Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: keli    06/09/2009    4 recensioni
Vivendo di notte si imparano tante cose, per esempio a non aver paura del buio. Quando ero umana ne ero assurdamente terrorizzata, e solo ora riesco a capire quanto fossero sciocchi i miei istinti da mortale. Ora che ho l’eternità a disposizione, però, vorrei che quei giorni tornassero in dietro
[Seconda classificata al Contest:I Diari della Famiglia Dracula di xXLady_NeneXx]
Genere: Malinconico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Diario di Una, Mille, Cento Notti




Parigi, 12 Febbraio 1953.


"Dieu en Lequel n'ai pas de foi me!Je ne crois pas en Toi: je ne nous croyais pas, mais si je dois accepter le mal infini qui suis devenu, alors je prie que le Bien infini existe aussi, et que j'aie miséricorde de ce qu'il reste de mon âme. Je suis le loup. Je suis Dracula. Le sang de la tache innocente mes mains, et maintenant je campe de le tuer..*.


Che cosa sciocca scrivere a un Dio a cui non credo. Ma adesso so che devo farlo, o per lo meno, devo provarci. Oramai che non c’è più nulla da fare, devo giocare tutte le carte che ho a disposizione. E’ notte, credo sia l’una passata, vedo l’orologio della Cathédrale che batte l’ora, con il suo suono secco e continuo. Tum… tum… tum… Sembra quasi il battito di un cuore che non ho più. Quasi ripudio il mio nome. Sakura Haruno, dame dell’alta società è ora una sconosciuta per me. L’ho fatto, l’ho fatto di nuovo. Ma duecento anni non bastano ad abituarsi a tutto questo. Cosa stavo dicendo? Oh si, l’ho rifatto. Lo faccio ogni notte, ed ogni notte è diverso. Sta volta era un ragazzino borghese, credo si chiamasse Naruto, o qualcosa del genere. Beh, non mi importa più di tanto ricordare il suo nome. Ma non posso scordare i suoi occhi azzurri, sgranati dal terrore più puro, quando l’ho stretto a me e ho saziato la mia fame. Credeva davvero che provassi qualcosa per lui? … si, lo credono tutti e tutti fanno la stessa fine. E’ quasi divertente vedere come siano ciechi davanti alla bellezza di questo mio corpo. Ma d’altronde sono solo esseri umani, facili all’inganno, manipolabili come sabbia fra le mie dita… Sento ancora l’odore della sua paura. L’ho fatto uscire da quell’assurda festicciola a cui mi avevano invitato per non so quale laurea ottenuta da non so chi altro. Aveva l’aria così ingenua, mentre mi domandava come mi chiamavo… e quel vicolo buio sembrava che ci fosse a posta. Forse avrei potuto lasciarlo andare sta volta, almeno lui, ma la fame non è facile da giostrare. E’ come un comando innato a cui si deve seguire per forza, pena la morte. E poco è a confronto la loro vita alla mia. Dopo tutto prima o poi moriranno anche loro, schiacciati da un auto, cadendo da un ponteggio o semplicemente di vecchiaia, ma lo faranno tutti dal primo all’ultimo. Io allevio solo le loro sofferenze, e… lo so, è sbagliato, io sono sbagliata. Creature come me non dovrebbero nemmeno essere immaginate, figurarsi esistere. Ecco perché non mi sono creata un compagno, ecco perché non ho fatto dono dell’immortalità a nessun altro. Io per Parigi basto e avanzo, non vi è bisogno di nessun altra pestilenza oltre a me. Io che sono l’incubo di queste notti, che vendo terrore più che ammirazione… i giornali parlano di un serial killer, che stolti! Suppongo che però, un giorno o l’altro scopriranno che le loro leggende sono vere e allora? Allora che farò quel giorno? Ma ora divago, ho perso il centro di quello che volevo scrivere. Naruto. Ecco, il suono del suo nome risveglia in me l’eccitazione, e la fame. Sento il gusto dolce del sangue nella gola, e nella bocca, a riempirmi il palato. I suoi occhi… la sua pelle… la sua PAURA. L’ho visto rischiare di svenire, rovinandomi così il divertimento, mentre affondavo i canini nella sua pelle, all’altezza della gola, li nella vena pulsante che mi stuzzicava l’appetito. L’ho svuotato, ne ho bevuto fino all’ultima goccia fin quando non è caduto, esanime, fra le mie braccia. L’ho accarezzato, sfiorandone le labbra, lasciandolo li, in quel vicolo, come un guscio vuoto, un oggetto rotto utilizzato e poi abbandonato. Perché questo sono per me, questo e nient’altro. E non ci sarà nessun Dio pronto a perdonarmi, ne ora, ne mai.

Parigi, 11 Dicembre 1972


L’ho rivisto, anche se pensavo non sarebbe successo mai più nella mia vita, per quanto io sia legata a lui da un Patto ben più pesante del semplice dovere. Dieu, pensavo, scioccamente, che fosse cambiato in questi anni lontana dalla Romania. Invece è identico a quando l’ho visto la prima volta, più di duecento anni fa. E(questo disgusta anche me ammetterlo)mi fa lo stesso effetto. E’ quasi crudelmente ironico constatare che la mia stessa bellezza che vedo riflessa ancor di più in lui mi si ritorca contro. Dovrei ringraziarlo? Non lo so. E’ vero, è stato lui a donarmi questo corpo perfetto e seducente, questa vita immortale. Ma che vita è una non-vita? Quando gli ho fatto questa domanda ha riso, con la sua voce dolce come il miele e fredda come l’inverno della Romania, la sua casa. Il mio Creatore mi ha riso in faccia, e io ho desiderato ardentemente porre fine alla sua vita e mi vergogno dirlo, anche essere sua come tanto tempo fa. Bramo le sue dita gelide sulla mia pelle, il suo respiro freddo e dolce della morte su di me, il tocco vellutato dei suoi capelli tessuti dal sangue delle sue vittime. Non sembra il demone che è, per nulla. Sembra un angelo vendicatore appena sceso dal paradiso, ed è mio. Solo mio. Me l’ha ripetuto infinite volte, mentre si divertiva a sfiorarmi senza mai toccarmi veramente. << Sarò tuo se solo vorrai… noi due ci apparteniamo, Sakura >> lo so, e che tu sia mille volte dannato per questo! Mio voievod, mio superbo e dannato principe… bramo la tua voce, il tuo diletto, la tua morte. Ti amo e ti odio, Sasori. Possono due sentimenti tanto contrastanti convivere in una sola creatura? A quanto sembra si. Mi hai chiesto di tornare a casa… ma la Romania non è la mia casa, non più almeno… non da quando mi hai fatto entrare nel mondo degli eterni… e ora? Ora voglio che tu vada via, che sparisca dalla mia non-vita così come ci sei entrato quando ero ancora umana, in silenzio, nella notte, fuori da quella finestra che continuavo a tenere scioccamente aperta solo per te, fuori dal mio letto… fuori da me.

Parigi,24 Giugno 1986


Sono chiusa nella mia casa da parecchi giorni oramai, e ho fame, troppa fame per resistere. Se non mi nutrirò al più presto morirò qui, sola e abbandonata dal mondo, vedendo la mia bellezza sfiorire lasciando il posto a una vecchia megera che nessuno vuole. Ma ora che non c’è più lui su questa terra sento che anche la mia non-vita deve in qualche modo finire. Il mio Creatore mi ha lasciata, il mio Dio si è spento, portando con se tutti i ricordi della mia vita passata, tutto l’amore che covavo nel mio cuore, così come l’odio. Sono vuota, vuota di emozioni, vuota di sentimenti. Guardo fuori dalla finestra quel sole che tramonta, che odia la mia bellezza, trovandola nulla al suo confronto. Non posso uscire, o debole come sono non resisterei che pochi minuti. Rimango quindi immobile, raggomitolata nelle mie gonne, vedendo il rosso dei miei capelli sfiorire, fino a diventare un rosa pallido che prima mi avrebbe assicurato la bellezza. Ma non importa, non più… perché lui mi ha abbandonato, e sta volta per sempre. Posso sentire i suoi urli, i suoi improperi salire dagli Inferi fino a raggiungermi, ricordarmi che presto anch’io dovrò fargli compagnia, laggiù deliziandomi delle torture eterne di un fuoco che lambirà il mio corpo perfetto. Non mi è mai importato molto della mia bellezza, a dire il vero… no, perché solo riflesso della sua. E se non potrò più goderne sarà solo per colpa mia. Si, ho distrutto io il mio consorte, mio padre. Ne ho causato io la morte, come ho causato la morte poi dell’umano a cui ho fatto affidamento… ma sono sicura che Kakashi non avrebbe voluto rimanere intrappolato in questa vita, lo conoscevo troppo bene per poterlo condannare. E allora vi prego, non giudicatemi per quello che ho fatto, ora. Non giudicatemi perché ho liberato Parigi da un dongiovanni incallito, da un killer di strada che si faceva passare per rampollo dell’alta società. Parigi non piangerà Sasuke Uchiha più di quanto non ha pianto gli altri morti causati dalla mia esistenza. L’ho sedotto, convincendolo a venirmi a trovare a casa… sono sicura che ha colto l’occasione per venire a derubarmi delle mie ricchezze e poi uccidermi, come ha fatto con ogni nobildonna che è stata così sciocca da credere di avere il suo cuore. Ma povero sciocco, davvero credeva di poter battere me? L’ho visto lottare, cercare di allontanarmi dal suo corpo… ma avevo fame, troppa fame, quasi non sentivo la sua resistenza. L’avrei potuto graziare?No… nemmeno se avessi avuto la forza di interrompere il mio pasto e lasciarlo andare. L’ho visto accasciarsi al suolo, un muto sguardo di orrore e preghiera nei suoi occhi nero pece che hanno incantato tante delle sue vittime, per poi riderne e farsi beffa delle loro urla mentre le uccideva. Mi sono sbarazzata in fretta di quel cadavere tanto bello anche nella morte, ripudiandolo e cancellandolo dai miei pensieri. Ma ora sono di nuovo in forze, vedo la mia bellezza rifiorire, i miei poteri tornare. No, non posso lasciarmi morire. Non posso, ne voglio.

Parigi, 15 Luglio 1998


(la pagina è strappata e bruciata in più punti, ma si possono ancora leggere alcune frasi scritte di fretta da una mano veloce)
Questa è l’ultima notte che riporterò in questo diario. Ho capito che i miei sforzi per rimanere umana sono stati vani, l’ho capito il momento stesso in cui ho lasciato morire il mio amore, cercando disperatamente di aggrapparmi a questa non-vita per non fare la sua stessa fine. Ora c’è qualcuno accanto a me, Itachi Uchiha è il suo nome, ed è un vampiro da poco tempo… (credo sia fratello di quell’altro Uchiha, ma lui non ricorda)… in mio favore dico solo che non sono stata io a trasformarlo. Questa è l’ultima opera di “Bene” che voglio lasciare a questo mondo corrotto. Perché ho scoperto che anch’io lo sono, e non posso far niente per lavar via le mie colpe, ne voglio. Io sono un Dracula, io sono il lupo. Ma soprattutto… io sono il Vampiro.


Angolino di Keli

Non credo ancora di poter essere arrivata seconda** E’ un sogno u.u e non esagero xD Grazie mille al giudice, e un brave gigantesco alle podiste e alle altre. Un beso!
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: keli