Anime & Manga > Lupin III
Segui la storia  |       
Autore: jarmione    29/03/2022    1 recensioni
Dopo anni di inattività, Lupin torna in azione ed il suo obbiettivo è la Bilancia della morte.
Questa bilancia sconvolgerà il gruppo di Lupin e persino Anika, la quale vedrà il suo mondo sgretolarsi.
Riusciranno a risolvere questo nuovo enigma?
O tutti crolleranno nel tentativo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecchimeeeee! Perdonate il ritardo mostruoso, ma ho avuto un pochino da fare (il lavoro mi sta pigliando di brutto)

Spero che questa attesa sia servita a qualcosa e che questo capitolo, seppur breve, sia di vostro gradimento.

Buona lettura

 

 

Sorpassare le telecamere era stata la parte più facile e tutto grazie ai loro raggi di azione limitati.

La bilancia era ben legata alla schiena di Goemon, che non aveva problemi di movimento e non si sentiva oppresso dal peso dell’oggetto.

La parte più dura era subito dopo le telecamere.

Il muro era ricoperto da sensori che la notte si attivavano per aiutare meglio le guardie e, se coperti, facevano scattare l’allarme generale.

Se le carte procurate da Jigen erano reali, i sensori erano posti a trenta centimetri gli uni dagli altri e questo lasciava poca agibilità al gruppo.

“Dannazione, siamo bloccati” disse Jigen, maledicendo chiunque ci fosse da maledire.

“E da quando ti fai fermare da dei sensori?” domandò sarcastico Lupin, osservando attentamente il muro “Lo hai detto tu stesso, sono sensori di ultima generazione, se restano coperti più di cinque secondi scatta l’allarme”

Goemon venne colto da un flash e spostò lo sguardo da Zenigata a Lupin “Lupin, pensi quello che sto pensando io?”

Lupin ammiccò “Esattamente, mon amì” poi guardò Zenigata con uno strano sorriso “Zazà, hai ancora voglia di mettermi le manette?”

 

*****

 

“Che cosa facciamo?” domandò una delle guardie, sedute in sala controllo e che osservava uno dei monitor.

Lupin e la sua banda erano ben visibili grazie a delle telecamere nascoste e che non erano state segnate sulle carte.

Il ladro era completamente ignaro di essere osservato e questo dava a Kimura un enorme vantaggio.

Sapeva che Lupin non avrebbe fatto nulla di azzardato, altrimenti era al corrente di quello che sarebbe successo al bambino in caso di intoppi.

A breve avrebbero scavalcato il muro, era meglio lasciar loro la strada libera.

“Richiama i tuoi uomini” ordinò Kimura, facendo sbalordire la guardia

“Ma, signore, Lupin...lui è…”

“Ti ho dato un ordine, eseguilo” tagliò corto Kimura e la guardia obbedì.

Attraverso un walkie talkie, collegato alle varie ricetrasmittenti dei suoi uomini, ordinò la ritirata e tutti quanti, seppur sbalorditi da quella richiesta, eseguirono.

L’intera villa esterna era sgombra di pericoli e guardie.

“Signore, crede che sia saggia una decisione simile?” azzardò il capo delle guardie.

Kimura annuì “Lupin e i suoi non faranno né morti né prigionieri” spiegò “Vorranno il bambino, ma per averlo sanno cosa fare”

La guardia non poté controbattere e proseguì con gli ordini ricevuti.

 

*****

 

“Questa è l’idea più stupida che ti sia mai venuta in mente” si lamentò Fujiko

“Concordo, che diavolo hai in testa?” aggiunse Jigen “Di certo non il cervello”

“Allora è vero che non amate più il brivido dell’avventura” sbuffò Lupin, che era in testa alla fila, seguito da Zenigata e poi gli altri.

L’ispettore, come da abitudine, viaggiava con le manette formato famiglia che aveva creato apposta per Lupin e la sua banda.

Per essere sicuro di non mancarli nel caso avesse dovuto utilizzarle, le aveva create allungabili e retraibili, qualità che a Lupin servivano.

Prese l’estremità e, dopo averla fatta roteare in stile lazo, la lanciò contro la chioma di un albero dall’altra parte del muro.

Appena sicuro di essersi agganciato, fece scattare il meccanismo di ritirata e, con un piccolo salto, il gruppo venne letteralmente tirato oltre il muro.

Non appena atterrarono, Jigen disse parole irripetibili nei confronti di Lupin mentre Fujiko si sistemava i capelli.

“Ci ho messo quasi due ore dal parrucchiere per essere perfetta e guardami adesso” piagnucolò la donna, togliendosi alcune foglie e alcuni rametti dalla testa.

“Mia dolce Fujiko, tu sei perfetta anche con quei rametti e quelle foglie” disse Lupin, liberandosi dalle manette.

“Sembra che tu abbia un nido di uccelli al posto dei capelli” ghignò Jigen

“Come ti permetti!? Screanzato!” sbottò la donna.

Mentre erano intenti a discutere, Goemon e Zenigata si osservavano attorno.

C’era calma e silenzio...troppo silenzio.

“La cosa non mi piace” commentò Zenigata “Non ci sono guardie, come è possibile?”

“Prevedo guai” confermò Goemon.

“Non temete, è tutto previsto” si intromise Lupin, incamminandosi come se niente fosse verso la villa.

Era tranquillo, troppo.

Lupin sapeva che quella pace era temporanea e sapeva anche che le guardie erano state richiamate apposta.

Hideo Kimura aveva in ostaggio un bambino molto piccolo ed essendo, in fondo, un essere umano, aveva fatto in modo che Lupin e la sua banda avessero campo libero.

Si sarebbero introdotti nella villa senza troppi problemi e tutto senza rischiarare sparatorie inutili.

Il problema sarebbe sorto dopo, ma ci avrebbero pensato se mai fosse accaduto.

Infatti, entrarono nella villa con facilità.

Anche lì c’era silenzio.

Ma era ovvio che quel silenzio non era normale, che c’era qualcosa che si nascondeva nell’ombra.

Grazie ai suoi anni di meditazione, Goemon era l’unico che si era accorto di qualcosa che si muoveva nell’ombra.

“Dietro di noi!” esclamò, estraendo la spada e obbligando il gruppo a voltarsi.

Infatti, tempo pochi istanti, dalle pareti scesero una ventina di uomini, gli stessi che li avevano attaccati.

Lupin aveva dato ordine categorico di non sparare e non spargere sangue, non sapevano se Yuki era a portata di vista o peggio, se stava bene.

A Jigen prudevano le mani, avrebbe preferito farli fuori tutti invece che rimanere fermo con le mani in mano, ma, purtroppo, Lupin aveva ragione.

Dopo essere stati circondati, senza possibilità di muoversi, gli uomini in muta nera puntarono le loro armi verso di loro.

“Ehi, ma che modi!” si lamentò Fujiko “Non si puntano le armi contro una signora”

“Sì, ma che tipo di signora?” commentò Jigen, ricevendo un’occhiataccia da parte di Fujiko che, per ovvi motivi, non ribatté.

Lupin sembrava fin troppo tranquillo per essere uno che è stato appena braccato.

Prese dalla schiena di Goemon la bilancia e la alzò in alto, ricevendo la maggior parte delle armi puntate su di lui.

“Ti hanno mai insegnato che, se chiedi con gentilezza, puoi ottenere molte più cose?” domandò Lupin, voltandosi verso l’enorme scalinata che portava al piano superiore.

Hideo Kimura lo stava osservando, con un sorrisetto stampato in volto.

“Bastava solo che tu me lo chiedessi” concluse Lupin.

Uno degli uomini osservò Kimura, che gli fece un cenno col capo.

Questi prese la bilancia dalle mani di Lupin, che non oppose resistenza.

“Vedo che sei un tipo ragionevole” disse Kimura, ricevendo la bilancia.

“Ora però devi rispettare l’accordo” ordinò Zenigata “Lascia andare il bambino”

Kimura scosse la testa “Chi mi assicura che questa bilancia non sia un falso?”

Lupin sorrise “Il fatto che hai mandato i tuoi uomini a cercarci e loro hanno letteralmente fatto saltare tutta la nostra attrezzatura, non avrei avuto modo di farne copie” spiegò tranquillamente il ladro, facendo capire a Kimura che non mentiva “Ma devo avvertirti” aggiunse tornando serio “Quello che risulterà, non ti piacerà”

Kimura corrucciò la fronte e strinse i pugni.

 

*****

 

Anika corse attraverso il boschetto, cercando di ricordare l’esatto percorso fatto dagli altri.

Le telecamera furono semplici da evitare, ma giunta al muro ebbe molta più difficoltà anche se, da una parte, dalla sua aveva la giovane età, l’abilità e nessun ingombro...non ancora per lo meno.

Fece dei respiri profondi, si concentrò e prese la rincorsa.

Una volta, quando era molto piccola, aveva visto alcuni ragazzi praticare il parkour e aveva provato ad imitarli più volte.

Un giorno, però,aveva sbagliato la mira ed era caduta, rompendosi un braccio.

Da quel giorno non aveva più osato praticarlo.

Ora, quella poca pratica, si stava per rivelare molto utile.

Una volta caricato, corse a gran velocità e con un balzo felino riuscì ad arrampicarsi sul muro e scavalcarlo abbastanza velocemente da non far scattare i sensori e, di conseguenza, l’allarme.

Non appena i suoi piedi toccarono terra restò immobile pochi istanti, assicurandosi di essere realmente tutta intera e che nessuno l’avesse vista.

Lei stava bene e...non c’era nessuno.

Sospirò di sollievo, ringraziando mentalmente gli Dei per averle donato quell’agilità e ringraziando anche Jigen per l’abbigliamento comodo e le scarpe da tennis.

Sorrise soddisfatta, poi scosse la testa, tornando al suo piano.

Lupin e gli altri non c’erano, dovevano essere entrati nella villa, meglio. Ad Anika serviva campo libero per attuare il suo.

Sapeva che erano intenti a dare la bilancia a Kimura, in modo da riavere Yuki.

Ma se la sua memoria non la ingannava, gente come Kimura non rispetta mai i patti e Yuki non era decisamente con lui, ma chiuso in una delle stanze.

Alzò lo sguardo verso l’alto, in direzione della villa.

Una delle finestre all’ultimo piano era aperta e sembrava dare sul corridoio.

Non tanto distante da essa vi era il pluviale.

Se riusciva ad arrampicarsi, senza farsi prendere dalle vertigini o altro, avrebbe raggiunto la finestra e sarebbe entrata.

Sperò di non incappare in Lupin e gli altri, altrimenti sarebbero stati guai.

Ma non le importava più di tanto, Yuki era la sua ragione di vita, l’aveva resa madre, nessuno glielo avrebbe portato via e lei non sarebbe rimasta ferma a guardare senza agire.

Facendo sempre dei respiri profondi, si avvicinò al pluviale e, dando spazio alle sue poche doti di arrampicatrice, iniziò a salire lentamente verso l’alto.

Anche se resistente, era comunque un piovano di plastica e non era sicuro che reggesse il suo peso o che rimanesse ben agganciato.

I cigolii delle placche che lo fermavano le facevano rizzare i capelli, ma fece di tutto per non badarci e non lasciarsi sopraffare dalle vertigini e dalla morsa che le attanagliava lo stomaco.

Fu un’arrampicata lunga, benché fossero solo dieci metri circa.

Non appena dentro, la paura che l’aveva avvolta scomparve e prese mentalmente nota di non farlo mai più.

Come da previsioni, era finita nel corridoio.

Le stanze erano tutte aperte...tranne una, quella alla sua destra.

Con il cuore che batteva a mille ed il respiro affannato, Anika si avvicinò e la aprì.

Una volta dentro, nonostante il buio, intravide una minuscola figura che le corse incontro.

“Mamma!”

Ad Anika si inumidirono gli occhi e si inginocchiò, lasciando che il bambino le si fiondasse addosso e la stringesse.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: jarmione