The tale of cells.
(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)
25 | Life
Cells at Work! BLACK | Chapter 48
Nonostante le loro differenze, quei tre piccoli eritroblasti erano diventati inseparabili. Nessuno di loro riusciva a spiegarsi il perché, però ciascuno di loro sentiva nel profondo del suo cuore di dover restare accanto a quegli amichetti che, anche se dovevano conoscersi meglio, sembrava di conoscerli da sempre.
Un piccolo dai capelli argentei, che erano spesso raccolti in una piccola coda, sempre vispo e un po' ribelle; un suo coetaneo dai capelli corti e corvini, riservato e che amava leggere; infine un eritroblasto della stessa generazione, alto e robusto ma dal cuore d'oro.
Tre caratteri diversi, tre fisionomie diverse, ma con un solo obiettivo: impegnarsi per maturare e diventare dei grandi globuli rossi, pronti a dare il loro contributo per il mondo che li attendeva.
Tre eritroblasti che dovevano ancora imparare tanto dai loro maestri macrofagi, ma che già sentivano di essere pronti per i loro futuri doveri. I tre seguivano con entusiasmo le lezioni e gli insegnamenti che ricevevano, e nei momenti di pausa giungevano all'ingresso del punto dove erano nati: laggiù, dietro a un vetro dal quale si poteva vedere ogni cosa, si soffermavano a osservare il processo di nascita dei loro simili, ammirando il duro lavoro delle cellule genitori che dividevano i neonati in diversi gruppi per la successiva differenziazione.
«Chissà da dove arrivano tutte quelle cellule...» si chiedevano.
«Sarebbe bello conoscere i nostri genitori! Immaginate: delle cellule uguali a noi che conoscono già questo corpo perché ci lavorano!»
«Dicono che è impossibile: quelle cellule non esistono più. Noi siamo nati da ciò che è rimasto di loro, l'ho letto ieri in un libro...»
«Eddai, non è vero! Sono certo che un giorno ci incontreremo, e racconterò a loro il grande globulo rosso che sarò diventato! Vedrai, saranno fieri di noi e di ciò che faremo per rendere questo corpo più sano e forte!»
Nessuno di quei tre eritroblasti poteva ancora saperlo, ma presto proprio loro avrebbero esaudito quella piccola speranza che i loro predecessori avevano affidato al futuro.