Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: cabin13    31/03/2022    0 recensioni
[Kacchako][established relartionship]
Quella contro elastici e forcine le pareva una guerra persa in partenza. Era in bagno da almeno quaranta minuti, in piedi di fronte allo specchio sopra il lavandino, a litigare con lacca, pettine e tutta l’attrezzatura. Più si intestardiva, più i risultati erano fallimentari e la sua irritazione aumentava.
[...] – Se ti serve un’altra ora per i capelli siamo nella merda – borbottò il ragazzo, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni scuri. – Ti do una mano. Altrimenti Deku e Quattrocchi rompono il cazzo, se arriviamo in ritardo, e io non ho nessuna voglia di stare a sentirli.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Bad hair day
 

Ochaco non aveva per niente voglia di presenziare a quella festa. Era esausta, irritata e assonnata; tutto quello che voleva fare era cambiarsi nel suo pigiama preferito, spaparanzarsi sul divano e guardarsi un film non troppo impegnativo. 

E invece no.

Era una serata abbastanza cerimoniosa e formale, a cui avrebbero partecipato importanti personaggi istituzionali e i migliori eroi del Paese. Tra cui lei e il suo fidanzato. 

Era fiera che fosse arrivato l’invito a entrambi e che nessuno dei due andasse solo in veste di “accompagnatore” della controparte, ma la sua voglia di fare una comparsa pubblica era ai minimi storici. Oltre alla stanchezza, ci si metteva pure il fatto che quella era una giornata “no” su tutta la linea. Non aveva nemmeno una scusa decente per ritirare la conferma che aveva già inviato.

Il vestito era stato noleggiato apposta per la festa ma, nonostante avesse già provato l’intero outfit in più di una occasione per controllare che fosse presentabile di fronte alle telecamere – negli eventi di quel genere purtroppo l’immagine era tutto –, quella fatidica sera tutto pareva andare male. L'abito non la convinceva appieno e il colore sembrava stonare di brutto con la sua pelle rosea.

Eppure, quando l’aveva scelto, aveva adorato quel capo: lo scollo a barca semplice, il corpetto aderente decorato con piccoli luccichii argentati, la gonna morbida che scendeva fino a terra in una cascata di brillante tessuto rosso corallo e si apriva in un elegante (e comodo) spacco sulla gamba destra. Adesso però appariva solo come una indistricabile matassa di stoffa, che le ricadeva sul corpo in qualche maniera assurda.

E come ciliegina sulla torta, c’erano i capelli che non ne sapevano di voler collaborare.

Uraraka aveva perso il conto dei tentativi per cercare di dare una parvenza decente alle ciocche un po’ sfibrate – nemmeno le maschere idratanti potevano fare miracoli contro lo stress sul lavoro delle ultime settimane. Quella contro elastici e forcine le pareva una guerra persa in partenza. Era in bagno da almeno quaranta minuti, in piedi di fronte allo specchio sopra il lavandino, a litigare con lacca, pettine e tutta l’attrezzatura. Più si intestardiva, più i risultati erano fallimentari e la sua irritazione aumentava.

Perché non potevano presentarsi con i loro costumi da eroi? Sarebbe stato mille volte più semplice e non sarebbero serviti fronzoli inutili, come una pettinatura glamour o un vestito così elegante che di norma lei non se lo sarebbe mai potuto permettere.

Ma no, il costume se lo dovevano portare dietro e basta. Era un evento formale per tutti, perciò salvo emergenze non erano ammessi abbigliamenti diversi dallo smoking e dagli abiti da sera. Chiunque avesse stabilito quella regola era proprio uno stupido.

Oltre che un sadico, per costringere Ochaco a penare così tanto solo per conformarsi agli standard richiesti.

– Faccia Tonda, ma ci sei caduta, dentro il cesso?

La brusca domanda di Bakugou riportò la castana alla realtà. Chissà da quanto tempo la stava aspettando. E che ora era? Sperava di non essere in ritardo, perché la pressione sarebbe stata ancor meno d’aiuto – buffo come riuscisse a gestire lo stress quand’erano coinvolti villain ferali che cercavano di ucciderla, ma non quando doveva sistemare due forcine...

– No, no, tutto bene.

Ma la sua flebile risposta non dovette risultare affatto convincente, perché il ragazzo bussò piano contro la superficie di legno per avvertirla che stava per entrare e subito dopo aprì piano la porta. Il suo riflesso sullo specchio mostrò che era appena apparso alle spalle dell’eroina.

I corti capelli biondi erano acconciati con una punta di gel, ma mantenevano comunque il loro tipico aspetto a punta, mentre il volto era rasata di fresco. La giacca nera e la camicia rossa fasciavano e mettevano in risalto il fisico tonico e atletico che si celava sotto di essi, e appariva elegante anche con il nodo della cravatta scura allentato. Ochaco dovette reprimere il desiderio di buttargli le braccia al collo, catturargli le labbra in un bacio e non staccarsi mai più.

– Che cazzo, è quasi un’ora che sei qua dentro.

– Mi stavo sistemando per essere pronta stasera...

Lo sguardo cremisi di Katsuki esaminò torvo le mollette e il pettine posati sul bordo del lavandino prima di focalizzarsi di nuovo sulla figura della castana. L'espressione gli si addolcì e le labbra si incurvarono in un sorrisino quando studiò l’abito che avvolgeva le curve di Ochaco. – Ti sei presa il tuo tempo, Faccia Tonda – ridacchiò.

L'eroina della gravità sentì le gambe molli e le farfalle svolazzare nello stomaco come fosse una scolaretta al primo appuntamento. Dopo tre anni di relazione stabile, quell’occhiata riusciva ancora a darle un effetto così destabilizzante.

Però si sforzò di non cedere alla sua parte impetuosa. – Mi mancano i capelli e poi ho finito, promesso. –sorrise lei, incrociando i suoi occhi tramite lo specchio. Stava ancora tentando di pettinare una ciocca particolarmente ribelle.

– Puoi darci un taglio e lasciarli anche così, non stanno male.

– Dove vedi che non stanno male non ne ho proprio idea... – sbuffò lei abbassando il pettine e provando poi a domare i capelli in un altro punto della testa.

– Stronzate, staresti bene anche con una gomma appiccicata in testa.

Ochaco represse un verso frustato. Il suo corpo quella sera proprio non stava collaborando. – Forse potrei provare davvero a metterne una – mugugnò. – Potrebbe essere un risultato migliore di quello che ho combinato finora...

– Se ti serve un’altra ora per i capelli siamo nella merda – borbottò il ragazzo, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni scuri. – Ti do una mano. Altrimenti Deku e Quattrocchi rompono il cazzo, se arriviamo in ritardo, e io non ho nessuna voglia di stare a sentirli.

In mezzo passo raggiunse Ochaco, il torace che le sfiorava la schiena. Con una delicatezza che non mostrava spesso se non a lei le prese il pettine di mano e in poche passate riuscì a districare il nodo che aveva mandato in crisi la ragazza. La sorprendeva sempre come fosse posato e leggero nei movimenti, quando il suo atteggiamento di solito scostante e irascibile suggeriva l’esatto contrario.

Le fece un cenno, e Uraraka gli passò una forcina; Bakugou tirò indietro la ciocca e la fissò pochi centimetri sopra la nuca. Il tutto senza sollevare altri fastidiosi capelli che altrimenti le avrebbero dato l’aspetto di uno spaventapasseri. 

Katsuki aveva un’ottima abilità manuale anche quando si trattava di attività diverse dal combattimento contro i villain. Ochaco conosceva già dal primo anno delle superiori la sua maestria in cucina – il curry del suo fidanzato rientrava a pieno titolo tra i suoi piatti preferiti –, ma era rimasta non poco stupita quando il ragazzo le aveva rivelato questi suoi lati nascosti. Era risultato che avesse la mano abbastanza ferma anche con il make-up, e più di un paio di volte lei era stata parecchio contenta di aiutarlo a migliorare questa sua abilità quando il biondo le aveva (a modo suo) chiesto consigli per alcuni dettagli del suo costume.

Tempo quindici minuti e la chioma ribelle dell’eroina della gravità era stata domata in un elegante mezzo chignon, con due morbidi ciuffi che scendevano ai lati a incorniciarle il viso.

Doveva solo aggiungere il fermaglio rosso – abbinato all’abito – che aveva lasciato in camera, e forse poteva piastrare un po’ le punte per dare maggiore movimento. Sempre che l’universo non decidesse di aggiungere altro alla sua pessima giornata e renderle la vita impossibile anche con quello strumento.

Le calde mani di Bakugou le si avvolsero intorno ai fianchi. – Direi che è stato piuttosto facile, no?

Il tono era il solito basso e duro di sempre, ma era difficile credergli sul serio mentre la stava abbracciando da dietro così, facendole aderire la schiena contro il suo petto.

Ochaco fece per lasciarsi andare a quel tocco, intrecciando le proprie dita con quelle di lui, quando il mondo girò su sé stesso e di colpo si ritrovò faccia a faccia con l’espressione compiaciuta e per nulla innocente di Katsuki. Il biondo si avventò sulla bocca di lei, catturandole in un bacio quasi famelico, finché le mani esploravano i fianchi e la schiena in parte nuda per via dello scollo del vestito. La ragazza non resistette, e a sua volta gli buttò le braccia al collo, alzandosi sulle punte e facendo aderire ancor di più i loro corpi. Le labbra succhiarono quelle dell’altro e le lingue si intrecciarono; solo quando il bisogno di riprendere fiato fu impellente si staccarono l’uno dall’altro.

– Potrei fare un lavoro ancora migliore se prima disfacessi questo – sussurrò roco il ragazzo, prima di scendere a baciarle il collo.

Uraraka inclinò il capo per lasciarlo fare e un gemito le sfuggì dalle labbra. Il fiato di Katsuki le faceva rabbrividire la pelle per il piacere ed era pienamente consapevole delle mani di lui che dai fianchi si stavano spostando vicino al punto clou. Tuttavia, non potevano spogliarsi per poi doversi ripreparare daccapo: in quel caso sarebbero davvero arrivati in ritardo e alle ramanzine di Iida non ci sarebbe stato scampo.

– Kat... – mormorò, premendogli i palmi sul petto per allontanarlo. – Katsuki... non...

Con sommo dispiacere di entrambi, l’eroe esplosivo interruppe quella piacevole tortura di baci. – Stupida serata di gala del cazzo – brontolò. – Speriamo che finisca in fretta.

Fu il turno di Ochaco di rivolgergli uno sguardo languido. – Nemmeno a me piace lasciare le cose a metà. Perciò, vedi di essere ben preparato quando poi torneremo a casa...

Di solito quello apertamente malizioso era il biondo, quindi venne colto in contropiede dalle parole audaci della ragazza e non poté fare a meno di arrossire sulle guance e sulla punta delle orecchie. Faceva pendant con il colore della camicia.

Uraraka si ritrovò a sorridere. Se una giornata “no” con i propri capelli portava a questo, si sarebbe assicurata di averne una più spesso.










Hola gente
Ho un altro milione di storie su questo fandom che sono completate a metà e mi pregano di dar loro un finale, più almeno 70 pagine di roba da studiare per un esame che è il 20 aprile e io ovviamente che faccio? Ho una nuova idea che mi prende di colpo e decido portarla a termine nel giro di due giorni e pubblicarla subito su EFP
Ma a parte questo, sono abbastanza soddisfatta di come sia venuta fuori questa cosa...
È un mio headcanon che Bakugou sia abbastanza manuale quando si tratta di sistemare i capelli (e avevo trovato un'immagine parecchio carina di loro su un video su YouTube), e anche il fatto che sempre Bakugou usi l'eyeliner per il suo costume da eroe (per la maschera che indossa, per intenderci) è un headcanon che avevo trovato girando tra Instagram, AO3 e YouTube e l'ho semplicemente adorato
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: cabin13