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Autore: Bibliotecaria    01/04/2022    0 recensioni
In un mondo circondato da gas velenosi che impediscono la vita, c’è una landa risparmiata, in cui vivono diciassette razze sovrannaturali. Ma non vi è armonia, né una reale giustizia. È un mondo profondamente ingiusto e malgrado gli innumerevoli tentativi per migliorarlo a troppe persone tale situazione fa comodo perché qualcosa muti effettivamente.
Il 22 novembre 2022 della terza Era sarebbe stato un giorno privo di ogni rilevanza se non fosse stato il primo piccolo passo verso gli eventi storici più sconvolgenti del secolo e alla nascita di una delle figure chiavi per questo. Tuttavia nessuno si attenderebbe che una ragazzina irriverente, in cui l’amore e l’odio convivono, incapace di controllare la prorpia rabbia possa essere mai importante.
Tuttavia, prima di diventare quel che oggi è, ci sono degli errori fondamentali da compire, dei nuovi compagni di viaggio da conoscere, molte realtà da svelare, eventi Storici a cui assistere e conoscere il vero gusto del dolore e del odio. Poiché questa è la storia della vita di Diana Ribelle Dalla Fonte, se eroe nazionale o pericolosa ed instabile criminale sta’ a voi scegliere.
Genere: Angst, Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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4. Un tuffo alle origini
 
 
 
 
 
Diana Dalla Fonte, 10 luglio 2024
 
 
 
Negli anni molti mi hanno chiesto come sia riuscita ad ottenere un’alleanza con gli Antichi e perché sia apparsa pubblicamente solo nel 2027. La questione in realtà è molto semplice: in quei tre anni ho vissuto con gli Antichi e grazie a quella permanenza siamo riusciti ad ottenere un’alleanza.
 
 
Le peripezie che mi avrebbero portata a diventare Ribelle iniziarono il dieci Luglio 2024 della Terza Era, ovvero a quando eravamo ancora tutti bloccati a Lovaris, incerti sulla prossima mossa.
Sapevamo che la città da cui avremmo avuto maggiori possibilità di successo era Defeli, considerato il malcontento generale presente in quella città e l’enorme quantità di problemi che essa presentava e come questi si stessero diffondendo prepotentemente in tutta l’isola. E questo riguardava il livello amministrativo, con la sua immensa disfunzionalità in ambito burocratico e dirigenziale, senza contare la pessima gestione che quell’isola aveva dei disagi sociali di migliaia di persone che, sempre più spesso, in  preda alla disperazione avevano trovato un riferimento nella Mafia, ed essa aveva portato a conseguenze disastrose nella gestione della criminalità.
 E proprio per questo un’associazione come quella che volevamo creare ci avrebbe permesso di muoverci nei sobborghi della città, comprenderne i punti deboli e trovare un modo di sovvertili. O almeno era quello che speravamo succedesse. Col senno di poi è stato un bene aver scelto Defeli, l’isola era abbastanza grande e abbastanza produttiva per averci reso auto-sufficienti ed eravamo in un ottimo punto strategico. E poi in nessun altro luogo avremmo potuto ottenere il supporto che abbiamo ricevuto.
 
Ma la rivelazione di Denin e Kallis aveva portato a galla una realtà che non potevamo ignorare: la Magia.
E temo che le nuove generazioni nate nella Neo-Repubblica non si rendano realmente conto del fatto che per noi la Magia era, non solo un mistero, bensì qualcosa di estremamente astratto, che non aveva una forma, dei nomi, delle regole, non aveva niente, era solo un agglomerato di superstizioni che la descrivevano come una potenza selvaggia, pericolosa e incontrollabile.
I pochi esempi concreti che avevo avuto di magia certamente non avevano decostruito i miei preconcetti. Ma adesso la Magia iniziava ad avere una forma diversa, perché due persone a cui tenevo e conoscevo da prima ancora di camminare l’avevano praticata davanti ai miei occhi e con piena coscienza di quello che stavano facendo e, soprattutto, sostenevano che gli Antichi sarebbero stati un alleato non da poco: con fondi monetari, una rete di infiltraggio e comunicazione invidiabile, e, soprattutto, numeri, tutte cose di cui avevamo un disperato bisogno.
 
Ma questo ci portava ad un bivio importante: afferrare questa opportunità ma rischiare di essere inglobati nei loro piani e diventare un arto degli Antichi o andare avanti ma affrontare l’immensità del mondo completamente soli.
Questo conflitto poi era ulteriormente accentuato dal fatto che il nostro gruppo non fosse coeso e che le due principali fazioni avessero priorità differenti: chi veniva da Meddelhock sosteneva che la cosa migliore fosse raggiungere Defeli il prima possibile dato che temevamo di avere i Rivoluzionari alle calcagna o che ben presto avrebbero deciso di perseguire la loro vendetta, mentre chi veniva da Lovaris aveva ancora le sue incertezze non solo sul abbandonare la loro piccola città natia per partire per una metropoli lontana ma erano del idea che fare tutto da soli o comunque senza qualcuno che quanto meno ci avrebbe fornito dei contatti era una pessima idea e questa incertezza era amplificato dal fatto che queste persone avevano tutto da perdere.
 
Quella particolare mattina ci eravamo ritrovati nel campo improvvisato che noi ex-rivoluzionari e la famiglia di Orion. Lo avevamo costruito con qualche tenda improvvisata per discutere seriamente della questione, c’era anche il marito di Lillà che si era unito a noi abbastanza rapidamente, anche se credo che si debba ringraziare il suo amore verso la mia vecchia amica per questo.
La riunione iniziò con un silenzio imbarazzante, l’aria si era fatta pesante e tutti noi eravamo tesissimi e incerti su come iniziare la questione, ringraziai il Sole e la Luna quando Galahad prese la parola.
 
“Se nessuno intende iniziare, vorrei prendere parola.” Attese un istante per concedere a chiunque il tempo di reagire ma nessuno lo fermò quindi riprese. “So che ci sono dei leggeri attriti tra noi, ma ritengo necessario discuterne ora o prenderemo delle decisioni avventate e rischieremo di distruggere ogni possibilità di successo prima ancora di iniziare. Quindi, ritengo opportuno che tutti coloro che hanno una proposta la debbano esporre. Una volta che tutti avranno parlato inizieremo a discutere sul da farsi. E, se non vi dispiace, inizierei io.” Disse Galahad con un qual certo carisma, era molto seducente nei toni, in questi mesi di crisi era cresciuto molto ed era stato in grado di gestire tutti noi al meglio malgrado anche lui soffrisse, si comportava come un capo e la cosa, per quanto fossi fiera della sua crescita, mi irritava; non ero abituata a lottare per il comando.
“So che la situazione non è facile, so che molti noi qui hanno rinunciato a tutto per rincorrere questo sogno.”
Dal modo in cui mi guardò capii che si stava riferendo a me in modo particolare.
“E non vorrei chiedere a nessun’altro di fare un sacrificio simile, capisco anche che lasciare la città richiederà del tempo e dell’organizzazione. Dato che per legge non ci si può trasferire senza avere il permesso.” Aggiunse guardando i miei compagni di Lovaris.
“Tuttavia sono dell’idea che dobbiamo iniziare a muoverci, almeno per comprendere com’è effettivamente la situazione a Defeli. Per giunta non so quanto potremmo guadagnare da un’amicizia o alleanza con gli Antichi e, soprattutto, se quello che hanno da offrirci abbia un effettivo valore.” Disse Galahad con una calma serafica guardando Denin e Kallis chiaramente irritati dalla cosa.
 
“Per giunta, so che voi di Lovaris ci state seguendo per via di Diana, e capisco che essendo vostra amica d’infanzia vi sentireste più a vostro agio con lei al comando; tuttavia, non ritengo si saggio avere un’Umana come capo, e so che su questo condividi il mio pensiero Diana.” Mio malgrado accennai un sì: se a proporre questo genere di movimento fosse stata un’umana sarebbe stato come dire che solo gli umani possono determinare il bello e il cattivo tempo delle altre razze.
“Per giunta Diana ufficialmente è morta e la sua foto è su diversi giornali dato che ha fatto scalpore, soprattutto per il fatto che la lettera è diventata pubblica.” Disse Galahad dandomi una frecciatina.
 
Non gli era piaciuto il fatto che nella mia lettera di suicidio avessi esplicitamente detto che mi ammazzavo per amore verso qualcuno di non-umano, anche se finora il clan di Giulio aveva sempre negato tutto e la famiglia dell’interessato stava evitando la stampa esattamente come la mia; quindi, immaginavo che entro breve la storia avrebbe smesso di fare scalpore.
Ma, nel breve termine, questo rendeva impossibile per me muovermi senza essere riconosciuta, almeno in quel periodo.
 
“Pertanto.” Riprese Galahad. “Credo che sia saggio che iniziamo a fidarci gli uni degli altri: presto la nostra vita dipenderà l’uno dall’altro e non voglio vivere nell’angoscia costante che le tensioni aumentino fino a sfociare in violenza.” Galahad prese un profondo respiro. “Questo è quanto.”
 
Vidi Gahan lanciargli un’occhiata strana e poi iniziare a parlare. “Prospettiva interessante. Vuoi che ci mettiamo a prendere un tè, intrecciarci i capelli e a raccontarci pettegolezzi come delle docciuole da salotto?” Domandò Gahan, facendomi sfuggire un sorriso.
Notai che Galahad gli stava lanciando uno sguardo assassino ma rimase composto, il che venne ricambiato con un sorrisetto divertito da parte di Gahan.
“Dai stavo solo scherzando. La tua idea non è male, è solo che finora non abbiamo mai realmente parlato di cosa fare una volta a Defeli. Per questo alcuni di noi preferirebbero sapere cosa possono offrirci gli Antichi prima di partire all’avventura in una città che non abbiamo mai visto e che, per giunta, da quel che ho capito, neppure voi ci siete mai stati e, pertanto, non abbiamo neanche un contatto su cui fare affidamento. La nostra non è codardia è semplice logica: prima di sparire sarebbe saggio avere almeno una mezza idea di cosa fare e dove andare. Non dico di attendere di avere un quadro chiaro e completo prima di partire, ma di ottenere almeno una mezza idea di cosa diamine vogliamo fare una volta arrivati sarebbe già un progresso.”
 
Galahad strinse i denti conscio che Gahan aveva ragione.
“Su questo avrei qualcosa da dire.” Iniziò Nami attirando l’attenzione di tutti. “Qualche giorno fa mi è venuto in mente che ho un paio di cugini a Defeli dalla parte di mia madre e di mia zia, non li vedo da anni ma ho pensato che fosse il caso di tentare. Ieri, parlandone a quattrocchi con mia zia, ho scoperto che sono parecchio scontenti della situazione. Forse se gli mandassi una lettera sarebbero disposti ad ospitarci e potrebbero persino aiutarci a trovare un lavoro in città. Questo semplificherebbe il processo di accettazione del cambio di residenza.” Ci spiegò Nami sorprendendomi come al solito, era sempre stata una persona con risorse inaspettate.
“Perché non ne hai parlato prima?” Le domandò Zafalina chiaramente seccata, Nami fece spallucce. “Non ne ero certa.” Zafalina sbuffò, a quel punto Lillà le diede una gomitata per farla calmare senza poi tanto successo.
 
“Quindi potremmo partire presto?” Domandò Garred speranzoso. “Non è detto ma è già qualcosa.” Iniziò Galahad soddisfatto.
 
“Aspettate, ma degli Antichi allora che ne facciamo?” Domandò Vanilla, l’unica di Meddelhock seriamente interessata alla questione Antichi e potevo intuirne facilmente il perché.
Ci fu un momento di silenzio in cui tutti fissammo Denin e Kallis che, dopo qualche momento di esitazione, presero la parola.
“Ne abbiamo parlato al nostro circolo, i membri più anziani ritengono di non avere l’autorità per prendere una decisione così importante: pensano che siate delle persone senz’altro di nobili intenti, l’aver liberato il drago vi ha avvantaggiato parecchio, però sono consci che questa è una decisione che deve essere presa dai ranghi più alti. E…” Kallis prese un profondo respiro e riprese a parlare.
“Due giorni fa ci è arrivato questo messaggio dal Concilio degli Anziani.” Disse mostrando una lettera. “La loro risposta è stata che saranno gli Dei a decidere.”
Alle parole di Kallis un brivido mi percorse la schiena: quelle persone credevano veramente che quello che avremmo fatto avrebbe attratto lo sguardo degli Dei o che fosse in qualche modo influenzato dalla volontà divina? Mi domandai se fosse possibile ma nella mia testa era qualcosa al limite del blasfemo, e pregai perché ci dessero una risposta ma rimasero in silenzio e, dopo tutti questi anni, non so ancora dare la risposta con certezza.
 
“Che vuol dire?” Domandò Nohat preoccupato. “Che se volete stabilire un contatto con gli Antichi dovrete venire con me e Denin al nostro nascondiglio principale. Questo sarà il viaggio di iniziazione per me e Denin e, per chi volesse seguirci, un’opportunità per stabilire un’amicizia.” Alle parole di Kallis notai che tutti si fecero tesi.
 
“Quindi tutti noi dovremmo seguirvi?” Domandò Nohat seccato ma Kallis negò.
“Il numero massimo per queste spedizioni è di nove persone e tenendo conto che io e Denin dovremmo venire per farvi strada, potranno venire solo altri sette.” Kallis mi lanciò un’occhiata che mi fece intendere che l’offerta era valida anche per me. “Questo viaggio, quanto dovrebbe durare?” Domandò Galahad non esattamente a proprio agio con questa idea.
“Per arrivare ci vorrà almeno un mese, anche perché né io né Kallis siamo mai andati fino laggiù, abbiamo delle indicazioni generali però questo è un viaggio che sarà messo a giudizio degli Dei. Il fallimento nel migliore dei casi implicherà l’impossibilità di stringere un’alleanza per voi e altri sette anni di addestramento per poterci riprovare per noi, ma nel peggiore dei casi questo viaggio potrebbe portare alla morte. Ma in caso di successo avrete sicuramente l’amicizia degli Antichi e potrete iniziare a trattare per degli accordi.” Disse Denin, ci fu qualche secondo di silenzio in cui lasciai agli altri il tempo di riflettere, avevo già compiuto la mia scelta.
 
“Io ritengo che un’alleanza con gli Antichi ci farebbe utile.” Tutti si voltarono verso di me, intuii che Galahad e Orion stavano soppesando con una certa attenzione le mie parole. “Ritengo che ci possano fornire quel qualcosa che nessun’altro potrebbe offrirci. Che ci potrebbero dare una marcia in più. Per giunta, se quel che dicono i miti e le leggende è anche solo un minimo basato sulla realtà, la magia potrebbe concederci un vantaggio se mai dovessimo arrivare ad uno scontro con lo Stato.” Spiegai.
“E tutti noi sappiamo che se vogliamo cambiare le cose c’è il rischio che andremmo incontro ad uno scontro aperto con lo Stato.” In quell’istante l’aria si fece più pesante.
“Sentite l’idea non entusiasma neanche me, ma quello che speriamo di fare ha molti rischi e richiederà anni. Non sappiamo cosa succederà nel prossimo futuro, potrebbe anche succedere che le restrizioni peggiorino e a quel punto non escluderei dei rastrellamenti.” L’avevo usata, quella parola che da decadi aleggiava nell’aria con una leggera nota di terrore: una nuova guerra, nuove persecuzioni, nuove restrizioni, e terrore.
 
“Però, gli Antichi esistono da secoli e nessuno è mai riuscito a sconfiggerli o a stanarli, ci deve essere un valido motivo se le cose stanno così. Io dico di provarci. Ma partirò solo se sarete d’accordo e non intendo obbligare nessuno altro a compiere questo viaggio.” Spiegai pacata, sentii lo sguardo di tutti addosso, in primis quello di Orion.
“Ragazzina, sei giovane, non buttare via la tua vita, so che da quando quel ragazzo è morto hai avuto un periodo difficile, però…”
“Non lo faccio per questo.” Lo interruppi guardando Orion dritto negli occhi. “Lo faccio perché Galahad ha ragione: io sono un punto di riferimento che non potrà mai più mostrarsi al mondo. Non so quale sarà il mio ruolo, ma voglio averne uno, a qualunque costo. Sono giovane e trai più forti fisicamente qui, sono brava a sparare e sono quella che più di tutti deve dimostrare di essere seria. Quindi intendo percorrere questo viaggio.” Non lo dissi, ma credevo che allontanarmi dal resto del mondo mi avrebbe aiutata ad affrontare il lutto e ad accettare che Giulio non ci fosse più, una parte di me sperava anche di dimenticarlo durante quel viaggio.
“Diana, anche io credo che gli Antichi potrebbero offrirci qualcosa di utile, però stiamo parlando di un mese e, per quanto mi fidi di te, sarebbe un bene consultare tutti prima di prendere una qualsiasi decisione. E questo significherebbe mesi di attesa in cui nessuno di noi sa nulla.” Disse Galahad preoccupato.
 
“Questo non sarà un problema.” Intervenne Denin spostando l’attenzione di tutti. “Gli Antichi evitano di usarle ma non disprezzano le nuove tecnologie e abbiamo un sistema di staffetta per le comunicazioni che è molto rapido e ben testato; quindi, anche se andrete a Defeli riceverete nostre notizie poco dopo che avremmo concluso la prova, e se ci succedesse qualcosa gli Antichi ve lo direbbero.” A quella notizia iniziammo a guardarci tra noi.
 
“È inutile girarci in torno.” Disse Lukas guardando i presenti. “Chi ritiene che valga la pena tentare di tentare un contatto con gli Antichi alzi la mano.” Disse Lukas alzandola, subito dopo la alzai a mia volta e molti ci seguirono: gli unici contrari erano Garred, Orion, Nohat e Felicitis.
 
“Come mai siete contrari?” Domandò Galahad una volta abbassata la mano, anche se ammetto che mi sarei aspettata una sua opposizione. “Sinceramente? Ho paura della magia, degli Antichi e tutta questa storia del viaggio, e so che non sarò l’unico a pensarlo, alcuni potrebbero allontanarci per questo.” Disse Garred e mi sorprese, era un ragionamento sensato e molto politico mi venne da pensare.
 
“Vero, ma ci sarà anche una frazione che sarà ulteriormente incoraggiata da questo.” Disse Galahad per incoraggiarlo. “Bisogna inoltre considerare che molte nozioni che abbiamo sulla magia sono frutto della disinformazione, o mi sbaglio?” Domandò Galahad voltandosi verso Denin e Kallis.
“Confermo, la magia è un’arte faticosa e complessa da apprendere, ma non è incontrollabile, certo, richiede parecchia pratica, ma anche il più selvaggio dei poteri è domabile con il tempo.” Le parole di Kallis non rassicurarono più di tanto Garred così Denin continuò. “Per giunta ci sono diversi livelli di magia. E nelle sue forme più basilari spesso le persone la usano senza accorgersene, è solo quando la si usa in maniera complessa che può diventare pericolosa, ma non in maniera diversa in cui voi usate quelle pistole.” Spiegò Denin, Garred non era ancora convinto, ma parve accettare la situazione.
 
“Bene, qualcun altro vuole esprimersi?” Domandò Galahad, e dopo qualche istante di esitazione Felicitis prese parola. “Lo trovo un rischio inutile, se succedesse qualcosa a Diana non me lo perdonerei, e so di non essere abbastanza forte da affrontare un viaggio simile. Per di più non capisco perché debbano mettere questa cosa a giudizio degli Dei, non sappiamo neppure se esistono realmente.” A quella affermazione molti lanciarono uno sguardo schifato a Felicitis così corsi ai ripari.
 
“Ciò che Felicitis cercava di dire.” Intervenni. “È che non capisce perché in primis chiedano agli Dei considerando che questi raramente interferiscono nelle questioni umane.”
Allora Kallis prese parola. “Sono le usanze: ammettere qualcuno di totalmente estraneo è diverso dall’ammettere un nuovo discepolo. Se foste voluti diventare parte degli Antichi non vi avrebbero messo alla prova in questo modo, però entrare in affari con un gruppo esterno è qualcosa che non è mai avvenuto finora e il consiglio si è diviso tra chi pensa che sia una mossa inutilmente pericolosa e chi crede che sia un segno di cambiamento e rinnovo. Per questo hanno deciso di lasciar scegliere agli Dei e siete stati fortunati che abbiano accettato che noi vi facessimo da guida, poiché se avesse dovuto affrontare il viaggio con solamente gli indizi che danno a degli iniziati per diventare membri della società… dubito che sareste mai riusciti nell’impresa.”
 
“Comunque stanno chiedendo di mettere la vostra vita e quella di altri sette di noi a rischio!” Esclamò Felicitis e a quel punto Salomon le si avvicinò per tentare di parlarle. “Felicitis, calmati, Denin e Kallis sono i più in gamba di noi e, conosci Diana, è una tosta, non molla mai l’osso. La prova non è facile e neppure a me piace molto questa situazione, però siamo in pochi e magari tra gli Antichi riusciremo anche ad avere qualche altro appoggio.” Disse Salomon con estrema dolcezza verso Felicitis. Lanciai un’occhiata al mio amico e un brivido mi percorse la schiena: stava chiaramente facendo gli occhioni a Felicitis.
A quel punto la ragazza si asciugò gli occhi da una lacrima che le era sfuggita e abbassò il capo in imbarazzo. “Scusate, ho fatto una scenata.”
“No, è un pensiero che avevamo tutti in fondo. È meglio dirlo adesso esplicitamente piuttosto che avere dubbi o risentimenti su questa cosa in seguito. La prova è senza dubbio rischiosa ma temo che sia un rischio che siamo costretti a correre, e, per quanto mi faccia incazzare, dobbiamo ammettere che non abbiamo un caz… cavolo e che una mano ci serve.”
A quelle parole tutti noi ragazzi di Lovaris ci voltammo con fare incredulo verso Fina.
 
“Che c’è?” Domandò la ragazza tornando a chiudersi a riccio si sé stessa. “Fina… da quando ti sono calate le palle?” Domandò Andrea incredulo, subito lei distolse lo sguardo imbarazzata. “Andrea non la riprendere. Ci ha messo diciannove anni per sciogliersi un po’, non mandare tutto all’aria!” Esclamò Tehor imitando il gesto di bloccarlo con il braccio.
“Orecchie-a-punta ha ragione Fina: continua su questa strada, e tra qualche anno potresti anche prendere il posto di Diana.”
Ridacchiai tra me e me alla affermazione di Gahan: Fina era un pezzo di pane, timida, insicura e fin troppo buona, vederla diventare una stronza come me era a dir poco impensabile.
 
“Ti dispiace evitare?” Domandò Galahad diretto a Gahan, solo allora mi resi conto dello sguardo assassino che gli stava riservando. “Cosa?”
“Orecchie-a-punta, è un nomignolo antipatico quanto mezza-tacca.” Disse Galahad chiaramente irritato. “Ehi, compare. Gahan mi chiama orecchie-a-punta da sempre, non mi dà fastidio.” Disse Tehor cercando di calmare le acque anche se si era chiaramente irritato anche lui, mettendosi in mezzo tra i due ragazzi.
 
“Peccato che adesso ci sarebbe un altro orecchie-a-punta in questo gruppo adesso. E la cosa mi dà parecchio fastidio.” Spiegò Galahad guardando con disprezzo Tehor che rispose con egual disgusto. “A me no, e per tua informazione la mezza-tacca lo usa solo con me, e io lo uso solo con lui.” Disse Tehor nervoso e a quel punto Galahad assunse un’espressione mezza schifata e si alzò per guardare dritto negli occhi il mio vecchio amico.
“Non hai un minimo di orgoglio o decoro tu?”
A quelle parole Tehor si passo una mano trai suoi lunghi capelli biondo platino, fece un sorrisetto sghembo da schiaffi e i suoi occhi marroni parvero diventare iniettati di sangue.
Non ebbi il tempo di capire cosa stava per succedere che con un gesto tanto rapido, quando potente, Tehor colpì Galahad al volto e scaraventandolo a terra.
“Porca... puttana….” Bofonchiò Garred incredulo mentre Tehor si scagliava su Galahad urlando. “Rimangiatelo!” Furono le sue parole prima di saltargli sopra e afferrargli i baveri della camicia. Galahad in risposta gli sputò in faccia il sangue.
 
Quello fu l’istante in cui Oreon afferrò Tehor di peso e lo separò da Galahad. “Oreon mettimi giù!” Esclamò Tehor scalciando per cercare di compensare i trenta centimetri che lo separavano da terra. “Solo se ti calmi.” Fu la risposta glaciale di Oreon. “Io non mi calmo per un cazzo! Se quello lì non si scusa io giuro che…” “Tehor, porca puttana piantala!” Decretò Gahan che si mise in mezzo cercando di convincere Tehor a non cambiare i connotati a Galahad.
 
Nel mentre io e Nohat trascinavamo via Galahad che aveva rimediato un bel occhio nero e aveva chiaramente intenzione di vendicarsi.
“Amico, tutto bene? Ti sei rotto qualcosa?” Domandò Nohat preoccupato dal segno rosso che si era formato e dal rivolo di sangue sulla bocca. Galahad in un primo momento non risposte e si limitò da digrignare i denti e a fare qualche scossone per cercare di liberarsi dalla nostra presa salda.
Solo quando capì che nessuno di noi due l’avrebbe lasciato andare rispose. “Sì…” Bofonchiò più incazzato di prima. “Ma sono stato meglio.” Confessò massaggiandosi la zona lesa.
“Non lo toccare, fai peggio.” Lo riprese Lillà che subito si avvicinò con una bottiglietta d’acqua e uno fazzoletto di stoffa pulito.
 
“Lo aiuti seriamente Lillà!?!” Tuonò Tehor, questa gli lanciò uno sguardo assassino che lo ammutolì, Lillà non si arrabbiava mai, ma quando lo faceva era meglio starle a distanza di sicurezza. “Sei tu che non sai mantenere una conversazione civile.” Disse con estrema freddezza. “Smettila di fare il bambino, lo sai che il modo in cui ti chiama Gahan potrebbe essere visto male da chi non vi conosce. E Galahad è un elfo come te, sai bene quanto veniate cresciuti a pane e orgoglio.” Disse Lillà facendo diventare piccolo Tehor.
 
Ci fu qualche istante di silenzio.
“Ora capite perché l’ho sposata?” Domandò Gestro facendo sfuggire un sorrisetto a tutti noi.
 
A quel punto lasciai Galahad alle abili cure di Lillà, mi voltai guardai Tehor ma intuii che si era già pentito di quel che aveva fatto. Ma notai che Nohat stava per saltargli addosso e lo bloccai. “Lascia stare.” Gli dissi tornado a sedermi al mio posto mentre Gahan e Tehor discutevano in un angolo. “Se fa un’altra cosa del genere…” “Non lo farà, conosco Tehor da quando si metteva le dita nel naso e so che tra qualche minuto tornerà con la coda tra le gambe.” Risposi placida. Nohat lanciò uno sguardo ai due ragazzi che adesso stavano discutendo.
“Che stanno facendo?” Mi domandò Nohat. “A Gahan non piace quando Tehor combatte le sue battaglie, gli sta dando una strigliata.” Spiegai pacata. Ci fu qualche minuto in cui la riunione si interruppe, tra Gahan che riprendeva Tehor, questi che si scusava con Galahad e l’accettazione di queste con una riserva, ci volle quasi un’ora.
 
“Bene, ora possiamo riprendere se volete.” Disse Denin e Galahad fece cenno che gli andava bene, anche se continuava a guardare con disprezzo Gahan e Tehor. “Orion, Nohat c’è qualcosa che volete aggiungere sulla questione?” Domandò Oreon, i due si guadarono e Nohat fece cenno ad Orion di parlare per primo.
“Non mi fido degli Antichi: per secoli non hanno fatto niente e credo che continueranno a non fare niente anche nell’eventualità d’un accordo.” Notai subito Kallis e Denin scattare. “Questo non è vero! Non avremmo agito in maniera diretta ma noi Antichi siamo ovunque e facciamo del nostro meglio!” Esclamò Denin. “Se siete così potenti perché non andate in guerra?” Domandò Orion e subito vidi Denin tornare a sedersi, ma ci pensò Kallis a rispondere.
“Il nostro obbiettivo primario è sempre stato preservare.” Iniziò Kallis. “E, purtroppo, non siamo mai abbastanza e la magia richiede anni di studio, applicarla in battagli poi… sarebbe un vantaggio al inizio ma non basterebbe.” Spiegò Kallis. “Per di più rischieremo di far scoprire la nostra base e questo è fuori discussione.” Aggiunse Kallis.
 
“Essenzialmente siete dei codardi?” Disse Orion, vidi Denin scattare: le sue mani vennero circondate da un fuoco azzurro che si spanse per tutta la valle per un secondo e poi ritrarsi a lui. “La chiami codardia conservare dentro di te qualcosa di estremamente illegale? Vivere la tua vita sapendo che potresti essere l’ultimo ad avere questo dono, pensare a come poterlo preservare, a come estenderlo senza metterti a rischio? Vivere con la coscienza che potresti diventare l’ultimo custode di un’immensa cultura è un onore che ha un prezzo enorme. Noi Antichi non siamo codardi, è solo che per noi la vita ha un senso solo se riusciamo a trasmettere tutto quello che abbiamo appreso. Per questo non entriamo mai in guerra, siamo in pochi ed ogni uno di noi è prezioso.” Una volta concluso il discorso Denin si sedette e notai delle piccole fiammelle azzurre che si formavano attorno alle sue mani.
A quanto pareva Fina non era l’unica a cui erano improvvisamente calate le palle.
Dopo quella piccola dimostrazione di forza Orion si zittì per qualche istante ma riprese a parlare. “Comunque sia noi vogliamo agire, e se gli Antichi ci potranno effettivamente aiutare, bene, ma se ci offriranno solo qualche piccola lezione di storia il viaggio non servirà a nulla.”
 
“Su questo mi trovo d’accordo.” Disse Nohat. “Bella l’idea di preservazione, la mia vita vale solo se trasmetto della conoscenza eccetera, però cosa ci possono offrire gli Antichi di concreto?” Domandò Nohat. “Lo ha detto anche la tua amica: la magia sarebbe un vantaggio solo al inizio, poi imparerebbero ad affrontarla e non sarebbe diversa da qualunque arma.” Disse Nohat.
“Per di più ci vuole parecchio tempo per imparare ad usarla da quel che mi dite, quindi, non tutti potrebbero accedervi e in tempi i guerra non c’è tempo, bisogna mandare nuova carne al macello periodicamente poiché la gente muore facilmente.” Le parole di Nohat mi disturbarono, ma sapevo che aveva ragione: le guerre si fanno anche con un costo di sangue ingente. “Quindi, nella remota possibilità che succeda il peggio.” Specificò Nohat guardando Galahad, facendogli capire che stava solo mettendo alla prova i due ragazzi. “Cosa ci potrebbero offrire di concreto gli Antichi?” Domandò Nohat tornando a guardare Denin e Kallis. “Abbiamo dei fondi molto ampi e abbiamo anche degli armamenti, abbiamo un sistema di comunicazione segreto e veloce, abbiamo una rete di infiltraggio capillare e ben radicata, questo ti basta come concreto?” Domandò Denin, Nohat accennò un sì. “Qualcun altro ha qualcosa da dire?” Domandai, nessuno aggiunse nulla.
 
“Bene, quindi è stabilito che andremo, la domanda è se qualcun altro vuole venire con me, Denin e Kallis?” Sperai che nessuno accettasse ma non fu così. “Io vengo!” Disse quasi subito Vanilla lasciando a bocca aperta gli ex-rivoluzionari. “Ma… Vanilla, sarà un viaggio pericoloso.” Disse Felicitis chiaramente preoccupata. “Lo so, ma voglio farlo e non voglio lasciare Diana da sola.”
“Scusa, ci siamo anche noi che sai… facciamo magie, non siamo gli ultimi coglioni.” Disse Denin, Vanilla gli lanciò un’occhiata di sufficienza. “Forse, ma come ve la cavate in sopravvivenza? E viaggiare in tre sarebbe troppo pericoloso.”
“Concordo con la ragazza.” Intervenne Oreon. “Oreon no.” Dissi conscia di quello che stava per fare. “Cosa no?” Domandò lui facendo il finto tonto. “Senti, so che affronteresti qualsiasi percorso con probabilmente meno difficoltà di tutti noi. Ma sei anche quello più bravo a gestire le persone e Orion e Galahad non sono ancora integrati molto bene nostro gruppo, serve che tu resti qui e lavori come ponte trai due gruppi. So che ti chiedo tanto ma so anche ne sei perfettamente in grado.”
“Scherzi vero?” Domandò Oreon. “No.” Dissi serissima.
“Diana ha ragione.” Intervenne Tehor. “Senti, ci occuperemo io e Gahan di Denin, Kallis, Diana e Varilla…?” Disse Tehor incerto sul nome della ragazza. “Vanilla.” Lo corresse lei. “Vanilla.” Si corresse Tehor.
Oreon sbuffò, ma dopo qualche secondo acconsentì. “Va bene, resto qui, ma tornate tutti interi. Non voglio seppellirti di nuovo.” Disse guardandomi dritto negli occhi. “Te lo prometto.” Affermai reggendo il suo sguardo così caldo e premuroso, era proprio il fratello maggiore che non avevo mai avuto.
 
“Restano ancora tre posti, c’è qualcun altro che vuole venire?” Domandò Kallis. “Vengo anch’io.” Tutti ci voltammo increduli verso Nohat. “Che c’è? Non mi entusiasma questa cosa, ma la maggioranza ha espresso la sua opinione e io sono bravo quanto te a sparare. Inoltre, vedo bene di notte, e se ci dovremmo muovere in quelle condizioni un paio di occhi in più faranno comodo.” Denin e Kallis mi fissarono incerti e anche la sottoscritta non era sicura della cosa. Nohat sbuffò. “Senti, me lo hai detto tu stessa poco tempo fa: un occhio scettico può essere utile a scoprire eventuali inganni e io non mi fido per niente degli Antichi quindi ti risparmierò la fatica di trovare i contro quando arriveremo lì.”
 
Ci riflettei un secondo poi mi rivolsi a Denin e Kallis. “Vi sta bene?” Domandai, i due si scambiarono uno sguardo rassegnato. “Basta che non esprimi apertamente il tuo disprezzo, certi membri del consiglio se la prendono facilmente per le più piccole cose.” Spiegò Denin e Nohat accennò di aver capito. “Veniamo anche noi.” Dissero Zafalina e Lukas con una certa sicurezza.
 
Mi rincuorava avere Zafalina e Lukas nuovamente accanto però non ero certa del perché volessero venire: Tehor e Gahad erano sempre stati due scavezza collo e molto impulsivi, quindi la loro scelta non mi aveva sorpreso, Vanilla probabilmente era spinta dal desiderio di conoscere meglio quella parte di sé che aveva risvegliato quasi un anno fa, Nohat si era espresso sulle sue ragioni, ma Zafalina e Lukas erano sempre stati molto più prudenti e riflessivi, coraggiosi certo, tuttavia molto assennati.
 
“Va bene. Almeno che qualcuno abbia del altro da ridire direi che è tutto deciso.” Decretai guardando tutti uno ad uno. “Saremo a corto di muscoli una volta a Defeli.” Notò Garred preoccupato, gli sorrisi.
“Tranquilli, Oreon è molto più forte di me, anche Andrea se la cava e Gestro non scherza per quanto riguarda la forza. Per di più tu, Galahad e Felicitis, ve la cavate discretamente con le armi da fuoco, ce la farete. Per di più ritengo saggio che vi limitiate a guardarvi attorno mentre saremo via, a meno che non facciate cazzate dovrebbe andare tutto bene.” Dissi rassicurando Garred. “Certo mammina.” Mi prese in giro. Gli sorrisi. “Bene, quando si parte?” Domandai.
“Alla prossima luna nuova, tra sei giorni.” Ci disse Kallis con una calma serafica.

 
   
 
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