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Autore: cin75    28/03/2022    3 recensioni
E se il mondo avesse ancora bisogno dei Winchester ?
E se tornare indietro, sulla Terra, sarebbe un colpo al cuore per chi torna e per chi resta?
Ma sono loro, sono i Winchester, e loro faranno quello che c'è da fare, perchè è ciò che sanno fare meglio.
Genere: Slice of life, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Cap. 4


“Dean...il mio Dean!”

La bocca di Dean, del Dean in macchina, si aprì dalla sorpresa, così come i suoi occhi stralunarono increduli.
“Il tuo...Dean?” fece fissando, a questo punto anche lui l’uomo. “Tuo figlio...Dean?”
“Sì!”
Per alcuni momenti silenzio e sbigottimento riempirono l’abitacolo della fidata Impala.
Poi…
Un deciso scappellotto colpì in pieno la nuca del più giovane.
“Ma sei diventato scemo!!?” esclamò irato Sam.
“Io? Io sarei diventato scemo? Tu hai insegnato a mio nipote, il mio unico nipote ad essere un cacciatore?!”
“Cosa?”
“Dopo tutto quello che abbiamo passato? Dopo tutto quello che abbiamo perso? Ne sei uscito, hai avuto un figlio e la cosa più intelligente che riesci ad insegnargli è essere un cacciatore?”
“Ma no...ma cosa...” balbettava Sam, cercando di frenare il fiume in piena che era ormai quella paternale del maggiore.
“Ho sempre pensato che fossi tu quello intelligente tra ma e te. E non ci crederai ma sono perfino morto con questa convinzione, perché mi sono detto “è forte e abbastanza intelligente da cambiare vita e farsene una vera!!” e ora..”
“Dean, no...”
“E ora scopro che tu hai...cazzo, Sammy. Hai davvero...”
“Ok, sta’ zitto, porca miseria!!” sbottò Sam decisamente alterato. “Non ho mai insegnato a Dean ad essere un cacciatore. Gli ho parlato del male ? Sì. Gli ho detto di essere sempre aperto ad ogni cosa, per quanto strana sembrasse? Sì. Gli ho fatto fare un tatuaggio come il nostro? Cazzo, se gliel’ho fatto fare!!! E’ un Winchester!!.. è per quanto la vita quaggiù ora sia molto meglio di come l’abbiamo vissuta noi, una sorta di protezione da quel male che abbiamo sempre combattuto dovevo dargliela. Ma mai..” e prese un respiro profondo. “Mai gli ho messo in mano una pistola se da piccolo mi diceva di avere paura del buio.” fece , memore di ciò che John aveva fatto con lui a quella stessa richiesta infantile.
“E allora come lo spieghi che sia qui? Proprio adesso? Proprio ora che...” e questa volta fu Dean a congelarsi in un qualche pensiero che gli si era appena illuminato in mente.
“Ora? Ora che ??” chiese Sam , alternando lo sguardo da suo figlio che guardingo continuava ad avanzare verso il fienile a suo fratello. “Dean??! che c’è? Che stai pensando?” lo richiamò con decisione.
“Un luogo dove il sangue e le lacrime sono stati versati. Un eroe divenuto immortale e uno rimasto mortale. Una stirpe eletta.” recitò riflessivo, il mggiore.
“Sì..e allora?”
“Credo di sapere chi c’è in quel fienile, Sammy! Credo di sapere perché lui è qui e so che non ti piacerà!” fece con il tono di uno che voleva far mantenere la calma.
“Ok, questo già non mi sta piacendo. Puoi essere meno..”
“Tuo nipote.” rivelò Dean. “Sam, c’è tuo nipote lì dentro. Noi siamo i Winchester, lui...” fece indicando il Dean al di fuori dell’Impala. “...lui è tuo figlio. Winchester anche lui e ...”
“La stirpe eletta.” sussurrò terrorizzato Sam, mettendo insieme tutti i suggerimenti che Dean gli stava centellinando per non mandarlo in panico. 

Poi come colto da un’illuminazione, scoppiò: “Quel figlio di puttana demoniaco ha rapito mio nipote per il suo rituale del cazzo?” e poi decisamente furioso. “Ma io gli spacco il culo, lo riporto in vita e poi glielo spacco di nuovo, altro che rimandarlo a Rowena!”
“Ecco il mio fratellino!!” esclamò Dean, decisamente orgoglioso. “Allora che ne dici se prima di diventare Liam Neeson, ti dai una calmata e fermiamo il giovanotto lì fuori?!”
Sam, a quell’esortazione alla calma, guardò di nuovo suo figlio fermo al capannone e intendo a guardare attraverso una finestra.
“Sì..sì...non credo lui sappia cosa fare!” disse di nuovo lucido.
“E’ a questo che servono i padri!” asserì Dean battendogli una pacca fraterna sulla spalla.
“E gli zii!” rispose immediatamente dopo, Sam, sorridendo all’espressione d’orgoglio illuminatasi sul volto del maggiore.
“Ok, fratellino. Salviamo la nostra famiglia!”

Vicino al fienile,Dean, l’altro Dean, nel frattempo osservava preoccupato attraverso la finestra sporca di quel capannone.
“Papà è qui... Papà è qui!” sussurrò e tirò fuori da sotto il giacchetto una pistola, maneggiandola con titubanza. “Togli la sicura. Scarella. Metti la sicura. Toglia la sicura. Punta. Spara.” si ripetè a bassa voce come se stesse ricordando le parole di chi gli aveva insegnato ad usarla. Poi , una altro sguardo all’interno. “Sto arrivando!” e avanzò verso le grandi porte del magazzino. Stava per aprirle quando qualcosa lo afferrò alle spalle e lo sbattè con forza contro la parete di legno dell’edificio.
Il contraccolpo gli fece socchiudere gli occhi e quando li riaprì, si rese conto di avere un braccio estraneo che lo bloccava in quella posizione e una mano , non sua, serrata sulla bocca perché non potesse parlare.
E, con terrore, si accorse che perfino la pistola gli era sparita dalle mani, ora aggrappate a quel braccio che lo teneva attaccato spalle al legno.
Era buio, il cuore gli batteva a mille ma l’idea dei suoi dei figli in pericolo non lo fermò dal cercare di liberarsi. Si dimenò cercando di sottrarsi a quella stretta. Provò a liberare la bocca, quando..

“Calmati Dean. Tranquillo,figliolo, ci sono io qui con te!”

Quelle parole!!
Non le udiva da anni. Da tanti anni. Aveva meno di dieci anni quando gli vennero sussurrate dolcemente l’ultima volta.
Non le aveva mai dimenticate.
Quelle parole che lo tranquillizzavano nelle notti di furiosi temporali, o di incubi inaspettati, o solo per un’ingiustizia ricevuta.
Quelle parole che venivano sempre accompagnate da una carezza che partiva dalla testa e finiva , placida e confortante alla base del collo.
Proprio come adesso.

Il giovane Dean, strinse e riaprì gli occhi. Mise a fuoco. La stretta al torace non c’era più. La mano sulla sua bocca nemmeno.
Poi le due ombre che lo avevano bloccato smisero di essere tali. Un lieve raggio di luce proveniente da un lampione poco lontano le illuminò flebilmente.

Il giovane bloccato alla parete di legno, smise di respirare. Sconvolto. Terrorizzato.
“No..no...no...non può essere. Non puoi essere tu!! non puoi essere qui!!” balbettava in panico. “Sto impazzendo...questa storia...mi sta facendo impazzire!!”
“No...non stai impazzendo. Dean, ascolta!!” fece Sam al ragazzo , cercando di calmarlo.
“No no, no...” fece l’altro. “Tu non puoi...tu...tu sei morto.Ti ho visto morire. Ero lì accanto a te. Io...io..” mentre cercava di divincolarsi.
“Lo so, ragazzo...lo so..ma..”
“Ok….sei un fantasma. Ecco...è così...sei un fantasma… tu , tu sei...tu sei morto!! Ti ho detto che era tutto ok, che potevi andare. Ma forse….forse non lo eri...forse il tuo tempo non...” esclamò al limite del panico.

A quella frase, Sam guardò di sottecchi il fratello che di certo aveva sentito quell’ultimo ricordo da parte del figlio. Quelle parole. Dette anche a lui come lui le disse.

“Sam..” sussurrò Dean, il cacciatore. “Quel bastardo sarà qui in  giro. Ci sentirà e addio effetto sorpresa!” lo spronò ad agire dato che il “terzo incomodo” era alquanto fuori di testa.
“Sì..sì..ci penso io!” disse risoluto  Sam. Puntò, quindi, di nuovo lo sguardo sul figlio ritrovato. “Dean...calmati.. Ora devi calmarti.” fece deciso.
“No, no..” agitandosi ancora per liberarsi. “Lasciami andare..”
“Dean, dannazione...” provò ancora.
“Ti ho detto di lasciarmi andare….io..io non..”
“Maledizione, Dean!!” esclamò infine Sam e odiandosi già per quello che stava per fare, colpì con uno schiaffo forte e deciso raggiungendo in pieno la guancia dell’impanicato che si chetò all’istante.

Un attimo di stasi. Perfino Dean, guardò stranito il fratello dopo quel gesto.

“Mi dispiace...mi dispiace...” sussurrò Sam. Mettendo entrambe le mani sulle spalle del giovane.
“Non sei tu...non sei tu...” sussurrò a fior di labbra. “Mio padre non mi avrebbe mai colpito.” disse. “Lui non mi ha mai colpito!” precisò con amarezza.
“Dean...eri nel panico e ...scusa. Scusa, ma dovevo farti tornare in te!” si giustificò. “Ma voglio che mi ascolti. So che tutta questa cosa è strana e...”
“Strana?!” sarcasticò l’altro.”Tu sei morto...non dovresti essere qui...sei cosa? Un fantasma? Uno spettro?”
Sam a quell’elenco sospirò frustrato, ma decise di ignorarlo e continuare la sua spiegazione.
“..e che va oltre tutto ciò che puoi o potresti spiegarti, ma per favore, per favore...devi credermi. Devi fidarti di me. Di noi!” fece indicando il fratello Dean che nel frattempo non aveva mai smesso di sorvegliare i dintorni.
“Fidarmi di te? Di voi?” quasi urlò. “Voi siete morti!!” esclamò ancora, ora, sottovoce. “Lui..” fece indicando l’altro Dean. “...dai tuoi racconti è andato letteralmente in fumo e anche tu...io ho cremato anche te come da tue ultime richieste!!”
“Sì, ma ...cazzo!” fece frustrato Sam e a quel punto intervenne il maggiore.
“Ok, ascoltami ragazzo. Tu hai ragione: siamo morti e dovremmo sembrare come minimo degli zombie alla The Walking Dead ma siamo qui e abbiamo un aspetto fantastico...Anzi, avresti dovuto vederci con i nostri completi alla Blues Brothers!!!”
“Cosa??!!” esalò confuso il “prigioniero”
“Dean!!” lo ammonì il fratello.
“.. e ci siamo per una sorta di missione bonus. Ora, la cosa che devi capire e accettare è solo una.” continuò Dean con quella fredda risolutezza che lo aveva sempre contraddistinto nei momenti di azione inevitabile. “Abbiamo a che fare con un demone figlio di puttana che vuole scatenare una sorta di follia tra tutti gli esseri umani e per farlo ha bisogno di tuo figlio. Della vita di tuo figlio!” precisò, forse per scuoterlo.
Forse per spaventarlo e scuoterlo comunque.
Ma quello che disse il Dean più giovane scosse loro, invece.
“Un demone? Mio figlio?...ma lui...lui li ha presi entrambi!” disse con voce tremante e invitando i due a guardare all’interno.

   
 
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