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Autore: Zero    22/05/2005    9 recensioni
Un nuovo racconto per la serie "Feroce autoironia"
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Uomo Comune incontra un Filosofo

Un Uomo Comune incontra un Filosofo.

Stranamente, si mettono a parlare, giacchè in quel momento il Filosofo non è immerso in astruse elucubrazioni, o meglio, le sue astruse elucubrazioni l’hanno convinto dell’opportunità di fermarsi a parlare con quel tizio.

 

Uomo Comune: Ciao! Come va?

Filosofo: La domanda è mal posta. Come posso darti una risposta unitaria che coinvolga tutti i frammenti lacerati del mio Esserci? E come potrei inoltre pensare di avere una conoscenza di me stesso tanto approfondita da sapere la risposta? E anche se la sapessi, pensi forse che riuscirei a comunicartela? Infine, se anche riuscissi, il linguaggio con cui io te la comunicherei, sarebbe ambiguo e assumerebbe per te significati completamente diversi da quelli che intendevo io.

Uomo Comune: Ho capito, dev’essere una giornata di merda… Io invece sto benone!

Filosofo: Per quale ragione se non sono indiscreto?

Uomo Comune: Beh, intanto c’è il sole…

Filosofo: Goditelo, chi ti assicura che domani sorgerà ancora?

Uomo Comune: Beh, insomma, non portiamo sfiga…

Filosofo: Oppure potresti non esserci più tu…

Uomo Comune: OHHH! Ma che è?

Filosofo: Del resto, la morte incombe su tutti noi

Uomo Comune: Si spera il più tardi possibile

Filosofo: Ma, per quanto lo scacci, il pensiero rimane lì, sotteso a ogni tua azione e pensiero.

Uomo Comune: Ma, veramente a me non sembra…

Filosofo: Ah davvero? Perché lavori, pratichi sport e hobbies?

Uomo Comune:

Filosofo: Lo fai per alienarti, per stare fuori da te stesso, perché se tu considerassi con lucidità la tua condizione saresti preso dall’angoscia.

Uomo Comune: E perché dovrei?

Filosofo: Perché tu sei gettato in questo mondo, senza sapere perché né percome…

Uomo Comune: Ma io lo so perché!

Filosofo: Illuminami allora…

Uomo Comune: Sono nato per: giocare quando ero piccolo, innamorarmi da giovane, sposarmi ora, lavorare, avere dei figli, poi andare in pensione…

Filosofo: E poi morire.

Uomo Comune: Oh, sei fissato allora.

Filosofo: E per quale ragione tu avresti dovuto nascere, giocare quando ero piccolo, innamorarmi da giovane, sposarmi ora, lavorare, avere dei figli, poi andare in pensione e poi morire, e non piuttosto, semplicemente, non esistere?

Uomo Comune (sta alcuni secondi perplesso, cercando una buona risposta): Boh, non saprei, ma non mi sembra un gran problema.

Filosofo: No?

Uomo Comune: No.

Filosofo: Ah. E non ti turba l’idea che dopo la morte sarai presto dimenticato e di te non ci saranno più tracce?

Uomo Comune: Non c’ho mai pensato…

Filosofo: E non ti preoccupi di dare un senso alla tua esistenza?

Uomo Comune: Che mal di testa! Piuttosto lei, che autobus doveva prendere?

Filosofo: Il 72…

Uomo Comune: Non vorrei deluderla, ma è appena passato.

Filosofo: Ma porca p*****a!

  
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