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Autore: __World_Of_Dreams__    06/09/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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‘Vi prego…ditemi…d…ditemi che è solo un sogno…’.

‘Wakka…stai calmo, va bene?? Seymour è solo un impostore. Ora dobbiamo solo spiegare a tutto il clero cosa davvero c’è sotto…’.

Auron stava già tornando indietro, dopo che raccolse, vicino al bordo del sentiero, un piccolo sacchettino rosso con dell’Eliomagilite dentro, senza chiedersi perché mai fosse lì, quando il suo volto cambiò improvvisamente espressione.

‘Ma cosa??!! Ci è stata sottratta Yuna, Tidus è caduto di sotto, ed ho ferito un Maestro!!! Cos’altro c’è??!!’ le urlò quasi senza voce Wakka, che non sapeva più da che parte girarsi. Subito, dall’altra parte del sentiero, giunsero diversi Guado, il sacerdote del tempio ed anche Tromell [cap.23], venuto forse usando quella polvere. Era lì presente anche la bella Isabelle, che appena vide il corpo svenuto del cugino, subito corse a verificare le sue condizioni, superando Auron senza nemmeno notarlo. ‘Seymour!! Rispondi!! Cosa è successo!!’ e continuava a scuoterlo qua e là.

‘Cosa…cosa avete fatto??!! Avete…colpito…un Maestro… voi…guardiani??!!’ balbettò Tromell, che non credeva a ciò che vedeva. Wakka si sarebbe tra poco buttato di sotto. ‘Cosa…cosa…cosa…’.

‘Aspettate!! Dovete guardare la sfera!!! Seymour ha…!!’ fece la maga.

‘Dite…questa??’ e Tromell prese in mano la sfera azzurrina tra le mani.

‘Guardatela!!!’ continuò lei, ma i Guado sembravano essere feriti più che mai. Isabelle si alzò di scatto e si girò verso i guardiani, con alcune lacrime sul volto candido.

‘Voi siete solo degli sporchi traditori!!!! Il Maestro non vi ha fatto niente di male!!!! Mi sembrava strano che l’invocatrice non fosse con voi!!!! Guardate come l’avete trattato!!!!’ gridò quella voce quasi angelica, disperata. Essa alimentò la rabbia dei Guado, in primo luogo Tromell, che lanciò la sfera verso il fondo del lago. ‘Voi…vi siete intromessi nelle nostre questioni…voi avete disonorato la nostra tradizione!!!!’.

‘Ma…cosa dite??!! Cosa fate!! Quella sfera è la nostra prova!!!’.

Auron si girò verso Lulu. ‘Prendi la sfera di Djose e liberaci la strada… anche se restiamo qui a discutere non risolveremo niente…’.

In breve tempo arrivarono diverse guardie Guado, pronti con semplici incantesimi a bloccare la strada ai guardiani ed imprigionarli per il loro gravissimo reato. La maga, appena li vide arrivare, prese la sfera della psiche e recitò la formula meglio conosciuta, Bailamme, che confuse tutti i Guado presenti, permettendo al gruppo di scappare, con Auron che trascinò con sé l’ex-capitano, che non sapeva da che parte stare.

Uscirono dal tempio di corsa, sfruttando la confusione e le domande nell’aria, e continuarono fino a tornare nel lago ghiacciato, distaccando i Guado di molto.

‘Siamo…siamo traditori…’ continuava a ripetere l’ex-blitzer, mettendosi le mani sulle ginocchia e chinandosi un poco. I guardiani si guardarono intorno. Andare al bosco o alla Piana dei Lampi equivaleva ad avvicinarsi a Guadosalam, e se non si sarebbero mossi da lì, sicuramente sarebbero stati catturati ed arrestati, nelle migliori delle ipotesi.

‘Ho…ho sempre servito Yevon…ed ora…mi ritrovo ad essere…un traditore??!!’.

‘Kimahri vuole Wakka calmo… Tutto si risolve se si continua ad agire…’.

All’improvviso tutti si voltarono verso un uomo, che camminava tranquillamente e che portava un grande zaino di escursione dietro la schiena, di colore blu e rosso e strapieno, munito anche di una sacca a pelo. Portava i capelli castani scuri, lisci e mossi, piuttosto corti, con un corto e piccolo ciuffo in mezzo alla fronte che gli spuntava allegramente, baffi e barba appena appena visibili, ed occhi castani chiari, e dal colore della sua pelle sembrava abbronzato. Era alto e magro, vestito in modo molto semplice, con una camicia bianca di cotone a maniche corte, un paio di pantaloni di colore marroncino scuro tendente al rosso, che si tenevano con delle braghette che gli arrivavano fino alle spalle. A vederlo da lontano gli si potevano dare circa una ventina d’anni.

‘Ehilà!!! Siete anche voi qui in viaggio??’ esclamò quello, con grande spensieratezza, avvicinandosi al gruppo. Era abissale la differenza degli stati d’animo.

‘Voi…conoscete questo posto?? Ci portate fuori di qui???’ subito gli fece la maga, e l’uomo divenne un po’ scettico.

‘Si…si…certo…seguitemi…!!!’.

Il viaggiatore li portò dall’altra parte del lago, pattinando per raggiungere l’altra sponda e seguendo una brevissima via sotto la neve cadente, raggiungendo un piccolo spazio riparato dalle collinette nevose che erano nei pressi del lago. Faceva un freddo cane, ma in questo modo evitavano problemi con i sacerdoti ed i Guado. Quella che precedeva il gruppo inseguitore era Isabelle, con ancora diverse lacrime sul candido viso per il dolore verso il cugino svenuto.

‘I Guado vi stanno inseguendo?? Ah…le loro tradizioni…guai a toccarle!! Tra regole di qua…regole di là… alla fine è facile che non se ne rispetti qualcuna…’.

Alle parole del viaggiatore nessuno rispose o lo guardò.

‘Ehm… avete visto quella ragazza?? Si chiama Isabelle…e quanto è carina!! Ho sentito che la cugina di Seymour e…’.

Sembrava parlare con dei muri. Solo la maga lo notava, e gli sorrise forzatamente, per lasciarlo tranquillo.

 

L’acqua del lago era davvero freddissima e sopra la sua superficie giaceva una pesante e densa nebbia, che rendeva i colori e le sagome più sfumate. Laggiù giacevano anche delle rovine, che conservavano largamente i loro colori e le loro forme. Improvvisamente ci fu una piccola scossa di terremoto, seguite da diverse onde sottomarine più grandi del solito, fino a diventare quasi degli tsunami. Sì era tornato.  Quell’essere gigantesco dalle forme e dai lineamenti più strani. Aveva tirato fuori la testa dai numerosi occhi dall’acqua, come se cercasse qualcosa, o piuttosto, qualcuno, rimanendo però al di sotto dello strato di ghiaccio soprastante. Si muoveva superando e distruggendo ciò che andava contro il suo cammino, lento e calmo, quando subito i suoi occhi videro qualcosa, quella che sembrava un ragazzo senza vita o completamente senza sensi, che galleggiava sull’acqua a pancia in giù, con le gambe perse sul fondo come a penzoloni. L’essere si avvicinò a maggiore velocità verso il corpo inerte, come spinto da quale volontà, da quale intenzione…

 

‘Scusate…avete ragione…non mi sono presentato… mi chiamo Matthew e faccio l’esploratore!! E’ da tre anni che ho questa passione, e cerco di svelare misteri, come quello del Sacrificio… Accidenti!! Stavo sapendo tutto quando arriva una regola non rispettata tra i piedi e vieni cacciato dalle scuole di Bevelle!!!’.

Lulu si girò di colpo verso di lui. ‘Quindi…anche voi siete ricercato??’.

‘Beh… in realtà no…mi hanno cacciato perché non sopportavo l’idea di stare chiuso in un’aula… E così mi sto rifacendo girando Spira in lungo e in largo… ora mi sto dirigendo a Bevelle… e poi andrò a Zanarkand…magari lì saprò qualcosa di più sul…’—cambiò la voce rendendola bassa e solenne—‘…”Misterioso Passato Che Il Credo Tanto Nasconde”…non sapete quanto mi eccita saperlo!!’.

‘TSK’. Matthew e la maga si volsero verso Auron. ‘E’ tutto inutile… una città non dice nulla…ha solo resti e frammenti inconciliabili… se vuoi scoprire il passato, devi andare a consultare le persone che ne hanno una visione più completa…’.

‘Secondo me è meglio scoprirlo da sé…è più divertente!! Eheheh!!’.

Il guardiano professionista si voltò verso di lui, severo. ‘Ti sei mai chiesto perché il clero lo nasconde bene così tanto????’.

Matthew si guardò intorno e non riuscì a rispondere, forse anche perché non gli dava per nulla peso. Ma quella domanda lo incuriosì ancora di più e gli diede un’ansia indescrivibile. La maga si girò verso il guardiano in rosso, dopo aver osservato di nuovo lo stato in cui era conciato Wakka psicologicamente.

‘Ma ora…dove andiamo?? Il credo ci darà la caccia…’

Lui mostrò nella sua mano il sacchettino rosso trovato prima. ‘Useremo questa… l’ho trovata vicino al sentiero… ora non ci resta che sapere dove si trova Yuna ed andare là…’.

‘Ma…’.

‘Adesso pensiamo all’invocatrice… La sua parola a Bevelle potrebbe calmare il clero in qualche modo…’.

 

Ho fatto un tremendo errore… un pesante errore…’.

Zanarkand era laggiù, ben visibile. Con i suoi grattacieli e il suo mistico arcobaleno d’acqua. Era come se fosse ieri, quando era tutto successo più di mille anni fa.

Pensavo…di essere felice e salvare la mia gloria…ed invece…’.

C’era l’ingresso di una casa, proprio ai piedi del mare, sotto quell’infinito di stelle ed aurore nel cielo. Si scorgeva qualche pallone di Blitzball qua e là, uno di essi autografato con la scritta “Dark Crow”.

Mi rendo conto che…forse…c’è qualcosa di meglio che tutto questo…’.

Poi dalla porta, uscì un bambino di sette anni, con i capelli castani, vestito di una maglietta blu con un cappuccio bianco. Spaventato da qualcosa, corse verso la strada vicina, cercando di capire come mai tanta gente guardava tutta verso una direzione, gridando.

Ma non  sopportavo l’idea di quel momento… l’arroganza… sentivo che stava per mancare qualcosa…che Sin stava distruggendo…’.

La gente portava diversi indici verso quella direzione, alcuni invece erano con le mani sulle guance, come per sperare qualcosa con grande ardore e cuore.

Volevo essere un esempio…soprattutto per te… ma forse non era questo…il modo giusto…’.

Il bambino si girò spaventato verso quella parte. Si notava una strana luce bianca e dorata, che sfolgorava così tanto da non rendere visibile quello che lì c’era e stava succedendo. Subito da lì essa partì a folle velocità, estendendosi come un fronte d’onda, a forma di disco, come una falce luminosa bianca. Quel fronte attraversò mura, palazzi, strade e persone, senza fare alcun danno o ferite, come se non esistesse. Il bambino si spaventò, corse verso casa, piangendo fortemente, la madre lo sentì, si affrettò ad uscire e si affacciò fuori verso la strada.

Se avessi avuto più fiducia…e saputo prima il prezzo da pagare, forse…’.

La donna vide il bambino colpito duramente da quella falce. Il piccolo restò nella sua posizione e dopo che tentennò un poco, cadde a terra a pancia in giù senza più muoversi. La madre corse disperata tra le lacrime verso di lui, prendendone in braccio il corpo senza vita, tra gli sguardi della gente, mentre lei si disperava, gridando, e correndo verso casa.

 

Matthew si mise proprio davanti ad Auron, che era appoggiato su una parete ghiacciata. ‘Ma…voi non siete mica…il guardiano di cui parlano tanto?? Come…si chiama…’.

Lui rispose spostandosi da un'altra parte, e lanciando un altro “Tsk”. ‘Sì…Auron…Siamo i guardiani di Yuna…’.

L’esploratore accentuò di molto la sua curiosità. ‘Uao!! Davvero!! Sapete…ultimamente stanno continuando a mettere fuori la storia delle nozze… e la ricerca delle famose sei sfere??!!’. Il guardiano in rosso iniziava ad averne abbastanza.

‘Continueremo il pellegrinaggio…ci…sono stati dei problemi…’ rispose la maga, prima che ebbe un lampo. ‘Hai detto…sei sfere?? Quindi la settima non esiste…’.

‘Boh…da quello che avevo studiato, so che la settima non si sa se esiste oppure no… alcuni dicono addirittura che non sia una vera e propria sfera, ma che sia anche un oggetto, di un’altra forma…’.

‘Questo potrebbe spiegare perché è difficile da trovare… Ed…ha un custode??’.

‘Sé è vero quello che ti ho detto… il custode dovrebbe essere logicamente il possessore di quell’oggetto!! Potrebbe essere una persona, un’animale… oppure un’anima dell’Oltremondo…’.

Subito ci fu silenzio. Sembrava che i Guado se ne erano andati. Ma dove sarebbero andati, ora??

Wakka si alzò, cercando di trovare coraggio. ‘Andiamo a trovare Yuna!! Andremo ad espiare i nostri peccati davanti al Maestro Mika…’.

Matthew si sbalordì ancora di più. Si stava affezionando già al gruppo…tante erano le cose da scoprire.

‘Cosa??!! L’invocatrice non è con voi?? L’avete persa??’.

Auron si avvicinò a lui, fino a quando la sua faccia severa non fu distante pochi centimetri dalla sua. ‘Un’informazione…tu sai dove si trova il covo degli Albhed??!!’.

‘E…ehm…N...no…p…però…p…posso…p…portarvi d…da…una…persona….’.

Il guardiano si staccò dall’incrocio di sguardi. ‘Andiamo’.

Lulu e Wakka si guardarono in faccia. Kimahri era già con l’altro compagno, mentre Matthew era ancora indietro.

‘Ehi!! A…aspettate!!!’.

 

 

ÑÑÑAltrove ÐÐР

 

 

‘Ohi ohi ohi…che…mal di testa…!!! Eh?? D...dove sono?? Sono a casa??’ chiese tra sé Noemi voltando la testa qua e là. Come cavolo ci era finita in quella piccola oasi?? Una pozza d’acqua, circondata da alcuni baobab, piante secche e cactus. Davanti a sé c’era solo un colore, il giallo dorato della sabbia di un deserto. Quel deserto. Il caldo era asfissiante e secco, ed in cielo non c’era la minima presenza di una nuvola. Il sole poteva spaccare le pietre color marrone, che assumeva colori più chiari per via dei granelli di sabbia sopra.

‘Nooooo…Questa non è casa mia…sigh!!’ ed abbassò di colpo la testa, specchiandosi nel’acqua.

‘Sono tornata me?? Oh! Un momento!! Tidus era caduto nel lago!! Così ha perso i sensi, e si spiega anche perché mi pesa la testa!! Ed anche quel sogno…mi sembrava ancora quella città…anche se io non ci ho capito niente!! Però...tutto questo non spiega il fatto che io sono qui… L’ Eliomagilite!!!.

Frugò tra tutte le tasche alla ricerca del sacchettino. Ma non c’era l’ombra di niente. Era così agitata che ormai parlava da sola.

‘Accidenti!! Devo averlo perso!!! Adesso come, COME faccio?? Io NON mi muovo da qui!!! A morire disidratata per quelle dune e quel vento che mi butta la sabbia agli occhi!!! Aspetterò che arrivi qualcuno!!’.

Poi restò dieci minuti precisi immersa nell’acqua calda ad osservare ogni singolo ramoscello di quel baobab lì vicino. Alcuni avevano forme più spigolose, altre più allungate. Quale ramoscello si aggiudicava il premio per essere il più dolce di tutti?? Che bel passatempo per aspettare!!!

Poi guardò di nuovo il cielo sereno completamente spoglio.

‘Ok,ok, ok…va bene!! Mi do una mossa!!! Ma meritavo una fine migliore!!!’.

Così uscì dall’acqua e mise piede sulla sabbia. Avrebbe giurato che se non avesse portato le scarpe si sarebbe bruciata, non solo scottata. Camminò per una trentina di metri avanti, il necessario per scorgere cosa ci fosse dopo la duna bassa sulla sua sinistra. Cosa c’era??

‘Altre dune… finirò dimenticata… come a Metropolis, del resto!!’.

Poi si rivolse ancora al cielo, urlando come un’imbecille, agitando le mani a casaccio.

‘Ehi tu!! Campione di Blitzball… Vuoi darmi una mano?? Mi dici dove cavolo sono??!! Guarda che finiremo entrambi i nostri giorni qui!!’.

Silenzio. Si sentiva solo il versaccio di due avvoltoi, che si posarono sopra ad una piccola dunetta vicino a Noemi, quasi come se a loro piacessero quelle demenze disperate. Forse il caldo dava davvero alla testa…

Si rivolse poi agli uccelli. ‘E voi cosa guardate??!! Sparite!!!! Via!! Sciò!!!’. Quelli non si mossero e continuarono a fissarla.
‘Aaaahhhh…lasciamo perdere!! Qui non mi sente nessuno!!!’ e dopo averli mandati a quel paese con la mano, continuò il sentiero attraverso le dunette, notando anche qualche strana rovina qua e là. Sembravano carcasse di macchine, mezze arrugginite e lì quasi sepolte dalle frequenti tempeste di sabbia.

 

L’esploratore Matthew li condusse a passo deciso verso una piccola via proprio al confine tra il bosco e il gelo del lago. Era tutta percorsa ai lati da alberi di strane forme, tutte curveggianti, e dai colori per metà verdi, e per l’altra quasi blu, semi-ghiacciata, che finiva in un piccolo spazio, sotto un piccolo strato di neve, e circondato da diversi abeti. Al centro vi era una specie di baita, molto semplice, di legno, che qua e là era illuminata da fioche luci bianche, forse date dal Sacromagilite, che illuminavano specialmente l’ingresso. Il fischio del vento sembrava essere l’unica anima viva presente.

‘E’ laggiù…’—ed indicò la baita—‘…c’è una strana tipa…dicono che sia una strega e non ami molto la compagnia…!’.

‘Ma voi…la conoscete?’ chiese Lulu, camminando con un po’ difficoltà con il vestito in parte coperto di fiocchi. Auron e Kimahri erano quasi già arrivati, mentre l’ex-capitano era rimasto indietro, in preda ai suoi pensieri. Si sentiva come un cavaliere che aveva perso l’onore. Si chiedeva davvero come facevano gli altri a mantenere la calma, dopo il rapimento di Yuna, la perdita di Tidus e il loro tradimento verso i Guado.

‘Beh… ne ho sentito parlare, specialmente al credo. Dice che riesce a fare ogni sorta di magia nera e conosce le Arti Proibite…!’.

Quando arrivarono notarono che la baita sembrava più una catapecchia vera e propria. Parte del legno delle finestre era stato mangiato dalle tarme, alcune ante erano cadenti, altri pareti completamente fatiscenti. Era un miracolo se quella struttura poteva reggere la neve che giaceva sul tetto, sempre di legno. L’ingresso era perfetto...stranamente, decorato come meglio si poteva, ornato da abbellimenti vari, fatti di vetro come cristallo, con sopra un’arcata di metallo, che sembrava quasi oro lucente.

‘Facciamo le nostre domande e ce ne andiamo…’ fece Auron, subito bussando alla porta. Per lui perdere tempo era un optional. Matthew subito cercò di frenare l’entusiasmo.

‘Io…io vi consiglio di fare attenzione… Non c’è da fidarsi di quella tipa…’.

‘Tu...resti con noi??’ gli chiese la maga.

‘Beh…sapete…’—arrossisce—‘…sto andando proprio a Bevelle per riacquisirmi gli amici persi tanto tempo fa… Ed anche per uscire un po’… sapete…è ora che mi trovi una fidanzata!!’.

La porta si aprì di pochissimo, e fuori di essa uscì appena appena un pappagallo dai mille colori. Quello che si poté vedere era solo la sua testa, con la sua chioma color rosso fuoco, verde brillante di sotto, e il becco giallo liscio e duro.

La sig. Mizuno non accetta visite, grazie!!’.

‘Ma…!! Quel pappagallo parla!!’ esclamò Wakka, svegliandosi quasi dalla sua trance psicologica.

’Pappagallo?? Che mi faccia il piacere…’ tagliò corto il guardiano in rosso, che subito entrò spingendo la porta e facendo volare l’uccello piumato verso l’interno, come spaventato.

‘A…attenti!! L…lei…è...!!’.

‘Oh, avanti…entriamo!!!’ continuò la maga, trascinandosi dietro con le parole il viaggiatore, che fu l’ultimo ad entrare. Il Ronso preferì stare fuori. Quando furono dentro, si capì subito che quella catapecchia era composta da sole due stanze, una cucina ed una camera da letto affianco. Com’era la cucina?? Come quella di una strega…un tavolino stile vecchia data in mezzo, finestre che facevano passare la minima luce sufficiente, ed al posto di forno e fornelli, come ricordava Noemi a Metropolis, c’era una grossa pignatta, sotto il fuoco, in uno spazio che sembrava quello tipico del camino. Si scorgeva poi un altro tavolo, più lungo, affianco alla pignatta, pieno di polveri, liquidi vari, e libri vecchi più o meno come quelli della maga guardiana.

Visitatori ostili!! Ladri!! Allarme!! Allarme!!’.

‘Sta’ zitto, uccellaccio!!! Ne ho abbastanza!!’ gridò o quasi Wakka, fino a quando non si sentì una voce starnazzante, tipica della vecchia cattiva. Sembrava di trovarsi davanti l’antagonista della favola di Hansel e Gretel.

‘CHI OSA ENTRARE NELLA MIA DIMORA???’.

E che dimora…’. Lulu diede una piccola gomitata all’ex-blitzer per farlo tacere.

 

 

‘FANTASTICO!! Cosa fa una povera come me in mezzo ad un deserto?? Eh?? C’E’ NESSUNOOOOO???’.

Sì…lo si poteva dire. Quel caldo intenso faceva proprio delirare. Noemi aveva già camminato per almeno due chilometri, quando sfinita, si mise ginocchioni, mentre osservava le immense ed infinite dune davanti a sé, ed alcune rovine che sembravano più macchinari rotti. Assomigliavano molto alle macchine Albhed, ma si poteva ragionare in quello stato?? Sotto un sole così cocente, prendere un colpo di sole era facilissimo.

‘Vorrei proprio sapere chi mi ha portato in questo posto… Volete CAPIRE CHE IO NON C’ENTRO NIENTE?? Ero a Metropolis…facevo la ladra…e allora?? Devo espiare le mie colpe in questo modo??’.

Ella si toccò la fronte fradicia di sudore. Le era appena passata di mente l’idea di dissetarsi con quello stesso liquido. Se fossero passati altri minuti, in quel caldo massiccio, sicuramente l’avrebbe fatto, grazie alle allucinazioni. Ma perché non sono rimasta in quell’oasi, eh??!!

Si mise poi distesa a pancia in su, con le braccia distese ed aperte all’esterno, a contemplare il chiarore del cielo, socchiudendo gli occhi. Neanche nella sua città aveva visto un azzurro simile…lì la cappa d’afa e lo smog offuscavano e scurivano quel colore, facendolo assomigliare moltissimo a quello delle nuvole maligne. Il grande caldo conciliava un gran sonno, disturbato però dalla sete micidiale. Lei, che odiava fin da piccola i liquori, che tanto gli ricordavano il padre che sperperava il denaro anche per quello, seppur in minor quantità rispetto al gioco, avrebbe giurato almeno dieci volte di berne una bottiglia intera, solo per dissetarsi. Ritornare a pensare al padre le faceva passare del tempo, ma anche soffrire. Infatti, si ricordò di aver sognato il proprio passato, quando era fuggita di casa per cercare la madre. Ma di certo, lì, non l’avrebbe mai trovata…

La sua attenzione poi si mosse altrove. Infatti, accanto a lei, su un piccolo ferro vecchio che spuntava dalla sabbia, tornarono puntuali i due avvoltoi di prima. Già…molto, ma molto più vicini. La ragazza si destò di colpo, e fissò negli occhi i due carissimi. Subito ebbe un brivido di paura.

‘E…ehm…S...state calmiii….Guardate che sono ancora viva e vegeta!!!’—e si batté due volte il petto, fino a quando non brontolò il suo stomaco—‘ehm…ops!! Non sono il vostro pasto, è chiaro?? Ora sparite!! Via!!!’.

I due uccelli volarono come spaventati Ahahahah…quando voglio so far fuggire chiunque…ehehehe ma non sembrò per via dell’’avvertimento dell’orfana. Infatti, da una duna alla sua sinistra, comparvero tre macchie, di cui due grosse e uno più piccolo, che si definirono simili a quei robottini che avevano attaccato il gruppo a Luka [parte 11]. La differenza fu che questi sembravano più nuovi ed accessoriati, muovendosi più velocemente e più fluidi nei movimenti. I due ferri grossi erano molto piatti di sopra, bassi, che portavano nella parte frontale due bracci metallici che subito spuntarono fuori, e nella parte terminale di esse avevano delle rotelline che giravano molto velocemente. Erano dotati di altri quattro bracci, più corti, usati per il movimento.

La ragazza si girò verso le macchine ed ebbe un altro brivido. Oh, no…proprio ora quei cosi??? Vi prego…risparmiatemi…!!! Le macchine poi si fermarono di colpo. Vedo che capite, eh?? Bene…potreste indicarmi ora dove posso trovare un’anima viva e non dei robottini simpatici come voi… Graaaazie…

Subito quelle rotelline dei pezzi grossi mostrarono diverse punte di metallo, lucenti ed affilati, che, girando a quella velocità, creavano una perfetta lama che riusciva a fare a fette qualunque cosa di organico. Sembravano mini-motoseghe. E…ehm…po…possiamo…parlarne...civilmente?? No, eh….ecco...forse erano meglio gli avvoltooooiiiii…!!!!

La ragazza iniziò a scappare con tutte le energie rimaste dalla parte opposta, e con la vista offuscata dal caldo, dalla fame e dalla sete, inseguita dalle tre macchine, specialmente dal più piccolo che la stava raggiungendo. Forse, pensava, raggiungendo l’oasi, l’acqua li avrebbe messi ko. Ma quanto era lontana???

  
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