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Autore: Nuage_Rose    30/03/2022    1 recensioni
Dal primo capitolo:
"I suoi denti stridono, una strana sensazione prende strada nel suo cuore: gelosia e invidia. Non capisce nemmeno perché. Adrien non è abituato a questi sentimenti. Eppure ci sono, stanno per scoppiare dentro di lui. Vede Luka avvicinarsi alle labbra scarlatte di Marinette ed allora non ne può più: le sue mani si chiudono a pugno e si alza, spiazzando Kagami."
SPOILER!: Ambientata dopo il film Miraculous World: New York - Eroi Uniti
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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6. Scelte 


Quando Marinette esce da casa sua, Adrien non può fare a meno di proporle: “Ti va bene se ci vediamo domani sera? Non so, potremmo andare al cinema o a cena, quello che preferisci.”
Lei arrossisce, restando per un attimo interdetta: “Cena. Credo… che dovremmo parlare. Della Cina. Di… noi.”
Fa un sorriso timido e lo saluta con un cenno della mano. Adrien la segue con lo sguardo, quanto vorrebbe non farla mai andare lontano da lui ora che ha sentito il sapore delle sue labbra e la dolcezza delle sue carezze. E poi ricorda. Ricorda che stava per chiamarla in quel modo, come fa con Ladybug e solamente con lei. E ricorda anche il suo segreto. Renderà anche questo difficile stare con Marinette. Però ci deve provare, almeno per non avere rimpianti.
Resta sempre il problema del suo futuro. Non ha detto nemmeno a suo padre che sta pensando di andare in Cina. Dovrebbe anche chiedere a Ladybug prima, dopotutto sono una squadra e non può lasciarla sola… anche se ormai spesso si sente di troppo con tutti i nuovi supereroi che si sono uniti a loro. Quindi non pensa che la sua amica avrà qualcosa da ridire, però si sente anche in colpa perché è suo dovere proteggere Parigi. E poi ora c’è Marinette. Ovviamente lei non vuole che parta, non potrebbero più vedersi… proprio ora che sanno cosa provano l’uno per l’altro. Anche se Adrien si domanda perché gli sia venuta in mente Ladybug mentre baciava Marinette.
Perché in realtà è innamorato ancora della eroina? Perché le due si somigliano? Perché sta usando Marinette per dimenticare il suo amore non corrisposto?
Plagg interviene, con le sue pillole di saggezza schietta: “Ti stai facendo troppe paranoie, amico mio. Parla con Ladybug della tua idea di trasferirti per un anno e specifica che io verrò con te. Non posso certo lasciarti da solo, senza contare cos’è successo l’ultima volta che sei stato a Shangai.”
Adrien sorride: “Anche io ti voglio bene, Plagg. Certo che vieni con me.”
Ormai il kwami è decisamente il suo vero migliore amico, l’unico che sa cosa turba il suo cuore e la sua mente. Ancora non sa cosa succederà, ma vuole essere fiducioso. Poi si ricorda della promessa fatta a Marinette ed esclama: “Dovrò prenotare un posto dove cenare domani, è pur sempre sabato sera… ma dove la porto?”
Plagg lo guarda, fa spallucce: “Portala dove si mangia del buon formaggio.”

Marinette vola su una nuvola mentre torna a casa, quasi non si accorge delle auto o dei passanti nel tragitto. Si riscuote solo quando le squilla il cellulare, è Alya: “Allora, com’è andata? Hai parlato con Luka?”
La ragazza allora racconta l’incontro con Luka. Lo aveva chiamato al telefono per vedersi alla panetteria e avevano parlato.
Avevano parlato dei problemi della loro relazione, delle sparizioni continue di Marinette e del fatto che Luka sentiva l’affetto della mora, ma non il suo amore.
Tu mi vuoi bene, Marinette. Ma è chiaro che non mi ami. Tu sei innamorata di un altro, giusto?”
Lei sobbalza, colpita dalla perspicacia del ragazzo. Si limita ad annuire, poi aggiunge: “Mi dispiace, Luka. Io credo che tu sia un ragazzo meraviglioso e sei stato sempre gentile e dolce con me. Ma meriti qualcuno che ti ami profondamente, non che ti stimi soltanto. Mi dispiace, non volevo ferire i tuoi sentimenti.”
Lui abbassa lo sguardo e sospira, non trovando parole da dire. La abbraccia: “Voglio che tu sia felice. E capisco che io non sono il ragazzo che può farlo. Solo… non sprecare ancora il tuo tempo, Marinette. L’amore è la cosa più bella che esista, vale la pena lottare per esso.”

Poi racconta alla sua amica che è andata da Adrien. Che sono entrati a casa di lui per discutere della sua idea di partire per la Cina. E si sono baciati. Alcuni secondi di silenzio prima della esplosione di gioia e stupore di Alya: “No, non ci posso credere! Ah, e ora? Ora state insieme, siete una coppia, quando uscite, quanti figli?”
Una valanga di domande sommergono Marinette, che solo in quel momento realizza che non sa cosa siano ora lei e Adrien. Non sono più solo amici. Ma non stanno nemmeno insieme, però lui le ha chiesto di uscire… E se poi ci dovesse ripensare?
“Non lo so.”

Adrien si agita nervoso sulla sedia, chiedendosi se il completo da sera non sia troppo per quella cena. Allenta la cravatta nera, sentendosi soffocare. Guarda ancora una volta l’orologio del ristorante, mancano cinque minuti alle otto. Si chiede se Marinette sarà puntuale. Per invitarla aveva pensato di chiamarla direttamente, ma sentiva che gli sarebbe mancata la voce per farlo, così si era limitato ad un messaggio. Si passa una mano tra i corti capelli biondi, nervoso.
Un cameriere, passando, gli fa il segno del pollice in su: deve avere in faccia l’agitazione che lo attanaglia. E che si scioglie in un attimo appena vede la figura della ragazza entrare nel locale, indossa un semplice abito blu notte e porta i capelli sciolti. Quanto adoro vederla coi capelli sciolti.
Il pensiero nella mente di Adrien coglie anche sé stesso di sorpresa. Si alza per salutarla con un gesto della mano e non sa se baciarla o meno. I due si guardano indecisi e alla fine si ritrovano a baciarsi le guance in modo impacciato. Eppure persino le sue guance sono così dolci da scaldare il ragazzo, che sorride felice e fa cenno a Marienette di sedersi.
Lei solo allora nota il locale: un ristorante nel centro di Parigi elegante ma senza essere eccessivo, Natalie è sempre una sicurezza in fatto di consigli. L’antipasto è un misto di salumi e formaggi, per la gioia di Plagg che ha l’occasione di assaggiare un pezzo pregiato mentre è nascosto nel borsello di Adrien. “Allora…” inizia impacciato il biondino, guardando Marinette negli occhi: le parole muoiono subito, non riesce a staccare lo sguardo da quell’azzurro meraviglioso.
Lei arrossisce e abbassa lo sguardo: “Credo che dovremmo parlare, giusto? Avevamo detto così almeno…” La sua affermazione scuote Adrien dai suoi pensieri: “Giusto, giusto. La Cina. E… noi.”
Sorride dicendo l’ultima parola e lo fa anche la mora. Riprende poi la parola: “Penso che non ci sia alcuna fretta per il momento, credo di doverci pensare. Insomma, la Cina non è proprio a due passi da qui. Mi mancherebbe Parigi. Mi mancherebbero anche i nostri amici, mio padre… Mi mancheresti tu.”
Vorrebbe accarezzare il viso della ragazza, ma resiste. Già così si sente vulnerabile. Magari Marinette in realtà non vuole iniziare una relazione dopo quella con Luka, come darle torto.
Ma Adrien vorrebbe tanto sentire di nuovo il sapore delle labbra di Marinette, ancora e ancora, per poi esplorare con le labbra e le mani il resto del corpo della ragazza. Beve dal suo calice un po’ di acqua, prima di surriscaldarsi troppo con questi pensieri: per fortuna che non ha ordinato né del vino né altro di alcolico, andrebbe a fuoco e rischierebbe di non essere così tanto lucido. Un silenzio imbarazzante cala sul tavolo dei due, rotto solo dall’arrivo del cameriere per le ordinazioni.
Adrien non capisce perché improvvisamente si sente così nervoso: Marinette è sempre stata una sua amica, la conosce da tanto, ma ora sente che le cose tra di loro sono cambiate. Ma non capisce come. Alza lo sguardo dalla sua anatra all’albicocca e guarda la ragazza: “Marinette… credo che ora dovremmo parlare di quello che è successo ieri. Di… noi. Insomma, io non so più bene come comportarmi con te e la cosa mi rende un po’ nervoso.”
Lei sospira sollevata e ammette: “Vale lo stesso per me, non so cosa fare o cosa dire o… ieri… insomma, ora cosa facciamo? Stiamo insieme o…?”
Adrien non sa bene cosa rispondere, ci pensa alcuni minuti e poi sorride: “Non penso che serva dare subito una definizione a… noi. Intanto vorrei conoscerti in maniera diversa da come ho fatto fino ad ora. Quindi spero che avremo un’altra serata per uscire insieme, sempre se sarai ancora d’accordo dopo.”
Le spalle di Marinette si rilassano, non reggeva la tensione. Vorrebbe essere la ragazza ufficiale di Adrien, vorrebbe che questo gli impedisca di partire per la Cina… ma allo stesso tempo sa che una relazione è per lei un problema, essendo anche Ladybug.
E non sarebbe nemmeno giusto che Adrien resti a Parigi solo e soltanto per lei, senza realizzarsi. Così decide di prendere la parola: “Credo che dovremmo discutere di alcune cose ugualmente. Penso di aver sbagliato ieri a chiederti se io sarei un buon motivo per restare. Tu meriti di realizzarti e se per farlo devi andare in Cina… non voglio essere un peso per te.”
Il viso di Adrien esprime tutta la commozione del ragazzo per quelle parole, con una mano accarezza quella di lei: “Non sei un peso e non lo sarai mai. Ma… penso di voler sapere una cosa: se dovessi decidere di partire lo stesso, ho bisogno che tu e tutti i nostri amici mi sosteniate in questa mia scelta. Soprattutto tu, non potrei partire sapendo che ti potrei ferire così o che… che mi lasceresti per questo.”
Adrien abbassa il capo e Marinette invece arrossisce: “Ma… non stiamo nemmeno insieme, Adrien.” Il ragazzo alza il viso, sorridendole e prende un boccone con la forchetta: “Non ancora, Marinette. Ma… penso che la cosa mi renderebbe davvero felice.”

Parigi non le è mai sembrata così bella, mentre sfrecciano per le vie della città sulla moto nera di Adrien. I lampioni e l’aria frizzante della notte la fanno sentire come dentro ad una delle sue fantasie ad occhi aperti, ma il calore del corpo del ragazzo e la sensazione della sua giacca di pelle nera sono troppo reali per lasciarle il dubbio di star sognando.
Adrien sorride come un ebete, non sapendo se ha fretta di portare la ragazza sotto casa sua per avere una scusa per baciarla di nuovo o se preferirebbe portarla in giro per il mondo soltanto per sentire ancora il suo abbraccio. Ma alla fine si fermano davanti al panificio dei genitori della ragazza, che toglie il casco appena arrivano. Adrien la imita e la aiuta a scendere dalla moto, commentando: “Ti conosco bene e preferirei non fare rumore e non svegliare i tuoi genitori.”
Lei sorride, capendo lo scherzo: “Guarda che sono diventata molto meno pasticciona ormai… adesso scendo dalle bici senza distruggerle!”
I due ridacchiano, cercando di non essere troppo rumorosi. Le vie di Parigi sono quasi deserte, ormai è mezzanotte passata. Ma Adrien non riesce ancora a lasciar salire a casa la mora, vorrebbe restare con lei a chiacchierare e scherzare tutto il tempo.
Sorride e commenta: “Sono molto contento che riusciamo a parlare così tranquillamente ora, ricordi quando credevo di starti antipatico perché scappavi sempre da me?”
Lei arrossisce e replica: “Ora sai per certo che non ti ho mai trovato antipatico, anzi… mi sei sempre piaciuto.”
Si sistema nervosamente una ciocca di capelli dietro le orecchie, imbarazzata dalla dichiarazione. Adrien le sorride lusingato e le si avvicina, accarezzandole il viso: “Anche tu mi piaci, Marinette… devo confessarti una cosa: non penso di poter tornare a casa senza un bacio della buona notte.”
Quelle parole accendono le guance della ragazza, che per un attimo va in panico. Ma poi il suo sguardo si perde nel verde degli occhi di Adrien, che riescono sempre a ipnotizzarla e a calmarla: improvvisamente niente ha più importanza delle labbra del ragazzo.
Si baciano dolcemente, ancora increduli ma felici.

La sveglia suona e Marinette si sveglia estasiata, le sembra di poter toccare il cielo con un dito. Anche se ha il naso chiuso, tanto che Tikki la rimprovera: “Hai sicuramente preso freddo l’altra sera, troppo impegnata con Adrien… non ti sei accorta della temperatura?”
La ragazza scuote la testa non curante, ancora persa nel ricordo dei baci di Adrien e di come l’aveva stretta dolcemente a sé mentre si baciavano.
Sospira sognante, il cellulare suona: è un messaggio di Adrien. Buongiorno, spero tu abbia dormito bene… io sì, non ricordo di aver mai dormito meglio in vita mia. Marinette danza per la stanza, stringendo il telefono al petto. Le sembra di vivere un sogno da qui non vuole svegliarsi.

Adrien sente bussare alla porta della sua stanza, è Natalie che lo informa brevemente che suo padre vuole parlargli nel suo studio. Il ragazzo sospira, non è mai una cosa buona quando viene convocato dal padre.
Gabrielle siede davanti alla sua scrivania, visibilmente nervoso e parla non appena il figlio varca la soglia: “Adrien, non pensi che dovresti rendermi partecipe dei tuoi progetti per il futuro? Sai che potresti lavorare nella mia azienda quando vuoi ed in svariate cariche, cos’è questa assurdità del viaggio in Cina?”
Adrien si irrigidisce per la sorpresa: “Oh lo sai già… ma è solo una idea che sto prendendo in considerazione… non ho ancora deciso nulla.”
Gabrielle sospira pensieroso e ribatte: “Mi rendo conto che alla tua età sia difficile trovare il proprio posto nel mondo, ma lasciarti andare dall’altra parte del globo… come farei a sapere che sei al sicuro?”
Adrien vorrebbe tanto dirgli che nemmeno Parigi è poi tanto sicura per lui, considerando che combatte contro un super cattivo quasi ogni giorno. Ma si limita a ribattere: “Padre, non puoi tenermi sotto una campana di vetro per sempre, sono cresciuto ormai! E posso prendere le mie decisioni, voglio che tu faccia parte del mio futuro… ma non voglio lavorare per te. Voglio trovare il mio posto nel mondo, la mia strada: non so dove mi porterà, ma non puoi impedirmi di cercarla!”
Sbatte i palmi sul tavolo della scrivania, sorprendendo il padre, e poi si volta per uscire subito dalla stanza. Gabriel resta spiazzato dalla determinazione del figlio e dal fatto che non gli ubbidisca più come faceva prima.
Si massaggia le tempie, cercando di non farsi sopraffare dal panico: l’idea di perdere anche suo figlio lo terrorizza. La verità la sa benissimo: non vuole che Adrien parta perché sarebbe lontano da lui e dal suo controllo. Ma è un desiderio egoistico e il ragazzo ormai è grande.
Ricorda con un nostalgico sorriso quando ha incontrato la madre di Adrien, che come il figlio attira a sé sempre la luce. Si domanda se il mondo non sia un posto troppo crudele per suo figlio o se il vero pericolo sia lui, che lo tiene ancora sotto la sua ala. Anche se Adrien la vede solo come una gabbia d’oro. E non sa nemmeno cosa combina suo padre, sotto altre spoglie.
Il pensiero di essere scoperto dal figlio non lo ha mai preoccupato, forse perché lo scaccia sempre e in ogni caso lo sta facendo per lui, per ridargli una madre. Gabriel si alza dalla sedie del suo ufficio, ruotandola prima per arrivare davanti al quadro della moglie scomparsa. Fissa il viso della donna, così simile a quello di suo figlio. E capisce che non è più il tempo dei giochetti, la clessidra ha finito la sua sabbia: deve agire subito, altrimenti potrebbe perdere Adrien.
Papillon deve tornare alla ribalta con il suo piano finale. 
   
 
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