The tale of cells.
(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)
27 | Code
J-1178 | Cells at Work! BLACK
La giovane leucocita era fiera del suo codice. Come per tutte le sue compagne, anche per lei quel codice era parte della sua identità: non solo perché era il suo nome, ma perché quella sequenza di lettere e numeri indicava il ruolo che svolgeva all'interno di quell'organismo.
Ne andava fiera, perché quel codice rappresentava tutto il suo essere "globulo bianco", un guerriero che aveva il compito di proteggere e difendere ogni cellula che faceva parte di quell'organismo. Per questo, più di chiunque altro della sua squadra, J-1178 non nascondeva quel codice che indossava al braccio, anzi: ci restava male quando qualcuno le chiedeva come si chiamasse, perché quella domanda significava che quella cellula non aveva notato una cosa che sembrava essere così evidente.
Negli ultimi tempi, J-1178 andava ancora più fiera del nome che portava. Lo era perché quella cellula che amava più di tutte le altre, quel globulo rosso un po' riservato ma che le riservava un sacco di affetto, si era accorta subito di quella fascetta che lei indossava al braccio.
Anzi, era la prima cosa che egli aveva notato quando si erano conosciuti. Quando si erano incontrati per la seconda volta, lui l'aveva chiamata per nome, senza alcuna esitazione nel suo tono di voce, e da quel momento quel «J-1178-san» era rimasto ben presente nella mente della leucocita.
Lei amava ogni sfumatura del tono di voce che usciva dalle labbra di quel ragazzo, ogni volta che pronunciava il suo codice. Da quando si erano conosciuti, le orecchie di J-1178 erano più attenti a questo sottile dettaglio, che lei aveva imparato ad apprezzare ogni giorno che passava in compagnia di quel globulo rosso.
L'amava perché lui le aveva cambiato la vita.
L'amava perché a pronunciare il suo nome era proprio colui che lei amava più di ogni altra cosa al mondo.