandò la giornalista all’uomo che rispose in modo rilassato ma deciso. –Beh, è ancora presto per dirlo, ma posso assicurare che stavolta Gigante non potrà evitare un processo e, adesso che abbiamo contro di lui delle prove schiaccianti, riusciremo ad assicurarlo alla giustizia. E se non dovesse bastare…- Estrasse una moneta d’argento da un dollaro. -… mi verrà in aiuto la sorte.- concluse con fare ironico.
 
-Procuratore Grant…- cominciò Emma -… davvero vuole affidare al caso l’esito di un processo che potrebbe porre fine all’impero di uno dei più temuti boss del crimine di New York?-
 
-Non lo faccio: me la creo la fortuna.- rispose il procuratore strizzando l’occhio alla telecamera. La giornalista trattenne una smorfia e continuò.
 
-E cosa può dirci riguardo a Batman? Molti dicono che lei appoggi la sua crociata da vigilante mascherato.-
 
-Io penso che New York dovrebbe essere fiera di un suo cittadino che si batte per ciò che è giusto.- rispose Grant con decisione.
 
-Quindi sta dicendo che la gente dovrebbe dare credito a un vigilante che si crede al di sopra della legge, piuttosto che a uomini come lei, dei funzionari eletti? E se sì, allora chi ha eletto Batman?-
 
-Tutti noi. Che siamo rimasti a guardare mentre la malavita prendeva il sopravvento.-
 
-Ma questa non dovrebbe essere una democrazia?-
 
-Vede, quando i nemici erano alle porte, gli antichi romani mettevano da parte la democrazia ed eleggevano un rappresentante per proteggere Roma. E non era un onore ma un servizio alla Comunità.-
 
-Però l’ultimo rappresentante di Roma è stato Giulio Cesare che non ha più rinunciato al suo potere, diventando un tiranno.-
 
-Beh, nessuno è perfetto. Come dico sempre: “O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”. In questo momento Batman, chiunque egli sia, è la nostra arma migliore nella lotta al crimine. Forse non è l’eroe che meritiamo, ma di sicuro è quello di cui abbiamo bisogno adesso.- concluse convinto, mettendo fine alla discussione. Max e i suoi amici avevano sentito tutto e iniziarono a dire ognuno la propria opinione.
 
-Avete sentito, ragazzi? Il Pipistrello ha colpito ancora!- esclamò Tommy entusiasta.
 
-E questa volta è riuscito a fregare quello stronzo di Gigante.- disse Jade.
 
-Scommetto che deve essere bello: saltare da un tetto all’altro, salvare le persone…-disse Pilar.
 
-Pestare i cattivi…- aggiunse Jade.
 
-Finalmente in città c’è qualcuno che dà veramente una lezione a delinquenti come Gigante!- continuò Tommy.
 
-Ammesso che esista veramente.- intervenne Max.
 
-Che intendi dire?- chiese Pilar.
 
-Che forse è VERAMENTE una leggenda urbana.- dichiarò Max.
 
-Sono mesi che si parla di questo tipo, Max. qualcosa di vero deve pur esserci.- ribatté Tommy.
 
-Sì, certo. Come per gli alligatori nelle fogne…-
 
-Quelli esistono davvero!-
 
-Oddio, ci risiamo!- gemette Jade mentre Pilar si copriva la bocca, ridacchiando.
 
-Mio padre ha un amico alla nettezza urbana. Lui li ha visti!-
 
-Lo sappiamo, Tommy. Non fai altro che ripeterlo.-
 
I quattro passarono il resto del pomeriggio a discutere e scherzare finché non iniziò a calare la sera. Dopo aver salutato i suoi amici, Max scattò verso un vicolo, nascondendosi dietro a un cassonetto. Iniziò a togliersi i vestiti, rivelando il costume da Batman sottostante, mentre da un doppio fondo dello zaino tirò fuori guanti, cintura, stivali, maschera e mantello. Mentre si vestiva chiamò suo nonno al telefono.
 
-Dove eri finito?! Ti ho chiamato tre volte!- fece la voce contrariata di Albert.
 
-Tommy e le ragazze mi hanno “sequestrato” per tutto il pomeriggio, tenendomi il telefono in ostaggio.- replicò Max.
 
-Ah, beh, allora non c’è problema.- Max non poteva vederlo, ma era pronto a giurare che suo nonno stava sorridendo.
 
-È una fortuna che il Batwave non abbia segnalato emergenze. Sarebbe stato difficile trovare una buona scusa.-
 
-Puoi sempre risparmiarti la fatica e dire loro la verità.-
 
-Nonno, ne abbiamo già discusso…-
 
-Quindi sai che non potrai nasconderglielo per sempre. E non puoi sacrificare la loro amicizia e la tua vita sociale, solo per adempiere alla tua missione.-
 
-Meno persone sanno  che io sono Batman, meglio è. Se glielo dicessi diventerebbero dei bersagli e non intendo correre questo rischio.- dichiarò Max, finendo di mettersi la maschera.
 
-Mi sto dirigendo al porto. Vedo di trovare più informazioni su questo Azrael e capire cosa sia questo suo “carico speciale”.-
 
Raggiunse il tetto, aiutandosi con la bat-fune, e stava per iniziare la sua ronda quando sentì un grido.
 
-Aiutatemi!- era una voce femminile e veniva dal vicolo vicino. Sporgendosi vide una ragazza della sua scuola, dell’ultimo anno, minacciata da due brutti tipi. Uno era obeso con i capelli raccolti in un codino e la barba incolta mentre l’altro era più alto, smilzo, col nasone e i baffetti e indossava un cappello alla francese. Notò che la ragazza aveva un taglio sulla mano.
 
-Coraggio, dolcezza, ci serve solo una lavoratrice in più…- disse il tipo grasso afferrandola per i capelli. Batman decise di intervenire, piombando alle spalle dei due criminali.
 
-Lasciatela! Subito!- disse minaccioso facendoli girare.
 
-Ohhh, che carino. Sei un cosplayer?- disse il tizio obeso tirando fuori un coltello sporco e arrugginito –Dimmi una cosa, piccolo: sai quanto fa male questo in pancia?- disse tentando un affondo che il Pipistrello evitò, rispondendo con un pugno e spaccandogli il naso.
 
-Scusa, ti ho fatto male?- chiese Batman con sarcasmo.
 
-Piccolo pezzo di merda. Io ti ammazzo!- ringhiò il grasso caricando verso di lui solo per ricevere un calcio nello stomaco, venendo scagliato contro un muro.
 
-Bulk!- gridò lo smilzo prima di estrarre un machete –Ora ti sgozzo, brutto st*+#£o! Lo sai contro chi ti sei messo? Chi ti credi di essere?!- gridò attaccandolo. Batman parò il colpo con gli spuntoni del guanto, afferrandogli il braccio armato e torcendolo, mentre con quello libero lo prendeva a pugni fino a farlo cadere per poi colpirlo un altro paio di volte.
 
-Sono vendetta.- bisbigliò con voce roca. Bulk, il grasso, andò a raccogliere l’amico ferito.
 
-Andiamo via, Skull!- disse uscendo dal vicolo. Il Cavaliere Oscuro si avvicinò alla ragazza spaventata.
 
-Stai bene?- chiese. Lei annuì tremante.
 
-Meglio se ti fai vedere per quel taglio. E stai lontana dai vicoli bui: non sono sicuri.- disse prima di allontanarsi.
 
-Aspetta…- la voce tremolante della ragazza lo fermò, facendolo voltare leggermente.
 
-Tu… tu sei lui, vero? Sei reale. In giro non si parla che dite, ma… non credevo esistessi davvero.- disse la ragazza.
 
-Esisto quando è necessario.- rispose Batman prima di sparare il rampino e issarsi sul tetto. Intanto i due criminali erano dentro un furgone a leccarsi le ferite, quando Bulk tirò fuori un cellulare.
 
-Meglio chiamare il capo. Diremo che la ragazza era più forte di quel che sembrava o che è arrivato Devil e ci ha massacrati.- disse componendo il numero.
 
-Che volete?- disse una voce femminile al lato opposto del telefono.
 
-Abbiamo avuto problemi col rapimento. Dobbiamo parlare col capo.- disse Bulk.
 
-È impegnato. Per oggi basta prendere ragazze. Ho un altro lavoro per voi: il tipo del wrestling del Madison ha avuto l’insensata idea di alzare troppo la cresta e non pagarci la protezione. Fatelo pentire!- disse la donna, chiudendo la chiamata.
 
-Hey, dobbiamo far pentire uno al Madison.- disse Bulk al complice che prendeva delle birre.
 
-Prima le cose importanti.- rispose Skull passandogli una birra.
 
-Amen, fratello.- concordò Bulk, stappando la bottiglia.
 
 
 
Batman aveva raggiunto il porto, riuscendo a evitare la polizia che lo sorvegliava. Era dentro uno dei container di Gigante e lo stava analizzando con degli scanner.
 
-“Finora le analisi del Batcomputer e gli interrogatori a Gigante e ai suoi scagnozzi non hanno fornito risposte sul misterioso carico. Vediamo se cercando qui andrà diversamente.”- si disse finché lo scanner non segnalò qualcosa sul pavimento. Batman si chinò per vedere meglio. –“Non mi sbagliavo, c’era davvero qualcosa. Ed è rimasto qui abbastanza a lungo da lasciare una traccia energetica. Ma è troppo lieve, maledizione. Solo un altro tassello di un puzzle che continua a complicarsi.”- Ad un tratto sentì un rumore di passi e la luce di una torcia in avvicinamento. Poco dopo un poliziotto entrò nel container e illuminò l’interno ma vide che era vuoto. E riprese la ronda.
 
 
 
 
Carlie rientrò nel suo appartamento, gettando sulla poltrona la giacca e la fondina con la pistola, quando si accorse della finestra aperta e le sembrò strano perché ricordava di averla chiusa quando è uscita. Non appena la chiuse sentì una voce.
 
-C’è una tempesta in arrivo.- si voltò di scatto trovando Batman che la fissava.
 
-Cristo! Ti diverti a prendere la gente alle spalle?!- sbraitò agitata, per poi calmarsi.
 
-Certo che hai messo su un bello spettacolo ieri al porto. E i tuoi amici mascherati mi hanno consegnato la cartella con i documenti che ci aiuteranno a incastrare Gigante e…-
 
-Non è ancora finita.- disse Batman, interrompendola –C’era qualcos’altro insieme alla droga e le armi.-
 
-Abbiamo ispezionato tutti i container intestati a Gigante e non abbiamo trovato nulla oltre alla droga e quelle strane armi.-
 
-Questo perché era già stata caricata su un camion e spedita prima ancora che arrivassi al porto.-
 
-Di cosa si trattava?-
 
-Ancora non lo so. Ma qualunque cosa fosse, ha lasciato delle tracce energetiche nel container dove era rinchiusa.-
 
-Radioattivo?-
 
-Probabile. Ma non ne sono certo.-
 
-Che diavolo se ne fa Gigante di una cosa simile?-
 
-Non appartiene a lui. L’ha solo trasportata fino a New York.-
 
-Mi prendi in giro?-
 
-Gigante era solo una pedina. È al soldo di qualcun altro.-
 
-Chi?-
 
-Per adesso ho solo un nome: Azrael.-
 
-Heh, pittoresco.- ironizzò Carlie.
 
-Gigante lavora per lui. E forse lo fanno anche altri. Provava terrore anche solo a sentirne il nome.-
 
-Che è più o meno quello che succede quando si parla di te.- fece Carlie con sarcasmo mentre Batman assottigliava lo sguardo.
 
-Ok, ricapitoliamo: Gigante ha trasportato a New York, per conto di questo “Azrael”, un “qualcosa” che lascia tracce energetiche, il che vorrebbe dire che ha a che fare con qualche forma di energia. Probabilmente radioattiva.-
 
-Più o meno è così.-
 
-Ok: ho bisogno di bere.- detto questo si diresse in cucina.
 
-Ti va una birra?- chiese prendendone una dal frigo.
 
-Non bevo.-
 
-Sai, hai fatto una buona impressione sul commissario. Crede tu sia una sorta di arma segreta nella lotta al crimine. Peccato che dai piani alti lo pressino per assemblare una unità speciale per catturarti. Ti credono pericoloso.-
 
-E tu? Cosa pensi?-
 
-Sinceramente… penso tu voglia aiutarci.- disse tornando in soggiorno e accorgendosi che il suo ospite era sparito e che la finestra era di nuovo aperta. Poggiando la bottiglia sul tavolo si avvicinò alla finestra.
 
-Ma potrei anche sbagliarmi.- ammise prima di chiuderla.
 
 
 
 
Max stava correndo sui tetti, il Batwave aveva segnalato una rapina a mano armata al Madison Square Garden. Era appena giunto nei pressi del famoso stadio, quando udì uno sparo. Guardando in strada vide due rapinatori salire su un furgone e un uomo anziano steso a terra in una pozza di sangue.
 
-PAPÀ!!!- gridò un altro uomo in ginocchio sul vecchio moribondo. Purtroppo era stato preso in pieno petto, non ce l’avrebbe fatta. Batman era furioso, non era arrivato in tempo per salvare quel vecchio. Ma avrebbe preso i suoi assassini. Si gettò all’inseguimento del mezzo mentre, all’interno, i due criminali discutevano.
 
-Si può sapere perché hai sparato al vecchio?!- urlò il criminale al volante, con addosso una maschera da scimmia, al collega mascherato da teschio.
 
-Amico, era fermo lì come un co+*#ne e così gli ho sparato.- rispose lui ridendo. Ad un tratto qualcosa atterrò sul tetto del furgone, ammaccandolo.
 
-Ma che…?- subito dopo Batman ruppe il finestrino con un pugno, prendendo anche il criminale alla guida.
 
-Oh, merda. È di nuovo lui!- gridò il teschio mentre Batman afferrava il volante tentando di sterzare, ma l’altro criminale lo afferrò a sua volta iniziando una sorta di tiro alla fune mentre il furgone cominciava a sbandare senza controllo.
 
-Che aspetti?! Sparagli!- gridò la scimmia al complice che prese la mira, ma Batman gettò nell’abitacolo una sfera che rilasciò del fumo.
 
-Aaahh! Non vedo niente!- gridò il teschio. Batman saltò giù dal mezzo che andò a schiantarsi contro un idrante. I due criminali uscirono dal furgone barcollando, storditi e fradici.
 
-Merda! Forza, andiamo!- gridò la scimmia mentre i due correvano verso un noto locale notturno, l’ ”MJ’s”. Non appena furono entrati spararono dei colpi in aria, scatenando il panico tra i presenti.
 
-Ok, da questo momento siete tutti in ostaggio! Raggruppatevi al centro della pista! Muovetevi! Vieni qui, rossa!- sbraitò il teschio  afferrando per un braccio la proprietaria del locale, Mary Jane Watson.
 
-Tutti a terra o vi ammazzo!- gridò prima che la rossa lo colpisse con una gomitata tra le costole.
 
-Cazzo, che dolore!- disse dolorante –Sei morta, lurida…-
 
-Aspetta.- lo fermò il suo collega –A lei penso io.-
 
La scimmia si avvicinò alla ragazza –Così sei una che combatte, eh?- grugnì con fare osceno mentre lei lo guardava disgustata.
 
-Sai… mi piace lottare.-
 
-Allora sarai pazzo di me.- fece una voce oscura, poco prima che Batman sferrasse un calcio volante al criminale, lanciandolo contro un tavolino. Il complice puntò il fucile ma il Pipistrello lanciò un batarang che si conficcò nell’arma per poi emettere uno squillo ed esplodere, accecando momentaneamente il killer. Il vigilante lo mandò a terra con un placcaggio e iniziò a colpirlo. Gli diede un pugno così forte da rompergli la maschera.
 
-Tu?!- esclamò esterrefatto riconoscendo il volto: era Skull, uno dei due delinquenti che aveva fermato poche ore fa. Approfittando dell’attimo di esitazione, Skull prese una bottiglia da terra e colpì alla testa il Pipistrello per poi spingerlo via, alzarsi e darsi alla fuga insieme al complice. Batman si portò la mano alla testa, fortunatamente il cappuccio aveva assorbito l’impatto. Provò ad alzarsi, quando sentì una mano sulla spalla. Alzando lo sguardo vide che era la Watson.
 
-Ehi, tutto bene?- chiese lei aiutandolo ad alzarsi.
 
-Sto bene.- rispose lui.
 
-Volevo ringraziarti per avermi salvata prima. Bella entrata a effetto, tigrotto.-
 
-Come?-
 
-Ah, no, lascia stare. È che mi hai ricordato un… vecchio amico.-
 
Il Cavaliere Oscuro annuì prima di dirigersi verso l’uscita sul retro, da dove erano scappati i criminali. Ma non appena uscì, si accorse che dei due non c’era più traccia. Ormai li aveva persi.
 
-Cazzo!- imprecò a denti stretti per poi salire su un tetto e dirigersi alla Batcaverna, entrando per uno degli ingressi segreti.
 
-Serata infruttuosa, presumo.- disse Albert, accogliendo il nipote che si tolse la maschera.
 
-Non come avrei voluto. Però ricordo che uno di quei due aveva qualcosa sul collo: una specie di tatuaggio.-
 
-Suppongo che, accedendo alla telecamera nel tuo cappuccio, avremo più possibilità di identificarlo.- disse Albert ricevendo un cenno di assenso. Max poggiò la maschera sul tavolo del computer e la collegò a un cavetto USB. Sullo schermo apparvero le riprese della telecamera e Max le mandò avanti veloce fino a quando non si vedeva chiaramente la faccia di Skull. Ingrandì l’immagine del tatuaggio sul collo finché non si vide chiaramente: rappresentava una spada rossa rovesciata. Subito inserì l’immagine nel database del Batcomputer in cerca di una corrispondenza. E alla fine la trovò: erano dei file riguardanti un’antica setta.
 
-L’ “Ordine di Saint Dumas”?- chiese Albert leggendo i documenti.
 
-È il nome della setta.- rispose Max iniziando a leggere –Qui dice che in origine faceva parte dei Cavalieri Templari ed era formato da soldati monaci il cui compito, all’inizio, era proteggere i viaggi dei pellegrini in Terra Santa durante le Crociate. Ma col passare del tempo divenne sempre più potente e questo portò a una violenta scissione dai Templari. I membri formarono un proprio gruppo, chiamato così in onore alla loro prima guida, il cavaliere Dumas, venerandolo come Santo nonostante la Chiesa non gli abbia mai riconosciuto tale titolo. L’Ordine si arricchì durante le Crociate e si nascose. Seguendo gli insegnamenti di Dumas allargò il proprio potere, iniziando a uccidere i propri nemici, tra cui la setta ninja della Mano, accaparrandosi la conoscenza e rapendo alcuni dei più grandi pensatori del mondo. L’Ordine diffuse anche la disinformazione per assicurarsi che le teorie dei geni rapiti sarebbero stati così futili che a nessuno sarebbero mancati e nessuno avrebbe esaminato le loro ricerche. Gli ultimi documenti che li riguardano sono risalenti alla Seconda Guerra Mondiale dove sembra combattere la diabolica Società Thule. Da qui in poi le tracce si fanno confuse.-
 
-Però c’è scritto anche qualcos’altro.- s’intromise Albert. –Qui dice che i membri dell’Ordine crearono un loro “Campione”, un assassino guerriero totalmente al loro servizio e la cui fedeltà era assoluta. Addestrato per diventare la macchina da guerra definitiva, proteggere e custodire i segreti della setta ed eliminare chiunque si opponesse ad essa. Per renderlo più minaccioso agli occhi del nemico gli diedero un nome che nella mitologia islamica è associato all’Angelo della Morte.-
 
-Azrael.- concluse Max.
 
-Questo significa un ritorno dell’Ordine di Saint Dumas? Assieme a un nuovo Azrael?- chiese Albert.
 
-Forse. Ma sento che c’è sotto qualcos’altro.- rispose Max sospettoso. –Intanto localizziamo quei due tizi. Se sono davvero affiliati con l’Ordine di Saint Dumas, una volta trovati mi condurranno da Azrael.-
 
Inserì le immagini di Bulk e Skull nel file di identificazione facciale del Batcomputer e poco dopo spuntarono delle corrispondenze.
 
-Ecco qua: Joe “Bulk” Bukowski e Barry “Skull” Storm. Due delinquenti di poco conto molto conosciuti dalla polizia e con una fedina penale lunga e piena. Entrano ed escono dal carcere così spesso che ci dovranno mettere una porta girevole.- disse Albert leggendo i documenti.
 
-Dove li trovo?- chiese Max.
 
-Qui dice che sono soliti bere in un locale squallido insieme a Herman Schultz, alias “Shocker”.- disse il nonno quando all’improvviso suonò l’allarme e il simbolo del Pipistrello apparve sugli schermi.
 
-Il Batwave.- esclamò Max mentre guardava lo schermo –Rapina in corso alla Federal Reserve Bank, e sembra ad opera… di Shocker.- concluse sorpreso.
 
-Lupus in fabula.- aggiunse Albert.
 
-Vado.- dichiarò il ragazzo indossando la maschera e uscendo dalla caverna.
 
 
 
 
 
Alla Federal Reserve Bank il criminale Shocker stava riempiendo una borsa da palestra con tutte le banconote che trovava.
 
-Quanto adoro il giorno di paga! Specie quando non c’è nessun ragno schifoso a rompere!- esclamò compiaciuto, continuando ad ammassare denaro.
 
-Ti conviene aggiornarti.- fece una voce e un attimo dopo Batman lo colpì a piedi uniti, scagliandolo dall’altra parte della sala. –Perché, da domani mattina, non sarai nemmeno un fan dei pipistrelli.-
 
-E tu chi diavolo sei?!- sbraitò Shocker rialzandosi e iniziando a sparare colpi sonici dai guantoni. –Sei un amico del ragno?! Di quello nero e rosso?! Oppure stai con Silk?!-
 
Batman evitava tutti i colpi di Shocker, poi gettò una bomba fumogena che riempì la stanza di fumo, oscurandolo alla vista del criminale.
 
-Sono uno che cerca risposte. E tu me le darai.- pronunciò prima di lanciare un batarang che andò a conficcarsi in uno dei guantoni sonici Shocker, mettendolo fuori uso. Gli fu addosso in un secondo, dando inizio a uno scambio di colpi col criminale. Per un po' la situazione fu in stallo finché Shocker non lo colpì con un pugno sonico, facendolo volare contro un muro.
 
-Da me non avrai niente, a parte una bella shockata!-
 
-“Che battuta orrenda.”- pensò il vigilante riprendendo a schivare.
 
-So che conosci Bulk e Skull. Dimmi per chi lavorano!-
 
-Non li vedo da settimane! Non so niente! E di certo non lo verrei a dire a un poppante come te!-
 
Batman usò un altro fumogeno per nascondersi e portarsi alle spalle del criminale. Dopodiché usò il rampino per sollevarsi in aria e piombare dall’alto. Ma mentre era a mezz’aria Shocker si accorse di lui, sparandogli un’onda sonora che lo rispedì indietro.
 
-Ehi, moccioso…- disse Shocker puntando il guantone a uno stordito Batman. –Prima dimmi “addio”!.-
 
Ma prima che potesse sparare, il braccio venne avvolto da una ragnatela e Silk fece il suo ingresso, mettendolo al tappeto con un calcio in piena faccia.
 
-Addio.- disse la donna ragno prima di legarlo con le ragnatele. Poco dopo entrarono la polizia e i giornalisti che iniziarono ad assillarla con foto e domande.
 
-Scusatemi, ma io l’ho solo legato. Se volete ringraziare qualcuno, ringraziate lui…- fece lei prima di accorgersi che il nuovo eroe era sparito. -…dove è andato?-
 
-Ehi, chi mi ha preso il cellulare?!- disse Shocker notandone l’assenza.
 
 
 
 
 
 
Batman era su un tetto con in mano il telefono rubato a Shocker. Stava spulciando la rubrica quando avvertì una richiesta d’aiuto proveniente da un negozio di elettronica avvolto dalle fiamme. Mise il cellulare in una delle tasche della cintura e si lanciò di sotto, planando col mantello fin davanti al negozio mentre pompieri e ambulanze arrivavano sul posto. Dopo aver indossato una maschera antigas, tirò un calcio alla porta de entrò nel negozio, facendosi strada nel fumo fino ad accorgersi di un uomo asiatico di mezza età che non riusciva più a muoversi per via del calore e del fumo.
 
-Signore, mi dia la mano!- disse Batman prendendo la mano del negoziante e avvolgendolo col mantello, portandolo fuori e consegnandolo ai medici che lo poggiarono su una barella.
 
-Mia moglie… mia moglie è al piano di sopra!..- disse aggrappandosi al costume di Max, il quale usò il rampino per dirigersi al piano di sopra, sfondando una finestra. Vide la donna riversa a terra che tossiva e piangeva, pensando al peggio. Dopo essersi avvicinato prese un bel respiro e si tolse la maschera antigas, mettendola alla donna. Dopodiché la sollevò e si lanciarono dalla finestra, atterrando in strada mentre i medici aiutavano la donna.
 
-Grazie, ci hai salvati!- disse il marito, porgendogli dei soldi che però rifiutò.
 
-No, grazie. Servono di più a voi. Ho sentito puzza di kerosene lì dentro: l’incendio è doloso. Chi è stato?- chiese Batman.
 
-Sono stati gli uomini di quella maledetta Gatta Nera!- rispose l’uomo –Ci siamo rifiutati di pagarle la protezione, così lei ha pensato di bruciare il nostro negozio con noi chiusi dentro, in modo che facessimo da monito! E ora saremmo morti se non fossi arrivato tu!-
 
-Vi prometto che non dovrete più temere la Gatta Nera, né nessun altro. D’ora in poi, penserò io a proteggervi.- dichiarò Batman prima di usare la bat-fune per sollevarsi in aria.
 
-Aspetta, chi sei?- chiese uno dei medici a quel ragazzo che ha rischiato la vita per degli sconosciuti, non ricevendo risposta.
 
-Lo so io chi è!- fece il negoziante attirando l’attenzione su di sé.
 
-Quello… è un eroe!-
 
 
 
 
 
Batman stava facendo parkour da un tetto all’altro quando chiamò il nonno con la ricetrasmittente.
 
-Nonno, cambio di programma!-
 
-Che succede, Max?-
 
-Azrael dovrà aspettare, la priorità ora è la Gatta Nera. Ha appena fatto incendiare un negozio di elettronica con i proprietari ancora dentro. Li ho salvati per miracolo. La prossima volta potrebbe accadere al tuo ristorante o al negozio di ferramenta del padre di Tommy o alla sartoria della madre. Deve essere fermata!-
 
-D’accordo. Ho intercettato una frequenza della polizia. Te la mando.- disse l’ex-militare, mandando l’audio.
 
-“—A tutte le unita, qui l’agente McGregor, abbiamo avvistato la sospettata nota come Gatta Nera in un magazzino di Chinatown. Con lei c’è anche Urich. Massima cautela, ripeto, massima cautela!—“-
 
Il Cavaliere Oscuro corse verso la destinazione fino a raggiungere il tetto del magazzino. Spiando dal lucernario vide Felicia Hardy, la Gatta Nera, insieme a Phil Urich, il Re Goblin, che stavano fermi in attesa. Poco dopo entrò un furgone e Batman fu sorpreso di vedere scendere proprio Bulk e Skull, assieme a un tipo di colore vestito da punk.
 
-Ehi, che vi è successo?- chiese la signora del crimine notando i due teppisti pieni di lividi e cerotti.
 
-Fatti gli affari tuoi, gattaccia!- rispose Bulk mentre scaricava delle casse piene di armi.
 
-Bene signori, la merce in vendita è quella esposta. Quanto intendete offrirci per avere questi bei giocattolini?- chiese il punk, mostrando la merce.
 
-Ti offro 600.000 dollari per la mia parte.- disse Re Goblin offrendo una valigia piena di soldi.
 
-Idem per me.- si aggregò la gatta, facendo altrettanto.
 
Batman era intento a studiare una strategia d’attacco, quando il piede gli venne bloccato da una ragnatela.
 
-Vai da qualche parte, bat-bimbo?- chiese Silk mettendosi di fronte a lui con le mani ai fianchi. Max mantenne la sua espressione impassibile, anche se dentro era euforico perché Silk era di fronte a lui in carne e ossa.
 
-Sono qui per fermare quei delinquenti.- rispose lui usando un batarang per tagliare la tela.
 
-Che hai fatto alla voce? Non dovresti avere la voce da ragazzino?-
 
-Non sono un ragazzino!- sbottò spazientito.
 
-Ok, come dici tu. Quanti anni hai?- chiese la donna ragno.
 
-Settandodici.- rispose sarcastico il Pipistrello.
 
-Parlo sul serio. Allora lo dico io: quindici. Al massimo sedici.- rispose lei –Si può sapere perché lo fai? Dovresti andare a scuola e comportarti come un qualunque adolescente, non combattere il crimine. La tua famiglia sarà preoccupata da morire.-
 
Batman la fulminò con lo sguardo.
 
-Non ce l’ho più una famiglia. Per colpa di gente come loro!- disse indicando i criminali sottostanti –Ho giurato che nessuno avrebbe provato il mio stesso dolore. Proteggerò questa città a qualunque costo.-
 
Silk dovette ammettere di essere rimasta colpita dalla determinazione di quel ragazzo.
 
-Sarò sincera, mio dispiace molto per quello che ti è successo ed è molto nobile e comprensibile quello che vuoi fare e, a modo tuo, hai imparato quello che mi dice sempre Pet… Spidey: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Ma questa faccenda è più grande di te, quindi fatti da parte. Chiamerò lo S.H.I.E.L.D. e arresteremo quelli lì dentro. Tu torna a casa e lascia fare ai professionisti.- ma mentre parlava Batman si lanciò contro il lucernario, sfondandolo e piombando in mezzo ai criminali.
 
-Brutto infame!- imprecò lei rimettendosi la maschera e andando ad aiutarlo.
 
-Finalmente ti sei unita alla festa, assistente!- scherzò l’Uomo Pipistrello lanciando dei batarang contro due sgherri di Urich per poi affrontare il loro capo.
 
-Appena usciamo di qui, te la faccio io la festa! E non sono la tua assistente! Al massimo tu sei il mio!- replicò Silk pestando vari criminali.
 
-Tu chi sei, moccioso? Da quanto tempo sei in strada?- urlò Re Goblin estraendo la sua spada fiammeggiante.
 
-Abbastanza da riconoscere la feccia come te!- rispose Batman evitando i fendenti del nemico e mollargli un pugno in faccia, spedendolo indietro.
 
-Al diavolo, io me ne vado! Non ci tengo a finire di nuovo al Raft!- disse il folletto prendendo ciò che poteva e fuggendo sul suo aliante mentre Silk lo inseguiva.
 
-Se vuoi cavartela da solo è il tuo momento, bat-bimbo.- disse oscillando con la ragnatela.
 
Batman si mise di fronte alla Gatta Nera.
 
-Arrenditi, Gatta. Sei in arresto.-
 
-Non mi dai la pappa, prima?- ghignò lei impugnando la frusta.
 
-Ti daranno da mangiare in cella!- rispose lui saltandole contro, solo per essere colpito da Bulk con un pugno.
 
-Questo è per ciò che hai fatto alla mia faccia, stronzo!- urlò prima di prendere una mitragliatrice dal furgone e iniziare a sparare. La Gatta Nera fuggì approfittando del trambusto mentre da fuori il magazzino si sentivano le sirene della polizia.
 
-Sono arrivati gli sbirri…- disse una voce metallica prima che dal furgone uscisse una figura alta quanto Max, con indosso un’armatura nera e rossa, con i guanti corazzati e la faccia protetta da un elmetto con gli occhi rossi, con un cappuccio e un mantello rosso scuro. Sul petto c’era il marchio dell’Ordine di Saint Dumas. Nonostante fosse la prima volta che lo incontrava, Batman non aveva dubbi su chi fosse.
 
-Azrael, suppongo.- disse dopo aver steso Bulk.
 
-La mia fama mi precede. E tu devi essere quel pipistrello che ha tolto di mezzo Gigante. Facevo degli ottimi affari con lui.- rispose infastidito.
 
-Ho fermato lui, fermerò anche te!- dichiarò Batman mettendosi in posizione da combattimento.
 
-Io non credo.- disse Azrael, facendo uscire dai guanti delle lame infuocate e lanciandosi all’attacco. Batman schivò e parò vari colpi, assestandone qualcuno a sua volta in uno scontro serrato. Nel frattempo Skull era andato a soccorrere Bulk.
 
-Ugh, che male. Cosa facciamo, amico?- chiese il grasso.
 
-Semplice: stiamo qui e ci godiamo lo spettacolo. Lo sai che il capo non vuole essere interrotto quando combatte.- rispose lo smilzo.
 
Intanto il combattimento infuriava. Batman lanciò del gas lacrimogeno sperando che la maschera dell’avversario non avesse filtri. Fortunatamente era così: Azrael cominciò a gemere portandosi la mano al volto. In preda alla rabbia tentò un affondo che Batman evitò chinandosi all’indietro con la lama a pochi centimetri dalla faccia. Poteva sentirne il calore. Afferrò entrambe le braccia di Azrael che rispose con un calcio all’addome che lo gettò a terra. A quel punto tagliò i supporti delle casse che caddero addosso al Pipistrello.
 
-Uscite con le mani alzate! Siete circondati!- fece la voce del detective Eduardo Rojas da fuori.
 
-Mi sa che devo andare.- disse Azrael ritirando le lame e rivolgendosi a Batman, ancora intento a liberarsi della casse.
 
-Ti do un’ultima chance: molla il costume e non intrometterti mai più nei miei affari. Altrimenti scoprirò chi sei e ucciderò te e tutti quelli che conosci e ami.- lo minacciò prima di salire assieme ai suoi scagnozzi sul furgone che partì sgommando, sfondando la porta del magazzino e alcune auto della polizia.
 
-Fermo, mani in alto!- urlò un poliziotto a Batman mentre si rialzava.
 
-Agente, i colpevoli sono su quel furgone! Dovete inseguirli!- disse provando ad avvicinarsi prima che il detective Rojas lo minacciasse con un fucile.
 
-A terra, ragazzino! Penseremo dopo al tuo complice!- intimò lo sbirro avvicinandosi per arrestarlo. All’improvviso una strana palla che ricordava la faccia sorridente di un gatto cadde dal tetto e iniziò a far uscire uno strano gas.
 
-Gas?! È gas! Tutti fuori!- urlò il detective mentre Batman usava il bat-rampino per raggiungere il lucernario e fuggire sui tetti. Non si accorse però che, seduta su un cornicione poco distante, una misteriosa figura osservava la scena.
 
-E bravo il pipistrellino. È riuscito a cavarsela. Ha senza dubbio del potenziale, anche se adesso è in debito con me. Dico bene, Cassiopea?- disse accarezzando una gattina nera che miagolò come segno di approvazione.
 
 
 
 
 
Max era tornato alla Batcaverna dove diede un resoconto dettagliato ad Albert mentre quest’ultimo gli medicava le ferite.
 
-Così hai finalmente incontrato questo Azrael. E a quanto vedo deve essere stato un confronto molto acceso.- disse indicando gli evidenti tagli sulla corazza.
 
-Puoi dirlo forte. È la prima volta che qualcuno riesce a tenermi testa così a lungo. Da come si muoveva deve aver ricevuto un addestramento fuori dal comune. E la sua armatura è avanzata quanto la mia. Non è uno da sottovalutare.-
 
-Praticamente stiamo parlando della tua antitesi.- disse Albert.
 
-E questo lo rende ancora più pericoloso. Non sarà facile batterlo, ma non ho altra scelta.-
 
-Puoi sempre chiedere aiuto al tuo misterioso soccorritore.- disse Albert facendo nascere nella mente di Max mille interrogativi su chi lo avesse aiutato con la polizia e se potava considerarlo un suo alleato.
 
-Meglio se ne riparliamo domani, ora vado a dormire. Buonanotte, nonno.-
 
-Buonanotte, Max.-
 
I due uscirono dalla caverna e salirono nel loro appartamento, ognuno diretto nella propria camera. Ma Max non smetteva di pensare al suo scontro con Azrael. Era diverso da qualsiasi criminale avesse affrontato prima, dotato di una ferocia e crudeltà mai vista. Chiaramente lo attendeva una dura sfida, ma era pronto ad accettarla.
 
-“Ti fermerò, Azrael. Chiunque tu sia.”-
 
 
 
 
 
 
 
 
Intanto da qualche parte in città, Bulk e Skull si stavano rilassando nel loro covo con svariate attività come il biliardo e la TV mentre una sinuosa figura femminile apriva una porta, accogliendo Azrael.
 
-Bentornato, signorino. Come le è andata la serata?- chiese la donna mentre il criminale si calava il cappuccio e si toglieva la maschera, rivelando il volto di Jordan De Marinis, il bullo che perseguitava Max.
 
-Abbastanza bene, Beatrix. Credo che quel bat-idiota abbia capito che deve starmi lontano.- disse togliendosi la tuta e versarsi una bibita in un bicchiere, guardando la città dalla grande finestra dell’ufficio della De Marinis Cosmetics, la fabbrica di cosmetici un tempo appartenuta a suo padre.
 
-In caso contrario, lui e quelli che conosce e ama… non vivranno abbastanza per pentirsene.- aggiunse, sorridendo malvagio.
 
 
 
 
 
 
 
Ciao di nuovo! Capitolo stralungo, eh? E, come ho detto, pienissimo di colpi di scena. Non solo facciamo finalmente la conoscenza di Azrael ma ne scopriamo l’identità segreta. Quanti di voi sono rimasti sorpresi? Per non parlare dei vari cameo di eroi e villain Marvel. Ma restano ancora delle domande: cos’è il “carico speciale” di Azrael? E chi è la misteriosa figura che ha aiutato Batman? Sarà un alleato o un nemico? Per saperlo continuate a seguire questa storia. E continua la caccia agli easter-egg. In questo capitolo ce ne sono parecchi, specialmente uno che, lo ammetto, non potevo fare a meno di cantarlo mentre lo scrivevo. E sono sicuro che vale lo stesso per voi mentre lo leggevate. E prima di salutarci vi annuncio che il mio amico Ricky Rossini ha fatto dei bellissimi disegni dei personaggi di questa fanfiction e che troverete mano a mano nei vari capitoli della storia. Iniziamo con quelli riguardanti Max Drake/Batman e Jordan De Marinis/Azrael che li trovate qui, qui, qui e qui. Se vi piacciono fate dei grossi complimenti a Ricky. Se li merita tutti! Alla prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!                                                                    
   
 
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