The tale of cells.
(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)
24 | Wound
Glomerulus | Cells at Work! BLACK | Chapters 13-26
Da Glomerulo, lei era abituata ad avere ferite in più parti del corpo. Nel corso del tempo erano diventate sempre più numerose, soprattutto sulle mani che ogni giorno lavavano i globuli rossi che erano giunti nei reni per ripulirsi dalla sporcizia accumulatasi durante il loro faticoso lavoro.
Lei era abituata a non mostrare la sofferenza che stava provando. Non le era mai stato concesso, perché a lei e alle sue compagne era stato insegnato di mantenere il proprio sguardo il più possibile sereno e non versare nemmeno una lacrima: nessun accenno di tristezza o di dolore, nessuno.
Eppure, tra tutte le ferite che aveva ricevuto, quella più grande si trovava in una zona ben precisa del suo corpo, al centro del petto. Nonostante fosse una ferita invisibile, era quella che faceva più male perché non era una ferita che si era procurata a causa del duro lavoro che svolgeva nei reni, ma una ferita nata per via di un terribile avvenimento che le aveva sconvolto la vita.
La perdita di una persona amata.
Quella ferita era nata nel momento in cui aveva perso la sua adorata decana, molto severa ma protettiva nei confronti delle sue allieve, che presto o tardi avrebbero preso il suo posto.
Qualche tempo dopo lei aveva trovato sollievo per quella ferita, che lentamente si stava rimarginando quando aveva incontrato quel grande globulo rosso che lei aveva salvato la vita mangiando il glucosio in eccesso. Tuttavia, subito dopo, proprio quella ferita si era nuovamente riaperta, non appena aveva scoperto dell'estremo sacrificio che quello stesso globulo rosso aveva compiuto per salvare tutti, lei compresa.
Il dolore provocato da quella ferita bruciava così tanto, al punto di diventare insopportabile. Però lei doveva andare avanti, continuando a portare quella forte sofferenza dentro di sé, per non lasciare che quel sacrificio diventasse vano.
Qualunque cosa sarebbe successa lei doveva continuare a lavorare, anche per quelle persone care che avevano perso la loro vita nel proteggerla.