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Autore: Aurora Barone    06/09/2009    1 recensioni
Naoki:Un'assassina su commissione, uccide solo per delle "buone ragioni", come gli strupratori, di donne che non sanno come altro fare, per non venire più perseguitate, dato che le denunce si rivelano spesso inutili.
Ma un giorno riceve una particolare commissione, uccidere un commercialista, che non ha l'aria di essere affatto un uomo tanto cattivo, anzi ha l'aria di un uomo tonto e indifeso, sembra quasi una femminuccia.
Lo ucciderà? Oppure lo terrà sottosequestro o sfocerà in lui una profonda sindrome di stoccolma?
Si innamoreranno? Oppure no? E perchè le è stato commissionato di ucciderlo, cosa ha fatto quest'uomo di tanto crudele? E come mai Naoki ha deciso di fare l'assassina? Non è un lavoro comune e semplice no?
Se volete scoprirlo leggete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi scuso con i lettori (ammesso che ci siano, no qualcuno c'è!)se ho fatto un po' di confusione sbagliando il nome di un personaggio di mia stessa invenzione e questo è un vero è proprio colmo, ma il fatto che i nomi giapponesi sono difficili un po' da ricordare comunque “Mitsubashi” e “Hitsubashi” sono la stessa persona, comunque per ora torna ad essere Hitsubashi in caso di altre modifiche e sviste da parte mia vi fornirò chiarimenti.


Ah, e ringrazio coloro che mi seguono anche quelli che loggono solo per caso e poi fuggono!=)

23 marzo 2009

Mi svegliai con Naoki intenta a fissarmi, chissà da quant'era che era lì a guardarmi senza avermi neppure svegliato.

“Bene ti sei svegliato” affermò scrutandomi.

Io distolsi lo sguardo ricordandomi di quanto fosse avvenuto in precedenza, io lo avevo detto ti amo e lei non mi aveva preso sul serio, ma come aveva potuto essere così insensibile?

“Ah, quindi sei arrabbiato con me” affermò.

“Come potrei non esserlo, non mi prendi seriamente...”

“E come potrei farlo...e anche se ti credessi...non sei corrisposto!” affermò severamente.

“Ah, in effetti avrei dovuto immaginarmelo” esclamai ferito tenendo lo sguardo basso.

Era la mia prima dichiarazione e il mio primo rifiuto, non era stata una bella esperienza, inoltre mi sentivo terribilmente a disagio, perché per un istante mi ero illuso che avesse corrisposto i miei sentimenti.

Dopo un po' busso il campanello, Naoki andò ad aprire lasciandomi solo e depresso nella mia stanza, decisi di andare pure io a vedere chi era.

Camminavo lentamente quasi barcollante per lo choc di essere stato rifiutato sopratutto con quella freddezza.

Alla porta era Iketsu con un sorriso smagliante, mentre io e Naoki non sembravamo affatto di buon umore, dovevamo essere tutti e due depressi per quella spiacevole vicenda, dopotutto rifiutare qualcuno non era neppure facile, pensai osservandola, sembrava sentirsi in colpa, ma poi ci pensai su “Ma ben gli sta!”

“Vedo che siete davvero molto felici di vedermi” disse ironico, guardando le nostre facce.

“Che vuoi?” le chiese sgarbata.

“Siamo di malumore?” chiese Iketsu guardando prima lei e poi me.

“No, è soltanto che non mi aspettavo visite”

“Ma fammi entrare e offrimi qualcosa!” affermò lui.

Naoki lo fece entrare di malavoglia, evitando di incrociare il mio sguardo.

“Vuoi qualcosa da mangiare o qualcosa da bere?”

“Offrimi una birra!” affermò lui.

Naoki aprì il frigorifero, prese una lattina e la lanciò nella sua direzione, Iketsu la prese prontamente spostando il suo sguardo verso Naoki che richiudeva il frigorifero.

“Tu non bevi?” le chiese Iketsu sorpreso.

“No, vorrei smettere” le rispose.

“Come tu? La mia celebre compagna di bevute, smette di bere!” affermò sbigottito.

“Si, esagero spesso con l' alcool perciò...”

“Si, infatti non a caso ti avevo nominato spugna, bè fai bene...”

Iketsu mi guardava incuriosito e mi chiese di sedermi vicino a lui, Naoki gli volse delle occhiatacce.

Mi sedetti di fronte a lui, Iketsu sembrava volesse dirmi qualcosa, ma la presenza di Naoki sembrava glie lo impedisse.

“Ma Iketsu che sei venuto a fare?” chiese lei.

“Sono venuto a vedere come stava la mia cara amica Naoki” affermò offeso, dato che lei vedeva in lui sempre secondi fini.

“Naoki facciamo una partitina a poker ti va?” propose lui.

“La nostra ultima partita risale a quando ho compiuto 18 anni” affermò sorridendo.

“Si, quindi mi voglio rifare!”

“Dimentichi che non sono brava a poker” affermò lei scocciata.

“Ed è questo il bello, che ti batto sempre senza sforzo mentre con gli altri mi scervello troppo per batterli”

Naoki prese le carte poggiate su un mobiletto della cucina.

Iketsu si rivolse a me “ E tu non giochi?”

Non rifiutai l' invito, dopotutto ero sempre stato bravo a poker e in tutti quegli altri giochi di carte, ma ero molto più bravo nello Shogi (scacchi giapponesi)perché era un gioco più di logica.

Mi osservarono stupiti, li avevo battuti senza troppi problemi, Iketsu cominciò a battere le mani “Wow mi hai battuto con una certa facilità. sei proprio bravo!” anche Naoki sembrò essere parecchio stupita dalle mie risorse nascoste, ma non volle perdersi in complimenti.

“Me la cavo meglio con gli scacchi giapponesi.” affermai.

“Bene, Naoki piglia lo shogi”

Naoki prese il gioco da tavola, Iketsu mi lanciò uno sguardo di sfida, avrebbe tanto voluto riuscire a battermi, ma era tutto inutile, gli scacchi giapponesi erano la mia specialità e dopo una partita durata all' incirca un'ora giungemmo alla parità, avremo potuto fare l' aise ( la patta d'accordo), ma nessuno dei due voleva farlo,.

Io ero certo di poterlo battere, non perché fossi sicuro di me stesso e delle mie grandi capacità, ma ero convinto delle sue indiscusse incapacità, faceva delle mosse piuttosto azzardate, mentre con il poker mi aveva davvero dato filo da torcere.

Naoki ci osservava commentando le mosse dell' uno e dell'altro, ma anche lei sembrava capirne ben poco di shogi, sul più bello io riuscì a fregarlo facendo scacco matto.

“Ma come cazzo fai?” chiese Iketsu stupefatto, sembrava scervellarsi molto, sul modo in cui fossi riuscito a batterlo.

“E' tutta questione di logica, è come la matematica...”

“ Tu sei un fanatico della matematica?”chiese Iketsu incuriosito.

“No, ma me la sono sempre cavata con i numeri...”

“Io con i numeri non sono mai andata d'accordo...ho dovuto prendere lezioni private ma non ci ho capito niente lo stesso” affermò Naoki rivolgendosi più a Iketsu che a me.

“La nostra Naoki non è mai stata una grande cervellona!” affermò Iketsu beffardamente.

“Si , e te con la matematica come te la cavavi?” chiese Naoki stuzzicandolo.

“Non me la cavavo egregiamente, ma si me la cavavo..”

Naoki e Iketsu si lanciavano delle occhiate furtive, come al solito non compresi quel loro linguaggio.

“Naoki mi presti Imou per un po'?” chiese lui, come se chiedesse in prestito un oggetto della casa.

“Che devi farci?”rispose lei, come se fossi davvero una sua proprietà.

“Niente, solo discorsi da uomini...”

“Non voglio essere tenuta fuori dai vostri discorsi da uomini!” affermò infastidita.

“Avanti, Naoki voglio soltanto portarlo a donne...non sarai mica gelosa?”

“Figuriamoci” affermò scettica.

“Allora me lo presti?”

“Portalo dove ti pare!” affermò lei con tono strafottente.

Seguii Iketsu perplesso e con scarso entusiasmo, non avevo alcuna voglia di andare a donne, ma nonostante tutto non mi rifiutai di seguirlo.

Iketsu mi condusse in un locale, incominciò a tracannare del sakè e poi disse ridendo “ Bene adesso siamo soli!”

“Senti io...” affermai pensandoci su, non volevo andare a letto con altre donne.

“Non ho alcuna intenzione di andare a donne” dissi completando la frase.

Lui scosse la testa dicendo “Non avevo alcuna intenzione di farlo, era soltanto un pretesto per rimanere da solo con te”

“E perché?”

“Per chiederti cos'erano quelle facce scure...cos'è successo?”

“Niente” affermai, non volevo parlare del rifiuto subito.

“Ho il diritto di saperlo, sono un amico di Naoki e mi preoccupo per lei perciò...”

“Nulla di grave, è soltanto che lei...”

“Non corrisponde i tuoi sentimenti?” mi chiese interrompendomi.

“E' così evidente?”

“No, io direi il contrario, vedi se c'è una cosa che Naoki non ammetterà mai è quella di essere innamorata di un uomo...lei si ostina a voler seguire ciecamente la ragione, un sentimento come l' amore da lei è ritenuto parecchio dannoso”

“Quindi tu pensi che io sia corrisposto?” chiesi cercando conferma.

“Si, ma devi essere paziente con lei, non ha avuto una vita facile, cerca di capirla per anni ha vissuto reprimendo ogni suo sentimento, ostinandosi a non innamorarsi mai e poi arrivi tu...e hai la pretesa di smontare la barriera difensiva che ha creato”

“Capisco, perfettamente cosa intendi, ma lei vuole tagliare i ponti con me riportandomi a casa mia”

“Non lo farà mai, credimi la conosco piuttosto bene...non riuscirà mai a privarsi di qualcosa che le piace, da questo punto di vista è come una bambina viziata”

Guardai Iketsu pensieroso, prima non lo sopportavo, pensavo che tra lui e Naoki ci fosse qualcosa,inoltre si era preso gioco di me definendomi uno sfigato, ma pensandoci non mi era antipatico, era un tipo molto alla mano e sembrava tenerci sul serio a Naoki.

Il telefonino di Iketsu incominciò a squillare ininterrottamente, lui rispose svogliatamente , sembrava una chiamata di lavoro, il suo tono era piuttosto scocciato “Va bene ho capito, arrivo subito...” affermò per terminare la chiamata.

“Ti riporto a casa” disse facendomi un mezzo sorriso.

Ritornammo a casa, Naoki ci aprì la porta stava guardando la tv in cucina.

“Avete fatto così presto?” chiese sospettosa.

“Le donne di questi tempi sono molto sbrigative” affermò lui ridendo.

“Ah, capisco” affermò con distaccato interesse.

Iketsu disse di dover sbrigare delle faccende importanti e che per tale ragione dovesse andare. Naoki lo fermò dicendo “Devo chiederti una cosa”.

“Dimmi pure “

“Mi serve una telecamera, anzi meglio due, non me le potresti procurare?”

“Vedrò di procurartele, ma non nutrire grandi aspettative...”

Dopo aver salutato Iketsu, Naoki si voltò verso di me, aveva un espressione indefinibile, avrei tanto voluto sapere cosa le passasse per la testa.

“Ah, sicuramente non mi procurerà quelle telecamere” esclamò ad alta voce.

“A che ti servono le telecamere?”

“Hai detto Hitsubashi di essere un regista fallito che vuole girare un film porno perciò...”

“Ma a che ci servono le telecamere?”

“Per incastrare Miamoto Osae”

“Ma in che modo?” le chiesi allarmato.

Non sapevo perché ma avevo uno strano presentimento, i piani di Naoki suscitavano in me una certa preoccupazione, così chiesi spiegazioni, ma lei scrollò le spalle, non voleva affatto darmi dei chiarimenti.

Dopo un po' mi trascinò fuori di casa, non avevo idea di dove volesse andare e forse neppure mi interessava, stavo ancora pensando al rifiuto subito.

Quel silenzio mi metteva agitazione, perché Naoki non diceva niente?

Avrei tanto voluto che dicesse qualcosa o che mi rivolgesse quel suo solito sorriso, ma non voleva affatto parlarmi.

Cercai di spezzare quel fastidioso silenzio parlando del tempo, sembrava essere una bella giornata, ma Naoki continuò ad ignorarmi, evitava persino di incrociare il mio sguardo.

Pensai che magari fosse arrabbiata perché subito dopo averle confessato i miei sentimenti,mi ero lasciato trascinare da Iketsu per andare a donnacce, ma no non poteva essere, Naoki non era quel tipo di donna, non sarebbe mai stata gelosa di me e poi se non avesse voluto, non mi avrebbe mai lasciato andare.

Ci pensai su, Naoki anche se fosse stata gelosa, non avrebbe potuto ammetterlo, perché ammettere la propria gelosia, era come ammettere che provasse qualcosa.

Eravamo giunti a Shibuya, ormai sembrava la sua metà preferita, diedi uno sguardo alla statua di Hachiko, come lui era in attesa del padrone rimanendogli sempre e comunque fedele, anch'io avrei dovuto aspettare Naoki, ma la mia era un attesa ben diversa.

Aspettavo il prevaricare del sentimento sulla ragione, alla quale Naoki preferiva dare ascolto più di ogni altra cosa.

Tanti uomini nel passato furono colti dal dubbio, perché non sapevano se abbandonarsi al sentimento oppure seguire sempre e comunque la ragione.

Alcuni ritenevano che la ragione era la sola via della felicità, mentre altri pensavano che lo fosse il sentimento, ma vi fu chi si oppose, credendo che dovessero persistere tutte e due con equilibrio.

Ma spesso l' uomo non sa quando è il momento opportuno di seguire l' uno o l' altro,per tale ragione l' uomo non raggiunge pienamente la felicità, perché non è in grado di dosare bene queste due varianti.

Pensandoci mi chiesi se io stesso riuscissi a dosarle, naturalmente no, non ci riuscivo, ma riflettei ancora su quel punto.

In quel momento cosa stavo facendo?

Stavo seguendo ciecamente il sentimento, riconobbi il mio errore, ma senza pentimento, perché gli uomini sono fatti così da sempre, amano commettere gli stessi errori, nonostante siano già a conoscenza, delle conseguenze che ne deriveranno, tramite la testimonianza di altri uomini che hanno commesso il loro stesso sbaglio,però loro vogliono sentire quei danni sulla loro stessa pelle, altrimenti non capiscono davvero quanto qualcosa sia sbagliato.

Ma ci riflettei ancora con calma, chi poteva dire che in quel momento io stessi sbagliando, che avrei dovuto ragionarci sopra e dirmi “Imou questa donna è un' assassina e non è degna del tuo amore”chi poteva dirlo con assoluta certezza? Nessuno poteva farlo, anzi si qualcuno poteva e quel qualcuno ero io, mi diedi dello stupido nutrendo ancora dubbi in merito.

Ripensai alla lettera di Saichi “falle abbandonare la vita che ha scelto di seguire”certamente Naoki era diventata quel che era, perché nessun uomo l' aveva mai amata a parte Saichi e perché ogni persona a cui avesse voluto bene fosse morta causandogli un profondo dolore, in particolare suo padre era stato colui che le aveva lasciato una ferita più lancinante delle altre.

Quindi era piuttosto ragionevole per lei, seguire una vita di morte e di vendette dove non vi fosse spazio per l' amore perché esso aveva lasciato delle ferite troppo grandi, da imporsi di non provare un sentimento come quello per nessun uomo.

Quindi Naoki era come quegli uomini del passato, come quelli ostinati a seguire la via della ragione, ma il punto è che l' intelletto può anche coglierci in fallo, ma questo naturalmente anche il sentimento.

Seguivo Naoki pensando queste cose, “chissà dove stavamo andando?” Pensai.

Dopo un po' trovai la risposta a questo mio quesito, mi stava portando in un negozio di roba tecnologica.

Dato che il Giappone, è il paese della tecnologia, nei negozi c'era di tutto e di più, strumentalizzazioni e macchinari di ogni genere, “certo che se ne inventano di tutti i colori!” pensai osservando un' aspirapolvere telecomandata.

Non avrei mai potuto comprare un aspirapolvere telecomandata, come si poteva fare una cosa del genere? Era un vero affronto a noi malati dell' ordine, che ci rilassiamo sistemando la nostra casa , lessi quello che c'era scritto nella confezione “Vi farà sprecare meno energie” ma io volevo sprecare energie quando passavo l' aspirapolvere e pulivo, perché la domenica era noiosa e l' unica cosa che mi potesse rilassare era pulire casa.

Mi faceva sentire appagato perché dopo una dura fatica casa mia splendeva e c'era quel rigoroso ordine che tanto amavo, così passava la mia giornata libera di lavoro, che rimaneva comunque insignificante, mentre adesso ogni giorno sembrava acquistare la sua importanza.

Poi osservai con quale interesse Naoki osservava quell' aspirapolvere, allora capì a chi potesse servire, sicuramente per una come lei andava più che bene: una donna che non ha alcuna intenzione di pulire casa propria e che non si rilassa affatto a fare questo genere di cose.

Dopo un po' il suo interesse si soffermò in altri scaffali del negozio dove vi erano delle telecamere, Naoki le guardava come oggetti sconosciuti che non avesse mai visto prima d'ora.

Leggeva il foglietto nel quale c'era tutta la descrizione di ciascuna telecamera, ma sembrava non capirci molto di telecamere, sembrò voler optare per le più economiche, ma poi si decise a chiedere aiuto ad un commesso.

Lui si dimostrò piuttosto cordiale e incominciò a spiegare le varie opzioni di ogni telecamera, cercando di parlare un giapponese comprensibile per Naoki, perché per lei la tecnologia era tabù.

“Signorina ma mi dica a che le serve ed io le consiglierò la più consona a quel che deve riprendere”

“Ecco vede io e il mio ragazzo dobbiamo fare un film porno”

L' uomo corrucciò la fronte e guardò Naoki malamente, poi il suo sguardo si rivolse verso di me con una certa severità.

Io ero piuttosto a disagio e cercai di far capire all'uomo che non era proprio così, che Naoki si era spiegata male, ma lui non sembrava essere un tipo comprensivo, e sopratutto per nulla aperto a quel genere di perversioni.

“Farete meglio a cambiare negozio!” disse senza volermi neppure ascoltare.

“Se lei non scopa con sua moglie da molto tempo non è colpa nostra!” gli rispose lei con impertinenza.

“Come scusi... che ha detto?” chiese l'uomo furibondo.

“Ha sentito perfettamente!”

“Uscite immediatamente dal mio negozio!” affermò rosso dalla rabbia.

“Voglio soltanto comprare delle telecamere!” insistette lei.

“Naoki ecco... adesso è meglio che c'è ne andiamo!” le suggerii, ma lei come al solito era piuttosto testarda e così alla fine il commesso chiamò la sicurezza per cacciarci via dal negozio.

Due esseri corpulenti,persino più grossi di Iketsu ci sollevarono letteralmente da terra per sbatterci fuori dall' uscita, Naoki faceva la voce grossa persino con quei due,ma non ottenne l' effetto sperato dato che al confronto sembrava. una bambina

Naoki si lamentò con l'uomo che la teneva “Mettimi subito giù!”, l'uomo la buttò per terra senza farselo ripetere due volte, anche quello che reggeva me come se fossi un salame, mollò la presa lasciandomi cadere violentemente per terra.

Naoki si rialzò da terra nello stesso momento in cui mi rialzai io, le chiesi se stesse bene e se si fosse fatta male, lei mi rispose che stava perfettamente bene, ma che fosse semplicemente arrabbiata con quell' idiota di commesso.

“Ma a te sembrano cose da dire!” la canzonai.

“E' stato lui a chiedermi a cosa mi servisse!”si difese.

“Si, ma non sempre bisogna dire tutta la verità...che poi non è neppure la verità, visto che... non dobbiamo fare noi due quel genere di film”

“Ah, ma se lo vuoi fare basta dirlo!”affermò burlandosi di me.

“Ma che dici, santo cielo!” affermai imbarazzatissimo.

Mi accorsi soltanto dopo, che aveva ripreso a palarmi normalmente, dimenticandosi di quanto fosse accaduto quella mattina.

“Dai scommetto che ti piacerebbe!” continuò lei per mettermi in imbarazzo.

“Non è affatto vero!” affermai rosso di vergogna.

Dopo un po', andammo al lavoro, sembrava un giorno di lavoro come tutti gli altri, ma dovetti subito ricredermi, davanti al bar trovammo appesi una serie di fogli di giornale:

“Kiba Kiyoshi, famoso compositore e direttore d'orchestra viene ucciso dalla figlia” c'era anche una foto di Naoki sul giornale.

Naoki rimase immobile davanti l' entrata ad osservare tutti quei fogli appesi, poi entrò dentro il locale come se fosse impazzita, la seguì preoccupato.

Nel locale quel giorno non c'era il proprietario,questo spiegava molte cose, perchè se il proprietario fosse stato presente, non si sarebbero mai azzardate a fare una cosa tanto meschina, per paura di perdere il lavoro.

“Chi è stato?” urlò furibonda osservando Johan e le altre ragazze del personale.

“Stanno per arrivare i clienti” affermò Makuto Azume, una cameriera che aveva detto di aver visto la faccia di Naoki sul giornale e che aveva informato le altre, sconcertata della sua assunzione nel locale.

Ero sicuro che fosse stata lei, ne ero più che certo e anche Naoki era della mia stessa opinione, le andò vicino gridandole contro “Sei stata tu non è vero?”

“Ti conviene andare a togliere quei fogli in gran fretta, se non vuoi che tutti i clienti siano al corrente del tuo piccolo segreto!” affermò divertita.

Naoki non sembrò volergliela dare vinta e disse “Che lo sappiano tutti non mi importa...ma anche se tu non hai mai ucciso nessuno, non credere di essere una brava persona!”

“Sentirsi dire una cosa del genere da una come te...risulta essere un vero complimento!”

Naoki si avvicinò a lei furiosa, sembrava volerle alzare le mani, io la tenni ferma, per evitare che la picchiasse.

“Vuoi uccidere anche me?” chiese acidamente.

“Adesso basta stai zitta , credo che tu abbia già fatto abbastanza” dissi accanendomi contro di lei, mentre tenevo ancora ferma Naoki stringendola da dietro.

Naoki si calmò, così la lasciai libera mentre tutto il personale, era rimasto esterrefatto da quel che era successo.

Ma ciò che mi faceva più rabbia è che tutti reputassero male Naoki, ma riguardo Makuto nessuno parlava del suo pessimo comportamento.

Prima che arrivavano i clienti, decisi di togliere tutti quei fogli di giornale appesi all' entrata, ma Naoki mi fermò dicendo “Lascia perdere non mi importa!”

“Ne sei sicura?” le chiesi costernato.

“Si, lascia tutto per com'è!” affermò facendo un sorriso forzato.

Arrivarono i clienti, a nessuno di loro sfuggì quell' articolo di giornale attaccato all' entrata, guardarono pure la foto della ragazza.

Quando entrarono nel locale e si fecero servire, tutti ricollegarono il viso ritratto in quella foto con quello di Naoki e incominciarono tutti a diventare impertinenti e cattivi nei suoi confronti.

Io osservavo Naoki ammirando il suo coraggio e quanta forza d' animo avesse, perché fece finta di niente, non voleva dare soddisfazione a Makuto.

Continuava il suo lavoro, mantenendo la calma, rimanendo indifferente alle domande impertinenti e al cattivo comportamento dei clienti, alcuni preferirono andarsene anzi che farsi servire da un'assassina.

Naoki dopo un po' si rintanò in cucina, mentre Makuto era bella indaffarata a servire i clienti, io la seguì.

Era di spalle, non riuscivo a vederla bene, "cosa faceva lì in un angolo ben nascosta dal personale?" mi chiesi.Forse stava ingurgitando qualche torta o stava tracannando del sakè pensai, ma quando la raggiunsi mi resi conto che stava piangendo di nascosto.

“Stai piangendo?” le domandai preoccupato e pronto a consolarla.

Naoki asciugò le lacrime prima di voltarsi e in un singhiozzo strozzato disse“No, mi è soltanto... entrata una cosa negli occhi”

Mi avvicinai per abbracciarla, ma lei mi respinse dicendo “Non ti preoccupare, va davvero tutto bene... non mi importa niente di quello che gli altri pensano” ma le lacrime scesero di nuovo dal suo viso, senza che riuscisse a fermarle.

Osservai il suo viso ormai pieno di lacrime, aveva cercato di trattenerle, ma non ci era riuscita, per quanto cercasse di farsi forza, stava soffrendo, ma ero sicuro che non era per Makuto che stese piangendo, ma che piangesse per le cose passate,Makuto era soltanto un'altra cosa sgradevole che si aggiungeva alle altre.

Mi riavvicinai a lei, questa volta non mi respinse, ma rimase immobile con i suoi occhi pieni di lacrime che mi guardavano speranzosi, come se io fossi il loro solo e unico conforto.

Chinai la testa, incominciando a baciare le sue guance umide di pianto, sentivo il contatto delle mie labbra con il suo viso umido e caldo, era una piacevole sensazione, speravo lo fosse anche per lei e che servisse a calmarla almeno un po'.

Smise di singhiozzare, sembrò calmarsi così smisi di baciarla, ma lei nel momento in cui mi fermai, mi strinse forte per il colletto della camicia, invitandomi a chinare la testa e a riprendere quel che stessi facendo.

Le rivolsi il mio classico sorriso da ebete, lei ricambiò con il suo sorriso da ragazzina che amavo tanto, così ricominciai a baciarle le guance.

Le sue labbra tremanti non facevano altro che supplicarmi di baciarla, ma divertito ripensai al nostro primo bacio. Quella volta aveva detto “Baci veramente da schifo!”così volli essere un po' cattivo.

Lasciai che le sue labbra desiderose continuassero a cercare le mie per un bel po' di tempo, non appena le sue si avvicinavano per rubarmi un bacio, le mie si allontanavamo.

Naoki avvicinò ancora di più le labbra, io in tutta risposta sollevai la testa per impedirle di raggiungere le mie.

Così si mise in punta di piedi, ma fu tutto inutile, era troppo bassa, allora mi strinse di nuovo forte, per il colletto.

Aveva ragione Iketsu era una bambina viziata,riusciva a prendersi quello che voleva ricorrendo anche alla forza, pensai chinando la testa per evitare lo strangolamento.

Sentivo le sue labbra premere contro le mie con un fervore mai percepito prima, l' avevo fatta impazzire per bene pensai soddisfatto.

Poi tentò di insinuare la sua lingua dentro la mia bocca, questa volta non feci tanto il difficile, socchiusi le labbra, lasciando entrare la sua calda lingua, che accarezzava la mia con accesso ardore.

Quel bacio mi tolse il fiato, tanto da volermi spingere un po' più in là, allora aveva ragione Naoki: “Gli uomini pensano solo ad una cosa!”, così cercai di contenermi, dopotutto eravamo nella cucina del locale, anche se in un angolo appartato.

Qualcuno tossì forte per interromperci, era Johan piuttosto in soggezione:

“Non era mia intenzione interrompervi, però... ci sono molti clienti... che aspettano le loro ordinazioni!”

Mi staccai velocemente dalle labbra di Naoki, ero imbarazzatissimo, mentre lei con disinvoltura si dirigeva fuori dalla cucina, per andare a servire i clienti che la trattavano peggio di prima, ma la guardai meglio, questa volta non gli importava davvero della loro opinione.

Sorrisi osservandola, non era più la ragazza nascosta in cucina che piangeva , adesso era una Naoki tenace e determinata, dura come una pietra che non può essere scalfita.

Mi chiedevo se non fosse anche un po' merito mio, ma mi diedi mentalmente dello sciocco, volevo prendermi meriti non miei, ma dovuti alla sua grande forza d'animo.

Makuto parlava alle sue spalle, alzando la voce per farsi sentire da quest'ultima, ma Naoki si comportava come se davvero non esistesse, mentre lei parecchio infastidita dal suo comportamento, continuava a farle dispetti, senza ottenere il risultato sperato.

Mi chiedevo se primo o poi, non si fosse stancata a farle i dispetti, ma Makuto sembrava davvero non volersi rassegnare. Era una di quelle che non trovava di meglio da fare che far del male agli altri, senza una vera ragione. L' assassinio del padre di Naoki, sembrava soltanto un suo diabolico pretesto per far passare il tempo.

Oltre ai molestatori, anche persone come quelle sarebbero state da uccidere pensai, ma non si possono uccidere tutti quelli che ci fanno del male, anzi in teoria non si dovrebbe uccidere, ma alle volte la polizia non fa bene il suo lavoro,si può uccidere per questa ragione, è davvero giusto farlo?

Continuavo a chiedermi se il modo di fare di Naoki fosse giusto o sbagliato, ma ricordando la gente che aveva ucciso, non riuscì più a provare tanto dispiacere per loro, erano molestatori e assassini della peggior specie, che facevano del male a gente innocente per soldi o senza una vera e propria ragione.

Quel giorno staccammo presto dal lavoro. Io e Naoki stavamo tornando a casa quando il suo telefonino prese a squillare.Naoki rispose, sembrava non avere la più pallida idea di chi fosse, ma aveva tutta l' aria di essere un nuovo incarico.

“Chi era?” le chiesi.

“Una donna mi ha affidato un lavoro, ma diverso dai soliti”

“In che senso?”

“Non devo uccidere nessuno”

“E come mai?”

“E' una questione di furti, in pratica lei lavora per una rivista di moda... e un'altra che lavora nel suo stesso posto di lavoro le ha rubato le idee passandole per sue, quindi adesso lei vuole che io rubi le sue idee”

“Quindi non accetti soltanto omicidi?”

“No, accetto ogni tipo di vendetta che mi commissionano,però deve equivalare al male che l' altra persona ha fatto”

“Che intendi?”

“Per esempio se una persona mi chiede di uccidere un uomo perché gli ha ucciso il gatto non posso assolutamente farlo. Ma potrei in quel caso uccidere il suo di gatto se ce l'ha, anche se poveretto il gatto che colpa ne ha, se il suo padrone ha ucciso il gatto di quel tizio...Menomale che un incarico simile non me l' abbiano mai affidato, mi metterebbe davvero in difficoltà...uccidere un innocente gatto”

“Comunque non credo che una situazione come questa sia possibile, perché se uno ha un gatto significa che li ama, quindi non avrebbe ragione di uccidere il gatto di un altro”

“Ottima osservazione” affermò compiaciuta.

Arrivati a casa, ci stiracchiammo sul letto per un po', aspettando l'ora in cui avevo l' appuntamento con Hitsubashi al locale “La luna piena”.

Mi chiedevo se Naoki corrispondesse davvero i miei sentimenti come aveva detto Iketsu, mi aveva dato un bacio così travolgente da togliermi il fiato, doveva pur significare qualcosa.

Giunta l' ora dell' incontro con Hitsubashi, uscimmo di casa, come la volta scorsa facevamo finta di non conoscerci, io al bancone con Hitsubashi facendo lo spavaldo e fingendomi un duro che non ero, mentre Naoki sedeva al tavolo un po' più distante, per non dare troppo nell' occhio.

“Vedi, Banjo...conosco una persona che è interessata al tuo mestiere però....questa persona potrebbe perdere la faccia se si scoprisse in giro, quindi ci tengo al tuo silenzio, ma credo di potermi fidare di te”

“Ma certamente” affermai rassicurante, non mi era difficile esserlo.

“Bene, meglio così perché nel caso in cui mancassi di fiducia e si sapesse la cosa in giro, ti ucciderei...” mi disse all' orecchio in tono spregevole.

Mi giunse un puzzo di alcool e di fumo alle narici, non appena la sua bocca si accostò al mio orecchio, ma oltre a quei maleodoranti odori, si aggiungeva un tanfo, che non avevo mai sentito a nessun uomo prima d'ora.

Avevo paura ,tanto per cambiare, ma questa volta poteva dirsi un timore giustificato, dato che le intenzioni di Naoki erano quelle di incastrare Miamoto Osae, quindi non ero stato affatto di parola con Hitsubashi, se ci avesse scoperto ci avrebbe fatto fuori!.

Concluso quell' incontro, mi sentii più sollevato, anche se la situazione era sempre piuttosto allarmante anche perché Naoki non voleva proprio dirmi come avesse intenzione di incastrare Miamoto Osae e questo mi impensieriva più di ogni cosa.

   
 
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