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Autore: Lis4_88    03/04/2022    1 recensioni
"Pensi che sia normale se una persona ama un'altra persona dello stesso sesso?"
Niente sguardi. Solo verso il piccione.
"Chi decide che cos'è normale?" arrivò di tutta risposta "Perché è normale amare una persona del sesso opposto ma del proprio no? Non me lo spiego. O entrambe le cose sono normali o nessuna delle due lo è."
"Penso che nessuna delle due lo sia." dissi restando immobile, mentre la sigaretta si consumava nella mia mano destra.
"L'amore non é normale."
"Concordo."
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Matt, Mello, Misa Amane, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mihael era lì, come un angelo caduto dal cielo, che contemplava la città buia e silenziosa immersa nell'acquazzone.
Il ragazzo dai capelli d'oro si girò lentamente, rivelando un viso cupo, con due occhi così gonfi che non davano modo di capire se l'acqua sulla sua faccia fosse pioggia o lacrime. Non diede segni di stupore nel vedermi, in realtà sembrava come se mi stesse aspettando.
"Grazie di essere venuto." bisbigliò, prima di girare di nuovo la testa.
Io non risposi e andai semplicemente a sedermi vicino a lui, appoggiando poi il capo sulla sua spalla.
Restammo così nel silenzio, che io avrei voluto rompere con un bacio. Ma sapevo che non era quello di cui Mihael aveva bisogno in quel momento.
"Pioveva anche quel giorno" esortò di nuovo il biondo, con un tono monocorde.
"Che giorno?" chiesi io, parecchio confuso da quell'affermazione.
"Il giorno in cui mia madre mi abbandonò"
Era arrivato quel momento, e io stentavo a crederci. Mihael si stava finalmente aprendo con me, dopo 7 anni di amicizia.
Anch'io aprii le mie orecchie e mi voltai verso di lui, tenendo comunque la testa appoggiata sulla sua spalla.
"Ero così felice quel giorno. A scuola avevo baciato Bernd Weber. Sí, un ragazzo. Ero un bambino, pensavo non ci fosse nulla di male. Invece il mio patrigno mi picchiò ancora più forte di quanto facesse di solito e mia madre mi disse che non voleva crescere un essere come me. Mi lasciò sulla MuLeiBerl alle 10 di sera, pioveva a dirotto. Hai idea di quanto sia lungo quell'autostrada da fare a piedi?"
Fece una pausa, che diede il tempo anche a me di assimilare le nuove informazioni che stavo ricevendo. Per tutto quel tempo ero convinto che Mihael fosse solo stronzo, non traumatizzato.
Per quasi cinque minuti restammo in silenzio, accompagnati solo dal suono della pioggia, che ci stava continuando a bagnare come se fossimo sotto enormi cascate d'acqua. Il nostro corpo si era abituato ormai, il problema erano i nostri polmoni. Restammo a letto con l'influenza per una settimana.
"Non sei mai stato tu il problema" riprese finalmente il biondo "Sono sempre stato io. Avevo paura che se mi fossi dichiarato qualcuno mi avrebbe abbandonato di nuovo, e non volevo che quel qualcuno fossi tu. Credevo che facendo sesso con Linda mi sarebbe passata la cosa."
"L'hai ferita molto..." biascicai, ripensando alla mia migliore amica seduta sul pavimento della cucina.
"Lo so, mi sento una merda anche per questo." Fece una pausa "E mi sento una merda per essermi allontanato da te dopo la vicenda di Nate. Ero semplicemente geloso e ferito."
Mi esplose il cuore quando disse quella frase, e un sorriso involontario fece capolino agli angoli della mia bocca.
"Mihael Keehl, mi stai forse dicendo che sei innamorato di me?"
Mihael si voltò di colpo, incastrando i suoi occhi con i miei. Il buio e la pioggia non mi permettevano di vedere quelle iridi azzurre, ma il mio cervello riusciva perfettamente a immaginarsele belle com'erano.
"Ti lascerò con il dubbio" disse, svelando uno dei suoi sorrisi più belli.
"Capisco, allora intanto andrò a trovare tatuaggio a serpen-"
Un pugno (amichevole questa volta) mi arrivò sulla spalla, accompagnato dal più bel suono che le mie orecchie possano mai sentire, la sua risata. Il mio corpo rimbalzò, staccandosi dall'appoggio che avevo sulla spalla del biondo e mi rimisi dritto prendendomi le ginocchia con le braccia e fissando il panorama.
"Grazie Matt." pronunciò un sussurro che si disperse subito nel vento "Grazie per tutti questi anni."
Ci girammo in simultanea e in entrambi i nostri visi erano presenti due sorrisi dolci, l'uno rivolto all'altro. Ci sorridemmo per pochi istanti, finché io dissi: "Bhe..? Mi hai fatto aspettare 5 anni e adesso che siamo qua non mi dai neanche un bacio?"
Mello rise di nuovo, coprendosi la bocca con il dorso della mano, come una ragazzina delle medie, e successivamente si sporse in avanti per annullare quei centimetri che ci separavano.
Il bacio fu lento, semplice ma allo stesso tempo pieno di significato. Era il coronarsi del nostro amore, dopo lunghi anni di attesa. Mihael appoggiò la mano destra sulla mia guancia e iniziò ad accarezzarmela lievemente con il pollice.
Dopo poco ci staccammo di pochi millimetri, lo spazio bastava solo per vedere gli occhi e il naso dell'altro.
"Ti amo" disse Mihael a bassa voce, dettaglio che la rendeva ancora più sensuale.
Mille farfalle si erano liberate nel mio stomaco e la stessa cosa avrebbe voluto fare il mio cazzo dai boxer, ma non era quello il momento.
"Ti amo anch'io."
Ci baciammo di nuovo, e stavolta anch'io gli accarezzai la guancia.
"Ma ti amerei di più sotto un tetto asciutto." dissi una volta staccati.
Mihael rise e si alzò in piedi porgendomi la mano, che io afferrai senza esitazione.
Una volta che anch'io mi fui alzato le nostre dita non si separarono, ma si legarono in una stretta ancora più salda e iniziammo a camminare verso casa, rivolgendoci sguardi dolci come gli innamorati nei film per adolescenti, quelli per i quali Misa andava matta.
"Geloso di Nate eh? Questa te la rinfaccerò a vita." dissi mentre scendevamo le scale dell'edificio diroccato.
"Chiudi il becco idiota."
Una volta varcata la porta di casa e creato un lago sullo zerbino, una miriade di passi che si sovrapponevano ci distrussero i timpani e trenta secondi dopo tutti i nostri compagni erano in piedi davanti a noi.
"Eravamo preoccupati." disse Nate avvolto nel suo pigiama a righe, mentre reggeva il suo peluche marrone.
Lo sguardo di tutti si posò sulle nostre dita ancora intrecciate e sorrisero in contemporanea.
"Ce l'avete fatta finalmente" disse L "Eravamo stufi di nuotare in mezzo alla tensione sessuale che c'era tra di voi."
Ridemmo tutti, e in quel momento dal fondo della stanza avanzò Linda. Non era più sporca di mascara e indossava una felpa grigia sopra la canotta.
I nostri sguardi si incrociarono, mentre tutti gli altri presenti stavano parlando fra di loro (prendendo in giro Mihael per la precisione). La ragazza castana mi sorrise e annuí leggermente con la testa, provocandomi una sensazione di sollievo enorme. Io e Mello non saremmo qui se non fosse stato per lei, e le sono grato ogni giorno per questo.

 

   
 
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