Serie TV > Wynonna Earp
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Autore: aurora giacomini    30/03/2022    1 recensioni
Nel buio qualcosa si muove, si nutre di oscurità e paura. Si nutre di colpe e rimpianti.
E' arrabbiata. Non ha pace.
-
La pubblicazione riprenderà quest'autunno/inverno; questo è il piano :)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nicole Haught, Nuovo personaggio, Waverly Earp, Wynonna Earp
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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13



 


 

La 5oo procedeva lentamente. In primo luogo, perché la neve continuava a cadere e rendeva pericolosa la strada; in secondo, perché Wynonna non indossava la cintura di sicurezza e non era il momento di farglielo fare: quella posizione fetale sembrava recarle conforto.

Waverly ascoltò per un po' i singhiozzi sommessi di sua sorella. Avrebbe voluto consolarla, ma sapeva che nessuna parola, in quel momento, sarebbe servita.

Si perse nei suoi pensieri. Il lento procedere della macchina era l'ideale per pensare.

Cosa sta succedendo? Voglio dire... cosa sta succedendo nella mia vita?

Fantasmi, morte... questa donna seduta davanti a me. Come può questa essere la realtà? E se stessi sognando? Forse, proprio come Alice, sono caduta nella tana del coniglio.

Questa donna... Nicole è arrivata nella mia vita e ha portato un nuovo significato a... tutto quanto. Dal velo sottile alla sua filosofia. Il mondo come lo conoscevo prima sembra non esistere più. Forse il mondo che vedevo prima non è mai esistito. Forse non vedevo.

Parlando di ciò che ho visto, e intento che ho visto con i miei occhi fisici... Quella cosa. Mi ha ricordato quegli esseri che si vedono in Harry Potter; quegli spettri. Ma ciò che ho visto io non può essere riprodotto da nessuna magia da computer grafica. Nessun effetto speciale potrebbe mai riprodurre quell'evanescenza nera. Gli effetti speciali fanno parte di questo mondo, quella cosa no.

Ho così freddo. Ho freddo dentro... all'anima. Mi sento sporca e vulnerabile. Non riesco a togliermi di dosso quella sensazione di dannazione e oscurità. E' così che Nicole sente i sentimenti e le emozioni degli altri? Diventano suoi? Sostituiscono le sue percezioni, o si mischiano con le sue? Forse la seconda ipotesi. Comunque dev'essere qualcosa di davvero potente... Era così disperato, il modo in cui supplicava Wynonna di non toccarla.

Nicole...


 

Anche nella mente di Wynonna c'erano dei pensieri che si affollavano. I pensieri di una mente ubriaca, e, al momento, molto fragile.

Prima l'ho colpita. E' stato involontario, ma le ho fatto un occhio nero. Poi l'ho presa per la gola... volevo farle sentire dolore. Non è vero... volevo ucciderla. Volevo uccidere Nicole. Mi sembrava l'unico modo: è colpa sua se ho pensato a Skylar.

Skyler e Mr. Teddy: due anime inseparabili.

Ovatta e bottoni. Carne e occhi.

Non sono violenta. Non sono cattiva.

No...?

Sono capace di uccidere? Non voglio conoscere la risposta.

Ho ucciso.

Non è vero!

E' morta per colpa mia!

No! Non è stata colpa mia!

Avevo tutte le attenzioni di mamma e papà, mi faceva sentire bene. Sentivo di esistere di nuovo.

Non è così...!

Ero felice che fosse successo.

Basta!

La 5oo si fermò al lato della carreggiata.

“Wynonna... basta così”, mormorò Nicole, voltandosi a guardarla, “smettila di tormentarti. Non farti questo.”

Siamo sicuri che non possa leggere nella mente delle persone?, si chiese Waverly. No, è stata chiara in merito. Forse è solo che sente la sua energia negativa... come prima. Lei sapeva cosa stava per succedere, lo ha detto esplicitamente. E poi... Wynonna sta piangendo, non ci vuole una sensitiva per capire che sta soffrendo.

Wynonna abbassò un ginocchio, rivelando il profilo del viso. Stava piangendo, ma cercava di trattenere i singhiozzi.

“Volevo ucciderti...” mormorò. “Smettila di essere gentile... smettila di trattarmi come se non avessi colpe!”

“So cosa volevi fare, Wynonna. Lo so.” Sopirò. “Non eri in te. Non posso e non voglio condannarti per un momento di debolezza. Non te lo meriti. Non meriti il mio rancore, non meriti il mio biasimo.”

“Ti avrei uccisa”, ribadì Wynonna, “volevo che soffrissi come soffrivo io... volevo che tu morissi...”

“Sono qui e respiro.”

Nicole si tolse la cintura di sicurezza. Si allungò, e dal vano portaoggetti recuperò il pacchetto di sigarette e l'accendino viola. “Lo so che fa freddo, ma vuoi uscire un momento con me? Queste sigarette, come ti dicevo, hanno preso umidità e fanno schifo, ma è il meglio che ho...”

Wynonna annuì. Aprì lo sportello e uscì.

“Torno subito”, disse, voltandosi verso Waverly. “Lascio il motore acceso così il riscaldamento non si spegnerà.”

“Aspetta!”, esclamò. “Wynonna ha una felpa e un maglione, tu hai solo la camicia...” Tirò giù la zip della felpa che aveva indossato prima. “E' un po' corta per te, ma almeno ti proteggerà... un po'...” Gliela porse.

“Sei molto gentile, Waverly.”

Nicole indossò la felpa e uscì.

Waverly osservò Nicole e Wynonna, che si erano messe davanti alla macchina per proteggersi quel minimo dal vento, e poi guardò accanto a sé, sul sedile.

“Sei qui... vero?”, chiese. “Sei sempre stato qui...”

Non si aspettava, ovviamente, una risposta. Non verbale, almeno. Ma continuò a parlare.

“Sei solo o siete in tanti? Non ho idea se tu possa o meno capirmi... non so come funziona. Però sappi che non sono ostile... okay? Ti dico questo perché per oggi ho avuto abbastanza paura e... Non che tu possa farmi paura!”, si affrettò a dire. “Solo... non lo so. Forse ho solo voglio solo parlare con qualcuno... o con me stessa. Forse il suono della mia stessa voce mi fa sentire meglio, meno sola... Non so se ha senso per te.”


 

<)o(>

 


Nicole offrì il pacchetto a Wynonna, che prese una sigaretta e se la mise in bocca.

“So cosa ti passava per la testa”, iniziò Nicole, accendendole il piccolo cilindro ripieno di tabacco. “Non ti nascondo che ho avuto paura. Non avevo paura di morire, avevo paura di quello che vedevo nei tuoi occhi, di quello che le tue mani mi comunicavano. Ho avuto paura della tua disperazione, del tuo dolore. Ho avuto paura, no, terrore di quel limbo freddo e nero. Mi era inaccettabile.” Fece una pausa, durante la quale si accese una sigaretta. “A volte le emozioni parlano e sono molto più chiare di mille parole”, disse, soffiando fuori il fumo. “Qual è il nome del tuo demone?”

Lei si limitò ad aspirare e soffiare fuori fumo. L'aria gelida stava cominciando a lottare contro l'alcol, e la sua mente, dunque, cominciava ad essere più lucida.

“Non mi conosci, Wynonna, ma puoi fidarti di me. Non sono qui per giudicare nessuno, voglio solo aiutare, desidero aiutare”, disse dopo un intero minuto di silenzio. “Anche io sono spaventata, credimi. L'istinto mi dice di scappare lontano, ma non abbandonerò Waverly e te. Non lascio mai un lavoro a metà, non importa quanto doloroso od oscuro si riveli.”

“Non sono pronta per questo”, mormorò qualche secondo dopo. “Non sono pronta. Forse non sarò mai pronta per questo.”

“Aspetterò”, garantì Nicole. “Sono paziente. Aspetterò che tu sia pronta a parlare con me.”

“Puoi aspettare per sempre?”

“Sì, posso.” Aspirò forte e rilasciò lentamente il fumo grigio-azzurro. “Aspetterò giorni, mesi e, se devo, anni. Non me ne andrò finché non vi avrò restituito la vostra vita.”

“Perché lo fai? Cosa ti spinge a sacrificare così la tua esistenza, la tua gioventù... Non so quanti anni tu abbia, ma devi avere la mia età o essere un po' più giovane. E' così che immaginavi la tua vita?”

“Lo faccio perché posso.” Sospirò. “Perché devo provare ad aggiustare le vite degli altri...”

“Non potendo aggiustare la tua...” concluse Wynonna.

“Qualcosa del genere, sì.”

“Non conosco la tua storia. Non la conosco, eppure so di non riuscire ad invidiarla. Non so neppure il tuo cognome... Qual è?”

Si voltò a guardarla. La guardò a lungo negli occhi prima di rispondere: “Non appartengo a nessuno, così come nessuno appartiene a me. Ho delle radici, ma ora sono una foglia che si è staccata e che il vento trasporta.”

“Non potevi darmi una risposta più da Aquario di così...” sorrise. “Waverly mi ha detto qualcosa riguardo il vostro discorso. Le piaci, sai? Vede qualcosa in te... forse vede la stessa consapevolezza che vedo io, in te. Ne è affascinata.”

“E lei piace a me. Amo la sua anima innocente e pura. Amo la sua energia positiva, che non riesce ad inquinarsi neppure quando ha paura. La sua presenza mi fa stare bene. Mi sono bastate poche ore con lei per ritrovare la calma che non sapevo più potesse esistere.”

“Posso chiederti una cosa?”

“Prego.”

Wynonna aspirò un'ultima volta, poi gettò la sigaretta nella neve. “Faceva davvero schifo, ma grazie per avermela offerta. Comunque, volevo chiederti se c'è qualcuno nella tua vita, nel tuo cuore. E' una sciocca curiosità, prendila come tale.”

Nicole rimase in silenzio. Forse stava scegliendo le parole.

“Farò in modo di non spezzarle il cuore”, disse infine. “Ma è una promessa che non so se potrò mantenere. Sono umana, dunque fragile e volubile. Un giorno me ne andrò e sarà un addio.”

“Sapevi esattamente dove volevo andare a parare...”

“Per ora, quella che Waverly ha per me è attrazione e curiosità. Solo il tempo mi dirà come si evolveranno le cose, se avranno il tempo di farlo.” Buttò anche lei la sigaretta. “Ho bisogno che tu mi faccia una promessa, Wynonna.”

“Ci posso provare.”

“Non chiedo di meglio. Voglio che nel tempo che ti servirà per dirmi cosa ti tormenta davvero, tu mantenga la calma. Ho bisogno che tu rimanga calma e che la tua mente sia forte.”

“Se fosse così facile...”

“Ti insegnerò delle tecniche di meditazione. Ti insegnerò a dominare la tua mente e il tuo cuore. Daremo alla tua anima un po' di respiro. Se non lo facessimo, temo che quella casa non potrà più essere abitata da te, forse da nessun essere vivente. Non posso permetterti di continuare a nutrire e potenziare quell'oscurità, quella negatività.”

“Credi di potercela fare? Pensi che io possa farcela?”

“Sì. Wynonna, tu hai solo bisogno che qualcuno creda in te. Scelgo di credere in te. Sei una donna forte, devi solo dirlo a te stessa, devi solo accettarlo.” Si voltò completamente verso di lei e aprì le braccia: “Abbracciami.”

Wynonna fece un passo indietro. “Pensavo odiassi essere toccata... da me, almeno.”

“Non è il tuo tocco che mi turba, ma le tue emozioni. Ti chiedo di provare fin da ora a controllarle, ti chiedo solo di concentrarti sul mio corpo e rilassarti. Posso gestirti, in questo momento... non ti respingerò.” Rise. “Fra noi due non c'è alcuna carica erotica, al massimo una reciproca attrazione mentale. Sarà rilassante.”

Wynonna si avvicinò, ma non fece nulla per toccare l'altra donna.

“Gli esseri umani si abbracciano per diverse ragioni. Un semplice saluto, una manifestazione di affetto, conferire un senso di protezione. L'abbraccio ha potenti effetti benefici sul nostro cervello... ci calma, abbassa la pressione sanguigna. Il cuore rallenta e viene prodotta e liberata la dopamina nel corpo.”

“La logica è un altro buon modo per mantenere il controllo di sé”, sorrise Nicole. “Nessuno ha detto che la scienza e la logica debbano per forza essere fredde e inorganiche. Prive di umanità. Un connubio fra logica e umanità dà vita a qualcosa di veramente gradevole. Sei passionale, questo è il tuo punto debole, Wynonna, ma riuscirai a governarle anche quella, senza smettere di essere chi sei. A me piace pensare agli abbracci come una connessione fra anime. Qualcosa che ripara una frazione di noi dal resto del mondo.”

Wynonna si decise ad avvicinarsi completamente. Strinse le braccia attorno al busto di Nicole -la sentì irrigidirsi un po' e tremare-, e lasciò che le braccia di Nicole si chiudessero attorno alle sue spalle. Ci vollero nove secondi perché entrambe cominciassero a sentire gli effetti di quel gesto.

Nicole, che aveva smesso di tremare, disse: “Molto meglio, non trovi?”

“Sì...” mormorò Wynonna. “Ho l'orecchio appoggiato al tuo cuore... l'ho sentito calmarsi, e questo ha calmato anche me.”

“La magia degli abbracci. Da oggi ne avrai almeno otto al giorno. Va' da Waverly e abbracciala ogni volta che ne avrai l'occasione, per almeno trenta secondi. Puoi farlo con qualunque persona disposta a ricambiare, ovviamente. Questo è il primo passo per indebolire la tua negatività.”

“Non sapevo che si potesse trovare conforto fra le braccia di un estraneo... non l'avevo mai compreso. In questo momento non mi sento neppure stupida o a disagio.”

“E' umanità”, disse Nicole, stringendola appena più forte. “L'abbraccio, come dicevi tu, ha molti significati. Io volevo solo calmarti, e calmarmi. Stiamo riuscendo nel nostro intento.”

“Sei molto persuasiva, Nicole: dubito che avrei abbracciato qualcuno che non conosco... soprattutto qualcuno che stavo per uccidere...”

“Non è il momento di pensare a questo. Controllati. Concentrati su di te e su di me. Non esiste nient'altro. Tutto va bene, tutto è sicuro... va tutto bene. Tu proteggi me, io proteggo te. Va tutto bene, Wynonna.”

Quando un essere umano ne abbraccia un altro e gli dice che tutto andrà bene... è così. In quel momento è la verità: andrà tutto bene.

Rimasero strette in silenzio per una manciata ancora di secondi; poi Wynonna si allontanò.

“Ora però vorrei sapere perché siamo in mezzo al nulla...”


 

<)o(>


 

“... e questo l'effetto che Nicole ha su di me, capisci?”, stava dicendo Waverly, parlando con il suo interlocutore invisibile -sempre che davvero ci fosse qualcuno, lì con lei.

Si voltò verso il parabrezza, fu allora che vide Wynonna e Nicole abbracciate l'una all'altra.

“Cosa mi sono persa...?”, mormorò, preda del fastidio. Della gelosia.

Non aveva sentito una sola parola di quello che si erano dette Wynonna e Nicole: era impegnata a parlare e il ronzio del riscaldamento copriva i suoni esterni.

Sono davvero meschina... Wynonna sta male e tutto quello che riesco a fare è essere gelosa. Gelosa di cosa? Ribadisco. Gelosa di chi? A volte so essere davvero infantile...

Come stavo dicendo al mio amico invisibile, c'è qualcosa di veramente attraente e rassicurante in Nicole. Qualcosa che mi fa stare bene... qualcosa che vorrei esplorare meglio.

Mi sono fatta un sacco di viaggi mentali... eppure non so neppure se Nicole potrebbe trovarmi attraente in quel senso. Forse non dovrei neppure farmele, queste domande... sono sciocche.

Sto costruendo un castello fatto di ipotesi e sogni... sto costruendo un castello su una donna che non conosco neppure. Mi sento così stupida.

Il suono della portiera riportò Waverly alla realtà. Una sola portiera.

“Dov'è Wynonna?”

“Sta vomitando l'anima”, rispose Nicole. “Il suo corpo deve espellere l'alcol.” Si tolse la felpa e la passò a Waverly: “Grazie ancora per avermela prestata, sei stata molto dolce.”

“Ti piace mia sorella?” Non era riuscita a trattenersi.

Nicole osservò il viso di Waverly nello specchietto retrovisore. “Mi sta simpatica”, rispose infine. “Ma se quello che mi stai chiedendo è se intendo corteggiarla, la risposta è no.”

E' più probabile che io provi a corteggiare te. E' quasi certo che io abbia già cominciato a farlo, anzi... ne sono sicura.

L'ha detto davvero? L'ha detto davvero o è quello che volevo sentirmi dire? L'ho immaginato? Maledizione, non lo so! Come non so se l'ho davvero baciata...! Mi ricorderei il tocco delle sue labbra o il suo sapore, in quel caso, giusto? Giusto?!

Il ritorno di Wynonna mise fine ai tormenti di Waverly.

“Uno spettro!”, urlò quando si fu seduta. “Un cazzo di spettro!”

“Ricordi cosa abbiamo detto riguardo all'autocontrollo?”

“Forse chiedermi di controllarmi equivale a chiederlo a Donald Duck...”

Nicole rise. “Forse. Ma ho fiducia in te.”

“Mi scoppia la testa... ho bisogno di un'aspirina e una caffè...” brontolò, mettendosi la cintura di sicurezza.

“Katie risolverà ogni nostro piccolo problema, ne sono sicura.” Avviò il motore. “Ho davvero voglia di una ciambella al limone, voi no?”

Nicole, tu mi manderai al manicomio... pensò Waverly, abbandonandosi allo schienale del sedile. Mi confondi. Non distinguo più la realtà dalla fantasia... non da quando mi sono coricata con te sul letto. Cosa mi hai fatto? Mi hai fatto qualcosa? Forse sto solo perdendo la ragione...

Ho paura di essermi presa una cotta... è ovvio che sia così. Mi sono presa una cotta per una donna che conosco da ventiquattro ore esatte... Bel lavoro, Waverly!

L'ho già fatto, in passato, di prendermi cotte per donne che non sapevano neppure che esistevo... non in quel senso. Di solito erano donne più mature di me... donne con una vita già definita... una vita dove non c'era spazio per me. Non lo spazio che volevo occupare.

Non so nulla della vita di Nicole... potrebbe essere sposata, avere dei figli. Non lo trovo credibile, ma non posso neppure escluderlo.

Nicole andrà via, un giorno. L'ha detto lei stessa quando ci ha dato le pietre... Nicole andrà via. Ha senso, quindi, che io mi faccia delle domande? Ha senso che io provi a... non lo so... corteggiarla...?

Vorrei parlarle apertamente, dirle che mi piace. Lo farei, pronta ad accettare anche un rifiuto... almeno mi metterei l'anima in pace.

Perché mi devo sempre innamorare della persona sbagliata? Nicole è la donna sbagliata? Probabilmente sì, dal momento che non so neppure se sia lesbica, etero o qualunque altra cosa!

Amare... Io non amo Nicole. Non è amore. E'... passione? Non lo so! Questo discorso mi confonde. E' una cotta. La cotta va bene. E' un buon termine: racchiude quanto basta.

“Ehi...” Wynonna si era voltata verso di lei e le aveva preso la mano. “Stai bene, sorellina?”

Mi sono persa a pensare a Nicole, quando mia sorella soffriva. Ho provato persino gelosia! Forse nella mia testa c'è davvero qualcosa che non va...

“Sì... sto bene. Scusami se...” Non concluse. “Forse”, riprovò. “Non lo so... Tu stai bene?”

“Prossima domanda?”, le sorrise. “Nicole è diventata sorda.” Alzò le spalle e spiegò: “Ho provato a parlarle, ma... non mi sente. Spero che non diventi anche cieca, dal momento che i nostri culi sono sulla macchina che sta guidando.”

“Lo fa ogni volta che sale in questa macchia”, spiegò Waverly, “penso che stia ascoltando qualcun altro. No... sta ascoltando qualcun altro, ecco.”

“Da brivido...!”

“Già...”

“Ascolta”, disse, stringendo la mano di Waverly, “Nicole pensa che ci sia un modo per... indebolire la presenza. Mi ha spiegato come fare e si è offerta di spiegarmi alcune tecniche new age... roba del genere. Mi impegnerò, sai? Aiuterò a ridarci la nostra casa.”

“So che lo farai, Wynonna...” le sorrise.

“Immagino di averti spaventata... Prima, intendo. Quando ho aggredito Nicole... Mi dispiace che tu abbia assistito...”

“Va tutto bene, Wynonna... quella donna non eri tu... so che non eri tu.”

Lei annuì: “Grazie...”

Nicole sorrise, probabilmente per la dolcezza dello scambio fra le due sorelle.

  
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