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Autore: Altair13Sirio    25/03/2022    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Le uscite in città, da quando avevano respinto il primo attacco dei VIRM, erano diventate un po’ più tese del solito; le persone che li riconoscevano adesso si erano moltiplicate a un livello tale da mettere i ragazzi a disagio ogni volta che mettevano piede fuori da Mistilteinn.
«Ci fissano tutti…» Borbottò Tetsuya, allungando la mano sana per proteggere la tasca dove conservava i soldi. Suzuko camminava al suo fianco, come a guardia del suo braccio ferito, e sembrava districarsi tra quegli sguardi curiosi con molta più naturalezza.
«Ci hanno riconosciuto. Siamo come delle celebrità adesso, hanno visto cosa abbiamo fatto per proteggerli e adesso la gente ci considera molto più di prima; era prevedibile una reazione di ammirazione da parte del pubblico, una volta conclusa la prima battaglia!» Spiegò sorridendo con tranqullità, osando un piccolo saluto in direzione di una coppia di ragazzini che si erano fermati a guardarli con sguardi sognanti.
«Siamo dei personaggi famosi, fratello!» Esclamò un Kaoru infreddolito, ma sempre pronto a rallegrare l’atmosfera. «Forse dovremmo cominciare a darci delle arie?»
«Meglio restare con i piedi per terra!» Lo interruppe Aiko ugualmente scherzosa. La ragazza lo prese per la mano e lo costrinse a moderare il passo al suo e lui per tutta risposta le mandò un sorriso enorme e si sporse per lasciarle un bacio sulla guancia, ma finì per farle il solletico inavvertitamente ed entrambi continuarono a sghignazzare per qualche secondo.
Il gruppo era ancora compatto, di solito quelle uscite di fine settimana andavano sempre nello stesso modo: la squadra iniziava il giro per i negozi, poi pian piano ognuno andava per la propria strada e finivano per formarsi dei gruppetti che si disperdevano per le strade fino al momento di ritrovarsi alla fermata che li avrebbe ricondotti a Mistilteinn. A dicembre inoltrato faceva buio presto, il viale era illuminato dai lampioni che già a quell’ora sembravano lunghe file di diamanti splendenti e i rumori provenienti dalle abitazioni tutto intorno a loro mettevano il buonumore sapendo che si stava avvicinando l’inizio di un nuovo anno, mentre dai locali lungo la strada arrivava ogni tipo di odore accattivante.
Fu proprio un profumo in particolare che attirò l’attenzione dei ragazzi; Suzuko si voltò verso il proprio partner e indicando un locale dall’altro lato della strada gli disse:«Che ne dici se ci sediamo al caldo e prendiamo una tazza di cioccolata calda?»
Il ragazzo fu sorpreso dalla proposta, e fu sul punto di accettare se non fosse stato per Nakamura che con la sua solita irruenza iniziò ad esultare, dicendo al proprio partner di volerli imitare.
«Va bene, voi andate pure…» Commentò Yoshiki divertito dalle feste di Kya. «Io ho promesso a Naho di accompagnarla a comprare qualche libro nuovo, quindi ci vedremo dopo.»
La ragazza al suo fianco rise mentre Kya si voltava a lanciarle un’occhiataccia. «Ma insomma, non la smetti mai di leggere?»
Per tutta risposta Naho fece la linguaccia alla sua amica e afferrò Yoshiki da un braccio per andarsene via, stranamente frettolosa di allontanarsi dal gruppo mentre gli sguardi degli altri rimanevano ancora fissi su di loro. Alla fine Tetsuya distolse lo sguardo e tornò a sorridere a Suzuko.
«Bene, allora entriamo!» Disse, notando però che l’espressione della ragazza era cambiata dal momento in cui Nakamura si era unita a loro. Rimasero entrambi a guardarla; quel pomeriggio aveva indossato una cappellino di lana con un pompon che continuava a rimbalzarle sulla testa e le conferiva un'aria particolarmente buffa, ma grazie ad esso non sembrava soffrire minimamente il freddo. Continuarono a osservarla mentre chiedeva anche alla Sakei se volesse unirsi a loro.
«Uhm… Sì, perché no?» Rispose alla fine la sua amica, voltandosi però verso il partner un attimo dopo. «Sempre che ad Hoshi vada bene…»
Il piccoletto che camminava a poca distanza da lei si voltò appena si sentì interpellato e la squadrò sorpreso. Fu strano sentire Momo che gli chiedeva il permesso di fare qualcosa, ma forse era più un tentativo di includerlo senza farlo sentire pressato; in fondo era stato lui a lamentarsi dei suoi modi troppo stressanti.
In ogni caso avrebbe accettato l’invito comunque: da fuori sembrava tutto d’un pezzo, con il suo cappotto bene abbottonato e la sciarpa dentro la quale gli spariva il collo, ma dentro stava congelando e non vedeva l’ora di andare in un posto caldo. «Certo, vengo anche io!» Disse con gli occhiali appannati, affondando ancora di più le mani nelle tasche del giubbotto e affrettando il passo verso il locale.
Il gruppo si avviò verso l’ingresso, ma poi Ryo si voltò notando che Kaoru e Aiko fossero ancora al centro della via, indecisi sul da farsi.
«Voi non venite?» Gli chiese, e Kaoru gli lanciò un’occhiata esitante. Fu Aiko però a rispondere al posto suo; la ragazza sfoggiò un sorriso ampio, impacciato, ma che nascondeva una sicurezza non da poco e alzò un po’ la voce per farsi sentire dal compagno di squadra a distanza.
«No, in realtà pensavamo di passeggiare ancora un po’…»
«Oh.» Fece Ryo, che non poté fare a meno di chiedersi come mai quei due non si volessero unire al gruppo. Fu Kya ad arrivare in suo aiuto, sporgendosi dalle sue spalle e starnazzando:«Piccioncini, vedete di non sbaciucchiarvi troppo!»
Le parole della ragazza fecero avvampare dalla vergogna i due ragazzi che già si stavano tenendo per mano e Aiko e Kaoru si voltarono per fuggire con la coda tra le gambe, punti nell'orgoglio.
«Devi proprio essere così cattiva?» Domandò Ryo mentre la ragazza si abbandonava a una risata liberatoria.
«Sta’ tranquillo, non si sono offesi!» Rispose lei dopo un po’, appoggiando il mento sulla spalla del ragazzo. Con le mani iniziò a indirizzarlo verso l’entrata del locale e continuò a sorridere con aria spavalda. «Penso che dovremmo tutti prendere esempio da loro!»
«Non so di cosa tu stia parlando.» Ribatté istantaneo Ryo raggiungendo l’ingresso dove gli altri erano già entrati. Kya gli saltellò alle spalle finché non furono arrivati dagli altri e una volta al caldo i ragazzi cercarono rapidamente un tavolo dove potersi sedere.
Il locale era un bar luminoso dalle pareti dorate, un bancone dai colori vivaci dove erano presentati dolci e ogni tipo di leccornie che avrebbero fatto passare i bambini più piccoli a scegliere per ore, e i tavoli erano disposti a semicerchio lungo i lati del locale circondati da panche comode e imbottite. Il gruppo rimase ad osservare mentre Tetsuya cercava di infilarsi tra il tavolo e il sedile senza sbattere con il braccio fasciato; le garze erano rigide e gli concedevano poca mobilità, quindi infilarsi in spazi stretti per un ragazzone come lui diventava un'impresa. Alla fine se ne tirò fuori e disse con imbarazzo che sarebbe stato meglio se avesse preso il posto più esterno, così da avere più libertà di movimento.
Così Kya andò per prima esultando per aver conquistato il posto vicino alla finestra mentre Momo si sedette dal lato opposto in modo da poterla guardare in faccia; i loro partner le seguirono e presero posto cercando di lasciarne a sufficienza per gli altri compagni di squadra, e così Tetsuya e Suzuko finirono per sedersi agli angoli esterni del tavolo, uno di fronte all’altra.
«Mi dispiace che tu abbia tutti questi inconvenienti a causa mia…» Borbottò la ragazza continuando a fissare il braccio di Tetsuya. A quelle parole il ragazzo agitò una mano con fare seccato.
«Dimentichiamoci di tutta quella faccenda, va bene? Ti ho già detto che non voglio che tu ti scusi!»
Suzuko si imbronciò, ma la smise di pensare in negativo. Tetsuya aveva ragione a non volersi concentrare così tanto su quell’aspetto del suo infortunio, ma ogni volta che lo vedeva in difficoltà per la fasciatura non riusciva a smettere di pensare che fosse colpa sua.
«Ti fa ancora male?» Domandò Hoshi sporgendosi un poco verso di lui, sorprendendo la compagna di squadra per la sua intromissione. Tetsuya strinse le spalle.
«Solo quando strofina contro qualcosa. E poi mi fa un prurito bestiale, ma devo resistere!» Rise e si voltò verso Suzuko come a richiedere la sua complicità; lo sguardo della ragazza però gli parve seccato, anche solo per un istante.
Suzuko poi riprese a comportarsi come se niente fosse, ma dopo quella visione Tetsuya non poté togliersi dalla testa l’idea che qualcosa la avesse infastidita.
«Allora… Credete che d’ora in avanti sarà un problema?» Domandò Ryo dal nulla, attirando gli sguardi di tutti su di sé.
«Un problema?» Domandò Hoshi inarcando un sopracciglio. «A cosa ti riferisci?»
Ryo ghignò e indicò verso l’esterno del locale. «Parlo di Aiko e Kaoru! Pensate che saranno così presi dalle loro smancerie che perderanno la concentrazione?»
«Sei proprio scemo!» Fece Kya dandogli uno scappellotto. I ragazzi nel gruppo però risero, segno che l’idea di Ryo, per quanto fantasiosa, era comunque fondata. Arrivò poi Suzuko a calmare le acque con il suo solito fare composto, dando una spiegazione tecnica a quella domanda.
«Al contrario: la loro relazione porterà a un aumento dei loro livelli di compatibilità, il che significa che saranno ancora più forti. Per non parlare del fattore emotivo che li spingerà a dare il massimo per proteggere la persona amata…» Suzuko avrebbe potuto continuare, ma si interruppe lasciando capire al resto della squadra quanto significasse realmente l’amore sbocciato tra i loro due compagni.
«Ergo: sei uno scemo!» Ripeté Kya assestando un altro scappellotto al partner, facendo ridere gli altri. Ryo si lamentò di quel trattamento e prima di ricevere altre botte sulla nuca alzò le mani per proteggersi la testa.
«Andiamo, avete capito cosa intendo!» Protestò. «Se sono persi nel loro mondo rischieranno di perdere la concentrazione durante gli allenamenti e smetteranno di studiare come si deve, no?»
L’unica a prendere seriamente le sue parole fu la stessa Suzuko, che rifletté sulla propria risposta per alcuni secondi. «Normalmente, potresti avere ragione. Tuttavia proprio a causa del tipo di legame che serve per poter pilotare gli Stridiosauri, credo che questi problemi non si presenteranno.»
«Triplo scemo!» Dichiarò Kya dando l'ennessimo schiaffetto sulla nuca di Ryo, chiudendo il discorso.
Così Ryo smise di ribattere e accettò l'idea di aver preso un abbaglio. Forse la conversazione avrebbe anche potuto continuare, ma in quel momento sopraggiunse un cameriere munito di baffi e grembiule rosso per prendere le ordinazioni dei ragazzi e l’attenzione fu tutta su di lui.
L’uomo era allegro e continuava a mandare sorrisi in tutte le direzioni, interrompendosi di tanto in tanto per salutare gli altri clienti mentre passavano vicino a lui; alla fine l’intero gruppo decise di ordinare delle cioccolate calde e il cameriere si congedò dopo aver messo il punto sul proprio taccuino con un gesto elegante della mano e lasciò nuovamente i ragazzi a conversare tra loro.
«A proposito di piccioncini, non pensate che Naho e Yoshi siano una bella coppia?» Esordì Kya totalmente a caso dopo aver disegnato con il dito una faccina sorridente sopra al vetro appannato del locale.
Momo sbuffò divertita e Hoshi la seguì a ruota, forse per un motivo diverso dal suo; gli altri non sembrarono contrari a quell’idea, a parte Tetsuya che mostrò tutta la sua sorpresa.
«Potresti avere ragione.» Disse Suzuko annuendo pensierosa. «Sono andati d’accordo sin dal primo momento, direi che Fukuda è l’unica persona capace di capire esattamente a cosa stia pensando Ojizaki…»
«No, scusami ma Ojizaki non vede nessuno oltre sé stesso.» Intervenne Hoshi, il sorrisetto che faticava a svanire dal suo volto.
«Ma dai, non è vero!» Protestò Tetsuya, che lì in mezzo conosceva Yoshiki meglio di chiunque altro. Kya arrivò a dargli man forte e fece una smorfia a Hoshi, prima di abbracciare Momo con irruenza come se la volesse tenere lontana da lui.
«Ha ragione Tetsu, tu non lo conosci! Ti piacerebbe avere un briciolo della gentilezza di Yoshi, ma tu invece sei antipatico!» A parte le reazioni di sorpresa di Momo e Tetsuya, la prima per essere stata afferrata improvvisamente dall’amica seduta dall'altro lato del tavolo e l’altro per aver sentito quel nomignolo dalle sue labbra, il tavolo sentì le risatine di Ryo prima che Hoshi potesse ribattere seccato.
«Ce l’hai ancora con me?» Domandò il ragazzino sistemandosi gli occhiali.
«Sempre.»
Altre risate; questa volta Tetsuya e Ryo reagirono in maniera quasi eccessiva alla risposta della ragazza, che era rimasta a guardare Hoshi con occhi sottili e sospettosi, mentre la sua partner cercava di consolarlo dicendogli di non fare troppo caso alle sue parole.
«Comunque io rimango della mia idea. E poi ci sono decisamente coppie migliori…» Disse alla fine il ragazzino incrociando le braccia, assumendo un’espressione offesa. A queste parole Kya sembrò tirare fuori le antenne e ghignò con malizia.
«Ah, sì? E quali?»
Ma Hoshi non parlò, rendendosi conto della trappola in cui si era cacciato. L’unica altra “coppia” di fatto all’interno della squadra era quella formata da Aiko e Kaoru, mentre per ovvi motivi non poteva menzionare i fratelli Okagawa; così rimanevano solo le persone sedute a quel tavolo e oltre a non voler assolutamente fare alcuna allusione a sé stesso e Momo, Hoshi non avrebbe avuto mai il coraggio di mettersi a giocare al consulente matrimoniale con i suoi compagni.
Ma Kya continuava a pressarlo, quasi come se volesse assolutamente sentire una risposta da parte sua; per una volta Hoshi capì come si sentisse Ryo a dover avere a che fare con quella ragazza tutti i giorni.
«Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» Ghignò lei sporgendosi dal proprio posto, facendolo imbarazzare non poco, per niente abituato a tutta quella vicinanza. Hoshi si ritrovò in difficoltà a tal punto da far intervenire la propria partner, che gli posò una mano sulla spalla e allungò l’altro braccio come a dividerlo da Kya.
«Adesso basta, Kya!» Disse con tono protettivo. «Così lo metti a disagio.» E pur sapendo di star prendendo ancora una volta il controllo della situazione senza il suo consenso, Momo pensò che il ragazzo gliene sarebbe stato grato questa volta.
Kya si sarebbe ritirata vittoriosa, se volgendo lo sguardo verso la sua amica non avesse notato che anche Momo era in imbarazzo; un piccolo dettaglio che avrebbe preferito non cogliere. Perché se quell’argomento la metteva a disagio, significava che qualcuno a quel tavolo suscitava il suo interesse, e da come aveva difeso Hoshi sembrava chiaro di chi si trattasse…
«Dai, smettila di essere così invadente.» Intervenne Ryo, che riuscì a tirarla indietro sul sedile. «Kondō voleva solo dire che Naho e Ojizaki non sembrano per niente una coppia, per quanto possano essere simili…»
Kya rimase in silenzio e incrociò le braccia con fare giudicatorio mentre continuava a fissare torva il ragazzo dall’altro lato del tavolo; non si era accorta di aver messo a disagio non solo quei due, ma l’intero gruppo con quei discorsi su chi sembrasse di più una “coppia”.
Per fortuna arrivarono le cioccolate calde dei ragazzi a far slittare l’argomento e nessuno menzionò più quella cosa, anche se Kya continuò a lanciare occhiatacce al partner della sua amica, borbottando cose senza senso di tanto in tanto.
«Oh, ehi!» Disse a un certo punto Ryo, che non riusciva a credere di essersi perso quella cosa. «Ma che fine hanno fatto Aki e Rin?»
«Oh, loro…» Iniziò Tetsuya, ma fu interrotto da Kya che diede una botta sulla fronte al proprio partner.
«Ci hanno salutato appena arrivati in stazione, dicevano che avevano delle cose da sbrigare, commissioni… Bell’amico che sei, non presti neanche attenzione quando uno ti dice una cosa!»
«Ahia! Ma che cosa vuoi?» Borbottò il ragazzo visibilmente infastidito dai continui colpi dell’amica, che quel pomeriggio sembrava più manesca del solito.
La ragazza finì per afferrargli la nuca e stringere come se stesse cercando di fargli male e disse:«E’ il prezzo da pagare per essere tanto stupido!» Quelle parole suscitarono delle risate in mezzo al gruppo, ma alcuni rimasero in silenzio, contrariati da quel comportamento; il primo era Ryo, che non capiva perché dovesse sopportare un trattamento simile. E poi Suzuko, che osservava le dinamiche tra Nakamura e Sato e si chiedeva che cosa le servisse per essere come loro…
 
*
 
I fratelli Okagawa erano tornati a Mistilteinn carichi di buste e pacchetti che avevano rifiutato categoricamente di mostrare ai propri amici, dicendo che avrebbero dovuto aspettare fino all'ultimo dell'anno, data dove per tradizione ci si scambiava i regali. Avevano chiuso tutto in un armadio e nascosto la chiave, rendendo futile ogni tentativo degli altri di provare a sbirciare. Era ormai ovvio che si trattasse di regali per loro, ma la sorpresa rimase fino all'ultimo quando la sera dell'ultimo dell'anno i due fratelli andarono a prendere le buste e iniziarono a distribuirle a tutti. Alcuni sembravano essersene addirittura dimenticati, negli ultimi giorni; altri – in particolare Nakamura – non avevano smesso di pensarci neanche un giorno.
Quando Rin porse un piccolo scatolino legato da un nastro a Kya, questa non fu in grado di trattenere il proprio entusiasmo; amava ricevere regali, qualunque cosa fossero, e il fatto di averla incuriosita in quel modo mantenendo la sorpresa fino alla fine la rese ancora più estatica.
«Ci abbiamo messo un po’ a decidere cosa prendere per ognuno di voi. Non è stato facile perché volevamo che ogni regalo fosse unico, non che sembrasse che li avessimo presi tutti a caso e…» Si perse nelle spiegazioni Aki mentre porgeva a Ryo il suo pacchetto.
«Sì, non preoccuparti!» Lo tranquillizzò il suo amico. «E’ il pensiero che conta. Ma non avrete speso un po’ troppo per fare un regalo a tutti noi?»
Aki sorrise imbarazzato e al suo posto rispose la sorella, che spiegò come volesse essere un ringraziamento per tutto l’aiuto ricevuto quando avevano fatto finta di non essere fratelli.
«Sono stati mamma e papà a consigliarcelo. E poi hanno detto che ora che non ci siamo, tutti i soldi dell’I.P.U. sono anche troppi! Così ne abbiamo approfittato.» Concluse con un sorriso smagliante, osservando con quanto entusiasmo Kya stesse scartando il proprio regalo, ansiosa di metterci le mani sopra.
Quando fu finalmente riuscita ad aprire la scatoletta, la ragazza lanciò un’esclamazione di giubilo estraendovi un fiocco rosso che subito cercò di indossare. Alla fine lo annodò in modo un po’ maldestro legando i capelli in una coda e si voltò verso Ryo per chiedergli come stesse.
«Ti dona.» Rispose lui senza sforzarsi a mostrare troppo entusiasmo, cosa che la fece un po’ infastidire.
Rin arrivò in difesa dell’amica e le mise una mano sulla spalla. «Sembra fatto apposta per te!»
Quelle parole fecero tornare istantaneamente il sorriso a Kya, che chiese:«Come facevi a sapere che fosse il mio colore preferito?»
Ma la ragazza rispose che non lo sapeva. «Ho pensato solo che fosse perfetto per te!»
Mentre le due ragazze si scambiavano quei complimenti, Ryo decise di aprire il proprio regalo e fu sorpreso di vedere una cosa che gli sembrava di conoscere molto bene: era un braccialetto sottile con sopra la figura di un uccello che sbatteva le ali.
«Ma è uguale al mio!» Esclamò Kya tornando dal proprio partner, sollevando il polso dove indossava sempre un braccialetto uguale; in tutti gli anni che si erano conosciuti, Ryo non l'aveva vista una volta senza di esso.
«Abbiamo pensato che vi avrebbe fatto piacere avere qualcosa di abbinato, visto che siete sempre insieme…» Disse Aki mentre l’amico indossava quel regalo con impaccio.
«Eh.» Rise Ryo. «Almeno così non potrai essere invidiosa del mio regalo!» Scherzò rivolto alla partner, che subito gonfiò comicamente le guance e lo guardò adirata, pronta ad esplodere in mille moine e lamentele su come si divertisse a prenderla in giro.
Ryo non era stato l’unico a ricevere un regalo che combaciasse con qualcosa che aveva la partner: Aiko e Kaoru, infatti, avevano trovato un unico pacchetto ad attenderli dentro al quale stavano due collanine che insieme formavano un cuore. Aki e Rin non volevano sembrare invadenti con quel tipo di regalo e infatti gli avevano detto di non prenderlo nel senso sbagliato, ma avevano anche detto di aver notato quanto sembrassero felici assieme e che un regalo “condiviso” avrebbe potuto rendere ancora più speciale quel legame che era nato tra loro.
Se in un primo momento entrambi i ragazzi dello Xenomorphus erano diventati rossi dall'imbarazzo, dopo un attimo passato a riprendere fiato avevano iniziato a studiare con attenzione quelle collanine fino a indossarle, e da lì rimasero a scambiarsi occhiate sognanti per almeno dieci minuti, continuando a giocherellare con i loro regali e a unire le collane per formare il cuore, sghignazzando come una coppietta felice, completamente isolati da tutto ciò che accadeva attorno a loro.
Rin era felice che il regalo fosse stato apprezzato, era con quel sollievo che si era avvicinata a Suzuko e il suo partner per portargli i loro regali. Sapeva già che la sua amica avrebbe cercato di rifiutare il regalo; era semplicemente fatta così, faceva di tutto per restare indipendente e non dover favori a nessuno, ma lì non si trattava di ingraziarsela e lei lo sapeva.
«Non provare a scappare!» La fulmino scherzosamente porgendole il suo pacchetto, molto più piccolo di quanto si sarebbe aspettata Suzuko. La biondina sorrise scuotendo la testa.
«Non posso neanche fingere che mi piaccia?» Scherzò osservando attentamente la reazione della sua amica mentre lei cominciava a slegare il nastro che chiudeva il pacchetto.
«No!» Cinguettò Rin. «Se ti fa schifo dovrai dirmelo!»
Suzuko scosse la testa di nuovo come una maestra paziente. «Allora ne approfitterò per far finta di volere qualcosa di più bello…» Borbottò facendole sfuggire una risata. Era raro che si scambiassero quel tipo di battutine, solitamente Suzuko non era prona agli scherzi e rimaneva estremamente fredda anche con gli amici più stretti, specialmente se di fronte ad altre persone, ma l'atmosfera allegra di quella serata doveva aver sciolto anche lei. Tuttavia era già pronta a reagire con calma alla scoperta del regalo, ma fu colta alla sprovvista una volta aperta la scatola.
C'era un piccolo fermaglio metallico su di un cuscinetto rosso. All'apparenza poteva sembrare un regalo di poco valore, specialmente per una come lei che non si legava mai i capelli, ma per qualche motivo la ragazza rimase senza parole alla sua vista.
«Ti fa davvero così schifo?» Borbottò Rin piegandosi in avanti. Suzuko scosse la testa piano.
«No, è solo che…» Mormorò non sapendo veramente cosa dire. «Non me lo aspettavo…» Disse infine raccogliendo il fermaglio dalla scatoletta e portandolo in alto, posato sul proprio palmo.
Rin sorrise imbarazzata. «Lo so che non li usi, ma ho visto che i capelli ti danno spesso fastidio davanti alla faccia…» Fece un movimento con le mani ai lati del viso per rendere più chiaro il concetto. «E sapevo già che non avresti accettato un regalo troppo costoso, quindi ho pensato di andare per qualcosa di piccolo e pratico allo stesso tempo.»
Suzuko strinse il fermaglio tra indice e pollice e lo girò un paio di volte per esaminarlo da entrambi i lati. C'era una piccola S incisa sul metallo, quando se ne accorse Rin le rivelò che lo aveva fatto personalizzare lei.
«Così resterà per sempre tuo, anche se lo dovessi perdere.» Concluse con un sorriso malinconico. Suzuko guardò la sua amica con grande riconoscenza.
«Non potrei mai perderlo!» Le disse prima di abbracciarla in segno di ringraziamento.
Suzuko non aveva mai ricevuto niente che non le servisse. Tutti i regali che aveva ricevuto nella sua vita avevano uno scopo preciso per lei, per la sua crescita; l'idea che potesse ricevere qualcosa di superfluo non l'aveva nemmeno mai sfiorata, eppure adesso era così contenta di aver ricevuto in dono quel fermaglio che non sapeva neanche se avrebbe mai indossato.
Esitò ancora un attimo, poi la ragazza decise di provarlo subito e iniziò ad armeggiare con i ciuffi di capelli che le scendevano ai lati della faccia mentre la sua amica prendeva il regalo per Tetsuya.
«E a te che ti alleni sempre, ho pensato di prendere una nuova tuta da ginnastica!» Rivelò la ragazza porgendogli il pacco, molto più grande di quello della sua partner. Tetsuya sembrò sorpreso per un momento, ma iniziò comunque ad aprire il regalo con entusiasmo rivelando una tuta da ginnastica azzurra divisa in tre pezzi. «Avevo visto che la tua era un po' rovinata, quindi ho pensato che avresti voluto un modello un po' più nuovo. Questa è più leggera della tua vecchia tuta, ma protegge comunque molto bene dal freddo e grazie al cappuccio impermeabile puoi allenarti anche con il cattivo tempo; se invece fa troppo caldo, puoi semplicemente togliere il pezzo di sopra e indossare solo la maglietta, è molto versatile…»
Il ragazzo sollevò uno dei pezzi del completo e ammirò la lucentezza del tessuto ancora nuovo; era così bella che sembrava la stessa che indossava sempre Yoshiki, la sua vecchia tuta impallidiva a confronto.
«Grazie, davvero!» Disse alla fine mandandole un grande sorriso. «E' un pensiero davvero carino.»
«Non devi nemmeno dirlo!» Rispose quella dandogli un colpetto sulla spalla. «Piuttosto prenditi cura di Suzuko qui; sembra tanto sicura di sé, ma come hai visto è capace di combinare un sacco di guai. Tu sei la sua roccia! Insieme siete inaffondabili!»
Un po' sorpreso di sentire quelle parole, Tetsuya continuò ad annuire e sorridere fino a cercare lo sguardo di Suzuko. Tutti quegli elogi lo mettevano in imbarazzo e la ragazza ormai lo aveva capito, così si ritrovò a ringraziare Rin al posto suo. La loro situazione era molto simile a quella di Yoshiki e Naho, quando i due fratelli erano andati a consegnare i loro regali; lì Rin aveva parlato in modo simile, dicendo quanto Naho facesse affidamento sul partner e quanto Yoshiki fosse responsabile e disponibile con tutti.
Per Naho non c'era neanche bisogno di immaginarlo: Rin aveva scelto alcuni libri che sapeva la ragazza avrebbe adorato, mentre Yoshiki ricevette dei colori a tempera e una tela dove poter dipingere. Aki ammise di aver notato quanto tempo passasse a disegnare nel suo diario e che questo aveva influenzato la decisione sul regalo.
Yoshiki aveva mantenuto la sua solita compostezza anche in quell'occasione, pur lasciando intendere di avere apprezzato molto quel pensiero, mentre invece Naho aveva mostrato di aver gradito il regalo iniziando già a sfogliare uno dei libri ricevuti.
Gli ultimi regali rimasti erano quelli per Hoshi e Momo, che Aki aveva appena tirato fuori dalla busta per i suoi amici. La ragazza ricevette un cerchietto come quelli che indossava per dormire; come il fermaglio di Suzuko, anche questo era di metallo ma aveva un design leggermente più elaborato con piccoli denti posizionati in modo da impedire ai capelli di tornare indietro.
«Rin aveva sentito dire che il tuo fosse un po' fastidioso da indossare durante la notte, così ha voluto a tutti i costi cercarne uno che non ti facesse male.» Spiegò il ragazzo facendo un cenno verso la sorella, ancora impegnata con Maruyama e Sentakami.
Momo ammiccò stringendo il regalo al petto. «Vi ringrazio. Sono sicura che mi sarà molto utile!»
Le sue parole furono quasi coperte dall'improvviso tartassare di Hoshi, che chiedeva quale fosse il suo di regalo. Sembrava essersi trasformato in Nakamura tutto a un tratto.
«Un libro sul controllo della rabbia.» Comunicò Aki tirando fuori un volumetto che aveva tutta l'aria di essere un libro per bambini. Il mormorio nella stanza si arrestò di colpo mentre Hoshi sgranava gli occhi, allibito; tutti avevano gli occhi sui due ragazzi, curiosi di sapere come sarebbe andata a finire.
Il silenzio durò un solo istante perché subito dopo Aki scoppiò a ridere e ripose il libro nella busta. «Sto scherzando! E' stata un'idea di Rin, quando l'ha visto in libreria non è riuscita a trattenersi. Ecco il tuo regalo…» E gli consegnò un pacchetto rettangolare che Hoshi accettò con un po' di sospetto.
Le risate continuarono per un po' mentre il piccoletto apriva il pacco ancora con un po' di esitazione, ma quando vide di cosa si trattasse abbandonò quel muso lungo e alzò in aria ciò che Aki e Rin gli avevano regalato: dentro al pacchetto c'era una custodia dalle forme geometriche ed essenziali e quando la aprì, Hoshi ne tirò fuori un paio di occhiali da sole rotondi che indossò subito al posto di quelli da vista.
«D'accordo, siete perdonati!» Scherzò ghignando ad Aki con indosso le lenti scure, poi si emozionò di nuovo. «Sono anche graduati! Come facevi a sapere che mi piacciono queste bellezze?»
La risposta di Aki però non fu esaustiva per niente. Il ragazzo strinse le spalle e disse:«Non lo sapevo. E' stata Rin a intuirlo.» E gli sguardi si spostarono sulla ragazza.
Lei sembrò mostrare un certo orgoglio per il proprio spirito di osservazione e alla fine disse semplicemente:«A tutti piacciono gli occhiali da sole, ma per una persona come Hoshi possono essere di vitale importanza per nascondere il viso nei momenti più imbarazzanti.»
La ragazza si avvicinò al fratello e gli passò un braccio dietro alle spalle, stringendolo con forza. «Noi ne sappiamo qualcosa, vero fratellino?»
Era strano che non fosse stato Aki, ansioso come Hoshi, a fare quel ragionamento, ma questo confermava ancora una volta come i due fratelli fossero sulla stessa lunghezza d'onda su molte cose e fossero capaci di pensare l'uno come l'altra a seconda della situazione.
«Ehi, anche io voglio gli occhiali da sole!» Borbottò Kya con voce infantile, raggiungendo di colpo Rin e facendole smorfie proprio in faccia.
«Scusa non dicevi che il fiocco era del tuo colore preferito ed era bellissimo?» Borbottò l'altra.
«Certo, ma questo non significa che non possa volere altri regali!»
La voce di Ryo la canzonò dal retro:«Ma se non hai mai indossato un paio di occhiali da sole in vita tua!»
La ragazza allora si voltò verso l'amico e facendogli la linguaccia disse:«E allora comincerò a metterli!»
Quei due sarebbero rimasti a prendersi in giro per ore se Naho non si fosse ricordata dell'attrazione principale della serata, le luci di fine anno che scattavano esattamente a mezzanotte. Dopo una serata passata a scherzare in attesa proprio delle luci, sarebbe stato un peccato perderle.
«Hai ragione! Che ora è?» Borbottò Yoshiki subito dopo, voltandosi a cercare la pendola della sala comune; mancavano cinque minuti, giusto il tempo di riporre i regali e uscire sul portico per assistere allo spettacolo. I ragazzi si trasformarono all'istante quando capirono di doversi sbrigare, agendo come una squadra specializzata nelle pulizie, coordinati anche meglio di come fossero a bordo degli Stridiosauri, e alla fine si riunirono tutti all'esterno, riparati sotto al portico che circondava Mistilteinn.
«Avete preparato tutti i vostri desideri di nuovo anno?» Domandò Rin tenendo lo sguardo puntato sul cielo. Le stelle si vedevano benissimo lì fuori, eppure raramente si erano messi a guardare il cielo notturno a Mistilteinn; soltanto in direzione di Anemone la visibilità diventava un po' peggiore a causa delle luci della città. Ma quelle che stavano attendendo quella sera erano luci molto diverse dal solito.
«Certo!» Fu la risposta spontanea di Kya. Il modo tranquillo con cui lo disse fece voltare Ryo per un attimo, che ricordò la loro discussione a riguardo di qualche giorno prima.
Nonostante la conoscesse da tanti anni, per Ryo quella ragazza era ancora un mistero. Le parole che gli aveva confidato l'ultima volta che avevano visitato il grande albero gli erano rimaste impresse nella mente, non era riuscito a smettere di pensarci; era arrivato addirittura a pensare che Kya avesse qualche potere di sensitiva per aver previsto che sarebbero finiti in squadra assieme, o forse si trattava semplicemente di pura logica e la ragazza era molto più riflessiva di quanto potesse sembrare… E poi c'era l'ipotesi che, come aveva detto lei, fosse semplicemente destino e in quel caso non potessero farci niente. Ma a quel punto a Ryo andava veramente bene che la sua vita fosse già decisa sin dall'inizio? Voleva davvero essere legato a lei per sempre?
I pensieri del ragazzo furono interrotti da un movimento brusco della sua amica, che puntò il braccio verso l'orizzonte avvistando i primi segni delle luci; fasci luminosi di un colore azzurrino si levarono verso il cielo e iniziarono a danzare nell'aria mentre da terra iniziavano a salire lentamente le prime figure luminose. Anche ora, mentre ammirava quello spettacolo con gli occhi innocenti di una bambina, lei era semplicemente la sua amica Kya, le voleva bene perché era lei e non perché fossero in qualche modo legati a due persone vissute mille anni prima di loro e quindi uniti dal destino…
Rabbrividì. Meglio lasciar perdere, si disse, e volse lo sguardo al cielo per seguire lo spettacolo.
Sagome di animali, cascate luminose e simboli che rappresentavano i più importanti avvenimenti dell'anno che volgeva al termine, numeri all'apparenza senza senso ma che per tante persone celavano un significato particolare; nomi che si incontravano, si univano e infine si salutavano in quella danza di luci, e alcune volte anche volti comparivano nel cielo di Anemone. Alcune persone potevano "conquistare" un posto per scrivere ciò che desideravano nel cielo dell'ultimo dell'anno, un messaggio a una persona amata, un disegno destinato a qualcuno, oppure semplicemente un piccolo lumino che si alzava nel cielo per mostrare di essere parte di quel mondo variopinto e carico di sogni e desideri che il tempo portava via con sé per lasciare spazio a quelli nuovi. I ragazzi assistettero a quello spettacolo silenzioso con gli occhi lucidi e nessuno riuscì a distogliere lo sguardo finché non fu finito.
«Pensate che anche Hachi e Nana stiano assistendo allo spettacolo dalla loro casa?» Domandò Naho sognante, volgendo lo sguardo nella direzione dove stava l'abitazione dei due coordinatori, poco distante da lì nel parco di Mistilteinn.
«Quei due piccioncini saranno sicuramente alla finestra, abbracciati l'uno all'altra.» Scherzò Hoshi. Da quando avevano scoperto che erano legalmente sposati, lo avevano ricordato in ogni conversazione possibile. Per quanto fosse possibile che avessero visto abbastanza luci nella loro vita per poter fare a meno di quella notte e concentrarsi su qualcosa di più privato, in quanto vertici dell'I.P.U. avevano sempre avuto una parte nell'organizzazione di quei festeggiamenti e quindi era probabile che volessero vedere i risultati del proprio lavoro.
Era sempre una esperienza magica, per quanto si potesse assistervi mille volte. Quelle luci erano un monito che gli ricordava sempre quanto fosse grande il mondo in cui vivevano e quante cose belle ci fossero che valeva la pena di salvaguardare. Tuttavia le luci di quell'anno portavano ancora una sorpresa per il pubblico, i ragazzi se ne accorsero proprio quando alcuni di loro stavano per voltarsi, pensando che lo spettacolo fosse finito; invece delle esclamazioni di meraviglia di alcuni dei ragazzi fecero nuovamente alzare lo sguardo a tutti, rivelando loro una immagine nuova nel cielo della prima città, talmente grande da sovrastarla tutta quanta.
Lì, nel cielo limpido di quell'inverno le cui prime nevi erano già cadute, si innalzò una figura che somigliava molto da vicino uno Stridiosauro, lo Iustitia per la precisione. La sua postura possente, il suo sguardo fiero rivolto all'intera popolazione rappresentava il messaggio che i Parasite avevano indirettamente mandato ai cittadini attraverso le loro azioni: era un messaggio di sicurezza, di un futuro luminoso che li avrebbe visti vincitori.
Poco dopo l'intera volta celeste fu invasa dalle sagome luminose degli altri Stridiosauri, che affiancarono lo Iustitia così come sul campo di battaglia; per i ragazzi quella non solo fu una incredibile sorpresa, ma anche una scoperta commovente che gli fece capire quanto la gente riponesse fiducia in loro.
Era così che li vedevano quelle persone che stavano difendendo, ed era una vista magnifica.
   
 
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